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L'isola dei brillanti
Il do tragico
La saggezza di padre Brown
Serie di e-book26 titoli

GRANDI OPERE DI CRIMINALITÀ E MISTERO

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Info su questa serie

Il romanzo è ambientato nella Londra del XIX secolo. Parla di un giovane, Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, pittore suo amico, gli regala un ritratto che lo riproduce nel colmo della gioventù. 
LinguaItaliano
Data di uscita8 feb 2019
L'isola dei brillanti
Il do tragico
La saggezza di padre Brown

Titoli di questa serie (26)

  • La saggezza di padre Brown
    La saggezza di padre Brown
    La saggezza di padre Brown

    I racconti originali contenuti nella raccolta La saggezza di padre Brown sono apparsi tutti irregolarmente nella rivista letteraria inglese Pall Mall Gazette tra il marzo 1913 e il settembre 1914; l'unica eccezione è La favola di padre Brown che è apparsa direttamente nella prima edizione della raccolta in lingua inglese pubblicata da Cassell and Co nel 1914, arricchita dalle illustrazioni di Sidney Seymour Lucas. Qui di seguito, il titolo in lingua italiana di ciascun racconto, il titolo originale inglese fra parentesi e il numero della Pall Mall Gazettedove è apparso per la prima volta il racconto: L'assenza del signor Glass (The Absence of Mr Glass), marzo 1913 Il paradiso dei ladri (The Paradise of Thieves), agosto 1913 Il duello del dottor Hirsch (The Duel of Dr Hirsch), agosto 1914 L'uomo nel vicolo (The Man in the Passage), settembre 1913 L'errore della macchina (The Mistake of the Machine), ottobre 1913 La testa di Cesare (The Head of Caesar), giugno 1913 La parrucca violacea (The Purple Wig), maggio 1913 La morte dei Pendragon (The Perishing of the Pendragons), giugno 1914 Il dio dei gong (The God of the Gongs), settembre 1914 L'insalata del colonnello Cray (The Salad of Colonel Cray), luglio 1914 Lo strano delitto di John Boulnois (The Strange Crime of John Boulnois')', luglio 1913 La favola di padre Brown (The Fairy Tale of Father Brown), pubblicato nella raccolta The Wisdom of Father Brown, 1914

  • L'isola dei brillanti
    L'isola dei brillanti
    L'isola dei brillanti

    Dietro a un traffico di diamanti gestito da un vecchio e spietato scienziato si cela un mistero raccapricciante. Il breve romanzo si snoda sull’equivoco di una rischiosissima sostituzione di persona che porterà comunque a un lieto fine con annientamento dei malvagi e compimento di una fulminea storia d’amore. Uno degli ultimi testi di De Angelis, atipico e, certamente, di livello modesto, pubblicato nel numero di Gennaio 1943 de “Il romanzo della sera” della casa editrice Astra, che nel periodo 1942-1945 consentì ad Alberto Tedeschi, già direttore della collana Gialli Mondadori, di continuare a pubblicare, col cognome materno (Borio) nonostante le persecuzioni razziali.

  • Il do tragico
    Il do tragico
    Il do tragico

    L’ascensore si fermò con un sussulto, dopo aver rallentato. Dentro la scatola di metallo e di legno lucenti si ebbe un attimo di attesa. Il fattorino, efebico nella sua uniforme verde bottiglia a bottoni d’argento, sorrideva. Il commendatore aveva trattenuto il respiro e adesso ansava. Sempre le fermate a singhiozzo di quella macchina elettrica gli davano un colpo al cuore. Si ebbe un altro scatto e lentamente la porta esterna e quella della scatola cominciarono a scorrere silenziose. Era la liberazione. Il commendatore si lanciò fuori. I commessi balzarono in piedi e salutarono. Sul marmo levigato dell’anticamera monumentale e del corridoio interminabile, risuonarono i passi disordinati dell’omaccione. Forse superava il metro e ottanta di altezza ed era nel corpo armonico. Il che vuol dire che dava, subito a prima vista, l’impressione d’essere formidabile. Più che robusto, però, pesante. Il rumore dei passi si ripercosse sino in fondo al corridoio. L’ultima porta era la sua, di fronte. L’aprì, la richiuse, si trovò nel suo ufficio. Un ufficio di direttore centrale, di un lusso marmoreo e imponente.

