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Diritto penale I Analisi della struttura del reato: antigiuridicit

Lucia Turchi
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ANTIGIURIDICITA
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Per integrare un illecito penale
il fatto deve essere:
TIPICO,
REALIZZATO CONTRA IUS
e COLPEVOLE

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Il contrasto effettivo
tra il fatto tipico
e lordinamento
interamente considerato,
riflette il
giudizio di antigiuridicit
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La tipicit fornisce un indizio
circa il carattere antigiuridico del fatto:
i modelli di reato che troviamo
nella parte speciale del codice penale
individuano fatti che sono normalmente illeciti
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Talvolta, il fatto presumibilmente
antigiuridico (perch tipico),
risulta invece
giustificato o consentito
alla luce di una valutazione
operata alla stregua dellintero
ordinamento giuridico
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Principio dell unit del sistema giuridico
(assenza di contraddizioni interne):
se in un settore di esso
unazione consentita,
essa non potr risultare illecita in un altro.
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Il c.p.p., allart. 651,
vincola espressamente
il giudice civile e amministrativo
al giudicato penale di condanna
<<quanto allaccertamento
della sussistenza del fatto,
della sua illiceit penale e allaffermazione che
limputato lo ha commesso>>.

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....Lantigiuridicit del fatto, dunque,
rappresenta un requisito unitario
che si accerta una volta per tutte,
in riferimento al torto penale,
civile e amministrativo
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ESAME DELLANTIGIURIDICITA:
la norma penale raffrontata
col complesso delle altre norme.
Viene chiarito il loro condizionamento reciproco
(risoluzione dei conflitti fra norme)
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Detto esame
concerne la verifica
che il fatto tipico
non coperto da una
CAUSA DI GIUSTIFICAZIONE
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Lantigiuridicit viene meno
se una norma diversa da quella incriminatrice,
ricavabile dall ordinamento giuridico
interamente considerato,
facoltizza o impone
quello stesso fatto che costituirebbe reato
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Le situazioni in presenza delle quali
viene a mancare il contrasto tra un fatto tipico
e lordinamento giuridico nella sua interezza,
si definiscono
cause di giustificazione

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CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE

SCRIMINANTI

GIUSTIFICANTI

=

CAUSE DI ESCLUSIONE DELLANTIGIURIDICITA

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Il legislatore parla di
<<circostanze che escludono la pena>>:
lespressione tecnica
<<cause di giustificazione>>
stata elaborata dalla dottrina
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La categoria delle cause di giustificazione
non ha funzione strettamente giuridico-penale:
essa va ricostruita alla luce dellordinamento
giuridico nel suo complesso.
Le cause di giustificazione
servono ad integrare in questultimo
il diritto penale: la tutela del bene
ad opera della norma incriminatrice considerata,
cede rispetto a quella del bene contrapposto,
oggetto della norma extrapenale
che prevede la causa di giustificazione
(risoluzione di un conflitto apparente di norme)
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Conseguenze:

1) la disciplina delle situazioni che integrano
cause di giustificazione non
subordinata necessariamente
al principio della riserva di legge
(pu trovare la propria fonte anche nella consuetudine).

2) essendo le norme sulle scriminanti <<autonome>>norme
extrapenali desumibili da tutto l ordinamento, se ne deduce
[] la loro possibile estensione analogica.
(G.Fiandaca- E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 189)
;
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NATURA OGGETTIVA DELLANTIGIURIDICITA:

essa rappresenta una qualit oggettiva del fatto tipico,
distinta, dunque, dalla colpevolezza ..Infatti .
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Art. 59, comma 1, c.p.
(Circostanze non conosciute o erroneamente supposte)

<<Le circostanze che attenuano
o ESCLUDONO la pena
sono valutate a favore dellagente
anche se da lui non conosciute,
o da lui per errore ritenute inesistenti[]>>.
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Art. 59 c.p., ultimo comma (prima parte)

Rilevanza delle scriminanti putative

<<Se lagente ritiene per errore
che esistano circostanze di esclusione della pena,
queste sono sempre valutate a favore di lui>>.
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Viene estesa alle scriminanti
la disciplina dellerrore di fatto
di cui allart. 47 c.p.:
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Per esplicare efficacia scusante,
lerrore deve riguardare << i presupposti di fatto
che integrano la causa di giustificazione stessa>>
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 259)
(ad esempio, Mevio, per un errore di percezione
crede di essere aggredito da Sempronio,
perci reagisce difendendosi);
oppure (lerrore deve) riguardare
una norma extrapenale
che intera un elemento normativo
della fattispecie giustificante.
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La giurisprudenza rigorosa
nellinterpretare lultimo comma dellart. 59 c.p.:
per escludere la responsabilit dolosa
occorre che il soggetto ritenga erroneamente
lesistenza di una causa di giustificazione
+
che lerrore sia ragionevole
(giustificazione logica)
e scusabile
(sulla base, ad esempio, dei dati di fatto).
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Art. 59, ultimo comma (seconda parte)

