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Jos Luis Villacaas

TEOLOGIA ECONOMICA
ANALISI CRITICA DI UNA CATEGORIA

Economic Theology. Critical Analysis of a Category


The essay analyzes the category of economic theology moving from the polemics concerning that of political theology. According to Giorgio Agamben, the genealogy of economic theology is bounded to the dogma of the Trinity. It will be shown that this interpretation is based on a conception of the Trinity derived from Heidegger, which impedes a genealogy of the pastoral government. A genealogy both of neoliberal and of pastoral government is therefore impossible due to the concept of retroaction and signature. Moving from this critical analysis, the essay will propose to reconsider economic theology through a history of the concept. Keywords: economic theology, political theology, Giorgio Agamben, history of concept

Questo saggio prende le mosse da unanalisi della categoria di teologia economica a partire dalla polemica attorno a quella di teologia politica (1). Secondo Giorgio Agamben, la genealogia della teologia economica legata al dogma della Trinit. Si mostrer quindi che, per rendere accettabile questa tesi, egli ha bisogno di uninterpretazione heideggeriana della Trinit (2), che a sua volta gli impedisce di realizzare una genealogia del governo pastorale (3). Realizzare una genealogia tanto del governo neoliberale quanto di quello pastorale, come Agamben intende fare in Il regno e la gloria, non quindi possibile a causa di una difcolt metodologica che ha a che vedere con i concetti di retroazione e di segnatura (4, 5). Questo percorso analitico consentir di riettere sulla legittimit della teologia economica e di proporre unoperazione alternativa che chiamo storia del concetto. Proprio la critica ad Agamben fa da premessa al mio Deicatio e imperio. Sobre la genealoga de la divisin de poderes, in corso di stampa presso lUniversit di Salamanca.
Jos Luis Villacaas, Departamento de Historia de la Filosofa, Universidad Complutense de Madrid, Ciudad Universitaria, 28040, Madrid (Espaa) jlvillac@los.ucm.es Questo lavoro parte del progetto di ricerca Biblioteca Saavedra Fajardo IV. Ideas que cruzan el Atlntico: formacin del espacio intelectual latinoamericano, FII2012 /36052.
FILOSOFIA POLITICA 3/2013, pp. 409-430 ISSN 0394-7297 Societ editrice Il Mulino

Jos Luis Villacaas

1. La genealogia di una genealogia


Quando sembrava compiuto il congedo dalla teologia politica1, si posto il problema della teologia economica. Si tratta di un esito imprevisto nella polemica attorno alla teologia politica. Carl Schmitt pensava che la deteologizzazione implicasse una depoliticizzazione2. Ovviamente, Schmitt identicava il nemico con Hans Blumenberg, una controgura completamente deteologizzata3 che per il giurista convergeva con il trionfo del liberalismo. Schmitt, per, non poteva comprendere che quella depoliticizzazione potesse dare luogo a una nuova teologizzazione. Egli pensava che la ne della teologia fosse simultanea a quella della politica e che, con essa, si sarebbe prodotta quella che in seguito avrebbe preso il nome di post-modernit, qualcosa che con sagacia egli stato in grado di riconoscere nella modernit descritta da Blumenberg4. Al posto della teologia dovevano regnare una mondanit e unumanit pure. Per Schmitt era impensabile che una nuova teologia potesse sorgere dalla pura immanenza, dal riuto del concetto di nemico, dal motto stat pro ratione libertas et novitas pro libertate5, dalla libert di valorizzazione nel consumo libero che prendevano piede. Ci stato possibile per via della scomparsa del politico di fronte allamministrativo avviata negli anni 80 del Novecento dagli interventi di Jean Luc Nancy e Lacoue-Labarthe6. Sappiamo che questa svolta stata ispirata da Heidegger e non da Schmitt, che non a caso era il suo rivale teorico. Questo
1 C. Schmitt, Teologia politica 2: la leggenda della liquidazione di ogni teologia politica, Milano, Giuffr, 1992. 2 Ivi, p. 97: La deteologizzazione contiene in tal modo una depoliticizzazione nel senso che il mondo cessa di essere politomorfo. Con ci cessa anche la distinzione fra amico e nemico come criterio del politico. 3 Ivi, p. 101: La questione principale che per me risulta dal politico riguarda la realt di un nemico la cui reale possibilit io pure riconosco ancora in unimmagine speculare completamente deteologizzata. 4 Ivi, p. 102: C solo ancora un novum; vengono a mancare tutte le deteologizzazioni, depolitizzazioni, degiuridicazioni, deideologizzazioni, destoricizzazioni e le ultime due serie di espressioni con de- nel senso di una tabula rasa. importante sottolineare che, prima che si congurasse questo scenario, la decostruzione aveva una funzione di katechontos: manteneva ancora un contatto con ci che avrebbe dovuto decostruire. Schmitt ha intravisto il compimento di questo processo, che metteva a nudo il vuoto della novit. In questo senso, laffermazione secondo la quale la decostruzione un lavoro innito unaltra forma di teologia, quella negativa. Ovviamente, Schmitt faceva riferimento a H. Blumenberg, La legittimit dellet moderna, Genova, Marietti, 1992; nelledizione denitiva di questopera, Blumenberg aggiunse i suoi commenti a questa polemica, ancora viva in Elaborazione del mito, Bologna, Il Mulino, 1991; cfr. H. Blumenberg C. Schmitt, Briefwechsel, Frankfurt, Suhrkamp, 2007. 5 C. Schmitt, Teologia politica 2, cit., p. 103. 6 Cfr. P. Lacoue-Labarthe J.-L. Nancy, Ouverture, in Rejouer le politique. Travaux du Centre de recherches philosophiques sur le politique, sous la dir. de P. Lacoue-Labarthe J.-L. Nancy, Paris, 1981, pp. 11-28.

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passaggio ha avuto luogo contemporaneamente alla perdita di rilevanza della sovranit di fronte al governo, il che implicava la scomparsa della politica classica e della losoa politica, aspetto gi annunciato da Hannah Arendt e che fu recepito con entusiasmo dagli allievi sparsi di Louis Althusser, come Jacques Rancire, Claude Lefort e Miguel Abensour7. Questo spiazzamento costituisce il contesto in cui si realizzato il cambio di rotta compiuto da Foucault in Sicurezza, territorio, popolazione e in Nascita della biopolitica8 con lintento di denire il governo neoliberale. Un cambiamento che lo ha portato a trasformare il suo programma scientico generale, che ambiva a diventare una storia del governo come controparte oggettiva di una storia generale del processo di soggettivazione. Solo adesso cominciamo a constatare le differenze tra il governo liberale classico e quello proprio del neoliberalismo. Lopera di Giorgio Agamben, che si dice ispirata a Foucault, cerca di misurarle con precisione attraverso una genealogia del governo economico. Egli pretende cos di superare il misconoscimento foucaultiano delle implicazioni teologiche del termine oikonomia9. Pu essere istruttivo confrontare la teologia economica liberale classica, affrontata da Duncan Foley10, con la trattazione offerta da Agamben dei presupposti teologici del neoliberalismo. Prima di tutto, come avverte Foley, la teologia economica classica per natura critica e umanistica. La teologia entra nelleconomia classica attraverso lantropologia, con argomenti relativi alla natura umana e alla sua razionalit nita, alla differenza radicale tra il soggetto
7 Cfr. N. Hewlett, Badiou, Balibar, Rancire: Rethinking Emancipation, London, Continuum International, 2007; T. May, The Political Thought of Jacques Rancire: Creating Equality, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2008; Id., Contemporary Political Movements and the Thought of Jacques Rancire, Edinburg, Edinburgh University Press, 2010; C. Ruby, Linterruption: Jacques Racire et la politique, Paris, Fabrique, 2009; S.A. Chambers, The Lessons of Rancire, Oxford, Oxford University Press, 2013; B. Flynn, The Philosophy of Claude Lefort: Interpreting the Political, Evanston, Northwestern University Press, 2005; L. Moreu de Bellaing, Claude Lefort et lide de socit dmocratique, Paris, Harmattan, 2011; Critique de la politique. Autour de Miguel Abensour, sous la direction de A. Kupiec E. Tassin, Paris, Sens & Tonka, 2006. 8 M. Foucault, Nascita della biopolitica (1978-1979), Milano, Feltrinelli, 2004. Ho discusso le ambiguit della posizione di Foucault nel mio Die Ambiguitt der Biopolitik: eine weberianische Lektre, in Wissen und Leben Wissen fr das Leben. Herausforderungen einer afrmativen Biopolitik, hrsg. V. Bors, Bielefeld , T ranscript , 2013 (in corso di pubblicazione). Una buona esposizione della tematica in C. Blencowe, Biopolitical Experience: Foucault, Power and Positive Critique, London, Palgrave McMillan, 2012 e G. de Lagasnerie, La dernire leon de Michel Foucault: sur le nolibralisme, la thorie et la politique, Paris, Fayard, 2012. 9 G. Agamben, IlGRegno Ge la Gloria: per una genealogia teologica delleconomia e del governo. Homo sacer, II, Torino, Bollati Boringhieri, 2009, p. 126, dora in poi RG. Questo non signica che non sia utile affrontare il problema della soggettivazione a partire dal problema dellemergenza della teologia cristiana. Cfr. V.N. Anderson, Constructing the Self: Thinking with Paul and Michel Foucault, Tbingen, Mohr Siebeck, 2012. 10 D.K. Foley, Il peccato di Adam. Una guida alla teologia economica, Milano, Scheiwiller, 2008.

