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L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

DALLA PRODUZIONE DI MASSA ALLA PRODUZIONE


FLESSIBILE
Corso di
TECNOLOGIA, INNOVAZIONE, QUALITÀ

Prof. Alessandro Ruggieri


Prof. ssa Cecilia Silvestri
Università degli Studi della Tuscia
Prof. Alessandro Ruggieri - Prof.ssa Cecilia
Silvestri Corso di
Tecnologia,Innovazione,Qualità
OGGETTO DELLA LEZIONE

1. L’organizzazione del lavoro: forme di Odl e produzione

2. Taylor e organizzazione scientifica del lavoro

3. Automazione rigida

4. Fordismo

5. O.d.l. allargata

6. O.d.l. sistemica

7. O.d.l. integrata

8. Toyotismo

9. La nuova fabbrica

10. Le sfide del futuro


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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
OGGETTO DELLA LEZIONE

1. Forme di organizzazione del lavoro e produzione

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Cosa è l’Organizzazione?
Un sistema aperto, costituito da più variabili che si influenzano reciprocamente e
influenzano l’ambiente esterno.

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Si è molto discusso della relazione intercorrente tra


organizzazione del lavoro e cambiamenti tecnologici.

Ossia se l’organizzazione del lavoro dovesse essere:


• dipendente
• indipendente
• interdipendente

dal cambiamento tecnologico.

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Si può affermare che l’organizzazione del lavoro è un fenomeno evolutivo
determinato da:
1. Fattori oggettivi quali la diffusione di nuovi principi innovatori
(siano essi la macchina a vapore del 1700-1800 o le attuali intelligenze
artificiali delle macchine, dal controllo numerico al robot);
2. Scelte discrezionali del management, che possono essere influenzate
da fattori diversi quali: conoscenza delle potenzialità offerte dalla
tecnologia, capacità del management per l’ottimizzazione del ciclo
produttivo, vincoli finanziari o sindacali.

Esistono
Esistono esigenze
esigenze didi modifiche
modifiche organizzative
organizzative ee di
di modifiche
modifiche tecnologiche.
tecnologiche. Le
Le
soluzioni
soluzioni più
più efficaci
efficaci sono
sono sempre
sempre opportunità
opportunità difficili
difficili ee molto
molto dipendono
dipendono dalla
dalla
capacità
capacità di
di “leggere”
“leggere” l’evoluzione.
l’evoluzione.

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Attualmente l’organizzazione del lavoro e della


produzione si pone come fattore strategico per il
governo delle aziende per raggiungere le nuove
frontiere della produttività o della nuova economia
della produzione.
Occorre tener conto che l’organizzazione del lavoro,
come altri sistemi, è un fenomeno dinamico ed
evolutivo.
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Dinamica tecnologica
Il grado di innovatività dell’organizzazione del
lavoro è influenzato in maniera diretta:
dal grado di innovatività dei macchinari per la
trasformazione fisica;
dalle logiche di flusso dei materiali nel processo
produttivo;
dal flusso delle conoscenze e dell’informazione.

Ogni principio innovatore determina una nuova


organizzazione del lavoro che cambierà a sua volta con la
scoperta di un ulteriore principio innovatore.
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Dinamica tecnologica
Ogni scoperta comporta nuovi assetti organizzativi, fa scomparire
alcuni mestieri e ne crea altri nuovi; maggiore è la velocità del
cambiamento, più grande sarà lo sforzo di adattamento dei
lavoratori.

E’ chiaro che la dinamica tecnologica ha comportato modelli


organizzativi diversi:
1. un primo modello organizzativo detto “modello meccanico”
o “modello orologio”, adottato dal 1900 al 1970;
2. un successivo modello organizzativo detto “modello
organico”, adottato dal 1970 ai giorni d’oggi.

