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Ellen Schreiber

MORSO D'AMORE

(Vampire Kisses 2: Kissing Coffins,2005)

A mio padre, Gary Schreiber, con tutto il mio amore, dal tuo fantasmino.

"Brindiamo al nuovo sangue." Jagger Maxwell

1 Cuore che sanguina


Fu come l'ultimo chiodo nella bara. Becky e io ce ne stavamo rintanate nel buio della mia stanza, rapite dal film culto degli anni Ottanta, Morso d'amore. La femme fatale, Jenny, una teenager biondina che indossava un microscopico vestitino di cotone bianco, stava fuggendo disperata lungo un tortuoso sentiero di pietre in cima al quale si trovava un maniero infestato. I lampi, come vene abbacinanti, rischiaravano il cielo, dal quale cadeva una pioggia battente. Solo la sera prima, Jenny aveva scoperto la vera identit del suo fidanzato, trovando per caso la sua catacomba segreta, dove lo aveva visto uscire da una bara. Il fascinoso Vladimir Livingston, stimato professore di inglese, non era un semplice uomo, ma un immortale vampiro succhia sangue. Sentendo i raggelanti strilli di Jenny, il professor Livingston si era subito coperto i canini con il mantello nero. I suoi occhi rossi per erano rimasti scoperti, e l'avevano guardata con cupidigia. Non devi vedermi in questo stato dissi, all'unisono con il vampiro. Jenny non scappava, ma anzi, si avvicinava al suo amante vampiro che arretr, si nascose tra le ombre, e scomparve. La pellicola vampiresca si era guadagnata molti irriducibili appassionati nella comunit goth, e la sua popolarit

non era mai scemata. La gente andava alle retrospettive cinematografiche in costume, declamava le battute in coro, e mimava i vari ruoli davanti allo schermo. Anche se avevo visto il film almeno una decina di volte, a casa, in DVD, e lo sapevo a memoria, non avevo mai avuto la fortuna di andare a vederlo al cinema. Per Becky, invece, era la prima volta. Ce ne stavamo in camera mia, incollate allo schermo, mentre Jenny decideva di tornare al maniero del professore per il fatale faccia a faccia con il suo immortale compagno. Becky affond le sue unghie smaltate di rosso e rosicchiate fino alla radice nel mio braccio, mentre Jenny apriva la cigolante porta ad arco che dava sulla catacomba. La povera ingenua scendeva lentamente la scala a chiocciola che portava al covo sotterraneo di Vladimir, guidata solo dal bagliore delle torce appese alle pareti, dalle quali pendevano festoni di ragnatele. Al centro della stanza c'era una semplice bara nera, sotto la quale c'era del terriccio. Si avvicin lentamente e con tutte le sue forze sollev il coperchio del cofano. Le note di violino sempre pi alte. Jenny guard dentro. La bara era vuota. Becky sobbalz. Se n' andato! Sentii le lacrime riempirmi gli occhi. Mi sembrava di vedere me stessa sullo schermo. Il mio amore, Alexander Sterling, era sparito nella notte due sere prima, poco dopo che avevo scoperto che anche lui era un vampiro. Jenny si sporse sul cofano vuoto e pianse melodrammaticamente, come solo a un'attrice da film di serie B pu riuscire.

Una lacrima minacciava di cadere dalle mie ciglia. La asciugai con il dorso della mano prima che Becky la notasse. Premetti il tasto STOP sul telecomando e lo schermo divenne nero. Perch l'hai fermato? mi chiese Becky. Il disappunto sul suo volto era a malapena illuminato dai pochi lumini che avevo acceso in giro per la stanza. Una lacrima sulla sua guancia brill del riflesso di una candela. Stava arrivando la parte pi bella. L'ho gi visto centinaia di volte dissi, alzandomi per estrarre il DVD. Ma io no si lament lei. Cosa succede, dopo? Lo finiamo la prossima volta la rassicurai, mentre riponevo il DVD nel mio armadio. Se Matt fosse un vampiro riflett Becky, riferendosi al suo nuovo ragazzo, mi lascerei mordere da lui senza alcuna esitazione. Avrei voluto dirle cosa pensavo della sua considerazione innocente, ma mi morsi la lingua. Non potevo condividere il pi segreto dei miei segreti nemmeno con la mia migliore amica. Guarda, non puoi dire come ti comporteresti fu tutto ci che mi riusc di dire. Oh, gli permetterei di mordermi replic lei, sicura di s. Si sta facendo tardi dissi, accendendo la luce. Nelle due notti da quando Alexander se n'era andato, non avevo

chiuso occhio. Avevo occhiaie pi nere dell'ombretto che usavo di solito. Gi. Devo chiamare Matt prima delle nove disse, dando un'occhiata alla mia sveglia di Nightmare Before Christmas. Che ne dici di venire a vedere un film con noi, domani sera? Porta anche Alexander! mi disse, prendendo il giubbetto di jeans dallo schienale della mia sedia. Uh non possiamo dissi, senza spiegare il motivo. Magari la settimana prossima. La settimana prossima? Ma non lo vedo dalla sera della festa. Te l'ho detto, Alexander sta preparando gli esami. Be', sono sicura che se la caver benissimo disse lei. Sta sui libri giorno e notte! Ovviamente non potevo dire a nessuno, nemmeno a Becky, perch Alexander non si faceva vedere in giro. Nemmeno io stessa ero sicura del motivo. Ma soprattutto, non riuscivo ad ammettere a me stessa che se ne fosse andato. Negavo l'evidenza. Andato la parola mi rivoltava lo stomaco e mi serrava la gola. Il solo pensiero di spiegare ai miei genitori che Alexander aveva lasciato Dullsville mi faceva piangere. Non riuscivo ad accettare la verit, figuriamoci se potevo parlarne. E poi non volevo che circolassero altre voci incontrollate, a Dullsville. Se si fosse saputo che Alexander aveva traslocato senza preavviso, non ci sarebbe stato modo di sapere quali conclusioni avrebbero tratto i pettegoli della citt. Per il momento, volevo salvare le

apparenze finch l'RBI il Raven Bureau of Investigation non si fosse inventavo un piano d'azione. Faremo un'uscita a quattro appena possibile promisi, mentre accompagnavo Becky al furgone. Muoio dalla voglia di sapere disse, accomodandosi al posto di guida. Mi dici cosa succede a Jenny? Uh Va in cerca di Vladimir. Becky chiuse la portiera e abbass il finestrino. Se scoprissi che Matt fosse un vampiro e lui sparisse, andrei a cercarlo disse, senza esitazione. E sono sicura che tu faresti lo stesso per Alexander. Avvi il motore e percorse il vialetto in retromarcia. Il commento della mia amica fu come una manciata di mortaretti accesi nel mio cervello. Perch non ci avevo pensato prima? Avevo passato gli ultimi giorni a domandarmi come avrei potuto giustificare la prolungata assenza di Alexander. Non era necessario passare il resto dei miei giorni a Dullsville, domandandomi se sarebbe mai ritornato. Anche perch non avevo intenzione di sobbalzare a ogni squillo del telefono, per poi scoprire che era per mia madre. Feci un cenno a Becky mentre si avviava lungo la via. Hai ragione dissi tra me e me. Devo trovarlo! Vado da Alexander, torno presto gridai a mia madre, che era immersa nella lettura di un catalogo J. Jill sul divano del soggiorno. Sentivo una scossa elettrica percorrere il

mio corpo, che era rimasto inerte fin da quando il mio amore dark era sparito. Presi il cappotto e corsi fino al Maniero, alla ricerca di indizi rivelatori. Non potevo accettare i fatti senza compiere un'indagine stile Jessica Fletcher solo che io ero la Signora in Nero. Anche se avevo sempre sognato di diventare un vampiro, mi rendevo conto che davanti alla possibilit concreta di trasformarmi non avrei saputo cosa decidere. Alexander era gi riuscito a fare qualcosa di cui erano capaci solo i grandi vampiri: mi aveva cambiato. Desideravo la sua presenza in ogni istante della giornata. Avevo sete del suo sorriso e fame del suo tocco. Era davvero necessario che mi trasformassi in una donna delle tenebre, per stare con il mio fidanzato vampiro? Volevo davvero passare il resto della mia vita ancora pi isolata di quanto non fossi gi nel mio ruolo di ragazza dark che tutti schernivano? In ogni caso, volevo fargli capire che lo amavo, a prescindere da chi o cosa lui fosse. Avevo passato la vita ad amare la notte, vestendomi da ribelle nel mondo lindo e pinto della tradizionalista Dullsville. I bulli, come Trevor Mitchell, non avevano perso occasione di prendermi in giro. La gente per la strada, i compagni di scuola, gli insegnanti mi fissavano come un fenomeno da baraccone. La sola amica che avevo era Becky, ma non avevamo gli stessi gusti in fatto di musica o moda; eravamo i proverbiali opposti che si attraggono. Quando Alexander Sterling si era trasferito nel Maniero di Benson Hill, per la prima

volta in vita mia avevo avuto la sensazione di non essere sola. Mi ero sentita attratta da lui ancora prima di incontrarlo quando l'avevo visto in piedi in mezzo alla strada buia, con i fari del furgone di Becky che ne illuminavano la pelle pallida e i lineamenti sensuali. Mi aveva tolto il fiato. Poi, quando mi aveva sorpreso mentre mi intrufolavo nel Maniero e avevo avuto modo di guardarlo meglio, avevo sentito qualcosa di mai provato prima. E avevo capito che dovevo stare con lui. Dopo i primi appuntamenti avevo scoperto che non solo era un dark con gli anfibi come me, ma ci piaceva anche la stessa musica: Bauhaus, Korn e Marilyn Manson. E ancor pi importante dei gusti, condividevamo gli stessi desideri e gli stessi sogni. Alexander capiva la solitudine, l'isolamento, la sensazione di essere diverso. Come me, era stato giudicato semplicemente per ci che indossava, per il suo aspetto, per il fatto di studiare a casa e di esprimersi con il pennello sulla tela, invece che dando calci a un pallone. Quando stavo con lui, avevo la sensazione di aver finalmente trovato il mio posto. Non venivo giudicata, presa in giro o schernita per i miei vestiti, mi sentivo accettata, perfino ammirata, per la persona che ero nel profondo. Da quando Alexander se n'era andato e io non sapevo dove fosse, mi sentivo ancor pi sola di quando ancora non lo conoscevo. Spostai il mattone che teneva ferma la finestra rotta e mi intrufolai nella cantina del Maniero. La luna piena illuminava grandi specchi coperti da lenzuola spiegazzate, scatoloni

di cartone impilati alla meno peggio e un tavolino a forma di bara. Quando mi accorsi che le casse piene di terra non c'erano pi, mi venne un tuffo al cuore. L'ultima volta che mi ero aggirata per il Maniero senza essere stata invitata, avevo sperato di fare scoperte spaventose. Avevo trovato casse con i timbri della dogana romena, e la dicitura TERRA. Avevo trovato un antico albero genealogico, nel quale c'era anche il nome di Alexander, senza date di nascita o di morte. In quel momento, invece, avevo paura di ci che non avrei trovato. Al piano di sopra, i ritratti appesi nel corridoio erano spariti. Andai fino in cucina, e aprii il frigorifero. C'erano solo avanzi. Le mensole erano ancora piene di antichi piatti di porcellana e calici di peltro. Vidi una candela spenta e una scatola di fiammiferi sul piano da lavoro di granito. Mi aggirai per i saloni deserti portando con me la candela. Le assi di legno scricchiolavano sotto il mio peso come se il Maniero abbandonato stesse piangendo. Nel soggiorno la luce della luna filtrava dai drappi di velluto rosso alle finestre. Il mobilio era nuovamente coperto da teli bianchi. Scoraggiata, mi avviai verso lo scalone. Invece della musica degli Smiths che ero abituata a sentir provenire dal piano di sopra, sentivo solo il vento che frustava le imposte chiuse. Le stanze spettrali del Maniero non mi facevano pi vibrare di emozione; mi davano brividi di solitudine. Salii i gradini ed entrai cautamente nello studio, dove una volta ero stata accolta dal mio notturno cavaliere, che mi aveva offerto

le margherite che aveva colto per me. Era tornata ad essere solo una biblioteca abbandonata: libri che si impolveravano, senza che nessuno li leggesse. La stanza del maggiordomo era ancora pi spartana, con un solo letto perfettamente rifatto, e l'armadio di Jameson svuotato di indumenti, mantelli e scarpe. La camera padronale era dominata da un letto a baldacchino ornato di pizzi neri drappeggiati sulle colonnine gotiche. Guardai la toeletta senza specchio posta di fronte al letto. Non c'erano pi i pettinini, i pennelli e gli smalti nei toni del nero, del grigio e del marrone che appartenevano a sua madre. Non avevo mai avuto modo di conoscere i genitori di Alexander. Non ero nemmeno certa che esistessero. Tormentata, mi fermai ai piedi della scala che portava alla soffitta. Mi domandai come si fosse sentito Alexander, dovendo partire cos all'improvviso, proprio quando tanti abitanti di Dullsville l'avevano finalmente accettato. Mi inerpicai su per la stretta scala e spensi la candela quasi del tutto consumata. Entrai nella sua camera abbandonata, nella quale mi aveva invitato per la prima volta appena due sere prima. Il suo materasso matrimoniale era ancora a terra, sfatto. Tipico di qualunque adolescente, vampiro o no. Il cavalletto nell'angolo era vuoto. Guardai gli schizzi di colore secco sul pavimento. Tutti i suoi dipinti erano spariti, compreso quello che aveva fatto per me, un mio ritratto nel costume del Ballo della Neve, con il cestino a forma di zucca e una barretta di Snic-

kers, con tanto di anello a forma di ragno e finti denti da vampiro. Sopra a una latta di pittura rosso sangue, ai piedi del cavalletto, c'era una busta da lettera nera. La guardai alla luce della luna. Era indirizzata ad Alexander e aveva un francobollo romeno. Non c'era mittente, e il timbro postale era illeggibile. Era stata aperta. La curiosit prese il sopravvento, cos infilai le dita nella busta ed estrassi la lettera. Con inchiostro nero, c'era scritto: Alexander, LUI STA ARRIVANDO! Purtroppo, il resto della lettera era stato strappato via. Non sapevo chi l'avesse mandata, n cosa significasse. Mi domandai quali informazioni vitali avesse trasmesso magari una localit segreta. Era come guardare un film senza poterne vedere il finale. Chi era lui? Mi avvicinai alla finestra e guardai la luna; mi trovavo proprio alla finestra dalla quale alcuni giuravano di aver visto il fantasma di sua nonna. Mi sentivo molto vicina alla Baronessa. Lei aveva perduto l'amore della sua vita, ed era rimasta a vivere in totale isolamento. Mi domandavo se mi sarebbe toccato lo stesso destino. Dov'era diretto Alexander? Era tornato in Romania? Avrei comprato un biglietto per l'Europa, se necessario. Avrei bussato a tutte le dimore di quel paese, per trovarlo.

Mi domandai cosa sarebbe stato di lui, se fosse rimasto. Se in citt si fosse saputo chi era veramente forse gli avrebbero dato la caccia? Lo avrebbero usato per esperimenti scientifici, oppure l'avrebbero ingabbiato, come un'attrazione da circo? Mi domandai cosa ne sarebbe stato di me. Forse l'FBI mi avrebbe interrogata, o sarei stata costretta a vivere come un'eremita. Mi avrebbero chiamata la Vedova del Vampiro. Stavo per uscire dalla stanza, quando vidi un libretto che spuntava da sotto il materasso. Lo portai alla finestra della soffitta per esaminarlo meglio. Possibile che Alexander si fosse dimenticato il passaporto? C'era un riquadro vuoto, dal quale era stata strappata la sua foto. Sfiorai quello spazio, domandandomi che fotografie potesse farsi un vampiro. Sfogliai le pagine. C'erano timbri di ingresso di Inghilterra, Irlanda, Italia, Francia e Stati Uniti. Se quello che avevo tra le mani era il passaporto di Alexander, non poteva essere tornato in Romania. Non avrebbe potuto lasciare il paese, senza. Improvvisamente avevo qualcosa che fino a quel momento mi era mancata. Speranza. Rallenta! disse mia madre quando entrai di corsa dalla porta di cucina. Stai portando in casa un sacco di fango. Dopo pulisco io dissi, senza fermarmi. Vorrei invitare Alexander a cena, una sera della settimana mi disse, raggiungendomi. Non lo vediamo dalla sera della festa. Lo stai

tenendo tutto per te. Va bene mormorai. Ne parliamo dopo. Vado a studiare. A studiare? Non hai fatto altro, da dopo la festa. Alexander ha davvero un'influenza positiva, su di te disse lei. Non avevo avuto il coraggio di dire a mia madre che ero rimasta rintanata in camera nella speranza di ricevere un'email, una telefonata o una lettera che non erano mai arrivate. Billy Boy e mio padre stavano guardando una partita di baseball in taverna. Quando viene a trovarci Alexander? chiese Billy quando passai davanti alla loro porta. Cosa potevo dirgli? "Forse mai?" Gli risposi con un diplomatico: Non subito. Non voglio che si abitui alla borghesia. Potrebbe venirgli la voglia di giocare a golf. Secondo me hai trovato il ragazzo giusto mi disse pap, con tono sincero. Grazie, pap dissi, fermandomi per un istante, ripensando ai picnic di famiglia, alle gite, alle vacanze che Alexander e io non avremmo mai condiviso. Per favore, non disturbatemi ordinai, dirigendomi verso la mia bat-caverna. Dici che fa davvero i compiti? chiese Billy Boy a mio padre, con tono incredulo. Devo fare una ricerca gridai di rimando. Sui vampiri. In questo caso prenderai il massimo dei voti replic mio padre.

*** Mi chiusi a chiave nella mia stanza e mi attaccai a internet alla ricerca di ritrovi di vampiri dove forse avrei potuto trovare Alexander. New Orleans? New York? I sei mesi di buio del Polo Nord? I vampiri preferivano nascondersi in mezzo ai mortali, o in comunit di loro simili? Frustrata, mi stesi sul letto, senza nemmeno togliermi gli anfibi, e fissai le mensole con i romanzi di Brani Stoker, i poster di Ragazzi perduti e di Dracula 2000, e la vetrinetta con i pupazzetti di Hello Batty. Niente mi dava l'ispirazione per capire dove potesse essere sparito. Allungai una mano per spegnere la mia lampada di Edward mani di forbice quando sul comodino notai l'oggetto che mi aveva messo in questa situazione: la cipria di Ruby! Perch non avevo pensato a lei prima? Alla festa, Jameson le aveva chiesto di uscire. Nessuno ha il coraggio di sfidare Ruby nemmeno i non morti!

