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Io sembrer a voi folle, ma retta avre' da darmi Se vi dir che l'altro d io incontrai Charles Darwin.

Scambiammo due parole, superata l'emozione, E mi spieg come arriv a pensar l'evoluzione. "Evolversi!- mi disse, -Hai tu presente un albero? Non verde come il pino, ma rosso come l'acero". "Oh, rosso! Perch mai?" gli chiesi con cipiglio. "Ohib! Gi sai- rispose lui -perch meglio il vermiglio! Vermiglia la passione che tu gi mai controlli, Vermiglia la sanguigna linfa per cui tu ribolli, Fulvo 'l mondo intero, quando noi diamo di matto: Siam tori col torero, quando vedono scarlatto! Ci sono cose, eventi, sentimenti che trascinano, E quanto tu pi tenti di obliarli, pi s'ostinano! S'appigliano finch non sono il solo che rimane: E questo val per tutti, piante, leoni, vermi e rane! Se l'albero sembratti un paragone alquanto audace, In ver vedrai che ci fu mai raffronto pi efficace! La pianta, gi da seme, si rinfossa nella terra, Espande le sue spire come pu, e tutto afferra; Suo unico rovello di metter su radici, Per far di limo e trucioli i suoi migliori amici. Diventer s gravida che, al momento giusto, Lei s'erger impavida nell'aere col suo fusto. La chioma spande e ottenebra di scorno ogne verzura; Il suo trionfo celebra, ma... questo quanto dura? Nel gir d'alcune lune gialla ogne venatura, La foglia crolla urlando: "Qual matrigna sei, Natura!". Lo spoglio progressivo la colma di terrore, Prepara lei all'arrivo dell'inverno e il suo rigore. Inerte, forse morta, scevra la sua testa, Ma sa che lei ripartir dal poco che le resta: Silente soffre e gela, attende, si riposa, Lei sa che in primavera sar ancor pi rigogliosa! L'evoluzione ci: superati i tempi avversi, Cosa sarem? Non so: forse sarem diversi. Si perder qualcosa, proseguendo per la strada, Figliolo, inevitabile, ma, fa' attenzione, bada, C' un pezzo che sta saldo e uno che si deteriora, E con l'evoluzione, almeno dicon, si migliora. Perci ci che ti resta meglio di ci che va via, E questo quanto, o amico, de la teoria mia". "Ringrazierotti, Darwin" dissi -e forse son molesto, Ma gi ch'era con me, gli chiesi, con un bel pretesto, Di dire due parole in onore di coloro Che oggi festeggiam perch indossano l'alloro. Mi disse: "Codest'uom, dai capelli come paglia, pulcino era, ed ora un vero gallo da battaglia! straordinario, era Super Mario, e adesso sai cos'? Meglio di Robert Downey nei panni d'Iron Man! Le cose brutte, amico, appartengono allo ieri: Adesso sei Magister, mastro degli ingegneri! E tu, cos alto e smilzo, ma cos'eri prima? Guarda! Se prima eri una pertica, or sei almeno un'alabarda! Giocavi a carte, a D&D, ed or fai sempre quello: Non cambi mai, su questo mai, e forse questo il bello. Se avessi il tuo talento sonerei la batteria Per celebrar cotal dottore, in Economia! Ragazzi mi congratulo, per il vostro traguardo.

Ma vi chiedo, ogni tanto, di volgere lo sguardo A ci da cui venite, ai volti degli amici, Perch noi questo siamo, e vorremmo esser le radici Da cui ripartirete dopo i nefasti tempi Di cui Natura, ahinoi, le nostre vite riempi. Saran le pergamene in brandelli a l'aura sparsi, Saranno i ricordi, come foglie, in cumuli arsi, Ma l'emozioni, le passioni, spunteranno all'improvviso, E forse vi strapperanno una lacrima e un sorriso. questo che rimane, se il tempo ci separer, Anche se noi vorremmo essere tutti insieme, qua. Perch l'irrazionale su carta non puoi spiegarlo, Eppure emerge, scricchiola, pi o meno come un tarlo. Come diceva Orazio, pulvis et umbra sumus. Se voi sarete alberi, noi vi farem da humus.

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