Errore colposo

<<Tuttavia, se si tratta di errore>>
(errore sulla presenza di una scriminante)
<<determinato da colpa,
la punibilit non esclusa
quando il fatto
preveduto dalla legge
come delitto colposo>>.
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Differenze relative
a categorie dogmatiche
che hanno come conseguenza
lesclusione della punibilit
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CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE:

Facendo venir meno lantigiuridicit o illiceit
(contrasto tra il fatto e l ordinamento giuridico nel suo
complesso),
rendono inapplicabile qualsiasi tipo di sanzione
(penale, civile, amministrativa),
ed inoltre
si estendono a coloro che (eventualmente)
partecipino alla commissione del fatto.
Operano in forza della loro obiettiva esistenza
(anche se non conosciute o erroneamente supposte)
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CAUSE DI ESCLUSIONE DELLA COLPEVOLEZZA
(SCUSANTI)

RESTA INTEGRA LANTIGIURIDICITA.

Non possibile muovere un rimprovero al soggetto
perch egli agisce in difetto dellelemento soggettivo richiesto
(es. Caio agisce sotto la pressione
di circostanze psicologicamente coartanti).
Queste circostanze operano solo se conosciute dallagente
e non si estendono ad altri eventuali concorrenti
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CAUSE DI ESENZIONE DA PENA IN SENSO STRETTO:

circostanze che LASCIANO INTEGRE
TANTO LANTIGIURIDICITA QUANTO LA COLPEVOLEZZA.

Ratio: valutazioni di opportunit
sulla necessit di punire (considerando anche
lesigenza di tutelare contro-interessi, la cui lesione
deriverebbe dallapplicazione della pena).
Non si estendono ad eventuali concorrenti nel reato.
Esempio: non punibile il figlio che ruba al padre,
(per ragioni di opportunit che attengono allunit della famiglia),
ma lo il complice del figlio.
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Fondamento sostanziale delle cause di giustificazione
(elaborazione dottrinale dei principi generali
che presiedono alle cause di giustificazione)

Due modelli esplicativi:
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MODELLO MONISTICO:

tutte le scriminanti
vanno ricondotte ad uno stesso principio,

individuato, volta per volta,
nel criterio del mezzo adeguato
al raggiungimento di uno scopo
(che lordinamento giuridico approva),
della <<prevalenza del vantaggio sul danno>>
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 257)
ecc.
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MODELLO PLURALISTICO
(accolto dalla dottrina dominante)

Le cause di giustificazione sono ricondotte a principi diversi.
Tra quelli pi invocati:

a) linteresse prevalente. Riguarda (spiega) le scriminanti
di cui agli artt. 51, 52, 53 c.p.

b) linteresse mancante. Riguarda (spiega) le scriminanti
di cui agli artt. 50, 54 c.p.
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LE SINGOLE CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE
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IL CONSENSO DELLAVENTE DIRITTO
(art. 50 c.p.)

<<Non punibile chi lede o pone
in pericolo un diritto,
col consenso della persona
che pu validamente disporne>>
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Lambito di operativit dell art. 50
limitato alle ipotesi nelle quali il giudice
ha accertato che il fatto tipico,
al completo dei suoi elementi.
In altre parole, il dissenso dellavente diritto
non deve rappresentare
un elemento costitutivo del fatto illecito,
tale per cui leventuale consenso
impedirebbe che si integri la fattispecie oggettiva del reato
(si pensi alla violazione di domicilio, art. 614 c.p.)
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Natura giuridica del consenso:

un atto giuridico,
un permesso,
che non crea un vincolo
obbligatorio (a carico di chi lo presta),
n trasferisce alcun diritto
(in capo allagente).
Revocabile in qualsiasi momento
(salvo che le caratteristiche dellattivit consentita siano tali per cui
essa possa essere interrotta solo ad avvenuto esaurimento).
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Requisiti di validit del consenso:
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Libero (spontaneo):
immune da errore, dolo, violenza
Il consenso pu essere prestato con qualsiasi modalit,
ed altres desunto dal comportamento
oggettivamente univoco
di colui che ha diritto a prestarlo (consenso tacito),
purch sussista al momento del fatto
(il consenso successivo
non ha efficacia scriminante).
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Consenso putativo (art. 59, comma 4, c.p.):
affinch possa esplicare efficacia scriminante,
occorre che sussista
(avendo riguardo alle circostanze del caso concreto)
<<la ragionevole persuasione di operare con lassenso della persona
che pu validamente disporre del diritto>>
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 266)


Consenso presunto: ritenere fondatamente che il titolare (del bene)
avrebbe prestato il proprio consenso
se avesse conosciuto la situazione di fatto.
Secondo la giurisprudenza non scrimina:
il consenso, anche se putativo, deve essere gi in atto.

