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La falsa foto di Chvez morente conferma il vero golpismo di media come El Pas contro lAmerica latina

di Gennaro Carotenuto, gioved 24 gennaio 2013, 12:05 Archiviato in: America latina, Media, Primo piano

Questa volta hanno dovuto ammettere il falso. Hanno dovuto ammettere di non aver fatto alcuna verifica. Hanno dovuto ammettere di aver mancato a qualunque etica professionale. Hanno dovuto ammettere che a tanto arriva la miseria umana dei disinformatori di professione che da anni questo sito denuncia. El Pas di Madrid, giornale da sempre in prima fila in tutte le campagne di diffamazione contro i governi progressisti e integrazionisti latinoamericani, ha pubblicato in prima pagina una falsa foto del Presidente venezuelano Hugo Chvez intubato. Solo dopo alcune ore e a giornale stampato in distribuzione ha dovuto ritirarla dalle edicole ammettendo il falso. Infatti solo dopo che la polemica era scoppiata in America, e il falso svelato davanti al mondo, il quotidiano madrileno ha dovuto fare macchina indietro, ritirare la foto dalledizione Internet, bloccare la distribuzione del cartaceo (che oggi infatti non in edicola in vari luoghi della Spagna) e ammettere tanto il falso come di non aver verificato n lorigine della foto, n quando fu scattata. Questa proverrebbe da un video presente su Youtube fin dal 2008. Loperazione di sicariato mediatico sotto i nostri occhi oscura inoltre, ma non cancella, laltra parte dellinfamia orchestrata nel giornale di Suanzes: la scelta di sbattere in prima pagina la foto di un uomo in fin di vita.

Qualcuno potr spacciare il caso per un infortunio, lo fa El Pas stesso, ma la filigrana della jpg e quella prima pagina che gi un oggetto

da collezione per la storia del cattivo giornalismo, malcela la soddisfazione per il presunto scoop che il quotidiano madrileno ha provato a imporre allopinione pubblica nella presunzione di farla franca come sempre. Per chi ha in questi anni studiato con attenzione la continua overdose di disinformazione al preciso scopo di destabilizzare i governi democraticamente eletti del Venezuela, della Bolivia, dellEcuador, dellArgentina e di altri paesi latinoamericani che hanno osato distanziarsi dallortodossia neoliberale e dal fare da passacarte per gli interessi di multinazionali iberiche come Repsol, Unin Fenosa, BBVA, Santander, Telefnica eccetera, quella di stanotte solo lennesima conferma che i giornali mainstream sono in crisi (Il grupo Prisa, del quale El Pas fa parte, ha licenziato in ottobre un terzo dei dipendenti) perch hanno scelto di asservirsi a interessi alieni a quelli dei loro lettori. La crisi dei giornali non economica, innanzitutto etica. Solo profonde riforme dei sistemi mediatici, che redistribuiscano il potere dinformare democratizzandolo, sul modello della Ley de medios argentina, la pi avanzata al mondo, possono ancora salvare quel che resta della credibilit del quarto potere. El Pas oggi il passacarte di interessi che nulla hanno a che vedere con il diritto dellopinione pubblica a essere opportunamente informata. El Pas, dove chi scrive ha lavorato, che nel 1978 contribu a sventare il golpe Tejero a Madrid, ma che l11 marzo 2004 copr bellamente la disinformazione orchestrata dal governo Aznar sulle stragi di Atocha (accettando per giorni di coprire le responsabilit dellintegralismo islamista per meri interessi di bottega), oggi, e lepisodio grottesco della foto di Chvez lo prova per lennesima volta, un media golpista tra i tanti.

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