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Regolamento di autodisciplina QUALITA' ED ETICITA' CORTOCIRCUITO FLEGREO revisione 4 modifiche post Assemblea del 19.05.

.2013 PREMESSA Il lavoro che segue considerato Struttura essenziale e basilare per una minima regolamentazione. La bozza che si propone all'assemblea frutto del lavoro del gdl Garanzia e Trasparenza individuato e nominato dall'Assemblea di CortoCircuito flegreo del 18 novembre 2012 da cui ha ricevuto mandato; Al fine di costruire regole minime condivise e a garanzia del processo di relazione trasparente tra i soci di Cortocircuito ( produttori e consum-attori) ci facciamo carico di elaborare regole, adempimenti, impegni, che siano il meno possibile onerosi e ostativi delle attivit produttive , di scambio e di relazione svolte nel CortoCircuito flegreo. Per i principi generali etici , ecologici e sociali rialleghiamo la Carta dei Principi e dei Valori che rappresenta il nostro Manifesto etico. L'associazione di filiera corta CortoCircuito flegreo, nelle situazioni di difficile operativit nell' adeguamento ai criteri e regole definite, si impegna a farsi carico della ricerca graduale delle soluzioni ottimali per le problematiche rilevate utilizzando il principio di responsabilit collettiva e di solidariet concreta . Il presente Disciplinare approvato dall'assemblea CCF condizione prioritaria e propedeutica all'avviamento del sistema di Garanzia Partecipativo SGP , strumento e meccanismo fondato sulla relazione cooperativa e solidale, la cui completa attuazione potr dare effettiva garanzia e trasparenza ai Prodotti e processi produttivi e cooperativi all'interno di CCF. Il presente Disciplinare approvato dall'assemblea CCF sar soggetto a revisione annuale al fine di apportare le giuste modifiche e integrazioni. ART. 1 - CRITERI E REQUISITI MINIMI GENERALI I criteri guida e requisiti generali della esperienza Cortocircuito sono informati da : Relazioni leali e cooperative, pratiche di co-progettazione , di coproduzione, scambio e costruzioni di filiere produttive ( superamento delle figure separate del consumatore e del produttore); divieto di commerciare merci non proprie o correlate alle proprie esperienze produttive; divieto delle produzioni convenzionali che fanno uso di chimica di sintesi e metodi e pratiche connesse (es: plastiche) ; Accettazione della coltivazione esclusivamente in Serre aperte e senza concia. Accettazione del disciplinare del Biologico secondo Regolamento CE 834/2007 con impegno a tendere ad una Agricoltura Organica agroecologica totale; Prassi della risoluzione collettiva delle problematiche ; autoriproduzione dei semi e dei materiali di propagazione o in alternativa l'acquisto collettivo tramite l'associazione;

rispetto dei diritti dei lavoratori e utilizzo dei contratti di lavoro agrari. Attenzione alle componenti ecologiche ed energetiche della Produzione (ad esempio: processi di recupero e smaltimento dei residui). Priorit allo scambio e alla fornitura interna . Auspichiamo Coerenza e aderenza ai principi e regole dettati dal Regolamento nella vita quotidiana ai fini di un reale progetto di cambiamento .

ART. 2 - CRITERI GENERALI E REQUISITI MINIMI DI PRODUZIONE Le attivit produttive agricole, zootecniche e di trasformazione devono essere concretamente orientate verso il progressivo adeguamento all'insieme dei seguenti principi e pratiche: 1. Fertilit del suolo. Loperatore impiega tecniche di lavorazione del terreno e
pratiche colturali volte a mantenere o ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo, ad accrescere la stabilit del suolo e la sua biodiversit, nonch a prevenire la compattazione e lerosione del suolo;

Si escludono le produzioni provenienti da aree geografiche della Campania che sono sospettate di inquinamento e in particolare quelle di pianura, vicino a corsi dacqua fiumi , laghi o lagni .

2. Rotazioni e sovescio. La fertilit e lattivit biologica del suolo sono


mantenute e potenziate mediante: la rotazione pluriennale delle colture, includendo ove possibile le leguminose, il sovescio, la concimazione con concime naturale di origine animale o con materia organica, preferibilmente compostati, di produzione biologica; luso di preparati biodinamici;

3. Concimi organici e minerali. In caso di necessit ammesso luso di concimi


e ammendanti solo se tali prodotti sono presenti nella tabella 1 (allegato I del Reg CE 834/2007 e successive modifiche). Il loro uso devessere esplicitato nel Piano di Gestione Aziendale.

4. Inquinamento. Tutte le tecniche di produzione vegetale evitano o limitano al


minimo linquinamento dellambiente;

5. Difesa delle colture. La prevenzione dei danni provocati da parassiti, malattie


e infestanti ottenuta principalmente attraverso la protezione dei nemici naturali ( lotta biologica), e pratiche agronomiche quali: la scelta delle specie e delle variet, la rotazione delle colture, le tecniche colturali e i processi termici (pirodiserbo, solarizzazione);

6. Prodotti per la difesa. In caso di determinazione di grave rischio per una


coltura, luso di prodotti fitosanitari ammesso solo se tali prodotti sono presenti nella tabella 2 (allegato II del Reg CE 834/2007 e successive modifiche). Il loro uso devessere esplicitato nel Piano di Gestione Aziendale.

7. Sementi e materiale di propagazione. Devono essere usate sementi e


materiali di propagazione ottenuti con metodo biologico in autoriproduzione ( con proposta vivaio da approvare) da aziende del circuito o con acquisti collettivi da consorzi bio (ad esempio arcoiris, civilt contadina) in equivalenza. Qualora nel comprensorio non siano presenti sementi e materiali di propagazione bio o del circuito, permesso - in deroga - luso delle stesse convenzionali a patto che le sementi non siano conciate (trattate con concimi chimici di sintesi) e il materiale di propagazione non sia stato trattato durante la sua coltivazione. E permesso, per le sole variet di conservazione (vecchie variet locali, non registrate presso lENSE), lo scambio di sementi tra produttori, anche non biologici, a patto che le sementi stesse non siano state conciate. Per la produzione di piantine da trapianto, sono utilizzati soltanto sementi ottenuti con metodo biologico in autoriproduzione ( proposta vivaio da approvare) da aziende del circuito o con acquisti collettivi da consorzi bio (ad esempio arcoiris, civilt contadina) in equivalenza. A questo scopo, la pianta madre da cui provengono le sementi e la pianta genitrice da cui proviene il materiale di moltiplicazione vegetativa sono prodotte secondo le norme stabilite nel presente regolamento per almeno una generazione o, nel caso di colture perenni, per due cicli vegetativi;

si allegano tabelle : Tabella I (concimi e ammendanti ammessi) e Tabella II ( Prodotti ammessi per al difesa delle piante) Disciplinare BIO allegato I e II del
Reg CE 834/2007 ;

