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1.

INTRODUZIONE
Il problema di individuare ci che pensabile e ci che conoscibile, di scoprire cio le poen!iali"
e i limii della nosra mene in #uano srumeno di inda$ine del mondo, a %ondameno non solo
della soria della %iloso%ia, ma della soria dell&uomo sesso. Nella sua opera, 'ud(i$ )i$ensein
sabilisce che $ran pare delle specula!ioni su #ueso o #ualsiasi alro ar$omeno %iloso%ico non
arrivano a nessuna vera conclusione perch* si basano di %ao su presupposi errai, e sono #uindi
%allaci $i" nella loro %ormula!ione+ $ran pare delle domande pose nella soria dell&umani" perci
non errebbero cono del %ao che solo ci che lo$ico pu essere pensao, e, di conse$uen!a, ci
che non lo$ico non pu essere pensao.
,uello che nel Tractatus logico-philosophicus ci si propone di %are dun#ue di -racciare al
pensiero un limie, o piuoso . non al pensiero, ma all&espressione dei pensieri/
1
. 0l pensiero
in%ai sreamene connesso il lin$ua$$io, il #uale ne appuno l&espressione+ #ueso si$ni%ica che
uno sudio sulla naura del lin$ua$$io porer" a chiari%icare la naura del pensiero sesso, e rovare i
limii del primo ci permeer" di delimiare anche il secondo
1
.
'&insieme di uo ci che pensabile, e #uindi lo$ico, viene chiamao da )i$ensein spazio
logico. 'a %iloso%ia viene allora de%inia come un&aivi" di chiari%ica!ione lo$ica del lin$ua$$io, di
uo ci che ricade nello spa!io lo$ico, e non pu andare olre la lo$ica sessa, perch* #ueso
vorrebbe dire andare al di l" di ci che pensabile. Di #uello che rascende #uesi limii non
possiamo dire nulla, e la %iloso%ia deve acconenarsi di parlare di ci che pu essere deo.
In #ueso sa$$io si cercher" dun#ue di mosrare come il Tracaus circoscrive il cosiddeo
spa!io lo$ico, e araverso #ueso arrivare a comprendere come )i$ensein ha ineso le possibili"
della lo$ica, e dove il pensiero pu e non pu arrivare. 2e$uendo #uesa via si raer" in se$uio
della eoria solipsisa come viene a%%ronaa nell&opera, riprendendo la #uesione dei limii in
rela!ione all&Io mea%isico e alla mea%ora del campo visivo. 'a raa!ione si svol$er"
principalmene su #uesi ar$omeni, e cercher" di s%iorare solano il problema dell&inesprimibile e
del misico, che uavia in #ueso coneso, per ra$ioni di complee!!a e comprensione, non pu
non essere men!ionao.
1 ). T'3 pre%a!ione. Tradu!ione di ri%erimeno di 0medeo 4. 5one 6vedi biblio$ra%ia7.
1 5%r. 8ENN9 1:;<, p. =>. Dai complei in biblio$ra%ia.
1
1. 'O 230ZIO 'O4I5O
5os? dice l&auore, che -i %ai nello spa!io lo$ico sono il mondo/
=
. 2e allora lo spa!io lo$ico, come
asserio in preceden!a, delimia ci che pensabile, e se -il mondo uo ci che accade/
<
, uo
ci che accade accade appuno all&inerno dello spa!io lo$ico.
@a %acciamo un passo indiero. 5i che viene deo per )i$ensein il fatto, ci che accade+ e
in #uano -il mondo la oali" dei %ai/
A
, il %ao dice allora #ualcosa del mondo. 5i che nel %ao
viene espresso uno stato di cose, il #uale rappresena una connessione di o$$ei reali, pare della
sruura del mondo sesso. Dun#ue o$ni cosa che pu essere dea, o$ni cosa lo$ica, pu anche
accadere. Da uo ci conse$ue che o$ni sao di cose pu essere lo$icamene espresso ramie il
lin$ua$$io, e poich*, come appena a%%ermao, ci che lo$ico pu anche accadere, risula anche
chiaro che alla lo$ica inerisce sempre una possibili". In%ai o$ni cosa possibile , in #uano ale,
logicamente possibile
>
.