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Modello meccanico

Tale modello è stato un paradigma normativo e


progettuale a diffusione planetaria sul quale sono Secondo il modello meccanico una
state modellate quasi tutte le organizzazioni delle
buona organizzazione è quella nella
grandi imprese.
quale funzioni, compiti, strutture
organizzative, mansioni, procedure e
PUNTI FONDAMENTALI DEL processi sono massimamente
MODELLO specificati e razionalmente
• BUROCRAZIA GERARCHICA interconnessi attraverso un piano
• DIVISIONE DEL LAVORO SPINTA preordinato, allo scopo di assicurare
• UOMINI COME PARTE DI la massima efficienza globale e la
RICAMBIO massima prevedibilità e
DELL’ORGANIZZAZIONE governabilità delle singole parti.
• CULTURA DELLA DIPENDENZA E
DELL’ESECUZIONE
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Modello organico
Il modello organico venne introdotto agli
inizi degli anni settanta favorito:
PRESUPPOSTI DEL MODELLO

 dal cambiamento dei criteri • NETWORK DI SISTEMI


economici di condotta dell’impresa AUTOREGOLATI
dovuto all’accresciuta turbolenza
• RUOLI PROFESSIONALI BASATI
dei mercati;
SULLA MINIMA
 dal processo di terziarizzazione SPECIFICAZIONE CRITICA
all’interno delle imprese industriali • RISORSE UMANE COMPONENTI
e nel sistema economico; DEL SISTEMA
 dall’avvento delle nuove tecnologie. • CULTURA DELL’ITERAZIONE E
DELLA SOLUZIONE

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Modello organico

Il modello organico è basato su un’organizzazione che assomiglia ad un organismo ad alto livello di


complessità in cui le singole parti sono sistemi aperti che, pur svolgendo funzioni specializzate,
operano in base ad ambiti di autonomia e non per delega, si modificano sia per processi di adattamento
all’ambiente esterno, sia per input interni.

Il rapporto tra attore e sistema viene


Gli uomini sono definito da una continua dialettica fra
componenti del cooperazione e conflitto, fra
sistema, non solo partecipazione e distanza.
risorse da utilizzare. Competenza e managerialità sono interne
al sistema, insieme a cultura,
informazione e cibernetica, cultura
imprenditoriale e scienza sociale.

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FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
E DELLA PRODUZIONE

1. O.D.L. BASATA SULL’ESPERIENZA PRATICA


(LEARNING BY DOING)

2. O.D.L. TRADIZIONALE

3. O.D.L. ALLARGATA

4. O.D.L. SISTEMICA

5. O.D.L. INTEGRATA

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Organizzazione del lavoro basata sull’esperienza
pratica
 Nel XIX secolo le aziende si sono trovate per la prima volta
ad affrontare il problema dell’organizzazione.
 La soluzione adottata è stata quella di utilizzare soluzioni
organizzative caso per caso e di apprendere dall’esperienza
pratica.
 Vi è una forte divisione del lavoro e si ha un coordinamento
di piccoli gruppi di lavoratori a cura di un capo operaio.

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La scuola classica: la divisione del lavoro
ADAM SMITH (1776)
espose per primo i benefici derivanti dalla “divisione del lavoro”,
suddividendo ogni attività di manifattura in piccole fasi distinte.
La suddivisione del lavoro consente enormi aumenti di
produttività e di ricchezza.

CHARLES BABBAGE
estese le idee di Smith attraverso la raccolta di informazioni sulla
natura e l’esecuzione del lavoro (ordinamento interno delle
fabbriche).
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La scuola classica: la divisione del lavoro
Mancava all’epoca la tecnologia per trasferire l’energia prodotta dal
vapore perciò la fabbrica era configurata in questa maniera:

MACCHINA A VAPORE

ALBERO
ALBERO DI
DI TRASMISSIONE
TRASMISSIONE

MACCHINE OPERATRICI
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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
DISTRIBUZIONE DEL LAVORO SULLE
MACCHINE:
1.
1. UTILIZZO
UTILIZZO DI
DI MACCHINE
MACCHINE UNIVERSALI
UNIVERSALI

2.
2. UTILIZZO
UTILIZZO DI
DI MACCHINE
MACCHINE SPECIALIZZATE
SPECIALIZZATE

FASE DELLA MANIFATTURA:


 gigantismo degli insediamenti
 specializzazione delle macchine
 standardizzazione delle attività di trasformazione
 divisione molecolare e orizzontale del lavoro

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XX SECOLO: PRINCIPALI SCUOLE
ORGANIZZATIVE

 Il management scientifico (Taylor)

 La scuola delle relazioni umane (Mayo, Mc


Gregor, etc.)
 La scuola dei sistemi o del Management By
Objectives (M.B.O.)

