ANUNNAKI - Narrativa
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Info su questa serie
Titoli di questa serie (40)
- Zumpday
Massimo Fontana è nato a Vicenza nella seconda metà dei Sessanta. In Zumpday discorre di un allunaggio, di un terremoto, della misura del tempo, di alcuni musicisti rock, di un sogno, di un ideogramma polverizzato. Undici brani. Secondo l’autore Zumpday può considerarsi un prequel asincronico dei Nova sui prati notturni o un tornare su alcuni fatti vissuti, alla ricerca di un ritmo. “Non lo sentite? Che strano ticchettio”.
- Le false verità
Com’io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo, però ch’ogne parlar sarebbe poco... [Inferno XXXIV, vv. 22-24] Eppure, se ne parla. Il diavolo non è un mistero lontano dall’essere umano, ma è un essere vicino, distante non più di una mano tesa nel buio. Confrontarsi con esso vuol dire porsi di fronte a ciò che di più caotico, torbido e nocivo possa dominare il creato, ma la mente umana è in grado di farlo; lo è sempre stata. Emanuele Gualerzi costruisce una scena teatrale su un palco vuoto, sedendosi di fronte al demonio e interrogandolo, con tutta l’intimità e la sincerità che l’animo può conoscere.
- L'ultimo assolo
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, una nuova band musicale si affaccia sulla scena rock nazionale, è il quintetto milanese degli “Hope”. Ma ciò che per molti ragazzi è un sogno che si realizza, per Giovanni, virtuoso chitarrista e compositore del gruppo, è l’inizio di un incubo. La pressione mediatica lo trascina nel vortice del panico, cui riesce a far fronte solo attraverso l’uso di stupefacenti, che stravolgono la sua vita professionale e privata. Fino al giorno in cui, di colpo, sembra svanire misteriosamente nel nulla.
- La schiava dei libri: Un romanzo storico ai tempi dell’Antica Roma
Acquistata quasi per compassione al mercato degli schiavi da Prospero, ricco proprietario di un’azienda agricola e di un laboratorio dove si trascrivono e vendono libri… … la schiava Aretusa rivela una singolare attitudine alla scrittura, unita da un irrefrenabile desiderio di comprendere quanto va faticosamente ricopiando. Ma anche nell’Africa romana del V secolo dopo Cristo batte l’ala della storia: alle lotte di religione e ai difficili rapporti con le tribù del deserto, si aggiungerà ben presto la nuova insidia del popolo del Nord. Uno splendido affresco della tarda Romanità, e insieme la storia di un’altra donna di frontiera, dello stesso autore de La donna del tribuno e Donne ai confini dell’Impero. Un meraviglioso romanzo storico ambientato ai confini dell’Impero romano, la terza uscita (autoconclusiva) del ciclo “Donne di confine” del due volte vincitore del prestigioso Premio Urania, Alberto Costantini. Dello stesso ciclo: La donna del tribuno: L’avvincente storia di una donna ai confini dell’Impero Romano Donne ai confini dell’Impero La schiava dei libri
- Cruciverbar
La grande passione di Gregorio per l’enigmistica lo spingerà, assieme al socio Maurizio, a chiamare il bar avuto dallo zio Michele Cruciverbar. Un luogo carico di mistero che ha nascosto per anni il segreto di una stanza dalla quale si accede alle oscure profondità di un intrico di gallerie sotterranee. Ma anche luogo di sosta per personaggi come Sciarpetta, il clochard che dispensa a tutti le sue parole di saggezza. È qui che Gregorio incontrerà Viola, la donna assunta come cameriera, di cui si innamorerà e con la quale sarà destinato a scoprire quanto sono indissolubilmente uniti i destini che legano loro a ciò che si cela al di sotto del locale. Una storia appassionante, una sovrapposizione di varia umanità che si sfiora davanti al bancone o tra gli stretti tavolini del bar e si intreccia come fanno le lettere di un cruciverba per formare un’esistenza di senso compiuto.
- Il mare all'improvviso
Un viaggio in corriera da Palermo a Francoforte per ricomporre i pezzi di un puzzle familiare. I ricordi di una bambina degli anni Ottanta tra conchiglie, tandù, una radio Mivar di plastica verde e Candy Candy. Una giovane donna in giro per il mondo, fra realities televisivi e giri di valzer. Una scultura di “madre con bambino”, simbolo di speranza e “guida” nel labirinto della città amniotica. Un’identità in cammino su frammenti di un’anima che lotta per ritrovare la propria natura, aprendosi al mondo con occhi nuovi.