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nito e il soggetto divino. Lantropologia che sta alla base delleconomia classica deriva dalla teologia e tratteggia il suo stesso problema: perch Dio non fa niente per evitare il male nel mondo? Si tratta, insomma, di una teologia del governo limitato di Dio nel mondo, che lascia spazio alla libert umana e al suo governo nito. Che Dio non governi il mondo nella sua totalit, che consenta il male, laltra faccia di un capitalismo governato da una mano invisibile che produce tanto cose buone quanto cose cattive. Immagine della creazione, il capitalismo richiede ancora la differenza morale. Lhomo economicus non lessere umano sostanziale. Augurandosi che il suo libro riesca a dimostrare che il ragionamento economico valutativo esattamente quanto lo qualsiasi altro modo di pensare una societ, e che pu dare adito a pericolosi errori di giudizio11, Foley deve quindi approdare sulle coste weberiane. Dietro alluomo economico come idealtipo c sempre alla base il lebendige Menschen con le sue valorazioni12. Questo punto permette di comprendere la tesi weberiana relativa alle sfere dazione, che non sono separate in modo ontologico (come vorrebbe la teoria dei sistemi), ma unite nellessere umano singolare, senza alcuna logica onnicomprensiva. Questo il fondamento della tesi secondo cui ogni azione sociale razionale ha basi specicamente irrazionali, ovvero iscritte nellapparato psichico singolare del soggetto. Il singolare non razionale secondo un parametro esterno a se stesso. Per questo, il governo di s il complemento del liberalismo classico e per questo Foucault non fa altro che spostare il trionfo del neoliberalismo a partire dal katechontos del liberalismo classico e della sua genealogia nel mondo aristocratico greco, passando per Goethe. Qualcosa che il liberale Max Weber sapeva piuttosto bene.

2. Heidegger interprete della Trinit


Questa mi sembra la genealogia minima del problema. Rispetto a essa, laffermazione fondamentale di Agamben che la governamentalit di Foucault sempre economia neoliberale e che questa, a sua volta, sempre teologicamente un tipo di provvidenza. Secondo Agamben, lorigine della teologia neoliberale si trova nella formazione del dogma della Trinit. A partire da questa premessa, egli conclude che leconomia non concerne lordine dellessere perch la provvidenza trinitaria genera solo un potere vicario, unontologia vicaria separata dallessere. Questa limpronta heideggeriana della sua tesi. Il punto di partenza di Agamben che Provvidenza il nome delloikonomia in quanto si presenta come governo del mondo13. La storia della sovranit e lepoca di Schmitt sono parte, per lui, della storia del governo provvidenziale.
Ivi, p. 22. Ho sviluppato questo assunto nel mio Ethos y economa. Weber y Foucault sobre la memoria de Europa, in Damon, 2010, vol. 51, pp. 25-46. 13 RG, p. 127. Governamentale diventa comprensbile solo se lo si situa sullo sfondo economico-teologico della provvidenza (ivi, pp. 127-128).
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Cos, egli sostiene che il concetto di sovrano non procede tanto dai trattati di governo medievali, quanto piuttosto da quelli teologici sulla provvidenza14. La genealogia ricercata da Agamben riguarda il governo degli uomini che attraversa tutta la storia occidentale e la tesi che deve evitare, per quanto triviale, quella liberale classica che gi riteneva il governo illuminato una metafora della provvidenza15. Questa tesi ci farebbe ritornare a Foley e Weber: la critica illuministica alla possibilit di conoscere la provvidenza generale spiega la nozione di mano invisibile e rende necessario contrapporle la provvidenza speciale propria della certitudo salutis dei puritani. Per omnes, la mano invisibile; per singulatim, il governo di s: questo il cosmo liberale classico. Per questo cosmo, larcheologia del governo sarebbe anche nella teologia critica. Il governo del mondo da parte della provvidenza generale resta nascosto e, respinto dalla critica, non pu essere rioccupato dal governo politico. La provvidenza speciale resta ancorata allautoconoscenza del lavoro e al governo di s. Per migliorare la prestazione di Foucault nella denizione del governo neoliberale, Agamben sostiene che, diversamente dal liberalismo classico, il primo riunisce la provvidenza generale e [quella] speciale o, nelle parole di Foucault lomnese ilsingulatim16. Questa la sua proposta, per la verit piuttosto insicura17, di una macchina bipolare18, che determina anche la riunicazione di Foucault e Guy Debords,
14 Queste sono altrettante critiche rivolte a Foucault e al suo passaggio non molto convincente dal governo pastorale al sovrano. Il governo politico non emergerebbe dalla resistenza a quello pastorale, ma dalla secolarizzazione dei concetti di provvidenza (RG, p. 128). 15 Lidea di un trasferimento dalla provvidenza al governo parte dalla popolarit di Seneca nel XVII secolo. Cos, la sua opera tradotta da Jacobus Stolterfoht col titolo Schnes Bchlein von der gttlichen Providentz, Vorsehung und Regierung, Lbeck, Johann Meyer, 1641. In seguito, i trattati con questa doppia nozione di provvidenza e governo sono numerosissimi. Nel Suplementum Codicis Austriachi oder Chronologische Sammlung, Wien, Johann Thomas Edlen, 1777, p. 178, che raccoglie le leggi di Maria Teresa, gi continuo luso di entrambi i termini. 16 RG, p. 130. 17 Agamben mostra insicurezza nel chiedersi se la macchina governativa avr una struttura doppia o tripla: La duplice (o triplice) struttura della macchina governamentale (ivi, p. 155). 18 Il governo possibile solo se Regno e Governo sono correlati in una macchina bipolare (ivi, p. 130). Pi avanti, Agamben sviluppa la teoria della providentia generalis e specialis come se fosse equivalente alla provvidenza kathauto e kata symbebekos. Credo che questo sia uno dei problemi concettuali fondamentali della sua riessione. La provvidenza generale appare come quella propria del Dio che regna e quella speciale come quella propria del governo. In questo modo, la differenza tra le due rende possibile il governo, che quindi un epifenomeno della provvidenza (ivi, p. 134). Pi avanti, Agamben si dedica a unanalisi di Aristotele, Proclo e Boezio. La questione della relazione tra provvidenza e destino, o tra causa prima e cause seconde in Boezio, giunge ad Averro. Questa esplicazione dellordine temporale riunita nella prospettiva della mente divina la provvidenza, mentre la stessa unit disposta ed esplicata nel tempo si chiama fato (ivi, p. 143). Questa impostazione condu ce alla differenza tra la natura naturans e la natura naturata, nella sua relazione con quella