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)
Utilizza
Utilizza ii concetti
concetti di
di A.Smith
A.Smith sul
sul frazionamento
frazionamento del
del processo
processo produttivo
produttivo in
in fasi
fasi
elementari
elementari ee da
da Babbagè
Babbagè sulla
sulla parcellizzazione
parcellizzazione in
in compiti
compiti semplici
semplici del
del processo
processo
produttivo.
produttivo.

L’organizzazione
L’organizzazione scientifica
scientifica del
del lavoro
lavoro mette
mette ii lavoratori
lavoratori in
in condizione
condizione di
di
produrre
produrre secondo
secondo le
le loro
loro capacità
capacità per
per aumentare:
aumentare:
1.
1. la
la produttività;
produttività;
2.
2. ii profitti
profitti ed
ed ii salari.
salari.

Risolvendo
Risolvendo ilil conflitto
conflitto tra
tra padrone
padrone ee lavoratore,
lavoratore, ossia
ossia
“il
“il problema
problema del
del lavoro”
lavoro”

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)

POSTULATI

LAVORATORI
LAVORATORI PRODUCONO
PRODUCONO MOLTO
MOLTO MENO
MENO DI
DI QUANTO
QUANTO POSSONO
POSSONO

II REQUISITI
REQUISITI DI
DI OGNI
OGNI MESTIERE
MESTIERE DEVONO
DEVONO ESSERE
ESSERE DETERMINATI
DETERMINATI
SCIENTIFICAMENTE
SCIENTIFICAMENTE

II LAVORATORI
LAVORATORI DEVONO
DEVONO RICEVERE
RICEVERE OPPORTUNI
OPPORTUNI INCENTIVI
INCENTIVI
SALARIALI
SALARIALI

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)
PUNTI CARATTERISTICI DEL MODELLO DI TAYLOR

 DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO (LAVORO INDUSTRIALE)


 DIVISIONE ORIZZONTALE DEL LAVORO (LAVORO ARTIGIANALE) O
PARCELLIZZAZIONE
 PROGETTAZIONE DELLE POSIZIONI E DEI MOVIMENTI DEI
LAVORATORI, ossia divisione del lavoro su tre livelli: tra uomini; tra
macchine; tra uomini e macchine
 STRUTTURA DEL COMPENSO (ECONOMICO)
 CONTROLLO GERARCHICO
 SELEZIONE DELLA MANODOPERA CON METODI SCIENTIFICI
 RAPPORTO TRA DIREZIONE E MANODOPERA BASATO SULLA
RIPARTIZIONE DEL LAVORO
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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)

VIENE
VIENE ANNULLATA
ANNULLATA LA
LA DISCREZIONALITA’
DISCREZIONALITA’ DEL
DEL LAVORATORE
LAVORATORE

VIENE
VIENE INTRODOTTA
INTRODOTTA LA
LA CATENA
CATENA DI
DI MONTAGGIO
MONTAGGIO (PERFEZIONATA
(PERFEZIONATA
DA
DA FORD)
FORD)

Il
Il fondamento
fondamento del
del taylorismo
taylorismo diventa
diventa la
la divisione
divisione del
del lavoro
lavoro orizzontale
orizzontale ee
verticale
verticale studiata
studiata nei
nei dettagli
dettagli ee nei
nei suoi
suoi tre
tre livelli
livelli di
di divisione
divisione del
del lavoro
lavoro tra:
tra:
1.
1. uomini
uomini
2.
2. macchine
macchine
3.
3. uomo
uomo ee macchina.
macchina.

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)
Il principio innovatore di Taylor non è di tipo tecnologico ma
AMMINISTRATIVO-ORGANIZZATIVO

basato su una concezione ingegneristica della gestione aziendale,


trasferendo al lavoro umano i concetti di specializzazione e
standardizzazione già applicati alle macchine ed alle fasi del ciclo
produttivo.