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Prestato da chi legittimato a farlo:

il titolare del bene protetto penalmente,
oppure il rappresentante legale o volontario
se ci non in contrasto con la natura del diritto
e dellatto da consentire
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Il consenso deve avere
ad oggetto diritti disponibili

L interprete deve ricavare questi ultimi
alla luce dellintero ordinamento giuridico,
e dalla consuetudine.
Criterio-guida:
si considerano <<disponibili i beni
che non presentano una immediata utilit sociale
e che lo Stato riconosce esclusivamente
per garantirne al singolo il libero godimento>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 267 ss.)
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Rispetto al bene dellintegrit fisica,
il consenso scriminate va riguardato
in primis alla luce dellart. 5 c.c.
il quale vieta quegli atti di disposizione
del proprio corpo che cagionino
una diminuzione permanente
dellintegrit fisica
(a meno che questa non sia finalizzata
al miglioramento della salute psico-fisica)
o siano contrari alla legge,
allordine pubblico o al buon costume
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Il soggetto legittimato a prestare il consenso
deve possedere la capacit di agire.

Poich il consenso non ha natura negoziale,
questa capacit si risolve
in quella di intendere e di volere,
intesa come sufficiente maturit
a comprendere il significato
del consenso che si prestato
(capacit naturale)
da accertare caso per caso
(Talvolta let minima fissata dal legislatore,
ad es. la maggiore et
per consentire alla lesione dei diritti patrimoniali)
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LESERCIZIO DI UN DIRITTO (art. 51 c.p.)

Prevale linteresse
di colui che agisce esercitando un diritto
rispetto ad altri interessi (eventualmente) confliggenti
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Concetto di <<diritto>> ai fini dellart. 51 c.p.

Accezione ampia:
potere giuridico di agire
indipendentemente della denominazione
legislativa/dogmatica corrispondente
(diritto soggettivo, potest ecc).
Non vi rientrano per gli interessi legittimi
n gli interessi semplici,
in quanto strutturalmente non sono suscettivi di esercizio.
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Fonte del diritto:

a) la legge in senso stretto: ordinaria o costituzionale;
b) i regolamenti;
c) gli atti amministrativi;
d) i provvedimenti giurisdizionali;
e) i contratti di diritto privato;
f) la consuetudine;
g) le leggi regionali, secondo parte della dottrina
(orientamento condivisibile in virt del fatto che, non avendo
le scriminanti natura prettamente penalistica,
esse non soggiacciono al principio della riserva di legge statale).
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Risoluzione del conflitto normativo

Quando la norma che attribuisce il diritto
deve ritenersi prevalente rispetto a quella incriminatrice?
I criteri per stabilirlo sono:

a) criterio gerarchico
(la legge superiore deroga a quella inferiore);
b) criterio cronologico
(la legge posteriore deroga a quella anteriore);
c) criterio di specialit
(la legge speciale deroga a quella generale).
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Modalit di esercizio:

Non sufficiente vantare un diritto in astratto:
perch sussista la scriminante,
lattivit realizzata deve costituire
una estrinsecazione corretta
delle facolt inerenti al diritto di cui si tratta,
altrimenti si versa in unipotesi di abuso del diritto
(siamo fuori dallambito di operativit dellart. 51 c.p.)
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Limiti allesercizio del diritto:
(la loro individuazione correlata allesigenza
di salvaguardare altri diritti,
altrettanto meritevoli di protezione).

Interni: si desumono dalla natura e dal fondamento del diritto esercitato;
si tratta di individuare lambito di operativit della norma che li
configura.