  • Due vivi e un morto
    Due vivi e un morto
    Due vivi e un morto

    Due banditi assaltano un ufficio postale e l’episodio segna pesantemente i destini dei tre impiegati coinvolti: uno cade ucciso nel vano tentativo di salvare la cassa lasciando moglie e figlioletto in gravi difficoltà. Il secondo riporta leggere ferite ma passa da eroe e raccoglie onori e avanzamenti di carriera. Il terzo che, consapevole dell’inutilità di ogni resistenza e non per viltà, si lascia sottrarre la cassa, si vede dapprima sospettato come complice e si attira la disistima generale e vede compromessa la propria carriera.

  • La porta delle sette chiavi
    La porta delle sette chiavi
    La porta delle sette chiavi

    Il ricchissimo Lord Selford decide di far costruire una cripta, la cui porta sia dotata di sette chiavi (una per ogni esecutore testamentario) per riporvi oltre alle sue membra anche il suo ingente patrimonio da consegnare al figlio solo al compimento del 25°compleanno. Purtroppo la morte improvvisa del vecchio Lord consente ad un gruppo di uomini senza scrupoli di architettare ai danni del giovane Selford un’abilissima truffa. L’ultimo discendente della nobile e ricchissima – e piuttosto eccentrica – famiglia Selford è in continuo peregrinare in giro per il mondo senza fissa dimora da diversi anni, preoccupando molto l’avvocato Havelock suo tutore patrimoniale. Questi decide quindi di incaricare Dick Martin, da poco dimissionario dalla polizia di Scotland Yard, di porsi sulle tracce del giovane. Il primo atto sarà l’uccisione di un esperto scassinatore, terrorizzato da un incarico ricevuto, all’interno dell’abitazione di Martin. Il viaggio sulle tracce del giovane Selford dura poco perché Martin intravede una traccia che lo porterà fra uomini dalla forza spaventosa con intenti omicidi, un medico greco senza scrupoli, il vecchio precettore del giovane lord, la sua bizzarra moglie e il suo autista ex ladruncolo, a dipanare l’intricata matassa di una abilissima truffa. Anche la bella e avvenente bibliotecaria non è estranea alla vicenda essendo lontana cugina di Lord Selford ed essendo venuta in possesso della prima delle sette chiavi appartenuta ad un giardiniere portoghese. Chiavi che servono per aprire la porta della cripta dove il vecchio Lord Selford ha voluto farsi seppellire forse con il suo ingente patrimonio.

  • La spia misteriosa
    La spia misteriosa
    La spia misteriosa

    Lord Wolfenden vide in un ristorante una bellissima donna e potè farne la conoscenza salvando la vita del suo anziano accompagnatore, il misterioso Mr. Sabin, all’uscita del ristorante stesso. Wolfenden non poteva immaginare la rete di intrighi diplomatici in cui stava entrando. Intrighi tesi a far scatenare un conflitto internazionale, mettendo l’Inghilterra in condizioni di inferiorità difensiva nei confronti dell’»Austrasia» (che è comunque la Germania nell’originale inglese) e a riportare la monarchia in Francia. E la nuova regina avrebbe dovuto essere proprio la bellissima Elena, nipote del misterioso mr. Sabin.

