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Del Bello, della Morte e di altre Storie

Alcune riflessioni antropologiche a margine del rituale showngchun in Taiwan

Marco Lazzarotti Largomento che vorrei trattare in questo articolo uno dei pi sfuggevoli e mal classificabili tra i concetti che accompagnano e danno un senso alla nostra vita quello della bellezza, o come la chiamer in queste pagine, del concetto del Bello. Non bello ci che bello ma bello ci che piace recita un famoso proverbio, e noi non possiamo far altro che prendere atto di questa basilare sapienza che ci ricorda di come lideale e il giudizio della bellezza siano, in fondo, del tutto soggettivi. Quello che vorrei tentare di fare in questo articolo quindi, non sar cercare di offrire una definizione del Bello1, e neppure provare a tracciare delle onnicomprensive coordinate concettuali dello stesso2 : entrambi gli scopi sarebbero ben oltre le mie capacit e competenze. Vorrei invece affrontare questo argomento da unottica forse a me pi consona, cio quella dellantropologia culturale. I Potremmo subito dire che lantropologia culturale, definita a volte scienza della cultura, di per se si occupa di studiare lindimostrabile nel senso che, analizzando fenomeni squisitamente locali3 lantropologo cerca di risalire alle forme di
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Il dizionario online Treccani definisce il Bello come quella cosa che desta nellanimo, per lo pi` attraverso i sensi della vista o delludito, un impressione esteticamente gradevole. Citando a tal proposito le parole di Dante quella cosa definisce luomo essere bella cui le parti debitamente si rispondono, per che de la loro armonia risulta piacimento. http://elettromeccanico/Portale/elements/categoriesItems.jsp? pathFile=/sites/default/BancaDati/Vocabolario_online/B/VIT_III_B_013162.xml consultato il 17 Dicembre 2010 alle ore 12:29 2 Baster in questo caso riferirsi alle definizioni e alle analisi di grandi autori come Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso, Vico o Kant (cito qui solo i pi rappresentativi). 3 Riguardo a questo tema si consiglia la lettura del libro dellantropologo Clifford Geertz, Local Knowledge. Ed. Italiana Antropologia Interpretativa ( Bologna:Il Mulino, 1988).

comportamento che sottendono le strutture sociali e culturali di gruppi pi o meno numerosi di persone. Non desta sorpresa che, nel campo minato della critica postmoderna, scienze come lantropologia rappresentano un facile bersaglio. Legata a doppio filo a concetti quali quelli di colonialismo, orientalismo, esoticismo e tanti altri ismi che hanno caratterizzato questa disciplina sin dalla sua nascita, si comprende come lantropologia culturale presti il fianco a innumerevoli e feroci critiche e questo, ironicamente, anche da parte degli stessi antropologi4. Ogni antropologo si sente in dovere di proporre una personale definizione di cultura, o quanto meno si adopera per criticarne una gi formulata. Unulteriore motivo di dibattito interno alla disciplina, poi, risiede nel fatto che alcuni sostengono che non esista una cosa definibile come cultura in quanto tale. Sembra naturale, quindi, che il cuore, i metodi e gli scopi dellantropologia (intesa come scienza) vengano a coincidere con quelli espressi o elaborati da ogni singolo antropologo. Ecco perch sono del parere che, in questo calderone ermeneutico, trattare del concetto del bello rappresenti un problema di quasi insormontabile difficolt anche se questo non elimina (anzi, rafforza) il desiderio di partecipare anchio a questo dibattito, aggiungendo la mia voce a una discussione che , in fin dei conti, il fine stesso della ricerca. Come abbiamo appena accennato, il metodo o almeno meno uno dei possibili metodi - dellantropologia quello di analizzare alcune forme di comportamento locale con lo scopo di trarre grandi conclusioni generali sul ruolo della cultura nella costruzione della vita collettiva, confrontandole nei dettagli con lanalisi di casi specifici5. Partendo quindi da questi presupposti cercher di parlare del Bello cos come esso traspare in uno specifico contesto culturale, quello Cinese contemporaneo - o per essere ancora pi specifici, quello Taiwanese - e partendo da un esempio concreto, un rituale della cosiddetta mnjinzngjio ovvero la religione popolare cinese.

