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e violenza sessuale
la direttiva 80/2004
del Consiglio della UE
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Corte Appello 18/5/2009 n. 1888
(Russo, Corbo, Vella)
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Cass 15/5/2010
Rigetta il ricorso per inammissibilità
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La causa civile
Tizia cita la PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona
del Presidente del Consiglio dei Ministri
pro tempore, domiciliata ex lege presso gli
uffici dell’Avvocatura Distrettuale dello
Stato di Torino
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Accertare e dichiarare la responsabilità civile della PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona del Presidente del
Consiglio dei Ministri pro tempore, per la mancata e/o non corretta
e/o non integrale attuazione, nella specie a danno di Tizia della
Direttiva 2004/80/CE e, più nello specifico, della norma ivi
contenuta che dal 1° luglio 2005 impone agli Stati membri
dell’Unione Europea di garantire “adeguato” ed “equo” ristoro alle
vittime di reati violenti ed intenzionali impossibilitate a conseguire
dai loro offensori il risarcimento integrale dei danni subiti e patendi;
Conseguentemente dichiarare tenuta e condannare la
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona del
Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, al risarcimento dei
danni, patrimoniali e non patrimoniali (morali, biologici, esistenziali),
tutti subiti e patendi da Tizia causa e per effetto dei reati violenti ed
intenzionali commessi contro la sua persona il 16 ottobre 2005, nella
misura accertanda in corso di causa (comunque equa ed adeguata),
con rivalutazione monetaria e interessi
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L’attrice chiede 100.000
In materia di danni da violenze sessuali
non trovano applicazione specifici criteri
tabellari. Non esiste un orientamento
consolidata o in fieri, a livello locale o
nazionale, da cui trarre ispirazione.
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Trib. Torino IV – Dotta
n. 3145 del 3/5/10
Condanna lo Stato per mancato recepimento
della direttiva
Liquida 90.000 a Tizia
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appello
L’Avvocatura dello Stato ha impugnato la
sentenza sostenendo che lo Stato Italiano
non è inadempiente, avendo già
predisposto (addirittura prima della
Direttiva) strumenti settoriali di tutela
indennitaria : terrorismo, mafia, Uno
Bianca etc.
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«Convenzione europea relativa al risarcimento delle
vittime di reati violenti» del 24 novembre 1983
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Articolo 288, comma 3, Trattato Unione Europea
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Direttiva 2004/80/CE del Consiglio del 29/4/2004
relativa all'indennizzo delle vittime di reato
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Proposta di direttiva del Consiglio relativa al
risarcimento alle vittime di reato
/* COM/2002/0562 def. - CNS 2002/0247 */
natura civilistica del risarcimento statale: dà un vantaggio
economico al singolo, senza mire sanzionatorie o vantaggio per il
pubblico interesse.
La base del risarcimento statale alle vittime di reato è l'esistenza di
una pretesa civile impossibile da soddisfare, in considerazione
dell'insolvibilità dell'autore del reato,magari rimasto ignoto.
E’ la sottostante responsabilità civile dell'autore che giustifica e che
rende necessario il risarcimento della vittima.
si propongono norme minime, non un'armonizzazione. Quest'ultima
non sarebbe appropriata, considerate le attuali differenze tra Stati
membri
collegare la definizione delle singole voci di danno, ed il calcolo
dell'importo del risarcimento, alla disciplina della responsabilità civile
per danni esistente in ognuno degli Stati membri
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Lo stato può rendere il risarcimento da parte dello Stato sussidiario
rispetto a quello da parte dell'autore del reato.
un'applicazione rigorosa del principio dell'applicazione
sussidiaria potrebbe causare un indebito ritardo per la vittima
alla vittima è richiesto solo uno sforzo ragionevole.