Con Taylor fanno la loro comparsa gli strumenti organizzativi, come incorporazione da
parte delle macchine di quanto deciso a livello organizzativo.
La catena di montaggio diventa uno degli strumenti meccanici sulla cui base si
afferma il lavoro di produzione e di montaggio.
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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)

In tal modo il CAPO OPERAIO, figura principale del periodo


della manifattura, perde tutte le caratteristiche professionali e
l’operaio semplice diviene un ingranaggio della macchina.

Perno di tutta l’organizzazione tayloristica è il CAPO REPARTO


(gerarchicamente sopra il capo operaio), rappresentante
dell’organizzazione centrale, con mansioni tecniche di produzione.

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)

Si
Si sviluppa
sviluppa la
la convinzione
convinzione che
che un’attività
un’attività sia
sia tanto
tanto più
più efficiente
efficiente ee
controllabile
controllabile quanto
quanto più
più èè programmabile.
programmabile.

Attraverso rigide prescrizioni si fissa:


 come fare il prodotto migliore,
 quando,
 quante volte,
 in quale tempo,
 in che modo,

annullando la discrezionalità, vista come valore negativo.


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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)
I punti caratteristici del modello organizzativo di Taylor erano:

 la marcata divisione verticale del lavoro eseguito mediante la netta


separazione delle fasi di progettazione, esecuzione e controllo;
 la divisione orizzontale del lavoro, più tardi chiamata parcellizzazione
del lavoro, cioè l’ulteriore frammentazione delle fasi di progettazione,
esecuzione e controllo;
 La progettazione accurata delle posizioni di lavoro e dei movimenti
degli operatori impegnati nel processo produttivo, in modo da renderli
il più possibile armonici e funzionali all’avvio ed alla conduzione delle
macchine operatrici.

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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)
 Il controllo gerarchico e centralizzato di apposite divisioni della
maggior parte delle decisioni;
 La selezione con metodi scientifici della manodopera che veniva
preparata ed istruita;
 La ripartizione precisa del lavoro e delle responsabilità tra direzione e
manodopera;
 L’instaurarsi di rapporti di stima e collaborazione fra direzione e
manodopera;
 La struttura del compenso (esclusivamente economico)
essenzialmente correlato alle quantità prodotte.
 Comparsa della figura del manutentore, ossia della figura di
lavoratore indiretto che si occupa della manutenzione delle macchine.
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L’Organizzazione Scientifica del Lavoro:
TAYLOR (1856-1915)

Nel
Nel taylorismo,
taylorismo, l’annullamento
l’annullamento della
della discrezionalità
discrezionalità del
del lavoratore,
lavoratore,
conseguente
conseguente alla alla separazione
separazione del
del lavoro
lavoro manuale
manuale da
da quello
quello intellettuale
intellettuale
(appannaggio
(appannaggio esclusivo
esclusivo del
del manager),
manager), rappresenta
rappresenta nel
nel mondo
mondo capitalista
capitalista
ilil filo
filo conduttore
conduttore che
che guida
guida l’evoluzione
l’evoluzione delle
delle tecnologie
tecnologie di
di processo.
processo.

Gli
Gli strumenti
strumenti di
di lavoro
lavoro aumentano
aumentano ilil grado
grado di
di automatismo
automatismo incorporato
incorporato
rispondendo
rispondendo in in maniera
maniera prefissata
prefissata meccanicamente
meccanicamente alle alle varianze
varianze
richieste
richieste dal
dal processo
processo produttivo.
produttivo.
In
In tal
tal modo
modo tali
tali automatismi,
automatismi, rigidi
rigidi ee dedicati
dedicati aa lavorazioni
lavorazioni specifiche,
specifiche,
rispondono
rispondono pienamente
pienamente alla
alla standardizzazione
standardizzazione ee parcellizzazione
parcellizzazione operata
operata
dal
dal taylorismo
taylorismo nei
nei processi
processi produttivi.
produttivi.
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LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE”
ELTON MAYO
MASLOW e MC GREGOR
MAYO
MAYO condusse
condusse degli
degli esperimenti
esperimenti suglisugli effetti
effetti di
di alcuni
alcuni fattori
fattori fisici
fisici
(luminosità,
(luminosità, temperatura
temperatura dell'ambiente,
dell'ambiente, disposizione
disposizione dei dei locali,
locali, etc.)
etc.) sulla
sulla
produttività
produttività dei
dei lavoratori.
lavoratori. Dimostrò
Dimostrò che che le
le condizioni
condizioni fisiche
fisiche non
non avevano
avevano
un'importanza
un'importanza significativa
significativa ee che
che ilil fattore
fattore umano,
umano, in in particolare
particolare la
la motivazione,
motivazione,
esercita
esercita un
un effetto
effetto preponderante
preponderante sulla
sulla produttività
produttività..