Attivit zootecniche. (allevamenti) : Pascolo a rotazione; Sanit e benessere animale, Alimentazione animale (vedi specifiche) Attivit di trasformazione (Conserve e Cucinati) : vedi specifiche ART. 3 - SPECIFICHE SETTORIALI (regolamento di autodisciplina) - SCHEDA I: OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
1. Lolio extravergine deve provenire da olive coltivate dalle aziende dei

produttori aderenti a Cortocircuito e preferibilmente frante dai produttori nei frantoi dellarea di riferimento del comune dove localizzato loliveto o dei comuni limitrofi ad esso. Ci per non dilatare lintervallo di tempo che intercorre tra raccolta e molitura.
2. Le olive vanno raccolte preferibilmente allinvaiatura ( quando inizia la

colorazione violacea e il resto della drupa ancora verde). Le olive vanno molite preferibilmente nella stessa giornata di raccolta e non oltre 36 -48 ore dalla stessa.
3. Le olive raccolte vanno conservate, in attesa della molitura, in cassette di

plastica munite di fori per lareazione. La raccolta deve avvenire

preferibilmente a mano ( brucatura) o con rastrelli e/o scuotitori alimentati elettricamente. Le olive devono cadere su teli o reti gi predisposti e vanno riposte in cassetta al momento della raccolta, evitando di lasciarle sui teli per molte ore. Si eviteranno i rametti con troppe foglie e si scarteranno le olive troppo mature o con attacchi evidenti di mosca.
4. La coltivazione delloliveto si avvarr di concimazione organica o con

sovescio di favino e letame. I trattamenti anticrittogamici e antiparassitari ammessi sono quelli riconosciuti dal disciplinare del Biologico ( vedi allegati) [Osservazione suggerita e accolta]
5.

Sono ammessi solo produttori che abbiano oliveti in propriet o in affitto per garantire la qualit e cura del ciclo produttivo. lavorazione garantisce una migliore igienicit del processo . E' vietato il lavaggio con acqua non rinnovata in continuo;

6. La defoliazione ed il lavaggio delle olive come norma fondamentale di

7. Durante la lavorazione al frantoio si consiglia, in genere, di non superare

in fase di gramolazione la temperatura di 28 C e il tempo di unora, valori superiori influiscono negativamente sulla qualit dell'olio. In questa fase nel caso di frantoi non certificati biologici o nel caso di non lavaggio dell'impianto prima del passaggio delle nostre olive, esiste il primo possibile fattore di contaminazione, in quanto potrebbero essere presenti residui della gramolazione precedente, sia che si disponga di un frangitore meccanico che di molazza in pietra. Se l'impianto non certificato biologico o non viene lavato fra un'estrazione e l'altra, dichiararla come criticit .
8. Va raccomandata lestrazione dell'olio per separazione centrifuga. Questo

sistema offre la possibilit di ottenere un prodotto naturale, ricco di sostanze antiossidanti naturali, garantendo un'ottima igienicit del processo. E' preferibile rivolgersi a quei sistemi di estrazione che prevedano riduzioni dei volumi di acqua aggiunta al processo di estrazione.(verificare col proprio frantoio, questo passaggio).I vantaggi ottenibili con tale sistema di lavorazione possono essere cos riassunti: elevata igienicit del processo rapidit di lavorazione con riduzione dei tempi di sosta delle olive e conseguente contenimento dell'acidit dell'olio possibilit di completa pulizia dellimpianto per evitare contaminazioni o mescolanze della partita di olive biologiche in lavorazione con partite di olive convenzionali lavorate in precedenza -contenimento delle spese di energia e di manodopera migliori rese di estrazione ottenimento di olio con un elevato standard qualitativo, sempre che si contengano i volumi di acqua di processo utilizzati;
9. E' consentita lestrazione dellolio per pressione PREVIO accortenza e/o

utilizzo propri fiscoli [osservazione suggerita e accolta], in quanto esistono notevoli perplessit nella formazione della pila con i fiscoli, sorta di dischi, anticamente in fibra di cocco, oggi in nylon (nel biologico

obbligatoriamente in acciaio) sui quali la pasta viene spalmata per poi essere compressa(max 280 bar, max 1 ora). Questi fiscoli vengono infatti riutilizzati ininterrottamente per ogni partita di olive senza subire alcun lavaggio o depurazione a meno che non si disponga di propri .
10. E vietata la raccolta da terra di olive cadute spontaneamente ; 11. Lo stoccaggio dell'olio d'oliva si effettua utilizzando i serbatoi in acciaio

inossidabile. Per limitare e ritardare le alterazioni ossidative necessario evitare all'olio l'esposizione alla luce, all'aria ed alle temperature ambientali superiori ai 15-20 C. Secondo la legislazione italiana pu definirsi "extravergine" l'olio con acidit non superiore a 0.8 % (ricordiamo che l'acidit di un olio la misura inversamente proporzionale della sua digeribilit: in altri termini, pi un olio acido meno digeribile, e viceversa). E obbligatoria l'analisi dell'acidit.
12. Le etichette riporteranno lacidit dellolio ( espressa in grammi per 100

ml di prodotto) ,il laboratorio di analisi, la categoria merceologica ( extravergine, vergine, di oliva, ecc.) la zona di provenienza, preferibilmente della regione Campania, la data di scadenza ( generalmente dopo due anni),la variet delle olive ( p. es. ravece, ogliarola, pisciottana, ecc); la localizzazione dei propri appezzamenti (rif. Geografici, Comunali, Catastali, ecc.)
13. in ogni modo e' sempre preferibile e sara' prassi (anche autoformativa

di cortocircuito ) instaurare rapporti di interlocuzione e collaborazione con i titolari degli impianti di macinazione (frantoi) meglio se piccoli) in modo da potersi garantire le migliori condizioni e processi di trasformazione. [osservazione suggerita e accolta] - SCHEDA II: VINO 1. Il vino deve provenire da uve coltivate dai produttori soci di CCF e direttamente trasformate nelle proprie cantine. Sono ammessi solo produttori che abbiano vigneti in propriet o in affitto. 2. E ammessa la trasformazione da parte di soci non direttamente produttori, purch le uve provengano da produttori dellAssociazione che aderiscano al presente Regolamento di autodisciplina 3. E opportuna la concimazione dei terreni a vigneto con concimi consentiti dal disciplinare biologico o comunque concimi organici come il letame o, in alternativa, il sovescio con favino. Si consiglia di impiegare come prodotti antioidici consentiti Tiovit Jet o Zolfo bagnabile e come antiperonosporici Coprantol o Poltiglia Bordolese avendo cura di non superare i 6 Kg di rame per ettaro secondo il disciplinare biologico. Per la botrite non va fatto alcun trattamento in quanto non dannosa in piccole quantit e contribuisce alla fermentazione malolattica del vino

conferendo allo stesso un discreto bouquet .I trattamenti anticrittogamici e antiparassitari ammessi sono quelli riconosciuti dal disciplinare del Biologico ( vedi allegati) [osservazione suggerita e accolta] 4. Si ritiene fondamentale ladozione di pratiche di agricoltura (biologica,biodinamica, sinergica) e la coltivazione di vitigni autoctoni. compatibile