2 Flower Power

Il mattino seguente corsi a perdifiato fino alla Armstrong Travel, arrivando ancor prima che aprisse. Sentii ticchettio di tacchi e tintinnio di chiavi alle mie spalle. Era Janice Armstrong, la proprietaria. Dov' Ruby? le chiesi, con il fiato corto. Il marted viene a lavorare solo il pomeriggio rispose lei, aprendo la porta. Il pomeriggio? mugugnai. A proposito mi chiese lei, avvicinandosi, sai niente del maggiordomo di Alexander? Mister Spavento? dissi. Cio, Jameson? Dovevano uscire insieme mi confess, accendendo le luci dell'ufficio e regolando il termostato. E

com' andata? chiesi, ingenuamente. Janice ripose la borsetta nel primo cassetto della sua scrivania, accese il computer e mi guard. Non lo sai? Lui non si presentato disse. E dire che fortunato che una bellezza come Ruby l'abbia degnato di uno sguardo! Le ha spiegato perch non venuto? la incalzai. No. Pensavo che Alexander lo avesse detto a te disse. A dire il vero no. Scosse la testa. difficile trovare ragazzi seri, lo dico sempre, io. Tu per hai avuto fortuna, con Alexander. Mi morsi il labbro dipinto di nero. Ehi, non sei in ritardo per la scuola? chiese lei, guardando l'orologio alla parete. Sono sempre in ritardo! Janice, mi puoi dare l'indirizzo di Ruby? Perch non torni a fine giornata? Perch mi ha lasciato la cipria Allora lasciala a me propose Janice. La porta d'ingresso si apr, ed entr Ruby. Me l'aspettavo dimessa, in jeans, con una sigaretta in una mano e una birra nell'altra, ma anche nella delusione, Ruby non perdeva il suo stile. Era perfettamente truccata e indossava una maglia bianca coordinata a candidi pantaloni attillati. Sei arrivata presto, oggi disse Janice. Devo recuperare rispose Ruby, sospirando. E tu che ci fai qui? mi chiese, sorpresa di vedermi. Ho qualcosa che ti appartiene.

Se ti ha mandata Jameson disse, puoi dirgli che mi dispiace di aver dovuto annullare l'appuntamento. Tu? Ma se lui iniziai. Ruby si accomod alla scrivania e accese il computer, facendo cadere per sbaglio il portapenne. Dannazione! esclam, agitata, cercando di afferrare le penne prima che cadessero. Janice e io ci affrettammo ad aiutarla. Non mi era mai successo prima! disse Ruby, rabbiosa. Ora lo verranno a sapere tutti. Io faccio cadere le cose di continuo dissi, per consolarla. No, intende di Jameson mi sussurr Janice. Io ho avuto diversi bidoni, prima di conoscere il mio Joe, ma ammetto che il maggiordomo mi ha sorpresa. E stato doppiamente maleducato, visto che eravamo anche venute alla festa in sostegno della famiglia Sterling. Janice mi squadr come se Jameson non si fosse presentato per colpa mia. Mi sento come se avesse snobbato anche me. Non poi cos importante disse Ruby. Diciamo che pi eccentrico di me, ecco. uno sciocco sentenzi Janice. La cosa mi ha sorpreso. E stato un perfetto gentiluomo si lament Ruby. E poi ha quell'accento Mi sa che stato quello ad attrarmi. Anche tu gli piaci dissi. Solo Entrambe le donne mi guardarono come se fossi stata sul punto di rivelare un segreto militare. Solo cosa? chiese Janice.

Solo avrebbe dovuto chiamarti. Puoi dirlo forte! Spero che tu non abbia raccontato questa storia a nessuno disse Ruby, preoccupata. In un paesino come questo, una cosa del genere potrebbe rovinarmi la reputazione. Tu saprai pur qualcosa, Raven incalz Janice. Gi. Alexander ti ha detto niente? chiese Ruby. Dovevo consolare la mia ex-capa. In fondo, era colpa mia se Jameson se n'era andato. Non potevo lasciare che Ruby si sentisse in qualche modo colpevole. So solo che il motivo per il quale non venuto non ha niente a che fare con te dissi, vaga. Scommetto che ha una ragazza disse Ruby. Ho letto su Cosmo Ma no che non ce l'ha! esclamai, ridendo. Per anche io voglio capire una cosa. Jameson aveva programmato qualche viaggio? Sai qualcosa che io non so? Aveva comprato dei biglietti aerei? O ti venuto a chiedere qualche cartina? suggerii. Cosa ci stai nascondendo? Ruby e Janice mi fissavano con sguardi indagatori. Non potevo dire loro la verit che Alexander non si rifletteva nello specchietto del portacipria. Il portacipria di Ruby! Me l'ero quasi dimenticato. Feci per tirarlo fuori dalla borsa quando un uomo con pantaloni di velluto e una polo rossa

entr nell'agenzia con un grande bouquet di fiori in mano. Distratta, riposi il portacipria e chiusi la lampo della borsa. Ruby White? chiese. Sono io disse lei, agitando una mano in aria come se avesse appena vinto il montepremi della tombola. Lui le porse la composizione di rose bianche. Lei arross, accettandola. Fiori per Ruby? Potevano essere stati mandati da un sacco di abitanti maschi di Dullsville. Cosa dice il biglietto? chiese Janice, curiosa. Chiss se sono di Kyle, il professionista del golf. "Mi spiace che siano questi fiori ad averla raggiunta, invece di me" lesse Ruby. Alz lo sguardo, stupefatta. "Con affetto, Jameson." Jameson? chiesi, gli occhi improvvisamente sgranati. Che dolce! disse Janice, riempiendo un vaso con l'acqua del boccione. Te l'ho detto subito, che era un uomo meraviglioso. Non ci posso credere disse Ruby, sognante, tenendo il bouquet vicino al corpo. Che altro dice? chiesi. Perch, non basta? disse Janice, annusando i fiori e mettendoli nel vaso. Sono bellissimi! Non c' scritto dove li ha ordinati? mi informai. Ruby scosse la testa, distrattamente. Ma ci deve essere mormorai. Guardai fuori dalla vetrina e vidi il fattorino salire su un furgone con la scritta FLOWER POWER fatta di margherite, sulla fiancata. Corsi fuori proprio mentre ripartiva.

Aspetti! gridai, correndo a perdifiato. Si dimenticato una cosa! Troppo tardi. Il furgone gir l'angolo. Senza fiato e delusa, tornai all'agenzia di viaggi. Stavo aprendo la porta, quando notai un pezzo di carta per terra, sul marciapiede. Era un ordine di consegna della Flower Power. Doveva essere caduto al fattorino. Lo afferrai, cercando febbrilmente qualche informazione utile. C'era l'indirizzo dell'agenzia di viaggi, ma lo spazio riservato al mittente era vuoto. Niente nome, e-mail niente di niente. Poi, scribacchiato nell'angolo superiore destro, notai un numero di dieci cifre. Posso usare il tuo telefono, Ruby? chiesi, tornando dentro. Ci metto solo un momento. Ma certo disse lei, appoggiando le rose. In quel momento avrei potuto chiamare in Africa, e lei non avrebbe avuto nulla da ridire. Il prefisso mi sembrava familiare. Mi sforzai di ricordare. Era quello di una localit a trecento chilometri di distanza, dove viveva mia zia Libby. Composi il numero. Avrebbe risposto la voce di Alexander? Drin. O di Mister Spavento? Drin. O era solo una falsa pista? Drin. Grazie per aver chiamato il Coffin Club disse una voce degna di uno zombie. Siamo aperti dal tramonto all'alba. Lasciate un messaggio se ne avete il coraggio! Il ricevitore mi cadde di mano. Ruby era ancora affaccendata attorno al mazzo di fiori. Diavolo! sussurrai. Il Coffin Club!

3 L' estrema partenza

A scuola ero improvvisamente pi popolare. Non che fossi diventata una celebrit, ma compagni che non mi avevano mai degnato di uno sguardo, quando mi incrociavano nei corridoi, mi chiedevano: Ehi, Raven, come butta? Al di l di qualche saluto in pi, tuttavia, non era cambiato niente. Nessuno a parte Matt e Becky mi invitava al tavolo per pranzare, mi offriva passaggi fino a casa o mi chiedeva di unirmi a qualche gruppo di studio. Nessuno in classe mi passava bigliettini di nascosto o mi offriva una gomma da masticare. Per fortuna avevo troppe cose cui pensare per go-

dermi il mio nuovo status, infatti trascorsi un pomeriggio morbosamente lungo in biblioteca, davanti al computer, per documentarmi sul Coffin Club. Voglio andare a trovare zia Libby dissi ai miei quella sera, a cena. La zia Libby? chiese mio padre. Non la vediamo da una vita. Lo so. Le vacanze di primavera cominciano mercoled. Vorrei partire domani pomeriggio. Non pensavo volessi allontanarti da Alexander nemmeno per un minuto sei sicura di poter resistere diversi giorni? mi chiese la mamma. Be', certo, sar brutto stare lontano da lui esclamai, alzando gli occhi al cielo. Sentivo i loro sguardi su di me. Aspettavano che io dicessi qualcosa. Ma avr da fare per gli esami, cos ho pensato che fosse il momento giusto per fare una visita a zia Libby. I miei genitori si guardarono negli occhi. Sei sicura di non voler andare fin laggi per un concerto delle Wicked Wicca? Pap! Si sono sciolte cinque anni fa. Be', Libby non un buon modello di comportamento mi fece notare pap. E chiss con quale pazzo psicotico sta uscendo al momento. Pap, ti somiglia pi di quanto pensi. Sei tu che hai smesso di guidare il furgoncino da hippy, semmai. Ricordo quando sono andata a trovare mia zia, da ragazzina disse mia madre. Mi port a teatro a vedere Hair. Vedi? Ho bi-

sogno di esperienze memorabili come quella, per dare una direzione alla mia vita. Libby va pazza per Raven ammise mamma. Anche a lei farebbe bene un po' di compagnia. D'accordo disse pap, riluttante. Stasera la chiamo. Ma se si interessa ancora al voodoo, non ti lascio andare. Dopo cena mi trovai con Becky, alle altalene di Evans Park. Dovevo dirtelo appena possibile esordii. Anche io! La vita bella. Mi sembra incredibile che entrambe abbiamo il ragazzo! Anche se Alexander non fosse stato un vampiro, il pensiero di avere il ragazzo pareva ancora irreale. Eravamo state escluse da tutte le compagnie dei nostri coetanei per cos tanto tempo che non ci pareva vero che qualcun altro ci potesse accettare. Ho bisogno che tu venga a fare un viaggetto con me le dissi. Un viaggio? Vado a trovare mia zia Libby, e voglio che tu venga con me! esclamai, eccitata. Questo fine settimana? Devo chiedere. No, parto domani pomeriggio. Matt mi ha chiesto di assistere alla sua partita di calcio, dopo le lezioni. Ma vi siete appena messi insieme! protestai. Pensavo che saresti stata felice per me. E poi, volevo chiederti se

ci venivi anche tu. Il pensiero di guardare una partita di calcio mi faceva venire voglia di vomitare, ma l' entusiasmo di Becky mi fece capire che mi stavo comportando da egoista. Certo che sono felice per te, ma Non puoi partire in un altro momento? mi implor. Abbiamo tutte le vacanze di primavera per stare con Matt e Alexander. Non sapevo come replicare. Becky sarebbe andata alla partita di Matt, l'indomani, e io sarei andata a cercare Alexander. Nessun ragionamento ci avrebbe fatto cambiare idea. Visto che Matt aveva abbandonato il suo migliore amico, Trevor, il mio nemico giurato fin dai tempi dell'asilo, sarebbe stato sempre con Becky. E io la invidiavo perch il suo ragazzo non era scomparso nella notte come il mio. Perch questo viaggio tanto importante? mi chiese. Segreto. Cos' segreto? chiese Matt, comparendo alle nostre spalle. Che ci fai qui? chiesi, sobbalzando. Questa una riunione privata. Becky e io andiamo all'Ace Arcade. Mi ha detto lei di trovarci qui. Sapere che Alexander aveva preferito tornare tra i vampiri piuttosto che stare con me era gi brutto, ma essere abbandonata da Becky per il Flipper 3D era quasi peggio. Devo andare dissi, voltandomi. S, ma qual era la notizia segretissima? chiese Matt. Sarebbe fantastico sentire qualcosa di diverso dalle fando-

nie di Trevor, per una volta. Guardai la coppietta felice, l'ennesimo centro perfettodi Cupido. Trevor aveva ragione. Gli Sterling sono davvero vampiri dissi, d'impeto. Mi guardarono come se fossi pazza. Poi si misero a ridere. Mi unii alle loro risate, poi me ne andai. Riempii la valigia di indumenti neri, non sapendo bene per cosa prepararmi. Per sicurezza misi anche una testa d'aglio in un contenitore ermetico, il portacipria di Ruby e una bomboletta di spray urticante. Per calmare i nervi, aprii il mio diario di Olivia Outcast e feci una lista di Pro e Contro nello stare con un vampiro: 1. Ci sar per sempre. 2. Pu volare gratis. 3. Risparmieremo centinaia di dollari di foto del matrimonio. 4. Niente specchi, meno pulizie in casa. 5. Non avr mai l'alito che puzza di aglio. Chiusi il diario. C'era ancora una cosa che dovevo mettere in valigia. Aprii la porta della camera di mio fratello. Billy stava muovendo le sue dita sottili sulla tastiera del computer. Cosa vuoi? scatt, quando infilai la testa nella stanza. Come? No, non voglio niente, anzi. Vorrei darti qualcosa.

L'ho preso dopo la scuola, da Software City. Mi hanno detto che appena uscito. Gli feci vedere una copia di Wrestling Maniacs 3. L'hai rubato? Certo che no sono strana, ma non sono una ladra! Allung una mano verso il gioco, ma io lo tenni fuori dalla sua portata. Mi serve solo un favore, in cambio. Alz gli occhi al cielo. Lo sapevo! Ma una cosa piccola piccola. Le soluzioni di un compito? Non questa volta. Ti devo scrivere una ricerca? Non ci sei ancora. Allora cosa? Mi serve un documento falso sussurrai. La zia Libby non ti porter mai in giro per locali! Certo che no. Ma ne ho bisogno come documento di identit, visto che non avr la patente ancora per qualche mese. Allora usa il libretto scolastico. Devo sembrare una diciottenne! iniziai a gridare. Poi feci un respiro profondo. per la biblioteca. Se non sono maggiorenne, non posso prendere libri in prestito. Certo, come no! Mamma e pap ti ammazzeranno! Sei troppo piccola per bere. Non voglio bere. Voglio solo poter entrare in certi posti. Cosa direbbe Alexander se sapesse che vai in giro a rimorchiare senza di lui? Spero proprio di incontrarlo l bisbigliai. Lo sapevo! Non te ne importa niente della "zia Libby, la mia zietta preferita" disse, con voce da femminuccia. Ti prego? dissi,

facendo dondolare il gioco davanti ai suoi occhi arrossati dal computer. Be' Me lo fai? No, ma conosco chi pu farlo. Per la prima volta in assoluto, accompagnai mio fratello a scuola, la media di Dullsville. L'edificio di mattoni rossi, il cortile e il campo giochi sembravano stranamente pi piccoli di quando l'avevo frequentata io, pochi anni prima. Ogni tanto saltavo una lezione e mi nascondevo laggi dissi, indicando una rimessa per le attrezzature sportive. Lo so disse. C' inciso "Raven stata qui" almeno dieci volte, sulla fiancata. Mi sa che lo facevo pi spesso di quanto pensassi dissi, sorridendo. Mi sentivo una gigantessa dark, mentre camminavo lungo il vialetto del cortile tra le ragazzine con le loro magliette delle Bratz, i quaderni di Fragolina Dolcecuore e i ragazzi che portavano sulle spalle zainetti di Pokmon strapieni. Pensavo che ci dovessimo incontrare con qualche scaltro assistente di laboratorio, invece all'ingresso ci venne incontro un enfant prodige dai capelli rossi che rispondeva al nome di Henry. Perch fai documenti falsi? Hai bisogno di entrare in gelateria dopo il coprifuoco? L'amico di Billy Boy mi guard come se non avesse mai visto una ragazza dal vivo.

Puoi fissare la mia foto, dopo che me l'avrai fatta dissi, scherzando. Seguitemi rispose. Nel corridoio ci ferm la signora Hanley, la mia insegnante di matematica di prima media. Raven Madison! Come sei cresciuta! Si capiva benissimo che mi credeva gi al riformatorio, o che mi avessero mandata in collegio. Fiss me e mio fratello, domandandosi palesemente come due esseri umani tanto diversi potessero condividere lo stesso patrimonio genetico. Non mi ero mai resa conto che Billy fosse tuo fratello ammise. Lo so bisbigliai. La cosa stupisce anche me. Be', alcune cose non sono cambiate disse, allontanandosi. Continuava a voltarsi, come se avesse visto un fantasma. Sapevo che sarei stata il soggetto delle chiacchiere dell'ora di pranzo, in sala professori. Ci fermammo all'armadietto di Henry, il solo che aveva un tastierino numerico a combinazione, che azionava un braccio meccanico da garage. Henry compose il codice, e l'anta si apr automaticamente. Dentro, videogiochi, apparecchi elettronici e manuali di informatica erano disposti su pi livelli, come in un negozio di computer in miniatura. Tir fuori una fotocamera digitale nascosta sotto a uno degli scaffali. Andiamo. Li seguii dietro l'angolo, fino alla sala computer. La porta era chiusa, notai con preoccupazione. Che disdetta! Non possiamo rompere una finestra? dissi, tra il serio e il faceto.

I due preadolescenti nerd mi guardarono come se quella strana fossi io. Henry infil una mano nella tasca posteriore dei pantaloni di velluto e prese un portafogli di cuoio marrone consumato. Lo apr e tir fuori una carta di credito. La infil nella porta, la mosse su e gi, e dopo qualche istante la porta si apr. Mi piace il tuo stile dissi, sorridendo. Venti minuti dopo, guardavo negli occhi una Raven diciottenne. Sembro ancora giovane, per la mia et dissi, ammiccando, poi mi avviai verso casa.

4 Hipsterville

Mamma, non sto andando in Siberia. Torno tra due giorni! Eravamo sedute alla fermata del Greyhound di Dullsville, fuori dalla gelateria di Shirley. Mi stava strangolando di abbracci, quando finalmente l'autobus fren davanti al marciapiede, per far salire me e qualche altro giovane abitante del luogo che aveva deciso di partire presto per le vacanze di primavera. Mentre ripartiva, e io salutavo con la mano dal mio posto in fondo, vicino al finestrino, sentii una morsa allo stomaco. Era il mio primo viaggio lontano da Dullsville in solitaria. Mi domandai perfino se sarei mai tornata.

