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IL CONCETTO DI SALUTE

Definire la salute non è così semplice


come si potrebbe pensare, infatti questo
concetto ha origini molto antiche ed è
stato trattato da molteplici scienze come
la medicina, la psicologia, la filosofia, la
psichiatria, l'igiene ecc..
Nel tempo, sul concetto di salute e sulla sua
definizione, si è sviluppato un dibattito
internazionale e sono state formulate
molte definizioni.
Il passato
Per millenni la malattia è stata considerata
un fenomeno magico-religioso, quindi
anche la sua cura era affidata alla figura dello
sciamano che con rituali scacciava lo spirito
che portava il malanno.
La Grecia antica
Il più antico tentativo di formulare una
spiegazione di salute risale alla teoria
umorale di Ippocrate (460-377 a.C)

Per Ippocrate, nessuna divinità influiva


sulla medicina e il corpo era sano quando
le parti che lo componevano
funzionavano correttamente ed erano in
armonia; in caso contrario, il corpo era
La teoria umorale di Ippocrate
Basandosi sulla filosofia pitagorica della divisione
tetradica (in quattro punti) Ippocrate stabilì la teoria degli
umori (legati agli elementi naturali):

1. La bile nera prodotta dalla milza genera umidità e


malinconia; (la terra)
2. La bile gialla elaborata dal fegato crea secchezza e
collera; (il fuoco)
3. La flemma originata dal cervello determina freddo e
apatia; (l’acqua)
4. Il sangue che sgorga dal cuore provoca caldo ed
emotività; (l’aria)
La salute di un organismo è data dalla proporzione
fra questi umori (crasi);

Il compito del medico è di curare il paziente


attraverso l’alimentazione e l’ambiente climatico
esterno.
Ippocrate quindi presenta tratti innovativi, egli
diede per la prima volta un carattere
autonomo e specifico ad una pratica empirica
(che trae le conclusioni solo dalle osservazioni),
trasformandola in una vera e propria tecnica
fondata su un metodo scientifico;
La scienza moderna ha sicuramente smentito la teoria
di Ippocrate, tuttavia ne sono rimaste alcune tracce nel
linguaggio comune e nelle varie forme medicina
alternativa.
Con il passare dei secoli, il progresso tecnologico e
scientifico ha fatto evolvere il concetto di salute.

Un passo significativo è avvenuto con la nascita della


medicina scientifica (alla fine del Settecento) in quanto
nasce il modello bio-medico (in concomitanza con la
nascita della società industriale). La limitazione del
modello bio-medico è che si occupa più della malattia
che non della salute e delle condizioni di vita e
lavorative della popolazione.
Nel XX secolo si sviluppa uno specialismo
esasperato per cui l'individuo si identifica
addirittura con una sola "parte", "un organo",
negando così l'individuo come persona
Riepilogo
Fino ai nostri giorni quindi gli uomini
intendevano la buona salute o il benessere come
l’assenza della malattia organica, ignorando
così tutti i fattori ambientali e sociali che
potevano causare il malanno.
Il presente
Oggi giorno quando si parla del concetto di
salute bisogna sicuramente far riferimento
alla Costituzione dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS): un organo
dell’ONU istituito nel 1948 con l'obiettivo
di operare per far raggiungere a tutte le
popolazioni il livello di salute più
elevato possibile.
Definizione di salute dell’ OMS
“ stato dicompleto benessere fisico,
mentale e sociale, piuttosto che la mera
assenza di malattie o di infermità”.

 (Noi operatori sanitari dobbiamo intervenire su tutti questi aspetti)


La sfera biologica è costituita dal nostro corpo;

La sfera psicologica è caratterizzata dai nostri


pensieri, paure, domande, sogni, desideri;

La sfera sociale-razionale consiste nell'essere in


grado di mantenere relazioni con gli altri.
La salute olistica
La salute non dipende solo dal benessere delle diverse
dimensioni che la determinano, ma dall'equilibrio
armonico tra le dimensioni stesse, prendendo in
considerazione tutti gli aspetti dell’individuo
(olismo).
La malattia
E’ intesa come l’insieme di sintomi (disturbi manifestati dalla
persona) e alterazioni biologiche (urine, sangue, essudati ecc…) che
comportano alterazioni funzionali o lesioni organiche fino a portare
l’uomo alla morte.

La malattia però ha anche un effetto devastante nella vita psicologica,


famigliare della persona in quanto disorienta la propria identità,
mette in crisi i rapporti con il proprio corpo e con il mondo in cui
l’individuo vive e modifica e fa perdere i ruoli professionali e
famigliari.

(es: un padre di famiglia che perde un arto in un incidente e non può


più lavorare )
Dalla definizione data dall'O.M.S si capisce come
l'attenzione non dovrebbe concentrarsi solo sulla cura
della persona malata ma dovrebbe tutelare e
proteggere ogni singola persona.