Deo #ueso si pu asserire che lo spa!io lo$ico la somma de$li sai di cose possibili ed
esiseni piB $li sai di cose possibili ma non esiseni
C
. 2e uo il possibile compreso nello spa!io
lo$ico, si$ni%ica che l&impossibile non lo , e non perci pensabile. 5ominciano cos? a vedersi i
limii del pensieroD ci che non possibile che accada non neanche possibile pensarlo, e una
domanda che non pu avere risposa , per ci sesso, insensaa. O$ni problema deve avere una
solu!ione possibile, alrimeni non nemmeno un problema. ,ueso perch* o$ni %ao, essendo
lo$ico, doao di un senso, e cos? uo ci che accade, e uo ci che nel mondo ha una rela!ione
con le alre cose, ha un senso. 'o spa!io lo$ico delimia cos? non solo ci che pensabile e dicibile,
ma con #ueso anche ci che sensao, perch* un %ao insensao illo$ico, e inesprimibile. ,ueso
spie$a perch* la ma$$ior pare delle proposi!ioni della %iloso%ia elaborae nella soria non sono
ano %alse, #uano insensae, in #uano derivano da un&incomprensione della lo$ica del lin$ua$$io.
Il %ao sensao #uello che )i$ensein chiama il segno proposizionale. Il lin$ua$$io dun#ue
un insieme di %ai che assumono o$nuno il proprio si$ni%icao, e in #uano i %ai, cio i se$ni
= ). T'3 1.1=.
< ). T'3 1.
A ). T'3 1.1.
> 5%r. 0N25O@EE 1:>>, p. CA. Dai complei in biblio$ra%ia.
C 5%r. 8ENN9 1:;<, p. :<.
2
proposi!ionali, devono comunicare #ualcosa, e devono essere compresi, o$ni lin$ua$$io deve
acceare delle conven!ioni, alle #uali sono le$ai i si$ni%icai delle parole.
Il lin$ua$$io se$ue allora delle re$ole, la cui mancaa osservan!a priva lo sesso lin$ua$$io del
suo si$ni%icao. Un lin$ua$$io che non se$ua #uese re$ole cero possibile, in #uano dicibile, ma
si colloca su un diverso piano di si$ni%icao+ cambiando le re$ole si FcreaG un nuovo lin$ua$$io,
compleamene diverso dal primo. ,ueso nuovo piano di si$ni%icao non por" comunicare con
#uello conven!ionale, per il #uale avevamo acceao cere re$ole, ma non per #ueso si pu dire che
FconraddiceG o Fne$aG il lin$ua$$io sesso. Il se$no proposi!ionale perci non ha mai un
si$ni%icao universale, ma alres?, come si viso, puramene conven!ionale, e ad o$ni lin$ua$$io
cos? accordaa una possibili" di si$ni%icao all&inerno dello spa!io lo$ico.
2econdo #uano asserio, il se$no rappresenta la real" nella proposi!ione. 5os? %acendo,
esprime #ualcosa che prima era solo nel pensiero+ il lin$ua$$io #uindi il me!!o d&espressione del
pensiero, il suo FveicoloG. 3ensiero e lin$ua$$io sono conceualmene diversi, ma
indissolubilmene le$ai l&uno all&alro. 5os? non pu esisere un pensiero che non possa essere
espresso, e o$ni parola deriva ceramene da un %ondameno co$niivo
;
.
Dicendo invece, come abbiamo %ao, che il se$no rappresenane del reale, non si$ni%ica che
io possa a%%ermare che cosa una parola realmene sia, ma solo come essa sia. -4li o$$ei possono
solo essere nominai/
:
+ e #ueso perch* il lin$ua$$io pu solo descrivere la real", non penetrarla. Il
senso di un %ao, e #uindi di un se$no proposi!ionale, non pu essere detto, ma solo mostrato, deve
essere cio compreso ramie la sua applica!ione. Il se$no in%ai ha un suo senso solo se uile, se
pu essere applicao in una proposi!ione lo$ica. -Un se$no inuile privo di si$ni%icao/
1H
, non
necessario, e o$ni cosa in lo$ica, per avere validi", dev&essere necessaria. 'a lo$ica dev&essere uno
srumeno uile per la conoscen!a della real", la #uale invece conin$ene, in #uano $overnaa
dalle le$$i del caso e dell&accadere.