5. Nella vinificazione, sono esclusi espressamente lieviti o altri additivi da ogm, cos come lutilizzo di trucioli per linvecchiamento. Sono peraltro ammessi i lieviti provenienti da uve autoctone preferibilmente campane 6. Per il solfitaggio: si sottolinea che consentito il bisolfito di potassio mentre VIETATO il bisolfito di ammonio. I bisolfiti alcalini- bisolfito di sodio e metabisolfito di potassio- si presentano sotto forma di cristalli, di polvere o di pastiglie di facile impiego, con dissoluzione al momento delluso. Il metabisolfito di potassio da preferire al bisolfito di sodio, perch non arricchisce il vino in sodio; d praticamente la met del suo peso in SO2 pura. Per es. 100 g di metabisolfito danno 50 g di SO2. Limpiego dei bisolfiti alcalini limitato dalla legislazione a 200mg/l, cio 100 mg/l di SO2. Bisogna ricordarsi che i vini non devono essere solfitati in presenza di lieviti per evitare la formazione di aldeide acetica. 7. Lossidazione dei vini pregiudizievole alla loro qualit. Il colore diventa scuro e il gusto si altera. Si dice che i vini maderizzano. Il modo migliore di proteggere il vino dalle ossidazioni evidente: non lasciare lossigeno, cio laria, a contatto col vino. Il metodo pi conveniente ma imperfetto quello della colmatura giornaliera dei vasi vinari. La migliore conservazione dei vini in recipienti di acciaio inox e sotto atmosfera controllata di gas inerte ( azoto ). Ad ogni modo si consiglia limmediato imbottigliamento del vino, subito dopo lultimazione dei travasi, adottando possibilmente tappi in sughero o altrimenti quelli in plastica muniti di gabbiette, in modo da evitare sollevamenti del tappo indotti da fuoriuscita di CO2 e conseguenti alterazioni del vino. 8. Le etichette progettate da Cortocircuito riporteranno lanalisi della gradazione alcolica e lanalisi sullanidride solforosa contenuta nel vino. E ammessa anche lanalisi fatta direttamente dal produttore con letilometro ; le analisi sullanidride solforosa vanno fatte nei laboratori specializzati (costa tra i 10/20 presso la Borsa Merci di Napoli); E importante definire sulla scheda del produttore di vino la localizzazione dei propri appezzamenti (rif. Geografici, Comunali, Catastali, ecc.) - SCHEDA III: FRUTTA E ORTAGGI 1. Gli ortaggi e la frutta devono provenire dai produttori aderenti al CCF 2. La frutta e gli ortaggi sono caratterizzati da stagionalit, territorialit, buona qualit organolettica e tipicit dei prodotti. Vanno utilizzate tecniche di lavorazione del terreno e pratiche colturali atte a

salvaguardare o ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo, ad accrescere la stabilit del suolo e la sua biodiversit, nonch a prevenire la compattazione e lerosione del suolo. La fertilit e lattivit biologica del suolo sono mantenute e potenziate mediante la rotazione pluriennale delle colture, comprese leguminose e altre colture da sovescio, e la concimazione con concime naturale di origine animale o con materia organica, preferibilmente compostati, di produzione biologica; 3. Il materiale di riproduzione (semi e piante) preferibile che sia autoprodotto. Deve essere non ogm e non ibrido. In alternativa deve provenire da agricoltura biologica. 4. Tutte le tecniche di produzione vegetale evitano o limitano al minimo linquinamento dellambiente (uso di mezzi meccanici a motore, uso razionale di poltiglia bordolese, ecc.) La prevenzione dei danni provocati da parassiti, malattie e infestanti ottenuta principalmente attraverso la protezione dei nemici naturali, la scelta delle specie e delle variet, la rotazione delle colture, le tecniche colturali, i processi termici, uso di sostanze organiche (macerati, propoli ecc.). consentito lutilizzo di insetti e organismi utili a contrastare parassiti e funghi, inoltre consentito luso di insetticidi e fungicidi naturali: piretro, bacillus thuringiensis, macerato dortica, solfato di rame detto anche poltiglia bordolese, ossicloruro di rame e zolfo. Luso di concimi e ammendanti ammesso solo se tali prodotti sono stati autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica. E altres consentito luso di concimi organici: stallatico, pollina, compost autoprodotto, concime di origine animale autoprodotto di provenienza biologica. Non consentito luso di concimi minerali azotati; In caso di determinazione di grave rischio per una coltura, luso di prodotti fitosanitari ammesso solo se tali prodotti sono stati autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica. E vietato lutilizzo di concimazioni e diserbanti chimici, anticrittogamici, insetticidi chimici, ormoni, anticipatori di maturazione, mezzi chimici per modificare la forma delle piante, portainnesti nanizzanti, colture senza suolo. I prodotti per la pulizia e la disinfezione nella produzione vegetale sono utilizzati soltanto se sono stati autorizzati per luso nella produzione biologica 5. I produttori si impegnano a rispettare pienamente i tempi di carenza, nel caso di utilizzo di antiparassitari consentiti dal punto 4). 6. La raccolta di vegetali selvatici e delle loro parti, che crescono naturalmente nelle aree naturali, nelle foreste e nelle aree agricole, ammessa a condizione che:

a) queste aree non abbiano subito trattamenti con prodotti diversi da quelli autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica, per un periodo di almeno tre anni precedente la raccolta; b) la raccolta non comprometta lequilibrio dellhabitat naturale e la conservazione delle specie nella zona di raccolta. 7. La coltivazione in serra ammessa solo per protezione (senza riscaldamento), con rotazione delle colture, e va dichiarato in etichetta. Si possono avere massimo un 20% di serre rispetto alla terra posseduta, in affitto o in comodato d'uso. 8. E vietata la pacciamatura di plastica. 9. Per la conservazione post raccolta, vietato qualsiasi uso di conservanti chimici, antimuffa, antigerminanti. Nel caso della frutta, la conservazione pu essere effettuata con lutilizzo del freddo. - SCHEDA IV: PRODUZIONI CEREALICOLE E LORO DERIVATI 1. Si prediligono produzioni cerealicole non estensive integrate in un contesto rurale ed auspica processi di co-produzione e collaborazione protesi alla co-gestione di tale preziosa risorsa . non sono ammessi prodotti di sintesi di alcun genere, e sono consentite esclusivamente concimazioni organiche 2. I cereali dovranno essere prodotti su lotti di terreno censiti al momento dei lavori di preparazione, numerati in ordine cronologico, con indicazione dell'anno di produzione e della superficie 3. I lavori di preparazione nel rispetto della vocazione storico-morfologica dei terreni , dovranno prediligere sistemi preventivi vegetali di sovescio di oleaginose inserite in rotazioni preferibilmente triennali e con un periodo di riposo non inferiore all'anno successivo alla produzione dei cereali 4. Da prediligere vangatrice, erpici, dischi, mangano e frangizolle, rispetto alla fresatura 5. Nel caso di terreni in conduzione bisogna menzionare nelle schede di autocertificazione per ogni lotto i rapporti intrapresi con i conduttori dei terreni e valutare il livello di empowerment da parte di corto circuito e viceversa 6. Utilizzare esclusivamente un tipo di seme precedente alle modifiche genetico-molecolari, apportate ai cereali. (creso) 7. Non eccedere negli stoccaggi (preferibilmente un mese) e prediligere confezionamenti in fibra naturale