Per una critica di stampo postmoderno alla scienza antropologica, fatta appunto da antropologi, si consiglia la lettura del libro di G.E. Marcus e M.M.J. Fisher, Anthropology as Cultural Critique (ed. italiana Antropologia come Critica Culturale, Roma: Meltemi, 1998). 5 C. Geertz, Interpretazione di culture, (Bologna: Il Mulino,1988), 39.

II Il rituale in questione chiamato showngchun che pu essere tradotto come Bruciare la barca del Re, dove, sia detto per inciso, il Re in questione rappresenta una delle pi importanti o comunque comuni divinit che popolano il ricco panteon della religione tradizionale. Il Re al quale dedicato questo rituale di solito chiamato wngy , un termine abbastanza generico usato per indicare circa 360 Signori della pestilenza, delle divinit che possono generalmente essere suddivise in due categorie. La prima categoria comprende persone reali che sono morte in giovane et, che hanno ottenuto il dono dell'immortalit, e la cui vita raccontata in centinaia di racconti popolari6. Questa categoria di wngy abbastanza variegata e complessa, e pare essere presente solo nella tradizione popolare del sud della Cina, in Taiwan e in alcune comunit cinesi del Sud Est asiatico. Quello che queste divinit sembrano possedere in comune quello di esser stati letterati e studiosi tutti morti in giovane et e in modo violento: alcuni si sono suicidati, altri annegati, uccisi, altri ancora sono stati uccisi, bruciati vivi o martirizzati per essersi rifiutati di servire un nuovo imperatore7. Di solito nella tradizione cinese, chi subisce una morte di questo tipo diventa un fantasma, uno spirito affamato che vagher per l'eternit. Queste anime vagano tra i vivi procurando guai e sfortune allo scopo di poter ottenere cibo o altri benefici dagli umani. Tuttavia, come si pu leggere in molte storie popolari - e da quel che si evince dallosservazione diretta - molto spesso vale il detto io prego per te e tu non darmi fastidio. In questo modo questi spiriti potenzialmente pericolosi, propiziati con sacrifici e preghiere ed elevati al rango di wngy, sono gradualmente diventati delle divinit a cui assegnata limportante carica di proteggere il popolo dagli spiriti cattivi e dalle pestilenze. Semplificando il discorso, questi spiriti, elevati a divinit, ora non tanto causano quanto piuttosto proteggono da sventure e guai.

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Taiwan Yearbook 2010 <http://www.gio.gov.tw/taiwan-website/5-gp/yearbook/20Religion.pdf > <http://taiwantoday.tw/fp.asp?xItem=68767&CtNode=427>

Un secondo tipo di wngy invece rappresentato da personaggi storici che sono considerati degli eroi dalla popolazione e, tra essi, possiamo trovare alcuni fra i pi importanti e popolari eroi della storia Taiwanese - uno fra tutti Koxinga guxngy, nome col quale conosciuto in occidente zhngchnggng , il generale che nel 1662 sconfisse ed espulse gli olandesi che si erano insediati nel sud di Taiwan. Uno dei riti pi conosciuti per scacciare malattie, sventure e spiriti maligni, appunto quello chiamato showngchun, che si tiene di solito in primavera o in autunno, a seconda delle usanze dei vari templi ogni tre, cinque o anche ogni anno. Questo rito, in realt, consiste in un insieme di rituali che riguardano non solo il tempio che offre la barca a wngy, ma anche ogni singola famiglia che deve eseguire dei precisi rituali nelle proprie abitazioni: questo rito interessa quindi tutta la societ locale o il frammento di essa che legata a quel particolare tempio. I templi dedicati a questa divinit sono solitamente nominati ditinf - tradotto in maniera spicciola un ufficio di rappresentanza celeste - e la stessa visita di wngy chiamata ditinxnshu ovvero una battuta di caccia a nome del Cielo, dove le prede coincidono appunto con le malattie, le sfortune e gli spiriti maligni. Il giorno dellinaugurazione di questi rituali, chiamato qngwng, termine che significa invitare il re (o meglio ancora, i re, queste divinit infatti sono generalmente tre o cinque, e solitamente prima dellapertura del rituale, i medium8 del tempio determinano chi fra loro sar il dqinsu, ovvero il leader per quellanno9).
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Utilizzo il termine medium per indicare quello che in lingua Taiwanese viene chiamato DanKi e in

Mandarino jtng, vale a dire una persona che stata scelta da una particolare divinit e che creduto possa essere il veicolo, il medium appunto, della volont di questa divinit. 9 Faccio un uso massiccio di avverbi come generalmente o solitamente, perch la mia esperienza personale che, anche se lo svolgimento del rito a grandi linee abbastanza standard, vi una forte componente locale che fa si che questi riti differiscano nel tempo e nello spazio.

