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Un sogno dentro a un sogno

di Chiara De Giorgi Ogni cosa ha inizio in un sogno. O con un sogno. In ogni caso, finisce in un sogno. A volte il sogno non il tuo, ma quello di qualcun altro e tu ci capiti dentro, e va bene anche cos: sempre di un sogno si tratta, e a un certo punto, stanne certo, ti ritroverai nel tuo. O in un altro ancora. Insomma, un gran carosello di sogni, questa vita. Sogni che si mescolano, sogni che si spezzano, che si scontrano, che nascono in unesplosione di arcobaleni e muoiono in una pioggia di vetri infranti, che risorgono come fenici; sogni che donano speranza e sogni che conducono alla morte. Ce n di tutti i tipi, e solo ogni tanto ti dato di scegliere. A volte, davvero, il sogno ti capita e ti inghiotte e tu neppure te ne accorgi.

Stavo seguendo il sogno di un altro, quando sono caduta nel mio.

Il mio amico Aidan si era comprato una vecchia casa in cima a una collina. Per la verit, quando laveva comprata non era una casa. Era un rudere, una catapecchia, unautentica rovina. Lui per ci aveva visto dentro qualcosa di speciale, e laveva presa. Poco alla volta stava cercando di rimetterla a posto, ma i soldi erano sempre troppo pochi, e il tempo mai abbastanza. Il suo sogno stava per entrare nella categoria dei desideri insoddisfatti, quando la Comunit Europea acconsent a stanziare dei fondi per un progetto che Aidan stesso e altre famiglie della comunit avevano sottoposto tempo addietro: creare un villaggio completamente

autosufficiente, situato nella zona collinare attorno alla casa in ristrutturazione. stato pochi mesi dopo questo evento, che lho incontrato, al termine di una settimana di relax nel B&B di Ruth, che in pochi giorni era riuscita a diventare una delle migliori amiche che avessi mai avuto. Quella sera me ne stavo tranquilla a rimirare la luna piena, luminosa e bellissima, lasciando vagare i pensieri tra il tutto e il niente, stringendomi addosso il mio sformatissimo maglione grigio e crogiolandomi nellinsolita sensazione di sentirmi in pace e a casa, anche se casa era a pi di mille chilometri di distanza. Aidan mi si era avvicinato e mi aveva offerto una bottiglia di birra. Stava aspettando il marito di Ruth e aveva deciso di farlo sul portico dietro al B&B, dove io ero intenta ad assaporare minuto per minuto la mia ultima sera di vacanza. In effetti, salt fuori che

la birra era la sua, e che me laveva offerta solo per gentilezza, per rompere il ghiaccio, perch non si aspettava di trovare qualcuno sul portico e temeva di disturbarmi, e mille altre piccole ragioni simili. Questo me lo disse, per, non prima che io avessi svuotato la bottiglia per tre quarti. Tanto meglio cos, aveva concluso ridendo, visto che doveva guidare per una stradina sconnessa. E poi mi aveva raccontato del suo sogno, e della sua casa in cima alla collina. Ora, si d il caso che io provenga da una lunga stirpe di carpentieri. Che poi sia diventata insegnante di arte alle scuole medie un fattore secondario: ristrutturare un ambiente una passione che mi scorre nel sangue, vecchia di generazioni. Cos ho manifestato immediatamente il mio entusiasmo e attivamente alla realizzazione del suo sogno. Seppi in seguito che Philip lo aveva messo in guardia, assicurandogli che le donne non amano il fai-da-te e che io stavo di certo flirtando con lui proponendogli il mio aiuto. La qual cosa intopp lievemente il corso degli eventi, dal momento che Aidan gli credette e fu restio a farsi aiutare da me in seguito. Non conoscendolo, non sapevo come interpretare la sua reticenza, e fu Ruth a mettersi in mezzo e a sciogliere lequivoco. Cosa che, per inciso, disturb Philip, che aveva una cotta per me e non gradiva vedermi andare e venire dal sogno di un altro. Daltronde, cosa ho detto allinizio? Che la vita un carosello di sogni. Visto che avevo ragione? il desiderio di partecipare

Sogni intrecciati, sogni in evoluzione.