Quando sia sufficientemente chiaro che l'autore del reato non avrà i
mezzi per poter pagare i danni alla vittima, si fa eccezione al
principio.
non ha senso chiedere alla vittima di affrontare un lungo
procedimento per ottenere i danni dall'autore e, in seguito, per
cercare di far eseguire la relativa condanna.
eccezione nei casi in cui, a causa della lunghezza delle indagini di
polizia o del procedimento penale, la vittima non sia stata in grado
di ottenere l'esame della sua pretesa civilistica da parte della
giurisdizione competente.
eccezione nel caso in cui la vittima abbia dovuto affrontare degli
ostacoli nell'intentare una causa civile contro l'autore del reato.
l principio dell'applicazione sussidiaria si può applicare unicamente
alla vittima diretta; non ai congiunti.
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l’obbligazione risarcitoria/indennitaria, sancita
dalla direttiva, permane in capo allo Stato
Membro nel cui territorio ha avuto luogo la
condotta criminosa, a prescindere dalla
residenza abituale della vittima
la direttiva istituisce una rete europea (il
“sistema di cooperazione”) per la tutela statale
delle vittime di reati intenzionali e violenti
art. 1, “Gli Stati membri assicurano che, se un
reato intenzionale violento è stato commesso in
uno Stato membro diverso da quello in cui il
richiedente l’indennizzo risiede abitualmente, il
richiedente ha diritto a presentare la domanda
presso un’autorità o qualsiasi altro organismo di
quest’ultimo Stato membro”.
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Corte di Giustizia UE, sentenza 27/11/2007
(su ricorso di febbraio della Commissione Europea)
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Indennizzi statali già esistenti
302/1990 per le vittime del terrorismo: inv perm (max
150 milioni, 1,5 a punto). O morte (150 M ai superstiti).
Concorre col risarc, che si detrae.
340 del 1995: estensione legge 302 ai familiari delle
vittime del disastro aereo di Ustica;
70 del 1998 estensione legge 302 vittime della banda
della Uno bianca
108 del 1996 in materia di usura (mutuo senza interessi,
commisurato al danno da interessi usurari, o maggiore
se ci sono danni ulteriori);
407 del 1998 vittime del terrorismo e della criminalità
organizzata: L 302 + (inv sup 25%) assegno vitalizio di
lire 500 mila mensili
512 del 1999 fondo di rotazione per la solidarietà alle
vittime dei reati di tipo mafioso.
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Corte di Giustizia CE
Francovich c. Repubblica Italiana e Bonifaci c. Repubblica Italiana
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SS. UU 9147 del 17/4/2009.
Nel caso di omessa o tardiva attuazione di
direttive comunitarie, il diritto al risarcimento
non ha natura extracontrattuale ma indennitaria
per attività non antigiuridica dello Stato,
derivando da una obbligazione “ex lege” dello
Stato
il risarcimento prescinde dalla sussistenza del
dolo o della colpa
deve essere determinato in modo da assicurare
un’idonea compensazione della perdita subita
Prescrizione decennale.
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tre condizioni
sufficienti per far sorgere a vantaggio dei singoli un diritto ad ottenere
un risarcimento, che trova direttamente il suo fondamento nel diritto
comunitario”.
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Corte Cost. 183/73: efficacia obbligatoria e diretta
applicabilità dei regolamenti comunitari
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Il quantum debeatur secondo la
Corte di Giustizia
adeguatezza ed effettività della
riparazione
principio di equivalenza con i
risarcimenti garantiti dal diritto
interno
principio di non discriminazione
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“non è conforme al diritto comunitario una disciplina
nazionale che limiti il danno risarcibile ai soli danni
arrecati a determinati beni individuali specialmente
tutelati, escludendo il lucro cessante”
la corresponsione di interessi è … da considerarsi una
componente essenziale
Sul danno non patr: si rimette agli Stati
il punitive damage
il danno da mancata attuazione di direttiva comunitaria
può consistere anche nella perdita di chances di ottenere
i benefici resi possibili da una tempestiva attuazione
della stessa (Cass.lav.6427/08)
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pregiudizi “morali”
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pregiudizi “biologico-psichici”:
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pregiudizi patrimoniali:
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