- L'uomo con lo zainetto
Un thriller poliziesco contemporaneo che mescola il sapore del mistero dell’Antica Roma alla magia di Torino. Un complicato caso, quello del commissario Cavalli, che lascerà il lettore senza fiato, incapace di smettere di leggere. UN ROMANZO THRILLER POLIZIESCO AMBIENTATO A TORINO E A ROMA, UN GIALLO NOIR RICCO DI INTRIGHI E COLPI DI SCENA. Torino, quartiere Crocetta: viene trovato il cadavere di un noto docente universitario, con le vene dei polsi e delle caviglie recise. Sul luogo del delitto c’è anche una cartolina di uno scorcio di Roma su cui è tracciata una lettera zeta. Le indagini saranno affidate al commissario Cavalli e alla sua squadra, ma le cose si complicano quando dopo qualche giorno una cartolina analoga viene ritrovata vicino al cadavere di un avvocato ucciso e decapitato a Pinerolo. La svolta delle indagini avverrà solo dopo che l’attenzione si sarà spostata sulla Città Eterna.
- Frustrati: Uomini e donne che non hanno conosciuto l'amore
Reprimere il proprio odio per evitare di sfociare nella più becera violenza? Oppure lasciarsi trasportare dalle proprie frustrazioni, per colpire nella carne, matrice di depressione? Uomini sconfitti, donne che credono di aver vinto la loro partita. A perdere ogni sfida, però, sono i sentimenti. Un libro che ci fa chiedere fin dove può sfociare la frustrazione. Chi massacra a colpi di spranga e chi si diletta nella provocazione online. Una generazione 2000 di sconfitti sotto il peso di ideologie assenti e vite sociali ovattate in una gabbia di solitudine mascherata.
- Piccioni: Un libro da leggere assolutamente, uno dei romanzi più venduti, un magnifico thriller psicologico
La Tour Eiffel, con un poco di fantasia, potrebbe ricordare un clarinetto a riposo, ma non è questo il motivo per cui Alberto fugge da Cremona per suonare il suo strumento lungo i boulevards di Parigi. Forse fugge da un padre di cui non regge il confronto. Forse vuole volare sulle ali dei ricordi. Forse insegue un sogno. Ma solo tornando a Cremona, alle sue radici, potrà conoscere la verità e cercare di sopravvivervi. Intanto Benoit, dopo avere tenuto “il mondo per le palle” da una radio di Parigi, cerca di costruirsi una verità tutta sua, per trovare un rimedio al suo dramma. E ci riesce… Il commissario Selmer è invece rassegnato ad ammuffire nel suo ufficio e a non vedere realizzato nessuno dei suoi poco ambiziosi progetti. Ma si sbaglia… E poi ci sono loro: i piccioni. *** Un romanzo che ti sorprenderà fino all’ultima pagina… Un romanzo senz’acca e saprai il perché di questa scelta solo alla fine ***
- La camera celeste: Un romanzo psicologico, una fiaba moderna tra misteri e ornitologia
Livia e Flaminia sono due sorelle che vivono a Roma, hanno una vera passione per i classici e l’ornitologia e nello sgabuzzino un’ingombrante valigia piena di soldi ereditata dal padre, avvocato e ciurmatore assai poco compianto… ⠀ … Alla strada hanno sempre preferito il salotto di casa e del mondo sanno poco e nulla. Invece Zelvira, ai tempi compagna di scuola di Livia, è una tipa sveglia e Flaminia ne subisce il fascino: telefonini, trucchi, ragazzi; la leggerezza, finalmente! ⠀ Una leggerezza che le porterà a Pisa e Livia dietro a loro, all’inseguimento, ma il tutto avviene, appunto, con la leggerezza che è la cifra stilistica dell’intero romanzo. ⠀ Un romanzo che scivola dalla realtà al sogno, andata e ritorno, che scorre, a tratti carsicamente, senza strappi, con la dolcezza senza tempo della fiaba e un’ironia tutta moderna, consapevole e sorniona, a cui è deputato il compito di indorare un’amarezza di fondo che assume così i contorni di un piccolo incubo. ⠀ Uno sguardo lineare che tende all’allontanamento e da cui spontaneamente scaturisce il surrealismo. ⠀ Un surrealismo a pastelli, attraversato da suspence e mistero. La tinta, inutile dirlo, è celeste…
- La rosa di Ledmore Vale: Rovi di sangue per l’ispettore Trollope
Un giallo storico alla Agatha Christie nella misteriosa Inghilterra dell’Età vittoriana. Un omicidio passionale cui indagherà Scotland Yard. Un giallo ricco di misteri e colpi di scena. Settembre 1890. Il brutale omicidio di una ragazza squarcia la pungente notte della campagna inglese. Strani disegni dipinti col sangue vengono ritrovati sul suo corpo, riaprendo vecchie ferite mai rimarginate lungo i confini di Ledmore Vale, dove i delitti non si arrestano. E proprio da questi segni rossi si snoda l’indagine del tormentato e meticoloso ispettore Trollope, addentrandosi in un rovo oscuro di vicende che intrecciano amore e morte, passione e vendetta, segreti e misteri fino a coinvolgere tabù e simboli dal sapore esoterico. Con la sua scrittura Carolina Giorgi coltiva una rosa di accadimenti e personaggi in cui ogni petalo è potenzialmente pericoloso e sospettabile senza mai dare tregua ai dubbi. La rosa di Ledmore Vale – Rovi di sangue per l’ispettore Trollope è anche un tributo al giallo investigativo e alle atmosfere del periodo ottocentesco, con la volontà di non tralasciare quelle spine e quei colori che parlano di passioni senza tempo.