8. Le operazioni di macinatura previa svecciatura del raccolto, vanno effettuate esclusivamente a macina di pietra, e sulle confezioni va menzionato il lotto di provenienza e la data della macinatura 9. Le trasformazioni e i prodotti da forno vedranno l'esclusivo utilizzo di lievito madre per la panificazione, e di lieviti naturali per gli altri trasformati 10. Anche per i trasformati va menzionato ( in etichetta) il lotto di provenienza e la data di molitura dei prodotti reperiti all'interno del circuito o in approvvigionamento collettivo; e' da escludere l'utilizzo di farine molite a cilindri e "00". 11. In caso di carenza di prodotti , il gruppo approviggionamenti collettivi si occupera' di intraprendere relazioni di collaborazione con produttori che maggiormente si accostano ai criteri del regolamento di autodisciplina del ccf o eventualmente filiere riconosciute dell'economia solidale.

- SCHEDA V: TRASFORMATI DA FORNO E CUCINATI


1. Tutti gli ingredienti devono essere tracciabili ed indicati sulle apposite

schede da banco che accompagneranno i singoli trasformati anche per garantire il consum-attore da eventuali intolleranze e/o preferenze alimentari;
2. Gli ingredienti utilizzati possono essere autoprodotti secondo gli specifici

disciplinari o reperiti presso i produttori aderenti a CCF, quindi garantiti, anche per finalit di economia solidale ( a tal fine vedi articolo sulla tracciabilit );
3. Qualora non sia

possibile reperire tali "elementi" internamente, dovranno preferirsi prodotti bio provenienti da altri "circuiti" individuati e consigliati da CCF; eventuale integrazione con lieviti da fermentazione naturale, qualora fossero necessari, dovr essere specificata in etichetta.

4. Per la panificazione si richiede l'utilizzo di lievito madre ( pasta acida) ,

5. E' vietato l'utilizzo di miglioratori e coadiuvanti per panificazione,

additivi, stabilizzanti, conservanti, esaltatori dei sapori, farine maltate ed estratti di malto, coadiuvanti enzimatici, lecitine ed emulsionanti, coloranti, lucidanti, cere, aromi artificiali
6. E' vietato l'utilizzo di qualunque semilavorato industriale o paste crude

surgelate

7. Nei dolci vietato l'utilizzo di uova liofilizzate e/o congelate, di grassi

idrogenati, margarina, strutti raffinati ,emulsionanti, lo zucchero raffinato


8. Il burro deve essere biologico e, vista la difficolt di reperimento di tale

materiale, preferibile sostituirlo o integrarlo con olio biologico.


9. Per le modalit di somministrazione si prescrivono

tutte le misure

precauzionali possibili ; - SCHEDA VI: CONSERVE VEGETALI ALIMENTARI 1. La trasformazione delle conserve sia dolci che salate dovr riguardare esclusivamente frutta e verdura di propria produzione, o proveniente da coltivatori appartenenti allassociazione Corto Circuito o da produzioni biologiche . 2. I vegetali utilizzati per la trasformazione devono essere coltivati secondo i criteri fissati nel Regolamento di autocertificazione dell'ortofrutta. 3. Gli altri ingredienti utilizzati devono avere preferibilmente di provenienza locale ad eccezione dello zucchero, del sale e delle spezie. E vietato lutilizzo di ingredienti disidratati e liofilizzati e di aromi sintetici. Lo zucchero utilizzato deve essere esclusivamente di canna e di provenienza biologica. Lolio utilizzato esclusivamente extravergine doliva proprio o proveniente da produttori aderenti a Corto Circuito 4. E vietato lutilizzo di pectine, enzimi e qualsiasi tipo di conservanti, edulcoranti, additivi, addensanti, gelatinizzanti, emulsionanti, stabilizzanti, e coloranti. 5. Letichetta dei prodotti in vendita deve essere il pi chiara possibile, evidenziando la tracciabilit degli ingredienti e della trasformazione (specificando nel caso delleventuale lavorazione presso laboratorio di terzi il nominativo del medesimo laboratorio). Inoltre dovr indicare la data di produzione e i dati del produttore. 6. La lavorazione dei prodotti pu avvenire usando la propria cucina ma nel rispetto di alcune accorgimenti fondamentali per la sicurezza del prodotto da pericoli di botulino, fermentazioni ed alterazioni. I parametri da controllare sono Ph del prodotto finale, pastorizzazione con esposizione minima al calore e uso di recipienti sterilizzati e tappi nuovi. Comunque sar obbligatorio per tutti i trasformatori, partecipare ad un incontro informativo organizzato allinterno

del Circuito riguardante relativa sicurezza.

la

trasformazione

alimentare

- SCHEDA VII: CARNE SUINA E SALUMI 1. La carne suina proviene da animali nati e allevati allinterno della stessa azienda, preferibilmente da razze autoctone. Chi alleva suini per autoconsumo ed ha intenzione di portare parte della carne al mercato deve acquistare i suinetti, se non provenienti dal proprio allevamenti, da produttori aderenti allAssociazione Corto Circuito a da allevamenti certificati biologici. 2. I suini devono essere macellati dopo aver raggiunto almeno 12 mesi di vita, ad eccezione dei suinetti macellati per preparazione culinarie diverse come la porchetta. 3. Lallevamento deve rispondere ai requisiti riconosciuti di benessere animale. Preferibilmente allo stato brado e semibrado. Comunque ogni animale deve avere un ricovero di almeno 5 mq di superficie a capo, uno spazio allaperto a cui accedere liberamente e la possibilit di grufolamento e comunque che sia garantito un minimo di ore (1-2 ore al giorno) per la deambulazione. 4. In caso di Allevamento da carne si richiede la documentazione ASL di competenza seguente: copia della prima pagina del Registro carico e scarico copia del Registro trattamenti terapeutici In caso di allevamento per Autoconsumo si richiede la documentazione seguente: copia del registro di carico e scarico copia della visita del veterinario obbligatoria quando si macella. 5. Alimentazione: ogm free; essenzialmente di propria produzione. Nel caso siano necessarie integrazioni alla propria produzione, si richiede che siano alimenti di provenienza locale e preferibilmente con certificazione biologica. Sono vietati gli insilati, le vitamine e gli integratori di sintesi, gli antibiotici e i tamponanti. 6. Per la macellazione che normalmente dobbligo effettuare presso un macello comunale, se lallevatore opta comunque per la macellazione in azienda richiesta una ispezione ante e post mortem dell animale da parte di un veterinario dellazienda o incaricato da corto circuito.
7. I salumi possono provenire esclusivamente da carne dei propri

allevamenti o da allevamenti del Circuito. E vietato luso di conservanti, coloranti o additivi, mentre gli aromi naturali aggiunti devono essere indicati in etichetta. E possibile solo luso di budelli naturali e metodi di essiccazione naturale o tradizionale.

