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PIER PAOLO PASOLINI

1) ACCATTONE
:::->TRAMA<-::: Accattone il soprannome di Vittorio, un sottoproletario romano il cui stile di vita improntato al "sopravvivere" giorno per giorno. Accattone si fa mantenere da una prostituta, Maddalena, "sottratta" ad un napoletano finito in carcere. L'uomo evita la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena di tutto ed abbandonandola. Maddalena finisce in carcere. Accattone, rimasto senza soldi, conosce la fame. Un giorno incontra Stella, una ragazza che lui cerca di convincere a prostituirsi, ma intanto se ne innamora. L'amore per Stella spinge Accattone a cercarsi un lavoro, guadagnandosi da vivere in modo onesto, ma :::->RECENSIONE<-::: Il film una metafora di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi citt senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante. Il film avrebbe dovuto essere prodotto da Federico Fellini, che tuttavia si tira indietro all'ultimo momento preoccupato dall'imperizia di Pasolini con le tecnicit del mezzo, a cui si avvicina per la prima volta con questo progetto. Il film sar quindi prodotto da Alfredo Bini. Le riprese del film furono effettuate tra l'aprile e il luglio 1961. La scelta di utilizzare in massima parte attori non-professionisti esprime la convinzione di Pasolini che essi non sono "rappresentabili" da nessun altro che da essi stessi in quanto soggetti incontaminati, puri, privi delle sovrastrutture imposte dalla societ. Per girare gli esterni, la piccola troupe (composta, tra gli altri, dal giovane Bernardo Bertolucci in veste di aiuto regista) si spostava nei luoghi simbolo della periferia romana: via Casilina, via Portuense, via Appia Antica, via Baccina, Ponte degli Angeli, Acqua Santa, via Manunzio, Ponte Testaccio, il Pigneto, borgata Gordiani, la Marranella, Subiaco (il cimitero). Il costo approssimativo del film si aggir intorno ai cinquanta milioni, quanto un film di "serie B" di quegli anni. La voce di Franco Citti in realt quella dell'attore Paolo Ferrari, scelto da Pasolini, che segu personalmente il doppiaggio del film. Presentato alla XXII Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 31 agosto 1961, il film di Pasolini ricevette dure contestazioni. Alla "prima" del film al cinema Barberini a Roma, un gruppo di giovani neofascisti cercarono di impedire la proiezione, lanciando bottiglie d'inchiostro contro lo schermo, bombette di carta e finocchi tra il pubblico. Ci furono colluttazioni e la visione del film fu sospesa per quasi un'ora. Il film sar bloccato in sede di censura e ritirato da tutte le sale italiane. Nel 1962 viene presentato al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia) e vince il Primo premio per la regia. 2) :::->TRAMA<-::: Che cosa sono le nuvole? uno dei sei episodi del film commedia italiano del 1967 Capriccio all'italiana, CHE COSA SONO LE NUVOLE

diretto da Pier Paolo Pasolini ed interpretato da Tot, Ninetto Davoli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Questo episodio l'ultima pellicola cinematografica in cui appare Tot. La storia una rivisitazione dell'"Otello", recitato da un gruppo di marionette, che sulla scena fingono ma dietro le quinte svelano la verit. A un certo punto la rappresentazione interrotta dal pubblico che, nel momento pi drammatico, irrompe sulla scena e disapprovando i comportamenti di Otello (Ninetto Davoli) e di Jago (Tot) li fanno a pezzi. Lo spazzino (Domenico Modugno) getta le due marionette in una discarica, dove i due fantocci rimangono incantati a guardare le nuvole. :::->RECENSIONE<-::: l film una riflessione piuttosto amara sui significati dell'esistenza umana e sui rapporti tra l'apparire e l'essere, tra la vita e la morte. Per esprimere le sue riflessioni Pasolini fa ricorso a una "rappresentazione nella rappresentazione": utilizza un famoso dramma per fornirne una rappresentazione comica e sceglie di avere come interpreti uomini-marionette. Il tutto si svolge di fronte a un pubblico popolare che sar a sua volta attore nella rappresentazione del dramma-farsa che si concluder in modo del tutto imprevedibile. 3) EDIPO RE