  • Lo scoppio d'una Berta
    Lo scoppio d'una Berta
    Lo scoppio d'una Berta

    Dall’incipit del libro: Tutta la notte il mio vicino di camera si è agitato. L’ho sentito persino parlare solo. È molto noioso avere un vicino di camera che non trova pace. È dunque il destino di tutti coloro che vengono in Alsazia di non trovar pace come non è ancòra riuscita a trovarla questa regione di confine, bagnata da un largo fiume, che separa e unisce due razze, due colture, due forme invincibili di odio? C’è poco da divertirsi a Strasburgo e in fondo anche poco da studiare. Oggi, questi alsaziani parlano francese con accento tedesco, come dopo il settanta avevan parlato tedesco con cadenza francese. Credo che la situazione sia sufficientemente illuminata da un tale avvicendamento di accenti e di cadenze, che ogni generazione deve mutare. E posso andarmene. Ho visto la Cattedrale e le cicogne, il monumento a Kléber e quello a Gutenberg, ho corso rischio di morire per soffocamento in una brasserie piena di colore locale e di esalazioni organiche, ho persino assistito a una conferenza che il signor Deberly ha tenuto al «Palais des Fêtes» sur les flâneries de la Mer latine. Mi sembra d’essermi ormai documentato abbastanza sull’Alsazia. Parto, per Saarbrücken.

  • Sei donne e un libro
    Sei donne e un libro
    Sei donne e un libro

    Era rimasto a contemplare l’involto, che giaceva sui gradini della chiesa. Le prime luci dell’alba illuminavano la piazzetta deserta. Sotto l’androne, che metteva in un cortile aperto, si vedeva il chiarore della lampada accesa davanti all’immagine della Madonna. Qualche minuto prima, tutte le luci delle strade si erano spente di colpo. L’aria era piena di brividi. Un nuovo giorno nasceva così sulla grande città, che ancora rimaneva immobile, come estatica. Soltanto il rumore di qualche tranvai in lontananza, sul corso Vittorio Emanuele, e, dall’altra parte, per via Cavallotti. L’uomo in uniforme grigia, filettata di rosso, guardava l’involto. Dovevano essere stracci ravvolti in un giornale. Eppure quel pacco appariva troppo accuratamente confezionato, per contenere stracci. Gli diede un colpo con la scopa e l’involto rotolò pei gradini sul selciato. Non si aprì. Doveva essere fermato ai due capi con qualche spillo, perché legato non era. Ma dal centro di esso, di sotto al margine del giornale, sbucava una busta bianca.

  • Le sette picche doppiate
    Le sette picche doppiate
    Le sette picche doppiate

    La nebbia era così fitta che le lampade ad arco della strada e quelle dei negozi riuscivano appena ad aprirvi aloni rossastri. Alle quattro e mezzo del pomeriggio era notte. I viandanti procedevano per quanto possibile contro i muri, e i tranvai e le auto andavano a passo d’uomo con fragor sordo di campane e di claksons. I due uomini si scontrarono sulla soglia illuminata dell’albergo. Erano entrati da parti opposte; l’uno, proveniente da via Montenapoleone, aveva ridisceso e attraversato via Manzoni, l’altro da piazza della Scala s’era subito messo sul marciapiede sinistro, quello dell’albergo. Nell’atrio entrarono entrambi quasi di corsa e si urtarono. Fu allora che, guardandosi, si riconobbero. Il più piccolo e magro dei due emise un sottile fischio. — Per Giove, sono ubbriaco oppure sei tu? L’omaccione massiccio, così interpellato, mandò un sordo grugnito. Era evidente che quell’incontro non lo beava. — Piuttosto rimpannucciato, eh? – e, petulante, il primo continuò a squadrarlo, con un cattivo ghigno sulle labbra. – Non dubitare, mai visti e conosciuti!

  • La barchetta di cristallo
    La barchetta di cristallo
    La barchetta di cristallo