Mi appoggiai allo schienale, chiusi gli occhi e cominciai a immaginare come sarebbe stato essere un vampiro, insieme ad Alexander. Me lo immaginavo, in piedi sotto la pioggia, che mi aspettava alla fermata dell'autobus di Hipsterville, con i jeans neri e una maglietta nera a decori fosforescenti di Jack Skellington e un bouquet di rose nere in mano. Vedendomi, le sue gote si sarebbero colorate di rosa quanto basta per farlo sembrare vivo. Mi avrebbe preso la mano tra le sue, mi avrebbe stretto a s per poi baciarmi a lungo. Mi avrebbe fatto accomodare nel suo cocchio vintage restaurato, con tanto di ragni e ragnatele dipinti, mentre la musica degli Slipknot usciva dalle casse dello stereo. Avremmo parcheggiato davanti a un castello abbandonato, per poi salire le tortuose scale verso la torre. Le pareti sarebbero state drappeggiate di pizzo nero e i semplici pavimenti di legno sarebbero stati coperti di petali di rose. Un milione di candele avrebbero rischiarato la stanza, mentre la luce della luna filtrava a malapena dalle strette finestre medievali. "Non potevo pi stare senza di te" avrebbe detto Alexander. Mi si sarebbe avvicinato, serrando i denti attorno al mio collo. Avrei sentito la pressione sulla mia pelle. Mi sarei sentita allo stesso tempo intontita e pi viva che mai, la testa leggera, il corpo inerte tra le sue braccia. Il mio cuore avrebbe preso a battere all'impazzata, come se dovesse battere per tutti e due. Con la coda dell'occhio, avrei visto Alexander alzare la testa, compiaciuto. Mi avrebbe deposta delicatamente

a terra. Mi sarei sentita strana, e avrei stentato a reggermi in piedi, mentre mi sfioravo il collo, vedendo il sangue colarmi lungo l'avambraccio. Con la punta della lingua, avrei sentito due piccole zanne sull'arcata superiore. Mi avrebbe fatto vedere la cittadina addormentata, da una finestra aperta della torre. Avrei visto cose che mai avevo notato prima, come i fantasmi sorridenti che galleggiano sopra le case. Alexander mi avrebbe preso la mano e saremmo volati via, nella notte, sulle luci scintillanti della citt e sotto le stelle intermittenti e lontane, come due angeli gotici. Il suono delle campane mi interruppe. Non erano i campanelli che mi davano il benvenuto nella terra dei morti, ma quelli di un passaggio a livello che segnalava un treno in arrivo, in rotta di collisione con la mia immaginazione iperattiva. L'autobus era fermo davanti alle rotaie. Un bambino seduto a pochi posti da me si agitava, emozionato dall'arrivo del grande locomotore nero. Ciuff ciuff! Ciuff ciuff! esclam. Da grande voglio guidare il treno dichiar a sua madre. Anche io guardai dal finestrino, mentre il conducente sventolava il berretto azzurro, e il treno ci passava davanti. Invece di carrozze nuove di zecca, assistemmo alla lenta processione di una lunga fila di vecchi carri merci coperti di graffiti. Come il bambino, che senza dubbio stava gi sognando la sua futura vita sui treni troppo piccolo per concepire le difficolt di quel lavoro, l'isolamento, gli orari impossibili e il pessimo stipendio anche io cominciavo a do-

mandarmi se il mio sogno di trasformarmi in un vampiro non fosse pi romantico della realt. Stavo per entrare in un mondo sconosciuto, con una sola certezza in mente: dovevo trovare Alexander. Il cartello di benvenuto ufficiale nella citt di zia Libby dovrebbe dire: "Benvenuti a Hipsterville Gli abitanti sono tenuti a lasciare i pantaloni da golf ai confini della citt." La cittadina era un eclettico miscuglio di locali alla moda, negozi dell'usato dall'aria lussuosa e cinema indipendenti presidiati da ogni genere esistente di persone cool: hippy, artisti, dark e fashionisti. Non c'era discriminazione, tutti erano accettati, da quelle parti. Cominciavo a capire perch Alexander e Jameson potessero essere scappati proprio in quella localit. Non era lontana da Dullsville, ma permetteva loro di confondersi con l'eterogenea folla che ne animava le strade. Chiss come sarebbe stata la mia vita, se fossi stata accettata, invece che ostracizzata. Sarei stata tra i primi invitati a ogni festa nelle case "infestate" degli amici, avrei potuto aspirare al titolo di reginetta della festa di Halloween e avrei avuto il massimo dei voti nel corso di Tombe Storiche. Pap e zia Libby erano stati hippy, negli anni Sessanta, ma se pap si era trasformato in uno yuppie, Libby era rimasta fedele all'alternativa che c'era in lei. Si era trasferita a Hipsterville, si era laureata in drammaturgia e faceva la cameriera in un ristorante vegano, mentre aspettava di sfondare come attrice. Era sempre impegnata in qualche produzione avanguardista

o in un'installazione emotiva nel garage di qualche regista. Quando avevo undici anni, la mia famiglia l'aveva vista rimanere ferma su un palcoscenico per un tempo che ci era parso interminabile, vestita da gigantesco baccello di piselli, mentre declamava versi frammentari sulle sensazioni che provava in quanto legume che nasceva. Quando arrivai a Hipsterville, non fui sorpresa di constatare che Alexander non mi stava aspettando, ma fu strano scoprire che nemmeno mia zia era venuta a prendermi. Spero che non si presenti in ritardo anche per gli applausi di fine recita, pensai, mentre aspettavo alla fermata, sotto il sole cocente, accanto alla mia valigia. Dopo un bel pezzo, vidi il suo Maggiolone vintage entrare tossicchiando nel parcheggio. Come sei cresciuta! esclam, uscendo dall'auto per venire ad abbracciarmi. Per ti vesti sempre allo stesso modo. Ci contavo, per riconoscerti. La zia Libby aveva il volto giovanile, ravvivato da ombretto viola e rossetto rosa. Portava grandi orecchini a pendente rossi che si intonavano ai suoi capelli color foglie d'autunno, un abito senza spalline blu, impreziosito da perle bianche, e sandali di cuoio beige. Il suo calore mi contagi. Anche se avevamo gusti diversi, ci sentimmo subito legate come sorelle, e cominciammo a parlare di moda, musica e di film. Morso d'amore? mi chiese, quando le dissi cosa avevo guardato di recente. un po' come il Rocky Horror Pieture Show. Mi ricordo quando sono andata allo spettacolo di

mezzanotte e ho ballato nei corridoi per tutto il tempo. "Let's do the time warp again" cantava zia Libby, mentre i passanti ci guardavano incuriositi. Be', ma Morso d'amore non un musical la interruppi io, prima che qualcuno venisse a darci una multa per schiamazzi. un vero peccato. Be', allora devo assolutamente portarti in un posto disse, entusiasta, e mi port per mano appena dietro l'angolo, da Hot Gothics. Wow! esclamai, indicando un paio di stivali di cuoio e una felpa di neoprene nero percorsa da tagli paralleli. Questo posto l'avevo visto solo su internet. Ero nel paradiso dei dark e tutto era bellissimo! Magliette delle Wicked Wicca, fumetti di Hello Batty e finti tatuaggi macabri. La commessa capelli fucsia, viso pieno di piercing, calzoncini neri su leggings neri, scarpe dcollet con il tacco di otto centimetri e una camicia da meccanico grigia con su scritto "Bob" mi venne incontro. Aveva uno stile che a Dullsville si poteva vedere solo sui canali della TV via satellite. E invece di accogliermi come ero abituata, cio ignorandomi o trattandomi come se fossi stata una ladra, mi salut come si fa con le stelle del cinema nelle boutique di Beverly Hills. Posso aiutarti? Abbiamo un sacco di articoli in promozione. La seguii entusiastica per tutto il negozio, finch non ebbi esplorato tutti i vestiti esposti. Ero esausta. Se ti serve qualcos'altro, chiedi pure mi disse. Avevo le braccia ingombre di calze a rete, un paio di stivali fino al ginocchio e una

borsetta di Olivia Outcast. Libby prov una maglietta nera che diceva "Risucchiata da un vampiro". Sentii una stretta al cuore e mi si strinse lo stomaco. Te la voglio comprare insistette, portandola verso la cassa. Normalmente avrei urlato di gioia davanti a una maglietta come quella, ma quella scritta non faceva che ricordarmi che Alexander non c'era pi. Non devi. Certo che devo. Sono tua zia. La prendiamo disse, allungando alla commessa la maglietta e la sua carta di credito. Tenevo in mano il mio bottino dark. Ogni cosa mi ricordava Alexander. Questi li rimetto a posto dissi. Poi per mi venne in mente che sarei stata molto sexy con gli stivali e le calze a rete, se l'avessi ritrovato. Prendiamo tutto disse la zia, capendo i miei pensieri, mentre posava la merce sul bancone. Zia Libby viveva in una minuscola viuzza percorsa da un filare di alberi che nascondeva casette a schiera degli anni Quaranta; era un panorama molto diverso dalle moderne costruzioni suburbane del quartiere di Dullsville dove abitavo io. Il suo appartamento aveva una sola camera da letto ed era piccolo ma accogliente, con una personalit decisamente artistica. Tappeti a fiori, cuscini, sedie di vimini e potpourri alla lavanda erano gli elementi principali del salotto. C'erano

maschere veneziane appese alle pareti e lanterne cinesi che pendevano dal soffitto. Puoi dormire qui disse zia Libby, indicando un divano-futon a pois nel salotto. Grazie! dissi, contenta del mio nuovo alloggio. Sei stata gentile ad accettare di ospitarmi. Oh, ma io sono felicissima che tu sia venuta! disse lei. Appoggiai la valigia accanto al futon e gettai uno sguardo all'orologio dei Pink Floyd appeso sopra al finto caminetto antico, che era stato riempito di candele nuove. Avevo solo poche ore, prima del tramonto. Libby mi vers un succo di carota, mentre aprivo il bagaglio. Avrai fame mi disse, dalla sua minuscola cucina in stile art deco. Ti va una piadina all'avocado? Certo dissi, accomodandomi al tavolo da pranzo vintage ingiallito, con il suo portatovaglioli fatto di perline e una gamba pi corta delle altre. Scommetto che stasera hai un appuntamento galante dissi, mentre lei guarniva il mio panino con germogli freschi. Ma non ti preoccupare, io so badare a me stessa. Tuo padre non te l'ha detto? Forse voleva farti una sorpresa. Cosa doveva dirmi? chiesi, immaginando Libby che mi allungava un paio di ingressi VIP del Coffin Club. Ho una rappresentazione, stasera. Una rappresentazione? Non ero venuta fino a Hipsterville per starmene seduta in un garage per tre ore. in centro disse, fiera. Stasera faremo uno spettacolo privato per

gli anziani della citt, quindi temo che tu sarai la sola spettatrice senza i capelli bianchi. Per sono certa che ti piacer. Prese una busta attaccata al frigo con un magnete a forma di arcobaleno. La apr, ne prese un biglietto, e me lo offr. GLI ATTORI DEL VILLAGGIO PRESENTANO Dracula Gli Attori del Villaggio recitavano in un'ex scuola elementare. Il camerino delle attrici era un'aula che ancora aveva odore di gesso, e le cui grandi finestre erano state coperte con pesanti tendaggi. C'erano specchi al posto della lavagna, e una lunga toeletta piena di beauty case, fiori e biglietti di congratulazioni occupava lo spazio della cattedra. Mentre zia Libby si metteva il trucco di scena e si strizzava nell'abito vittoriano bianco, io facevo girare un vecchio mappamondo dimenticato in un angolo, posando un dito sulla Romania. Ovviamente, in altre circostanze, sarei stata felicissima di assistere a una rappresentazione di Dracula. Ci sarei andata tutte le sere, soprattutto per vedere mia zia nel ruolo di un'anziana ma di certo convincente Lucy. Avrei prenotato posti in prima fila. Ma perch restare a guardare un finto Dracula quando potevo vederne uno vero sorseggiare un Bloody Mary in fondo alla strada, al Coffin Club? Il direttore di scena grid nel corridoio: Cinque minuti! Abbracciai Libby e le dissi un in bocca al lupo sincero. Sperai che non facesse caso al mio posto vuoto, durante la recita, ma non

potevo lasciare che quel rischio mi fermasse; appena lo spettacolo fu iniziato, sgattaiolai fino all'uscita posteriore del teatro. Presi da parte un anziano usciere, a modo suo un autentico non morto. Da che parte, per il Coffin Club? Alcune persone passano tutta la vita a cercare la loro anima gemella. Io avevo appena un'ora e mezza per trovare la mia.

5 Il Coffin Club

Svoltai l'angolo e vidi qualcosa che non avevo mai visto prima: almeno dieci dark che aspettavano, in fila. Capelli raccolti in ciuffi appuntiti, bianchi e neri, con extension lunghe fino a terra, mantelli svolazzanti, stivali neri al ginocchio e vestiti in stile Morticia. Labbra, lingue e sopracciglia perforate da piercing e catene di metallo. Tatuaggi di pipistrelli, filo spinato e simboli esoterici coprivano le loro braccia, i toraci, le schiene e, in molti casi, tutta la pelle visibile. Sopra le teste dei tetri figuri in attesa, si vedevano le sagome al neon rosso di due bare che si stagliavano sui mattoni neri dell'edificio.

Impaziente come sempre, mi intrufolai davanti a una ragazza che si stava annodando i laccetti del corpetto medievale che le stringeva il petto. Un sosia di Marilyn Manson davanti a me si volt a squadrarmi. Sei di queste parti? Io credo che nessuno di noi sia di queste parti, se capisci cosa intendo risposi, con il tono di chi la sa lunga. Io sono Primus rispose, porgendomi la mano. Aveva le unghie pi lunghe delle mie. Io sono Raven dissi. E io sono Poison disse bruscamente una ragazza inguainata in uno stretto abito di raion nero a strisce rosse, prendendo la mano di Primus come se fosse cosa sua. La folla continuava ad avanzare. Primus e Poison fecero vedere i loro documenti e sgattaiolarono dentro. Un buttafuori con la maglietta di Nosferatu mi guardava, dando le spalle alla porta di legno a forma di bara che la sua stazza copriva del tutto. Gli feci vedere la mia carta d'identit, tutta fiera, ma quando inizi a studiarla con attenzione, sorridendo diabolicamente, sentii la mia sicurezza svanire e il cuore martellarmi nel petto. Sembra fatta ieri. Be', ti sbagli dissi io, guardandolo male. stata fatta oggi. Il buttafuori sorrise ancora di pi, poi scoppi a ridere. Non ti ho mai vista qui prima. Come, non ti ricordi di me? Ero quella vestita di nero. La battuta lo fece ridere ancora. Mi timbr il dorso della

mano con l'immagine di un pipistrello e mi mise un braccialetto a forma di filo spinato attorno al polso sinistro. Sei qui da sola? chiese. Spero di incontrare un amico. Un uomo di una certa et, calvo, con un mantello grigio. venuto qui di recente. L'hai mica visto? Il buttafuori scroll le spalle. Mi ricordo solo le ragazze disse. Ma se non lo trovi, io stacco appena prima dell'alba aggiunse, tenendo aperta la porta a forma di bara per lasciarmi passare. La oltrepassai e mi ritrovai in un girone infernale buio, affollato, pieno di fumo e di musica martellante. Dovetti fermarmi un istante per consentire ai miei occhi di abituarsi. I vapori del ghiaccio secco galleggiavano sulla folla come minuscoli fantasmi. Le pareti di cemento erano state dipinte di nero con le bombolette, ed erano decorate da pietre tombali al neon. Pallidi manichini con grandi ali di pipistrello pendevano dal soffitto, alcuni vestiti di cuoio, altri in completi vittoriani o vestiti d'epoca. Le porte dei bagni erano a forma di gigantesche lapidi; su una c'era scritto MOSTRI, sull'altra SPIRITELLI. Le bottiglie dietro al bancone del bar erano decorate con finte ragnatele. Un cartello appeso sotto a un orologio rotto diceva VIETATO L'AGLIO. Accanto alla pista da ballo c'era una specie di mercatino delle pulci dark, con gli articoli disposti su tavoli pieghevoli. Si poteva comprare di tutto, dai finti denti da vampiro, ai tatuaggi temporanei, alle letture dei tarocchi. Sulla pista incombeva una balconata,

alla quale si accedeva tramite una scala a chiocciola. Il pubblico, con amuleti riempiti di finto sangue al collo e i canini bene in vista, sembrava un misto di normali dark e qualche autentico pazzoide. Ma dando per scontato che ci fossero vampiri in quella parte del mondo, avrei giurato che qualcuno di essi si fosse mescolato a quella folla eterogenea, dove non avrebbe certo dato nell'occhio. La musica assordante dei Nightshade usciva dirompente dalle casse. Mi sentivo addosso gli occhi di tutti, mentre passavo. Diversamente da quando ignoravo gli sguardi sdegnati nei corridoi della scuola, o lo scherno delle maniache di Prada in centro, ero conscia del mio aspetto per un motivo assolutamente inedito: mi stavano guardando con ammirazione. Dark stupendi, dark spettacolari e perfino dark un po' nerd mi fissavano come se fossi stata una versione gotica di Paris Hilton, intenta a sfilare su una passerella medievale. Perfino le ragazze, che sfoggiavano magliettine attillate con la scritta SIN che lasciavano scoperte le loro concave pance piene di piercing mi scrutavano, marcando il territorio, come se qualunque altra femmina sola, vestita di nero e con gli occhi pesantemente truccati potesse minacciare il loro predominio sulla fauna locale. Mi ravviai i capelli nervosamente, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno. Erano veri vampiri, capaci di sentire l'odore di un umano? O solo dei dark che cercavano di riconoscere una loro simile? Mi feci largo fino al bancone del bar, dove un barista con i capelli lunghi, rossetto e ombretto sul viso stava ver-

sando liquore rosso in un bicchiere da martini. Cosa ti servo? mi chiese. Birra al sangue o un'Esecuzione? Prendo un'Esecuzione, ma fammela analcolica risposi, sicura di me. Devo guidare. Anzi, devo volare. Il tetro barman si concesse un sorriso. Prese due bottiglie di peltro dallo scaffale, e cominci a versarne il contenuto in un bicchiere a forma di Vergine di Norimberga. Fanno nove dollari. Posso tenere il bicchiere? chiesi. Avevo il tono di una bambina eccitata in un parco dei divertimenti, non di un'adolescente minorenne che cercava di fare la dura in un locale. Gli allungai un foglio da dieci. Tieni il resto dissi fiera, come avevo sentito dire a mio padre un migliaio di volte. Non ero neanche certa che fosse la mancia giusta. Bevvi un sorso del liquido rosso, che sapeva di succo di pomodoro. Hai visto un uomo pelato, con un mantello scuro, ieri sera? chiesi, gridando per sovrastare la musica. Ha fatto una telefonata da qui, dal club. Quel tizio viene tutte le sere. Sorrisi, felice. Davvero? Lui e una cinquantina di suoi sosia rispose, gridando a sua volta. Mi voltai. Aveva ragione. C'erano tante teste rasate quante capigliature appuntite. Lui per ha gli occhi inquietanti, e un forte accento romeno aggiunsi. Ah, quello l? chiese, indicando un uomo magro, calvo, ammantato in un mantello grigio, che parlava con una ra-

gazza vestita come Mercoled Addams, in un angolo. Grazie! Sgomitai fino alla mia preda. Jameson! esclamai, sfiorandogli la spalla. Sono io! Si volt, ma era pi giovane di quanto ricordassi: era solo truccato per sembrare vecchio. Scappai prima che potesse chiedermi di essere la sua compagna per l'eternit. Mi aggirai per il mercatino dark, pur non avendo il tempo per fermarmi a comprare amuleti di peltro, cristallo o argento, n di farmi leggere i tarocchi. Quando per passai davanti all'ultimo tavolo, un'indovina mi prese la mano per leggermela. Tu stai cercando l'amore mi disse. Una ragazza sola in un locale alla ricerca dell'amore? Ma dai? Be', dove si nasconde? la sfidai, gridando nel frastuono. Pi vicino di quanto credi rispose lei, misteriosamente. Mi guardai intorno, tra la folla. Dove? incalzai. L'indovina non disse niente. Le misi un paio di dollari in mano. Da che parte? le chiesi, ad alta voce. Lei mi guard negli occhi. Est. Il bar? Devi guardare qua dentro disse, e con l'altra mano si indic il cuore. Non mi servono massime lapidarie! Mi serve una mappa! mi lamentai, riprendendo la mia perlustrazione della stanza.