- Il Ritorno: Storie migrabonde
Questo libro è un puzzle: di ricordi, nostalgie, desideri, di perdite e di ritrovamenti. La scrittura di Ana Kramar nasce dall’esigenza profonda, umana ancor prima che letteraria, di ricostruire un mondo perduto, distrutto dalla guerra e dalla lontananza, ed è guidata da una vivida immaginazione che sopperisce ai ricordi, quando questi si rivelano incerti o troppo dolorosi. Eppure l’autrice non sfugge certo il dolore, anzi se ne serve per fondare una piccola epica dello sradicamento sulle macerie delle memorie; uno sguardo, al tempo stesso intimo e sociale, assolutamente vitale, a metà tra la disperazione e la speranza, tra il sogno e la reminiscenza. Persino la lingua “matrigna” di cui si serve è funzionale a questa volontà di ri-creare qualcosa che esca dalle secche del memoriale e che si presenta al lettore come un mondo concreto, coraggioso, che guarda al domani e a un’umanità interetnica finalmente pacificata dalla condizione comune della provvisorietà. Da queste storie migrabonde emerge una “potenza ombelicale”, un ponte personale e culturale sul quale Ana Kramar si muove con la disinvoltura di un’equilibrista. Un ponte sospeso ma “edificabile”, che ci rivela le qualità umane e artistiche di una scrittrice vera.
- Il grande Firlinfù
L’autunno sul Monte calava quasi di schianto. Tornando a casa, verso sera, tra scuro e nuvole basse, dovevo trovare la via a tentoni… Questo romanzo ti permetterà di provare delle emozioni che poche letture sanno suscitare. (Romanzo selezionato dal prestigioso gruppo di lettura de iQuindici) Ate sente la guerra (siamo nel 1939) avvicinarsi ai suoi monti, ma da ragazzino qual è pensa di poterla fermare se solo riesce a dissotterrare il Grande Firlinfù e a trovare un gigante che sia in grado di suonarlo. “La sua musica farà cessare la guerra”, l’ha detto Ariùn Vin. Ate ha fiducia nella magia di Ariùn Vin che è un nobile inselvatichito, a volte simile a un albero, ma si cura da solo e ha fatto trappole intorno per tenere lontano tutti. A parte Ate. Ma un po’ alla volta la realtà prende il sopravvento: la guerra diviene tragicamente reale, i millantati eroi dell’osteria divengono martiri e la morte si mostra in tutta la sua crudezza. Ate deve fare i conti con questa realtà: perde il suo candore ma non la sua umanità che lo distingue dagli assassini, ma anche da chi grida vendetta davanti all’inerme, per scrollarsi il fango della pavida tolleranza subita. Un romanzo unico e vivo: della vita delle montagne, della piccola comunità di cui vediamo tutte le pieghe, i segreti, le voci e i pensieri, attraverso la trasparenza di un bambino che diviene uomo per necessità e coraggio.
- La fonte: Un percorso di fede fra la Fonte Q e le Scritture
Esiste qualcosa di meno oggettivo della fede? In cosa crediamo, di preciso? Eppure la fede è uno degli aspetti fondativi della nostra civiltà, fondato su credenze e narrazioni condivise. E proprio di narrazioni si parla in questo libro: le narrazioni scritturali, ormai impresse nel nostro DNA, sono lo spunto per altre narrazioni, che raccontano, riflettono, interpretano. L’autore ci guida in un personale percorso di fede, che prende spunto dalle Scritture per andare in quegli spazi misteriosi che forse non si possono spiegare razionalmente. Il titolo La Fonte non ci deve ingannare. Non è una ricerca nell’ambito del metodo storico-critico letterario e biblico. Troppo arido, forse troppo ‘razionale’. Qui siamo alla ricerca e dentro la scoperta di una FONTE che va oltre. È un racconto che ha scoperto un altro personaggio, pur essendo sempre lo stesso personaggio di ogni fonte; è una fonte dove il tempo e lo spazio non sono quelli di prima, ma nello stesso tempo sono già prima; è il dispiegarsi di una vita raccontata in un non ancora che potrebbe ad-venire ogni giorno. È il racconto di un interpretante, che ha scoperto una fonte di grande valore e ha venduto tutto per poterla acquistare.