Aidan nella vita faceva il co-proprietario di un pub, dove organizzava anche delle belle serate con musica dal vivo. Ogni tanto, quando era ispirato e sufficientemente brillo, prendeva la chitarra e si metteva a suonare lui stesso. Il suo socio era uno serio, posato, la mente della situazione. Aidan era esuberante e si concentrava a fatica, quindi a lui toccava fare il braccio e spesso lo sapevo intento a scaricare il furgone con i rifornimenti quando era ancora buio, prima dellalba. Il socio di Aidan si chiamava John, e il suo sogno era sempre stato gestire un pub. Non riusciva a viverlo con serenit, tuttavia, a causa di sua moglie, Lucy, il cui sogno era invece essere sposata a John e avere tanti bambini da lui. Ne aveva avuti solo due, e non era soddisfatta. La frustrazione e la scontentezza avevano ingrigito quel matrimonio, e John aveva deviato dalla retta via intrattenendo una breve relazione con Susie, la ex-fidanzata di Aidan. Susie era una di quelle persone che siccome non

riescono ad avere sogni propri, trascorrono la vita a distruggere o incrinare i sogni altrui. Aveva stregato Aidan, ma non era mai stata innamorata di lui. Per lei, lui era un jolly, da tirar fuori quando le pareva, tanto diceva sempre s. Lo aveva preso e lasciato un numero di volte, ma dopo lultima Aidan era diventato pi forte e aveva imparato a dire no, inoltre aveva trovato il sogno della casa in cima alla collina, quindi Susie si era rivolta a John. Poi a un certo punto si era stancata ed era sparita.

Il sogno della casa in cima alla collina era diventato anche il mio, o cos credevo. In realt il mio sogno era molto, molto pi grande. Ci ero finita dentro senza neppure accorgermene, e ancora non lo vedevo. Mettevo da parte tutti i soldi che potevo, e a ogni occasione partivo per il B&B di Ruth: che fosse solo un fine settimana, o si trattasse di una vacanza pi lunga, ero sempre l. Quando ero lontana, pensavo alla casa, e quando ero sul posto, andavo a lavorare con Aidan per vederla prendere forma. Quanto ero contenta, che soddisfazione incredibile! Nel corso dellestate, i figli adolescenti di Ruth e i loro amici decisero di darci una mano: credo che quella fu lestate pi divertente della mia vita! Sono a mio agio con i ragazzini, visto che ci lavoro tutti i giorni, e mentre mi dedicavo a quel sogno insieme a loro ero serena, del tutto appagata. A volte si trattava di buttare gi una parete, altre di sistemare le assi del pavimento, o di verniciare una vecchia porta e in mezzo alla polvere, ai secchi e agli attrezzi, arrivava qualcuno con una cassa di bibite gelate, o partiva la musica e

interrompevamo i lavori per improvvisare strane danze o karaoke molto artigianali.

Sogni interrotti, sogni rubati, sogni abbandonati. Sogni solo da sognare.

La casa era quasi pronta. O meglio: la ricostruzione era quasi finita. Poi ci si sarebbe dedicati ai dettagli: imbiancare le pareti, pitturare le finestre, lucidare i pavimenti E una sera caddi attraverso un gradino di legno. Il che signific che andava ricontrollata tutta la scala che portava dal piano terra al primo piano, ma signific anche che mi incrinai qualche ossicino del polso sinistro. Il mio lavoro allinterno del sogno di Aidan era finito, almeno per quanto riguardava quello sprazzo di vacanza, visto che sarei dovuta ripartire per tornare a scuola nel giro di tre giorni.