Veniva
Veniva così
così ad
ad incrinarsi
incrinarsi uno
uno degli
degli assunti
assunti più
più importanti
importanti della
della teoria
teoria classica.
classica.

La soddisfazione dei lavoratori diventa importante ai fini


della produttività!
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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
LA SCUOLA DELLE
“RELAZIONI UMANE”

La dinamica di gruppo e il benessere psicologico sono molto


importanti per la produttività.

Il lavoratore ha un insieme di bisogni e desideri molto complessi


che vanno al di là della sua remunerazione.

Si enfatizza la necessità di tenere presente, quando si gestisce una


struttura organizzativa, il fattore umano.

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
LA SCUOLA DELLE “RELAZIONI UMANE”

MASLOW
MASLOW identifica
identifica lala
motivazione
motivazione in in uno
uno stato
stato di
di Au
tensione,
tensione, dovuto
dovuto alla
alla tor
consapevolezza
consapevolezza di di un
un eali
bisogno,
bisogno, che
che impone
impone la la z-
ricerca
ricerca dei
dei mezzi
mezzi perper zaz
soddisfarlo.
soddisfarlo. ion
Stima
Egli
Egli postula
postula nell’uomo
nell’uomo e
l’esistenza
l’esistenza di
di bisogni
bisogni
fondamentali
fondamentali organizzati
organizzati aa
Amore
livelli
livelli successivi.
successivi.
Sicurezza

Sopravvivenza

Fonte: Maslow, 1954

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
MACCHINISMO E MECCANIZZAZIONE
SPINTA RIGIDA (automazione rigida)
1900-1960
 Nelle macchine specializzate entrava sempre lo stesso input
e usciva sempre lo stesso output (produzione in serie).
 Si inizia a collegare macchine singole secondo rapporti di
interdipendenza reciproca in sistemi meccanici rigidi,
passando all’automazione rigida.

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
Caratteristiche dell’Automazione Rigida
 AUTOMAZIONE LIMITATA A POCHE AREE TECNOLOGICHE

 L’INDUSTRIA GOVERNA IL MERCATO

 INVESTIMENTI PER POTENZIARE LA MECCANIZZAZIONE

 QUALITA’ DEI PRODOTTI SCARSA

 TEMPI MORTI LUNGHI PER LE OPERAZIONI DI


ATTREZZAGGIO E MANUTENZIONE

 PREVALENZA DEI LAVORATORI DIRETTI, MA I MANUTENTORI


HANNO RELATIVA DISCREZIONALITA’

 LAVORATORI DIRETTI ADDETTI PREVALENTEMENTE AD


OPERAZIONI MANUALI
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PRODUZIONE DI MASSA
(XX SECOLO)
 ELEVATA STANDARDIZZAZIONE DEL PRODOTTO
 QUALITA’ COME CONFORMITA’ ALLE SPECIFICHE

 TECNOLOGIE DI PROCESSO RIGIDE


 CICLI DI PRODUZIONE LUNGHI

 DIVISIONE DEL LAVORO


 CONOSCENZA CONCENTRATA
 GERARCHIA FORMALIZZATA
 MARGINI DI CREATIVITA’ LIMITATI

 ECONOMIE DI SCALA
 PROFITTO A BREVE TERMINE
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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
IL “FORDISMO”
La prima vera e propria applicazione del taylorismo fu attuata da
Henry Ford, tramite la catena di montaggio.

La produzione di massa richiedeva mercati di massa e l'industriale


Henry Ford (1863-1947) fu tra i primi a rendersene conto.

Una delle innovazioni più significative introdotte da Ford fu la


costruzione di una catena di montaggio mobile.

Ford ricorse ad una forte rotazione mensile dei compiti, ad un


allargamento delle mansioni ed a un sostanzioso aumento del
salario riuscendo addirittura ad aumentare la produzione.