- Sagoma di cartone
Come ti senti in mezzo alla gente? In quale modo affronti le difficoltà quotidiane? Quali cicatrici ti lasciano i fallimenti? Questi e altri interrogativi sono alla base della riflessione della protagonista di Sagoma di cartone, una ragazza che soffre di un grave disturbo psicologico, che le sta rubando le forze e la vita, facendola precipitare in un pozzo di infinita sofferenza. Di fronte a un evento traumatico dovrà ammettere di avere un problema. Solo iniziando a credere in se stessa e nelle proprie capacità potrà cominciare il percorso di risalita verso la luce. Una storia positiva, di crescita e di riscatto, dove l’affermazione dell’identità coincide con la presa di coscienza del proprio corpo.
- Omocrazia
Un romanzo distopico che ti lascerà il segno Sei un uomo di trentadue anni, hai una vita serena e nulla potrebbe turbare la placida armonia del tuo quotidiano. Ma t’innamori. T’innamori di lei, che forse non è la più bella, ma certo è come l’hai immaginata da tempo. C’è però un problema: è una donna. Questo è profondamente sbagliato, nel tuo mondo un uomo può amare solo un uomo: “i Simili con i Simili” recitano i sacerdoti del Tempio e, perfino, il Motto del Ministero. Agli occhi del mondo sei un diverso, un pervertito. Però dentro di te senti che non può essere vero. Senti che l’amore che hai per questa donna è un dono troppo prezioso perché venga calpestato e negato. Decidi di reagire e combattere, sacrificando la tua tranquilla, serena vita e il matrimonio con l’uomo che hai sposato. È un normale quartidì di metà brumaio, e hai deciso di cambiare il mondo. Benvenuto in Omocrazia.
- L'amore ai tempi del colesterolo
Chi sostiene che il colpo di fulmine sia un incanto che può toccare solamente due giovani, dopo aver letto questo romanzo dovrà ricredersi. Quando un cuore infartuato fa le bizze e ti spedisce dritto dritto in una corsia di ospedale, e allora pensi che la parte migliore della tua vita sia trascorsa, ecco che, mentre stai leggendo il capolavoro di Gabriel García Márquez L’amore ai tempi del colera, ti si para davanti la Fermina Daza della tua senilità. Una donna anziana, come te, ma con un sorriso che ti manda in estasi. Galeotto diventa allora il libro di Márquez, e tu, come un provetto Florentino Ariza, ti metti a corteggiarla, pur sapendo che di mezzo c’è l’anima irrequieta del defunto marito di lei. E poi c’è il terzo incomodo, il Juvenal Urbino delle balere della Bassa Padana, l’aitante rivale d’amore chiamato il Gladiatore per il suo portamento. Mentre tu devi fare i conti con un cuore bypassato e bucato… Un romanzo spassoso, ironico e dissacrante, che dimostra come l’amore possa esistere anche ai tempi della facile minzione e del colesterolo in eccesso. Recensione di un lettore di Anobii: Tra i romanzi divertenti, L’amore ai tempi del colesterolo rappresenta ormai per me un caposaldo. Mi ha fatto ridere un sacco, ma anche riflettere. Era da tempo che non trascorrevo del tempo così buono con un libro. Sì, perché un libro non deve annoiare e questo di Bertolini è davvero un piccolo capolavoro di umorismo. Ne consiglio vivamente la lettura. Non ridevo così dai tempi di Bar Sport di Stefano Benni. Tra i libri divertenti per adulti, L’amore ai tempi del cole-sterolo è senza dubbio un capolavoro.