Esterni: si ricavano dallinsieme (complesso) delle norme
di cui fa parte quella che attribuisce il diritto
(es. lesercizio di un diritto
costituzionalmente garantito
potr essere limitato solo se il limite tende
al soddisfacimento di altri interessi
costituzionali aventi rango equivalente).
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IPOTESI PRINCIPALI DI ESERCIZIO DEL DIRITTO
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DIRITTO DI CRONACA GIORNALISTICA

Problemi: lattivit di informazione, spesso si traduce
nellesporre fatti che ledono lonore
(bene dotato di rango costituzionale)
e la reputazione
di terze persone (reato di diffamazione -art. 595-).
Il diritto di cronaca, per, costituisce
unestrinsecazione
del diritto (anchesso costituzionalmente garantito)
alla libera manifestazione del pensiero.
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Limiti alle modalit di esercizio del diritto di cronaca
individuati dalla giurisprudenza

a) verit o verosimiglianza della notizia divulgata attraverso
la pubblicazione;

b) interesse pubblico alla conoscenza dei fatti;

c) obiettiva e serena esposizione della notizia.
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DIRITTO DI SCIOPERO

I problemi concernono, in particolare,
lesercizio del diritto medesimo
in forma di c.d. picchettaggio,
rispetto alla tutela della libert
di recarsi al lavoro:
delitto di violenza privata (art. 610 c.p.)?
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J US CORRIGENDI

Diritto dei genitori esercenti la potest parentale
di educare i figli, il cui esercizio
pu concretizzarsi in fatti
che corrispondono a fattispecie di reato,
quali ad esempio la limitazione della libert personale,
le percosse ecc
Lart. 571 c.p. incrimina labuso
dei mezzi di correzione o di disciplina,
senza per specificare i limiti dello
jus corrigendi, per la cui individuazione si deve rinviare
ai criteri valutativi diffusi nel contesto sociale che si considera,
con tutte le difficolt a ci connesse (mutare dei canoni di valutazione
a seconda del momento storico).
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OFFENDICULA

Ricorso a mezzi di tutela della propriet
che potrebbero offendere terze persone (filo spinato).
Scrimina se esiste <<un rapporto di proporzione
tra mezzo usato e bene da difendere>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 276)
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ADEMPIMENTO DI UN DOVERE (art. 51 c.p.)


Quando imposto da una norma giuridica
o da un ordine LEGITTIMO dellAutorit pubblica,
esclude la punibilit.
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Fonte del dovere:

1) una norma giuridica.

Va intesa in senso ampio:
ogni precetto giuridico,
emanato dal potere legislativo
o esecutivo (regolamenti);
inoltre (il dovere) potr trovare la propria fonte
in un ordinamento straniero,
se il diritto internazionale esige
che lo Sato italiano riconosca
detto dovere come valido (art. 10 Cost.).
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2) un ordine dellAutorit.

Ordine = manifestazione di volont
rivolta dal superiore al subordinato,
in vista del compimento di una certa condotta

Requisiti affinch
lesecuzione (dellordine) assuma
efficacia scriminante
ai sensi dellart. 51 c.p.:
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esistenza (tra superiore ed inferiore)
di un <<rapporto di subordinazione
di diritto pubblico>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 278)
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Legittimit dellordine nei suoi presupposti:

Formali: COMPETENZA (del superiore ad emanarlo e dellinferiore ad eseguirlo),
E RISPETTO DELLA FORMA PRESCRITTA.

Sostanziali: concernono la presenza dei presupposti che la legge richiede
affinch possa essere emanato lordine
(ad es. la presenza di sufficienti indizi di colpevolezza
il presupposto per emanare unordinanza di custodia cautelare).
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Lart. 51, ultimo comma, c.p., esclude la punibilit
di colui che esegue un ordine illegittimo
quando la legge
NON gli consente sindacato alcuno
sulla legittimit dello stesso.

Se ne ricava in maniera indiretta che

al di fuori di questa ipotesi,
la sindacabilit circa il carattere legittimo dellordine
(nei presupposti formali/sostanziali)
E LA REGOLA.
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Condizione della suddetta ampiezza
del potere di sindacato:

che al subordinato lordinamento attribuisca un ruolo
non puramente esecutivo,
bens caratterizzato dallesercizio
di un autonomo potere di valutazione
(il potere di sindacare
la legittimit sostanziale dellordine
limitato dallesistenza di apprezzamenti di merito
che la legge riserva al superiore)
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Art. 51, commi 2 e 3, c.p.
Se il subordinato legittimato a farlo
non effettua il controllo di legittimit dellordine,
anche lui risponder del reato
eventualmente commesso
in esecuzione dellordine (illegittimo), assieme
a colui che ha impartito questultimo.
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Responsabilit di colui che esegue un ordine ILLEGITTIMO: limiti.

a) Se la legge NON gli consente il sindacato
(rapporti di subordinazione di natura militare);
linsindacabilit che riguarda la legittimit sostanziale dellordine
(quella formale sempre sindacabile)
incontra comunque un limite: la manifesta criminosit dello stesso).

b) Errore di fatto, per cui il subordinato ritiene
di obbedire ad un ordine legittimo (art. 51, comma 3, c.p.).
Vi rientra lerrore su legge extrapenale.
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LEGITTIMA DIFESA (art. 52 c.p.)

