Contrappunti
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Il risultato è il più classico romanzo
sentimentale russo, con tutto l’armamentario che conosciamo e
amiamo: i bigliettini mandati attraverso la servitù, le vetture di piazza, i balli in maschera, i fiumi di tè, gli struggimenti. Eppure non c’è alcun sentimentalismo e la voce di Avilova è limpida e vivace, piacevole da ascoltare, attentissima a guardarsi dentro e a giudicare gli uomini che la circondano, ironica. La voce di una donna moderna.
Titles in the series (11)
- Intertestualità nell'opera di Violette Leduc: Maurice Sachs - Jean Genet - Simone de Beauvoir
1
L’opera di Violette Leduc, una delle più perturbanti del XX secolo – una letteratura dell’abiezione, della marginalità, ma soprattutto della diversità –, è ancora relativamente poco conosciuta al grande pubblico, nonostante la recente riproposizione dei suoi romanzi principali e l’attualità della sua vicenda biografica, trasposta anche per il cinema da Martin Provost (Violette, 2013). Interstestualità nell’opera di Violette Leduc si concentra soprattutto sull’intreccio tra costruzione del testo e aspetto biografico, mettendo a fuoco il carattere intertestuale dell’opera di Leduc attraverso il confronto critico-letterario con le tre figure più importanti della sua evoluzione letteraria – Maurice Sachs (l’autore che l’avviò alla scrittura, ma anche un amore “impossibile”), Jean Genet (lo spirito gemello), Simone de Beauvoir (la musa e la guida) – e la narrazione del loro incontro. Emergono da ogni pagina la sensibilità dolente e acutissima di Leduc, che ha dominato tutta la sua vicenda umana, e l’inconfondibile sensualità a tratti mistica della sua voce. Luana Doni (Torino 1990) è Dottoressa di Ricerca in Letteratura Francese e attrice teatrale presso la compagnia Doppeltraum Teatro. Collabora con la professoressa Gabriella Bosco all’organizzazione delle iniziative artistico-letterarie dedicate alle letture plurilingue del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino; scrive per la rivista «Studi Francesi»; fa parte all’Associazione Les Amis de Violette Leduc e del gruppo di ricerca Narrative Autobiographical Perspectives dell’Università di Torino. Tra i suoi contributi si segnalano: Un padre, un ombrello, dei guanti. Riflessioni intorno all’oggetto simbolico ne L’Asphyxie di Violette Leduc, («Quaderni di Palazzo Serra»); …E tutto il resto è letteratura. Tra attore e poeta. Per un’interpretazione di Paul Verlaine («ricognizioni - Rivista di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne», 2019).
- Chronos e Kairós: Dois hemisférios temporais para estudo da rítmica
3
Trata-se de uma proposta didática que versa sobre questões concernentes ao estudo da rítmica através de reflexões históricas sobre a linguagem musical, voltadas para demandas como tempo, ritmo, duração, subdivisão, proporções métricas, mensuração, grafia de diferentes graus de determinação que a notação tradicional exige e como estes podem ser questionados. Partindo dos hemisférios temporais Chronos (tempo metrificável) e Kairós (tempo não metrificável), elaboramos uma extensa série de exercícios rítmicos voltados para a superação e vivências de inúmeros contextos de leituras e decodificações de métricas não convencionais, muitas vezes presentes em culturas nas quais os tempos métricos são construídos livres dos cânones acadêmicos.
- Arlt. Lo scrittore nel bosco di mattoni. Una biografia
1
Arlt tramandò un’immagine di sé come scrittore incompreso, eppure oggi viene considerato, insieme al suo contemporaneo Borges, uno dei padri della letteratura argentina. Tuttavia, se Borges traghettò la cultura europea e ottocentesca nella modernità e nel Nuovo Mondo, Arlt fu colui che per primo scrisse del popolo e sul popolo, del suo ambiente (i suburbi di Buenos Aires, le fabbriche, la pampa), delle sue difficoltà e delle sue lotte. In centinaia di articoli e racconti – oltre ai quattro romanzi, di cui i più famosi I sette pazzi e I lanciafiamme formano un’autentica epopea metropolitana – Arlt tracciò le linee di una letteratura nazionale puramente argentina. La sua penna non rimase però entro i confini di Buenos Aires, ma viaggiò per il mondo – in Sudamerica, in Europa e in Africa – portando lo sguardo del suo stesso popolo, lo sguardo dell’uomo porteño, oltreoceano. Viaggiando, Arlt incontrò altri popoli in lotta, visse i prodromi della guerra civile spagnola, e soprattutto riuscì ad allargare la sua attenzione a un contesto più universale. La biografia di Sylvia Saítta intreccia la travagliata vicenda personale di Arlt, quantomai vicina a quella dei suoi personaggi – il rapporto conflittuale con le donne, con i compagni di fede politica, con i colleghi, le sue profonde contraddizioni –, con l’evolvere della sua opera, smarcando la figura di Arlt da quella mitologia del perdente, dello scrittore fallito, che lui stesso si cucì addosso e mostrandocelo in tutta la sua statura di iniziatore di una cultura nazionale.