- Re Infecta: Un thriller psicologico che ti lascerà senza fiato
Un thriller psicologico che ti lascerà senza fiato. Non riuscirai a smettere di leggerlo! ⠀ La morte di un bambino sulle strade del suo paese natale, dà il via a un vortice di cambiamenti che travolgeranno la vita di Marco Marelli, professore di lettere in un liceo. Sulla riscoperta delle amicizie di vecchia data e sulle rivelazioni familiari domina lo spettro oscuro della re infecta, l’azione incompiuta che presto o tardi finisce per degenerare. Fra colpi di scena e risvolti psicologici Mauro Novellini accompagna il lettore in un percorso di riconsiderazione di sé e delle proprie origini, in un romanzo ricco di suspense che catturerà il lettore, spingendolo a voler scoprire cosa si cela oltre il velo di ciò che è rimasto per troppo tempo relegato nella sfera dell’incompiutezza e del nascondimento. ⠀ Recensioni di alcuni lettori: ⠀ Letto tutto d'un fiato. Un viaggio introspettivo nell'animo e nelle vicende del protagonista che ti coinvolge e ti lascia col fiato sospeso fino all'ultima riga. Elisabetta ⠀ Un libro che ti appassiona sempre di più... consigliatissimo!!! Luigi ⠀ Un libro davvero ben scritto che tra introspezione psicologica, colpi di scena, cornici caratteristiche lascia il segno nel lettore. Un'immersione a 360 gradi nella vita del protagonista Marco Marelli veramente apprezzabile, credibile, emozionante. Anche lo stile è degno di nota: piacevole, lessico sempre perfettamente adatto e mai banale. Complimenti all'autore, al suo romanzo d'esordio, che spero sia solo il primo di una lunga serie. Consigliatissimo per qualsiasi categoria di lettore. Andrea B. ⠀ Re infecta ha ottenuto la MENZIONE SPECIALE MICROEDITORIA di QUALITÀ 2020
- La stirpe di Zoltan
UNA SAGA FANTASY COMPLETA CHE TI CATTURERÀ DALLA PRIMA PAGINA. UNA STORIA E UNA SCRITTURA DALLA QUALE NON RIUSCIRAI A SEPARATI ⠀ I tre Lord di Zoltan e i loro compagni sono riusciti nell’impresa di attraversare l’inesplorato Oceano delle Tempeste, ma al ritorno in patria scoprono che i loro regni sono stati invasi da mostri ritenuti leggendari… e il clima di paura in cui sono sprofondati i Regni d’Occidente sta mettendo ancora più in pericolo il precario equilibrio di coesistenza tra creature magiche e umani. La provenienza di queste creature è uno dei molti segreti celati dall’ancestrale Castello di Cathbirth, magica prigione in cui mille anni fa vennero rinchiusi dal popolo delle Streghe come punizione per i loro crimini. Determinati a riportare la pace, Darkle e i suoi alleati dovranno rimettersi in viaggio per trovare e affrontare l’implacabile nemico che si nasconde dietro questa nuova, enorme minaccia; ma prima dovranno svelare i molti misteri che dal lontano passato influenzano il presente, per conquistare con la vittoria un nuovo, inaspettato futuro. ⠀ Una duologia fantasy completa (il Primo Volume è LA STIRPE DI ZOLTAN, il Secondo Volume è I SEGRETI DI ZOLTAN), scritta in maniera esemplare. Un mondo creato nei minimi dettagli, per un’esperienza di lettura che ti lascerà entusiasta.
- San Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria
Fonti autorevoli quali San Girolamo (347 ca. 420), Sant’Agostino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274), sostengono la grande personalità, santità, testimonianza e capacità di vita spirituale di San Giuseppe. ⠀ San Giuseppe, in quanto padre di Gesù e sposo di Maria, è definito, proprio per la sua fede, con l’appellativo sobrio e grandioso di uomo giusto, perché disponibile a obbedire fedelmente alla Parola di Dio. ⠀ Il falegname di Nazareth è stato a suo modo un rivoluzionario, perché non obbedì alle leggi del suo tempo, ma abbracciò, mosso dallo Spirito, la volontà divina. Giuseppe si è fatto carico di una paternità non sua. Cresce il Figlio di Dio e lo accompagna alla maturità come un amorevole papà. ⠀ La missione per la quale Giuseppe è stato prescelto da Dio è quella di essere il Custode del Redentore, ossia di Gesù. Il Figlio di Dio, infatti, facendosi uomo, ha voluto nascere come tutti noi in una famiglia, per esservi accolto ed educato. Interiormente preparato e guidato dallo Spirito Santo, Giuseppe riconosce pienamente il volto di Dio. Lo Spirito Santo che forma nel modo più perfetto ogni amore umano, certamente ha concesso al cuore di Giuseppe una sensibilità del tutto particolare ai suoi impulsi, rigenerando il vero uomo. Mentre la coppia di Adamo ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, quella di Giuseppe e Maria costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra. ⠀ Il Salvatore ha iniziato l’opera della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia, questo santuario dell’amore e questa culla della vita. ⠀ San Giuseppe è l’esempio dell’unico vero uomo, Gesù Cristo, ed esorta ognuno a esserlo, come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco: “Se Gesù uomo ha imparato a dire papà, padre, al suo Padre che conosceva come Dio, lo ha imparato dalla vita, dalla testimonianza di Giuseppe: l’uomo che custodisce, l’uomo che fa crescere, l’uomo che porta avanti ogni paternità e ogni mistero, ma non prende nulla per sé”. ⠀ La vita spirituale di San Giuseppe diventa la nostra, anche attraverso la nostra vita di preghiera, per questo nel libro troviamo spunti di preghiera per la nostra crescita nella volontà del Padre.