<<Non punibile chi ha commesso il fatto,
per esservi stato costretto dalla necessit
di difendere un diritto proprio o altrui
contro il pericolo attuale di unoffesa ingiusta,
sempre che la difesa sia proporzionata alloffesa>>.
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Fondamento sostanziale dellesimente:

prevale linteresse di chi INGIUSTAMENTE aggredito
rispetto a quello di chi fuori dalla legge
(vim vi repellere licet )
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Struttura della legittima difesa

Due condotte che si contrappongono:

condotta aggressiva - condotta difensiva


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Requisiti dell aggressione:

1) la minaccia deve promanare da una condotta umana, anche omissiva,
ma pu provenire altres da animali/cose, purch sia individuabile
un soggetto che tenuto a vigilare su di essi.

2) <<Lattacco deve avere ad oggetto un diritto altrui>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 284)
Accezione ampia: qualsiasi interesse giuridicamente tutelato,
inclusi i diritti patrimoniali).

3) Deve provocare <<un pericolo attuale di offesa>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 284)
Pericolo attuale = pericolo in corso, minaccia (di lesione) che incombe:
la reazione il solo mezzo di riparo del bene posto in pericolo.
Vi rientra il percolo perdurante.
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La scriminante NON opera se la situazione di pericolo
stata cagionata volontariamente da colui che reagisce
(secondo la giurisprudenza, linvolontariet del pericolo
rappresenta un presupposto tacito
della causa di giustificazione di cui allart. 52 c.p.)

Non si applica, ad esempio, al provocatore, e, di regola
ai soggetti coinvolti in una rissa.
Eccezioni: quando la reazione del soggetto provocato
sia assolutamente imprevedibile e sproporzionata;
quando qualcuno dei corrissanti minacci
una violenza pi grave
di quella che era inizialmente prevedibile.
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4) Ingiustizia delloffesa.

Laggressione,
non solo deve minacciare
un diritto altrui: essa
<<non deve essere espressamente
facoltizzata dallordinamento>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 287)

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Caratteristiche della reazione

1) Necessaria (alla salvaguardia del bene in pericolo):
di fronte allalternativa reagire/subire,
il pericolo non pu essere evitato
se non reagendo contro colui che aggredisce
(NECESSITA DELLA REAZIONE = INEVITABILITA:
NON SOSTITUIBILE CON UNA MENO DANNOSA
E IDONEA PARIMENTI A GARANTIRE
LA TUTELA DELLAGGREDITO).

2) Proporzionata all offesa: si guarda al rapporto di valore tra i
beni/interessi in conflitto (bilanciamento), considerando il rispettivo
grado di messa in pericolo (o lesione) nella situazione concreta.
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Quanto al giudizio di necessit della reazione, esso relativo
(va effettuato alla luce delle circostanze del caso concreto).
La legittima difesa configurabile
quando il soggetto (aggredito) poteva darsi alla fuga?
Bilanciamento di interessi: il soggetto NON tenuto
a darsi alla fuga quando questa esporrebbe
beni suoi personali (es. pericolo di aborto),
o di terzi
(pericolo di investire qualcuno con la macchina in fuga ecc)
ad un rischio maggiore di quello che incombe
sui beni del soggetto contro cui si reagisce.
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Stabilire la proporzione difesa/offesa:
criteri invocabili.

1) BENI OMOGENEI (es. integrit fisica vs integrit fisica):
si guarda (raffronto) al grado di lesivit delle due condotte
(aggressiva/difensiva).

2) BENI ETEROGENEI (es. vita vs patrimonio):
se il rapporto gerarchico non evidente
(come lo invece nellesempio di cui sopra), ci si affida
ad altri indici: la rilevanza costituzionale del bene,
le indicazioni del legislatore penale circa
la sanzione comminata nel caso di violazione ecc
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USO LEGITTIMO DELLE ARMI (art. 53 c.p.)

Ferme le disposizioni relative agli artt. 51 e 52,
<<non punibile il pubblico ufficiale
che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio,
fa uso ovvero ordina di far uso>> (sempre allo stesso fine)
<<delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica,
quando vi costretto dalla necessit
di respingere una violenza
o vincere una resistenza allAutorit,
e comunque impedire la consumazione
dei delitti di strage [], omicidio volontario,
rapina a mano armata e sequestro di persona>>.