In ospedale incontrai Philip, che anche se era un chirurgo volle controllare la fasciatura che mi avevano fatto al polso. La verit era che occupavo ancora il suo sogno, e proprio non gli piaceva che mi fossi fatta male camminando in quello di un altro. Il giorno seguente Ruth mi present Thomas, un nuovo ospite del B&B. Thomas era arrivato la sera prima, mi disse, e sarebbe ripartito la mattina dopo. Visto che non dovevo salire in collina per prendere a martellate qualcosa, avevo voglia di accompagnarlo a fare una passeggiata nei dintorni? Thomas aveva un viso simpatico e due baffetti molto intriganti, sopra un sorriso pulito. Mi confid che Thomas non era il suo vero nome. Lui era un musicista, piuttosto conosciuto nel paese da cui proveniva, e aveva avuto limpulso irresistibile di fuggire da tutto e da tutti per un paio di giorni. In quel lasso di tempo, intendeva dimenticarsi chi era e da dove veniva, e aveva pensato che un cambio didentit lavrebbe aiutato a vivere questo intermezzo al meglio. Pensai subito che il suo fosse decisamente un sogno folle, ma dentro di me riconobbi un sintomo familiare: la fuga dalla propria vita. Questa rivelazione fu uno shock: capii che tutte le volte che andavo in quel villaggio, tra quelle colline, in mezzo a quelle persone mi trasferivo dalla mia quotidianit dentro al mio sogno. Mi impedii di riflettere oltre, sorrisi a Thomas e ai suoi baffetti, e lo accompagnai su per il sentiero del bosco. Decisa a trarre il massimo da quel penultimo giorno di vacanza, da quello che ormai avevo riconosciuto come il mio grande sogno, e soprattutto dai baffetti di Thomas, trascorsi con lui una bellissima giornata in mezzo alla natura, lo invitai a prendere una birra al pub di Aidan e John quella sera, e a condividere la mia camera al B&B di Ruth quella notte. Il giorno dopo, vedendolo salire sul pullman che lo avrebbe portato in stazione, mi sentivo tranquilla. Ogni cosa era a posto: io avevo fatto parte del suo sogno e lui del mio. Ero invincibile: avevo finalmente capito come funzionava questa cosa dei sogni! Tornai al B&B con il sorriso ancora stampato in faccia, e Ruth mi guard con le sopracciglia aggrottate. Cosa era successo? Ruth mi offr un caff e una fetta di torta in cucina, e disse che voleva parlarmi da amica.

Scoprii che in parte avevamo unidea molto simile di cosa fossero i sogni e di come funzionassero e si sovrapponessero alla vita reale. Questo mi rese felice: bello concordare sulle cose importanti con le persone che consideri amiche. Poi, per, scoprii dellaltro. Scoprii che Aidan aveva preso labitudine di considerare me e la casa parte dello stesso lungo sogno, e la disinvoltura con cui io ne ero uscita per infilarmi in quello, brevissimo, di Thomas lo avevano ferito e sconcertato. Era possibile che io non ci avessi pensato? Che non avessi mai considerato che, una volta conclusa, la casa mi avrebbe offerto un nuovo sogno, insieme al suo proprietario? Rimasi senza parole. Era possibile? Certo, che era possibile! Cos invaghita del mio progetto, cos persa allinterno del sogno enorme e fino a ieri nemmeno riconosciuto, di una vita lontana dalla mia quotidianit, non avevo avuto occhi per niente e nessun altro. Cosa intendevo fare? Ruth mi invit a pensarci bene. Era chiaro che io tenessi molto ad Aidan, alla casa, a tutte le persone che avevo imparato a conoscere in quel villaggio, al villaggio stesso, alle colline, ai boschi che lo circondavano Avevo camminato nei sogni di tutti, l intorno, e tutti avevano fatto parte del mio. Perch non trasformare il mio sogno in realt?

Gi. Perch?

Il giorno dopo partii, per tornare alla mia vera casa, al mio lavoro, ai miei studenti. Non sono pi tornata al villaggio; non ho mai visto la casa di Aidan completata; non ho pi preso una birra al suo pub; non ho pi incontrato n lui, n Philip, n Ruth o i suoi figli, mai pi passeggiato in quel bosco o risalito la collina.

Il mio sogno era bello perch era un sogno. Se fosse diventato realt, cosa mi sarebbe rimasto, poi, da sognare? meglio avere un sogno infranto, o non averne affatto? La vita sogno, scrisse Caldern de la Barca. Ma a me piace pi sognare, che vivere.

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