Mi fermai alla postazione del DJ. Hai visto un uomo calvo, qui, di recente? chiesi al DJ, che indossava un camice bianco da laboratorio, decorato con spruzzi di finto sangue. Chi? Hai visto un uomo calvo, qui, lo scorso weekend? ripetei. Lui fece spallucce. Forse indossava un mantello grigio. Chi? L'uomo che sto cercando! La musica era cos forte che nemmeno io mi sentivo. Chiedi a Romeo, al bar mi sugger lui. L'ho gi fatto! mi lamentai. Mentre tornavo verso il bancone del bar, vidi un tipo con capelli scuri, jeans e una maglietta grigio cenere appoggiato a una delle colonne corinzie che delimitavano la pista da ballo. Mi affrettai a raggiungerlo, il cuore che mi batteva a tutta forza. Alexander? Quando si volt, tuttavia, constatai che aveva pi di vent'anni, e che perfino la sua maglietta con su scritto MORDIMI puzzava di alcol. Scoraggiata, tornai ancora una volta verso il bar. Non era lui dissi a Romeo. Il tizio di cui ti parlavo, ha fatto una telefonata dal Coffin Club. Romeo si rivolse alla sua collega vestita da Elvira, che si stava mettendo una mancia nel reggiseno. Ehi, questa ragazza sta cercando un pelato che venuto l'altra sera disse.

Ha fatto una telefonata da qui. Ah, s, mi pare di ricordarlo disse lei. Davvero? mi intromisi, ansiosa. Me lo ricordo perch mi ha chiesto di usare il telefono. Non lo fa pi nessuno, ormai hanno tutti il cellulare. Ti ha detto dove alloggiava? No. Mi ha ringraziato e mi ha allungato venti dollari per avergli lasciato usare il nostro telefono. Era con qualcuno? chiesi, ansiosa di avere notizie su Alexander. Mi pare di averlo visto con un tizio che aveva il mantello da Dracula. Alexander? chiesi, eccitata. Sai mica se si chiamava Alexander Sterling? Romeo mi guard come se conoscesse quel nome, ma poi mi volt le spalle, per andare a pulire il bancone. Non c' stato il tempo per le presentazioni disse Elvira. Si interruppe per andare a occuparsi di un tale che sventolava una banconota. Allora Jameson era davvero stato l! E probabilmente anche Alexander, che aveva addosso il mantello dell'ultima volta che l'avevo visto. Mi guardai intorno, alla ricerca di segni che mi aiutassero a trovarlo. Probabile che Alexander trovasse quel posto totalmente finto. Forse tutti i presenti erano reietti dark, come me, ma poteva esserci anche qualche vero vampiro. Poi mi ricordai che il modo di notare un vampiro autentico era di non guardarlo.

Infilai una mano in borsetta e presi il portacipria di Ruby. Tutti gli zannuti frequentatori del club erano visibili riflessi nello specchio. Avevo bisogno di un nuovo piano. Misi via il portacipria e mi avviai verso la porta. Improvvisamente sentii una mano gelida sulla spalla. Mi voltai. Credo di sapere chi vuoi vedere disse Romeo. Ah, davvero? Seguimi. Camminavo vicina alla mia guida, mezza emozionata, mezza terrorizzata. Mi condusse su per la scala a chiocciola che portava alla balconata. Su un divano a forma di bara sedeva una figura in ombra; davanti a lui c'erano un grande calice e un candelabro, appoggiati su un tavolino tondo. La misteriosa figura alz lo sguardo verso di me. Sentii un brivido improvviso. Riuscii a malapena a sussurrare: Alexander La figura si avvicin al candelabro, lasciando che illuminasse i suoi tratti. Non era Alexander. Mi trovavo di fronte a un adolescente dall'aspetto enigmatico, il cui volto cadaverico, ma allo stesso tempo attraente, era quasi nascosto dietro a capelli bianchi con le punte rosse, come se fossero stati intinti nel sangue. Aveva tre anelli d'argento al sopracciglio, e un teschio di peltro pendeva dal suo orecchio sinistro. I suoi occhi seducenti mi studiavano, uno verde metallico, l'altro blu ghiaccio. Il bianco dei suoi occhi era percorso da una ragnatela di venuzze, come se fosse sveglio da giorni. La pelle aveva il colore della morte.

Aveva le unghie dipinte di nero, come le mie, e sfoggiava un tatuaggio sull'avambraccio, la parola POSSESSIONE. Ci volle tutta la mia forza di volont per distogliere lo sguardo dal suo, come se avessi dovuto infrangere un potente incantesimo. Mi sembri delusa disse, con voce suadente, costringendomi a guardarlo ancora. Ti aspettavi di incontrare qualcun altro? S. Cio no. Cerchi qualcuno con cui legarti per l'eternit? Qualcuno che non scappi via da te? Non quello che cercano tutti? risposi, secca. Be', forse sono la persona giusta per te. Credo che Romeo si sia confuso dissi. Cercavo qualcuno che ha fatto una telefonata da questo posto. Un uomo di una certa et, calvo. Davvero? Non si direbbe il tuo tipo. Mi sono chiaramente sbagliata Lo sbaglio di una persona pu essere il destino di un'altra. Io sono Jagger disse, con uno sguardo penetrante che mi fece ribollire il sangue. Si alz e mi porse una mano pallida. Io sono Raven, ma Stai cercando qualcuno che soddisfi i tuoi pi oscuri desideri. No, stavo cercando iniziai, ingenua. S? incalz Jagger, sorridendo malizioso. C'era qualcosa che non andava. Romeo non gli aveva gi spiegato chi stavo cercando? Ebbi un'intuizione. Jagger sembrava ansioso che io facessi un

nome. Devo proprio andare dissi, stringendo la borsetta come uno scudo. Ti prego, unisciti a me. Mi prese il braccio e mi attir a s, sul divano. Credo che tu e io abbiamo molte cose in comune. Magari la prossima volta Devo proprio andare Romeo, porta qualcosa da bere alla signorina ordin Jagger. Che ne dici di un Sentenza di Morte? il drink speciale di questo posto. Jagger mi si avvicin e mi scost delicatamente i capelli dalla spalla. Sei davvero bella disse. Evitai il suo sguardo, e strinsi la borsa che tenevo in grembo, mentre lui mi guardava. Sentii che quel seducente abitante della notte non era pi mio amico di quanto lo fosse Trevor. Senti, ti stai inizi, cercando di alzarmi, ma in quella arriv Romeo, con due calici. Al nuovo sangue disse Jagger, ridendo. Esitando, sfiorai il suo bicchiere con il mio. Lui fece un lungo sorso, poi attese che io facessi altrettanto. Da un individuo tanto sfuggente, potevo aspettarmi che nel calice ci fosse qualunque cosa. Devo andare dissi, alzandomi. Lui non la persona che credi disse. Esitai, quasi paralizzata da quelle parole. Non so di chi stai parlando risposi, e mi voltai per andarmene. Lo troveremo insieme disse Jagger, e si alz dal divano, per sbarrarmi il cammino.

Ammicc, poi sorrise, snudando lunghe zanne da vampiro che scintillavano alla luce delle candele. Feci un passo indietro, poi mi resi conto che al Coffin Club tutti avevano i canini aguzzi. C'era un solo modo per capire chi o cosa Jagger fosse. D'accordo. Ti lascio il mio numero dissi, dandogli le spalle. Infilai una mano in borsa e tenni il portacipria in modo che lui non lo vedesse. Devo solo trovare una penna. Mi tremavano le dita, mentre aprivo il portacipria di Ruby e lo orientavo verso di lui. Chiusi gli occhi ed esitai un istante. Feci un respiro profondo e li riaprii. Ma Jagger era gi scomparso.

6 Grazie a dracula

Tornai al teatro degli Attori del Villaggio in tempo per il finale. Corsi dietro alle quinte, dove una preoccupatissima Lucy mi accolse nei camerini. Non ti ho vista in sala! disse zia libby, con un tono sorprendente simile a quello di mia madre. Non dovresti concentrarti sullo spettacolo? E come facevo a concentrarmi, dopo aver visto che il tuo posto era vuoto? scatt lei. Una signora, seduta accanto a me, mi si addormentava addosso di continuo inventai, Cos mi sono spostata in ul-

tima fila. Ma tu sei stata fantastica! Allora l'hai visto rispose lei, sollevata. Ma certo! La abbracciai forte. Neanche un vampiro infuriato mi avrebbe potuto distrarre. Giocherellai con la sua valigetta del trucco mentre lei andava incontro ad alcuni fan nel corridoio. Non riuscivo a smettere di pensare al mio incontro con Jagger. Avevo forse incontrato un secondo Dracula? Oppure era solo un adolescente tatuato smanioso di uscire con una ragazza? Voglio farti conoscere Marshall disse zia Libby, rientrando in camerino. Io stavo guardando dalla finestra, verso una figura in ombra che si aggirava nel vicolo buio, nei pressi del cassonetto. Raven! disse zia Libby, scantandomi. Mi voltai e vidi la versione di Dracula degli Attori del Villaggio, un uomo di mezza et malnutrito, incipriato, con i capelli grigi pettinati all'indietro, labbra troppo rosse che sembravano quelle di un pagliaccio e gigantesche unghie finte. Indossava un tradizionale mantello di satin. Come faceva un uomo avanti negli anni e senza carisma a interpretare il sensuale, seducente Dracula? Doveva essere un ottimo attore. Vorrei presentarti la tua pi grande fan gli disse zia Libby. Stavo ancora pensando alla figura che avevo visto dalla finestra. Zia Libby, credo che dovremmo iniziai. Sono venuto a succhiare il tuo sangue! disse Dracula con voce cavernosa, avvicinandosi. Dovetti impegnarmi per non alzare gli occhi al cielo. Fino a non molto tempo prima, incontrare

un attore che interpretava il ruolo di Dracula in una produzione professionale sarebbe stato il punto pi alto della mia esistenza. Mi sarei comportata come una groupie urlante, in sua presenza, e avrei incorniciato il suo autografo per appenderlo in camera mia. Ma ormai era come incontrare la versione da centro commerciale del coniglietto pasquale. Libby mi ha parlato tanto di te prosegu Dracula. Piacere di conoscerla dissi. Stavamo proprio per Dai, siediti sugger zia Libby, offrendo una sedia pieghevole al suo collega. Tua zia mi ha detto che sei appassionatissima di vampiri disse lui, drappeggiando il mantello sulla sedia, prima di accomodarsi. A dire il vero sono fidanzata con un vampiro, avrei voluto dire. Sei gi stata al Coffin Club? mi chiese. troppo giovane gli ricord zia Libby, mentre si sedeva davanti alla toeletta per togliersi il trucco di scena. E lei c' stato? chiesi io, curiosa. S, ma solo per documentarmi. E ha notato niente di strano? mi informai, provetta investigatrice. Oh, tutto strano, in quel posto disse lui, ridendo. Ci sono ragazzini con mantelli medievali e denti da vampiro, spuntoni di metallo che gli perforano labbra e sopracciglia, amuleti di sangue appesi al collo. Credo di essere stato la sola persona sopra i trent'anni. Eccetto forse un tipo. Pi vecchio di lei? Be', so che pu sembrarti strano Non volevo dire Lo so. Anche lui per era particolare, ma

non alla mia stessa maniera. Lui avrebbe potuto recitare il ruolo di Renfield. Mister Spavento? mi sfugg. Voglio dire, faceva paura? In un certo senso s. Mi resi conto, purtroppo, che era il Dracula da baraccone con il quale stavo parlando che Elvira aveva visto parlare con Jameson, e non Alexander. Era un tipo eccentrico prosegu Marshall. Mi ha chiesto se conoscevo manieri abbandonati nella zona. Dovevano essere isolati, vicino a un cimitero, e con una soffitta. E ce ne sono? Io adoro le vecchie case. Gli ho confessato che ero il protagonista di Dracula disse Marshall, fiero, e che ero stato alla Societ Storica per documentarmi su magioni e cimiteri locali. Gli ho spiegato che la societ una fonte di informazioni migliore di qualunque agenzia immobiliare. Dracula si alz per andar via. Mi ha fatto piacere conoscerti. Riuscivo ancora a vedere la figura che si muoveva tra le ombre, dalla finestra parzialmente oscurata. Quando mi voltai verso zia Libby, che stava ringraziando Marshall per la visita, vidi i loro riflessi nella specchiera, come pure il riflesso della finestra. Il vicolo appariva vuoto. Ma quando mi voltai nuovamente verso la finestra, vidi ancora quella figura. Alexander?

Mi diressi rapidamente verso la porta, oltrepassando il finto Dracula, che stava per uscire a sua volta. Raven mi riprese zia Libby. Scusi iniziai. Credo di aver visto uno dei suoi fan, fuori. Vado a vedere se la vogliono conoscere! Uscii, raggiunsi il cassonetto maleodorante, accanto al quale c'erano alcune vecchie sedie antiche e arredi di scena rovinati. In alto, le scale antincendio. Quando arrivai davanti alla finestra del camerino, non c'era pi nessuno. Delusa, mi aggirai per il vicolo alla ricerca di tracce nella viuzza deserta. Un oggetto luccicante, sull'asfalto percorso da crepe nei pressi della finestra attir la mia attenzione. Mi avvicinai, e vidi un orecchino di peltro a forma di teschio, in una pozzanghera. Mi pareva di ricordare di aver visto qualcuno indossare un orecchino simile, ma Alexander aveva orecchini d'acciaio. Poi mi venne in mente era Jagger. Mi guardai intorno, per assicurarmi che la via fosse libera. Presi l'orecchino, me lo misi in borsa e tornai di corsa nel teatro. Zia Libby e io raggiungemmo la macchina insieme ad altri membri della compagnia. A ogni passo avevo la sensazione che qualcuno mi stesse osservando. Alzai lo sguardo e vidi un piccolo oggetto nero pendere dal filo telefonico che attraversava il vicolo.

Ma quello un pipistrello? chiesi, mentre la zia apriva la portiera del passeggero. Non vedo niente disse lei. Lass. Glielo indicai. Zia Libby si sforz di guardare. Sono sicura che un uccello comment. Ma gli uccelli non pendono a testa in gi dissi io. Mi stai spaventando! si lament, affrettandosi a riguadagnare il lato di guida del Maggiolone. Che fosse Alexander? O i miei sospetti su Jagger erano giusti? Quando la zia ebbe avviato il motore, mi voltai a guardare il filo. Non c'era pi nulla, attaccato. Cosa stai facendo? mi chiese zia Libby, di ritorno al suo appartamento da single, quando vide che stavo accendendo tutte le luci. Intendi pagarla tu, la bolletta di questo mese? Mi seguiva, spegnendole una dopo l'altra. Dobbiamo tenerle accese dichiarai. Tutte quante? Pap non te l'ha detto? Ho paura del buio. Mi guard, scettica. Tu? Una ragazza che campeggia la notte nei cimiteri? Non aveva tutti i torti, ma non potevo confessarle il mio segreto pi oscuro. Lo spettacolo mi ha inquietata davvero dissi, invece. Siete stati cos convincenti che ho la sensazione che potrei essere morsa in qualunque momento. Davve-

ro ti sembrato credibile? chiese, sorpresa. Annuii con decisione. Be', io preferisco la luce di candela disse. Accese alcuni ceri votivi e li dispose per tutto il salotto. L'appartamento cominci a odorare di rose, e la luce delle fiammelle proiettava ombre inquietanti dalle maschere veneziane. Possibile che avessi davvero incontrato un secondo ragazzo-vampiro? Forse Jagger temeva che avessi notato l'assenza del suo riflesso nello specchietto del portacipria. Forse si era appostato nel vicolo per tenermi d'occhio, e si era appollaiato sul filo del telefono quando ero uscita. Feci un respiro profondo, rendendomi conto che mi stavo facendo spaventare come quel pavido pettegolo di Trevor Mitchell. Avrei dovuto passare il tempo a pianificare le mie ricerche per rintracciare Alexander, invece di sospettare di un semplice mortale con i capelli bianchi. Magari Jagger aveva perso l'orecchino mentre tornava a casa dal Coffin Club. La sagoma che avevo visto poteva essere qualcuno che era andato al club e che si era fermato accanto al cassonetto tornando a casa, dopo aver bevuto qualche Esecuzione di troppo. Presi il telefono a forma di lampada lava di zia Libby e chiamai i miei genitori. Pronto? rispose Billy Boy. Sono io. Ci sono mamma e pap? Sono dai vicini. Sono andati a vedere il neonato dei Jenkins rispose. E ti hanno lasciato solo? lo presi in giro io. Piantala.

Be', sta' lontano da camera mia e da quello che c' dentro lo avvertii, avvolgendomi le spire del filo del telefono attorno alle dita. Ho gi letto uno dei tuoi diari. Spero per te che tu stia scherzando! "Alexander mi ha baciato!" disse, con vocina da femmina. Poi gli sentii sfogliare delle pagine. Smettila subito di "Trevor aveva ragione" continu. "Alexander davvero un vampiro." Rimasi paralizzata. Come aveva fatto a trovare uno dei miei diari? Chiudilo subito! gridai. Non un diario. un racconto che sto scrivendo per la professoressa di inglese! Be', hai fatto un sacco di errori di ortografia. Chiudilo adesso, Piccolo Nerd! Chiudilo o torno a casa e ti sciolgo tutti i videogame! Calmati, lagna. Sono in camera mia, e sto sfogliando il mio libro sulla NASA confess. Credi che abbia voglia di addentrarmi nel casino di camera tua? Potrei perdermi per giorni! Lo sapevo dissi, con un sospiro di sollievo. Be', di' alla mamma che ho chiamato. Ero stupefatta dalla precisione con la quale Billy Boy aveva indovinato il contenuto del mio diario. Forse avrebbe dovuto leggere la sfera di cristallo al mercatino del Coffin Club. Ah, ha chiamato qualcuno per te disse, all'improvviso. Becky?