- Contro l'Unità d'Italia: Articoli scelti
1
Dalla penna del grande filosofo francese alcuni scritti finora – forse non a caso – inediti in Italia, sull’Unità d’Italia. Il provocatorio titolo del volume rispecchia il pensiero di Proudhon, sia nei due articoli in cui polemizza con Mazzini e Garibaldi, accusati di aver sacrificato i loro ideali e le loro lotte sull’altare dell’Unità, svendendosi a un re conservatore, sia nel più sistematico saggio breve in cui a partire dal processo di unificazione italiana riprende la sua concezione dello Stato, della democrazia e del federalismo. Leggere oggi la prosa chiara e moderna del Proudhon “italiano” ci offre un punto di vista differente e originale sulla nostra storia, solo in parte riconducibile alle correnti critiche nostrane (Gramsci, il meridionalismo). E più di uno spunto di riflessione sui problemi atavici dell’Italia, e su termini come “federalismo”, tornati in auge – abusati e a sproposito – nell’agone politico degli ultimi anni. Il libro è corredato da introduzione e prefazione di due storici esperti in materia di Risorgimento.
- Bolaño selvaggio
LA PRIMA COMPLETA RACCOLTA DI SAGGI SUL MITO DI ROBERTO BOLAÑO, FINALMENTE TRADOTTA IN ITALIANO Dopo essere stato un poeta marginale e contestatore, Roberto Bolaño (1953-2003) è diventato in poco tempo un mito e un’icona per la nuova generazione di lettori e amanti della letteratura ispano-americana. Esplorare da prospettive e punti di vista diversi l’inesauribile immaginario di Bolaño è lo scopo di questa raccolta di saggi, a cui hanno partecipato studiosi (come Celina Manzoni, pioniera degli studi bolañiani), traduttori (come Chris Andrews, che riversa in inglese le pagine di Bolaño) e figure molto vicine allo scrittore cileno, nonché di primo piano nel mondo letterario (come Ignacio Echevarría, Juan Villoro, Rodrigo Fresán, Enrique Vila-Matas, Alan Pauls, Carmen Boullosa).
- Maledetti francesi
Maledetti francesi, che con le loro canzoni ci hanno fatto sentire innamorati, cinici, rivoluzionari, esistenzialisti, parigini, maudit… La chanson française ha intrecciato per almeno un secolo, dal 1880 al 1980, musica, poesia, teatro, jazz, politica, cinema, facendo sognare soprattutto noi italiani, grazie all’irripetibile capacità dei suoi interpreti, gli chansonnier, di trasfondere una nell’altra la vita e la musica. Maledetti francesi è un viaggio musicale che presenta in tutta la sua dirompente modernità la chanson dai precursori realisti (Aristide Bruant e Yvette Guilbert) alle rockstar Renaud e Johnny Hallyday, passando per autentici miti come Léo Ferrè, Boris Vian, Georges Brassens, Jacques Brel, Serge Gainbsourg, Yves Montand, Herbert Pagani – e per le voci senza tempo di Barbara, Juliette Gréco ed Edith Piaf. Da Saint-Germain-des-Près alle banlieue, la chanson ha portato un messaggio vitale, anarcoide, canagliesco, che forse non esiste più, ma almeno nei dischi (e in questo libro) esce dal romanticismo in cui i tempi l’hanno relegato per rivivere in tutta la sua inarginabile carica umana.
- Musica solida
Musica Solida, cioè la musica incisa su supporto fisico, che sia ceralacca, vinile o cd, contrapposta a quella attuale, liquida o, come uno dei discografici intervistati nel volume la definisce efficacemente, gassosa. La musica del passato, che spesso ha rivestito un ruolo rilevante socialmente e culturalmente, raccontata attraverso la storia di chi in Italia l’ha fabbricata, cioè le case discografiche, dalle origini in forme ancora artigianali fino agli sviluppi del secondo dopoguerra e del boom dei 45 giri, per arrivare ai decenni successivi e alle crisi dovute all’evoluzione tecnologica dei supporti, fino ad arrivare alla quasi totale eliminazione di essi e alla sostituzione dei solchi dei vinili con una serie di 1 e 0. Un pretesto per riscoprire, attraverso la ricerca storica, le radici culturali di questo mondo musicale che è stata arte ma anche scienza al servizio dell’arte.