    Margaret traversò piazza della Scala troppo in fretta, e molti passanti cercarono dietro di lei, per vedere se fosse inseguita. Ma era bella e subito tornavano con lo sguardo al suo corpicino sottile e agile, stretto nella pelliccia corta. Investito dalla luce cruda delle lampade della Scala, il volto della ragazza apparve talmente bianco, che le labbra tinte erano una ferita, i capelli d’oro un’aureola. Nulla di strano che fosse senza cappello, se andava a teatro. Mefistofele. Le automobili facevano coda. Il portiere in polpe bianche apriva gli sportelli, maestosamente. Ma la ragazza non andava a teatro. Quando ebbe voltato per via Verdi, fece alcuni metri proprio di corsa. Poi tornò a camminare. Poi a correre di nuovo. Stringeva la borsetta di coccodrillo contro il petto. Voltò ancora per via dell’Orso, ma evidentemente aveva sbagliato cammino o ebbe un pentimento, perché si fermò, ritornò sui suoi passi, tagliò diritto per via Brera. Un giovanotto in frac e gibus, che procedeva lentamente sul marciapiede opposto, calzandosi i guanti bianchi, la vide, fece un gesto di sorpresa, traversò rapido la strada, la seguì, chiamandola: «Margaret!».

  • L'albergo delle tre rose
    L'albergo delle tre rose
    L'albergo delle tre rose

    Pioveva a fili lunghi, che al riverbero dei fanali parevan d’argento. La nebbia diffusa, fumosa, penetrava coi suoi aghi nel volto. Sui marciapiedi scorreva ondeggiando la infinita teoria degli ombrelli. Automobili in mezzo alla via, qualche carrozza, i tranvai colmi. Alle sei del pomeriggio il buio era fitto, in quei primi giorni del dicembre milanese. Tre donne procedevano in fretta, a scatti, sembrava a folate, rompendo come potevano le fila dei passanti. Eran vestite tutte e tre di nero, alla moda di prima della guerra, coi cappellini di garza e perline. Portavano i mezzi guanti di filo e con le dita ossute della destra stringevano il manico dell’ombrello, tutte e tre con lo stesso gesto, come se levassero minacciosamente una mazza. Avevano il profilo rostrato e gli occhi acuti e accesi. Col mento e il naso sembrava volessero fendere la folla e l’umidore spesso della nebbia e della pioggia. Quanti anni avessero nessuno poteva dire. L’età si era cristallizzata sui loro corpi. Ed erano cosí simili una all’altra, che, senza i nastri di color diverso – malva, violaceo, nero – legati a cappio sotto il mento, ognuno avrebbe creduto a un’allucinazione, sicuro di riveder per tre volte di seguito la stessa persona.  

  • L'impronta del gatto
    L'impronta del gatto
    L'impronta del gatto

    La chiave girò nella serratura con un rumore di ferro grattato e il portone si aprì. La casa era vecchia e la serratura anche. L’uomo varcò la soglia e i suoi passi risonarono sotto l’androne. Dietro di lui, il portone batté. Appena nel cortile, dovette dare un calcio a un gatto, che gli era saettato fra i piedi. — Maledetti! La luce della lampada, sotto il porticato, lo illuminò, facendogli luccicare sullo sparato il brillante del bottone. Per quanto fosse un novembre freddissimo, portava la pelliccia aperta e andava senza cappello. I capelli castani erano ondulati e lucidi. Anch’essi alla luce brillavano. Quando fu sotto il secondo androne, per entrare nel terzo cortile, si fermò di colpo. Un leggero fischio gli uscì dalle labbra sottili, ornate di due baffetti a coda di topo. C’era un uomo disteso a terra, proprio a sbarrargli il passo. Non pensò neppure un istante che potesse trattarsi di un ubriaco, perché aveva veduto qualcosa di rosso che gli rigava il volto. L’uomo stava supino e il sangue gli era uscito da un foro nero, in mezzo alla fronte, e gli era colato fin sul petto.

  • Il canotto insanguinato
    Il canotto insanguinato
    Il canotto insanguinato

