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Turchia, scende la mortalit infantile

Ankara raggiunge ottimi risultati sul fronte della prevenzione, ma non deve abbassare la guardia, lo afferma lultimo rapporto dellUnicef La Turchia ha compiuto enormi progressi sul fronte della lotta alla mortalit infantile, assicura il rapporto dellUnicef Level and Trend in Child Mortality presentato venerd scorso, sebbene siano comunque necessari costanti sforzi per cercare di abbattere il tasso dei decessi infantili. I buoni risultati ottenuti da Ankara rientrano del resto in una situazione globale in continua accelerazione: il tasso mondiale di riduzione della mortalit infantile infatti aumentato da 1,2% lanno nel lustro 1990-1995 al 3,9% annuo del periodo 20052012. Le principali cause di mortalit tra i bambini sotto i 5 anni sono polmonite, nascite premature, asfissia neonatale, diarrea e malaria, ma il fattore pi diffuso e ostico da contrastare la malnutrizione, causa di circa il 45% dei decessi infantili. Ad ogni modo il lavoro da fare per intervenire pi efficacemente ed espandere la rete di aiuti e sostegni alle popolazioni del terzo mondo ancora lontano dallessere sufficiente, come rileva il documento; in media ogni giorno, infatti, continuano a morire quasi 6.000 bambini sotto i 5 anni. Le vite della maggior parte di questi bambini, dunque, potrebbero essere salvati se essi avessero accesso ad alcuni servizi di assistenza sanitaria di base, come quella durante e dopo il parto; farmaci a basso costo come gli antibiotici, pratiche come il contatto pelle a pelle tra madre e neonato e lesclusivo allattamento al seno per i primi sei mesi di vita. Negli ultimi ventanni la Turchia ha compiuto passi da gigante nella corsa alla riduzione della mortalit infantile, ottenendo importanti risultati: i 72 su 1.000 decessi infantili registrati nel 1990 hanno subito un discreto abbattimento, riducendosi a 14 su 1.000. Malnutrizione, polmonite, malattie neonatali, diarrea ed infortuni restano, comunque, i fattori principali dei decessi infantili. Quanto al resto della regione balcanica, in Bulgaria e Romania si rilevano 12 decessi infantili su 1.000: entrambi i Paesi hanno ottenuto risultati preziosissimi alla luce delle statistiche registrate dieci anni fa; in Romania 38 su 1.000, in Bulgaria 22 su 1.000, in Bosnia, Serbia e

Macedonia 7 su 1.000 e in Croazia e Grecia 5 su 1.000. Riguardo, invece, alle cause pi frequenti della mortalit infantile nei Balcani, il rapporto indica polmonite e malattie neonatali, sebbene i fattori principali dei decessi in Macedonia e Romania siano rispettivamente il morbillo e gli infortuni. Gli esperti dellUnicef, pur constatati i notevoli obiettivi raggiunti, indicano tra i principali ostacoli che intralciano il percorso verso un pieno abbattimento del tasso di mortalit infantile la scarsa educazione alla salute, la mancanza di accesso ai servizi sanitari di maternit, i problemi nella responsabilizzazione professionale del settore ostetrico, nonch linsufficiente promozione dell'allattamento al seno. Ayla Goksel, vicepresidente di unimportante ong di Istanbul che si occupa di combattere il fenomeno in Turchia, Mother and Child Education Foundation (ACEV), ha spiegato al sito internet Southeast Europe Times che grazie all'urbanizzazione, all'aumento dei livelli di reddito e alla crescita dellistruzione femminile che il tasso di mortalit infantile crollato costantemente nellultimo ventennio. "Tuttavia in alcuni indicatori come il tasso di mortalit e la malnutrizione siamo ancora molto indietro rispetto a numerosi Stati che hanno lo stesso reddito della Turchia", ha avvertito la Goksel. "Basti pensare che tuttora il 10 per cento delle donne residenti per lo pi nelle zone rurali del Paese - ha ricordato la direttrice dellong - partorisce senza l'assistenza di uno staff medico, ovvio che bisogna cercare in primo luogo di far fronte alle grandi disparit che lacerano il sud-est europeo. Comunque molti analisti ed esperti ritengono che Ankara ridurr ulteriormente il tasso di mortalit infantile nei prossimi anni grazie al nuovo sistema di vaccinazione nazionale, pi moderno ed efficiente e riesce a coprire il 97% della popolazione turca sotto i 5 anni.

