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martedì 1 maggio 2007

ATTUALITÀ
IL PM: OMICIDIO VOLONTARIO. LEI SI DIFENDE: È STATO UN INCIDENTE. INDAGATA ANCHE
LA MINORENNE

Delitto nel metrò, la romena arrestata sei mesi fa


ROMA. «Non volevo uccidere». Interrogata dal procuratore ag-

giunto Italo Ormanni e dal pm Sergio Colaiocco, Doina Matei (nella foto con
l'ombrello in mano), 22 anni, responsabile della morte di Vanessa Russo nella
metropolitana di Roma, ha sostenuto con forza la tesi dell'incidente. Tutto
sarebbe nato - secondo il suo racconto - da una spinta involontaria alla ragazza
che forse ha temuto di essere vittima di un borseggio. Per la difesa, i fatti
dimostrerebbero la non volontarietà dell'omicidio, ma chi indaga è di parere
opposto, confortato dalle testimonianze di chi ha assistito alla scena: quella
della giovane è stata una reazione «voluta, sproporzionata ai fatti - hanno detto
Ormanni e Colaiocco in una conferenza stampa -, di una persona instabile che ha
agito con impeto e forza, come risulta dall'esame autoptico». Doina Matei da ieri
è dunque rinchiusa nel carcere di Rebibbia con l'accusa di omicidio volontario
aggravato dai futili mo-

tivi: oggi si terrà l'interrogatorio davanti al gip Maurizio Silvestri per la


convalida del fermo. Già nel novembre del 2006, la ragazza (madre di due figli
piccoli in Romania) era stata arrestata per violazione delle norme in materia di
immigrazione clandestina e raggiunta da un provvedimento di espulsione perché le
era scaduto il permesso di soggiorno valido un anno per motivi di salute. Da
gennaio, però, da quando cioé la Romania è entrata a far parte della Comunità
europea, l'indagata ha fatto più volte ingresso nel nostro Paese dove vive la
madre. Indagata anche la minorenne. L'iscrizione nel registro degli indagati di
C.I. - 17 anni ma sarà sottoposta ad esame per avere certezze sull'età - è
scattata alla fine dell'interrogatorio avvenuto nel carcere dei minori di via dei
Bresciani. «È indagata anche lei per concorso in omicidio, ha dato la sua versione
dei fatti, prevedibile, e cioè che non avevano alcuna intenzione di cagionare
quello che è suc-

cesso», ha detto l'avvocato Carlo Testa Piccolomini, difensore di entrambe le


ragazze. «Non sarebbe vero che la minore ha cercato di fermare l'amica. Piuttosto
è successo tutto in pochissimo tempo - ha aggiunto l'avvocato - non si sono rese
assolutamente conto. Lei ha assistito passivamente ai fatti. Il motivo scatenante
è stata una spinta causata da una frenata brusca del mezzo». In carcere è finito
invece l'uomo che aveva dato ospitalità alle due romene: si chiama Ramon Marcelo
Tinaglia, argentino di 49 anni, operaio. È accusato di favoreggiamento personale.
«Non conoscevo quelle due ragazze e non sapevo di avere in casa le persone che
erano ricercate in tutta Italia da carabinieri e polizia», ha detto l'uomo.
Tinaglia ha incontrato ieri il suo avvocato Gilberto Ferrari, nel carcere di
Camerino, e ha fornito la sua versione dei fatti. Intanto la madre di Vanessa non
vuol sentir parlare di perdono e aggiunge: «Dategli l'ergastolo».