Nei giorni seguenti gli wngy sono portati in processione, alla quale solitamente si aggregano rappresentanti di altri templi della zona, che portano le loro tradizionali divinit (come mz o tdgng ) accomodate su delle portantine. Una grande folla di spettatori e di credenti segue la processione che in alcuni casi si snoda per distanze anche molto lunghe. Segue poi laffascinante rituale che ha lo scopo di richiamare i cinque wngy sulla terra. Di solito questo rituale avviene sulla spiaggia, o vicino ad un corso dacqua. La presenza di queste divinit avvertita dai medium i quali, caduti in trance, registrano il loro arrivo scrivendo i loro nomi aiutandosi con una piccola sedia di legno tenuta da due di questi medium e usata come se fosse un pennello. La sedia mossa direttamente dalla divinit - traccia dei caratteri sulla sabbia sparsa su degli altarini eretti sul luogo, mentre un altro medium ha il compito di decifrare i caratteri tracciati sulla sabbia e di trascriverli su carta. Chiaramente larrivo pi importante quello di dqinsu, ma poich i medium del tempio non hanno ancora reso pubblico il suo nome, quando uno degli altri wngy arriva segnando sulla sabbia il suo nome, gli viene gentilmente chiesto di abbandonare il corpo dei medium dal momento che questi stanno aspettando il vero leader che non ancora giunto. Quando questi arriva, facendosi annunciare dal suo nome tracciato sulla sabbia, vi un subitaneo scoppio di fuochi dartificio e di petardi, mentre vengono suonati cembali e trombe di tipo tradizionale. A questo punto del rituale, i cinque wngy risiedono in cinque tavolette di carta modellate a loro immagine. Le divinit sono quindi portate al tempio e la processione viene accompagnata da spettacoli pirotecnici, scoppi di petardi, musiche assordanti, danze e possessioni di medium che si percuotono con spade di varia foggia - il tutto eseguito in un clima festoso. Il rito conclusivo, e forse pi importante, consiste nelloffrire a questi wngy una barca a volte di dimensioni reali - fatta di legno e carta, che sar portata in processione sulla spiaggia o sullargine di un fiume o comunque di un corso dacqua durante lultimo