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
ANNI SETTANTA
 Estrema rigidità nell’utilizzo della manodopera per pressioni dei
sindacati

 Rincaro dei prezzi delle materie prime, instabilità finanziaria


internazionale, saturazione dei mercati

Cosa cambia negli anni ‘70?


 ACCRESCIUTA TUBOLENZA DEI MERCATI

 PROCESSO DI TERZIARIZZAZIONE

 NUOVE TECNOLOGIE

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
O.D.L. DI TIPO “ALLARGATA”:
Meccanizzazione flessibile ed automazione
industriale (anni’70)
 Si introducono progressivamente macchine a logica elettronica in
sostituzione di quelle a tecnologia meccanica o elettromeccanica

 Il modello organizzativo non muta (taylorismo) ma viene influenzato


dalle variabili tecnologiche

 I macchinari possono autoregolarsi meccanicamente, ma non sono in


rete

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PRODUZIONE FLESSIBILE
 ELEVATA DIVERSIFICAZIONE
 QUALITA’ COME SODDISFAZIONE DEL CLIENTE

 TECNOLOGIE FLESSIBILI
 CICLI DI PRODUZIONE BREVI

 LAVORO PER GRUPPI


 DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA
 GERARCHIE INFORMALI

 ECONOMIE DI SCOPO
 PROFITTO A MEDIO TERMINE E SODDISFAZIONE DEL
CLIENTE
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O.D.L. DI TIPO SISTEMICA:
Automazione flessibile e intelligenze artificiali
(anni ‘80)
 Fase caratterizzata da interrelazioni di tutto il sistema

 Introduzione delle intelligenze artificiali, robot e sistemi flessibili

 Flessibilità sui volumi e flessibilità sul mix produttivo

 Sistemi di macchine caratterizzate da complessità e velocità

Nei
Nei confronti
confronti dell’organizzazione
dell’organizzazione del del lavoro,
lavoro, la
la diffusione
diffusione dell’automazione
dell’automazione genera
genera
nuove
nuove opportunità
opportunità perper le
le aziende,
aziende, cosicchè
cosicchè ilil superamento
superamento delle
delle organizzazioni
organizzazioni
tradizionali
tradizionali avviene
avviene in
in tempi
tempi brevi,
brevi, data
data la
la stretta
stretta interdipendenza
interdipendenza tra
tra
organizzazione
organizzazione del
del lavoro
lavoro ee tecnologia.
tecnologia.

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O.D.L. DI TIPO SISTEMICA:
Automazione flessibile e intelligenze artificiali
(anni ‘80)
 In questa fase, a noi più vicina, entrano a far parte tra le variabili
interrelate con le nuove tecnologie (oltre agli aspetti professionali,
occupazionali, l’organizzazione e la produttività ed i rapporti
sindacali) anche i processi decisionali, gli aspetti cognitivi e
linguistici, i rapporti di scambio e le strutture manageriali e
formative.

 Nell’organizzazione del lavoro sistemica, caratterizzata da


interrelazioni di tutto il sistema (sistemiche), si sono avuti
cambiamenti radicali a livello di modello organizzativo, strumenti
organizzativi e strumenti di lavoro.

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O.D.L. DI TIPO SISTEMICA:
Automazione flessibile e intelligenze artificiali
(anni ‘80)
 In effetti, l’introduzione delle intelligenze artificiali applicate alle
macchine utensili è stato il vero principio innovatore della fine
degli anni’70.

 Si è trattato dell’introduzione delle intelligenze artificiali


computerizzate in sistemi meccanici altamente sofisticati, con
l’ottenimento di attrezzature flessibili multiscopo, siano essi
robots o altro.

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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
L’automazione industriale degli anni ‘80

Nei
Nei confronti
confronti dell’organizzazione
dell’organizzazione deldel lavoro,
lavoro, la
la diffusione
diffusione dell’automazione
dell’automazione
genera
genera nuove
nuove opportunità
opportunità per
per le
le aziende,
aziende, cosicchè
cosicchè ilil superamento
superamento delle delle
organizzazioni
organizzazioni tradizionali
tradizionali avviene
avviene in in tempi
tempi brevi,
brevi, data
data la
la stretta
stretta
interdipendenza
interdipendenza tra
tra organizzazione
organizzazione del
del lavoro
lavoro ee tecnologia.
tecnologia.

