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La lobby dei malmostosi

Laggettivo malmostoso sembra il pi adatto a descrivere lumore dei commercianti milanesi costretti nel ridotto di Area C. I vocabolari spiegano che si dice di persona scontrosa, difficile da trattare per il suo temperamento ombroso e lunatico. Letimo milanese (malmosts) ancora pi esplicito: sugo andato a male, inacidito. I commercianti milanesi sono, da sempre, una lobby potente che, in molte occasioni, stata capace di orientare la politica cittadina tutelando, non sempre nellinteresse collettivo, i propri, comunque legittimi, affari. Ora, incontrando meno indulgenze politiche, si dimostra meno capace di farlo e per questo si fa malmostosa. E si avventura su una strada politico-giudiziaria contando di sfruttare a proprio favore i bizantinismi di una legislazione amministrativa che andrebbe, al minimo, rivisitata. Almeno sotto il profilo della tutela dellinteresse pubblico, rispetto agli interessi privati che proprio il Consiglio di Stato ha inteso tutelare dichiarando ammissibile il ricorso presentato dalla Mediolanum Parking. Che, forte del relativo successo, negli scorsi giorni, annunciava un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo. Nella guerra delle carte bollate, sembra esaurirsi lintera capacit diniziativa della categoria che guarda con sospetto se non con ostentata ostilit ogni iniziativa intrapresa per rilanciarne i commerci. Che pretendono essersi ridotti del trenta per cento con listituzione di Area C senza coltivare il sospetto che di poter essere tra le vittime di una pi ampia crisi dei consumi che non si contiene nella cerchia dei Bastioni ma si allarga allOccidente intero. Che le limitazioni imposte al traffico possano aver ridotto il volume dei loro affari, non in discussione. Ma difficile credere che la sospensione estiva imposta al provvedimento ne abbia riportato in pareggio i bilanci. E se il Comune, ribadendo la propria volont di confermare il provvedimento, prova a farsi interprete delle loro preoccupazioni aderendo alle proposte che proprio dal mondo del commercio venivano, non si pu solo replicare con stizza che avrebbero dovuto essere accolte tutte le richieste, specie la cabina di regia con lExpo e le agevolazioni sulla tassa di occupazione del suolo. Lopportunit di prolungare, il gioved, lorario di apertura approfittando dello spegnimento anticipato delle telecamere, non stata sostanzialmente colta, lasciando ancora una volta campo aperto ai marchi della grande distribuzione che nella prima domenica a piedi della stagione illuminavano le loro vetrine mentre gli esercizi a conduzione familiare le spegnevano.

A confermare la sorda battaglia che si fa schermo delle reiterate dichiarazioni di una Confcommercio sempre disponibile al confronto, viene anche la totale inazione della stessa organizzazione nella promozione delle nuove tariffe dei parcheggi del Centro studiate proprio per superare il ricorso della Mediolanum Parking: finora in nessun garage possibile usufruire della tariffa scontata. E anche in futuro pochi sembrano orientati a farlo. Un braccio di ferro che non risolve certo i problemi del commercio e crea qualche inutile disagio in pi ai milanesi. E, soprattutto iscrive, anche loro malgrado, i commercianti a una corporazione incapace di confrontarsi con una citt che cambia e che vuole cambiare come hanno testimoniato i risultati dei referendum ambientali. Dispiace notare che quando ai cinesi di Paolo Sarpi stata imposta unisola pedonale che certo non volevano, la reazione stata molto diversa: forse perch da circa tremila anni che commerciano, inventano, fanno concorrenza. Anche sleale e anche dove sono poco amati. (la Repubblica Milano, 23 settembre 2012)

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