- SCHEDA VIII: CARNE BOVINA, OVINA, CAPRINA 1. La carne proviene da animali nati e allevati allinterno della stessa azienda, preferibilmente da razze autoctone. 2. Lallevamento deve rispondere ai requisiti riconosciuti di benessere animale, preferibilmente allo stato brado o semibrado (ricovero con esterno e pascolo) oppure, in caso di stabulazione libera, dovr essere assicurato uno spazio sufficiente per animale in ogni posta. 3. Alimentazione: ogm free; essenzialmente di propria produzione. Nel caso di integrazioni alla propria produzione, si richiede che siano locali e preferibilmente con certificazione biologica. Sono vietati gli insilati, le vitamine e gli integratori di sintesi, gli antibiotici e i tamponanti. 4. In caso di Allevamento da carne si richiede la documentazione ASL di competenza seguente: copia della prima pagina del Registro carico e scarico copia del Registro trattamenti terapeutici In caso di allevamento per Autoconsumo si richiede la documentazione seguente: copia del registro di carico e scarico copia della visita del veterinario obbligatoria quando si macella. - SCHEDA IX: MIELE 1. Il miele deve essere solo di propria produzione. 2. Gli apiari devono essere collocati ad almeno 1 km da luoghi degradati (autostrade, impianti industriali, discariche, ecc), con inquinamento ambientale o tali da compromettere le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche del miele. 3. Gli unici metodi di allontanamento delle api dallalveare sono del tipo apiscampo, soffiatore, essenze di vegetali; escluso luso di sostanze repellenti. 4. Nella gestione sanitaria degli apiari, sono esclusi formulati chimici di sintesi. 5. La nutrizione artificiale (ammessa solo in condizioni ambientali particolarmente critiche) deve essere comunque sospesa almeno 15 giorni prima della posa dei melari. 6. E vietata la pastorizzazione; inoltre, durante la fase di confezionamento, il prodotto non pu essere riscaldato oltre i 40. 7. vietata ogni alterazione del miele di propria produzione, in particolare:

nutrire con qualsiasi tipo di sostanza le api durante il raccolto, aggiungere miele di estranea provenienza al proprio prodotto. 8. Per la vendita al dettaglio, il prodotto: deve essere posto in recipienti di vetro; non deve avere residui o sporcizia dovuti a una mancata o errata filtrazione; non deve presentare unumidit superiore al 18 %; non deve presentare degradazioni, cattive conservazioni, separazioni in fasi. 9. E' severamente vietata ogni alterazione del gusto del miele autoprodotto, tipo aggiungere essenze (anche naturali) in grado di ottenere gusti particolari. (Es: produco e vendo miele d'agrumi aggiungendo ad una base di millefiori l'essenza di agrumi, etc...)

- SCHEDA X: FORMAGGI E PRODOTTI CASEARI

1. I prodotti caseari sono ottenuti e dalla trasformazione del latte di animali allevati in azienda o con lacquisto di latte proveniente da allevamenti aderenti all Associazione Corto Circuito o in caso di indisponibilit di questi, da allevamenti esterni al circuito. In questo caso obbligatorio che gli allevamenti siano controllati dal punto di vista igienico sanitario, con alimentazione al pascolo, con la possibilit di effettuare da parte degli associati di Corto Circuito una visita in azienda per il controllo dellubicazione delle superfici di pascolo, dellalimentazione e inoltre per prendere visione dellattualit del registro carico-scarico 2. Lallevamento deve rispondere ai requisiti riconosciuti di benessere animale (semibrado, stalla con accesso al pascolo); 3. Alimentazione: ogm free; essenzialmente di propria produzione. Nel caso siano necessarie integrazioni, si richiede che siano foraggi di provenienza locale e mangimi e cereali preferibilmente locali e/o con certificazione biologica. Sono vietati gli insilati, le vitamine e gli integratori di sintesi. 4. Le trasformazioni avvengono direttamente nei locali aziendali. 5. ammessa sia la lavorazione a latte crudo sia con latte pastorizzato. Il metodo di lavorazione dovr comunque essere specificato nelle informazioni al consumatore. 6. Non ammesso lutilizzo di alcun tipo di conservante, additivo, colorante. 7. Non ammesso lutilizzo in crosta di antimuffa, antiacari o paraffina. 8. E ammesso lutilizzo di caglio naturale, ossia o di origine vegetale (estratto ottenuto dai fiori del cardo selvatico) o di origine animale ( estratto dallo stomaco di vitelli o ovini caprini lattanti o di maiale). Non ammesso lutilizzo di coagulanti (caglio di origine microbica o ottenuto

da organismi geneticamente modificati) - SCHEDA XI: POLLAME E UOVA 1. La carne in vendita ottenuta da animali nati e allevati allinterno della stessa azienda, preferibilmente da razze autoctone. obbligatorio lacquisto di pulcini da allevatori dellassociazione Corto Circuito o nel caso di indisponibilit vietato lacquisto di polletti e possibile solo lacquisto di pulcini (animali che non hanno ancora cambiato le piume) 2. Lallevamento deve rispondere ai requisiti riconosciuti di benessere animale. E vietato lallevamento in gabbia. Dovr essere garantito uno spazio di almeno 5 mq a capo per il ricovero e uno spazio allaperto dove razzolare adeguato al numero di pollame presente. [Osservazione suggerita e accolta.] 3. La macellazione non potr avvenire al di sotto dei 4 mesi di vita. 4. Alimentazione: ogm free; essenzialmente di propria produzione. Nel caso di integrazioni alla propria produzione, si richiede che siano locali e preferibilmente con certificazione biologica. Sono vietati gli insilati, le vitamine e gli integratori di sintesi, gli antibiotici e i tamponanti. 5. Uova: possibile la vendita di sole uova provenienti da propri allevamenti tenuti secondo il seguente disciplinare. - SCHEDA XII: BIRRA 1. La birra artigianale un prodotto della terra e in tal senso dovr rappresentare il pi possibile le colture locali e incentivare lo sviluppo qualitativo delle materie prime necessarie per la sua produzione. 2. Il produttore o la produttrice di birra artigianale e biologica che aderisce a corto circuito flegreo si impegna a ricercare, sperimentare e produrre rispettando questo criterio. 3. Individuiamo come fornitore prevalente di malto d'orzo pils, monaco e vienna la malteria Agroalimentare di Melfi, con orzo certificato Icea proveniente dalla Basilicata e dall'Alta Murgia Pugliese. 4. I malti speciali biologici possono essere acquistati dalla Malteria Tedesca Weyermann certificata biologica. 5. L'acqua pu essere di fonte (molto meglio) o di acquedotto, ma in questo caso con necessit di installare un addolcitore alle tubazioni. 6. Il luppolo pu essere acquistato nel Nord-Europa (in Italia non disponibile), privilegiando le produzioni biologiche (solo due). E' consentito, in una fase iniziale di produzione, anche l'uso di luppolo non biologico, vista la limitata quantit utilizzata per la produzione dallo