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La causa di giustificazione ex art. 53 c.p.
si applica soltanto nellipotesi in cui
difettino i presupposti delle scriminanti
della legittima difesa
o delladempimento di un dovere.
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Possono beneficiare della scriminante in esame
il pubblico ufficiale,
e, ai sensi dellart. 53, comma 3, c.p.,
<<qualsiasi persona che legalmente richiesta
dal pubblico ufficiale gli presti assistenza>>.
Interpretazione restrittiva di pubblico ufficiale:
lart. 53 opera limitatamente
agli <<agenti di pubblica sicurezza
o di polizia giudiziaria, e ai militari
in servizio di Pubblica sicurezza>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 301)
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VIOLENZA: comportamento attivo
(e in atto), che tende ad ostacolare
ladempimento del dove di ufficio
(vi rientra la minaccia seria
e particolarmente grave).

RESISTENZA: vi pu rientrare anche quella passiva;
in questo caso l art. 53 c.p. applicabile se vi proporzione
tra mezzi di coazione impiegati e tipo di resistenza
da vincere da un lato, e tra i beni in conflitto dallaltro
(non consentito, ad esempio,
sparare sulle donne che per protesta
si distendono sui binari).
La fuga unipotesi di resistenza passiva,
e in quanto tale, di regola,
esclude il ricorso alle armi.
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La necessit
(di respingere una violenza o vincere una resistenza):
sussiste quando il pubblico ufficiale
non in grado (non ha altra scelta)
di adempiere al proprio dovere
se non usando un mezzo di coercizione.
Egli deve impiegare,
tra i mezzi idonei di cui dispone,
quello meno lesivo.
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STATO DI NECESSITA (art. 54 c.p.)

<<Non punibile chi ha commesso il fatto
per esservi stato costretto
dalla necessit di salvare s o altri
dal pericolo attuale di un danno grave alla persona,
pericolo da lui non volontariamente causato,
n altrimenti evitabile,
sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo>>.
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Ratio della scriminante: manca un interesse dello Stato
a tutelare luno o laltro dei beni in conflitto, posto che uno dei due
comunque destinato a soccombere.
E necessario per (bilanciamento) <<che il bene sacrificato
sia di rango inferiore o equivalente o di poco superiore
rispetto a quello salvato>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 306)

Linesigibilit psicologica, cui la dottrina risalente si appellava
(ricostruzione in chiave soggettiva del fondamento dello stato di necessit)
per ricondurre lo stato di necessit alle cause di esclusione della colpevolezza,
invece, pu fungere da ratio dello stato di necessit c.d. cogente, nel quale
il danno alla persona minaccia l autore stesso del fatto, o un soggetto
a lui vicino.
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Lazione necessitata ricade su un terzo estraneo
(che non ha provocato la
situazione di pericolo, la quale pu derivare
da avvenimenti naturali
o dallazione illecita di un altro uomo).

1 ELEMENTO DI DIVERSITA
RISPETTO ALLA LEGITTIMA DIFESA
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Lazione vuole scongiurare il pericolo (attuale)
di un danno grave alla persona.

2 ELEMENTO DI DIVERSITA RISPETTO ALLA LEGITTIMA DIFESA
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<<danno grave alla persona>>

Concetto idoneo a <<ricomprendere
qualsiasi lesione minacciata
ad un bene personale
giuridicamente rilevante>>,
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 309)
e tutelato sia in ambito penale
che extrapenale.
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Come si determina la gravit del danno?

CRITERIO QUALITATIVO
Si considera il rango (eventuale)
del bene minacciato (ad es. il bene vita).

CRITERIO QUANTITATIVO
Si guarda al grado di pericolo
incombente sul bene
(non qualunque danno allintegrit fisica
si pu considerare grave, ma solo
quello che importa una lesione di particolare rilevanza)
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Attualit del pericolo
Situazione (di fatto) in base alla quale
si possa formulare un giudizio di probabilit
circa il prossimo verificarsi di una lesione.