No. Un ragazzo. Trattenni il respiro. Alexander? Non ha detto il nome. Quando gli ho detto che non eri a casa, ha riattaccato. Hai controllato il numero con l'identificativo del chiamante? Aspettai un'eternit mentre lui controllava. Numero fuori area disse, alla fine. Se richiama, chiedigli chi dissi. E poi chiamami subito! Zia Libby stava mangiucchiando carote intinte nell'hummus, seduta per terra, su un cuscino di velluto viola. Ero troppo agitata per mangiare. Parlami del tuo ragazzo mi disse, come se avesse letto i miei pensieri. Be', un tipo dark, come me risposi, accennando alle caratteristiche di Alexander che non erano un segreto. Ed meraviglioso! Che aspetto ha? Splendidi capelli neri, lunghissimi. Occhi profondi e sognanti. pi alto di me, pi o meno della tua statura. Magro, non esile ma nemmeno muscoloso come uno che passa la vita in palestra. terribile che se ne sia andato aggiunsi, ricordandomi il biglietto d'addio. Ti ha lasciato? No, partito per le vacanze di primavera. Dovevo rimediare alla frase di troppo che avevo detto. andato a trovare la famiglia. Mi fa piacere che tu abbia conosciuto qualcuno di speciale, e con il quale hai tanto in comune. Dev'essere difficile, per te, passare i tuoi anni migliori in quel paesino. Mi face-

va piacere che Libby capisse come ci si sentiva a essere diversi. Lei stava meglio a Hipsterville. Forse anche Alexander stava solo cercando un posto dove poter essere se stesso. Zia Libby, posso farti una domanda personale? Ma certo. Tu ci credi, ai vampiri? Rise. Pensavo che volessi farmi qualche domanda sul sesso. Rimasi seria. Ci credi? Una volta sono uscita con un tipo che teneva una fialetta appesa al collo. Diceva che era sangue, ma faceva odore di sciroppo di fragola. Ti ha spaventata? A dire il vero mi facevano pi paura quelli che giuravano di non essere vampiri disse, scherzando. Credo che dovremmo andare a dormire. Abbiamo avuto una lunga giornata disse, soffiando sulle candele votive e riponendo le carote. Sono felice che tu sia qui disse poi, abbracciandomi. Anche io. Non appena zia Libby and in camera sua, rifeci silenziosamente il giro dell'appartamento e riaccesi le luci, tanto per stare pi tranquilla. Mi sdraiai sul futon, mi infilai sotto le coperte, e chiusi gli occhi. Improvvisamente percepii un'ombra su di me. Strizzai gli occhi. Immaginai Alexander in piedi davanti a me con un mazzo di fiori, che mi implorava di perdonarlo per essersene andato senza dirmi niente. Poi pensai che poteva essere Jag-

ger, in procinto di affondarmi i denti nel collo. Aprii gli occhi lentamente. Zia Libby! gridai, sollevata. Sempre spaventata? mi chiese, i pugni sui fianchi. Puoi lasciare accesa la luce del salotto, se vuoi. Libby spense tutte le altre luci e torn in camera, ignara del fatto che stavo cercando di difendermi da un vampiro adolescente tutt'altro che benintenzionato. Mi tirai le coperte nuovamente fin sopra al viso, senza riuscire a scrollarmi di dosso la sensazione che qualcuno mi stesse osservando. Cercai di calmarmi pensando ad Alexander. Ripensai a quando ero stata sdraiata sull'erba con lui, nel cortile dietro al Maniero, a guardare le stelle, con le dita intrecciate alle sue. Sentii un rumore stridente provenire dalla cucina. Dovevo essere la sola ragazza al mondo che, sentendo un rumore di quel tipo, sperava che fosse un topo. Mi immaginai ancora al Maniero, il cielo buio rischiarato dal bagliore intrappolato nelle nubi, l'odore della sua acqua di colonia mentre Alexander mi baciava. Ma quando avrebbe dovuto bisbigliarmi all'orecchio, sentivo solo quel suono stridente. Decisi di affrontarlo, e mi incamminai verso la cucina, i passi attutiti dai calzini neri. Un topolino bianco che mi sgattaiolava tra i piedi non sarebbe stato un problema. Accesi la luce di cucina. Il suono sembrava venire dall'esterno. Spostai la tendina sopra al lavello, aspettandomi di vedere il volto pallido di Jagger che mi fissava. Invece era solo un ramo che sfiorava il vetro, mosso dal vento. Tanto per

stare tranquilla, aprii il mio contenitore ermetico e misi una testa d'aglio sullo stipite della finestra, sopra il futon.

7 La societ storica

Il mattino seguente, fui svegliata di soprassalto dalla musica dei Doors. Il sole splendeva attraverso le finestre spalancate, salutando il mio mal di testa. Ero esausta, dopo il viaggio in autobus a Hipsterville, le ricerche di Alexander e la visita notturna al Coffin Club. Guardai fuori, e il mondo dei mortali pareva sempre lo stesso di sempre. Jeep parcheggiate una accanto all'altra. Mammine che spingevano carrozzine chic. Uccelli appollaiati sui fili del telefono. Ma il sole del mattino gettava nuova luce sugli eventi della serata. Forse la mia avventura al Coffin Club era stata solo un sogno e Jagger solo un parto della mia immaginazione notturna.

Mi alzai dal futon ridacchiando tra me, pensando alla fantasia dei miei sogni, poi vidi qualcosa sulla scarpiera di legno di zia Libby, accanto ai miei braccialetti. L'orecchino a forma di teschio di Jagger. Non era stato solo un sogno. Lo presi tra le dita. Le sue orbite vuote sembravano fissarmi. Se Jagger era davvero un vampiro, mi domandavo cosa quel teschio avesse visto, appeso al suo orecchio. Aveva assistito ai suoi morsi rapinosi, ai danni di povere ragazzine inermi? Aveva forse visto anche Alexander? Mi rammentai che stavo giudicando Jagger come Trevor aveva giudicato Alexander. Trevor aveva sparso la voce che gli Sterling fossero vampiri, non perch sapesse la verit su di loro, ma perch voleva renderli protagonisti di uno scandaletto locale. Io stavo saltando a conclusioni affrettate su Jagger allo stesso modo, pur non sapendo come stavano veramente le cose. Dovevo concentrarmi sul vero motivo della mia visita a Hipsterville: stavo cercando un vero vampiro, non un aspirante tale. Ricordai cosa mi aveva detto il Dracula del Villaggio. Dovevo andare alla Societ Storica non appena apriva. Trovai zia Libby in cucina, che preparava le uova. Buongiorno, tesoro mi disse. Hai dormito bene? Come una bimba. Mi sorprende disse, interrompendomi. C' un odore strano, in salotto disse, spegnendo il fornello e mettendo il tegamino su un altro fuoco.

La mamma mi ha preparato uno spuntino per il viaggio in autobus dissi, seguendola in salotto. Forse qualcosa andato a male. Mi sembra che venga da l disse lei, indicando la finestra sopra al futon. Alz la veneziana rotta prima che io potessi fermarla. L'ho trovato per terra ieri sera, quando sono andata in bagno improvvisai. Pensavo che fosse una conchiglia. Mi fermai, in attesa della sua risposta. Mi guard con aria scettica. Okay, dopo lo spettacolo di ieri, non riuscivo a prendere sonno aggiunsi. Ma credevo che i vampiri ti piacessero. S, ma non se entrano dalla mia finestra. Mi ricordi tuo padre quando era ragazzo. Gli piacevano i film dell'orrore, ma credo che abbia dormito con la luce accesa fino alla maggiore et disse. Allora mi sa che ereditario dissi, togliendo l'aglio dallo stipite della finestra e rimettendolo nel contenitore ermetico. Se vuoi lo butto via io disse la zia, protendendo una mano verso di me. Vorrei tenerlo dissi, rimettendo il contenitore nella borsa. Fino alla maggiore et. Zia Libby rise, e io la seguii fino in cucina. Ho fatto una lista di cose che potremmo fare mi disse, mentre cominciavamo a fare colazione. Potremmo cominciare andan-

do al museo d'arte moderna. C' una mostra di Edward Gorey che secondo me ti piacerebbe. Poi possiamo pranzare al diner Nifty Fifties; fanno un cheeseburger al bacon favoloso. Ovviamente io non l'ho mai mangiato, ma ne ho sentito parlare. Dopodich potremmo andare in cerca di cose vecchie in centro. Poi c' il mio spettacolo, ma se ti va puoi restare dietro le quinte. Temo che se lo rivedessi, ti spaventeresti troppo disse, canzonandomi. Che ne dici? Vorrei andare alla Societ Storica proposi. Per via della tua chiacchierata sui manieri con Marshall? tir a indovinare lei. Pensavo di fare una ricerca per il corso di storia. Durante le vacanze di primavera? Non preferiresti magari fare un picnic al cimitero, invece? chiese, posando la tazza del caff. Ottima idea! Facciamo entrambe le cose. Stavo scherzando precis lei. Ci mettemmo quasi tutta la mattinata a fare la doccia, vestirci e prepararci. Libby era l'opposto assoluto di mio padre. Tanto lui era preciso e ordinato, tanto lei era casinista e perditempo. Lui arrivava al cinema un quarto d'ora prima dell'inizio, lei era fortunata se trovava posto prima che finissero i titoli di testa. Non mi riusc di convincere zia Libby a fare un cestino di panini al tofu avvolti in tortilla, da mangiare seduti su tombe vuote, ma la convinsi a scambiare la visita al museo con quella alla Societ Storica. Presi dalla valigia il mio dia-

rio di Olivia Outcast e me lo misi nello zainetto, poi finalmente varcammo la porta di casa. *** La Societ Storica di Dullsville si trovava in una chiesa dall'aria non infestata, una costruzione del tardo diciannovesimo secolo. Ci ero stata, una volta, durante un'uscita scolastica, e avevo passato quasi tutto il tempo a studiare le tre lapidi nel cimitero adiacente, finch un insegnante non mi aveva trovata e mi aveva riportata tra gli altri, minacciando di chiamare i miei genitori. La Societ Storica di Hipsterville si dimostr subito pi interessante, anche perch aveva la sede in due antiche carrozze ferroviarie Pullman, parcheggiate alla vecchia stazione ferroviaria. Potei rovistare tra collezioni di fotografie di case vittoriane, menu originali del Joe's Eats e lettere dei primi abitanti della citt. Dalla seconda carrozza a un certo punto comparve una donna che indossava un pantacollant verde acido con sandali coordinati e una testa di capelli rossi acconciati in una vaporosa pettinatura anni Sessanta. Posso aiutarvi? mi chiese. Mia nipote in visita, e vorrebbe fare una ricerca sui manieri storici spieg zia Libby, scrutando alcune foto in bianco e nero di vecchi tram, appese attorno alla leva del freno d'emergenza. Be', siete venute nel posto giusto rispose la donna, prendendo un libro da una mensola.

Mi interessano le propriet abbandonate nei pressi dei cimiteri. La donna mi guard come se fossi un fantasma. Che strano. L'altro giorno un signore mi ha chiesto la stessa identica cosa! Davvero? chiesi, sorpresa. Era Marshall Kenner? si inform zia Libby. Sa, il protagonista di Dracula. No, Marshall venuto a inizio del mese. Era un signore distinto, arrivato da poco in citt. Rizzai le orecchie. Prese diversi altri libri e li sfogli, mentre zia Libby faceva il giro del piccolo museo. Ecco il Maniero Landford indic la donna. all'estremo nord della citt. E la Tenuta Kensley, a est. Studiai le fotografie, cercando di capire quale avrebbe scelto Tameson. Niente di ci che vedevo ricordava il Maniero di Benson Hill, neanche alla lontana. A quale era interessato quel signore? sussurrai. Mi guard, incuriosita. Dovresti fare la ricerca su ci che piace a te. Riguardai tutte quelle dimore, una pi signorile dell'altra. Annotai i nomi e gli indirizzi sul retro del volantino della Societ Storica, rendendomi conto, mentre lo facevo, che ci avrei messo anni di vacanze di primavera, per visitarle tutte. Stavo per chiudere il libro, quando notai il margine di un segnalibro spuntare tra due delle ultime pagine. Aprii in quel punto, e mi si mozz il fiato. C'era la foto in bianco e nero di una grande residenza ottocentesca. Il cancello di fer-

ro battuto circondava il corpo principale della casa, in cima al quale si vedeva la minuscola finestra della soffitta. Immaginai i fantasmi nascosti dietro alle tende, troppo timidi per lasciarsi fotografare. Sotto alla fotografia c'era scritto: "Maniero Coswell". E questa cos'? chiesi alla donna, che stava riordinando i volumi sullo scaffale. Gett uno sguardo verso la foto. Non te ne ho parlato perch proprio in periferia. Ed abbandonata da anni. E perfetta dissi. Strano. la stessa cosa che ha detto quel signore. La donna annot un indirizzo e me lo diede. Si trova a Lennox Hill, in fondo alla strada provinciale. Depositai una donazione nella cassetta a sostegno della Societ, e poi ce ne andammo. Sei stata carina disse la zia, mentre raggiungevamo la macchina, per andare a pranzare al diner Nifty Fifties. Ti assicuro che le avrei dato i miei risparmi per il college, se avessi potuto.

8 Che razza di maniero

Mentre zia Libby radunava il necessario per andare in teatro e il sole terminava la sua traiettoria nel cielo, io me ne stavo a gambe incrociate sul futon, e prendevo appunti sul diario. La mia inchiesta era quasi completa. Nel giro di poche ore avrei trovato Alexander. Dovevo fargli capire che lo amavo, a prescindere da cosa o chi era, cos saremmo potuti tornare a Dullsville per stare insieme. Poi mi domandai cosa significasse di preciso. Mi avrebbe chiesto di essere come lui in tutto e per tutto? E se avessi

dovuto scegliere, avrei realmente voluto vivere come le creature che avevo sognato per tutta la vita? Per placare la mia ansia, presi qualche appunto: Aspetti Positivi dell'Essere un Vampiro - Risparmiare sulla bolletta della luce. - Poter dormire fino a tardi molto tardi. - Non doversi preoccupare di fare una dieta povera di carboidrati. Sei sicura di voler restare da sola? mi chiese zia Libby, che aveva in mano il beauty case. Ho sedici anni. I tuoi genitori ti lasciano mai da sola? Mi avrebbero lasciato anche fare la baby sitter fin dai dodici anni, se qualcuno a Dullsville me l'avesse chiesto. Be', c' un sacco di cibo nel frigo mi disse, dirigendosi alla porta. Ti chiamo nell'intervallo, per sentire come te la passi. Zia Libby era molto serena sul proprio stile di vita, ma quando ero sotto al suo tetto si comportava proprio come mio padre. Immaginai che avrebbe abbandonato il suo stile di vita hippy e si sarebbe data una regolata come pap, se avesse avuto dei figli anche lei. Indossai subito gli indumenti Hot Gothics che mi ero portata: pantacollant a righe bianche e nere e un miniabito nero strappato che rivelava una camicetta rosso sangue. Mi misi il solito rossetto nero e l'ombretto color fumo. Avevo

appena appena il tempo di applicarmi un finto tatuaggio a forma di rosa rosa sul collo. Controllai che il contenitore dell'aglio fosse chiuso ermeticamente, perch non volevo esporre Alexander alla mia arma di difesa contro i vampiri. Devo essermi spazzolata i capelli e sistemata le extension rosse un milione di volte, prima di varcare la soglia e andare ad aspettare l'autobus numero sette. Al passaggio di ogni numero undici o sedici, cominciavo a camminare, spazientita. Proprio quando stavo per tornare a casa della zia per chiamare un taxi, vidi il numero sette svoltare sulla via e avvicinarsi lentamente. Ansiosa, salii sull'autobus affollato da un eterogeneo miscuglio di persone ben vestite e artistoidi eccentrici, infilai le monetine nella macchinetta e afferrai uno scivoloso palo d'alluminio. Mi ci appesi come se ne dipendesse la mia stessa vita, cercando di non perdere l'equilibrio e allo stesso tempo di non sbattere contro gli altri passeggeri, tra uno scossone e l'altro. Non appena il numero sette raggiungeva il limite di velocit, cominciava a rallentare, perch era arrivato a un'altra fermata. Guardai l'orologio: forse andando a piedi avrei fatto prima. Dopo aver fatto scendere qualche decina di passeggeri e averne caricati altrettanti, l'autista gir l'angolo e pass oltre la mia destinazione: Lennox Hill Road. Corsi verso la parte anteriore dell'autobus. Ha passato Lennox Hill Road! dissi, in preda al panico, mentre l'autista continuava ad accele-

rare. Perch l non c' nessuna fermata mi disse, guardandomi nello specchietto. Ma io devo andare l protestai. Io mi fermo solo alle fermate disse, monocorde, senza alcuna intenzione di rallentare. Se salire a bordo costa un dollaro e cinquanta, quanto costa scendere? Sentii diversi passeggeri ridere, dietro di me. Tira la corda disse una donna, indicando una funicella sospesa orizzontalmente sopra ai finestrini laterali. Io allungai una mano e tirai la corda con tutta la mia forza. Qualche istante dopo, l'autista rallent e accost al lato della strada. La vedi quella? mi chiese, indicando un cartello quadrato su un palo, con il numero sette scritto sopra, in grande. Quella una fermata. Lo guardai male e saltai gi, schivando una coppia d anziani che stavano salendo. Corsi lungo la strada che l'autobus aveva appena percorso in senso opposto e raggiunsi Lennox Hill Road. Svoltai l'angolo e mi trovai a camminare accanto a magnifiche magioni dall'aspetto lussuoso, davanti alle quali c'erano curatissimi prati verdi e fiori gialli e viola, finch non vidi un cortile incolto, invaso dalle erbacce. In mezzo c'era una casa in rovina, alla fine di un freddo e spoglio vialetto senza uscita. Sembrava che un nuvolone gonfio di pioggia vi stazionasse sopra. Ero finalmente arrivata al maniero gotico che stavo cercando. I rugginosi battenti del cancello di ferro battuto erano sormontati da imponenti doccioni. Davanti alla facciata c'erano cespugli che crescevano

indisciplinati. L'erba morta scricchiolava sotto ai miei stivali. Al centro del prato c'era a vasca per l'acqua degli uccelli spezzata in due. Muschio ed edera crescevano sul tetto come un macabro pupazzetto Chia. Camminavo su un sentiero di pietre scheggiate, che portavano a una porta di legno ad arco. Afferrai il batacchio a forma di drago, che si stacc, restandomi in mano. Imbarazzata, lo nascosi rapidamente sotto a un cespuglio. Bussai una seconda volta. Mi domandai se dall'altro lato della porta ci fosse Alexander, pronto ad accogliermi con un mega bacio. Ma nessuno venne ad aprire. Picchiai con il pugno sul legno finch non sentii la mano pulsare. Girai il pomolo arrugginito della porta e provai a spingere, ma era chiusa a chiave. Mi intrufolai tra il muro e i cespugli lungo la facciata del maniero. Le finestre erano chiuse con assi di legno inchiodate, ma avevo notato una fessura. I soffitti nel salone del maniero erano cos alti che fui sorpresa di non vedere nuvole sfiorare le travi; un fantasma aveva tutto lo spazio che voleva, l dentro. Nessuno l'avrebbe notato. Per quanto potevo vedere, le pareti del salone sembravano spoglie e vuote quanto la stanza stessa. Frustrata, raggiunsi la fiancata dell'edificio e scoprii un ingresso di servizio. Girai la maniglia della piccola porta di quercia, ma anche quella era chiusa a chiave. Con il cuore che pulsava all'impazzata, corsi sul retro della casa. Pochi