- I segreti di Zoltan
UNA SAGA FANTASY COMPLETA CHE TI CATTURERÀ DALLA PRIMA PAGINA. UNA STORIA E UNA SCRITTURA DALLA QUALE NON RIUSCIRAI A SEPARATI ⠀ Nel regno di Zoltan si prepara il matrimonio di Lord Rascal, il più giovane dei tre fratelli che lo governano, ma… lui non ne è al corrente! L’intreccio di intrighi politici che si dipanano tra i Regni d’Occidente è orchestrato da Lord Darkle, il vero sovrano di Zoltan, sulle tracce dell’antica stirpe delle Streghe, di cui ha in segreto ereditato le conoscenze magiche. Quando poi la guerra voluta dal fratello maggiore Roland si sposta nel regno di Garuda, riportando inevitabilmente alla vita una misteriosa entità rimasta sigillata per mille anni, la stirpe di Zoltan si troverà di fronte alla più ardua delle prove. La sete di conoscenza e potere, il desiderio di proteggere le presone amate, la brutale lotta per la sopravvivenza: il destino travolge le vite di uomini e donne trascinati in un viaggio nell’ignoto fino a una battaglia finale che supera ogni immaginazione. Benvenuti nel Regno di Zoltan. ⠀ Una duologia fantasy completa (il Primo Volume è LA STIRPE DI ZOLTAN, il Secondo Volume è I SEGRETI DI ZOLTAN), scritta in maniera esemplare. Un mondo creato nei minimi dettagli, per un’esperienza di lettura che ti lascerà entusiasta.
- La giovinezza di Shlomo
Un romanzo di formazione sullo sfondo dell'Israele contemporaneo La vita di Shlomo Batai, nato a Tel Aviv alla fine della Guerra dei sei giorni, è segnata dalla tragedia. La morte, che si prende la madre dopo averlo dato alla luce, lo accompagna nell’adolescenza e domina lo scenario della sua giovinezza. Col passare degli anni Shlomo si consegna al silenzio e all’azione sospesa, coltivando l’amore per la conoscenza e lo studio che diverrà lo scudo dietro al quale egli si cela, la dimensione entro cui si tuffa per rispondere al dolore e all’apatia. Le ferite si rimargineranno, lasciando tuttavia il posto a cicatrici perenni. L’incontro con l’universo femminile sarà complesso e segnerà la sua vita, che, tra amarezze e sorprese, si snoderà lungo strade a volte tormentate. Il ritrovamento, al sopraggiungere della maturità, di alcuni testi del padre, scoperti dopo la morte di questi, segneranno la svolta. Sarà un viaggio, con l’idea di una rinascita, all’inseguimento delle proprie origini ma con occhi puntati al futuro, a preludere una trasformazione. La giovinezza di Shlomo è un romanzo di formazione, delicato e profondo, che avvolge e travolge il lettore, moltiplicando motivi di riflessione e possibilità di scoperta. L'AUTORE: Stefano Iori, mantovano, è giornalista professionista. In gioventù ha recitato per il Teatro Autonomo di Roma e poi fondato la compagnia Ipadò, per la quale firmò otto regie. Si è rivelato alla critica e al pubblico con l’apprezzata monografia critica I Grandi del Cinema: Tinto Brass (Gremese Editore, 2000). Varie le sue collaborazioni, tra cui la cura di testi di promozione culturale dei territori per l’Editoriale Giorgio Mondadori. Ha firmato tre sillogi poetiche: Gocce scalze (2011), Sottopelle (2013, con prefazione di Gio Ferri) e L’anima aggiunta (2014, edizione italiano-inglese con prefazione di Beppe Costa). Numerosi i premi e le segnalazioni nel suo curriculum poetico. Alcune liriche dell’autore sono pubblicate su prestigiose antologie, fra tutte l’Enciclopedia di Poesia Contemporanea (Fondazione Mario Luzi, 2013). La giovinezza di Shlomo è il suo primo romanzo.
- Il taccuino dei dannati
Con una scrittura agile, essenziale e leggera vengono qui ricostruite, a partire da fatti realmente accaduti, le vite avventurose e travolgenti di Charles Baudelaire, Paul Verlaine, e Arthur Rimbaud. La storia si tesse e si trama a partire dal ritrovamento fortuito di un curioso taccuino scritto da uno dei più noti giornalisti del tempo, Carle des Perrières. Sulle sue pagine sono annotati i fatti più salienti che hanno contraddistinto la vita e le opere dei tre massimi poeti dell’Ottocento francese. Tra raffinati salotti letterari, barricate, bordelli e bistrot; tra Parigi, Bruxelles, Aden e Harar; tra i fumi dell’haschisch, dell’assenzio e delle cannonate le peripezie di questi tre straordinari ingegni poetici prenderanno sempre pieghe nuove, inimmaginabili e sorprendenti.