NOTA BENE: il criterio temporale
(imminenza cronologica del danno)
non sempre consente
una determinazione corretta dellattualit del pericolo.
A volte opportuno agire in anticipo s da impedire
che le potenzialit lesive
connesse alla situazione pericolosa
si aggravino.
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<<pericolo non volontariamente causato>>

Laccertamento della volontariet
va <<riferito alla situazione pericolosa
cui immediatamente si ricollega il danno>>
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 307)

Es. Il dissipatore rimasto sul lastrico pu invocare lart. 54 c.p.,
se ruba un medicinale per salvare la vita al figlio
in imminente pericolo di vita

Si considerano volontariamente causate
le situazioni di pericolo che siano
dovute anche a semplice colpa
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Inevitabilit altrimenti del pericolo

Rafforza la necessit di salvare s o altri
(da un grave danno alla persona):
significa che scrimina la condotta che arreca al
terzo incolpevole il minor danno, e altres
che la valutazione della inevitabilit va effettuata
facendo ricorso a criteri pi rigidi rispetto
a quanto avviene nella legittima difesa:
qui la fuga sempre da preferire alloffesa
arrecata al terzo incolpevole
(sempre che la stessa non esponga il fuggitivo o
terzi a rischi maggiori di quelli che incombono
sul terzo incolpevole).
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Il rapporto di proporzione tra fatto e pericolo.

Il giudizio in esame, riguarda il rapporto di valore tra i beni in conflitto,
i quali non vanno concepiti per come entit statiche (eliminando
dalla prospettiva della proporzione gli elementi che contraddistinguono la
situazione concreta, ad es. lattualit del pericolo):
detto esame (raffronto del valore dei beni) va integrato con quello relativo
ai rischi (comparazione) che incombono sul bene da salvaguardare
e su quello del terzo aggredito
(accertamento ex ante)

Criterio-base: <<quando il rischio maggiore quello gravante
sullinteresse del terzo innocente,
il rapporto di valore tra i beni devessere
proporzionalmente a vantaggio di quello da salvaguardare;
quando invece il bene di maggior peso quello aggredito, il rapporto tra
i rischi deve essere proporzionalmente a vantaggiodi quello salvaguardato>>.
(G.Fiandaca-E.Musco, Diritto Penale PG., Zanichelli Editore, Bologna, 2010, 310)
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Art. 54, comma 1, c.p.:
<<[] necessit di salvare s od altri []>>.

Contempla il c.d. soccorso di necessit:
lazione necessitata compiuta
da un terzo soccorritore.

Esistono casi di soccorso di necessit,
come quello contemplato dallart. 593 c.p.
(omissione di soccorso), in cui ci troviamo, a ben vedere,
nellambito della causa di giustificazione
di cui allart. 51 c.p. (adempimento di un dovere).
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Lart. 54 c.p. <<non si applica a chi ha
un particolare dovere giuridico
di esporsi al pericolo>>
(i vigili del fuoco ad esempio).
Nonostante ci si ritiene applicabile,
quando il soggetto
che ha il suddetto dovere di esporsi
realizzi unazione necessitata
per salvare (non s stesso, bens)
terzi in pericolo.
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Art. 54, ultimo comma, c.p.:
ipotesi di coazione morale

La causa di giustificazione in esame opera anche
<<se lo stato di necessit determinato dalla altrui minaccia;
ma in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata
risponde chi lha costretta a commetterlo>>.

Esempio: lautomobilista che provoca un incidente
perch costretto a correre sotto la minaccia di una pistola
puntata alla tempia.
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LECCESSO COLPOSO
NELLE CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE
(art. 55 c.p.).

Quando nel commettere alcuno dei fatti
di cui agli artt. 51, 52, 53, 54,
<<si eccedono colposamente
i limiti stabiliti dalla legge
o dallordine dellAutorit
ovvero imposti dalla necessit,
si applicano le disposizioni concernenti i delitti colposi,
se il fatto preveduto dalla legge come delitto colposo>>.


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I presupposti di fatto della scriminante ci sono,
ma lagente, per colpa, ne travalica i limiti.

A differenza dellart. 59, ultimo comma, c.p.,
(errore colposo),
qui la causa di giustificazione in realt c,
ma lagente oltrepassa colposamente i limiti
del comportamento consentito.
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Il giudizio
sulla natura colposa
del superamento dei limiti
del comportamento consentito
si effettua sulla base
dei criteri normativi
di cui allart. 43 c.p.
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Laver oltrepassato i confini della scriminante
deve derivare da difetto inescusabile
di conoscenza della situazione (concreta),
ovvero dalla non osservanza di regole
di condotta aventi contenuto precauzionale,
relative alluso dei mezzi
o alle modalit di realizzazione del comportamento

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Parte della dottrina suole distinguere due forme di eccesso colposo:

1) si valuta erroneamente la situazione di fatto
e il risultato cagionato voluto,
per questo motivo;

2) la situazione di fatto valutata correttamente,
ma levento prodotto pi grave di quello necessario,
a causa di un errore esecutivo.

