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INTESATEST

CORSO DI PREPARAZIONE AI
TEST DI ACCESSO

FISICA

2. Cinematica e Dinamica
DINAMICA: LE LEGGI DI NEWTON

 Dinamica
Studia il moto dei corpi in relazione alle cause che lo hanno
prodotto.

 Si basa su due concetti:


la MASSA che, indicativamente, è la quantità di materia di un corpo
la FORZA che è la causa responsabile dei cambiamenti di moto o di
quiete di un corpo
 e tre Leggi fondamentali che legano tali grandezze allo spostamento,
alla velocità e all’accelerazione.
DINAMICA: LE LEGGI DI NEWTON

 MASSA
rappresenta la “resistenza” o “inerzia” dei corpi al cambiamento
del moto: resistenza al mettere in moto, fermare, far cambiare
direzione.
 indicativamente, è la quantità di materia di un corpo e, nel
sistema S I, si misura in kg.
DINAMICA: LE LEGGI DI NEWTON

 FORZA, spinta o trazione,


è la causa del cambiamento del moto dei corpi.
 Poiché i suoi effetti non dipendono solo dall’intensità, ma anche dalla direzione e dal
verso è una Grandezza Vettoriale
nel S. I. si misura in newton

F F
F
Dinamica: le leggi di Newton

 Una concezione errata del moto.


Aristotele:
“il proietto può mantenere parte della sua velocità iniziale solo perché
esiste intorno ad esso l’aria; è infatti l’aria che, scossa dal lancio,
continua a sospingerlo in avanti, sia pure con forza decrescente; se non
fosse circondato dall’aria, se cioè fosse lanciato nel vuoto, il proietto
non potrebbe in nessun modo proseguire il suo movimento”.
Da L. Geymonat Storia della filosofia.

 Cioè quando non ci sono spinte il corpo si ferma.


Dinamica: le leggi di Newton

 La fisica moderna deve la sua origine all’opera di Galileo e


principalmente all’opera di Newton, che nei Principia
Mathematica
enuncia le leggi della dinamica oltre che la legge di gravitazione
universale..
I Principio della dinamica

 I Legge della Dinamica (Principio d’Inerzia)


In un sistema di riferimento inerziale, ogni corpo lasciato a sé,
o è in QUIETE o si muove di MOTO RETTILINEO
UNIFORME.

in quiete

o si muove di moto rettilineo uniforme


v = co st

1 Moto rett unif

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I PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Nei Principia la prima legge viene enunciata in questo modo:


 Legge I.
“Ogni corpo continua nel suo stato di quiete o di moto uniforme in
linea retta, a meno che non sia costretto a cambiare quello stato da
forze impresse su di esso.” Newton – Principia mathematica

Possiamo ancora enunciare la I legge in questo modo:


1° Legge Un corpo su cui non agisce nessuna forza esterna o su
cui la risultante delle forze esterne è zero, o è in quiete o si
muove di moto rettilineo uniforme.
Fris = 0  a = 0
I PRINCIPIO DELLA DINAMICA

 Ogni volta che un corpo subisce un cambiamento della velocità


è soggetto all’azione di una forza:
una forza quindi è ogni azione capace di modificare il moto di
un corpo, cioè di produrre un’accelerazione.

Newton, nei Principia si preoccupa di definire con precisione la


forza:
“Quarta definizione:
La forza impressa (vis impressa) è l’azione mediante la quale lo stato
del corpo si cambia, sia che si tratti di stato di riposo, sia di movimento
rettilineo uniforme”.
I PRINCIPIO DELLA DINAMICA

 Quindi:
lo “stato naturale di moto ” di un corpo è il moto rettilineo
uniforme o la quiete.

 Il primo principio è quindi un criterio per riconoscere se su un


corpo agisce o meno una forza
II Principio della dinamica
Nei Principia la seconda legge viene così enunciata:
 Legge II
“Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza motrice
impressa e avviene nella direzione della retta lungo cui quella
forza è impressa.”