    A De Vincenzi non era mai capitato nulla di simile. Da sette ore stava interrogando quell’uomo. Sette ore di un interrogatorio serrato e martoriante, come l’anello d’una garrotta. Ogni quarto d’ora lui dava una girata alla vite, l’anello si stringeva e l’uomo boccheggiava. Ma non sapeva dir altro che: «Perché l’avrei uccisa?». E sopportava la tortura con una forza di resistenza, che appariva, più che sovrumana, inumana. Inumano, del resto, quell’uomo aveva da essere, infatti. Fuori della vita comune, con un’altra sensibilità, una diversa reazione alla sofferenza, una rassegnazione stoica, da dare i brividi. Anche d’un’altra razza, d’un’altra materia. Fra i due, chi stava per dare il crollo, da un istante all’altro, era De Vincenzi. In quella stanza angusta, squallida, illuminata dalla lampada del tavolo, che mandava tutta la sua luce abbagliante addosso all’uomo, si cominciava a soffocare. Nella penombra del paralume, abbassato dalla sua parte, il commissario doveva essere livido. Ogni tanto si passava due dita dentro il colletto, per quanto portasse una camicia floscia e il colletto fosse largo. Il garrottato era lui!

  • Il banchiere assassinato
    Il banchiere assassinato
    Il banchiere assassinato

    Il commissario Carlo De Vincenzi della squadra mobile di Milano è al lavoro di notte nel suo ufficio, quando riceve la visita inaspettata dell'amico Giannetto Aurigi. Aurigi, dopo aver assistito alla Scala con la fidanzata ed i genitori di lei ai primi due atti dell'Aida, aveva lasciato il teatro per girare in solitudine per le vie nebbiose della città. Grande è la sorpresa del commissario quando riceve una telefonata che lo informa che è stato commesso un omicidio proprio nell'appartamento di Aurigi in via Monforte.

  • De Vincenzi e il mistero di Cinecittà
    De Vincenzi e il mistero di Cinecittà
    De Vincenzi e il mistero di Cinecittà

    Dodici persone si trovavano riunite nella serra d’inverno dell’albergo. Dodici persone visibili, di sangue carne muscoli e ossa, che vestivano panni, pensavano, agivano: e una tredicesima invisibile, tanto più presente nella sua essenza incorporea. Sicché ognuna delle altre poteva averla accanto e addosso, muta, inavvertita e implacabile. Dodici persone, provenienti da lontane parti del mondo, o che da assai lontano tornavano. Inconsapevolmente legate a un comune destino, quotidianamente giocavano col tragico e consideravano la tragedia materia di speculazione artistica e di commercio, ideandola, plasmandola, rendendola parlante e viva sullo schermo. A riunire quelle persone lì dentro erano stati i milioni di Giucé Caienni e di Micheluccio Vernieri, e la volontà di Vassilli Boldviski. Queste due forze, una bruta e l’altra brutale seppure intelligente, avevano creato l’Acidalia Film, casa cinematografica annunziatasi subito solida e potente. Che i milioni ci fossero nessuno poteva dubitare dopo la pubblicità data ai grossi depositi in banca, alle elargizioni benefiche, all’acquisto di un immobile principesco, che accoglieva nelle sue grandi sale, con gli uffici della Società, un battaglione di impiegati, di tecnici, di fattorini.

  • Il Segno dei Quattro
    Il Segno dei Quattro
    Il Segno dei Quattro

    Sherlock Holmes viene ingaggiato dalla signorina Mary Morstan. Militare in India, il padre di Mary aveva trovato un tesoro, all'insaputa della figlia, ma nel momento di tornare era scomparso senza mai giungere a casa. Dopo quattro anni dalla scomparsa, la signorina Morstan ricevette una perla, e da allora ne riceve una ogni anno, nello stesso giorno. La ragazza si è recata da Holmes perché l'autore di questi regali l'aveva contattata per incontrarla. Holmes e Watson la accompagnano all'appuntamento; il loro ospite è il signor Thaddeus Sholto, figlio di un amico del padre di Mary. Il vecchio Sholto e Morstan avevano trovato anni prima il tesoro ma, durante una lite, Morstan aveva avuto un attacco di cuore ed era morto; quando morì anche il padre di Sholto, i figli ebbero l'incarico di ritrovare il tesoro nascosto nella casa e darne una parte a Mary.