In #uano %un!ionale alla propria uili", e ri%erenesi sempre ad alro, mai a se sessa, la lo$ica
non pu parlare di s*, pu solo mosrarsi. Non possibile dire lo spa!io lo$ico, ma solo ci che in
esso incluso, ci che rienra nei suoi limii, e non i suoi limii. In%ai il lin$ua$$io lo$ico inende
$i" uo ci che in esso conenuo, perch*, come ormai dovrebbe risulare evidene, nulla pu
essere deo che non sia lo$ico.
; 5%r. 8ENN9 1:;<, pp. 1CAI1CC.
: ). T'3 =.111.
1H ). T'3 =.=1;.
3
Da uo ci si comincia a capire che il lin$ua$$io cosiuisce non solo i propri limii, ma i limii
del pensiero in $enerale, e che #uesi limii coincidono, come verr" ora dimosrao, con l&Io sesso.
=. I' 2O'I32I2@O E '&IO @ET0JI2I5O
2i deo che cambiare le re$ole del lin$ua$$io non vuol dire ne$arlo, ma sposarsi su un di%%erene
piano di si$ni%icao. Ora, se un nuovo lin$ua$$io capace di dare un nuovo si$ni%icao, vuol dire
che dando le$$i arbirarie al mio lin$ua$$io posso dare un nuovo senso al mondo. F5reareG un
lin$ua$$io allora FcreareG un mondo doao del si$ni%icao che noi $li abbiamo aribuio, e dare
un proprio senso al lin$ua$$io dare un proprio senso al mondo. Tuo ci che diciamo allora
un&inerprea!ione del mondo, che sen!a il so$$eo che inerprea non esiserebbe+ in%ai il
so$$eo sesso a dare un senso al mondo, ramie il proprio lin$ua$$io.
Dao che non pu esisere un mondo se non all&inerno dello spa!io lo$ico di chi lo inerprea e
inera$isce con esso, -i limii del mio lin$ua$$io si$ni%icano i limii del mio mondo/
11
. Ne conse$ue
che il so$$eo, dando un senso al mondo e poendo pensare e dire uo ci che possibile accada,
%a del mondo il proprio spa!io lo$ico, e lo rende #uindi il suo mondo. 5i che compreso
all&inerno dello spa!io lo$ico invero la oali" dei %ai, che appuno il mondo.
2abilio che i limii della lo$ica sono limii del mondo, che il mondo del so$$eo che lo
inerprea, e che la lo$ica permea uo il mondo, il mondo e la via divenano la sessa cosa, e il
so$$eo arriva cos? a ideni%icarsi direamene con la propria visione, col proprio pensiero, e #uindi
con il proprio mondo.
@a proprio perch* lo inerprea, e inerpreandolo pone i suoi limii, il so$$eo non parte del
mondo, ma dev&essere in #ualche modo all&eserno di esso. Eiso$na ricordare in%ai che il so$$eo
non pu essere all&inerno del proprio spa!io lo$ico, perch* si$ni%icherebbe che il pensiero possa
pensare se sesso, e si deo che #ueso non possibile. Il so$$eo sesso dun#ue un limie del
mondo.
3er spie$are me$lio #ueso conceo, )i$ensein inroduce una mea%ora, meendo a para$one
lo spa!io lo$ico col campo visivo. '&occhio in%ai come il so$$eo, il #uale vede uo ci che
ricade nel suo campo visivo, e solo ci che al suo inerno, non poendo vedere i limii della sua
visione, ma solo Fco$lierneG l&esisen!a. '&occhio medesimo per non vede se sesso, e non #uindi
compreso nel campo visivo, ma alres? un suo limie+ allo sesso modo il so$$eo limie del
proprio spa!io lo$ico, e #uindi del mondo. Inolre, -nulla nel campo visivo %a concludere che esso
11 ). T'3 A.>.
4
sia viso da un occhio/
11
, e ci si ri%erisce al %ao che nulla di ci che nel mondo vediamo
necessario, ma sempre conin$ene. ,uello che diciamo e pensiamo, in%ai, pu anche essere
alrimeni, e -nessuna pare della nosra esperien!a a priori/
1=
.