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della soggettivazione e della doxa. Lanalisi di Agamben mostra lintima congiunzione tra luomo economico e la societ dello spettacolo a partire dalle nozioni di desiderio e di Gloria o acclamazione. Economia pi gloria, questa la tesi della doppia struttura della macchina governativa. Il popolo appare come il singulatim amministrato e come lomnes che acclama19. Poich lanalisi della provvidenza generale identicata con lomnes, Agamben costretto a legare governo e provvidenza speciale (qui le analisi di Carl Schmitt in Legalit e legittimit sullordine, il decreto, il mandato, avrebbero la loro efcacia), provvidenza o governance e Gloria. Questa descrizione fenomenologica del presente lo porta a uno sforzo teologico che implica uninterpretazione della Trinit come archetipo del governo neoliberale che riposa sulla lettura di Heidegger. Nella sua interpretazione della Trinit, Agamben lega la provvidenza generale a Dio, allontologia, al Regno, allordinatio, allessere e allauctoritas, mentre riserva la provvidenza speciale alla potest, al governo, alla natura delle cose, allesecuzione, alla prassi, insomma allambito delleconomia. Per spiegare la sfera delleconomia, quindi, egli introduce una scissione in Dio tra essere e prassi che evoca la differenza fondamentale tra Padre e Figlio, re che regna e governante che governa necessaria per considerare la Trinit come pregurazione della macchina di governo neoliberale. In questo modo, si evoca la relazione intratrinitaria fra Padre e Figlio che piuttosto una scissione gnostica. Il punto centrale, per Agamben, che questa relazione tra Padre e Figlio sar vicariale, il che fa del paradigma teologico trinitario larchetipo di ogni governo vicariale. Il Figlio esegue, in quanto potestas ordenata, la potestas absoluta Dei. La prassi si fa strada a partire dallontologia ma senza fondarsi in essa, come prassi anarchica20. Tra la prima e la seconda potest, tra lontologia e la prassi, non c identit sostanziale ma solo vicariato. Non difcile cogliere
tra ordenatio ed esecutio. Questa esecutio una dispositio ordenata, uneconomia. Attraverso complessi passaggi concettuali, questa dinamica condurr alla questione della natura delle cose e al fatto che Dio possa ritirarsi dietro di loro come deus absconditus, eccetto quando torna a irrompere come autore del miracolo, poich continua a essere potestas absoluta e non solo potestas ordinata. 19 Ivi, cap. 7, part. p. 191, con lanalisi delle tesi di Cagin e di Schmitt in Referendum e iniziativa popolare (in C. Schmitt, Democrazia e liberalismo, Milano, Giuffr, 2001). Il potere costituente come potere di acclamazione del sovrano, cos come la nota sulla nozione paolina di popolo come comunit messianica dei chiamati, permette la comparazione nel cerimoniale imperiale romano sviluppata da Schramm e Alfldi (RG, pp. 194 ss.). 20 Ivi, p. 154. La tesi secondo la quale, nonostante vi sia unit, vi anche vicariato non molto convincente. Tertulliano ha mostrato chiaramente che il Figlio la stessa sostanza del Padre, come il glio dellimperatore governa non in modo vicario rispetto allimperatore padre, ma in quanto la sua stessa persona. La liazione, qualcosa di pi del vicariato, proprio ci che evita che il governo sia anarchico. Dove c patrimonialismo non c vicariato. Per questo il potere del glio erede non vicariet. Questo si vede bene nella struttura del governo della Corona dAragona. Il governatore generale che sempre il glio erede non vicario del re, ma la sua persona governativa, poich continua a essere attivo in presenza del re. Solo lui pu nominare vicer o luogotenenti. Ma egli non lo (cfr. J.L. Villacaas, Monarqua hispnica, Madrid, Espasa, 2008).
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leffetto di questa impostazione sulla denizione del governo neoliberale e il suo portato nichilistico. Tutte queste conclusioni sono per confuse dal punto di vista teologico e hanno a che fare pi con uninterpretazione della Trinit attraverso le categorie di Heidegger, che non con unanalisi della funzione e del senso della Trinit che si rietta nel suo statuto teologico cos come si forgiato nella storia. Il carattere insostanziale e anarchico del potere del glio affermato da Agamben21, necessario per caratterizzare leconomia, proprio ci di cui la Trinit ha bisogno di superare per far fronte alla tesi ariana, sostenendo lunit ontologica del Padre e del Figlio e ponendo in Dio il fondamento ontologico della sua prassi in quanto Logos. Alla ne, Heidegger trionfa quando si dice che il mistero dellessere e quello della divinit coincidono senza fessure con il loro mistero economico. La riduzione del mistero dellessere spiegherebbe gli effetti negativi del mistero economico del neoliberalismo. Come buon allievo di un Heidegger critico del cattolicesimo, Agamben si rammarica che lessere del Regno non costituisca gli atti di governo e che siano piuttosto gli atti di governo che hanno come effetto lessere. Questo lessere vicariale che produce la societ dello spettacolo. La struttura vicariale del potere governativo e anarchico cos unontologia vicariale22. Una simile lettura parallela alla riduzione della physis a materia prima disponibile per il Gestell del dispositivo tecnico-economico23. Le fratture nella Trinit, come in Heidegger la storia della metasica, non fanno che preparare il governo economico che oggi vediamo trionfare e generare loblio del mistero dellessere in un essere vicario e spettacolare. In questo modo la Trinit, un concetto disegnato contro gli gnostici, interpretata come un dispositivo appesantito da premesse gnostiche, il che teologicamente discutibile. Come hanno mostrato R.P.C. Hanson24 e molti altri prima di lui, infatti, la Trinit supera la Gnosi perch dispone di premesse non-gnostiche, come lunit sostanziale di Dio creatore e Dio salvatore e, in questo modo, si misura direttamente con Ario, che in effetti vede nel Figlio solo una praxis gradita al padre ma che tuttavia non ne condivide la sostanza. Il mondo umano per il trinitarismo deve godere della deicatio dei credenti perch gi partecipa della natura deicata del Figlio25.
21 RG, p. 155. Sebbene, per Gregorio Nazianzeno, il nome dellanarchico Padre, il nome dellarch Figlio (RG, p. 75), il che inverte completamente la considerazione di Agamben. 22 Non sono tanto gli effetti (il Governo) a dipendere dallessere (dal Regno), ma lessere consiste piuttosto nei suoi effetti: tale lontologia vicariale ed effettuale che denisce gli atti di governo (ivi, p. 160). 23 R. Godzinski Jr., (En)Framing Heideggers Philosophy of Technology, in Essays in Philosophy, 2005, n. 1, articolo n. 9. 24 R.P.C., Hanson, The Search for the Christian Doctrine of God: The Arian Controversy (318-381), Michigan, Baker Academic, 2005. 25 Luso di Kantorowicz da parte di Agamben in questo senso confuso. Cristo in quanto uomo deicato e santicato dal Padre, come riconosce Kantorowicz (Il mistero dello Stato, Genova, Marietti, 2005, pp. 101-102), perch cos permette che ogni uomo lo sia. Tuttavia, egli non deicato in termini assoluti da Dio, come in un certo modo vorrebbero lariane-

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Non deve continuare a essere un mondo estraneo a Dio. Da qui il programma di cristianizzazione del mondo che comincia con Gregorio I26.