  • Le Avventure di Sherlock Holmes
    Le Avventure di Sherlock Holmes
    Le Avventure di Sherlock Holmes

    Sherlock Holmes rappresenta l'investigatore per antonomasia, criminologo e uomo d'azione, dotato di un'altissima capacità deduttiva con la quale cerca prove fisiche e materiali per risolvere le sue indagini (caratteristiche mancanti nell'altro grande detective della narrativa inglese, Hercule Poirot). In questi dodici casi Holmes appare in splendida forma: il suo amore per la verità lo spinge a portare a termine le indagini anche senza un compenso. "Le avventure di Sherlock Holmes" è la prima e più nota raccolta di racconti che hanno per protagonista il celebre detective londinese. Pubblicata nel 1892, comprende dodici short stories uscite fra il 1891 e il 1892 su Strand Magazine. 

  • Il talismano dei Dangerfield
    Il talismano dei Dangerfield
    Il talismano dei Dangerfield

    In un castello della costa inglese trascorre l’estate un gruppo di amici e conoscenti della nobile famiglia proprietaria e residente. In questo insolito giallo senza delitto e senza investigatori (se non gli stessi ospiti del castello) l’obbiettivo del “reato” è il preziosissimo bracciale con diamante da 50000 sterline, legato a leggende e “segreti” di famiglia. Poiché quando viene rubato il prezioso gioiello torna sempre miracolosamente indietro, questo viene lasciato incredibilmente incustodito in una stanza sempre aperta e in una teca che chiunque può aprire. E naturalmente viene rubato. Colpevoli e segreti saranno svelati dall’ingegner Westenhanger e dall’ingenua Renata.

  • Il duca nel sobborgo
    Il duca nel sobborgo
    Il duca nel sobborgo

    Il duca di Montvillier, francese di nobile discendenza, e il suo amico George Hankey, divengono ricchi scoprendo una miniera d’argento a Los Madeges in Texas. Si trasferiscono in Kymott Crescent a Brockley, sobborgo di Londra, creando trambusto tra i vicini di casa, le donne, ex nemici e amici; si trovano costretti a fronteggiare imboscate, complotti e per farlo devono fondare perfino un giornale. Il duca fa la corte ad Alicia Terrill, vicina di casa, e parente di Sir Harry Tanner che ha già ragioni di risentimento nei confronti del duca. Il figlio di Sir Harry prova ad intervenire, ma ogni tentativo di agire per screditare e colpire il duca si ritorce contro i Tanner come un boomerang.

  • Il brasiliano
    Il brasiliano
    Il brasiliano

    Il capitano inglese Rotherby si reca a Parigi per cercare l’uomo che è fuggito con la donna del fratello invalido. Una volta consumata la vendetta si ritrova all'interno di un complesso intrigo e contamoraneamente si innamora della bella nipote di un coltivatore di caffè brasiliano, che anch'egli scomoare in circostanze misteriose.

  • Il corriere scomparso
    Il corriere scomparso
    Il corriere scomparso

    Un bizzarro, ricco e apparentemente innocuo invalido vive in un castello tenendo in pratica segregati i due nipoti e in soggezione quasi tutta la popolazione del circondario. Non esita a rapire e tenere prigioniero e ricattare fino alla tortura il depositario di un documento che è per lui del massimo interesse, documento che potrebbe sventare, se consegnato a tempo, i pericoli di un’imminente guerra che invece Fentolin, il castellano invalido, vorrebbe vedere scatenata. Ma la sua crudeltà e indifferenza per le altrui sofferenze finirà per perderlo definitivamente

  • L'ombra del delitto
    L'ombra del delitto
    L'ombra del delitto

    È difficile ricostruire quanto è accaduto la notte della “catastrofe”. Ma, colpito nel suo onore e nella sua reputazione, il dottor Scott, ingiustamente etichettato come colpevole dall’opinione pubblica, ancorché assolto per insufficienza di prove, riesce a dipanare l’intricatissima matassa di una vicenda dove nessuno dei protagonisti è come sembra. Solo l’ultimo capitolo svelerà le responsabilità reali, strettamente intersecate con i complessi e imprevedibili rapporti tra i vari personaggi. Come spesso accade nei romanzi gialli di Oppenheim, non manca una vibrante storia d’amore, e le passioni prorompenti restano sottese ad ogni avvenimento.