“Se una forza produce un movimento qualsiasi, una forza doppia della
prima produrrà un movimento doppio e una forza tripla un movimento
triplo, sia che sia stata impressa in una sola volta o poco a poco e
successivamente, e poiché questo movimento si determina sempre dalla
stessa parte della forza generatrice,

11
II Principio della dinamica

esso sarà aggiunto al moto che si suppone posseduto dal corpo, se è


aderente ad esso, e sarà detratto se è contrario; oppure sarà detratto e
aggiunto in parte, se è obliquo al moto stesso, di questi due moti se ne
formerà dunque uno solo, la cui determinazione sarà composta dalle
due prime determinazioni.”

 II Legge (legge fondamentale della dinamica)


La forza che agisce su un corpo lo accelera in modo
che
F ris  m  a

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II Principio della dinamica

 La forza che agisce su un corpo ne modifica le condizioni di moto:

2 Moto rett unif v1

Dv
F

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II PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Relazione tra forza e accelerazione


Consideriamo un piano orizzontale privo di attrito su cui poggia un
corpo di massa m al quale applichiamo una forza F.
Se manteniamo costante la massa e cambiamo la forza F avremo:

F
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA
a


Applicando la forza F il corpo si muoverà con accel. costante a
F a
 Raddoppiando la forza F2 = 2 F l’accel. sarà doppia 2a.
2F 2a
 Triplicando la forza F3 = 3 F l’accel. diverrà 3a

3F 3a
 Dimezzando la forza F/2 l’accel. si ridurrà alla metà a/2.
F/2 a/2
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Se la massa rimane costante,


l’Accelerazione è direttamente proporzionale alla Forza
aF

F
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Relazione tra massa e accelerazione


Considerando adesso la forza F costante e cambiamo la massa
m:

a
F
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA
a
Applicando la forza F costante F

 al corpo di massa m avremo l’accelerazione a


m a
 Raddoppiando la massa 2m l’accel. diverrà la metà a/2.
2m a/2
 Triplicando la massa 3m l’accel. diverrà a/3
3m a/3
 Dimezzando la massa m/2 l’accel. diverrà il doppio 2a
m/2 2a.
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Se la Forza rimane costante,


l’Accelerazione è inversamente proporzionale alla Massa
a  1/m
Quindi

aF F
a
m
a  1/m
II PRINCIPIO DELLA DINAMICA

Da cui,
la forza è uguale al prodotto della massa per l’accelerazione:

F  ma

a
F
II Principio della dinamica

Unità di misura della forza


Nel sistema S I la forza si misura in newton N
Un newton è la forza che applicata alla massa di 1 kg l’accelera
di 1 m al sec2.
m
1N  1kg 1 2
s

Nel sistema cgs la forza si misura in dine


Una dina, dyn, è la forza che applicata alla massa di 1 g l’accelera di 1
cm al sec2.
1 dina = 10-5 N 1 N = 105 dine

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II Principio della dinamica

Osservazioni sulla seconda legge


Oss. 1 essendo F  imvettori
a F e a sono sempre paralleli
e concordi

a
F

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II Principio della dinamica

Oss. 2 La seconda legge della dinamica può essere scritta


mediante le componenti:

 Fx  m  a x
Fris  ma  
Fy  m  a y

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II Principio della dinamica

Oss. 3 La conoscenza della forza risultante F su un corpo permette


di calcolare l’accelerazione agente su esso ad ogni istante. Tuttavia la
sola accelerazione non basta a determinare il moto del corpo, cioè non
è sufficiente per calcolare velocità e posizione.

Il moto di un corpo sarà perfettamente determinato se si


conoscono, oltre a tutte le forze agenti su esso,
anche le condizioni iniziali del moto cioè:
la posizione e
la velocità del corpo
in un dato istante t0, (eventualmente istante iniziale).