5he il mondo e la via siano una cosa sola, e che coincidano con il so$$eo, o l&Io, esaamene
ci che pro%essa il solipsismo. '&Io solo al mondo, perch* solo $ra!ie all&Io il mondo esise, e solo
araverso il pensiero il mondo pu essere concepio.
@a #uello che #ui )i$ensein vuole soolineare che, poich* il pensiero comprende uo il
reale e poich* l&Io uo il reale, il solipsismo porao a #uesa esrema conse$uen!a coincide col
piB puro realismo. '&Io il cenro viale da cui uo viene osservao, e proprio #uesa osserva!ione
FcreaG la real", che per #ueso come noi la vediamo, sebbene porebbe essere un&alra cosa
#ualora immeessimo in essa un senso di%%erene.
,ueso Io di cui siamo parlando, in de%iniiva, non pu #uindi essere che un Io metafisico, che
in #uano ale non pare della real", e non rappresena il so$$eo concreo, l&uomo o il suo corpo
o la sua anima, bens? un limie inesprimibile del mondo.
0rrivai a #ueso puno si pu noare, all&inerno della #uesione sul limie, l&in%luen!a di un
imporane %iloso%o, il cui pensiero era per l&auore moivo di $rande %ascino e ineresse, 0rhur
2chopenhauer. 2e si ri%ormula il conceo del mondo come risulao dell&Io inerpreane, in%ai, si
pu noare il suo accosameno all&idea schopenhaueriana del mondo come rappresena!ione.
2arebbe uavia sba$liao ideni%icare le due eorie, perch* al di l" di #ueso aspeo esse prendono
dire!ioni compleamene oppose. Nel Tractatus, sebbene il mondo riceva il suo senso dall&Io, il
reale rimane conin$ene, indipendene dalla volon" del so$$eo+ #ueso in #uano il so$$eo
disaccao dal reale, e, come deo sopra, non c& nessuna connessione necessaria n* apriorisica che
lo le$a ad esso. Nel pensiero di 2chopenhauer invece la real" %enomenica mani%esa!ione della
volon", e #uindi real" e so$$eo sono inimamene e indissolubilmene colle$ai+ la posi!ione
(i$enseiniana dun#ue si dipare da essa per il conceo di Fsoliudine dell&IoG, cio per #uel
disacco che pone l&Io al di fuori della real"
1<
.
Il problema del limie apre le pore ad un problema ancor piB vaso, che #uello di sapere che
cosa c& al di l" di esso, #uello a cui %ino ad ora ci siamo ri%erii come l& inesprimibile. Essendo i
limii del pensiero anche limii del mondo, #uello che sa al di %uori dello spa!io lo$ico non solo
non dicibile, ma non neanche pensabile, e pu essere solo FcoloGD #uello che )i$ensein
11 ). T'3 A.>==.
1= ). T'3 A.>=<.
1< 5%r. 0N25O@EE 1:>>, p. 1AA.
5
chiama il mistico. Il misico -non come il mondo, ma che /
1A
. ,ueso si$ni%ica che il
senimeno sesso del limie %a scaurire il senimeno del misico, in #uano la lo$ica non
comprende se sessa, come nel campo visivo non possiamo vedere il nosro occhio, che uavia lo
$enera. 3ercepire il limie allora percepire che c& #ualcosa che lo rascende, il #uale non
possiamo pensarlo, e su cui non possiamo #uindi chiederci nulla, n* ano meno %ormulare una
risposa a una domanda che non pu essere espressa. Non esisono di conse$uen!a n* il dubbio n* il
misero, in #uano non sono pensabili, e non %anno perci pare del mondo.
2e per il mondo conin$ene, il senso che ci immeiamo sempre so$$eivo e il lin$ua$$io
soos" sempre a re$ole conven!ionali, il vero senso della real" deve sare al di %uori della real"
sessa, nel misico. 2i chiarisce adesso perch* la volon" non pu in%luire sul mondo. Non esisono
valori universali all&inerno dello spa!io lo$ico, e mancando un senso o$$eivo delle proposi!ioni, il
lin$ua$$io, in conclusione, non esprime nulla.