gradini sbrecciati portavano a una sola, sudicia finestra. Non era coperta da assi, cos potei avvicinare il viso al vetro. Non c'era niente di insolito. Vidi qualche scatolone, una polverosa rastrelliera di utensili, e una vecchia macchina da cucire. Cercai di aprire la finestra, ma era bloccata. Risalii i gradini e mi piazzai in mezzo al prato. Salve! dissi. Jameson? Alexander? Solo il latrato del cane dei vicini rispose al mio richiamo. Alzai lo sguardo verso la sola finestra della soffitta. Un albero privo di foglie pendeva verso il maniero e uno dei rami si protendeva proprio fino a sotto quella finestra. La grande quercia sembrava vecchia di secoli, aveva il tronco largo quanto una casa e le radici ghermivano il terreno come immense zampe di ragno. Ero abituata ad arrampicarmi, oltre le cancellate del Maniero o sui meli del giardino di Becky, ma scalare un albero di quelle dimensioni mi sembrava come affrontare le vette dell'Everest al buio. Con i miei anfibi e il miniabito, posai un piede sul ramo pi basso, e ci issai il mio peso. Continuavo a salire di buona lena, rallentando solo per riprendere fiato o quando dovevo cercare tentoni un ramo pi in alto, tra quelli che si nascondevano alla luce della luna. Stanca ma determinata, scivolai di lato lungo il ramo che passava sotto alla finestra della soffitta. Una spessa tenda nascondeva quasi tutta la stanza alla vista, ma riuscii a vedere qualcosa. Distinguevo una scatola vuota e una sedia di legno. Poi vidi la cosa pi stupefacente che avrei potuto trovare: in un angolo c'era il ritratto che Alexan-

der mi aveva fatto, quello nel quale avevo il vestito del Ballo della Neve. Con la borsa a forma di zucca appesa a un braccio, era una Raven a due dimensioni, quella che mi sorrideva, mostrando finti denti da vampiro. Alexander! chiamai. Cercai di picchiettare il vetro con le dita, ma non riuscivo a raggiungerlo. Alexander! gridai nuovamente. Sentii il cane abbaiare pi forte. Alexander! Jameson! strillai, con tutto il fiato che avevo in gola. Proprio in quel momento, il vicino apr la porta posteriore di casa sua e usc sul patio. Aveva il fisico di un lottatore professionista. Ehi! Ragazzini! Che ci fate di nuovo qui? esclam. Cosa succede, Hal? chiese una donna minuta, sporgendosi fuori dalla porta. Ci sono ancora quei ragazzini che giocano nella casa accanto le disse lui. Ora chiamo la polizia! berci, mentre prendeva un cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni. Io scesi rapidamente dall'albero, visto che non volevo ritrovarmi stretta in una presa di wrestling o, peggio, in manette. E poi non volevo che i tutori dell'ordine arrestassero Alexander e Jameson, costringendoli a cercare un'altra casa, con il rischio che decidessero di tornare davvero in Romania. Quando arrivai al ramo pi basso, con la coda dell'occhio vidi qualcosa spostare la tenda della finestra della soffit-

ta. Mi fermai e mi spostai per guardare meglio. Ma la tenda era di nuovo immobile. Improvvisamente, un dobermann color cioccolato usc dalla casa del vicino, scese i gradini del patio e cominci ad artigliare la staccionata di legno che divideva le due propriet. Temendo che il cane trovasse il modo di superare la barriera per venire a divorarmi come una lattina di succulenti bocconcini, corsi verso il lato opposto del maniero, e non mi fermai finch non ebbi raggiunto la fermata dell'autobus. *** Salii sul numero sette diretto a ovest, e mi sedetti dietro a una coppietta di universitari. Aver scoperto che Alexander era davvero a Hipsterville mi aveva galvanizzato. Lo immaginai intento a dipingere ritratti in qualche tetro cimitero, o a cercare mobili nelle case infestate, per arredare la sua soffitta. Oppure volare di notte nei cieli sopra la citt. Ancora non capivo perch Alexander fosse venuto a Hipsterville. Era una piccola citt piena di spaventose dimore abbandonate, e con abbastanza dark e artisti da consentirgli di non dare nell'occhio, ma che altro c'era, l, per un vampiro solitario? I due seduti davanti a me cominciarono a limonare, ignorando i passeggeri che li fissavano. Guardavo il loro riflesso nel finestrino. Mi domandai se si rendessero conto di quanto erano fortunati. Due umani che potevano condividere i loro giorni e le loro notti. Farsi foto-

grafie insieme. Sedersi al sole. Poi mi resi conto che quelli erano piccoli sacrifici che avrei fatto volentieri, pur di essere nuovamente con Alexander. L'autobus si avvicin al teatro degli Attori del Villaggio, e io scesi, insieme a diversi altre persone. Percorsi il vicolo che portava all'ingresso posteriore del teatro, ripassando le scuse che avrei detto a zia Libby e ai miei genitori per poter andare ad appostarmi fuori dal maniero nelle sere seguenti, fino a quando non avessi incontrato Alexander. Vidi una figura acquattata dietro al cassonetto. Speravo proprio di trovarti qui disse una voce profonda, mentre la figura usciva allo scoperto per sbarrarmi il cammino. Rimasi di pietra. Era Jagger. Tenni la borsa stretta al corpo; dentro c'era lo spray urticante, ma anche e forse era ancora pi importante l'aglio. Ho delle informazioni che potrebbero interessarti. Informazioni? chiesi, scettica. Su Sterling disse lui, con lo sguardo saputello. Non lui che stai cercando? Sconvolta, arretrai. Sapevo dove risiedeva Alexander, ma non sapevo dove si trovasse. La possibilit di saperne di pi mi mandava il cuore in subbuglio. E poi ero ancora curiosa di capire chi fosse veramente Jagger. Dovevo capire come facesse a conoscere Alexander. Io posso aiutarti. Ci conosciamo da un'eternit disse, con un ghigno.

Gettai uno sguardo verso il teatro degli Attori del Villaggio. Se fossi entrata, avrei avuto la certezza di passare la serata al sicuro, con veri finti vampiri. Oppure potevo aspettare Alexander fuori dal maniero a meno che lui e Jameson non mi avessero visto e fossero gi partiti alla volta di un'altra citt. In quel caso ero certa che non avrei mai pi rivisto il mio compagno dark. Farai meglio a dirmi subito tutto quello che sai dissi, tenendo una mano sulla borsa, al mio fianco. Altrimenti Sei libera di andare via quando vuoi mi rassicur lui. Rimasi ferma, mentre Jagger camminava lungo il vicolo. La curiosit ebbe la meglio, cos mi avviai per raggiungerlo. Lo seguii fino alla strada principale, e mi ritrovai davanti all'ingresso posteriore del Coffin Club. Mi condusse in un magazzino e lungo un corridoio buio, al termine del quale c'era un montacarichi vuoto. La porta sferragli penosamente quando la richiuse. Invece di premere il pulsante che portava al club, premette il tasto "C". Il montacarichi scese lentamente fino alla cantina, stridendo come una bara che scende verso gli inferi. Credevo che mi stessi portando al Coffin Club. La cabina si ferm. Jagger apr la porta e la tenne sollevata per consentirmi di uscire. Mi ritrovai in un corridoio. Mi seguiva cos da vicino che sentivo il suo fiato tiepido sul collo. Camminammo lungo le pareti decorate di graffiti, aggirando pile di scatole e vecchie sedie che ingombravano il pavimento. Dal piano superiore, si sentiva pulsare la musica del locale. Quando raggiungemmo quella che sembrava la grande porta

di un ripostiglio, sentii l'ascensore avviarsi cigolando, per tornare su, dai mortali. Jagger sollev la porta scorrevole di metallo grigio, rivelando un appartamento senza finestre. Entrai. Benvenuta nella mia spelonca disse. Nella grande stanza c'erano decine di candelabri antichi. E poi la vidi. In un angolo c'era una bara aperta, adornata di adesivi di band heavy metal come lo skateboard di un adolescente. C'era terra, che circondava la bara come le mura di un'antica citt. Spalancai gli occhi. Quindi tu sei iniziai, ma mi resi conto che quasi non riuscivo a parlare. Ah, per la bara? disse. Forte, vero? L'ho comprata in un negozio vintage. E la terra? L'ho visto in una rivista sui vampiri. Fa paura, vero? Non sapevo cosa pensare. Perfino Alexander dormiva su un materasso. comodissima. Vuoi provarla? mi chiese, con lo sguardo da seduttore. Non sono stanca. Non ce n' bisogno. Jagger mi confondeva. Non capivo se era un vampiro molto scaltro o semplicemente un adolescente dai gusti dark, come me. Mi guardai intorno alla ricerca di indizi insoliti ma era tutto insolito. C'erano mappe per terra, e le pareti di nudo cemento erano decorate con iscrizioni tombali. Accanto al calorifero c'era un acquario, senza acqua e pieno di rocce.

Il piano di lavoro della cucina e il lavello sembravano intatti. Ad alcuni stipetti di metallo mancavano le ante. Non volevo pensare a cosa o a chi ci potesse essere nel frigorifero. Sei la prima ragazza che io abbia mai portato quaggi confess Jagger. Non ci credo. Chiss quante ne conosci, stando al Coffin Club. A dire il vero sono appena arrivato in citt. Proprio come te. Sono in visita. Mi si drizzarono i peli alla base della nuca. Come sai che sono in visita? Non ci vuole un indovino per capirlo. Una dark come te sarebbe una cliente abituale del club, ma Romeo non ti aveva mai vista. Be' in effetti il ragionamento fila. Vuoi qualcosa da bere? No, grazie risposi. Vorrei sapere Jagger and all'acquario. Ci mise una mano dentro e prese una gigantesca tarantola. L'ho appena comprato. Vuoi accarezzarlo? chiese, coccolando il ragno velenoso come se fosse un gattino addormentato. In altre circostanze non mi sarei persa l'occasione di accarezzare una tarantola, ma non capivo le intenzioni di Jagger. Dov' il tuo televisore a schermo gigante? chiesi, notando che non c'era n la TV, n un computer. Non mi piac-

ciono quegli aggeggi. Li trovo offensivi. Quindi tu non guardi film? Non hai mai visto la versione originale di Dracula? dissi, allusiva. Nosferatu? Morso d'Amore? Un dark totale come te dovrebbe saperne le battute a memoria. Preferisco vivere, che fare il guardone. Pos il ragno nell'acquario. Io infilai una mano nella borsa. Avevi perso questo dissi, facendogli vedere l'orecchino a forma di teschio che tenevo in mano. Sorrise, felice come se avesse ritrovato un amico che non vedeva da anni. Prese il gioiello, e nel farlo i suoi polpastrelli indugiarono sul palmo della mia mano, facendomi rabbrividire fin nelle vene. Ci volle tutta la mia volont, ma riuscii a fare un passo indietro. Ora che so che per un po' l'hai avuto tu, ancora pi speciale, per me disse, rimettendolo all'orecchio. Posso offrirti una ricompensa? mi chiese. Potresti parlarmi di Alexander. Dici che dovrei? Oppure potrei farti vedere disse, venendo verso di me. Dimmi dissi, sicura di me. Siete amici? Forse s disse, sornione. Forse no aggiunse, sorridendo beffardo. Sto perdendo il mio tempo. Me ne vado. Ci siamo conosciuti in Romania disse, all'improvviso. E qui in America l'hai mai visto? Scosse la testa, facendo ricadere i capelli bianchi sull'occhio azzurro e su quello verde. Sai dove si trova? chiesi.

E se lo sapessi? Cosa mi daresti, in cambio di questa informazione? mi domand, leccandosi le labbra. Non lo sai, si capisce benissimo lo sfidai. Mi allontanai, calpestando una delle mappe. Ma tu sai un sacco di cose disse lui. Io mi avvicinai la borsa al corpo. Hai seguito il mio amico romeno fino al Coffin Club disse, venendo verso di me. Io non so niente Allora perch vuoi trovarlo? mi sussurr piano all'orecchio, mentre mi scostava delicatamente i capelli dalla spalla. Devo essermi sbagliata dissi, distogliendo lo sguardo dal suo, determinata a scappare, ma incapace di muovermi. Davvero? disse. Ti ha fatto sentire come se il suo respiro fosse il tuo aggiunse, girandomi attorno, lasciando che le sue parole accarezzassero la mia nuca. Non so di cosa stai parlando mentii, con il cuore che mi martellava nel petto. Come se la tua carne e la sua fossero una cosa sola disse, sfiorandomi con le labbra la base del collo. Non riuscivo quasi a parlare, avevo il cuore impazzito, sentivo la mappa accartocciarsi sotto alla suola dei miei anfibi. Mi si par davanti, con gli occhi che sembravano trapassarmi, e sfior la mia collana di onice. Chin la testa e mi baci il petto. Sussurr: Come se fossi a un bacio dall'essere legata a lui per l'eternit. Non

riuscivo a respirare. Mi strinse, e il mio cuore sembrava esplodere. Lasciami! gridai, incuneando le braccia tra il suo corpo e il mio per allontanarlo. La mappa si strapp sotto ai miei anfibi. Jagger cerc di tenermi sotto controllo con il suo sguardo, ma io mi guardavo le punte dei piedi. Era una mappa di Hipsterville. I cimiteri erano evidenziati in giallo, e diversi erano stati sbarrati con croci nere a pennarello. Poi notai, a poca distanza dal foglio che avevo lacerato, le altre mappe: localit nei dintorni di Hipsterville e Dullsville. Anche l i cimiteri erano stati evidenziati e poi cancellati. Lanciai un'occhiata furtiva verso Jagger che cercava i miei occhi. Mi prese la mano come aveva fatto quella sera al Coffin Club. Lo troveremo insieme ricordo che aveva detto. Poi mi torn in mente la lettera che avevo trovato nella stanza di Alexander: "LUI STA ARRIVANDO!" Mi allontanai da Jagger e infilai una mano in borsa. Valeva la pena provare. Mi tremavano le dita, mentre cercavo di aprire il contenitore dell'aglio. Il coperchio ermetico sembrava chiuso con la super colla. Stavo cercando di toglierlo, quando Jagger fece un passo verso di me. Corsi fuori dalla porta e lungo il corridoio. Premetti il pulsante del montacarichi e mi guardai alle spalle. Jagger usc dalla stanza e cominci a correre verso di me. Sentivo la cabina stridere mentre scendeva, ma non la vedevo ancora.

Si accese il numero "3"; poi "2"; infine, "T". Sbrigati! Sbrigati! mormorai, premendo il pulsante a ripetizione. Sentivo Jagger che si avvicinava. D'improvviso si accese la "S", e la cabina si ferm davanti a me. Spostai la porta sferragliante ed entrai. Usai tutta la mia forza per richiudere la porta nell'esatto istante in cui Jagger ci si gettava contro, rabbiosamente. Mi gettai all'indietro, lontano dalla porta, mentre il suo sguardo catturava il mio. Lui allung una mano; si era reso conto che non avevo ancora premuto nessun pulsante. Io mi avventai sulla "T". Mentre la cabina cominciava a salire, mi appoggiai alla parete pi lontana da lui. Spero che ti riesca di trovarlo gli sentii dire. Prima che lo trovi io. E tu cosa ci fai qui? chiese zia Libby quando mi trov a scrutare il vicolo dalle tende del suo camerino, alla fine dello spettacolo. Ti ho chiamata all'intervallo, ma non hai risposto. Mi sa che ero sotto la doccia dissi io. Ma volevo vederti. Davvero? Che dolce! disse, mentre si toglieva il cerone. Mi sto divertendo un sacco, ma devo dirti una cosa. S? Devo tornare a casa, domani. Cos presto? chiese lei, posando la spugnetta da trucco. Lo so dissi io, con rammarico. Non vorrei andarmene, ma ho ancora tonnellate di compiti da fare. Ai miei

tempi, le vacanze di primavera erano le sole durante le quali non avevamo compiti. E devo partire presto prima del tramonto. Hai ancora paura dei vampiri? mi sfott lei. La verit era che non ne ero sicura non sapevo chi o cosa fosse Jagger. La sola cosa che sapevo per certo era che stava seguendo Alexander. Ero scappata dall'antro di Jagger da pochi minuti, e per un pelo. Se avessi cercato di scoprire i motivi delle sue ricerche, avrei rischiato di mettere in pericolo me stessa e anche Alexander. Sapevo che Jagger mi seguiva mi aveva aspettato fuori dal teatro il giorno prima, mi aveva intercettata nel vicolo quella sera e sapevo che se fossi tornata al maniero, o in uno qualunque dei posti dove sospettavo di poter incontrare Alexander, avrei portato Jagger pi vicino al mio amato. Per quanto mi si spezzasse il cuore al solo pensiero, non avevo scelta. Dovevo lasciare Hipsterville.

9 Il blues della fermata dell' autobus

Zia Libby e io ce ne stavamo sedute su una panchina fuori dalla stazione dei Greyhound, in attesa del diretto delle venti. C'era un solo autobus al giorno in partenza da Hipsterville, e partiva proprio al calar del sole. Avevo voglia di ritrovare Dullsville e Alexander, ma mi dispiaceva lasciare la zia Libby. Mi era piaciuto stare con lei, la ammiravo. Aveva seguito il sogno di fare l'attrice, ed era riuscita a vivere senza dipendere da nessuno, sviluppando stile e gusti tutti suoi e un personalissimo modo di vedere la vita. Mi considerava una persona unica e speciale, non una pazza. E soprattutto mi trattava come una persona normale.

E poi mi sarebbe mancata l'atmosfera eccitante di Hipsterville, un posto dove c'erano locali dedicati ai dark come il Coffin Club, e negozi come Hot Gothics, la mia nuova mecca personale per borchie, cuoio e tatuaggi temporanei. Libby mi cinse la vita con un braccio e io le appoggiai la testa alla spalla proprio mentre arrivava l'autobus. Mi mancherai un sacco, zia Libby dissi, stringendola con tutta la mia forza, per poi salire a bordo. Lungo il corridoio, usai il portacipria per controllare gli altri viaggiatori. Dopo aver verificato che tutti avessero un riflesso, compresa la coppia di dark seduta in fondo, scelsi un posto accanto al vetro. Zia Libby mi salut con un cenno della mano mentre aspettavamo che l'autobus ripartisse. Capivo dal suo sguardo che le sarei mancata quanto lei gi mancava a me. Quando finalmente partimmo, si stava ancora sbracciando per salutarmi. Non appena l'autobus usc dalla citt, tuttavia, mi lasciai scappare un sospiro di sollievo. Il malvagio, misterioso, pericoloso Jagger non poteva pi farmi del male. Dovevo solo pensare a un nuovo piano per rivedere il mio splendido principe gotico, Alexander.