- De La Tour: il peccato del tennista
Edmond Darrel nemmeno sapeva chi fosse Edmond Dantés eppure, oltre all’assonanza del nome, aveva molte cose in comune con il Conte di Montecristo… ⠀ Ora sapeva cosa doveva fare, dopo quello che gli era successo. ⠀ Non era giustizia, non era vendetta, non era piacere, era solo la vita. ⠀ Del resto, padre, il mio lavoro era quello di ottenere giustizia, per il reato contestato ma anche solo per il fatto di appartenere all’umanità, a quell’umanità che mi aveva privato di tutto. Colpendo l’umanità mi illudevo di alimentare millesimi di speranza di avere punito, indirettamente, i miei quattro carnefici e tutte le persone che gravitavano nella loro orbita. Poca cosa, ma ogni volta che rileggevo i miei atti di accusa ne ricavavo la sensazione di una goccia di rugiada fresca che scivolava sulla mia fronte arsa dalla febbre, ogni volta che ottenevo la condanna richiesta mi sembrava di sentire il tepore di una carezza di Jeanne sulle mie guance contrite.
- Panama Caffè
Che forma ha il delitto perfetto? Siamo onesti, chi di noi, dopo aver visto Star Wars, non ha simpatizzato per Lord Fener piuttosto che per quei “fricchettoni vergini” di Leila e Luke? E a chi di noi non è mai balenata l’idea di… passare per un momento dalla parte del “lato oscuro”? E chi di noi, dopo essersi sciroppato quindici anni di repliche di Colombo, non si è mai divertito a pianificare il delitto perfetto? Se non ci avete pensato, siete dei Boy Scouts irrecuperabili. Ma se anche avete solo sfiorato quei pensieri… immaginate, immaginate un paese simile al vostro, popolato da persone simili alla gente che conoscete voi. Giocate a disegnarlo “al contrario”, così che i buoni diventino cattivi e viceversa. Collocateci nel bel mezzo una prestigiosa ristorazione: il Panama Caffè. Ora condite i luoghi con le bislacche vicende di una “presunta persona per bene” e di una “puttana onesta”. L’uno professore di filosofia, l’altra avvocato. Aggiungete all’impasto la profezia dei Maya e uno sbalestrato “sfigato” che la predica. A questo punto aggiustate il tutto con l’adagio di un vecchio saggio: odia onestamente per amare coraggiosamente. Dopo di che divertitevi a scoprire cosa ne può sortire. E che forma ha il delitto perfetto… L'AUTORE: Leone di Candia, al secolo Massimo Maso, vide la luce il 31 dicembre del 1959 in quel di Dolo, paese della Riviera del Brenta. Capricorno, mancino “corretto”, anarchico utopista per dispiacere al padre, ex alpino e tifoso di Almirante, consegue la maturità scientifica, ma dribbla l’università indispettito dalle “mezz’ore accademiche”. Tredici anni or sono affronta i primi concorsi letterari con esiti lusinghieri. Numerosi i riconoscimenti, i premi conseguiti e le successive pubblicazioni in almanacchi. Del 2008 è la pubblicazione del romanzo breve Il cacciatore di formiche. Seguiranno La ragazza dell’Arsenale e Il posto migliore (2009), Good Hope (2012), Separato in casa (2013), Dalla parte della fodera (2014).
- L'assedio di Asola 1516: La morte di Riccino Daina 1522
L’Autore prende lo spunto da un avvenimento storico. Nella primavera del 1516 l’imperatore Massimiliano I° d’Asburgo scende dal Tirolo verso l’Italia con un esercito di 25.000 lanzi appoggiato da forti artiglierie. Intende contrastare i francesi che occupano Milano. Superata Montichiari, si dirige su Asola, alleata di Venezia. Vuole conquistarla per non lasciarsi alle spalle un potenziale nemico. Asola, fortezza presidiata da truppe venete, resiste per tre giorni e alla vigilia di Pasqua l’imperatore rinuncia all’assedio per non perdere altro tempo e si dirige verso il suo obiettivo, Milano. Anima guerresca della difesa è Gian Francesco Daina, detto Riccino, condottiero asolano che conduce truppe a cavallo in difesa della sua città. Anni dopo nel 1522 verrà ucciso a Ghedi da un traditore al soldo dei Gonzaga di Mantova, avversi a Venezia, che vorrebbero impadronirsi di Asola. Sulla vicenda a volte tenebrosa si intrecciano le avventure e gli amori immaginari di due fanciulle entrambe orfane che si conoscono durante l’assedio e diventano grandi amiche. Coinvolte in episodi talora comici, talora sentimentali, oppure drammatici e sofferti, vivono la loro storia d’amore.