CASO SCARAMELLA

| A Napoli l'agente speciale incaricato di organizzare l'attentato doveva fare


rapporto ad un ufficiale dell'intelligence russa
nel precedente messaggio). Scaramella ha appena il tempo di leggerla, stamparla e
recarsi ancora più preoccupato e molto nervoso all'incontro con il defezionista
dell'Fsb. Le informazioni, infatti, sono talmente precise fin nel dettaglio da
provocargli quasi la sensazione fisica di un pericolo imminente. Limarev scrive
che «il nome dell'ufficiale dell'Svr» citato in precedenza «è Vlasov Igor
Anatolyevitch». Si tratta di «un agente operativo spetsnaz (seal) addestrato a
Balashiha2», il centro speciale di addestramento del Kgb dove Limarev afferma di
avere svolto attività giungere in Italia più o meno nello stesso periodo (nella
seconda metà di ottobre 2006)». Il quadro descritto da Limarev appare ancora più
preoccupante alla luce del fatto che appena due settimane prima, in provincia di
Teramo, la polizia ha arrestato alcuni ucraini mentre trasportavano a bordo di un
furgone due granate da lancio che dovevano servire per un presunto attentato
contro Scaramella e Guzzanti. Il napoletano è seriamente allarmato, impaurito, ed
è con questo stato d'animo che incontra Litvinenko. E ciò spiega perché prima di
morire il defezionista russo disse di aver trovato uno Scaramella particolarmente
ansioso. La descrizione di Vlasov ad opera di Limarev è precisa: «Oggi dovrebbe
avere circa 46 anni con capelli neri (leggermente brizzolati), magro ma muscoloso,
alto circa 1,85, leggermente zoppo alla gamba destra. Parla bene l'inglese e il
portoghese, è un maestro di judo». Ma Vlasov «è conosciuto anche come boss di
diversi criminali e killer di professione nell'area di San Pietroburgo». Limarev
giudica «molto improbabile che egli possa agire in prima persona (per esempio, nel
tentativo di assassinare)», ma è «un perfetto coordinatore di ogni genere di
"operazioni speciali"». Vlasov «può viaggiare sotto nome o passaporto falso»,
forse lettone, ma «potrebbe arrivare in Italia in macchina, da Nizza (Francia)».
Vlasov non agisce da solo, ma «quasi certamente dovrebbe fare rapporto a Ubilava a
Mosca», probabilmente tramite posta elettronica. Limarev si riferisce al
colonnello dell'Svr Anatoly Alexandrovitch Ubilava, che ha prestato servizio per
molti anni al Primo Direttorato Centrale "S" (quello che si occupava degli agenti
illegali) del Kgb, già citato dal russo nel documento di 18 pagine del settembre
del 2006. Ubilava, in questo lungo report di Limarev, viene messo in contatto con
la fondazione di veterani d'intelligence e del servizio diplomatico russo Dignità
e onore del colonnello Valentin Velichko, per la quale Ubilava (in pensione, ma
lasciato sul libro paga dell'Svr come "ufficiale della riserva") continuerebbe
sempre secondo Limarev - a gestire una serie di programmi scelti. C'è dunque un
filo conduttore che lega quel rapporto confidenziale preparato da Limarev e le due
email fatte esaminare da Scaramella a Litvinenko il giorno in cui l'ex ufficiale
dell'Fsb viene contaminato con una dose di polonio 210. (17/Continua)

Limarev: da Mosca l'ordine di agire


VINCENZO NARDIELLO GIAN PAOLO PELIZZARO
ROMA. È il 1° novembre 2006. Dal giorno prima Mario Scaramella è a Londra e nella
sua agenda c'è un incontro con Alexander Litvinenko. L'ex consulente della
commissione Mitrokhin ha portato dall'Italia l'email inviatagli il 30 ottobre da
una delle sue fonti russe, Evgueni Limarev, contenente informazioni allarmanti per
la sicurezza sua e dell'ex presidente della Mitrokhin, Paolo Guzzanti. In quel
messaggio di posta elettronica, tra le altre cose, Limarev fa riferimento ad un
agente speciale della Marina Il consulente napoletano scaricò Russa (spetsnaz) in
missione a Napoli per una ricognizione fi- la seconda email inviatagli dalla sua
nalizzata ad una «operazione fonte russa poco prima di incontrare speciale» contro
gli stessi Scaramella e Guzzanti, senza tut- Litvinenko a Piccadilly Circus tavia
specificarne il nome. Ce n'è abbastanza per essere allarmati. Ma di interprete e
insegnante di lingue prima di non basta. Il 1° novembre, pochi minuti pri-
lasciare la Russia. Secondo il russo, Vlasov sarebbe «apparenma di incontrare
Litvinenko a Piccadilly Circus, il napoletano si reca in un internet point temente
in pensione», e «capo di un gruppo nel centro di Londra gestito da cinesi in War-
di istruttori a Balashiha-2, specializzati nella dour Street e scarica un'altra
email datata 31 preparazione di operazioni eversive coperte ottobre (annunciatagli
dallo stesso Limarev (l'ho visto personalmente nel 1990, ma non
credo di poterlo riconoscere ora)». Limarev è prodigo di particolari, aggiungendo
che «le mie fonti mi suggeriscono che Vlasov è in "missione di ricognizione" a
Napoli - preparando il terreno per qualche tipo di azione», sottolineando che «non
è previsto che prenda contatto con gli agenti locali dell'Svr (il Servizio di
spionaggio all'estero, ndr) - ma potrebbe essere in contatto con altri che
p
potrebbero