  • Gli assassinii della Rue Morgue
    Gli assassinii della Rue Morgue
    Gli assassinii della Rue Morgue

    All'inizio del racconto il narratore esamina vari giochi e le capacità intellettive che essi richiedono, per poi ricollegarsi allo straordinario acume dell'investigatore protagonista del racconto Auguste Dupin. In una notte, in un appartamento al quarto piano di un vecchio stabile in Rue Morgue a Parigi, vengono barbaramente assassinate l'anziana Madame L'Espanaye, trovata nel cortile interno orrendamente mutilata e con la gola brutalmente tagliata, e sua figlia Camille, strangolata e nascosta nella cappa del camino. La porta è chiusa dall'interno e i soccorritori, richiamati dalle urla delle vittime e di due sconosciuti, devono sfondarla per entrare. La polizia brancola nel buio: la porta e le finestre dell'appartamento sono state trovate ermeticamente chiuse e i vicini hanno udito, insieme alle urla delle due povere vittime, le imprecazioni di un francese e una seconda voce stridula e irriconoscibile che sembra esprimersi in un idioma ignoto. Preso atto che la polizia non riesce a ottenere alcun risultato con gli interrogatori e che un innocente è stato ingiustamente sospettato e arrestato, il parigino Auguste Dupin, conoscendo bene il prefetto di Parigi, chiede l'autorizzazione a fare un sopralluogo sulla scena del delitto per potersi fare un'idea precisa di quanto è accaduto e ipotizzare una soluzione.

  • Che cosa è la mafia
    Che cosa è la mafia
    Che cosa è la mafia

    All'alba del '900 Gaetano Mosca, il grande teorico siciliano della classe politica, all'indomani del processo Palizzolo per l'omicidio Notarbartolo tenne questa conferenza su quello che già allora giudicava un "argomento vecchio". Mosca vede nello spirito antisociale la matrice prima della mafia, caratterizzata per di più da un'atomizzazione organizzativa con i suoi "doviziosi altolocati" attivi soprattutto nel mondo rurale. Un'analisi per molti aspetti incompleta e superata, eppure di grande interesse per poter inquadrare la mafia come fenomeno storico. Resta sempre valido l'appello lanciato nelle righe conclusive dal grande liberale per un "severo esame di coscienza da parte di tutta l'Italia". Un esame di coscienza che forse, ancora oggi, a più livelli della società italiana, tarda ad arrivare.

  • L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
    L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
    L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia

    «CREDETE a me, caro signor Luraschi, se voi siete un giornalista con de i pregiudizi, venuto nella nostra Isola con dei preconcetti, la è finita; io non ho altro da aggiungere. Ma se siete un giornalista che salta la leggenda e studia l’ambiente per proprio conto, voi ritornerete al vostro giornale un difensore del siciliano trascinato per le colonne dei giornali come un delinquente nato. Qualcuno, non ricordo più chi, ha paragonato la Sicilia all’Irlanda e non ha avuto torto. In Irlanda un contadino taglia i garretti al bestiame di un landlord , ed ecco tutta la Grande Bretagna in aria come se si trattasse di un avvenimento inaudito. Il dizionario non ha più sostantivi abbastanza roventi per la paisaneria di quel paese di patate . Gli occhi inglesi non vi vedono più che dei criminali. Nello stesso giorno in cui imperversano per il Regno Unito le ventate della collera inglese contro il paddy, Jack lo squartatore lasciò in Whitechapel il quartie re popolare di Londra la una decima donna colla gola recisa e le cosce insanguinate e a nessuno venne in mente di chiamare la capitale una città di ammazza donne».

  • Il Ritratto Di Dorian Gray: Oscar Wilde
    Il Ritratto Di Dorian Gray: Oscar Wilde
    Il Ritratto Di Dorian Gray: Oscar Wilde

    Il romanzo è ambientato nella Londra del XIX secolo. Parla di un giovane, Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, pittore suo amico, gli regala un ritratto che lo riproduce nel colmo della gioventù. 

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