SINOSSI
Laio e Giocasta, regnanti in Tebe, apprendono da un oracolo che il loro figliolo Edipo uccider il padre e sposer la madre. Incaricano pertanto un servo di uccidere il neonato sul monte Citerone. Ma questi, mosso da piet, abbandona il piccolo che viene raccolto da un pastore di Corinto e consegnato al re che lo educa come un figlio. Recatosi tuttavia dall'oracolo di Apollo Edipo apprende l'orrendo vaticinio e, per sfuggire al tragico destino, si allontana da Corinto. Durante il suo peregrinare incontra Laio accompagnato da alcune guardie. Tra i due nasce una lite ed Edipo, senza conoscerne l'identit, uccide il vecchio re e la sua scorta. Giunto a Tebe, libera la citt dalla Sfinge, un mostro orrendo, ed ottiene in tal modo la mano di Giocasta. Per porre fine ad una pestilenza poi Edipo interroga l'indovino Tiresia il quale, insieme ad un servo testimone del massacro, dimostrer l'ineluttabile e tragica realt. Trovata Giocasta impiccata nella reggia, Edipo si trafigger gli occhi.

RECENSIONE
Film come questi sono riusciti nella misura in cui la identificazione fra let antica e quella contemporanea sia resa possibile nel trapasso dalla realt ai simboli, non le nuoccia il fatto che nel cinema realistico limmagine, per la sua concretezza, anche se portatrice di un simbolo, obbliga lazione alla verosimiglianza (se il dato naturalista non lievitato, resta incredibile allo spettatore che Edipo, dopo essersi spenti gli occhi, ancora grondante di sangue, abbia la forza e la voglia di pronunciare le belle battute contemplare dalla sceneggiatura; Sofocle, per lappunto, faceva raccontare la terribile scena a un nunzio). E indubbio che se qui talvolta la rappresentazione manca di tessuto emotivo, e talvolta invece tocca il melodramma (n chiara la funzione di certe didascalie nei modi del cinema muto), anche perch quel rapportare lantico al moderno resta unoperazione prevalentemente intellettuale, non sempre fornita di mordente sul piano dellilluminazione poetica. Da questo punto di vista Pasolini ancora a mezza strada. La scorza ideologica gli impedisce di sciogliersi in canto, e non pi cos lucida da dare al suo cinema un peso durto nellordine critico Ma altrettanto vero che dovuto a una felice intuizione artistico-culturale il merito primo del film: il restituire il mito alla sua radice barbarica collocando il racconto in un paesaggio arido e assolato, fra mura ciclopiche (Edipo re stato girato in Marocco), fra popoli primitivi del terzo mondo, e tuttavia parlanti con inflessioni siciliane: elementi psicologici e figurativi che respingendo ogni ambizione di ricostruzione archeologica e filologica della tragedia ne situano lassunto in una cornice assai suggestiva. In questa luce persino la mediocre interpretazione di Franco Citti si giustifica, se si pensa il suo Edipo come lemblema di unumanit rozza ed empia, che aspira soltanto al successo mondano, e sente pi forte la delusione (Edipo, nel film, dipinto fin dallinizio come un ambizioso, disposto a barare pur di vincere). La Mangano, invece, scava pi a fondo nel suo personaggio: il motivo della carnale sensualit che lega il figlio alla madre ottiene grazie a lei maggior rilievo del motivo dellabbacinamento e del rimorso di Edipo, espresso con giochi dobiettivo nel sole, con gesti e grida forsennati che provocano

scene ad effetto. Oltre a lodare gli attori minori (Alida Valli, Julian Beck, Carmelo Bene; Ninetto Davoli fa da messaggero di Tebe e da guida al cieco), si deve segnare allattivo del film la colorita fantasia dei costumi, dove si mescolano echi persiani, atzechi e africani, e il corredo musicale: un impasto di Mozart, di temi popolari russi, romeni, giapponesi, di lamentazioni arabe e pezzi per banda che sostengono lazione anche quando langue, e sopperiscono un poco alla mancanza del coro. "Oh umane generazioni, come simile al niente mi sembra la nostra vita!" dice il coro di Sofocle. 4) IL DECAMERON Nove novelle del Boccaccio: la storia di Ser Cepperello, di Andreuccio il pittore che si fa derubare di tutti i soldi da una donna che si finge sua sorellastra; di Masetti, che entra in un convento e si fa sedurre dalle monache che lo lasceranno senza forze; di Lisabetta che conserva la testa del suo amante - ucciso dai suoi fratelli - sotto una pianta di basilico... 5) RACCONTI DI CANTERBURY