giorno del rituale, e che verr poi bruciata sopra a una montagna di soldi10, permettendo in questo modo a wngy di riprendere il mare a vele spiegate. Quando la mattina dellultimo giorno la barca viene fatta uscire affinch la si prepari alla navigazione (verranno infatti issate le vele, caricate le provviste, ecc.) molti fedeli accorrono per offrire dei soldi (con le caratteristiche sopra descritte) e delle provviste, e per affidare a wngy delle barrette dincenso che rappresentano le piccole e grandi necessit dellofferente. Dopo che il medium o un Dosh (monaco Taoista) ha invitato gli spiriti maligni a salire sulla barca (prima gentilmente, e poi spaventandoli e percuotendoli con una stuoia di bamb arrotolata), e dopo che il medium si assicurato il consenso di wngy che nuovamente si esprime tramite caratteri scritti sulla sabbia prende avvio la processione che condurr la barca al mare, o comunque al punto in cui potr cominciare la sua navigazione. Arrivati al luogo stabilito la barca viene posata a terra e circondata da una quantit enorme di soldi, e in mezzo a unassordante musica e a scoppi di petardi, dopo aver sistemato i wngy nel posto preparato per loro (solitamente a poppa della nave), si inizia a dare fuoco alla barca. Il rituale termina quando il fuoco consuma, facendolo cadere, lalbero maestro della barca: a quel punto la musica immediatamente si ferma e le varie divinit lasciano il corpo dei medium. Ho personalmente partecipato ad alcuni di questi rituali che, come la maggior parte dei rituali della religione popolare in Taiwan, si presentano caotici e ricchi di colore11. Esplosioni ininterrotte di petardi e fuochi dartificio, medium - chiaramente posseduti da divinit - che si auto-flagellano, persone che vociano in modo vivace... tutti questi elementi conferiscono a questi rituali una particolare aurea che li colloca in una posizione
Questi soldi, chiamati jnzh o ynszh o Joss Paper o Ghost money, non sono altro che fogli di carta gialla con al centro un piccolo rettangolo di coloro dorato, argentato o di color bronzo a seconda delluso che ne verr fatto e soprattutto a chi verr` offerto. Questi soldi infatti, sono offerti alle divinit nei templi, ai defunti, ai fantasmi e ad altri spiriti pi o meno maligni. Esiste una vasta letteratura su questo argomento, chi desiderasse avere pi notizie pu consultare la seguente pagina web: <http://www.nationsonline.org/oneworld/Chinese_Customs/joss_paper.htm> . Oppure larticolo pi accademico, di G. Seaman, Spirit Money: An Interpretation, in Journal of Chinese Religions 1982/4 11 Per chi volesse rendersi conto di come si svolga questo tipo di rituali, consiglio di visionare il video presente su You Tube <http://www.youtube.com/watch?v=4o7FNkIJPIk>.
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molto distante dallidea (certamente o comunque in parte stereotipata) che gli occidentali si sono fatta riguardo alle riflessive e interiorizzanti religioni orientali. Ci che mi ha lasciato stupito di questo rituale, oltre al suo ricchissimo simbolismo, la cura con cui viene costruita la barca, una minuziosit che sconfina quasi nel maniacale: queste barche sono perfette, esteticamente bellissime, decorate in maniera finissima e molto spesso ornate con decorazioni dorate (se non proprio doro), disegni di draghi e di tigri curati nei minimi particolari, soldati (anchessi di carta) vestiti e armati di tutto punto e comunque davvero particolareggiati... In alcune localit, proprio perch il vascello considerato come una cosa sacra, viene persino negato il permesso di assistere alla costruzione. Ed proprio a partire dalla bellezza di questa nave che vorrei introdurre la mia interpretazione del concetto di bello: mia convinzione, infatti, che si possa operare un parallelo (contestualizzato alluniverso culturale Taiwanese) fra la barca e il concetto di bello di cui abbiamo accennato allinizio di questo nostro articolo. III Nel suo articolo La religione come sistema culturale, lantropologo americano Clifford Geertz, sostiene che allinterno del rito, il mondo com' vissuto e quello immaginato, fusi insieme mediante lazione di un unico complesso di forme simboliche, si rivelano essere lo stesso mondo, producendo cos una trasformazione idiosincratica del senso della realt12. In altre parole, per Geertz il rito tenta di far combaciare il mondo dellthos (sintetizzato secondo Geertz proprio dai simboli sacri), con limmagine del mondo nella sua totalit13, riportando in questo modo lthos allhlon. Perch vi sia questa visione olistica del rito, necessario che esista una necessit di senso globale, di un orizzonte totale di senso comune a tutti i partecipanti del rito. Solo in questo modo, infatti, il rito pu essere attivo rispetto alla vita, ed incisivo in relazione alla prassi14. Questo universo di senso costituito da ci che Geertz definisce come cultura, vale a dire quel complesso sistema simbolico che d ordine e senso alle nostre vite. Questa dimensione simbolica viene accentuata nel rituale proprio tramite la fusione del reale e
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C. Geertz Op. Cit., 143. Ibid., 114 14 A. N. Terrin. Il Rito. Antropologia e fenomenologia della ritualit. ( Brescia: Morcelliana, 1999), 149.