Il viaggio verso Dullsville fu dolorosamente lungo. Chiamai Becky dal cellulare, ma era al cinema con Matt. Presi appunti sui miei incontri con Jagger nel mio diario di Olivia Outcast, ma scrivere mi faceva venire il mal d'auto. Cercai di immaginare perch Jagger volesse trovare Alexander forse le due famiglie si contendevano il Maniero della

baronessa ma fare ipotesi non faceva che aumentare l' ansia di ritrovare il mio ragazzo. Sognai il momento in cui ci saremmo rivisti, ma allo stesso tempo non riuscivo a non pensare alle mappe sul pavimento dell'alloggio di Jagger. Quando l'autobus si ferm alla stazione di Dullsville, mi pareva trascorsa un'eternit dalla partenza. Sperai perfino che, contro ogni probabilit, ci fosse Alexander ad aspettarmi, ma fui accolta da mamma, pap, Billy Boy e dal suo amichetto nerd, Henry. Esci di gi? chiese mio padre quando fummo arrivati a casa e io ebbi portato la valigia in camera mia. Ma noi vogliamo sentire i racconti del tuo viaggio! Non avevo tempo di intrattenere i miei genitori, per quanto buone fossero le loro intenzioni. Come ti sei trovata con zia Libby? Che ne pensi del suo ruolo in Dracula? Avete mangiato quei terribili panini al tofu? Volevo andare nel posto dove riuscivo a pensare meglio. Devo andare a trovare Alexander! dissi, chiudendomi la porta d'ingresso alle spalle. Corsi fino al Maniero e trovai il cancello socchiuso. Senza fiato, mi inerpicai lungo il ripido vialetto, e prima ancora di arrivare alla casa notai qualcosa di strano: anche la porta d'ingresso era solo accostata. Magari mi aveva visto dalla finestra della soffitta del maniero abbandonato e mi aveva seguita fino a Dullsville. Alexander? dissi, entrando.

L'ingresso, l'atrio e la sala da pranzo erano come li avevo visti l'ultima volta, con i mobili coperti e senza quadri alle pareti. Alexander? ripetei, avviandomi lungo lo scalone. Il mio cuore accelerava il battito a ogni passo. Mi lasciai alle spalle il primo piano e salii fino alla soffitta di Alexander. Quando entrai nella sua stanza, a stento riuscivo a respirare, per l'emozione. Bussai delicatamente alla porta. Alexander, sono io, Raven. Nessuna risposta. Girai la maniglia e aprii la porta. Anche quella stanza era uguale a come l'avevo vista l'ultima volta; era spoglia, eccezion fatta per le poche cose che aveva lasciato. Ma sul letto sfatto c'era uno zainetto. Era tornato. Sollevai il consumato zainetto nero e lo abbracciai. Sapevo che non era bello guardarci dentro, soprattutto perch Alexander poteva tornare nella stanza da un momento all'altro, ma non potevo non farlo. Mi sedetti sul letto e aprii la cerniera lampo, quando sentii un rumore proveniente dal cortile sul retro della casa. Guardai dalla finestra della soffitta e vidi il bagliore di una candela accesa nel gazebo, sul quale svolazzava placidamente un pipistrello. Corsi fuori dalla stanza, gi per le scale, lungo il corridoio del primo piano e ancora lungo l'interminabile scalone. Uscii dalla porta principale senza neanche fermarmi per chiuderla, e raggiunsi il cortile posteriore. Alexander! gridai, correndo verso il gazebo buio, dentro al quale distingue-

vo a malapena la sua sagoma. Poi la luce della candela sfarfall. Vidi i suoi occhi, uno verde e uno azzurro, prima che avanzasse, lasciandosi illuminare dalla luce della luna. Cercai di scappare, ma era troppo tardi. Lo sguardo di Jagger aveva gi cominciato a piegare la mia volont.

10 Il patto

Mi risvegliai distesa, la schiena sull'erba fredda e umida, con le gocce di pioggia che mi baciavano il viso, come la Bella Addormentata al suo risveglio. Il cielo argentato incorniciava una splendente luna quasi piena. Sopra di me incombeva un albero, con i rami nudi e sottili che si protendevano verso di me come le dita adunche di una strega. Mi misi a sedere, con la testa che mi pulsava ferocemente. Poi la vidi. Una tomba, e un'altra ancora. Centinaia di lapidi. Vidi il monumento della Baronessa. Ero nel cimitero di Dullsville. Quando mi alzai, sentii la testa leggera. Mi appoggiai a un capitello per non perdere l'equilibrio. Le tombe, tra le

quali solitamente mi nascondevo quando volevo stare da sola, in quel momento mi inquietavano, perch non sapevo come fossi arrivata l. Volevo andare via da quel luogo, prima che qualcuno mi gettasse in una fossa vuota. Mi comparve davanti Jagger, vestito con ampi pantaloni neri dalle cuciture rosse e una maglietta bianca che recava la scritta THE PUNISHER. Come sei arrivato qui? Hai seguito il mio autobus? chiesi, confusa. Finir tutto tra poco. Cosa la mia vita? Scordatelo. Io me ne vado. Non cos in fretta. Jagger mi afferr il polso e cominci a tirarmi verso il centro del cimitero. Cercavo di divincolarmi, ma la sua presa era troppo forte, e qualunque sortilegio avesse usato per portarmi fin l, mi aveva lasciato senza energie. Mi ero intrufolata nel cimitero di Dullsville tante volte, e puntualmente il vecchio Jim, il custode, e Luke, il suo alano, mi cacciavano via. Eppure in quel momento, quando potevano salvarmi la vita, non c'era traccia di loro. Credevo che cercassi Alexander dissi, ma Jagger mi ignor, continuando a tirarmi tra tombe e monumenti. Ci fermammo nei pressi di una bara appoggiata su una panca di pietra. Sentivo una strana musica, un misto tra il lamento dei violini e un arpeggio di clavicembalo, proveniente da una delle tombe. Sulla bara, un candelabro acceso sfidava la pioggia, mentre un rigagnolo di cera colava lungo il suo stelo di peltro. Accanto, c'era un calice medievale. Sembrava l'ambientazione di un

matrimonio gotico. Che cos'? chiesi, mentre sentivo che la nebbia nella mia mente iniziava a dissiparsi. Una cerimonia del patto. E dove sono gli invitati? Non ho portato neanche un regalo dissi, esilarata dall'effetto ipnotico. La sposa non porta regali. Sposa? Ma non abbiamo nemmeno firmato in municipio! Jagger non sorrise. Si limit a riaccendere una delle candele. A pochi metri dalla scena, vidi una vanga accanto a una tomba vuota. Arretrai lentamente, avvicinandomi alla tomba, e mi fermai quando la vanga fu praticamente davanti ai miei piedi. Il cuore mi batteva cos forte che temevo che Jagger lo sentisse. Feci un respiro profondo. Mentre lui disponeva il candelabro esattamente al centro della bara, mi chinai e allungai una mano verso il manico dell'utensile, ma non appena lo presi tra le mani, lo stivale di Jagger lo inchiod al suolo. Rimase fermo a guardarmi dall'alto verso il basso, mentre cercavo di liberare la vanga. Cos facendo, la terra cadde dalla vanga nuova di zecca. Mi vidi vagamente riflessa nel metallo concavo, ribaltata, come nel riflesso su un cucchiaio. Ma non c'era il riflesso di Jagger dietro di me. Alzai lo sguardo verso di lui. Lui sorrise, malvagio. Pulii rapidamente il resto della vanga con la manica, e mi spostai di lato, scrutandone la superficie lucente. Bench lui non si fosse mosso

di un centimetro, vedevo solo il riflesso del bagliore della luna in cielo. Sussultai. Hai perso qualcosa? mi chiese, sfottendomi. Mi alzai di scatto e feci un passo indietro. Tu iniziai, senza fiato. Cercai di scappare, ma Jagger si lanci in avanti e mi prese per un braccio. Snud i canini con un ghigno minaccioso, e si lecc le labbra. Persi il controllo delle mie percezioni. Ero faccia a faccia con un vero vampiro. E non era Alexander. Jagger era come quelli dei quali avevo letto nei libri, un vampiro malvagio che mi avrebbe portato via alla mia famiglia e ai miei cari per reclamare il mio sangue. Stavo per consacrare la mia vita a uno sconosciuto, per tutta l'eternit. I sogni morbosi da adolescente dark che avevo fatto per anni stavano per diventare una raccapricciante realt. Ma quello non era il mio sogno. Io desideravo amore eterno, senso di appartenenza, di sicurezza. Non pericolo, inganno e malvagit. Dullsville era rinata, ai miei occhi, da quando Alexander era venuto a viverci. Dopo averlo conosciuto, mi ero resa conto che tutto ci che avevo sempre desiderato era di vivere davvero di andare al cinema, ascoltare la stessa musica, amarci e non di trasformarmi in una non morta. Volevo dormire tra le braccia di Alexander, non in una bara, da sola. Volevo diventare una bellezza gotica, non un pipistrello. E soprattutto, se mai avessi deciso di trasformarmi, l'avrei fatto solo per Alexander.

I miei genitori mi aspettano a casa. Se non torno subito, manderanno una squadra SWAT. Lui mi teneva la mano con una forza che non avevo mai sentito prima. Mi guardai intorno, alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse a scappare. Jagger mi port davanti alla bara. Prese il calice e lo alz verso la luna, disse qualche parola in una lingua che non comprendevo, poi bevve un lungo sorso. Ora tocca a te disse con un ghigno malevolo, offrendomi il calice. Col cavolo! dissi, allontanandolo dal mio viso con la mano libera. Non forse questo ci che hai sempre voluto? Perch altro desideri Alexander, altrimenti? mi chiese. Perch lo amo! dissi, dimenandomi per sfuggire alla sua presa. Come non amer mai te! Ma non occorre che mi ami disse, spingendo il bordo del calice contro le mie labbra. Gocce di un liquido dolce e vischioso mi bagnarono la bocca. Lo sputai. Non diventer mai come te, qualunque cosa tu sia! Il volto di Jagger divenne strano, come se le mie parole gli avessero perforato il cuore con un palo d'argento. Io dico di s! I suoi occhi azzurri e verdi mi fissarono come se stesse lanciando un incantesimo. Con questo bacio, io prendo te per l'eternit.

Jagger sorrise, facendo splendere i canini nelle tenebre. Mi si avvicin. Guarda che mordo anche io! gridai, sulla difensiva, digrignando i denti. Improvvisamente cadde un fulmine, che illumin il cielo e tutto il cimitero. Affondai i denti nel braccio di Jagger con tutta la forza che avevo, e gli piantai le unghie nella mano ossuta. Lui lasci subito la presa. Mi voltai e cominciai a correre, ma sbattei subito in qualcosa o meglio, in qualcuno. Vecchio Jim! gridai, confusa. Ma quando alzai gli occhi e ne incrociai due scuri e profondi come la notte stessa, capii che l'uomo che avevo davanti non era il custode. Era il mio principe dark, il mio cavaliere della notte. I lunghi capelli neri gli ricadevano sul viso. La sua pelle pallida, illuminata dalla luna, era coperta da jeans e t-shirt neri. Al dito aveva ancora l'anello di plastica a forma di ragno che gli avevo dato io. Aveva gli occhi profondi, solitari, deliziosamente intelligenti, proprio come la prima volta che li avevo visti. Alexander! esclamai, cadendo tra le sue braccia. Proprio come pensavo! disse Jagger, tronfio, come se avesse appena vinto una gara. Sapevo che lei mi avrebbe portato da te!

Alexander mi abbracci forte, come se non avesse intenzione di lasciarmi andare mai pi. Poi mi allontan. Devi andare disse, perentorio. Sei pazzo? Non posso lasciarti! Gli tenni la mano stretta nelle mie. Temevo che non ti avrei visto mai pi! Mi guard dritta negli occhi e disse: Devi andare, ora. Ma io Non avresti dovuto coinvolgerla in questa storia! disse poi rivolto a Jagger, con una rabbia che non avevo mai sentito nella sua voce. stata lei a trovare me. E poi, mi sorprende vedere che la lasci andare tanto facilmente, dopo che venuta fino al Coffin Club, per trovarti Lascia Raven fuori da questa storia! esclam Alexander. Non avrei potuto studiare una vendetta migliore. Posso distruggere te e ottenere una compagna per l'eternit con un solo morso. Non oserai lo ammon Alexander. Sapevo che lei mi avrebbe portato da te, Sterling. Tu credi di essere diverso da noi, ma la verit che siamo uguali disse Jagger. Di cosa sta parlando? chiesi. Non adesso mi rispose Alexander. Perch credi che Sterling abbia lasciato la Romania? mi chiese Jagger. Pensi che sia un caso, se venuto a stare in una piccola cittadina americana dove non c'erano vampiri? Non ne sapevo niente, in effetti.

Ma ti ho trovato, Sterling si vant Jagger. E ho trovato Raven. Lei non c'entra niente con questa faccenda disse Alexander, frapponendosi tra Jagger e me. Io non c'entro niente con cosa? chiesi, sempre pi curiosa. Non ti crucciare, Raven. Lui abituato a infrangere le promesse. Non cos, Sterling? disse Jagger. Alexander strinse un pugno. Quali promesse? E perch vuole vendicarsi? Cosa sta dicendo? chiesi, frastornata, cercando di immaginare quale accordo Alexander avesse stretto, che non poteva pi rispettare. Be', non te la lascio! La terr con me per l'eternit! proclam Jagger. Snud i canini in un ghigno raccapricciante, e si avvicin, per venire ad affondarli nel mio collo.

11 Spaventoso addio

Mi ritrovai nuovamente stesa sull'erba umida. La pioggia mi sferzava il viso. Mi toccai ansiosamente il collo, alla ricerca dei segni di un morso. Alexander era chino su di me, gli occhi pieni di apprensione. Stai bene? mi chiese, preoccupato. Ti sei trovata nel mezzo. Sono diventata un? non osavo nemmeno finire il pensiero.

Scosse la testa e mi aiut a rialzarmi. Devi andare via! ordin, ancora una volta. Non dovresti essere qui sei in pericolo. Mi voltai, cercando Jagger, ma vidi solo lapidi. Ma potrei non rivederti piagnucolai. Devi andartene subito insistette. Alexander mi stava spezzando il cuore un'altra volta. Se me ne fossi andata, sarebbe stato per sempre. Come facevo a sapere che Jagger non gli avrebbe fatto del male? Alexander poteva scomparire nella notte e non fare pi ritorno. Ma se non avessi fatto come chiedeva, avrei potuto danneggiarlo ancora di pi, perch gli sarei stata d'intralcio. Vidi Jagger zoppicare nei pressi del monumento della Baronessa, pulendosi la bocca. I suoi occhi spaiati si erano fatti rosso sangue. Vidi i suoi muscoli guizzare. Mi guard e si lecc le labbra come un animale selvaggio pronto a sbranare la preda. Non avevo nemmeno il tempo per un bacio d'addio al mio amore. Cominciai a correre senza voltarmi, pioggia e lacrime che mi bagnavano il viso, il fango del cimitero che mi inzaccherava gli anfibi, il cuore che scoppiava. I tuoni facevano tremare gli alberi e sembravano echeggiare tra le tombe. Raggiunsi l'ingresso e mi arrampicai sulla cancellata. Quando mi voltai a guardare, Jagger e Alexander erano scomparsi.

12 Rivedersi pericoloso

Singhiozzavo, mentre correvo via dal cimitero. A stento vedevo la strada, tra le lacrime. Puntai verso il centro di Dullsville sotto la pioggia battente, mentre la gente guardava con curiosit dalle Saab, dalle Mercedes e dai SUV quella ragazzina dark bagnata fradicia che scappava da chiss cosa. Percorsi la strada principale facendomi largo tra le gente intenta allo shopping sotto agli ombrelli, cozzando contro le coppie che uscivano dal cinema e schivando quanti entravano di buon passo nei ristoranti per trovare riparo dalle intemperie. A ogni battito d'ala di un uccello, a ogni colpo di clac-

son, scattavo, convinta che fosse Jagger che mi aveva raggiunta, ma non mi fermavo. Non volevo andare a casa.. Avevo bisogno di stare da sola, lontana dalla mia famiglia. Non volevo parlare nessuno, nemmeno Becky avrebbe potuto comprendere cosa mi era successo. Dovevo nascondermi e cercare serenit nel solo posto nel quale mi fossi mai sentita a casa. Oltrepassai il cancello aperto del Maniero, con le gambe doloranti e i piedi che pulsavano negli anfibi. Mi affrettai a percorrere il lungo vialetto e girai attorno alla casa, fino al retro. Gettai uno sguardo verso il gazebo, per assicurarmi che non ci fossero due occhi spaiati a scrutarmi. Quando vidi che era vuoto, entrai dalla finestra aperta della cantina e iniziai ad aggirarmi per il Maniero deserto. Le mie lacrime bagnavano le assi del pavimento, che scricchiolavano sotto le mie suole. Mi asciugai le lacrime dagli occhi mentre salivo lo scalone, poi raggiunsi la soffitta di Alexander. Toccai il cavalletto vuoto. Guardai il suo letto, che ancora recava i segni di quando ci aveva dormito l'ultima volta, giorni prima. Tenni tra le braccia il suo maglione di lana nera, che era rimasto appoggiato allo schienale della sua vecchia poltrona. Andai alla finestra e guardai la luna, solitaria nel cielo. Aveva smesso di piovere. Mi sentivo esausta, abbandonata, fallita. Se fossi semplicemente rimasta a Dullsville, Alexander sarebbe tornato da me. La mia impazienza ci aveva messi entrambi in pericolo. Lui si era nascosto dalla sete di vendetta di Jagger e io avevo dato modo al suo nemico giurato di

trovarlo. Mi ero creduto tanto furba, invece ero stata solo una pedina nel gioco di Jagger. Sentii un'asse scricchiolare dietro di me. Mi voltai lentamente, ma riuscivo a malapena a scorgere una figura in ombra, incorniciata dallo stipite della porta. Jagger dissi, senza fiato. L'asse scricchiol ancora e la figura fece un passo verso di me. Vattene via! gridai, arretrando. Non potevo scappare. Mi sbarrava la sola via di fuga, potevo solo uscire dalla finestra e avviarmi lungo il cornicione. Era una fuga decisamente pericolosa ed esitavo a metterla in atto. Chiamer la polizia! minacciai. La figura mi si avvicin. Decisi di tentare di aggirarla per arrivare alla porta. Feci un respiro profondo e contai mentalmente. Uno. Due. Tre. Scartai di lato e oltrepassai il mio inseguitore; ero quasi alla porta, quando lui mi prese il polso. Lasciami! piagnucolai, cercando di divincolarmi. Ma quando la luce della luna illumin la sua mano, vidi che aveva un anello a forma di ragno al dito. Era a un passo da me, bello come un sogno, e mi guardava. Era tornato. Splendido e stanchissimo. Pensavo che non ti avrei visto mai pi! esclamai. Il mio corpo, teso per la paura, si sciolse nel suo e lo abbracciai. Mi strinse cos forte che sentivo il suo cuore battergli nel petto.