V
VALLETTOPOLI

| Il fotografo dei vip: quando esco dalla cella voglio fare uno scoop su Woodcock
stato duro da subito. Appena arrivato, controlli sugli avvocati che accedono
Corona si è lamentato delle condizio- al carcere) e il litigio a San Vittore con
ni fatiscenti della cella di San Vittore, Giuseppe Aronna, il dentista dei vip
perché lo sciacquone del bagno face- suo (ex) amico, arrestato nei giorni va
rumore, i vetri alle finestre erano scorsi per un'altra vicenda giudiziaria, rotti
e così anche la tv. La sua cella sin- sono poi altri due episodi che avrebgola al
sesto raggio è stata imbianca- bero innervosito ulteriormente Corota ma,
nonostante questo, con il pas- na. Proteste e invettive contro il persare dei
giorni è stato un crescendo di sonale penitenziario alla fine gli sono irritazione
e nervosismo. Il palestrato costate un rapporto disciplinare. Ora fotografo ha
chiesto di fare attività fi- rischia una sanzione che può andare sica quotidiana
anche in carcere e gli da una lieve ammonizione fino all'isosono state accordate
due Il marito di Nina Moric finisce sotore al giorno di palestra. Trop- to
procedimento disciplinare nel carcepo poche: Core di San Vittore e lamenta:
«Voglio fare rona ha continuato a la- più palestra, ho perso la forma fisica»
mentarsi di aver perso la forma fisica di un tempo lamento per un massimo di 15
giorni. Convocato dal consiglio di amminie di essere dimagrito di nove chili. Il
tentativo fallito di avere una mac- strazione del carcere, anche in quelchina
fotografica in carcere (l'episodio l'occasione Corona ha manifestato un ha poi
determinato l'inasprimento dei forte nervosismo.
d

MILANO. «Quando uscirò dal carcere farò subito due scoop. Il primo: le fotografie
dell'incontro tra me e mia moglie Nina Moric. Il secondo: fotografare Woodcock» Lo
ha anticipato Fabrizio Corona (nella foto con la moglie Nina Moric), l'uomo-chiave
dello scandalo Vallettopoli, nell'intervista esclusiva pubblicata da "Chi" nel
numero in edicola da questa mattina. Corona, recluso dal 13 aprile a Milano dopo
un mese di detenzione a Potenza, ammette: «I soldi mi hanno fatto perdere la
testa. Per me lavoro e soldi erano come una droga: più ne guadagnavo, più ne
volevo. Ora l'ho capito veramente: i soldi non fanno la felicità». A proposito del
suo discusso rapporto con l'agente dei divi Lele Mora, Corona ha poi aggiunto:
«Mora è stata un persona importante nella mia vita. Lui per me è come un secondo
padre e io per lui sono come un figlio. Tutto qui. Non siamo mai stati amanti e
mai lo saremo. Io non sono bisex». La bella vi-
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Corona: «I soldi sono una droga» Rignano, si cerca la casa dei pedofili
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VITERBO.

NOTIZIE IN BREVE
N

Continuano senza sosta, a Rignano Flaminio, le ricerche di una seconda abitazione


nella quale 15 bambini della materna sarebbero stati condotti per eseguire i
"giochi" da cui è scaturita l'accusa di pedofilia a carico di tre maestre e di una
bidella della scuola. I carabinieri, in particolare, stanno cercando un villino
che, stando ai racconti degli stessi bambini, dovrebbe essere raggiungibile dalla
scuola in 3-5 minuti. Intanto, gli specialisti del Ris continuano ad esaminare il
materiale sequestrato.
m
ta tra lusso e modelle è sempre più un lontano ricordo per Fabrizio Corona, che
mal sopporta le regole del carcere. A tal punto che il fotografo dei vip è finito
sotto procedimento disciplinare nel carcere di San Vittore, a Milano. Qui è stato
trasferito il 14 aprile, dopo aver passato i suoi primi 33 giorni di detenzione a
Potenza. L'impatto con l'antico penitenziario milanese è
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Vibo, cade un velivolo: due feriti


VIBO VALENTIA. Non potendo più partecipare al raduno "Air Show" di Scalea, sospeso
dopo l'incidente dell'altroieri nel quale erano morti due piloti campani di un
ultraleggero, due coniugi austriaci, E.R., di 60 anni, e la moglie, H.L., 46 anni,
hanno deciso di fare una escursione con il loro velivolo che è però precipitato
nei pressi del campo di volo di Rombiolo, nel vibonese. I due coniugi, rimasti
feriti, ieri hanno partecipato alla manifestazione e, secondo quanto si è appreso,
erano rimasti particolarmente colpiti dalla morte di Maurizio De Stasi, di 64
anni, e del figlio Vittorio, 32 anni.
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VERTICE SULLA SICCITÀ


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I DATI ISTAT: UNO SU 5 HA PIÙ DI 60 ANNI, IN CALO ANCHE I 14ENNI

«Acqua, adesso si dimezzino tutti i consumi»


R
ROMA.

Italiani a 60 milioni e sempre più vecchi Kansas, strage al market: 4 morti


Immigrati in tre anni aumentati del 72%
KANSAS CITY. Alla guida dell'auto di un'anziana pensio-
K

«Avremo delle riunioni nei prossimi giorni: dobbiamo dimezzare l'uso dell'acqua».
Lo annuncia il presidente del Consiglio, Romano Prodi nel giorno in cui si svolge
una riunione tecnica alla protezione civile per affrontare il tema siccità. «C'è
un piano, stiamo lavorando a questo piano», spiega al termine della riunione
l'amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, a proposito del rischio
blackout a causa dell'emergenza siccità. Il responsabile della Protezione civile,
Guido Bertolaso, riferirà domani a Prodi. Nella riunione è stato fatto il punto
sulla situazione e l'esame del bilancio idrico, cioè quanta acqua abbiamo. Intanto
i climatologi prevedono che quella che ci aspetta sarà un'estate lunga ma con
temperature non eccezionali.
t

ROMA. Complessivamente, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2003 e il 1°


gennaio 2006 il numero di stranieri residenti in Italia è aumentato del 72%.
Inoltre un italiano su cinque ha più di 60 anni, mentre i giovani sotto i 14 anni
sono sempre meno. Le stime dell'Istat sulla popolazione residente al primo gennaio
2006 non lasciano dubbi: l'Italia invecchia sempre di più e gli immigrati
aumentano. Il sfiora quota 59 milioni solo grazie all'immigrazione. Rispetto
all'anno precedente, gli stranieri iscritti in anagrafe sono aumentati dell'11%,
superando i due milioni e 670mila. Tratto fondamentale del popolo italiano resta
però l'età avanzata. Al 1° gennaio 2006 la popolazione di 65 anni e più, ammontava
al 19,7% (quasi uno su cinque) contro il 18,7% del 1° gennaio 2002. È aumentata
a
analoga-

mente, anche la popolazione over80 che incide per il 5,1% del totale, ossia un
residente su 20. L'invecchiamento è un processo demografico allargato a tutte le
aree del Paese, anche se il fenomeno è particolarmente avanzato nel centro-nord.
Gli uomini continuano a posticipare la data delle nozze: nella fascia tra i 16-39
anni, la tendenza è evidente. Si spo-
a

sa un italiano su due ma, in quattro anni, la popolazione coniugata è diminuita


dello 0,5% a vantaggio di quella celibe o divorziata. Gli uomini hanno una
spiccata propensione a contrarre seconde nozze: lo dimostrano i numeri. Contro un
1,7% di divorziati maschi, le femmine sono solo 1,2%. Come detto aumentano gli
anziani e diminuiscono i ragazzi. La popolazione dei giovani fino a 14 anni è
scesa nel 2006 al 14,1% del totale, contro il 22,6% del 1980. Conseguentemente, è
aumentato il rapporto tra anziani e giovani, passato dal 58% del 1980 al 140% del
2006. Il quadro tracciato dall'Istat conferma il dato ben noto della preponderanza
femminile della popolazione con un saldo attivo per il gentil sesso di quasi un
milione e 700.000 unità rispetto ai residenti maschi.
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nata che con ogni probabilità aveva ucciso poco prima, un uomo ha aperto il fuoco
con un fucile nel parcheggio di un affollatissimo centro commerciale di Kansas
City, nel Missouri, uccidendo due persone sedute in auto e ferendone altre due,
poi è entrato all'interno sparando ancora prima di essere a sua volta abbattuto
dagli agenti di polizia (nella foto il luogo della sparatoria). L'uomo, di cui non
si conosce ancora l'identità, sui 50 anni, sarebbe arrivato al centro commerciale
per sparare alla gente, anche se, ha aggiunto un esponente della polizia, «non
sappiamo ancora se abbia sparato a caso o meno».
s

Treviso, muore bruciata in auto


Le urla disperate della vittima, l'estremo tentativo di aiuto, il fuoco che
impedisce tutto e divora l'automobile: sono i fotogrammi di un drammatico
incidente avvenuto ieri nel trevigiano dove una donna di 51 anni, Nadia Barbazza,
è morta carbonizzata nonostante il coraggioso tentativo di due coniugi di
sottrarla alle fiamme. Una fine atroce quella dell'automobilista, a cui la donna
che si è lanciata per soccorrerla ha dovuto assistere in pratica impotente. I
soccorritori non si sono potuti avvicinare all'auto, per la donna non c'è stato
nulla da fare.
T
TREVISO.

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