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Parlando dello spot che ha registrato - lho fatto gratis, siamo amici, tiene a precisare a Lettera43.it - per promuovere i libri di Alfonso Luigi Marra, napoletano, avvocato, teorico dello strategismo sentimentale e censore del cosiddetto signoraggio bancario, Vittorio Sgarbi garantisce che in gioco ci sono verit incomparabili. Nonostante i boicottaggi del potere, spiega il critico d'arte, le opere di Marra rappresentano la nuova cultura. CONTRO LA NUOVA IGNORANZA. Come avevano fatto prima di lui Manuela Arcuri, Ruby Rubacuori, Lele Mora e Sara Tommasi - testimonial che lo hanno preceduto in pubblicit assai discusse - Sgarbi invita gli italiani alla lettura dei libri sponsorizzati, almeno di quelli (quattro su 12) che stanno per tornare in vendita. Non conoscerli, avverte, significa rassegnarsi alla nuova ignoranza. TESTIMONIAL COME SARA TOMMASI. Mandato in onda a suon di euro sulle tre reti Rai, prima dei telegiornali e durante i talk show pi seguiti, lo spot sui libri dellavvocato-filosofo sta suscitando polemiche simili a quelle scaturite dalle performance di Sara Tommasi che, in una precedente pubblicit pro-Marra, inneggiava seminuda alla battaglia contro la prepotenza dei banchieri. L'IPOTESI DI UNA DISCESA IN CAMPO. E forse non che l'inizio di una collaborazione politica in vista del voto del 2013. Tanto che Sgarbi, accennando a una eventuale candidatura di Marra nel suo Partito della Rivoluzione, annuncia: L'ipotesi praticabile.
DOMANDA. Perch ha deciso di fare da testimonial ai libri di Alfonso Luigi Marra? RISPOSTA. Lo conosco, so che attacca a fondo le banche. D. E allora? R. Dichiarando guerra al signoraggio 30 anni fa, ha anticipato quel che oggi pensa la maggioranza degli italiani. D. Vittorio Sgarbi come Sara Tommasi. Le suscita imbarazzo? R. Non vedo dove sia lo scandalo. D. Nello spot, i libri di Marra sono definiti la nuova cultura. Non le pare eccessivo? R. un linguaggio pubblicitario. D. Per alcuni, quei libri sono sproloqui... R. Ogni opera discutibile: lo sono anche i saggi di Giulio Tremonti, di Oscar Giannino o di Geminello Alvi. D. Ha citato autori stimati. R. Il sociologo Francesco Alberoni, che apprezzo, ha venduto un sacco di copie scrivendo che un uomo innamorato felice. E che diventa triste se perde lamore. Lo stesso vale per Luciano De Crescenzo che fa il filosofo e tanti altri. D. Che vuol dire? R. Che perfino le banalit vendono se c un editore che rende il libro competitivo. D. Alfonso Marra ha scritto banalit? R. No, anzi. Ma gli ho spiegato che deve liberarsi degli editori marginali: serve un committente capace di condizionare tiv e giornali. D. Per esempio? R. Se Mondadori pubblicasse una sintesi del suo saggio contro le banche, diventerebbe un best seller. D. Mondadori non ci ha pensato? R. No, per colpa di Alfonso.
D. Ne proprio sicuro? R. Nella cura dei rapporti con gli editori, Marra un po arruffone. D. Lei come lo sa? R. Lo avevo messo in contatto con Rizzoli, ma non ha concluso niente. D. Esclude che siano gli editori a non provare interesse per lui? R. Contro Marra c ostracismo, anzi un vero embargo da parte del potere. D. Ammetter che si tratta di un personaggio anomalo. R. vero, ma le sue opere sono pi interessanti della met dei libri che finiscono in libreria. D. Sono tanti i libri che si pubblicano in Italia... R. Spesso a convincere la forza delleditore e non la qualit dellopera. D. Marra ha bisogno di Sgarbi per ri-legittimarsi dopo lo spot, ritenuto volgare, con Sara Tommasi? R. Non ha bisogno di me e neanche di Sara. D. Magari di un buon editore...ma cos decisivo? R. Se un editore abile, disinfetta perfino un autore senza idee. D. In giro vede autori senza idee? R. Se Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro hanno pubblicato libri, Alfonso Luigi Marra pu scrivere lEnciclopedia britannica. D. Lo spot il primo passo per una collaborazione in vista delle elezioni politiche? R. Diciamo che Marra, con le sue disponibilit finanziarie, sarebbe un candidato pesante per il mio Partito della Rivoluzione. D. Il connubio alle porte? R. Lipotesi praticabile. D. E il programma? R. Siamo contro le banche e contro un sistema che non spiega perch paghiamo le tasse.