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Tesina di Sociologia della radio e della televisione di: Lorenzo Muro e Francesco Piccolo
Il concetto di convergenza presenta due paradigmi: Convergenza tecnologica: la tendenza a riunire tutti gli apparati tecnologici (medium) in un unico apparecchio multifunzione Convergenza dei soggetti: il meccanismo di ibridazione e rivisitazione tra audience, produzione e trasmissione di contenuti come conseguenza sociale e culturale della trasformazione dei media
Il digitale terrestre
Il digitale terrestre (DVB-T) rappresenta un innovazione per la televisione; il suo ingresso nel mercato partito nel 2007 ed la sua entrata nelle case degli italiani in atto ancora oggi. Il fenomeno della digitalizzazione delle frequenze presenta diverse ragion d essere: Si tratta di un adeguamento del nostro sistema televisivo alle norme nella Comunit Europea in materia di telecomunicazioni, in linea con il progetto di legge che sancisce un Testo Unico della televisione , approvato dal Senato il 2 dicembre 2003. In secondo luogo, si sta passando al digitale per ridurre la dimensione delle frequenze e per ampliare l'etere: la trasmissione attraverso le frequenze digitali infatti molto pi leggera e supportabile della trasmissione attraverso l etere (le radiofrequenze). Ci dovrebbe permettere una maggiore disponibilit delle risorse per la trasmissione, e dovrebbe favorire la nascita di nuovi programmi per ampliare l'offerta televisiva e di conseguenza anche la quantit di contenuti accessibili al pubblico.
Il digitale terrestre
L affermarsi della nuova tecnologia digitale, quindi, modifica i presupposti stessi per la regolamentazione della trasmissione televisiva terrestre: grazie al digitale lo spettro elettromagnetico, sebbene invariato, potr veicolare un numero maggiore di canali, ridimensionando la scarsit di frequenze posta alla base della legittimazione dei monopoli pubblici radiotelevisivi prima, e alla disciplina antitrust di settore in seguito. Ancora, le nuove tecnologie di trasmissione e ricezione mettono a disposizione nuove opportunit di offerta e spianano la strada a inedite modalit di fruizione: i nuovi operatori si discostano notevolmente dall impostazione generalista della televisione tradizionale per offrire servizi sempre pi personalizzati (pay-tv, pay-perview tv. Video on-demand), mirando ad una progressiva interazione con l utente finale.
(Gardini, G, Aspettando il digitale: l eterna transitoriet , In Le regole dell informazione, Bruno mondadori, Milano, 2009. pp. 147-150)
Il digitale terrestre
Dalle parole di Gardini si nota meglio come anche il mondo della televisione si sta avviando verso un offerta pluralista, pi frammentata e meno generalista.
Inoltre, in futuro il digitale ci permetter un minimo d'interazione con il flusso televisivo, consistente nella maggior parte dei casi con delle pratiche di televoto (probabilmente tramite i quattro tastini colorati del telecomando digitale).
L importanza e l imprescindibilit di una guida istituzionale sembra dunque essere, almeno per quanto riguarda i network d informazione statali, un esigenza che non si pu negare, anche perch inevitabile che nell ampissima sfera dell audience vi siano persone che non sappiano gestire l enorme quantit di contenuti, sia statici che in flusso.
Il flusso di contenuti, pregio e allo stesso tempo difetto della tv, veniva reso statico in una pagina web. Si pensava ad internet come estensione della "realt mediatica", un luogo di approfondimento dei contenuti specialistici, sfruttato soprattutto in ambito pubblicitario e per alcuni format ben definiti (come ad esempio il "Grande Fratello").
La tv via web
La pagina internet di Rai nel suo primo periodo d uscita, settembre 1996
Il Web 2.0
Dall'inizio del 2000 si diffonde la banda larga, meglio nota come ADSL, che permette una rapida velocit di trasferimento dati e dunque un maggior potenziale del medium computer.
Si delinea quello che verr chiamato Web 2.0 e si inizia a pensare ad internet non pi come piattaforma supplementare, ma come strumento autonomo o semiautonomo, anche per la trasmissione di filmati.
Nel febbraio 2005 nasce Youtube (letteralmente tradotto come "Il tuo canale", che presenta il motto "Broadcast Yourself"). Si tratta di un servizio attraverso il quale possibile caricare dei video autoprodotti per condividerli con chiunque abbia accesso alla rete. Il servizio permette anche di caricare dei video registrati dalla televisione.
La semplice possibilit di fare l'upload di video prodotti con normali webcam e di essere "visti" da altri utenti ha reso youtube un sito quotato miliardi e in seguito comprato dal colosso google. Il sito stato al centro di molte vicende sia legali che etiche, fra le quali possiamo certamente citare la causa milionaria Youtube - Mediaset. L'azienda televisiva chiese una somma esorbitante come risarcimento per i diritti d'autore violati dagli utenti di youtube. Da qui possiamo vedere come la televisione si sia in breve interessata a internet; in questo caso si accusava il sito di rubare audience alla televisione.
La tendenza del pubblico quella di incentrarsi maggiormente su contenuti soft , cio non impegnativi (lo si pu verificare con l esponenziale crescita delle soft news sulle principali testate giornalistiche); il pubblico preferisce dunque saziare lo stomaco e non la testa .
Essa rappresenta per una quota di mercato in forte ascesa e vanta di una considerazione sempre maggiore da parte dei produttori televisivi. Sempre di pi la televisione abbandona la propria autoreferenzialit per trattare anche di (e su) Internet.
Esistono poi dei minitelevisori che permettono la visione della tv anche in auto o fuori casa, ma sono evitati per via del loro alto costo.
I sociologi della convergenza hanno assunto come metafora il Panopticon (letteralmente, colui che osserva il tutto ), il carcere ideale Ideato da Jeremy Bentham nel 1791: una struttura ideata in modo che un solo guardiano potesse controllare tutti i prigionieri.
L'universo mediatico a nostra disposizione ci permette infatti di (avere la sensazione di) controllare tutti gli aspetti della nostra realt da un'unico punto focale della nostra casa.
Il panopticon
Ecco dunque i medium di comunicazione di massa del futuro, dei veri e propri Panopticon grazie ai quali potremmo tenere d'occhio qualsiasi cosa ci interessi dell'universo tanto frammentato e specializzato della futura realt mediatica. Speriamo solo che non siano dei macchinari mostruosi ed inquietanti come questo.
Problematiche di fondo
Il panorama mediatico che abbiamo delineato, esaltando il valore della convergenza, ci pone di fronte a degli interrogativi che meriterebbero un ampio approfondimento;
Convergenza o divergenza?
Un paradigma della convergenza deve, perci, considerare che, a differenza delle previsioni essa significa pluralizzazione, divergenza, complessificazione sul piano delle modalit distributive e fruitive.
(Scaglioni M., Sfardini A., Multi Tv. L'esperienza televisiva nell'et della convergenza, Carocci, 2008, p.45)
Lutente e la multi-Tv
In che modo dunque l utente deve rapportarsi con la nuova realt mediatica? Sar capace di gestire da solo un insieme di contenuti statici e separati dal flusso? Sapr ricavarne la prospettiva di realt migliore a fronte del limitato tempo che ha a disposizione?
Il futuro panorama mediatico sembra dunque nascondere un grande paradosso. L'offerta si moltiplicher esponenzialmente all'aumentare della disponibilit, e dunque aumenter di molto anche il numero di reti e di programmi mandati in onda attraverso i vari medium. Diversificando l offerta, i vari network alimenteranno la via della frammentazione o specializzazione dei contenuti, e di fatto sar impossibile per l utente seguire tutti i contenuti senza rinunciare a nulla. Anche se ci sar una maggiore offerta, il tempo a disposizione del singolo utente rimarr sempre lo stesso, e dovr quindi scegliere quali canali seguire, e quali porre in secondo piano.
L esperto
Vengono presentati l'uomo della strada, il cittadino e l'esperto come tre classi di attori competenti. L'uomo della strada possiede una conoscenza pratica di molti settori di vita quotidiana, che affronta utilizzando manuali, libretti d'istruzioni, ricettari, ed un sapere memorizzato personale ("ti preparo una torta come faceva la nonna"), ha insomma uno stock di conoscenze pratiche sufficienti ad un'azione che non richiede particolari studi o esperienze (anche di lavoro). L'esperto ha una conoscenza ristretta ad un settore particolare, specifico, un sapere approfondito e specialistico: si fonda su asserzioni verificate, su testi autorevoli, su ricerche considerate valide, "scientifiche" dalla comunit degli esperti (appunto) alla quale, almeno per un settore, pu dire di fare parte. Il cittadino ben informato si colloca in una posizione intermedia: sa praticare una conoscenza per ricette o manuali, ma possiede un insieme cognitivo pi articolato che combina il sapere pratico ("si fa cos") con riflessioni ed esperienze personali, non possiede una conoscenza "esperta" ma vuole pervenire a opinioni ragionevolmente fondate, giustificabili razionalmente - e in caso di necessit, conoscendo appunto i propri limiti, ricorre all'esperto.
(Citazione da Protti, M., Studi tedeschi: la sociologia da Weber a Schtz, Mimesis, 2008)
Il nuovo cittadino
Nelle ormai gi lontane parole di Schtz vi una risposta alla frammentazione della neotelevisione. Non essere pi telespettatori passivi, uomini della strada, n fruire unicamente e totalmente di contenuti specialistici: essere esperti utile solo nella propria ristretta cerchia di esperti. Ma essere cittadini ben informati. Saper essere versatili per porsi tra globalizzazione e glocalizzazione, per informarsi con spirito critico sugli eventi lontani che la televisione ci porta nel nostro appartamento, per riflettere anche sulla realt locale. Se la maggior parte del nuovo pubblico cercher di porsi nell'enorme quantit di contenuti che ci aspetta con lo spirito del cittadino ben informato, la frammentazione dei contenuti non sar un problema insormontabile, ma diverr un'enorme opportunit per l'audience.
Bibliografia
De Sola Pool, I., Tecnologie di libert: informazione e democrazia nell era elettronica, UTET, torino 1995 Gardini, G, Le regole dell informazione, Bruno mondadori, Milano, 2009 Jenkins, H., Convergence culture, where Old and New media collide, New York University Press, 2006 Pratellesi, M., New Journalism, Bruno Mondadori, Milano, 2004 Protti, M., Studi tedeschi: la sociologia da Weber a Schtz, Mimesis, 2008 Scaglioni M., Sfardini A., Multi Tv. L'esperienza televisiva nell'et della convergenza, Carocci, 2008
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