0,5% al 5% e le scarse produzioni biologiche sia in Europa che in Italia. E' obbligatorio avviare a titolo personale o in collaborazione con i produttori e le produttrici del circuito, coltivazioni di luppolo in Campania. Ogni anno si andr a verificare il livello di crescita e di miglioramento qualitativo del piante di luppolo, con l'obiettivo di riuscire ad utilizzare solo luppolo campano. 7. I cereali, grano, avena, farro, orzo, segale vanno acquistati all'interno del circuito certificati/autocertificati biologici e biodinamici e se non sono disponibili possono essere acquistati all'esterno, ma rigorosamente da coltivazioni locali e di origine biologica/biodinamica. 8. Gli aromatizzanti, quali carrube, nocciole, castagne, mandorle, fichi ed altro sono reperibili all'interno del circuito e solo se non disponibili posson essere acquistati all'esterno, con certificazione/autocertificazione biologica. Non sono ammessi aromatizzanti chimici. 9. Lo zucchero necessario per aromatizzare e carbonare di canna integrale, acquistato dal circuito del commercio equo e solidale e certificato biologico. 10. Sono ammessi i lieviti di ceppo saccharomyces cerevisiae, in stato liquido o secco. Ne consigliato il riutilizzo fin quando possibile. 11. Il processo di produzione pu essere manuale o semiautomatico, per infusione o decozione, in contenitori di acciaio inox. Il calore pu essere prodotto tramite corrente, gas/metano. Avendone le possibilit, si consiglia di scegliere una caldaia a pellet o a legno collegata all'impianto. 12. Non ammessa la pastorizzazione e la microfiltrazione, per mantere tutte le propriet nutrizionali della birra. 13. Non consentito l'uso di conservanti. Si consiglia la conservazione in cantina a temperatura massima di 15, di evitare l'esposizione al sole e troppi sbalzi di temperatura. 14. Il raffreddamento del mosto da 100 a 20 per l'inoculazione del lievito, la fase in cui si verifica il maggiore consumo d'acqua di tutta la produzione. Il consumo riguarda anche il lavaggio e la sterilizzazione dei fermentatori e delle bottiglie, per un consumo totale pari a 1 lt di birra per 5-7 lt di acqua. Per questo il birrificio si impegna a riutilizzare il pi possibile l'acqua. 15. Il processo di fermentazione avviene in tini di acciaio inox o botti, successivamente pu essere passata in bottiglie di vetro scuro o trasferita nei maturatori, sempre in acciao inox o botti. 16. Non ammesso l'utilizzo di anidride carbonica durante tutto il processo di fermentazione.

17. La rifermentazione in bottiglia avviene a temperatura tra 20-25 e la maturazione non pu superare i 20 per una corretta conservazione del prodotto. 18. Pu essere venduta rifermentata in bottiglia o alla spina, con lapposita etichetta progettata dallassociazione Cortocircuito. 19. Le etichette progettate da Cortocircuito riporteranno gli ingredienti, l'origine, le quantit utilizzate. 20. Viene puntualizzato che ladesione al presente Regolamento dovr comunque essere accompagnata da una buona qualit organolettica e da caratteristiche di tipicit dei prodotti, che potranno anche essere valutate in apposite commissioni di degustazione.

- SCHEDA XIII: PRODOTTI ERBORISTICI - SAPONI E DETERSIVI


1. Metodo di Lavorazione: I metodi di lavorazione dei saponi sono due: a

caldo o a freddo. Rispetto allimpatto ambientale quello a freddo ad impatto inferiore per il minor consumo di gas, a meno che non si usa fuoco a legna
2. Ingredienti:

SODA: si pu usare la soda caustica e la liscivia la cui produzione conveniente solo se prodotto con fuoco a legna. La soda pu essere dannosa per chi la lavora per le inalazioni ma con un ottimale processo di saponificazione, non ne rimane traccia nei saponi finali. Resta di fatto che la soda un prodotto chimico. Comunque lingresso di nuovi produttori di saponi deve essere preceduto da un accertamento della correttezza del metodo di lavorazione, per la sicurezza del prodotto finale. GRASSI: sono ammessi grassi sia di origine animale che vegetale. Per i saponi da bucato ammesso che gli oli siano oli riciclati, per incentivare lo smaltimento utile degli stessi, per i saponi per il corpo, gli oli di oliva dovrebbero provenire dai produttori di CCF usando disponibilit di oli di annate precedenti a prezzi pi convenienti. Nel caso di indisponibilit da parte dei produttori del CCF, la fornitura pu essere effettuata, tramite indicazioni del CCF. Gli altri tipi di oli utilizzati per i saponi devono essere di provenienza da agricoltura biologica o selvatica.Non ammesso luso di olio di palma dato il problema emerso delle deforestazione delle palme. COLORANTI: sono preferibili coloranti naturali OLI ESSENZIALI: sono ammessi oli essenziali puri da agricoltura biologica

o selvatica. E vietato lolio essenziale di sandalo in quanto proveniente da alberi in via di estinzione, muschio bianco e ambra, perch proveniente da trattamenti su animali. Sono da incentivare gli oli da essenze mediterranee. Sull'acqua distillata [Osservazione suggerita e rimandata ad ulteriore approfondimento] - ERBE FRESCHE O ESSICATE AD USO ALIMENTARE O TISANE
1. Le erbe fresche aromatiche mangerecce coltivate (quindi bene

identificate): rosmarino, timo, aneto, basilico, prezzemolo, salvia, calendula, coriandolo possono essere considerate come ortaggi, coltivati secondo il disciplinare sullortofrutta
2. Per le Erbe fresche mangerecce e aromatiche selvatiche si ricorda: di raccogliere piante selvatiche in luoghi puliti (terreno biologico,

selvatico pulito) di essere sicuri dellidentificazione della pianta, della parte da raccogliere e del momento balsamico della raccolta. In caso di dubbio si chiede a qualcuno prima di raccoglierne quintali e di portarli al mercato di conoscere gli usi della pianta ed eventuali contro indicazioni

Rientrano in questa categoria le piante selvatiche mangerecce tipo ortica, tarassaco, radicchio di campo, rosolaccio, boraggine e le aromatiche selvatiche tipo timo serpillo - COSMETICI O TRASFORMATI ERBORISTI AD USO TOPICO Rientrano in questa categoria : unguenti, olii di massagio, balsamo, dentifricio, deodoranti, trucchi. Al momento non ammesso la produzione di creme per il corpo. Per gli unguenti ammesso luso di oli essenziali puri da agricoltura biologica o selvatica. Gli altri ingredienti ammessi sono solo prodotti erboristici o farmaceutici possibilmente biologici. Nel caso degli oleoliti si ricorda: di raccogliere piante selvatiche in luoghi puliti (terreno biologico, selvatico pulito) di essere sicuri dellidentificazione della pianta, della parte da raccogliere e del momento balsamico della raccolta. di conoscere le buone pratiche di estrazione, filtrazione, conservazione di conoscere gli usi dell' estratto della pianta ed eventuali contro indicazioni Si devono rispettare le condizioni di igiene di base per la realizzazione

degli estratti e preparati. Sono ammessi contenitori di plastica a uso cosmetico perch proteggono da alterazioni dalla luce. Chi vuole usare contenitori di vetro deve proteggere il contenuto con etichette o sacchetti - PRODOTTI TERAPEUTICI Questi prodotti hanno propriet forti che possono interagire con medicinali o hanno delle contro-indicazioni o delle precauzioni di uso da evidenziare in etichetta. Rientrano in questa categoria: tinture madri, gemmoderivati, oli essenziali, enoliti (vini terapeutici), acetoliti (aceti terapeutici), brutoliti (birre terapeutiche), sciroppi, mieliti.

