(1863-1838)
Raccolta di novelle
Nuclei tematici 1
•Le prime prove narrative si svolgono nel segno del Verismo: la ricerca del vero è
però applicata a una realtà familiare, l’Abruzzo.
•La scelta naturalista si rivela solo di facciata: il mondo dei pastori e dei pescatori
abruzzesi appare trasfigurato come mondo arcaico e selvaggio, dominato da
passioni forti.
•Lo scrittore pare indugiare sui dettagli di gusto espressionistico (la cuticola del
tumore fu sollevata da un siero sanguigno e si lacerò), i quali connotano la violenza
primitiva della realtà sociale narrata.
Nuclei tematici 1
•Il nucleo centrale è il triangolo amoroso che fa perno sul protagonista, Andrea
Sperelli: giovane aristocratico ed eccentrico cultore del bello, dedito ai piaceri, mira
a fare della propria vita “un’opera d’arte”.
•Quasi maniacale il descrittivismo degli interni, in cui si trovano gli oggetti raffinati –
dalle opere d’arte ai libri, dai pezzi d’antiquariato fino alle cose d’uso quotidiano – di
cui si circonda l’esteta e dai quali promana accentuata una sensualità.
•Il tema delle corrispondenze, centrale in Baudelaire, diventa qui un gioco reiterato
fino all’usura: non solo la natura parla al personaggio, ma ogni cosa entra in
comunione con lui.
•Costante è la ricerca di musicalità della frase, per esempio con le serie ternarie di
aggettivi, sostantivi o avverbi (delle sue facoltà, delle sue speranze, del suo piacere
/ da tutte le giunture, da tutte le pieghe, da tutti i cavi): l’esito è quello di una prosa
lirica, in cui il significante, la parola intessuta di richiami fonici, ha lo stesso peso
della sua disposizione sintattico-retorica e del suo significato.
•La prosa mira a una ricchezza e a una sontuosità raggiunta attraverso l’uso di:
•accrescitivi e iperboli
•elencazione enumerativa di luoghi e oggetti (non la Roma dei Cesari ma la Roma
dei Papi; non la Roma degli Archi, delle Terme, dei Fori, ma la Roma delle Ville,
delle Fontane, delle Chiese)
•parole rare (romorio), letterarie e arcaiche (studii varii, contrizioni, realità)
•aggettivazione ridondante (Le rose folte e larghe / caldo lume rossastro)
•Le similitudini preziose (in guisa d’un giglio), le personificazioni (L’anno moriva), le
antitesi tra sensazioni contrastanti (caldo lume, gelato crepuscolo) sottolineano il
tono lirico della pagina.
•Il riferimento alle opere d’arte (d’un pallor d’ambra che richiamava al pensiero la
Danae del Correggio), al mito (Dafne), alla metamorfosi dell’umano nella natura (le
mani e i piedi piccoli e pieghevoli, quasi direi arborei) conferiscono alla pagina una
patina ricercata, elegante, in linea con l’estetismo decadente.
Nuclei tematici 1
Nuclei tematici 1
•Primo vere e Canto nuovo sono raccolte poetiche giovanili, la prima scritta a soli
16 anni sulla scia della metrica barbara di Carducci, la seconda preannuncia i temi
che poi saranno tipici della poesia dannunziana:
•l’espressione delle sensazioni,
•lo slancio vitalistico,
•la fusione con la natura.
Nuclei tematici 2
•Con l’Isaotta Guttadauro, poi inclusa nella raccolta L’Isotteo – La chimera, la
poesia si fa preziosa, d’ispirazione parnassiana: il poeta insegue la perfezione dello
stile, fonda il culto della parola, che applica a tematiche proprie dell’universo
decadente.
Nuclei tematici 1
•Il primo libro Maia (Laus vitae, titolo ulteriore che reca l’opera) è un poema
narrativo con funzione di prologo, nato dai diari-taccuini dell’autore composti in
Grecia del 1895, in cui la crociera si trasfigura in un viaggio verso le origini della
civiltà occidentale.
•Alcyone, terzo libro delle Laudi, ha come tema centrale la metamorfosi tra essere
umano e mondo naturale, avvenuta per effetto di un annullamento panico nella
natura.
•Lo stile è sostenuto, talora ridondante e artificioso (Tiaso di rosse / Tiadi in boschi
folti), sovraccarico di immagini (spada fedele, ruggente face) e di tono spesso
ampolloso e ricercato nell’impiego di similitudini tratte dal repertorio classico (come
la gorgona, come la centaurea veste).
•Il lessico è pieno, ricco di vocabolari diversi (fiale, tirsi, apparita, tamerici), aulico
(fulgenti, aulenti, silvani) e dalla forte valenza fonosimbolica.
•Assai ampia è la gamma delle figure retoriche, con prevalenza delle figure di
suono e di ripetizione, come le allitterazioni (fruscio che fan le foglie, pini scagliosi e
irti), le assonanze (fumi confusi, profumi diffusi), le enumerazioni in polisindeto (e
su... e su... e su... e su...), i parallelismi sintattici (Fresche le mie parole / Dolci le
mie parole), le anafore (O Vita, o Vita, / dono...).
Prose di ricerca
Nuclei tematici 1
•Le faville del maglio, scritte per il “Corriere della Sera”, sono prose di riflessione
e di ricordi in forma diaristica, di tono lirico e di carattere fortemente simbolico.
Inaugurano un nuovo corso nella prosa dannunziana.
•La pagina diaristica si abbandona liberamente al flusso dei ricordi, alle percezioni
momentanee, sovrapponendo i livelli temporali: su tutto prevale un tono poetico,
evocativo (La stanza è muta d’ogni luce).
•Le sensazioni affiorano alla coscienza come immagini visionarie (Traccio i miei
segni nella notte che è solida contro l’una e l’altra coscia come un’asse inchiodata),
allucinazioni (i fantasmi della battaglia furono d’un tratto esclusi dalla soglia nera),
memorie e propositi.
•Il lessico non è più ricercato (mi misi a cercare un modo ingegnoso di eludere il
rigore della cura), anche se permangono resistenze di termini riferibili alla classicità
(Sibille, fato).