- La bambina in rosso: Egon Schiele visto dalle sue donne e dai contemporanei
In ventotto anni di vita Egon Schiele ha lasciato dietro di sé un numero imprecisato di opere. Nell’immaginario collettivo Schiele è un pittore erotico, se non pornografico. ⠀ Su Schiele come artista è stato scritto moltissimo. Per contro su Egon come uomo, sulla sua vita privata, sulle ragioni intime del suo male di vivere, si è scritto poco… ⠀ Un piccolo borghese che della vita accetta selettivamente tutto (e solo) quello che considera funzionale alla sua missione, un anarchico che non si altera mai in omaggio a un principio di efficienza, una personalità libera ma condizionata in senso eroico dalla figura paterna, un fratello innamorato – sempre nei limiti in cui può concepire di darsi, ma non certo in senso platonico – della sorella Gerti. Un eterno fanciullo insomma, lo ha detto lui stesso. ⠀ Lo si racconta qui, anche impietosamente, tramite le sue donne – soprattutto Gerti, la più importante – e altri personaggi, tutti intervistati post mortem, con una tecnica che ha consentito di far rivivere delle figure affascinanti ed intriganti. ⠀ Come spesso accade nella scrittura, il personaggio principale alla fine risulta essere Gerti, anziché Egon. E forse in tutto ciò ha un ruolo una certa bambina in rosso…
- Freddo fuoco bruciato
La fiamma di una candela accesa si trova ad affrontare condizioni climatiche avverse e sembra sia destinata a spegnersi, cedendo al suo inevitabile destino. Il suo calore e la sua volontà di ardere sono però così forti da spingerla a combattere vento, freddo e pioggia. Proprio dentro se stessa troverà la capacità e la forza di rinascere, più viva e vigorosa di quanto non lo sia mai stata. Questa è la leggenda che il nonno raccontava sempre a Riccardo da piccolo e che lo ha segnato per tutta la vita. Ma questa è anche la metafora puntuale del percorso di crescita che i due protagonisti si trovano ad affrontare, superando ostacoli e avversità, ma, soprattutto, superando se stessi. Freddo Fuoco Bruciato non è però un romanzo di formazione; non è un romanzo rosa, anche se l’amore è il suo motore; non è un thriller, anche se la morte viene inflitta e il colpevole deve essere trovato. Questo romanzo è piuttosto un insieme profondo e avvincente di tutti questi elementi, che l’autrice mescola con grazia e sapienza.
- Il compito
Alcuni libri sono il giusto pretesto per raccontarci, attraverso la storia di personaggi frutto della fantasia, eventi realmente accaduti, ma spesso dimenticati dai più. È questo che fa Alberto Pizzi: narrare fatti di un passato crudele che tutti vorrebbero seppellire, intrecciandoli con l’ironia, la spensieratezza e i fatti di cronaca degli anni avvenire… Ambientato nel 1999, questo Giallo ripercorre la storia del Lago Maggiore, sponda Piemontese, dai suoi anni difficili, quelli della seconda guerra mondiale, in particolare l’anno ’43 con l’arrivo delle SS tedesche a Baveno che segnò l’inizio del rastrellamento degli ebrei; agli anni più recenti, quelli di chi vuol dimenticare, chi ha scordato o mai saputo, o di chi invece ricorda benissimo. La chiave di questo giallo è in ognuna delle storie dei suoi protagonisti, per cui l’autore costruisce caratteri e storie ben definiti, affiancandogli la giusta dose di mistero, la necessaria confusione che merita un romanzo giallo e il perfetto intervento dell’ironia, dosata in maniera a mio avviso corretta, proprio quando anche il lettore ha bisogno di sentirsi leggero e di deviare anch’egli solo per un attimo, dalle indagini. “Il compito” mischia ogni ingrediente con decisione e il risultato è un romanzo dalle tinte gialle che fa dello scrittore una penna degna di questo genere. Ogni lettura ti cattura in maniera diversa, ogni personaggio sa dare un po’ di sé al lettore e spesso, qualcuno di loro ci ricorda persone che intrecciano la loro quotidianità con la nostra, oppure, in casi poco rari, certe storie ce ne ricordano altre. In questo lavoro il lettore non affronta solo l’indagine, ma la storia reale di un passato scomodo che gli abitanti del lago Maggiore si portiamo come triste bagaglio.
- Menamato: Memorie di un cane con tre zampe
Una “luce rossa” brilla nel petto del protagonista, che dà il nome al libro. È un semplice cane con tre zampe, che fa della sua vita un’enciclopedia di ricerca: raccoglie pezzi di carta creando un quadro contemporaneo suggestivo e allegorico, dove le acque del fiume sono pennellate madide di colore; dove la campagna, il cielo e la selva gli abitano dentro come luoghi dell’anima, ritrovati, calpestati, respirati. Ecco che l’oscurità platonica si rianima e trova riscatto vero: la cecità non albergherà più nella notte, che appiattirà i suoi veli, con rispetto, senza più offendere. E così “si andrà a cercare una genuinità visibile solo navigando lontano”, dentro il proprio abitacolo di materia, sbagliata forse, ma sincera a noi stessi.
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