In
In ogni
ogni nuovo
nuovo progetto
progetto produttivo
produttivo le
le diverse
diverse funzioni
funzioni aziendali
aziendali dovranno
dovranno
pronunciarsi
pronunciarsi su:
su:

 tecnologia di produzione;
 organizzazione del lavoro;
 formazione della forza lavoro;
 controllo dei flussi dei volumi;
 controllo della qualità.
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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
L’automazione industriale degli anni ‘80
In
In fabbrica
fabbrica èè stata
stata un’innovazione
un’innovazione che che ha
ha avuto
avuto un
un effetto
effetto dirompente
dirompente didi
cambiamento
cambiamento delle delle imprese
imprese simile
simile aa quello
quello determinato
determinato due due secoli
secoli prima
prima dalla
dalla
scoperta
scoperta della
della macchina
macchina aa vapore.
vapore.
In
In effetti,
effetti, nel
nel corso
corso degli
degli anni’80,
anni’80, la
la rivoluzione
rivoluzione tecnologica
tecnologica ha ha modificato
modificato
radicalmente
radicalmente l’organizzazione
l’organizzazione deldel lavoro
lavoro attraverso
attraverso ilil pieno
pieno utilizzo
utilizzo dei
dei
processi
processi didi automazione.
automazione.

I processi di automazione, nel corso degli anni ‘80 hanno determinato,


rispetto al periodo precedente, conseguenze imponenti su:

 produttività;
 affidabilità dei mezzi di trasformazione e controllo;
 sofisticazione degli apparati produttivi e di controllo;
 programmazione e controllo dei flussi produttivi;
 organizzazione della produzione e del lavoro.
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Corso di Tecnologia,Innovazione,Qualità
L’automazione industriale degli anni ‘80
Le caratteristiche essenziali dell’automazione sono

la flessibilità sui volumi e sul mix produttivo

Esse
Esse consentono
consentono all’azienda
all’azienda di
di adattarsi
adattarsi alle
alle mutevoli
mutevoli richieste
richieste del
del
cliente,
cliente, attraverso
attraverso la
la correzione
correzione dei
dei piani
piani di
di produzione
produzione ee consegna.
consegna.
In
In effetti
effetti la
la tecnologia
tecnologia elettronica
elettronica incorporata
incorporata nelle
nelle macchine
macchine (hardware
(hardware
ee software)
software) consente
consente sistemi
sistemi di
di allerta
allerta ee correzione
correzione immediata
immediata da
da valle
valle aa
monte
monte per
per mezzo
mezzo di
di videoterminali
videoterminali ee sistemi
sistemi di
di monitoraggio.
monitoraggio.

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L’automazione industriale degli anni ‘80

Preso atto che le attuali macchine operatrici in fabbrica non


sono macchine isolate, ma sistemi di macchine caratterizzati da:

• complessità di funzioni elevate;


• velocità di lavorazione elevata (con la conseguenza che ogni
devianza comporta scarti rilevanti nella produzione e notevoli
danni economici);

Emerge che l’attività preminente in una fabbrica automatizzata deve


essere quella della conduzione delle macchine.

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L’automazione industriale degli anni ‘80

Nasce la figura del conduttore di macchine

Operaio diretto al quale sono state trasferite molte delle attività


ausiliarie svolte in precedenza da operai indiretti.
 trasformazione (ossia di governo del processo
produttivo);
Il conduttore assume così  programmazione di primo livello (effettuata
mediante programmi informatici);
un ruolo interfunzionale,  manutenzione (richiami alle macchine per
non più monofunzionale interventi autocorrettivi);
come quello del lavoratore  attrezzaggio (avvio della macchina, sostituzione di
parti);
di Taylor o dello stesso  controllo di qualità (della lavorazione);
meccatronico.  movimentazione;
 inventario.

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L’automazione industriale degli anni ‘80
Si delinea, quindi, in fabbrica una
polarizzazione tra:
un polo ampio di professionalità di grado
medio-elevato rappresentato dal conduttore;
un polo ristretto di professionalità elevata
rappresentato da manutentori e
meccatronici.

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O.D.L. DI TIPO INTEGRATA

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 FORMA AVANZATA DI ORGANIZZAZIONE SISTEMICA

 RUOLO GESTIONALE DEL LAVORATORE

 DISCREZIONALITA’ MASSIMA

Al lavoratore viene affidato un ruolo gestionale con facoltà di accelerare o ritardare il


flusso dei materiali nel processo produttivo anche variando, in parte, le disposizioni
dei piani diproduzione.
Il lavoratore ha la massima discrezionalità e deve essere motivato al conseguimento
degli obiettivi produttivi.

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O.D.L. DI TIPO INTEGRATA

CARATTERISTICHE DEL GESTORE

 ELEVATA SPECIALIZZAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA

 GESTIONE DISCREZIONALE E CREATIVA

 COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE

 CAPACITA’ DI INTERFACCIATURA CON SPECIALIZZAZIONI


DIVERSE

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Lezione del 29.11.2021
IL TOYOTISMO

Il modello taylorista entra in crisi quando il mercato dell’industria


di massa ed i consumatori hanno cominciato a chiedere la
personalizzazione dei prodotti/servizi. Taylor si preoccupava
principalmente dell’efficienza industriale.

In Giappone, negli anni ’50, si diffonde un nuovo modello di


organizzazione del lavoro definito TOYOTISMO (L’inventore è
Ohno).

Nuovo sistema di produzione


(Lean production)
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IL “TOYOTISMO”

OBIETTIVI NUOVI RISPETTO ALLA PROD. DI MASSA:


 efficienza e varietà del mix di produzione
 efficienza e qualità

1. Riduzione delle scorte inutilizzate (muda = spreco)


2. Controllo qualità
3. Costituzione di squadre polivalenti incaricate di una funzione
complessa

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MODELLO PRODUTTIVO ATTUALE
 PERSONALIZZAZIONE DI MASSA: si produce per tutti ma si deve fare ogni
prodotto diverso, in base alle richieste del cliente.
 RETI TECNOLOGICHE FLESSIBILI
 MONDO CONNESSO E DIGITALE: connessione dal punto di vista della
domanda dei prodotti
 CICLI DI PRODUZIONE BREVISSIMI: grazie alla tecnologia, che consente di
ridurre i clicli di produzione
 CONOSCENZA DIFFUSA: la rete consente di mettere fra loro competenze
diverse
 IMPRENDITORIALITA’ DIFFUSA
 SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
 SOSTENIBILITA’ E ECONOMIA CIRCOLARE
INDUSTRIA 4.0 - LA NUOVA FABBRICA
 INTELLIGENTE (‘SMART’): connessa, all’interno e all’esterno, piena
utilizzazione della robotica e dell’intelligenza artificiale
 SOSTENIBILE: recupero e riuso di risorse e materiali, design e materiali
compatibili con l’ambiente, uso di energie pulite
 INCLUSIVA e ETICA: aperta, attenta alle esigenze della società e dei cittadini
 DIFFUSA: grazie alle nuove tecnologie ‘smart’, distribuita e virtuale
 SNELLA: pochi livelli gerarchici, coinvolgimento dei lavoratori, azionariati
diffusi
 INNOVATIVA: innovazione distribuita, aperta e integrata con i centri di ricerca
e le università, startup e spinoff
 COMPETENTE: livello elevato e distribuito della conoscenza

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LE SFIDE DEL FUTURO
 La gestione della macchine (robot e intelligenza artificiale): l’uomo sarà
in grado di gestire la tecnologia oppure robot e intelligena artificiale
prenderanno il sopravvento?
 Le macchine sostituiranno quasi interamente l’uomo nei lavori manuali.
Quale sarà il futuro dell’occupazione? Meno occupati ma più
qualificati? Oppure nasceranno nuove competenze che consentiranno di
mantenere e aumentare il livello di occupazione?
 Le fabbriche saranno in grado di produrre ciò che vuole il mercato?
Assisteremo ad una concentrazione della produzione in poche fabbriche
(e aziende) più avanzate tecnologicamente e in grado di vendere in tutti i
Paesi oppure ci sarà spazio anche per stratup e piccole imprese?
Andremo sempre più verso prodotti dematerializzati?

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