dellimmaginario. Sono questi rituali pi elaborati e di solito pi pubblici (che coinvono una vasta gamma di stati danimo e di motivazioni da un lato, e di concezioni metafisiche dallaltro) che plasmano la coscienza spirituale di un popolo. Per questo Geertz definisce queste cerimonie come rappresentazioni culturali, ed proprio partecipando a queste rappresentazioni culturali che il credente assapora gli aspetti disposizionali e concettuali della vita religiosa, e losservatore distaccato riesce a cogliere pi prontamente linterazione fra essi15. Poich luomo vive costantemente immerso in un orizzonte totale di senso comune, gli stati danimo e le motivazioni indotte dalla pratica religiosa sembrano essi stessi supremamente pratici, i soli che sia sensato adottare considerato il modo in cui le cose realmente stanno16. E` in questo modo che queste motivazioni si dispiegano allinterno della quotidianit della vita divenendo, in certo qual senso, veri e propri simboli dominati del sistema simbolico chiamato cultura. Vi quindi una profonda influenza - chiaramente reciproca - fra quella che potremmo chiamare la vita quotidiana e la complessa simbologia del rito. Ed proprio sul filo di questa (non) dicotomica liminalit che mi vorrei riallacciare per tentare una (molto probabilmente) ardita, metafora. A me pare che nel rigoglioso e ricco immaginario simbolico offerto dal rito sopra descritto, la barca che viene offerta a wngy possa essere accostata allidea che il concetto del bello occupa nella societ taiwanese: una cosa effimera, di passaggio, il cui fine proprio (cos come quello di tutte le cose) sar quello di essere consumato dal fuoco, dalla morte, e di essere ridotto in cenere. Questa affermazione ricca di significati che meritano seppur brevemente di essere elaborati. IV Non sono io il primo e non sar con buona probabilit neppure lultimo a definire la cultura Cinese (in questo caso uso cinese al posto di taiwanese perch mi sembra che le idee di base siano valide non solo per quel che riguarda la cosiddetta cultura Taiwanese, ma anche, seppur in parte, per quella che viene identificata come cultura cinese) come
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C. Geertz., Op. Cit., 145. Ibid., 154.

una cultura estremamente pratica se non addirittura pragmatica. Questo pragmatismo stato studiato nelle sue varie sfaccettature (filosofica, politico, sociale, religioso e linguistico17), ma ancora dal punto di vista pi specifico dellantropologia che vorrei provare a fare una lettura pi profonda di questo pragmatismo. Come Francis Hsu ha giustamente affermato, i cinesi vivono sotto lombra dei loro antenati18 in uno spazio saturo (per citare un altro antropologo19), in un ambiente affollato di fantasmi, divinit, loro stessi in esistenze precedenti e molte altre entit soprannaturali20. Il vivere a costante contatto con tutte queste tangibilissime presenze comporta innanzitutto uno slittamento del tempo in un eterno presente dato che la vita di una persona in costante sospensione e soggezione di un passato per lappunto sempre presente (rappresentato dagli antenati, dai fantasmi dei proprio familiari o addirittura dalla mia stessa persona che ha vissuto in una vita precedente) e di un futuro che deve essere preparato sin dora (facendo in modo, ad esempio, che mio figlio mi garantisca la dovuta prole - magari accompagnandolo a scegliere una sposa in Vietnam o in Indonesia la quale dovr provvedere alle mie esigenze di futuro antenato evitando in questo modo di farmi diventare un fantasma affamato che vagher senza sosta per leternit). Il mio essere circondato da queste presenze crea poi anche una de-personalizzazione dellindividuo: il mio corpo non soltanto mio, ma diventa unarena in cui si confrontano tutte queste diverse entit. Il cambiamento del fluire temporale nell'eternit del presente, la trasformazione della soggettivit dellindividuo in un pure crocevia di entit soprannaturali, ci aiutano a capire come mai lindividuo ricerche nella sua vita la massimazione istantanea del proprio
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Cito solo alcuni titoli: S. Zhao, ed., Chinese Foreign Policy: Pragmatism and Strategic Behavior, ( New York: East Gate book, 2004); M. E. Van den Berg, Guo Wu, The Chinese Particle le: Discourse Construction and Pragmatic Marking in Chinese. (New York and London: Routledge, 2006); D. L. Hall, R. T. Ames, Thinking through Confucius, (State University of New York Press, 1987); W. Jia, The Remaking of the Chinese Character and Identity in the 21st Century: the Chinese Face Practices, (Ablex: Publishing, 2001); J. Chen, Foreign Policy of the New Taiwan: Pragmatic Diplomacy in Southeast Asia, (Edward Elgar Publishing, 2002). 18 L. K. F. Hsu, Under the Ancestors Shadow. Kinship, Personality, and Social Mobility in China. (Stanford University Press, 1971). 19 R. P. Weller, Resistance, Chaos and Control in China. Taiping Rebels, Taiwanese Ghosts and Tiananmen. (University of Seattle Press, 1994). 20 Uso il termine soprannaturale unicamente nellaccezione che ha in Occidente, in quanto queste entit, per la maggior parte dei taiwanesi, sono tutt'altro che soprannaturali.