COME FARE?
Prevenzione primaria
E’ la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata
sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o
ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un
evento sfavorevole. La maggior parte delle attività di promozione
della salute verso la popolazione sono, ad esempio, misure di
prevenzione primaria, in quanto mirano a ridurre i fattori di
rischio da cui potrebbe derivare un aumento dell'incidenza di
quella patologia. Frequentemente la prevenzione primaria si basa
su azioni a livello comportamentale o psicosociale (educazione
sanitaria, interventi psicologici e psicoeducativi di modifica dei
comportamenti, degli atteggiamenti o delle rappresentazioni). Un
esempio di prevenzione primaria è rappresentato dalle
campagne antifumo promosse dai governi.
La prevenzione secondaria
Si tratta di una definizione tecnica che si riferisce alla
diagnosi precoce di una patologia, permettendo
così di intervenire precocemente sulla stessa, ma
non evitando o riducendone la comparsa. La precocità
di intervento aumenta le opportunità
terapeutiche, migliorandone la progressione e
riducendo gli effetti negativi. Un esempio di
prevenzione secondaria è lo svolgimento del Pap test
nella popolazione femminile sana.
La prevenzione terziaria
E’ un termine tecnico relativo non tanto alla
prevenzione della malattia in sé, quanto dei suoi esiti
più complessi. La prevenzione in questo caso è
quella delle complicanze, delle probabilità di
recidive e della morte (anche se, in tale caso, tutti i
trattamenti terapeutici sarebbero in un certo senso,
paradossalmente, "prevenzione"). Con prevenzione
terziaria si intende anche la gestione dei deficit e
delle disabilità funzionali consequenziali ad uno
stato patologico o disfunzionale.
HEALT PSYCOLOGY
In questi ultimi anni, anche se ancora in fase di
espansione, è il contributo offerto dalla healt psycology
(psicologia della salute) per la promozione del benessere
globale della persona e della qualità della vita sociale.

E’ una branca della psicologia sorta alla fine degli anni
Settanta e agli inizi degli anni Ottanta, che si ricollega a
diverse discipline mediche e psicologiche e soprattutto,
alla psicosomatica, il cui oggetto d'indagine è
rappresentato dalla persona intesa come unità bio-
psichica, inserita nel suo contesto socio-ambientale.
Come sottolinea la definizione della healt
psycology i fattori che influenzano la salute
di una persona sono molteplici:
 Componente biologica, che comprende le
condizioni organiche dell'individuo, comprese quelle
acquisite per via ereditaria;

 componente sociale che determina il ruolo attivo


che l'individuo ha all'interno della società ed è
influenzata da una serie di fattori quali: il reddito, il
lavoro, il grado d'istruzione e il tipo di persone
frequentate;
 Componente psicologica della persona che
analizza la personalità nel suo complesso (la storia
del soggetto, il modo in cui elabora e assimila le
esperienze e il modo in cui ha relazioni con gli altri);

Componente ecologica che comprende i modi in cui


la persona vive lo spazio che ha a disposizione: spazio
fisico (casa, luogo di lavoro, città);
Componente culturale (presenza di stimoli
intellettuali, norme, valori, modelli nella vita del
soggetto);

Componente relazionale (isolamento, rapporti poco


significativi o poveri, sovraccarico di obblighi
assistenziali, o al cotrario una rete sociale che aiuta e
sostiene il soggetto).
Molti studi hanno dimostrato l’esistenza di disuguaglianze
sociali ed economiche nelle condizioni di salute, per cui le
persone con basso livello socio-economico si ammalano
di più e muoiono prima.

I gruppi più benestanti hanno più possibilità di vivere una vita


sana, mentre le persone di bassa condizione socio-
economica provano maggiore stress psicosociale che
causa effetti negativi sulla salute sia attraverso un percorso
biologico, interessando, ad esempio, il sistema endocrino o
immunitario, che comportamentale, inducendo
comportamenti come il bere o il fumare.
Non esiste alcuna ragione biologica perché la
speranza di vita debba essere di 48 anni più lunga in
Giappone rispetto alla Sierra Leone o 20 anni più corta
tra gli aborigeni rispetto agli altri australiani.

Ridurre le disuguaglianze sociali nella salute,


venendo così incontro ai bisogni delle persone, è
un problema di giustizia sociale.
L’Italia
La Costituzione italiana definisce la salute come
"fondamentale diritto dell’individuo" e come
"interesse della collettività" (art. 32, 1° comma),
delineando due aspetti, quello del diritto e quello
dell’interesse, distinti ma coordinati. Lo "stato di
salute" non riguarda solo il singolo ma si riflette sulla
collettività, per cui la relativa tutela non si esaurisce
solo in situazioni attive di pretesa ma "implica e
comprende il dovere di non ledere ne porre a rischio
con il proprio comportamento la salute altrui".
La salute è un dono
prezioso,tuteliamola al
meglio!
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non
cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei
vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce
il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un
insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno
battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è
infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per
l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette
almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi


non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non
si lascia aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria
sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi
non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una


splendida felicità.

-Pablo Neruda-

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