Non ti lascio dissi, stringendolo ancora di pi e sorridendo. Mai pi! Non avrei dovuto inizi, a bassa voce. Alzai lo sguardo, come se avessi avuto una visione. stupendo che tu sia qui! Mi prese le mani e se le port alla bocca, baciandone il dorso ripetutamente, fino a farmi venire i brividi. Mi guard negli occhi e sorrise. E poi fece quello che aspettavo da tanto. Mi baci. Le sue labbra premettero dolcemente sulle mie, lentamente, appassionatamente, in modo irresistibile. Mi sembrava di essere stata lontana da lui per un'eternit. Continuammo a baciarci, con foga, bocca, guance, orecchie, come se stessimo cercando di bere l'uno la pelle dell'altra. Mi accarezz i capelli, poi mi mordicchi il lobo dell'orecchio. Ridacchiai, mentre si accomodava sulla poltrona, facendomi sedere sul suo grembo. Lo guardai negli occhi, domandandomi come avessi fatto a respirare, negli ultimi giorni, senza di lui. Passai le dita tra i ciuffi disordinati dei suoi capelli color liquirizia. Mi scost i capelli dal collo e lo percorse con le labbra, fino alla spalla. Sentivo i suoi denti, che sfioravano la mia pelle, seducenti. Mi toccava, giocava, mi faceva il solletico, mi mordicchiava. Ero gioiosamente alla sua merc. Improvvisamente Alexander si ritir e mi guard con occhi pieni di orrore.

Non posso disse, quasi vergognandosi, distogliendo lo sguardo. Cosa ti succede? chiesi, sorpresa dal suo cambiamento d'umore. Alexander si alz, poi fece alzare anche me. Si pass nervosamente una mano tra i capelli, e cominci a camminare per la stanza. Va tutto bene dissi, raggiungendolo davanti al cavalletto. Pensavo di non essere come Jagger disse, sedendosi sull'orlo del letto. Ma forse invece lo sono. Tu e lui non vi somigliate in niente dissi. Anzi, siete opposti. solo che voglio che tu sia al sicuro, sempre disse, guardandomi languidamente. Lo sono, ora che ci sei tu dissi, accarezzandogli una mano. Ma non capisci? mi chiese, serio. Il mio mondo pericoloso. Be', anche il mio. Non li guardi, i telegiornali? Il suo volto terreo si illumin, e scoppi a ridere. Forse hai ragione tu. Certo! Credi che andare a scuola con Trevor sia meno pericoloso che baciare un vampiro? Non ho mai conosciuto nessuno come te disse, prendendo il mio viso tra le mani. E non ho mai provato prima ci che provo per te.

Sono cos felice che tu sia tornato da me. Lo abbracciai forte. Non succeder pi mi rassicur. Come puoi dirlo? Jagger sembra determinato a vendicarsi dissi, sedendomi accanto a lui. Perch non ha avuto la sua vendetta. Wow, quindi gli hai fatto capire chi comanda? Come in una zuffa da cortile a scuola? Pi o meno solo che nel nostro caso stata una zuffa da cimitero. Se n' andato? La sua famiglia in Romania. Qui non c' pi niente per lui. Pu tornare da loro, per dire che mi ha trovato. Giocherellavo con la mia collana. Che promessa hai infranto? Non l'ho infranta. Non avevo promesso Ma non dobbiamo pi preoccuparcene disse, stanco. A cosa servivano tutte quelle candele, al cimitero? chiesi. Un vampiro pu trasformare chi vuole, quando vuole. Ma se lo fa in un cimitero, o in un altro luogo consacrato, quella persona sua per sempre. Allora sono felice che tu sia arrivato al momento giusto! Lo strinsi con tutta la mia forza. Mi spiace di aver portato Jagger sulle tue tracce dissi. Dovrei essere io a scusarmi con te. Non pensavo che saresti venuta a cercarmi disse, guardando verso la luna. Poi i suoi occhi cercarono i miei. Ma avrei dovuto saperlo. una delle cose che amo di te. Ora dimmi tutto! esclamai, all'improvviso. Com', essere un?

Com', essere un umano? Noioso. Come puoi pensarlo? disse, stringendomi a s. Tu puoi svegliarti al mattino, andare a scuola e vedere il tuo riflesso. Ma io voglio essere come te. Lo sei gi disse, sorridendo. Ma tu sei vampiro fin dalla nascita? S. E tu sei sempre stata umana? mi disse, scherzando. S. Ce ne sono tanti, di vampiri? Annu. Per siamo una minoranza, per cui tendiamo a stare insieme. Teniamo nascosta la nostra vera natura per non essere perseguitati. Dev'essere molto difficile nascondere ci che sei nel profondo. Ti fa sentire molto solo, rifiutato. Come quando ti invitano a una festa in maschera, ma solo tu hai il costume. Hai molti amici vampiri, in Romania? Scommetto che ti mancano. Mio padre segue la compravendita di opere d'arte in parecchie gallerie. Abbiamo sempre viaggiato molto. Quando mi facevo degli amici, era gi ora di ripartire. E gli umani, come me? chiesi, acciambellandomi accanto a lui. Non esiste nessuno come te, vampiro o umano disse, sorridendo. Non facile farsi amici umani, quando non si va a scuola, ed difficile mantenere i rapporti con gente che cena all'ora in cui tu ti alzi dal letto. Ai tuoi genitori dispiace che tu abbia una fidanzata umana?

No. E se ti conoscessero, si innamorerebbero subito di te, come successo a me disse, accarezzandomi i capelli. Sarebbe bellissimo viaggiare, vivere di notte e dormire durante il giorno. Il tuo mondo mi sembra cos romantico Essere legati l'un l'altra per l'eternit. Volare insieme nella notte. Non avere fame di niente, se non l'uno dell'altra. Io penso lo stesso del tuo mondo. L'erba del vicino sempre pi verde. O, in questo caso, pi nera. Quando sono con te, non mi importa in che mondo ci troviamo, purch siamo entrambi nello stesso.

13 La promessa

Svegliati mi sussurr Alexander, dolcemente, all'orecchio. Aprii gli occhi e scoprii che mi ero addormentata sul divano nella sua stanza della televisione. Mi stava accarezzando i capelli, mentre dallo schermo gigante arrivavano le immagini di Morso d'amore. Jenny era entrata, trafelata, nello studio del professor Livingston all'universit. Sapevo che ti avrei trovato qui! esclam, vedendo Vladimir seduto alla sua scrivania, la testa immersa in un grosso tomo.

Non dovevi venire l'ammon lui, senza alzare lo sguardo, n a casa mia, n qui allo studio. troppo pericoloso. In sottofondo, si sentiva un inquietante ululato. Perch hai lasciato che mi addormentassi? chiesi ad Alexander, sollevando la testa dalla sua spalla. Mi hai fatto una magia? Sei tu che volevi vedere questo film mi rispose. Ma sei praticamente entrata in letargo nell'esatto istante in cui ho premuto "Play". E poi tardi, e hai avuto una giornata faticosa. Tardi? chiesi, stiracchiandomi. Per te come se fosse pieno giorno. Jenny guard verso la finestra. Stanno venendo a prendermi confess nervosamente a Vladimir. Vogliono farmi diventare come te. Vladimir gir tranquillamente la pagina del suo librone. Non alz lo sguardo. Un altro ululato spezz il silenzio. Ti accompagno a casa disse Alexander, mentre ci alzavamo. Mi porse il suo giubbotto di pelle nero. Ma io voglio restare qui mi lamentai. Non puoi. I tuoi genitori saranno preoccupati. Gli dir che ho fatto la baby sitter. A un diciassettenne? Mi appoggi il giubbotto sulle spalle. Dovrei andare disse Jenny, cercando di penetrare con lo sguardo la fitta nebbia fuori dalla finestra dello studio. Sono stata una sciocca a venire qui. Sarai tutto solo, in questo Maniero enorme dissi ad Alexander, mentre mi aggiustavo il vestito

spiegazzato. Qui sono al sicuro. E poi, ho fatto chiamare Jameson. Ma lui guida pianissimo! Ci metter anni ad arrivare. Lo aspetto insieme a te dissi, tornando a sedermi. Aspetta! esclam Vladimir, ancora concentrato sul libro. Jenny si ferm sull'uscio. Il professore si alz e cammin lentamente verso di lei. Da quando ti ho conosciuta, non sono pi lo stesso confess il professore. Gli ululati non accennavano a smettere. Dai, non fare cos disse Alexander, per convincermi. Avevo paura che ci fossimo persi per sempre disse Jenny. Se vado via senza di te, ho paura che non ti trover mai pi. Guardai Jenny sullo schermo come se lei avesse appena dato voce alle mie paure. E se non ci ritrovassimo pi? chiesi ad Alexander, tirandolo a me. Domani dopo il tramonto abbastanza presto? Non posso andare via dissi ad Alexander. Pensavo che ti avrei rivisto il giorno dopo la festa di benvenuto nel quartiere, e invece sei sparito. Sono andato via per proteggerti, non per farti del male disse, serio, sedendosi accanto a me. Per proteggermi da cosa? Da Jagger. Da me stesso. Dal mio mondo. Ma non devi proteggermi. Il mio mondo non solo romantico, come credi tu. pericoloso. Ci sono pericoli ovunque, mica solo tra i vampiri. Bisogna solo stare attenti.

Ma io non voglio che tu sia in pericolo, mai. Non lo sar, se staremo insieme replicai. Non voglio che tu pensi di dover cambiare per stare con me disse, con tono sincero. Questo lo so lo rassicurai io. E non voglio chiederti di cambiare. Ecco perch te ne sei andato da Dullsville ragionai, ad alta voce. Avevi paura che avrei voluto diventare un vampiro. S. Ma c'era anche un pericolo pi immediato. Un vampiro con i capelli bianchi. Jagger. Annu. Allora perch sei andato a Hipsterville? Hipsterville? chiese, confuso. Io la chiamo cos confessai, sorridendo. Mi fai morire disse, ridendo. Avevo saputo dai miei genitori che Jagger aveva trovato casa a "Hipsterville" e che stava battendo i cimiteri delle zone circostanti, alla ricerca del monumento di mia nonna. Sapevo che, una volta trovato, avrebbe capito dove vivevo. Ecco cosa significava quel biglietto ricordai. Era un avvertimento che Jagger stava arrivando, che veniva a vendicarsi. Quale biglietto? mi chiese, confuso. In camera tua dissi, piano. Ti sei intrufolata nel Maniero, dopo che me ne sono andato? Gli feci un sorrisetto imbarazzato. Avrei dovuto aspettarmelo disse, ricambiando il sorriso. Poi il tono giocoso divenne serio. Ma sarebbe stato pi

grave se, invece di trovare me, avesse trovato te. Be', l'ha fatto, ma stata colpa mia. Volevo precederlo, affrontarlo prima che arrivasse a DulIsville. Volevo sfruttare l'effetto sorpresa. Jameson e io abbiamo trovato un maniero abbandonato dove nascondermi mentre formulavamo un piano, ma c'era una cosa con la quale non avevamo fatto i conti. Che ti avrei seguito? Ho visto la ragazza pi bella del mondo scendere dall'albero nel cortile. Eri tu, alla finestra della soffitta? S. Ma allora perch non mi hai Ti stavo tenendo d'occhio. Era necessario, lo capisci? Ma insomma, perch Jagger ce l'ha con te? Dallo schermo arriv un ululato penetrante, che distrasse Alexander dalla mia domanda. Ho bisogno di portarti al cimitero su un terreno consacrato disse Vladimir. Il bel professore faceva strada alla ragazza nel bosco, sul quale era calata una fitta nebbia. Vladimir stringeva Jenny a s, mentre gli ululati si facevano via via pi forti. Alexander e io eravamo rapiti dal film. Come possiamo stare insieme chiedeva Jenny, se io non sono un vampiro? Improvvisamente lo schermo del televisore divenne nero. Alexander pos il telecomando sul tavolino. Si alz e mi porse una mano. E noi come facciamo a stare insieme? gli chiesi, alzandomi.

Come potremmo non farlo? disse lui, rassicurante. Mi prese per mano e io lo seguii con riluttanza fuori dal Maniero, verso casa mia. Mi sentivo come un bambino a Disneyland all'ora di chiusura. L'aria della notte di Dullsville era pi fresca che mai, il cielo era terso, l'erba frusciava piacevolmente sotto ai nostri piedi. Proprio non me lo vuoi dire, perch Jagger ce l'aveva con te? una storia lunga disse lui, sbadigliando. Alexander sembrava contento di lasciarsi alle spalle il passato e mi teneva per mano mentre camminavamo vicini. Io per avevo bisogno di capire. Ho tutta la notte. E tu hai fino all'alba. Hai ragione disse, mentre percorrevamo la via. Si tratta di una promessa che non ho mai fatto. Che promessa? chiesi. Di prendere una certa ragazza per tutta l'eternit. Che ragazza? La gemella di Jagger, Luna. Ha una gemella? Alexander annu. Ma chi l'ha fatta, la promessa? chiesi. La mia famiglia, nell'anno in cui noi tre siamo nati. Come un matrimonio combinato? pi di un matrimonio. Ma perch proprio Luna? Quando nata, si diceva che l'oscurit non avesse effetto, su di lei, ma che in compenso sbocciasse alla luce. Beveva solo latte. Disperati, i suoi l'hanno portata da un medico di loro fiducia, che ha decretato che era a tutti gli effetti umana.

Risi. Alexander per non sembrava trovare la cosa divertente. Scusa, che mi sembra tutto cos strano dissi, mentre giravamo l'angolo. Be', i Maxwell non l'hanno trovato affatto piacevole. La notizia li ha devastati. Luna doveva vivere di giorno, mentre la sua famiglia si svegliava con il buio. Non ha mai legato con Jagger. Quando fu stretto l'accordo, le nostre due famiglie erano molto vicine. Convennero che quando Luna avesse compiuto diciotto anni sarebbe stata organizzata una cerimonia del patto e saremmo stati uniti per sempre, garantendole cos un posto nella comunit dei vampiri. E poi cos' successo? chiesi, mentre tagliavamo attraverso i prati di Oakley Woods. Con gli anni, la mia famiglia ha cominciato a viaggiare, e ci siamo allontanati da loro. Luna e io vivevamo in mondi diversi, non l'avevo mai conosciuta davvero. Quando fu tempo di tenere la cerimonia, l'avevo vista s e no un paio di volte. Come poteva vivere con me per sempre, se non sapeva nulla di me? Be', sei piuttosto carino dissi, timidamente. E allora cosa hai fatto? Al momento di darle il bacio dell'eternit, le ho dato un bacio d'addio. Non dev'essere stato facile, per te, non assecondare la tua natura di vampiro sussurrai. Lo stavo facendo per tutti e due. Ovviamente i Maxwell non la vedevano allo stesso

modo. Credevano che stessi rifiutando Luna, offendendo cos tutta la famiglia. Erano furiosi. I miei genitori hanno organizzato in fretta e furia la mia partenza, ed cos che sono venuto a vivere qui, nel Maniero di mia nonna, con Jameson. Wow. Non dev'essere stato facile ascoltare il tuo cuore invece del tuo istinto, e le volont del tuo clan dissi. E dover lasciare la Romania per colpa di quella decisione dev'essere stato ancora pi difficile. Quando ho visto una certa bella ragazza fare "Dolcetto o scherzetto" dalla finestra della soffitta, ho capito che avrei preferito passare l'eternit da solo ad aspettare di rivederla, piuttosto che con qualcuno che non amavo. In quel momento, arrivammo davanti a casa mia. Alexander mi dette un lungo bacio della buonanotte. Domani, al calar del sole gli ricordai. Non un secondo pi tardi disse lui. Alexander mi salut con un cenno della mano, poi aprii la porta. Entrai e mi voltai per ricambiare il saluto, ma era scomparso, proprio come mi aspettavo.

14 Trasformazione

E' mezzanotte passata disse mio padre, mentre passavo dietro di lui in punta dei piedi, sperando che fosse troppo concentrato sulla televisione per accorgersi di me. Pap, ho sedici anni e domani non c' scuola. Ma questa pur sempre inizi, con voce ferma. Lo so, casa tua. E io sono tua figlia, e finch non vivr da sola dovr rispettare le tue regole. Be', per lo meno mi ascolti, quando parlo. Me lo dici da quando avevo due anni. Hai cominciato a uscire da sola appena hai imparato a camminare. Scusa, non succeder pi dissi.

Gli passai la lattina di bibita che c'era sul tavolino e lo abbracciai. Mi fa piacere che tu sia stata bene con zia Libby disse. Ma sono contento che tu sia tornata a casa. Anche io, pap. Davvero. Esausta, mi infilai a letto senza nemmeno togliermi i vestiti umidi di pioggia. Accesi la lampada di Edward mani di forbice sul comodino e mi leccai le labbra. Sentivo ancora il sapore dei baci di Alexander. Mi acciambellai tenendo al petto il mio peluche di Mickey Malice, immaginando che fosse Alexander. Cercai di dormire, ma mi rigiravo di continuo. Non vedevo l'ora che fosse il tramonto del giorno dopo. D'improvviso avvertii una presenza nel silenzio della stanza. Mi guardai intorno, ma le sole ombre erano gettate dal mobilio. Guardai sotto al letto: nemmeno un pipistrellino si sarebbe potuto insinuare tra tutte le cianfrusaglie che ci avevo messo. Aprii l'anta del mio armadio, ma trovai solo i vestiti sulle grucce e quelli buttati sul fondo. Andai in punta dei piedi alla finestra e feci scorrere la tenda, per controllare il cortile. Alexander? Vidi una figura in ombra allontanarsi dalla casa, nelle tenebre. Buonanotte, amore mio dissi, aprendo la mano contro il vetro. Tornai a letto e mi addormentai subito. Il mattino seguente, mi svegliai di soprassalto. Gli eventi del giorno prima mi sembravano un sogno.

Quando mi alzai e mi resi conto di essere andata a dormire vestita, capii che invece era successo tutto davvero. Perch sei ancora vestita come ieri? mi chiese la mamma, quando entrai in cucina. Non ci tengono pi all'igiene personale, a scuola? Mi strofinai gli occhi arrossati e mi trascinai fino in bagno. Mi tolsi di dosso quei vestiti stropicciati ed entrai nella doccia. L'acqua tiepida risvegli la mia pelle pallida. Lo smalto nero alle unghie dei piedi contrastava nettamente con il bianco abbacinante della vasca e delle mattonelle. