nell’Unione europea
Introduzione
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L’Edc: un’opportunità per l’Europa
Nell’Agenda la Commissione difende il nuovo modello economico e stabilisce che, a norma del diritto UE,
ovvero delle libertà fondamentali del trattato (art. 49 e 56 del TFUE), della direttiva sui servizi (art. 9 e 16 della
Dir. 2006/123/CE), della direttiva sui servizi della società dell'informazione (Dir. (UE) 2015/1535), della
direttiva sul riconoscimento delle qualifiche e del Reg. (UE) sulla protezione dei dati, i prestatori di servizi
possono essere subordinati ai requisiti di accesso al mercato o ad altri requisiti, come i regimi di
autorizzazione e i requisiti di licenza, soltanto se tali requisiti sono:
1. non discriminatori;
2. necessari per conseguire un obiettivo di interesse generale;
3. e proporzionati rispetto a tale obiettivo (che non impongono più obblighi di quanto strettamente
necessario).
Se — ed in quale misura — le piattaforme Edc possono essere soggette ai requisiti di accesso al mercato
dipende, inoltre, dalla natura delle loro attività.
La controversia che ha dato adito alla pronuncia è nata nel 2014 a Barcellona tra
l’associazione locale dei taxi e la compagnia Uber. I termini della questione hanno
rispecchiato le posizioni contrapposte delle due parti in causa:
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La Comunicazione sul futuro digitale 2020
Regole nuove e rivedute per approfondire il mercato interno dei servizi digitali,
aumentando e armonizzando le responsabilità delle piattaforme online e dei prestatori
di servizi di informazione e rafforzando la sorveglianza sulle politiche dei contenuti
delle piattaforme nell'UE
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La proposta di Reg. (UE) sui servizi digitali
Concretamente, la proposta di Reg. (UE) sui servizi digitali introduce una serie di nuovi
obblighi armonizzati a livello dell'UE per i servizi digitali, accuratamente calibrati in base alle
dimensioni e all'impatto dei servizi, quali:
• Obblighi per le piattaforme di valutazione dei rischi per prevenire l'abuso dei loro sistemi.
• Norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali sui mercati online, per aiutare a
rintracciare i venditori di beni o servizi illegali.
• Una struttura di supervisione innovativa per affrontare la complessità dello spazio online e
garantire un'applicazione efficace in tutto il mercato unico.
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La consultazione sulla Gig economy
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L’approccio UE in sintesi…
In sintesi qual’è la posizione dell’UE di fronte alla auspicata e pretesa
regolamentazione dell’Edc?
1. Non è stata adottata una regolamentazione univoca e organica per tutti i settori
dell’Edc;
2. Prevale un approccio flessibile e armonizzato, attraverso cui sono applicati alla
materia i fondamentali principi di trasparenza e responsabilità;
3. La disciplina adottata si concentra soprattutto sulla regolamentazione delle
piattaforme digitali, restando invece in capo alle norme settoriali UE (es.
protezione dati, commercio elettronico, ecc. ) e alle norme nazionali, la
competenza a definire i singoli profili di ciascun settore dell’Edc;
4. Per l’immediato futuro, considerata la rapida evoluzione dell’Edc, la Commissione
ha intenzione di continuare a monitorare lo sviluppo economico e l'evoluzione
dell'ambiente normativo (con indagini periodiche), nonchè di incoraggiare lo
scambio di buone pratiche tra i paesi UE.
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Gli impatti in Europa
Nel 2018 l’UE ha realizzato un sondaggio «The use of the collaborative economy» sui servizi
offerti tramite piattaforme collaborative, dal quale risulta che:
• UTILIZZATORI: Poco meno di un quarto (23%) degli europei ha utilizzato questi servizi, ma
pochissimi li usano regolarmente, cioè almeno una volta al mese (4%).
• SERIVIZI PRIVILEGIATI: Più della metà ha avuto accesso ai servizi nei settori
dell'alloggio (57%) e dei trasporti (51%), ma pochi hanno avuto accesso ai servizi
professionali (9%) o alla finanza collaborativa (8%).
• ASPETTATIVE: Quasi 9 su 10 utenti (88%) li raccomanderebbero.
• VANTAGGI: La maggioranza cita il comodo accesso ai servizi (73%), la disponibilità di
valutazioni e recensioni degli utenti (60%), il fatto che i servizi siano più economici o
gratuiti (59%) e la più ampia scelta di servizi (56%) come vantaggi dell'uso delle piattaforme
collaborative rispetto ai canali tradizionali.
• SVANTAGGI: Poco meno della metà (49%) vede la mancanza di chiarezza su chi è
responsabile in caso di problemi come il più grande svantaggio. Più di un terzo menziona
anche valutazioni e recensioni fuorvianti da parte di altri utenti (38%), uso improprio dei dati
personali (37%) e minore fiducia nei fornitori di servizi (34%). Gli svantaggi meno menzionati
sono il fatto che i servizi offerti non sono quelli attesi (24%) e i problemi con il processo di
prenotazione online o i pagamenti (22%).
• ALTERNATIVE: Per 6 utenti su 10 (60%) l'uso di questi servizi non ha influito sull’utilizzo
dei canali tradizionali. D'altra parte, circa un terzo (32%) afferma che l'uso di questi servizi ha
sostituito almeno in parte l'uso dei servizi tradizionali.
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I servizi Ecd più utilizzati in UE
Tra gli intervistati che hanno utilizzato servizi offerti tramite piattaforme collaborative, più della metà lo ha
fatto nei settori dell'alloggio (57%) e del trasporto (51%) come risulta dal sondaggio «The use of the
collaborative economy» condotto dall’UE nel 2018:
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Il potenziale di sostenibilità dell’Edc
Nello studio “Environmental potential of the collaborative economy” della Commissione UE del 2018,
si evidenzia che nel dibattito pubblico sembra essere piuttosto diffusa la percezione del legame sotteso
tra Edc e sostenibilità e che le piattaforme di Edc sono utilizzate per promuovere un mercato
sostenibile che “ottimizza le conseguenze ambientali, sociali ed economiche del consumo per
soddisfare i bisogni delle generazioni attuali e future”.
In particolare, nelle conclusioni si sottolinea che, soprattutto gli impatti ambientali a livello di singola
transazione, sono spesso inferiori nell’Edc rispetto alle controparti dell’economia tradizionale. Tuttavia,
è probabile che i benefici ambientali netti che ne derivano siano parzialmente o completamente
compensati dall’aumento dei consumi in altre aree (c.d. “effetto rimbalzo”).
Per queste motivazioni, l’impatto ambientale dell’Edc dipende fortemente da molteplici fattori, tra cui:
a) il tipo di modello di business collaborativo studiato (ad esempio il ridesharing sembra avere un
impatto ambientale minore rispetto al car sharing, e l’affitto di stanze è più vantaggioso per
l’ambiente rispetto all’affitto di interi appartamenti);
b) il tipo di transazione “tradizionale” a cui viene confrontato (ad esempio vi è una grande
differenza se un appartamento in collaborazione è paragonato a un hotel economico o a un hotel di
lusso di fascia alta);
c) il tasso di utilizzo degli asset fisici e degli asset generalmente più moderni ed efficienti dal punto
di vista energetico e delle risorse utilizzati;
d) gli effetti di rimbalzo e le modalità con le quali le famiglie spendono il reddito o i risparmi
extra derivanti dalla condivisione dei prodotti.
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Prime conclusioni
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"Le piattaforme online hanno assunto un ruolo centrale nella nostra
vita, nella nostra economia e nella nostra democrazia. Da questo
ruolo derivano anche maggiori responsabilità, ma per questo è
necessario dotarsi di un codice normativo moderno
per i servizi digitali».
Thierry Breton
Commissario per il Mercato interno
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