Ci che rileva che il soggetto
abbia voluto realizzare quel fine che,
nella situazione concreta,
rende il comportamento giustificato,
e che per un errore vincibile
si produce un evento sproporzionato
rispetto a quello (che sarebbe stato) sufficiente.
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Natura giuridica

Il delitto commesso in situazione
di eccesso un delitto colposo:
la volontariet del fatto
viziata da un errore non scusabile
che si riflette in una falsa rappresentazione
dei limiti entro i quali consentito operare.
Lerrore di valutazione potrebbe essere evitato
prestando maggior attenzione
(comportamento colposo).
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Aggiornamenti giurisprudenziali
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Cassazione penale, sez. VI, sent. 26 aprile 20 maggio 2011, n. 20085

In un caso in cui limputato, nel corso di unudienza davanti alla Corte di Assise
ove rispondeva di gravi reati, aveva reso a verbale dichiarazioni spontanee,
affermando che il processo era un complotto tra falsi pentiti,
compresi i pubblici ministeri, tanto che, all esito del giudizio di merito,
era stato condannato per i reati di calunnia e di oltraggio al magistrato in udienza,
la Corte ha precisato che le espressioni di critica ad un provvedimento
del magistrato, laddove siano immediatamente percepibili come un giudizio
che investe la legittimit o opportunit del provvedimento in s considerato
e non la persona del magistrato in quanto tale,
non possono integrare lart. 343 c.p.: ci in quanto il rispetto,
di cui tutti i pubblici funzionari devono essere circondati,
non equivale a insindacabilit.
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Cassazione penale, sezione IV, sentenza 10 gennaio 2008, n. 888
Adempimento di un ordine legittimo.

In tema di adempimento di un dovere imposto da un ordine legittimo,
sempre necessario, al fine di accertare l' effettiva sussistenza
della esclusione dell antigiuridicit del fatto,
compiere, in concreto, un giudizio di bilanciamento
tra il bene protetto dalla norma incriminatrice
e la finalit cui mira la causa di giustificazione;
ne consegue che non pu ritenersi scriminata la condotta dell'agente
appartenente alle forze di polizia che,
nell'ambito dell'ampio margine di discrezionalit
a lui riconosciuto dall'ordine di recarsi "con urgenza" in un determinato luogo,
pur avendo attivato dispositivi lampeggianti ed acustici,
cagioni lesioni a terze persone in conseguenza della sua condotta di guida,
tenuta in violazione di norme del codice della strada
e dell'obbligo generico di rispettare le regole imposte dalla prudenza.
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Cassazione penale, sezione IV, sentenza 27 novembre 2009, n. 45051
Diritto di cronaca

Sulla diffamazione e ingiuria a mezzo di mass-media, nel caso di talk show televisivi
finalizzati alla rivisitazione di gravi fatti delittuosi oggetto di indagini e di processo,
la divulgazione di ipotesi investigative o di meri sospetti di inquirenti
-veri o presunti che siano rimasti privi di riscontro nelle indagini,
sono tali da nuocere alla reputazione ed alla onorabilit delle persone
che siano state ingiustamente sospettate,
integrando il reato di cui allart. 595, commi 1 e 2 c.p.
La Cassazione chiarisce che, in tale ipotesi,
non rileva, ai fini delloperativit dellesimente putativa
del diritto di cronaca ex art. 51 c.p., la circostanza che il giornalista abbia
attinto la notizia dalle agenzie di stampa,
senza aver assolto allobbligo di esaminare, controllare e verificare
quanto oggetto della sua narrativa
al fine di vincere ogni dubbio,
non essendo sufficiente laffidamento riposto in buona fede sulla fonte.

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Cassazione penale, sez. V, sent. 17 febbraio 2010, n 6740
Diritto di cronaca.

Ribadisce l'orientamento della giurisprudenza della Cassazione,
secondo il quale legittimo l'esercizio del diritto di cronaca
quando sia riportata la verit oggettiva (o anche solo putativa)
purch frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca dei fatti esposti,
che non pu ritenersi rispettata quando,
pur essendo veri i singoli fatti riferiti,
siano dolosamente o anche soltanto colposamente, taciuti altri fatti,
tanto strettamente ricollegabili ai primi
da mutarne completamente il significato.
Di conseguenza, la verit, almeno putativa, delle notizie pubblicate
avrebbe dovuto essere accertata
alla stregua di quanto conosciuto o conoscibile
alla data di pubblicazione dell'articolo.

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