Stipendi pubblici, salasso per Skopje


Un fondo da ben 10 milioni di euro da includere nella manovra di bilancio solo per finanziare le busta paga dei dipendenti statali albanesi Una cifra record, mai raggiunta da nessun governo macedone: ben 10 milioni di euro destinati esclusivamente a finanziare gli stipendi

degli impieganti statali appartenenti alla comunit albanese, in minoranza nel Paese pur costituendo un quarto della popolazione totale. Un bottino ricchissimo per le magre finanze di Skopje, gi martoriate dallesoso progetto di rinnovamento architettonico Skopje 2014, e da includere ancora nellattesa manovra di bilancio per lanno prossimo che, a quanto rileva il sito internet Balkan Insight, provocher quasi certamente una battaglia serrata in Parlamento tra la maggioranza governativa guidata dal premier Nikola Gruevski e lopposizione coordinata dal partito socialdemocratico. La stangata che le casse macedoni dovranno subire per finanziare tutti gli stipendi dei dipendenti pubblici albanesi, si mostra, dunque, ancora pi robusta di quanto preventivato nei giorni scorsi e in base al disegno di legge presentato venerd dallesecutivo, verranno allocati 1,4 milioni di euro in pi rispetto alla manovra di questanno. Tutto nasce da una delle tante strettoie presenti nella giungla di condizioni che correda lAccordo di Ohrid, il quale ha permesso nel 2001 la conclusione del conflitto civile tra la popolazione macedone e la comunit albanese, imponendo per una serie sterminata di vincoli e paletti. Tra gli obiettivi da centrare per raggiungere una pacifica convivenza, infatti, vi quello relativo allassunzione nel comparto pubblico di persone appartenenti alle minoranze etniche in Macedonia e principalmente alla comunit albanese. Del resto, nonostante lelargizione di fiumi di denaro, i punti fissati dallAccordo non sono stati neanche rispettati e la percentuale degli albanesi assunta nel pubblico impiego tocca il 18%, ma rimane distante dal 25% previsto dal documento. Ma c un altro e pi scottante punto da non tralasciare: i criteri di assunzione finiscono per rispondere pi a fattori quantitativi che meritocratici, un bubbone che si affianca allo storico clientelismo dilagante nel comparto statale macedone.

Bruxelles incoraggia Sarajevo


Nonostante la cancellazione degli ultimi fondi europei previsti per la Bosnia, lUe incita il Paese a risolvere i problemi pi scottanti La Commissione europea si attende che i leader politici della Bosnia superino finalmente i principali due ostacoli che le

impediscono di procedere nel cammino di integrazione nell'Ue: la mancata attuazione della sentenza Sejdic/Finci della Corte europea dei diritti dell'uomo e l'assenza di un meccanismo di coordinamento", ha sostenuto luned a Bruxelles Peter Stano, portavoce del commissario europeo all'allargamento, Stefan Fule, in vista del terzo round del dialogo di alto livello fra Ue e Bosnia Erzegovina. Secondo lagenzia Reuters, sulle due richieste chiave da parte della Commissione europea dalla Bosnia Bruxelles non si aspetta di discutere, ma di trovare una soluzione per il futuro, per evitare che la Bosnia venga lasciata indietro nel percorso di integrazione della regione. " nell'interesse dei bosniaci e degli stessi leader politici fare passi avanti", ha ribadito il portavoce. Il tempo, dunque, stringe per la Bosnia Erzegovina, in stallo da mesi: la sfida immediata quella di non perdere fondi europei gi previsti, ma che non possono essere investiti proprio a causa dell'assenza di un meccanismo di coordinamento interno che consenta un lavoro efficace con Bruxelles. Dopo aver eliminato cinque milioni di euro di finanziamenti, la commissione di monitoraggio dei fondi europei di pre-adesione dovrebbe raggiungere un accordo su altri 5 progetti, per un valore complessivo di 9 milioni di euro a breve. Due progetti riguardano il sostegno alle Pmi e al turismo (4,5 milioni di euro), sospesi dallo scorso 26 luglio, altri due l'inclusione sociale (3 milioni di euro) e l'ultimo il rafforzamento del processo di pianificazione nazionale nel Paese (1,5 milioni di euro).

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