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Se anche la scienza contro l'ergastolo

Studiando il Dna si vede che l'aggressivit non fa parte dei nostri geni iniziali, siamo predisposti alla fraternit. Il nostro sistema di neuroni rinnovabile, questo dimostra che siamo in grado di "cambiare, evolverci, rispondere a nuovi stimoli educativi" di UMBERTO VERONESI

LA SCIENZA con Sofri e con quanti si impegnano affinch l'ergastolo ostativo venga eliminato dal nostro sistema giudiziario. La scienza sta con chi crede nel principio di una giustizia tesa al recupero e alla rieducazione della persona, evitando trattamenti contrari al senso di umanit, della sua dignit, come recita la nostra Costituzione. Il nostro sostegno si fonda su motivazioni molto forti. Gli studi pi recenti in neurologia ci hanno dimostrato che il nostro sistema di neuroni plastico e si rinnova, perch il cervello dotato di cellule staminali proprie in grado di generare nuove cellule. Questo dimostra scientificamente che la persona che abbiamo messo in carcere, non la stessa vent'anni pi tardi e che per ogni uomo esiste per tutta la vita la possibilit di cambiare, evolversi, adattarsi, rispondere a nuovi stimoli educativi. In secondo luogo studiando il Dna, abbiamo scoperto che l'aggressivit non per nulla scritta nei nostri geni: antropologicamente e biologicamente l'essere umano predisposto alla fraternit e alla solidariet. Dunque gli atteggiamenti violenti dell'uomo non sono un bisogno primario, ma invece la riposta a cause esterne ambientali, come violenze durante l'infanzia, ingiustizie profonde o abusi subiti. Per questo quattro anni fa ho voluto creare il movimento "Science for Peace", che desse voce alla scienza contro ogni forma di violenza legittimata, le guerre, naturalmente, ma anche la pena di morte. E anche contro l'ergastolo che, secondo noi, una forma di pena capitale spietata, tanto da far scrivere a Carmelo Musumeci, con cui ho un carteggio personale da molto tempo, "aiutatemi a ottenere la grazia di morire". Penso che la scienza, insieme agli uomini di pensiero come Sofri, forte del nuovo sapere sull'uomo e la sua natura, abbia il dovere morale di impegnarsi a favore di un'idea di giustizia che sia punizione, ma non vendetta. Per i greci Nemesi era insieme Dea della Giustizia e della Vendetta, ma questo dualismo esprimeva una concezione ancora barbara del diritto, che oggi dovrebbe essere superata anche grazie alle nuove conoscenze di cui disponiamo circa i meccanismi della mente. Penso che una giustizia moderna dovrebbe piuttosto ispirarsi alla Metnoia che Giovanni Battista predicava sulle rive del Giordano, il Ravvedimento. Non sar una campagna facile e sar, come molte di quelle che la scienza conduce in nome della civilt, molto impopolare. Scardinare culturalmente la legge del taglione, richiede un salto mentale e un grande sforzo collettivo. Tuttavia oggi vedo uno spiraglio: le posizioni di intellettuali come quella di Sofri espresse su questo giornale si affiancano a film come quelli dei fratelli Taviani e di Matteo Garrone. E la scienza con loro.

Cos lergastolo ostativo?

una pena detentiva che nega ogni misura alternertiva al carcere e ogni beneficio penitenziario ai chi stato condannato per reati associativi. Pochi sanno che i tipi di ergastolo sono due: quello normale, che manca di umanit, proporzionalit, legalit, eguaglianza ed educativit, ma ti lascia almeno uno spiraglio; poi c quello ostativo, che ti condanna a morte facendoti restare vivo, senza nessuna speranza.Per meglio comprendere la questione bisogna avere presente la legge 356/92 che introduce nel sistema di esecuzione delle pene detentive una sorta di doppio binario, nel senso che, per taluni delitti ritenuti di particolare allarme sociale, il legislatore ha previsto un regime speciale, che si risolve nellescludere dal trattamento extramurario i condannati, a meno che questi collaborino con la giustizia: per questo motivo molti ergastolani non possono godere di alcun beneficio penitenziario e di fatto sono condannati a morire in carcere. Insomma lergastolo ostativo stare in carcere per tutta la vita, una pena che viene data a chi ha fatto parte di unassociazione a delinquere e che ha partecipato a vario titolo a un omicidio, dallesecutore materiale allultimo favoreggiatore. Ostativo vuol dire che negato ogni beneficio penitenziario: permessi premio, semilibert, liberazione condizionale, a meno che non si collabori con la giustizia per larresto di altre persone. Si continua a parlare di pentiti, mentre in realt si dovrebbero chiamare semplicemente collaboratori di giustizia, perch evidente che la collaborazione una scelta processuale, mentre il pentimento uno stato interiore. La collaborazione permette di uscire dal carcere, ma non prova affatto il pentimento interiore della persona. In realt sono gli anni di carcere, nella riflessione e nella sofferenza, che portano ad una revisione interiore sugli errori del passato. Tutto questo nonostante un sistema carcerario che abbandona i detenuti a se stessi e che non agevola affatto la rieducazione e, nel caso degli ergastolani ostativi, esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale. (Dallintroduzione di Angelini Giuseppe e Bizzotto Nadia, Ass. Comunit Papa Giovanni XXIII, al libro Gli Uomini Ombra di Carmelo Musumeci- Ed. Gabrielli 2010)

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