- SCHEDA XIV: ARTIGIANATO (non ancora pronta)


ART. 4 - ETICHETTATURA E ESPOSIZIONE AL BANCO. Molte prescrizioni sull'etichettatura sono gi evidenziate all'interno delle schede specifiche. Tutti i prodotti sono etichettati. Letichetta e la scheda banco devono contenere i seguenti dati: produttore (Anagrafica: Nome, o Marchio, Telefono, mail) luogo esatto di produzione (paese, provincia) modalit di produzione (organica, biologico, biodinamico) data di produzione del prodotto, ingredienti utilizzati con specifica interna CCF o Esterna metodi e processi di produzione impiegati (es olio a freddo) lavoratori impiegati; Si ribadisce che le suddette informazioni devono essere presenti nella scheda banco per i seguenti prodotti: I prodotti sfusi (tipo ortaggi, frutta, legumi, uova, farina) I prodotti cucinati I prodotti trasformati Le schede e le etichette sono confrontate con una scheda riepilogativa in carico al Gdl Coerenza e aderenza al disciplinare qualit e eticit (CAD), Corto Circuito flegreo che tiene in evidenza anche le colture programmate e le variazioni comunicate. Il lavoro di etichettatura va terminato entro e non oltre due (2) mesi da questa data. Per i produttori con difficolt a fare le proprie etichette Ccf propone di approvare in assemblea lindividuazione di un socio e un sostituto di riserva,

per prepararle dietro rimborso base. Sulle etichette o sulle schede sono indicati I VALORI AGGIUNTI DELLE PRODUZIONI ( ad esempio semi autoprodotti , produzioni da variet locali e conservazione di biodiversit o autoproduzioni degli ingredienti nel caso di trasformati, recupero di terreni abbandonati, condivisione dei saperi, etc...). Si richiede preferibilmente l'uso di carta riciclata e inchiostri ecologici [Osservazione suggerita e accolta] ART. 5 - TRACCIABILITA' E ACQUISTI COLLETTIVI DELLE MATERIE PRIME
1. La tracciabilit primaria garantita dall'indicazione sulle SCHEDE DI

AUTOCERTIFICAZIONE dei lotti di produzione ( indicazione catastale terreni, superficie, quantit di produzione ,anno di produzione )
2. E' Prioritario l'approvvigionamento dei Prodotti attraverso la fornitura

interna al circuito.
3. I Flussi di approvvigionamento interni CCF ed esterni delle materie prime

per la preparazione/trasformazione devono essere centralizzati e controllati dal gdl - CAD Coerenza e aderenza al Disciplinare Qualit e Eticit e verranno gestiti con un database: Caso primo: Il singolo produttore/trasformazione si approvvigiona allinterno del CCF ed invia una mail al CAD che indica lavvenuto approvvigionamento con le specifiche seguenti: singoli prodotti/componenti/ingredienti,/quantit/fonti di fornitura Caso secondo: il singolo produttore/trasformatore non sa a chi rivolgersi allinterno di CCF ed invia una mail al gdl CAD con lindicazione del fabbisogno ,il gdl cad verifica la disponibilit e le modalit di fornitura dei prodotti richiesti rispettando tempi congrui e non oltre una settimana. Caso terzo: se dalla consulta del CAD il prodotto non disponibile allinterno del CCF, il gdl cad stesso indicher le alternative possibili e il produttore/trasformatore invier mail con info di ritorno con le specifiche sopradette (quantit e fonte della fornitura)
4. Per le forniture esterne obbligo di conservare x 2 anni le

documentazioni di acquisto.
5. Il GDLCAD individuato e nominato nella sede di questa assemblea ed

operativo a partire dal 1 Marzo 2013.


6. E' costituito all'interno del gdl CAD un GAC (gruppo di acquisto collettivo)

che si fa carico di reperire e utilizzare fonti di approvvigionamento collettivo , delle sementi e del materiale di propagazione , delle materie prime necessarie alla Preparazione/Trasformazione , dei foraggi ; etc...

Questo gruppo cercher di risolvere le varie criticit di approvvigionamento all'interno del CCF (una delle proposte di lavoro la gestione di un VIVAIO CCF con individuazione di un esperto disponibile a curarlo, entro il mese di marzo). ART. 6 - PATTO DI SOLIDARIETA' e DICHIARAZIONI DI IMPEGNO accesso alle informazioni, partecipazione attuazione SGP, aggiornamento dei dati informativi, cooperazione) Patto di Solidariet SGP CORTOCIRCUITO FLEGREO Il seguente PATTO stipulato tra i produttori di CortoCircuito Flegreo e l'associazione CortoCircuito Flegreo ( rete di partenariato produttori-consumattori). Il Patto funzionale alla attivazione di un serio e responsabile SISTEMA DI GARANZIA PARTECIPATIVA e propedeutico , nelle more di un suo esito positivo, all'attivazione del marchio SGP CortoCircuito flegreo. L'accettazione del Disciplinare Qualit e Eticit Cortocircuito flegreo condizione preliminare per la firma del PATTO. INSIEME vogliamo costruire pratiche di filiera corta che garantiscano una relazione diretta e cooperante tra produttori e consum-attori, in un rapporto vincolato reciprocamente dalla responsabilizzazione riguardo il mercato alimentare, le prassi di cooperazione e solidariet , il futuro della produzione agricola sostenibile italiana e la diffusione dell'economia sociale e solidale. Per fare questo dobbiamo partire da regole minime certe e rispettate da tutti, con spirito di collaborazione e condivisione. Pertanto le nostre produzioni, i nostri processi produttivi, i nostri scambi devono essere totalmente trasparenti e garantiti dalla responsabilit collettiva. A tal fine ci impegnamo : - a rispettare il regolamento di autodisciplina dellAssociazione Corto Circuito flegreo che stabiliamo e approviamo insieme nell'assemblea del 17 Febbraio 2013 - a concretizzare la praticabilit del sistema di garanzia partecipativa che attiveremo dal giorno successivo l'assemblea ( costituzione del gdl SGP , visite, valutazioni collegiali, impegno all'adeguamento in tempi certi alle pratiche di conversione colturale, richiesta di analisi, sanzioni, etc.. ) - a favorire , nel caso di eventuali approfondimenti, l'accesso alla documentazione comprovante i processi produttivi e le caratteristiche organolettiche dei prodotti; a Partecipare attivamente al Sistema Partecipativo di Garanzia attraverso una disponibilit di tempo ed impegno formalmente resi; A dare disponibilit per la costituzione del GAC ( gruppo di acquisto collettivo per semi, piantine, foraggi, approvvigionamenti vari, etc.)