godimento, cerchi cio di vivere come se lunica regola che lo guidasse fosse quella del carpe diem. Questo non significa che non esista alcuna progettualit, tuttaltro, ma il progetto a lunga scadenza (matrimonio, prole, studio, acquisto di una casa, etc.) considerato come una cosa che non dispensa felicit. Ogni progettualit assume pi il contorno di obbligo, di atto dovuto verso la societ e dettato dallo slittamento tempo/persona accennato sopra. Ed proprio in questo contesto che, a mio avviso, si riesce a capire il profondo significato del pragmatismo cinese, la diffusa esaltazione dellorto-prassi a discapito dellortodossia21, la predilezione per il fare rispetto alla speculazione filosofica. In fondo, anche i famosi Dialoghi di Confucio non sono altro che un lungo elenco di regole (non di analisi razionali), ed tramite losservanza di queste regole e norme di comportamento che una persona pu essere considerata retta. Se questi precetti siano realmente sentiti o interiorizzati dalla persona non poi tanto importante: ci che essenziale che ci sia una apparenza (una facciata, minzi ) di fedelt a queste regole di comportamento. E` la regola o la forma - che definisce la sostanza, cos come nel rito il gesto che definisce il rituale lorto-prassi, appunto. Durante le mie ricerche ho intervistato decine di persone sul rituale a cui stavano partecipando e tutti hanno avuto una risposta esaustiva alla domanda cosa stai facendo? ma in pochi sono riusciti a rispondere alla domanda successiva: e cosa significa?. Detto altrmenti, il vivere in questo spazio saturo pone lindividuo al centro di un microcosmo che, usando la metafora dellantropologo cinese Fei Xiaotong22, simile ai centri concentrici che si formano nellacqua quando vi si getta un sasso. Fei, cio, considera lindividuo cinese come estremamente ego-centrico, come unico centro (appunto) del suo personale microcosmo: allinterno di questo spazio, che come abbiamo visto si presenta come estremamente saturo, lindividuo si muove facendo attenzione a non urtare la suscettibilit di nessuno (sia esso un essere naturale o soprannaturale),
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Molto interessanti sono a questo riguardo gli studi fatti da studiosi quali N. Standaert, The Interweaving of Rituals. Funerals in the Cultural Exchange between China and Europe. (University of Washington Press, 2008). 22 From the Soil: The Foundations of Chinese Society, (University of California Press, 1992).

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facendo in modo che i propri giorni scorrano lievi ( shnl) e pacifici ( pngn). E` chiaro come in questa prospettiva diventi necessario porre laccento su come ci si debba comportare anzich su come si debba ragionare, su come si debba agire piuttosto su come si debba pensare. Credo che tutto questo stia a fondamento di quello che spesso viene definito come pragmatismo - o che comunque i concetti da me espressi stiano alla base del cosiddetto spirito pratico del popolo cinese. V Per tirare le fila e finalmente concludere tutta questa discussione, ritorniamo dunque al concetto che mi ha permesso di inoltrarmi in tutte queste, certamente personalissime, riflessioni. Il Bello. E` quindi in questo contesto che si deve leggere la metafora da me elaborata che tenta di collegare la barca immolata a wngy allidea del bello. Anche il bello, come la barca che scompare tra le fiamme, soggetto allo stesso processo temporale: non per nulla la bellezza viene considerata come un qualcosa di effimero, di non duraturo. Tutte le attivit umane non cercano altro che accontentare le esigenze del momento dettate da un presente troppo incombente, ed proprio per questo inutile porre laccento su qualcosa che esuli la contingente praticit (yuyng ) e utilit (fngbin ). La barca del Re, seppur cosi bella e affascinante, possiede un unico scopo: quello di essere offerta al Re che porter via con s ogni sfortuna, avversit e malattia. Essa verr bruciata da un fuoco che se da una parte purifica e affina, dallaltro annienta, distrugge e incenerisce - proprio come (per usare un altro paragone) questo eterno e incombente presente. Al termine di questo mio intervento desidero sottolineare ancora una volta la natura personale di queste mie riflessioni (frutto non solo di studio, ma anche di esperienze concrete), consapevole che il loro unico contributo quello di condividere unopinione, un punto di vista, una conoscenza nuova - per quanto cosi personale -, partecipando cosa quel fruttuoso scambio di idee che siamo soliti chiamare cultura.

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