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II Principio della dinamica

Esempio Un corpo di massa m lasciato cadere nel campo


gravitazionale terrestre, con velocità iniziale v0 = 0 m/s e posizione
iniziale y0 > 0

Cadrà lungo la verticale con velocità e


F
a posizione determinate da:

v  gt

$ Caduta libera
 1 2
 y  y 0  2 gt

25
II Principio della dinamica

Esempio 2 Se il corpo di massa m viene lanciato nel campo


gravitazionale terrestre, con velocità iniziale orizzontale v0 > 0 m/s e
posizione iniziale y0 > 0

a
F

5 Moto parabolico

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II Principio della dinamica

Percorrerà una traiettoria parabolica con velocità e posizione


determinate da:
v x  vox
V 
F
a
v y  voy  gt
 x  x0  vox  t

 1 2
 y  y0  voy  t  2 gt

Quindi il moto di un corpo cambia se cambiano le condizioni iniziali.

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III Principio della dinamica
Nei Principia la terza legge viene così enunciata:
 Legge III
“L’azione è sempre uguale ed opposta alla reazione: vale a dire
che le azioni dei due corpi, l’uno sull’altro, sono sempre uguali
e in direzioni contrarie.”

“Ogni corpo che preme o tira un altro corpo è esso stesso tirato o
premuto nello stesso tempo dall’altro corpo. Se si preme una pietra col
dito anche il dito è premuto nello stesso tempo dalla pietra. Se un
cavallo tira una pietra per mezzo di una corda, è tirato egli stesso e
nello stesso modo dalla pietra, poiché la corda che li unisce e che è
tesa da ambo le parti fa uno sforzo

28
II Principio della dinamica

uguale per tirare la pietra verso il cavallo e il cavallo verso la pietra, e


tanto più questo sforzo eccita il movimento dell’uno, tanto più si
oppone al movimento dell’altro.
Se un corpo colpisce un altro e ne cambia il movimento, in un modo
qualsiasi anche il moto del corpo urtante sarà cambiato dalla forza del
corpo urtato, con la stessa intensità e in direzione contraria a causa
della loro uguale pressione reciproca”.

29
II Principio della dinamica

Possiamo anche dire:


 III Legge (Principio di azione e reazione)
Quando due corpi interagiscono (in qualunque modo)
si scambiano una forza,
la forza che il primo corpo esercita sul secondo F2 è opposta
alla forza che il secondo esercita sul primo F1

F 1  F 2

 Le due forze agiscono una sul primo corpo l’altra sul secondo corpo,
hanno la stessa intensità, la stessa direzione ma verso opposto.

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II Principio della dinamica

 La forza F che il martello esercita sulla biglia determinerà la


comparsa di una forza opposta – F che la biglia eserciterà sul
martello.

-F

3 III Legge Dinam A

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COMPOSIZIONE DI FORZE

Cosa succede se a un corpo applichiamo più


forze?? Devo sommare i vari effetti delle
forze e trovare la forza totale, detta
RISULTANTE.
COMPOSIZIONE DI FORZE: VARI CASI
APPLICO FORZE CON STESSA DIREZIONE E STESSO VERSO

RISULTANTE
• la direzione rimane quella delle
forze di partenza
• il verso rimane quello delle forze
di partenza
• l’intensità è data dalla somma
delle due intensità delle forze
iniziali

FORZA 1 = F1
FORZA 2 = F2
RISULTANTE = R
= F1 + F 2
COMPOSIZIONE DI FORZE: VARI CASI
APPLICO FORZE CON STESSA DIREZIONE MA VERSO OPPOSTO

RISULTANTE
• la direzione rimane quella delle
forze di partenza
• il verso sarà quello della forza
iniziale maggiore
• l’intensità è data dalla differenza
tra le due intensità delle forze
iniziali

FORZA 1 = F1
FORZA 2 = F2
RISULTANTE = R
= F2 - F 1
COMPOSIZIONE DI FORZE: VARI CASI
APPLICO FORZE CON DIREZIONE E VERSO DIVERSI

RISULTANTE
Devo applicare la regola del
PARALLELOGRAMMA, cioè costruire
un parallelogramma che abbia per lati le
due forze. La risultante sarà rappresentata
dalla diagonale del parallelogramma.

FORZA 1 = F1
FORZA 1 = F1
RISULTANTE = R

FORZA 2 = F2 FORZA 2 = F2
L’ATTRITO

Un corpo si muove sempre a contatto di un altro e quindi si


genera una forza frenante, detta ATTRITO, che si oppone al
movimento del corpo.

RESISTENZA DEL
MEZZO in aria o
acqua
RADENTE se VOLVENTE se
striscia rotola
LAVORO

L  F  s  Fs cos  
 F s2  s1 
Il lavoro di una forza
costante coincide con l’area
del rettangolo in figura

F
F
lavoro

s1 s2 s
ENERGIA E LAVORO
L’energia è una grandezza scalare associata allo stato (il termine
stato ha qui il significato del linguaggio comune: è la condizione in
cui si trova il corpo) di uno o più corpi.
L'energia esiste in varie forme, ognuna delle quali possiede una
propria equazione dell'energia. Alcune delle più comuni forme di
energia sono le seguenti:

definita è l’energia è l’energia


Energia meccanica

Energia potenziale
Energia cinetica
classicamente posseduta da un posseduta da un
come somma di corpo a causa corpo in
potenziale e del suo funzione della
cinetica movimento sua posizione
L’ENERGIA CINETICA
 

Teorema dell’energia cinetica

Quando un punto materiale si muove lungo una certa traiettoria dal punto A
al punto B, il lavoro compiuto dalla risultante delle forze su di esso agenti è
pari alla variazione di energia cinetica del punto stesso, cioè pari alla
variazione di energia cinetica che il punto ha nella posizione B e quella che
aveva nella posizione A
L’ENERGIA POTENZIALE
 

Il lavoro fatto dalla forza


peso ha provocato il
cambiamento della quantità
che possedeva il corpo
inizialmente. Questa quantità
rappresenta l’energia
potenziale gravitazionale

U = mgh
LA FORZA ELASTICA
Consideriamo ora il caso di un corpo che si deforma come una molla. La
forza esercitata da una molla è variabile e dipende dalla deviazione dalla sua
posizione di equilibrio, secondo la legge di Hooke: F =-kx. Il segno è
dovuto al fatto che la forza elastica è una forza di richiamo, cioè tende a
riportare la molla verso la posizione di equilibrio
L’ENERGIA POTENZIALE ELASTICA
Si definisce energia elastica il lavoro compiuto da un corpo nel
momento in cui subentrano forze esterne a 'deformarlo' e a modificare
il suo stato di quiete. In sintesi, nonostante la forza subita, il corpo
riesce sempre a ritornare alla forma antecedente alla deformazione,
proprio grazie all'energia immagazzinata.

1 2
L  kx
2
IL TEOREMA DI CONSERVAZIONE
DELL’ENERGIA MECCANICA

 
Energia potenziale
gravitazionale


dr
M m
f


 Fg i r̂
rf

ri

⃗ 𝐌𝐦 Lavoro positivo
Forza
conservativa
𝐅 𝐠=− 𝐆 𝟐 𝐫^ perché compiuto
𝐫 dalla forza di gravità

G = 6,67 × 10−11N m² / kg².


Energia potenziale
gravitazionale
Se voglio portare la 
massa da i all’infinito M dr
devo lavorare contro la
forza di gravità
i m

 Fg f r̂
ri 
rf
 
rf
Mm 
rf
U f  U i    F ( r )  dr     G 2 r̂  dr
ri ri
r
rf rf
per rf    U ( rf )  0
1  1
 GMm  dr  GMm   
r 2
 r  ri 1
ri
U ( ri )  GMm
 1 1 ri
 GMm   
 r 
 f ri  Lavoro negativo
perché compiuto Energia di legame
1 1 contro
U f  U i  GMm  GMm
rf ri la forza di gravità
La PRESSIONE è il rapporto tra la forza che preme e la
superficie su cui premo.

F FORZA, quindi sarà in N


P
S SUPERFICIE, CIOÈ AREA, quindi sarà in

F N
 2  Pa  Pascal
S m

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