Inoltre pensiamo che un atto di responsabilizzazione passi anche dalla gestione collettiva e solidaristica delle fonti di finanziamento e dell'uso di monete relazionali (SCEC) che rafforzino lo scambio tra i soci (non solo produttori). Pertanto, ci impegniamo ad utilizzare nelle modalit consuetudinarie , gli SCEC ( sconto in scec con percentuali dal 10 al 20%) .Con dichiarazione esplicita al Banco dell'utilizzo dello stesso. Ci impegniamo alla costituzione di un Fondo di Solidariet la cui destinazione e entit sar stabilita dall'Assemblea. Per la destinazione, la proposta una divisione in percentuale di questo tipo: 40% finanziamento progetti di filiera co-produttiva e co-finanziata; 40% facilitazione di acquisto ( o conto capitale per ulteriore richiesta di finanziamento) di risorse comunitarie ( attrezzi agricoli, sementi, foraggi, costituzione di cooperativa, avvio laboratori, etc...); 20% sostegno alle difficolt contingenti ed emergenziali; Per la entit si propone la quota di 10 euro annui x socio. Il Fondo va su una contabilit dedicata, su cui interviene l'assemblea annualmente. Le proposte avanzate non sono state discusse e si rimanda a prox assemblea. I Soci CCF riconoscono: che, in caso di comportamento scorretto del singolo socio, sollevano il GdL Coerenza e Aderenza al Disciplinare (CAD) di Cortocircuito Flegreo da ogni responsabilit di natura civile, penale e fiscale; che il GdL CAD incaricato di verificare anche con lausilio di esperti esterni- il rispetto del presente Regolamento e di provvedere a togliere dalla vendita i prodotti dubbi e/o non conformi; che il gdl pu avere libero accesso in ogni momento allazienda medesima ed alle documentazioni necessarie per la verifica di quanto dichiarato; che possono essere effettuate analisi sui loro prodotti, nel caso il gdl ne evidenzi la necessit. La validit del presente Regolamento di autodisciplina con le eventuali verifiche, variazioni e miglioramenti, viene sottoscritto dallassemblea dei soci in data odierna.

IL Produttore , ................................si impegna a rispettare il PATTO di SOLIDARIETA' Il Socio ................................................si impegna a rispettare il PATTO di SOLIDARIETA'

ART. 7 - AUTOFORMAZIONE

Alcune vincoli e requisiti del disciplinare saranno raggiunti attraverso l'attivazione necessaria di step formativi che permettano la prassi dell'apprendimento collettivo. Costituiamo a tal fine il gdl Formazione (nell'ambito dell'assemblea di individuano e nominano gli aderenti al gdl formazione minimo 3 persone) In taluni casi la partecipazione ai seminari vincolante per la vendita ai banchi (ad esempio: CONSERVE e Prodotti erboristici) ART. 8 - PREZZO TRASPARENTE Nell'ambito dell'attivazione del processo SGP i produttori delle principali filiere produttive ( ad esempio : grano, olio, vino, pomodoro, etc..)si impegnano a definire il Prezzo trasparente costruendo in maniera condivisa la scheda relativa. ART. 9 - LAVORO DIGNITOSO La paga dignitosa quella corrispondente con il salario da contratto agrario. ART. 10 - MODALIT DI VENDITA DIVERSA DALLA VENDITA DIRETTA 1. E' possibile previa comunicazione al gdl CAD e in via eccezionale es . (max 3 volte anno) la distribuzione presso il banchetto ccf del/i prodotto/i di un socio ccf momentaneamente assente, sempre che si sia presentato alla Assemblea ccf e che abbia partecipato ad alcune assemblee durante l' anno. [Osservazione suggerita e accolta] 2. fermo restando che rimane l'opzione dell'adozione di un produttore-prodotto che non pu essere venduto dal produttore per motivi oggettivi (per esempio anziano o lontano) e che dunque pu essere venduto solo al banchetto ccf previa associazione e presentazione dello stesso.

ART. 11 - METODO, PROGRESSIVITA' E GRADUALITA' DELL'ADEGUAMENTO AL DISCIPLINARE. EVENTUALI SANZIONI E ESCLUSIONI E' istituito il Gdl CAD Qualit e Eticit CCF . I suoi aderenti sono individuati e nominati nella data odierna ( 17 febbraio 2013) in questa assemblea. E' operativo dal 1 Marzo. Si fa carico di individuare e definire la progressivit temporale di adeguamento al disciplinare approvato, le modalit di controllo e sanzionamento , di 'attivazione dell'SGP, di 'attivazione del GAC , del gruppo formazione , e le modalit di esclusione dal Circuito. In relazione alle visite e successiva valutazione dei produttori: Alle visite/valutazioni in cui si rilevano criticit segue una comunicazione al

produttore visitato con raccomandazioni e osservazioni nei casi di non conformit al regolamento si apre una fase di osservazione speciale del produttore e si avvia una interlocuzione/ un confronto con il produttore in forma scritta obbligatoria. Nei casi di grave non conformit (ad esempio commercializzazione , non tracciabilit) si ha una esclusione momentanea del/dei prodotti in questione, negli altri casi si avvia una ricerca condivisa di soluzioni alternative valutando anche le proposte del produttore, si stabilisce congiuntamente una gradualit/tempo per l'adeguamento al disciplinare (da min 1 a max 6 mesi secondo la criticit ed eventualmente oltre, accompagnato da un piano progettuale scritto di rientro dalle criticit che preveda il monitoraggio da parte del gdl CAD e la verifica entro 6 mesi della realizzazione di alcune azioni di rettifica delle criticit da parte del produttore in osservazione speciale") . Nel corso dell'adeguamento seguono altre visite con valutazione delle azioni in corso Al termine della gradualit concessa segue discussione in assemblea per definire l'avvenuto adeguamento e il rientro delle criticit o il mancato adeguamento con esclusione del prodotto o del produttore. Il produttore che non partecipa in forma scritta alla ricerca condivisa delle soluzioni alle criticit escluso immediatamente dal circuito. La comunicazione di esclusione e' obbligatoria . In relazione alla comunicazione obbligatoria per la tracciabilit delle trasformazioni: La mancata comunicazione obbligatoria di cui all'art.5 da effettuare 10 giorni prima del mercatino determina il divieto di vendita del prodotto trasformato/cucinato. In relazione alle visite al banco e a prodotti senza i requisiti previsti dal regolamento: Notata, verificata dal gdl CAD in situ , comunicata al produttore la non conformit al regolamento di autodisciplina di un prodotto presente al banco , si procede alla sospensione immediata e momentanea della vendita del prodotto, successivamente si verifica la ricerca condivisa di una soluzione in sede di gdl, si effettua altra visita se necessario, e se il produttore non si adeguato ai requisiti previsti dal regolamento, il gdl propone all'assemblea il divieto di vendita del prodotto nel circuito. Lassemblea approva lesclusione del prodotto proposta dal gdl o propone alternative conformi al regolamento. L'assemblea valuta l'attendibilit e la coerenza del produttore in questione e ne valuta la permanenza o l'esclusione dal circuito.

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