TOT: GLI ONOREVOLI Soggetto Antonio La Trippa, candidato nel PNR, il Partito Nazionale della Restaurazione, va alla affannosa ricerca di voti al grido di "votantonio, votantonio, votantonio", ma il giorno del suo comizio nel paese natio, Roccasecca, scoperti i veri intenti speculativi del suo partito li denuncia pubblicamente ai concittadini.... Critica e curiosit Film di satira politica in cui tutti i partiti attraverso i vari personaggi vengono presi di mira. Si va dal liberale Gino Cervi al comunista Aroldo Tieri , dalla democristiana Franca Valeri al missino Peppino De Filippo , e al nostro Tot del PNR , il partito nazionale per la restaurazione . Scriveva Onorato Orsini su La Notte : " Barzellette sceneggiate anche ne Gli onorevoli di Sergio Corbucci , cavalcata mica tanto amena nel sottobosco della politica italiana , con attori di prestigio internazionale come Tot, De Filippo, Chiari, Cervi, la Valeri, umiliati in un repertorio polveroso e di basso conio, afflitti da una sceneggiatura e da un dialogo capaci di scuscitare una profonda, invincibile malinconia perfino nel pi zelante tra gli spettatori delle riviste televisive". Da un articolo a firma "vice" sul Corriere dell'Informazione: "L'avanspettacolo, e un avanspettacolo non sempre di buon gusto, domina il film. Sergio Corbucci non bada per il sottile per far sorridere la platea . Tot scatenato come al solito". TOT ALL'INFERNO Dopo vari tentativi di suicidio, Antonio Marchi muore accidentalmente, annegato in un fiume. All'inferno trova Cleopatra da lui amata al tempo della sua prima incarnazione, nelle vesti di Marcantonio. L'amore, che rinasce tra i due, provoca l'ira gelosa di Satana. Antonio scappa sulla terra e va a divertirsi in un ritrovo esistenzialista, dove viene nuovamente catturato dai diavoli: ricondotto all'inferno, viene sottoposto a giudizio. Per difendersi Antonio ricorda le sue disavventure di ladro disgraziato mentre il pubblico accusatore gli rimprovera i suoi tentativi di dongiovanni nei riguardi di una signora sua dirimpettaia. Condannato a grave pena, Antonio Marchi strabuzza gli occhi e si ritrova sulla terra: stato un brutto sogno. TOT: 47 MORTO CHE PARLA l barone Antonio Peletti un avaraccio inviso a tutti. Suo padre morendo gli ha lasciato un tesoro in monete d'oro e gioielli, che egli tiene nascosto in un ripostiglio sotto l'impiantito: secondo il testamento paterno, met del tesoro spetta al Municipio, che dovr erigere una scuola, l'altra met spetta al figlio di

Antonio, Gastone. Ma il barone nega l'esistenza del testamento e del tesoro e caccia di casa Gastone, negando il suo assenso al di lui matrimonio con Marion. Gastone scopre per caso il tesoro, contenuto in una cassetta, e dopo essersene impadronito, sostituendolo con dei ciottoli, s'allontana dal paese. Per costringere il barone a dire la verit i maggiorenti del paese gli fanno una burla atroce..... TOT PEPPINO E A MALAFEMMINA Ispirato alla famosa canzone "Malafemmina", scritta da Tot, uno dei film pi esilaranti della coppia Tot e Peppino De Filippo. I fratelli Capone, preoccupati della sbandata del loro amato nipote per una bella soubrette, decidono di lasciare il piccolo paese in cui vivono, per recarsi a Milano e cercare di stroncare la relazione tra i due giovani innamorati. Tra gli episodi pi divertenti la famosa dettatura della lettera: uno straordinario saggio di comicit del grande Tot.

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