3. Uninterpretazione alternativa della gloria


Uno dei punti pi deboli dellinterpretazione di Agamben deriva dalla necessit di articolare il problema della Gloria con il fenomeno del governo neoliberale in quanto opinione pubblica propria della societ dello spettacolo. Il rapporto tra Gloria e trinitarismo non elaborato nel libro. Il regno e la gloria ha lobiettivo di realizzare unelaborazione pi rafnata delle origini del governo pastorale, che pu essere conseguito solo se si mostra la capacit del governo pastorale di superare i limiti insuperabili del governo imperiale romano. chiaro da molto tempo che il modo in cui Foucault ha affrontato questo punto limitato e parziale. Tuttavia, Agamben non poteva ignorare, nel suo sforzo per vedere nella Trinit il prototipo delleconomia, che lo stesso apparato ecclesiastico che ha forgiato la Trinit si servito del concetto di Gloria. Esso, naturalmente, non un concetto economico e nemmeno liberale, ed era quindi inevitabile che si trattasse di un elemento politico completamente estraneo al governo economico, come riconosceva Schmitt in Cattolicesimo romano e forma giuridica27. Agamben, tuttavia, non chiarisce quale relazione vi sia tra Gloria e Trinit. Se per una relazione vi fosse, forse allora la tesi di Agamben sulla scissione tra essere e prassi nella Trinit potrebbe essere messa in questione. Tutti i dualismi e le scissioni tra regno e governo, essere e prassi, politica ed economia, Padre e Figlio anarchico che procedono dal suo sguardo heideggeriano si rivelerebbero problematici.
simo e ladozionismo, poich anche Dio per natura e ontologia. Che il re, per lAnonimo normanno sia Dio e Cristo per grazia, non per natura, ci che costituisce il suo ordine vicariale. Questa la differenza tra lordine dellousa, interno alla Trinit, e lordine della grazia, che s vicariale. La Trinit non conosce la struttura vicariale ma dispiega tra gli uomini il suo benecio per ordine della grazia, che funziona solo perch la Chiesa il vicario del Figlio. 26 Invocare lenunciato il mio regno non di questo mondo per appoggiare la tesi per cui il prezzo che il superamento trinitario della scissione gnostica fra due divinit [il Dio creatore e il Dio salvatore, n.d.a.] deve pagare, la sostanziale estraneit dal mondo (RG, p. 157) problematico. Ogni esercizio trinitario convergente con lidenticazione dellistituzione ecclesiastica come elemento centrale nelleconomia della salvezza la lotta per impedire questa conclusione. Che nel paradigma della Trinit si preguri la divisione dei poteri si pu vedere gi in Kant in forma esplicita, in quanto egli incorpora la struttura stessa della ragione con la sua legge generale, lesecuzione e il giudizio riessivo (cfr. J.L. Villacaas, Res publica. Los fundamentos normativos de la poltica, Madrid, Akal, 1999, pp. 170-192). Da questo punto di vista, lo Stato moderno eredita entrambi gli aspetti della macchina teologica del governo del mondo (RG, p. 159), sebbene Agamben escluda il problema del giudizio, o dello Spirito, che ha visto molto bene Hannah Arendt. 27 Cfr. C. Galli, Genealogia della politica. Carl Schmitt e la crisi del pensiero politico moderno, Bologna, Il Mulino, 20102; J.L. Villacaas, Poder y Conicto, Ensayos sobre Schmitt, Madrid, Biblioteca Nueva, 2008.
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curioso che il rapporto fra Trinit e Gloria in un certo senso sia legato alla nozione di economia, anche se soltanto come economia della salvezza. Senza dubbio, la complessa elaborazione della dottrina trinitaria ha fatto sin dal principio i conti con una nozione di economia della salvezza o economia del salvatore, in cui consiste il senso vero di economia nel trinitarismo. Agamben, naturalmente, lo sa, ma non sono sicuro che questa nozione di economia della salvezza implichi ci che egli chiama la forma di unoikonomia capace di descrivere efcacemente il governo neoliberale28. Certamente, leconomia della salvezza ha dato vita a un tipo di governo ecclesiastico che si legittimato solo a partire dalla struttura trinitaria. Questo signica che la Trinit divina era il dispiegamento stesso delleconomia della salvezza su cui ha fatto presa il governo ecclesiastico. Cos, a partire dal patrimonio di Pietro, diretta eredit del Figlio, la Chiesa diventata parte dello stesso piano divino dispiegato nel tempo della salvezza. quindi vero che il governo pastorale si situato nel locus teologico che gli era stato offerto dalleconomia trinitaria29. Ci garantiva di ricevere lo Spirito, lo Pneuma, restando nel seno della Chiesa, di essere membro del corpo di Cristo e parte di Dio stesso, di esser parte delleconomia della salvezza partecipando ai misteri amministrati dalla Chiesa. In questa prospettiva, la macchina governamentale ecclesiastica si legittimata garantendo una deicatio omnes et singulatim30, ovvero di entrare nelleconomia della salvezza come membro particolare del corpo generale di Cristo connettendosi con la stessa vita divina della Trinit. Questa la Gloria manifesta di Dio nella sua Chiesa. Tuttavia, Agamben non interessato a questa profonda relazione tra governo, deicatio e Gloria, che era leffetto delleconomia della salvezza e che avrebbe reso la sua analisi coerente. Anzich chiedersi che cosa dovesse essere il governo per produrre deicatio e perch si dovesse fondare inesorabilmente sulla Trinit, si attenuto alle scissioni tra il Regno e il governo, la Gloria e leconomia, il potere come gloriosa regalit cerimoniale e liturgica e il potere come governo e gestione efcace, tra lessere e la prassi, come se fossero realt differenti nel governo ecclesiastico. Per fare la genealogia del neoliberalismo attuale Agamben deve falsare la genealogia del governo pastorale. In modo metodologicamente poco ordinato, egli ha aperto le porte a un concetto ridotto di economia come gestione dellimmanenza che, servendosi di quelle scissioni, non aveva pi la funzione di integrarle in unofferta generale e signicativa di economia della salvezza. In questo caso, come parte di uneconomia ridotta, la Gloria doveva presentarsi non come deicatio, ma come mimesi dellacclamazione imperiale, dellopinione pubblica, del plebiscito, dello spettacolo.

28 RG, p. 91. Segnalando i limiti della genealogia di Foucault, Agamben mostra la necessit di tornare ai primi secoli della teologia cristiana, che vedono la prima, incerta elaborazione della dottrina trinitaria nella forma di una oikonomia (ivi, p. 9). 29 Ibidem. 30 Ho sviluppato questa tematica in Deicatio e imperio: sobre la genealoga de la divisin de poderes, Salamanca, Universidad de Salamanca, 2014, in corso di pubblicazione.

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Nelleconomia della salvezza trinitaria, per, tutto era unito organicamente perch leffetto del governo pastorale era appunto una deicatio, una mutazione nellambito dellessere in contatto con lunit sostanziale di Dio attraverso lo Spirito che unisce il Padre al Figlio. Non c qui unontologia vicariale perch non ci sono poteri vicariali, ma di liazione. Questa lessenza del trinitarismo, come spero di aver mostrato nel mio Deicatio e Imperio. Il libro di Agamben quindi attraversato da due nozioni di economia che non si spiegano mai nella loro relazione: da una parte, la piena economia della salvezza e, dallaltra, uneconomia che si pu fare strada solo al prezzo della riduzione della prima a un mero atto di immanenza che riceve unacclamazione per assicurare la propria mancanza di fondamento. Tuttavia, la possibilit di differenziare governo e Regno, potere e Gloria, immanenza e trascendenza nellambito ecclesiastico del governo pastorale risulta tanto minore, quanto prima si giunge a vedere che il governo pastorale produce deicatio e che questa la forma daccesso al Regno, un accesso che si fa pubblico come Gloria davanti al mondo. La liturgia e la gloria sono componenti interne al governo, che a sua volta interno al Regno, dal momento che tutte queste nozioni conducono alla deicatio e la spiegano, la proclamano e la esibiscono, dando visibilit al Regno e al popolo degli eletti da Dio. Insomma, nel dispositivo cristiano trinitario economia non ha un signicato per se stessa. sempre economia della salvezza. Lo stesso fatto che Paolo fosse un economo rilevante perch egli amministra uneconomia della salvezza il cui concetto politico fondamentale quello di un servizio quasi schiavistico reso allunico Signore. Il concetto di economia che usa Agamben non teologico trinitario, ma pu essere conseguito solo a partire dalla distruzione della teologia trinitaria che fonda un governo pastorale il cui effetto centrale deicante. Con questo concetto ridotto, ariano, molto difcile fondare una teologia economica e si pu al massimo produrre unetica economica dellesemplarit, il vero complemento ideologico ariano dellanarchismo neoliberale. Le domande che Agamben si pone nascono da questa anbologia concettuale. Il concetto di economia, in quanto inseparabile da economia della salvezza, Trinit, Gloria e deicatio, designa la totalit del progetto cristiano e unisce in modo sostanziale e inseparabile la storia divina intratrinitaria con quella dellessere umano. Agamben riferisce il concetto di economia al governo pastorale, alla sua prassi, alla sua efcacia e alla gestione dellimmanenza e per questo deve lasciare fuori i concetti di Essere, Potere, Regno e Gloria. Tuttavia, senza queste dimensioni non c un governo pastorale come tale. Con questa anbologia si perde e si scinde quello che nella teologia trinitaria non mai stato scisso, dato che il dispositivo governativo pastorale serve proprio per impedire questa scissione. Ed cos perch solo cos si potuto superare il governo imperiale romano, come pure linterpretazione ariana dellimpero cristiano. Lanbologia produce insiemi di enunciati che non possono essere tutti veri nello stesso tempo, sebbene non siano necessariamente falsi. possibile che la Chiesa sia la struttura ultima della macchina governamentale dOccidente, come la chiama Agamben, ma solo perch riposa sullintima relazione con
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leconomia della salvezza che, attraverso leffetto di deicatio, unisce inseparabilmente essere e governo, Regno e Gloria31. Se per facciamo cadere il della salvezza, allora la parola economia diventa completamente differente. Possiamo affermare, come fa Agamben, che nella Gloria c larcano centrale del potere. Tuttavia, se il potere persegue la deicatio e si media attraverso di essa, ci dipende solo dal potere pastorale. Solo cos abbiamo un governo ecclesiastico pastorale che raggiunge tutti e ciascuno, una deicatio di ciascuno degli eletti e del popolo come Chiesa, immagine gloriosa di fronte al mondo del Regno. Per leconomia della salvezza, quindi, pu esserci un vero potere supremo solo l dove si produce leffetto della deicatio. Per ottenerlo, quel potere deve connettere con lo Pneuma, amministrarlo, offrirlo, condividerlo, in quanto si tratta di una potenza che sostanzialmente unisce il Padre al Figlio. Limperatore che pretende la deicatio per s in via esclusiva una pallida imitazione di Cristo, prima di tutto perch non lo per natura e in secondo luogo perch non dispone della grazia dello Pneuma che lo unisce con ciascuno dei cittadini del suo popolo e che unisce tutti con Dio e questo risultato non possibile neppure attraverso lacclamazione. Limperatore pu essere acclamato, ma nellacclamazione non si produce la gloria di essere un corpo unico con tutti gli altri e unito allo Spirito di Dio. Per questo il governo pastorale si comprende solo in relazione al governo imperiale e nel suo contesto. Curiosamente, leconomia della salvezza come piano nel tempo, nch non si compie nella sua totalit, ha bisogno di un residuo di potere profano (i chiamati non sono tutti gli esseri umani e gli eletti sono ancor meno). Finch questo residuo profano si mantiene, il governo pastorale della Chiesa non pu essere unico, assoluto o totale. Pertanto, la divisione dei poteri inerente alleconomia della salvezza. La sua stessa esistenza genera un potere profano residuo rispetto al quale si pu dire che il regno non di questo mondo. Questo qui non signica il mondo. Signica il mondo profano non chiamato n scelto per il Regno.

31 RG, p. 10; Agamben afferma: Se la gloria cos importante in teologia, ci innanzitutto perch essa permette di tenere insieme nella macchina governamentale Trinit immanente e Trinit economica, lessere di Dio e la sua prassi, il Regno e il Governo (ivi, p. 253). Senza dubbio, quando vuole approssimarsi a tutto il complesso dispositivo della teologia trinitaria, Agamben ha la necessit di differenziare due Trinit, con un gesto completamente desueto. Il concetto di Gloria certamente permette di mostrare che siamo di fronte a una deicatio che raggiunge tutto un popolo con il suo re o imperatore. Per, non va nella direzione di mantenere unite le due Trinit, ma compie in forma immanente la Gloria che sar trascendente, ovvero compie leconomia della salvezza. In questo senso, rivela in modo sufcientemente chiaro, come in uno specchio, il mistero della salvezza che conosceremo faccia a faccia. Senza dubbio, questo signica che la Gloria della Chiesa dimostra la rivelazione del mistero delleconomia della salvezza.

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4. Retroazione
Se si osservano le cose dal punto di vista della polemica tra Schmitt e Peterson possibile comprendere alcune delle difcolt della proposta di Agamben. In questo senso, e prima di tutto in questo senso, credo che Peterson abbia ragione nel dire che la teologia politica teologicamente impossibile a partire dal cattolicesimo. Peterson ha mostrato al cattolico Schmitt che la sua posizione era quella protestante, hobbesiana, che pensa un potere senza residuo profano oppure, il che lo stesso, che elimina la sostanzialit del potere ecclesiastico. Peterson lo comprendeva molto bene perch proprio per questo si convertito al cattolicesimo nel vedere le conseguenze del nazismo. Non esiste una maniera teologica di eliminare il residuo profano del potere, rispetto al quale prima o poi la Chiesa dovr mettersi nella condizione di lottare o di morire. Insomma, come parte dello stesso piano delleconomia della salvezza, la Chiesa agisce solo nella divisione dei poteri e non sar mai un potere totale. Le essenziale questo punto anti-totalitario. Questa garanzia teorica denita da SantAgostino quando sostiene che la citt (visibile/invisibile) di Dio e quella terrena sono entrambe parte delleconomia della salvezza. Limmagine del trono vuoto che tanto impressiona Agamben senza dubbio il simbolo pi signicativo del potere pastorale ecclesiastico, ma non perch la politica qui restituita alla sua inoperosit centrale, cio a quelloperazione che consiste nel rendere inoperose tutte le opere umane e divine32. Non ci sono prove che sia cos. Il trono vuoto che lo Spirito presente in tutti non pu occupare mostra piuttosto che il popolo riunito e deicato dallo Spirito aspetta la venuta del suo Signore, del quale il vescovo solo un erede patrimoniale. Questa differenza di poteri e questa attesa parte delleconomia della salvezza e dei suoi misteri e, come sapeva Calvino, implica che lo Spirito crei un legame con un Figlio assente33. La gloria, che qui e ora riunisce il regno dei deicati con lo Pneuma, anticipa ed allo stesso tempo gi la Gloria denitiva, che si conseguir quando il trono sar occupato dal suo Re. Nelleconomia della salvezza decisivo che la vita eterna gi qui, anche se non ancora arrivata. Questa la struttura di continuit tra la Chiesa e il Regno che Agamben d per interrotta, come se si potesse salvare luna di fronte allaltra34. Come ha detto Weber, un anarchico pu comprendere lo Stato meglio di un burocrate obbediente. Sia quale sia la nostra relazione con questo dispositivo di governo pastorale, lethos professionale del losofo riesce a comprenderlo nella sua verit. Se leggiamo attentamente lopera di Agamben, la sua anbologia non pu risultare solo il prodotto di una confusione. Quando analizza i due paradigmi, quello della teologia politica, che pensa il potere sovrano a partire dalla struttura della trascendenza, a modo di Dio, e quello della biopolitica moderna e del neoliberalismo, che un pensiero dellordine immanente, Agamben dice qualRG, p. 11. D.Y.K. Lee, The Holy Spirit as Bond in Calvins Thought, Oxford, Peter Lang, 2011. 34 G. Agamben, La chiesa e il regno, Roma, Nottetempo, 2010.
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cosa di interessante. Egli chiama il primo politico e il secondo domestico. Se vero che il paradigma trinitario mostra la volont di riarticolare coerentemente la trascendenza e limmanenza, il politico e il domestico, e se in questo consiste il governo pastorale, il paradigma trinitario non pu essere considerato come esclusivamente economico. Il governo pastorale politico ed economico e per questo ha affascinato Schmitt. Il fatto che disponga di uneconomia della salvezza non ne fa un paradigma economico, ma politico. La teologia trinitaria tanto politica quanto governativa, costituisce un regno e lo governa, ha una politica e per questo ha uneconomia del numero (dei salvati) e del tempo nella quale si produrr la totalit degli eletti. Il dualismo dei paradigmi che suggerisce Agamben implica gi la fattura propria della realt di un mondo secolarizzato, che qui signica qualcosa di pi preciso, un mondo nel quale le premesse trinitarie gi non reggono e nel quale il governo pastorale distrutto. Tutta la tesi di Agamben, in questo senso, dipende dalla piuttosto debole teoria schmittiana della secolarizzazione, ma con una curiosa inversione. Il paradigma della teologia politica e quello della teologia economica sono prodotti della teoria della secolarizzazione. La politica moderna un paradigma concettuale teologico secolarizzato e per questo si descrive bene come teologia politica. Questo paradigma concettuale comincia con Hobbes o con la riforma luterana, il cui presupposto esistenziale storico che la Chiesa ha perso il governo di se stessa in quanto ha perso lo ius reformandi. La modernit religiosa consiste nel venir meno del legame tra deicatio e governo pastorale. A partire da una struttura trinitaria classica, questo presupposto esistenziale avrebbe dovuto comportare il fatto scandaloso che leconomia della salvezza divina aveva fallito, che la provvidenza aveva fallito (proprio questo conclusero i trinitaristi pi coerenti, come Baltasar Gracin e Saavedra Fajardo), che il Dio cristiano era morto ed era possibile resuscitarlo solo attraverso il deus mortalis dello Stato35. Cos, la teologia era politica. Continuare a chiamare questa politica teologia era possibile solo nel senso di una rioccupazione limitata di quello spazio di governo pastorale da parte dello Stato, qualcosa che tuttavia non poteva includere la deicatio. Vediamo ora il secondo caso. Leconomia, questa sarebbe la tesi di Agamben, offre un paradigma teologico secolarizzato. Ci signica che leconomia attuale e il governo neoliberale sono pieni di concetti teologici secolarizzati, come abbiamo visto nel caso della Trinit. Questo per non una novit. La tesi di Adam Smith (mano invisibile/deus absconditus) un esempio precedente. Agamben, per, non suggerisce solo usi analogici, metaforici. Secondo lui il capitalismo con il suo governo neoliberale teologia economica, il che non signica che, come Benjamin e Weber, lo ritenga un surrogato della religione della salvezza. Esso teologia economica perch usa i concetti teologici di economia e Gloria, di governo e acclamazione, di Regno e governo, tutti di Solo la complessa teoria della provvidenza di Donoso Corts ha permesso di superare questa conclusione del Barocco (cfr. A. Rivera, Revolucin y reaccin en la Espaa liberal, Madrid, Biblioteca Nueva, 2006).

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spositivi del trinitarismo. Tuttavia, qui c una differenza che non pu passare inosservata. Mentre per lo Schmitt di Teologia politica I la teologia politica, erede della forma giuridica e politica cattolica, denisce loggi moderno (loggi dellepoca dello Stato sovrano), per Agamben la teologia economica denisce tanto il presente quanto la teologia trinitaria cristiana originaria. Qui c una confusione che procede dalla polemica di Peterson e di Schmitt e concerne Teologia politica II. Peterson cerca di salvare, di fronte a Schmitt, la teologia trinitaria formalizzata da Agostino. Lo fa come studioso del cristianesimo primitivo e come cattolico credente. A partire dalla Trinit, teologicamente parlando, la teologia politica di Schmitt impossibile, il che scienticamente ovvio. Per proiettare sullo Stato moderno il senso di governo pastorale e di politica di cui una volta la Chiesa era stata portatrice, Schmitt doveva negare la rilevanza della chiesa per s, che gi si dava per scontata nella modernit, e con ci riconoscere centralit alla tradizionale posizione prussiana e protestante. Per legittimare unazione del tutto discutibile per un cattolico dichiarato, Schmitt ha cercato di disarticolare quella stessa teologia trinitaria che Peterson aveva difeso, per mostrare che la teologia cristiana sempre stata teologia politica. Per questo ha dovuto rivendicare Eusebio di Cesarea di fronte ad Agostino! Con questo, Schmitt cancella le differenze fra trinitarismo e arianesimo. Agamben compie unoperazione analoga. Dimenticando la propria tesi originaria secondo la quale i concetti politici moderni sono concetti teologici secolarizzati, Schmitt arriva a dire che i concetti teologici sono sempre stati concetti politici tout court, che la teologia sempre stata politica. La lotta secolare della chiesa per collocarsi al margine dellinesauribile residuo profano del potere o contro di esso crolla come qualcosa di irrilevante. Ma la dottrina della Trinit coincideva con questa lotta, perci per difendere la sua tesi il cattolico Schmitt doveva destituire il dogma fondamentale della cattolicit e dire che in fondo lelemento originario la stasis nel seno di Dio. Unoperazione falsa, affettata e apologetica, che scaturiva da una mancanza di ethos professionale, posto che Schmitt ha attribuito a Gregorio Nazianzeno ci che questi attribuiva ai greci36. Agamben compie unoperazione altrettanto discutibile. Egli afferma che il mondo attuale delleconomia e del governo neoliberale attraversato da concetti teologici secolarizzati e che quindi da sempre la teologia trinitaria stata teologia economica. Tuttavia, ci che in Schmitt era unoperazione incosciente, comprensibile, frutto della ferita causata dalla freccia di Peterson, in Agamben unoperazione del tutto cosciente. Il paradigma della teologia economica e

36 Sappiamo che lo ha fatto modicando una citazione di Peterson, ripresa da Agamben (RG, p. 28). La stasis non sarebbe propria del Dio trinitario, ma del Dio-Uno pensato dai greci, in fondo un Dio basato sul modello della natura, che nella sua unit si muove verso la diade. La stasis lincapacit di generare la triade, che ci che invece realizza la Trinit ed proprio di questa categoria che sta al di sopra della natura, che la grazia dello Spirito. Certamente, questo problema sorge nel contesto di una migliore riessione sulla funzione dello Spirito, la fase pi tarda della formazione della Trinit.

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quello della teologia politica si presentano entrambi come retroazioni del processo di secolarizzazione compiuto sulla stessa teologia originaria37. Non c confusione in Agamben, c una mimesi della dubbia operazione compiuta da Schmitt in Teologia politica II. La teologia non stata sempre politica, ma sempre economia. Dopo la secolarizzazione possiamo retroagire sulla teologia trinitaria e dire che c teologia politica dal principio, che la Chiesa ha occupato con pienezza il residuo profano dello Stato, checch ne dica Peterson, che si muove dentro la teologia, non dentro la retroazione sulla teologia a partire dallo stadio che essa avrebbe raggiunto dopo la secolarizzazione. Secondo questa tesi, il processo di secolarizzazione rivela in forma retroattiva la verit dellordine teologico. A partire dal neoliberalismo e dalla sua forma di governo, retroagiamo sulla teologia trinitaria e diciamo che il processo di secolarizzazione ha mostrato la sua verit: era gi teologia economica. La questione centrale loperazione di retroazione, perch essa non dice che la teologia prende una piega nuova, ma che rivela ci che da sempre le proprio, essenziale. Che cosa guadagniamo dalloperazione hegeliana di retroazione che proietta leconomia come la vediamo oggi sulla teologia? Che cosa ha a che vedere leconomia che osserviamo oggi con leconomia della salvezza propria della teologia trinitaria? Qui, la retroazione un rendimento nuovo del processo di secolarizzazione. Il processo di secolarizzazione ci aiuta a vedere loggi nella sua vera luce, come erede dei residui teologici dai quali la critica illuministica doveva affrancarsi con la sua operazione di demolizione. Questo hanno fatto Weber, Freud, Kelsen e Keynes38. Agamben ora inverte la questione: il presente contemplato alla luce della sua eredit teologica ci permette di vedere la verit della teologia nel passato. Tutto sommato, ci ha laspetto di una pericolosa tautologia: il presente conosce se stesso ed il mezzo per conoscere il passato. Insomma, conosciamo solo il presente. Quando vediamo un presente da cui la politica scomparsa e nel quale lessere umano capace solo di economia; quando osserviamo la storia come un problema non politico, ma governamentale e di gestione; quando vediamo che la gloria quella propria della societ dello spettacolo, retroagiamo sulla teologia trinitaria e ritroviamo in essa una teologia economica. Cos, trattiamo il presente come una conseguenza logica della teologia economica del passato, che possiamo conoscere solo dal presente. loperazione della storia della metasica di Heidegger proseguita con altri mezzi.

37 La frase dice: La tesi secondo cui leconomia potrebbe essere un paradigma teologico secolarizzato retroagisce, per, sulla stessa teologia, perch implica che la vita divina e la storia dellumanit siano concepite n dallinizio da questa come una oikonomia, che la teologia sia, cio, essa stessa economica e non lo divenga semplicemente in un secondo momento attraverso la secolarizzazione (ivi, p. 15). 38 Cfr. il volume collettaneo curato da L.V. Kaplan e R. Koshar, The Weimar Moment: Liberalism, Political Theology and Law, Lanhamm, Lexington Books, 2012, con articoli sulla Rivolta protestante contro la modernit, lantiliberalismo cattolico, la demitizzazione del secolare, il mito dello Stato. Senza dubbio una delle raccolte pi complete sulla critica vigente a Weimar.

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5. Segnatura
Che tipo di operazione epistemologica questa? Serve a vedere meglio il presente? Serve a vedere meglio il passato? Descrivere le metafore teologiche che stanno alla base della governamentalit liberale sembra importante, ma unoperazione limitata se non comporta una dimensione critica. La retroazione non permette di comprendere meglio la teologia trinitaria, n di ampliare lo sforzo di criticare il residuo teologico nel presente. Piuttosto lo eleva a destino logico. Qui le proteste di Peterson risuonano ancora. Sia quale sia il portato delluso di metafore teologiche trinitarie per forgiare i concetti politici attuali, continua a essere vero che la teologia trinitaria ha bisogno della differenza tra il residuo profano e leconomia della salvezza. Forse il portato critico sul presente si accresce se osserviamo che, tra il senso teologico trinitario originario e i suoi usi metaforici e secolarizzati, tra lo spazio iniziale e le sue rioccupazioni, non c un progresso, ma unindisciplina concettuale pericolosa. Loperazione di retroazione non n critica del presente n comprensione del passato, ma ha carattere tautologico. Essa descrive il presente che abbiamo davanti agli occhi e ci suggerisce che sempre stato essenzialmente cos. Per fare un esempio, i due enunciati ausiliari della teoria di Agamben sono, in primo luogo, che lessere umano si spoliticizzato e, in secondo luogo, che la teologia trinitaria ha visto la vita eterna sotto il paradigma delloikos e non sotto quello della polis39. Il primo offre unosservazione del presente che non provata nella sua necessit. Potremmo dire con lo stesso rigore descrittivo che il processo di democratizzazione allontana la politica, ma non che la politica sia scomparsa. La governance liberale pu essere descritta come una spoliticizzazione delle masse popolari, ma non sembra che chi dirige la politica monetaria imperiale della Riserva Federale degli Stati uniti e reagisce con una guerra mondiale di valute possa distaccarsi dallo spirito della politica, cio dal fare la guerra con altri mezzi. Il secondo enunciato ben lontano dallessere evidente. Pensare che il paradigma delloikos quello che governa nelloikonomia tous soterias un enunciato discutibile. Come spiegare il proselitismo, la
39 RG, p. 15. Sul senso della politica a partire da Paolo, cfr. M. Eichhorn, Paulus und die imperiale Theologie der Evangelien, Berlin, Duncker & Humboldt, 2011. Sin dallinizio del secolo scorso, per, W. Foerster, Herr ist Jesus. Herkunft und Bedeutung des urchristlichen Kyrios-Bekenntnisses, in Neutestamentliche Forschung, 2. Reihe, hrsg. von O. Schmitz, Gt tersloh, Verlag C. Bertelsmann, 1924, I, pp. 11-56. Per non parlare di A. Von Harnack, Militia Christi, Die christliche Religion und der Soldatenstand in den ersten drei Jahrhunderten, Darmstadt, WBG, 1963 [sulledizione del 1905 di J.C.B. Mohr, Tbingen]. Si pu inoltre rimandare al senso paolino di Carisma come concetto politico: cfr. A.J. Blasi, Making Charisma. The Social Construction of Pauls Public Image, London, Transaction Publishers, 1991; al problema del senso della polis nellApocalisse: cfr. A. Yarbro Collins, The Combat Myth in the Book of Revelation, Harvard Dissertations in Religion, Missoula, Scholars Press, 1976; Ead., A, Crisis and Catharsis: The Power of the Apocalypse, Philadelphia, The Westminster Press, 1984; Ead., Cosmology and Eschatology in Jewish and Christian Apocalypticism, Leiden, Brill, 1996.

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militanza, il martirio, la persecuzione, lInquisizione, la ricerca dellomogeneit dogmatica, la considerazione dello scisma come parte del piano della salvezza, la scelta popolare del vescovo, la mimesi dellimpero e della sua politica, tutto ci che costituisce il cristianesimo e lelaborazione del trinitarismo di fronte al patrimonialismo imperiale? Il modello che governa tutto questo non loikos. LEcclesia non un oikos. Quando Paolo parla di economia della salvezza fa gi riferimento alloikos come a un cosmos nel senso stoico. Nella sua pi grande opera, Gerhard Richter ha visto molto chiaramente la pluralit di sensi della nozione di oikonomia in questo mondo40. Nella sua riessione sul concetto di secolarizzazione, dopo aver mostrato che Schmitt vuole invertire il processo unilaterale di disincanto del mondo di Weber unaltra cosa in s discutibile41 pretendendo una presenza attiva della teologia nella modernit (non della religione, qualcosa che Weber era lontano dal mettere in questione), Agamben ricopre il dubbio concetto di retroazione e la sua capacit di fondare senso con quello della segnatura, centrale nella sua opera metodologica Signatura rerum. Una segnatura un contenuto semantico che eccede un concetto o lo sposta da una sfera a unaltra. Potremmo dire, a partire da Blumenberg, che la segnatura il potenziale metaforico di un concetto. Qui la nozione di sfera concerne la differenza tra il sacro e il profano. La segnatura, per, non ha solo leffetto sincronico di connettere ci che spazialmente separato. Essa coinvolge anche il diacronico e vincola tempi diversi. Come avrebbe potuto dire Koselleck42, le segnature mantengono nel proprio seno strati di tempo e sono elementi storici allo stato puro in quanto mostrano la densit caratteristica del tempo storico in un dato concetto43. Cos,
La ricezione del libro di G. Richter (Oikonomia, Berlin, Walter de Gruyter, 2005) molto limitata. Citandolo per la prima volta, Agamben dice che il libro era gi stato pubblicato quando la parte storica di Il Regno e la Gloria era conclusa. 41 RG, pp. 19-20. un peccato che Agamben non abbia offerto unanalisi del concetto di acclamazione che lo metta in relazione con quello di Gloria, con il concetto weberiano di carisma, soprattutto nel suo senso di carisma antiautoritario. Naturalmente, questo avrebbe implicato unanalisi del concetto di Pneuma che avrebbe contribuito a chiarire aspetti della teologia trinitaria molto operativi nel concetto politico di corpo mistico, res publica, Bund ecc. Cfr. S. Breuer, Brokratie und Charisma: zur politischen Soziologie Max Webers, Darm stadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1994. Sul concetto di Pneuma e di corpo mistico e Bund in Calvino, cfr. D.Y.K. Lee, The Holy Spirit as Bond in Calvins Thought, cit., p. 13. 42 R. Koselleck. Zeitschichten, Frankfurt, Suhrkamp, 2000, pp. 19-27. 43 In questo senso, non so bene che cosa possa signicare lallusione alla semplice storia dei concetti. Se si tratta di una storia dei concetti politici, allora non semplice. Ancora meno se si tratta della storia dei concetti di Blumenberg. Poich qui non si dice solo che i concetti hanno strati temporali, ma anche che alla loro origine c una storia che non del concetto ma senza la quale il concetto non si forma. Solo in questa storia del concetto si pu identicare il luogo concreto dello spostamento di un concetto, del suo rafnamento metaforico, del suo presupposto extrasemantico senza il quale lo stesso contenuto semantico non funziona. La storia dei concetti di Blumenberg assolve la funzione metodologica di quello che Agamben chiama la sua scienza delle segnature, per ora non pi di un desideratum. Di fronte a questo elemento di confusione, lanalisi della storia del concetto di
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per Agamben, ogni esempio di secolarizzazione una segnatura per riferirsi a ci che, nel sistema concettuale moderno, richiama la teologia di altri tempi storici, la densit storica sacra di ci che oggi appare come sfera profana. Gi si vede che la segnatura non pu prescindere dal signicato originario e che perci non sembra una base sufciente per loperazione di retroazione. Il contenuto secolarizzato di un concetto teologico, la segnatura, non pu dire la verit teologica del concetto, ma la verit della sua secolarizzazione, del suo potenziale metaforico. Come segnatura, esso richiama un nucleo che pu essere trattato solo nella storia del concetto44. Limpresa di Agamben fallisce perch non offre unanalisi propria, non retroattiva, originaria del problema del trinitarismo, una storia del concetto di Trinit. Su di esso si potrebbe forse retroagire, ma non si pu confondere il concetto che precede la retroazione con quello che la segue, il nucleo che si sposta metaforicamente con gli spostamenti metaforici. Entrambi dovrebbero essere sottomessi al uno scrutinio dettagliato e differenziato. Solo se abbiamo a disposizione un concetto di partenza possiamo disporre anche di quello retroagito. Solo se c storia dei concetti c segnatura e questa pu essere letta soltanto a partire dalla sua provenienza. Solo se identichiamo il concetto del quale il processo secolarizzato una segnatura, potremo differenziare ciascuno strato storico e cos servire alla conoscenza del presente, del passato e della forma nella quale il presente cambia il volto del passato. Credo che il metodo di Agamben non permetta di differenziare queste posizioni in modo adeguato. Egli non ci ha offerto una storia del concetto di Trinit che serva da termine di paragone ontologico a ci che secolarizzato e metaforico, ma solo un concetto teologico derivato da una segnatura gi secolarizzata. Avremmo ancora una speranza di fondare opportunamente questoperazione epistemologica se mettessimo in relazione la segnatura con larcheologia. Quando in una nota Agamben allude alla storia semantica del concetto di oikonomia (unoperazione ortodossa nella storia dei concetti politici), suggerisce che non abbiamo una trasformazione del senso, ma una progressiva estensione analogica della sua denotazione45. Il concetto mantiene un nucleo di senso ma aumenta il raggio dei suoi riferimenti. Non c pertanto un senso teologico originario di economia, ma uno spostamento del referente che la porta no allambito teologico. Dal punto di vista dellarcheologia, quindi, non si deve presupporre un senso teologico, ma questo deve essere vericato concretamente in ciascun caso. questo che fa realmente Agamben? Questa verica pu coincidere con una storia del concetto di Trinit?