- Il Pane e la Neve
Dionigi, panettiere cuneese, scrisse il suo diario dopo la guerra, sulla base di appunti e ricordi. Un lucido e diretto reportage con uno sguardo “interno” su una delle più grandi tragedie di guerra italiane e non solo, viste da una persona semplice ma mai sprovveduta, e consapevole dei meccanismi che hanno portato al sacrificio di una generazione. «Questo mio scritto sulla spedizione di guerra da parte del Corpo dell’Armata Alpino con le sue divisioni Cuneense, Julia, Tridentina e della Divisione di Fanteria Vicenza e altri reparti Italiani in Russia, narra della sofferenza e dell’indifferenza di chi ci ha mandati, lasciati e mai aiutati nella ritirata più disastrosa di questa guerra e credo di tutte le guerre dell’era moderna, ma sopra tutto voglio dire una cosa, in tutti i racconti che si parla di guerra si dice che il popolo andava in delirio, affascinato dalla guerra, voleva a tutti i costi andare a combattere e morire per la Patria. Quelli che gridavano “vogliamo la guerra” erano una parte degli studenti, e perciò di famiglia agiata e che la propaganda fascista aveva più presa, i gerarchi che facevano carriera, e quelli che piuttosto di lavorare preferivano la divisa fascista e tutti noi abbiamo visto come questi eroi della fifa si sono comportati e hanno fatto la guerra, la loro guerra erano le adunate di piazza minacciando tutto il mondo democratico, la vera guerra l’hanno fatta gli altri e cioè quelli che non la volevano, purtroppo è sempre stato così, almeno fino a quei tempi, ma se al popolo facevano vedere le grandi adunate di masse ben orchestrate e obbligatorie chi ci comandava sapeva che la guerra non sarebbe mai venuto a farla.»
- Il gigante folle
Chi è Il Gigante folle? O per meglio dire cos'era Il Gigante folle? Immaginate un viandante russo a spasso nell'Italia del 1917, che da studioso e storico della letteratura italiana in quegli anni, durante la rivoluzione russa ritorna in patria come giornalista inviato italiano d'eccellenza e ne segue questo capolavoro. Zabughin si accorge subito che quella rivoluzione avrebbe portato presto a una dittatura, a differenza del resoconto ideologico fatto da John Reed nel famoso libro "I dieci giorni che sconvolsero il mondo". È appena passato l'anniversario del centenario delle due rivoluzioni russe, e in special modo della Rivoluzione d'Ottobre, in mezzo a tanti volumi celebrativi o critici, trova spazio lo sguardo acuto e preoccupato dello storico disincantato e liberale, che già “in diretta” vede tutti i pericoli della piega che sta prendendo la politica rivoluzionaria, a partire dall'annullamento della libertà religiosa, fino al superamento a grandi passi di ogni idea democratica e di socialismo moderato ottocentesco. Un utile e argomentato controcanto di riflessione, anche oggi, a chi continua acriticamente a celebrare quella rivoluzione già definitivamente sconfitta nell'89, ma anche a ogni idea di populismo e antidemocrazia che sembra prendere vigore negli ultimi tempi. Sommario 1 - presentazione (Biagini) 2 - vita e opere (Castelli) 3 - “il gigante folle” e sua genesi (Carteny) 4 - la poetica di Zabughin (Valle) 5 - Il gigante folle
- Autoritratto in vinile
La musica è l’altro grande amore di Luca Ragagnin Una biografia vera e propria attraverso i vinili che l’hanno attraversata! Prefazione di Max Casacci, fondatore e chitarrista dei Subsonica | Scatti di Alberto Ledda 61 brani 61 dischi, 61 artisti, 61 copertine, 61 racconti che attraversano generi e periodi musicali mixati a ricordi personali, 61 episodi d’infanzia e di gioventù, in un gioco di rimandi rigorosamente analogici. … e 33 scatti da collezione di Alberto Ledda
- Cechov nella mia vita
Come scrive Ivan Bunin, la storia d’amore tra Lidija A. Avilova e Anton P. Čechov era un grande segreto, che i due mantennero per decenni. Eppure, Čechov nella mia vita è più del racconto personale di una relazione intima. Al di là di qualsiasi polemica, personale (come quella di Marija Čechova, legittima moglie dello scrittore) o accademica (diversi ricercatori hanno espresso più di un dubbio a riguardo), queste memorie illuminano alcuni degli aspetti più intimi di Čechov e soprattutto permettono al lettore di sbirciare sul suo lavoro di guida letteraria nei confronti della giovane (e ambiziosa, e infelicemente sposata) collega. Il risultato è il più classico romanzo sentimentale russo, con tutto l’armamentario che conosciamo e amiamo: i bigliettini mandati attraverso la servitù, le vetture di piazza, i balli in maschera, i fiumi di tè, gli struggimenti. Eppure non c’è alcun sentimentalismo e la voce di Avilova è limpida e vivace, piacevole da ascoltare, attentissima a guardarsi dentro e a giudicare gli uomini che la circondano, ironica. La voce di una donna moderna.
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Scafiblu Un solco senza seme: Scritture in versi 1988-2023 Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
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