,uesa la ra$ione per cui o$ni ipoesi mea%isica sulla morale, la reli$ione o l&essere per se
sessa insensaa, non ha %ondameno lo$ico, e non pu per #ueso rienrare nel campo del sapere
umano. 0d essa pu essere solo dedicaa una s%era misica, di cui non si pu dire e pensare nulla,
ma che si Fco$lieG nel momeno in cui Fco$liamoG #uella sessa impossibili" di dirla e pensarla,
che la limiae!!a del nosro pensiero.
<. 5ON5'U2IONE
,uello che )i$ensein comunica al leore $iuno all&ulima delle sue proposi!ioni dun#ue che
niene di e%%eivo pu essere deo sul lin$ua$$io, sul pensiero, sul mondo e su noi sessi. Tuo ci
che ha un senso vero appariene a una dimensione di cui possiamo solo avverire la presen!a, $ra!ie
alla consapevole!!a della nosra impossibili" di inda$arla+ possiamo conoscere solo l&uso che
%acciamo dei nosri srumeni conceuali, il loro %un!ionameno, ci che nello spa!io lo$ico
inerpreiamo. 'a conoscen!a so$$eivi", e uo #uello che %acciamo non alera se non il nostro
mondo, che noi sessi abbiamo creao, e che con noi sessi coincide.
3er #uesa ra$ione l&auore esora a non %ermarsi dove la sua opera si conclude. O$ni persona
cosiuisce se sesso araverso i valori che aribuisce alla real", modellandola su se sesso,
rovando la sua propria eica, le sue creden!e e le sue veri", enendo bene in mene che ali valori
val$ono solo nella sua real", e che non por" mai $iun$ere a una posi!ione o$$eiva e universale.
Il Tractatus divena allora uno srumeno, che alla %ine non ha, per chi l&ha ben compreso, deo
1A ). T'3 >.<<.
6
nulla, in #uano nulla di vero pu rasmeere il lin$ua$$io. 2olo chi in $rado, una vola
FassimilaeG le see proposi!ioni, di andare olre, di superarle, -vede reamene il mondo/
1>
.
'&opera saa criicaa e accusaa di incomplee!!a da moli, compreso )i$ensein sesso, nel
secondo periodo della sua via. 'a criica ma$$iore vere sul %ao che il Tractatus resa, anche nelle
sue ulime conclusioni, puramene eorico, e che non si sia dedicao anche a una eoria dell&a!ione,
che possa rendere in #ualche modo produiva l&aivi" chiari%icarice della %iloso%ia. 5os? la lo$ica
non in%luisce propriamene sulle cose, il so$$eo non a$isce sul reale, ma lo comprende solano
secondo il proprio pensiero.
,uese proposi!ioni vole a mosrare i limii del pensiero e dell&uomo non sono perci eseni
esse sesse, com& coerene con il loro conenuo, da %ori limia!ioni. '&auore ha mosrao come
non solo le proposi!ioni eseni da ceri presupposi lo$ici sono desinae a non dire nulla, ma
nemmeno ci che lo$ico pu in%ine %ondare #ualcosa che ui possano riconoscere come
irre%uabilmene vero. E proprio in #ueso sa il suo merio, di non aver scarao le alre veri" per
enunciarne una propria, che %osse valida al poso di ue le alre, perch* #ueso avrebbe reso la sua
opera una $rande conraddi!ione. )i$ensein riuscio invece a dimosrare l&impeccabile lo$ica
delle sue proposi!ioni sen!a spor$ersi al di l" di esse, e arrivando #uindi a riconoscere, olre ai
limii del pensiero sesso, anche i limii del suo stesso pensiero.
1> ). T'3 >.A<.
7
BIBLIOGRAFIA DI LAVORO
1. FONTI
1.1 Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein
1.1.1 Traduzione di riferimento
)i$ensein, 'ud(i$, Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916 a cura di 0medeo 4.
5one, TorinoD 4iulio Einaudi ediore, 1:><.
1.1.2 Traduzione di onfronto
)i$ensein, 'ud(i$, Tractatus logico-philosophicus a cura di 5. 8. O$den, U20D Dover
publicaions, 1:::.
2. !T"DI
8ENN9 1:;< 0nhonK L. 3. 8ennK, Wittgenstein, TorinoD Ediore Eorin$hieri, 1:;<.
0N25O@EE 1:>> 4. E. @. 0nscombe, ntroduzione al Tractatus di Wittgenstein, RomaD
Ubaldini Ediore, 1:>>.
8

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