Lebenswelt realizzata da Blumenberg deliziosamente lucida (cfr. H. Blumenberg, Theorie der Lebenswelt, Berlin, Suhrkamp, 2010). 44 H. Blumenberg, Concetti in storie, Milano, Medusa, 2004. Sarebbe urgente un confronto del concetto di paradigma in Blumenberg con quello di Signatura rerum in Agamben (cfr. H. Blumenberg, La realt in cui viviamo, Milano, Feltrinelli, 1987 e F. Oncina, Teoras y Prcticas de Historia Conceptual, Madrid, Plaza y Valds, 2009). 45 RG, p. 34.
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In una nota orientata a denire la ricerca archeologica, Agamben sostiene coerentemente che la genealogia di un concetto pu trovarsi in un ambito diverso da quello scontato in anticipo46. Bench questo passaggio serva a dimostrare che i concetti politici moderni non vadano cercati nei trattati politici, ma in quelli teologici, esso pu servire a orientare larcheologia del concetto di oikonomia. Questo a sua volta ci permette di intendere il senso della retroattivit della segnatura secolarizzata sulla genealogia del concetto. I concetti teologici del governo neoliberale possono essere sistematizzati in una teologia economica se e solo se la segnatura della secolarizzazione permette di retroagire sul concetto di teologia trinitaria per articolare e decifrare unarcheologia del concetto stesso. Larcheologia dovrebbe andare oltre il momento della costituzione, alla preistoria del paradigma trinitario. La retroattivit, cos, ha effetti archeologici per lo studio del passato. Come Agamben sostiene in Segnatura rerum, essa ritrova ci che non ancora divenuto nella preistoria al di l di ci che gi organizzato: la prima articolazione del problema trinitario avviene cio in termini economici e non metasico-teologici e per questa ragione, quando la dommatica niceno-costantinopolitana raggiunger la sua forma denitiva, loikonomia sparir progressivamente dal vocabolario trinitario per conservarsi soltanto in quello della storia della salvezza47. Con ci, Agamben ammetterebbe che il dispositivo trinitario maturo non consente le scissioni di cui lui si serve e che queste varrebbero solo per la preistoria del paradigma a livello archeologico. Il governo neoliberale aiuterebbe larcheologia a mostrare che il dispositivo operativo di verit nel presente non il paradigma trinitario ma la sua preistoria. Nellanalisi di questa preistoria larcheologia avrebbe la sua efcacia. Come ha detto lo stesso Agamben, il senso fondamentale del concetto di economia non teologico. Larcheologia del paradigma della teologia economica non identica nella teologia lo strato originario. Dove, dunque? Credo che qui giungiamo allo strato pi profondo della tesi di Agamben e al motivo per il quale si rivela pi debole. Perch lo schema archeologico nel quale prende piede la nozione di economica che usa Agamben come strato originario profondamente deludente, se si paragona a una storia del concetto sviluppata metodicamente. Qui la sua dipendenza dal libro di Richter gli ha giocato un brutto tiro, visto che questi si limita ad affrontare la nozione di economia nellambito della considerazione della physis da parte della Stoa48. Economia, per, era anche una categoria del governo imperiale n dai re ellenistici. In verit, e per gli stoici, leconomia era anche la forma di governo del cosmo da parte della pronoia divina tra le cui disposizioni cera la gura di un governante imperiale rappresentante di questa pronoia e di quelleconomia nella terra, loikos comune. Su questa considerazione del mondo come oikos si proiettato il governante/padre come imperatore. Da qui lanalogia tra il governo domestico e il patrimonialismo imperiale tanto usata da Tertulliano
Ivi, p. 128. Ivi, p. 50. 48 G. Richter, Oikonoma, cit., pp. 20-25.
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per denire la sua trinit. Da questo punto di vista, la preistoria del paradigma trinitario e del governo pastorale (la storia del concetto, nel senso che io le attribuisco) inseparabile dalla mimesis del paradigma del governo imperiale, che dopo tutto disponeva della propria teologia politica provvidenziale. In questo paradigma imperiale si assumeva gi lunit della dimensione di gestione delleconomia e provvidenziale. Agamben sensibile al fatto che questo gesto si d nella preistoria del paradigma trinitario, ma non capace di vedere che gi si era conseguito nel governo imperiale. La teologia trinitaria lo sforzo per migliorare/imitare questo modello imperiale, il vero paradigma della teologia e del governo economico. I testi di Tertulliano costituiscono la lotta pi dura in questo senso, posto che egli continuamente ricerca lanalogia con il paradigma imperiale nellintento di dimostrare la differenza radicale con quello cristiano49. Cosicch, se ci che Agamben intende dire che il paradigma di governo neoliberale rivela in tutta la sua intensit la riedizione del paradigma di governo imperiale, allora sono daccordo con lui. In questo caso, per, dobbiamo ridenire la relazione concettuale e storica complessa e tormentata tra il paradigma della teologia economica imperiale e quello della teologia trinitaria, una lotta storica formidabile che ha impedito che il governo imperiale fosse totale e assoluto. E lo ha fatto perch ha saputo dare al frammentario mistero della salvezza dei greci un signicato nuovo, completo e politico, legandolo al governo pastorale, qualcosa che nessun greco avrebbe potuto immaginare. Sin da Paolo, infatti, ci viene detto con insistenza che leconomia della salvezza cristiana, il cui mistero si rivelato proprio ora, lunica verit, della quale leconomia imperiale solo un simulacro. In un momento precedente nel tempo, tuttavia, il governo dellimperatore stato un simulacro di fronte al carattere eterno delleconomia della salvezza cristiana. un governo di questo mondo, mentre limperatore dei cristiani, attraverso lo Pneuma e il suo carisma, governa i chiamati in questo mondo e gli eletti nellaltro. E questo perch il signore che ci ha comprato con il suo sangue e che ci ha dato il suo Pneuma pi potente di quello che appare sulle monete. Uno un uomo che pretende deicarsi, ma laltro il Logos divino di Dio Padre, preesistente e incarnato. Dal principio, e contemporaneamente, si rivela la vita interna di Dio e si rivela lattivit di Dio nel mondo, e questo perch dalla pi profonda esistenza sostanziale di Dio, prima della creazione del mondo, era gi prevista, nella sua costituzione divina, la sua relazione con gli esseri umani, il suo piano di salvezza del mondo. Dio si costituisce nella sua interna vita divina a partire dalla sua triplice azione di creazione, salvezza e riunicazione del mondo umano. Per questo la costituzione interna delle persone della sua monarchia a partire dalla sua economia di salvezza la chiave del mistero del suo stesso essere divino. I due misteri non possono separarsi. Come di fatto nemmeno si separano la monarchia patrimoniale e leconomia dellimperatore. Leconomia della salvezza non procede dalla dottrina storica dei modi di essere, come suggerisce Agamben. Qui non c la storia del suo concetto, ma
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RG, pp. 66 ss.

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Teologia economica

della dottrina stoica del provvido governo imperiale connesso alla sua teologia monoteistica50. In ogni caso, lampia rilevanza che Agamben d allinversione della frase paolina economia del mistero nella frase di Ippolito il mistero delleconomia la eleva per lui a linea rossa capace di mostrare la preistoria della costituzione del paradigma della teologia economica. Da Ippolito no a Nicea il paradigma della teologia economica sarebbe sepolto da quello trinitario. In Ippolito si sarebbe prodotta unassolutizzazione del termine economia, che gi pu slegarsi dalleconomia della salvezza o dalleconomia di Dio e identicare lo strato preistorico che sar sepolto nella teologia trinitaria e che ora, con il governo neoliberale, riappare come operativo. Io non credo per che si debba concedere tanta importanza al passaggio di Ippolito, e non credo neppure che implichi unassolutizzazione che spiegherebbe lanbologia identicata al paragrafo 2. Paolo parla delleconomia del mistero della salvezza, cio del ritmo e del piano del governo di Dio e della sua rivelazione nel tempo degli uomini. Ma il mistero che si rivela nella sua integrit include la forma governativa della sostanza di Dio, la sua struttura trinitaria, e questo attraverso il semplice fatto che ci che si rivela lincarnazione. Di tutto questo parla Ippolito, che si riferisce al mistero delleconomia nella sua integrit, tanto della realt intradivina quanto di quella della salvezza, rispetto a Dio e rispetto a noi stessi. Chiaramente c uneconomia del mistero, diversamente da quel che dice Agamben51, il piano misterioso di Dio per rivelare il proprio mistero e quello della salvezza, la sua completa economia in quanto differente dalla monarchia del Dio ebraico o del Nous stoico. Piano misterioso per rivelare una realt misteriosa, questo spiega che solo nel presente si potuto alzare un Regno, un governo, un mistero di salvezza e una deicatio di tutti gli eletti e allo stesso tempo una conoscenza adeguata della sostanza di Dio. Misterioso il piano divino di redenzione come misteriosa la sua stessa costituzione trinitaria, larcano della divinit e larcano del suo governo, come sostiene Agamben52. Per poter affermare le dualit e le scissioni che abbiamo visto nel paragrafo 2, e ricomporre di nuovo la loro premessa gnostica, Agamben deve dire che in quella preistoria appare una Urworte, economia, con due signicati contraddittori e che producono aporie. Da Paolo no al paradigma pienamente trinitario, per, non c senso contraddittorio ma unit funzionale, dispiegata con impegno e lavoro concettuale, da Origene e Agostino. In realt, i signicati mantengono lunit funzionale perch non sono contraddittori. O sono funzionali solo perch tengono conto del decit insuperabile del governo imperiale e della sua difettosa teologia politica imperiale. Per questo il paradigma trinitario e il governo pastorale hanno trionfato sul governo imperiale nel tempo e ne hanno sradicato la legittimit teologica. Questo ci che mostrerebbe unadeguata
50 Cfr. S. Mitchell M. van Nuffelen, One God, Pagan Monotheism in the Roman Empire, Cambridge, Cambridge University Press, 2010. 51 RG, p. 53. 52 Ivi, p. 65.

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Jos Luis Villacaas

storia del concetto e unindagine fenomenologica sulle necessit che impone leconomia del tempo che soggiace alle due opzioni prese insieme, quella del governo pastorale e quella del governo imperiale. (traduzione dallo spagnolo di Paola Rudan)

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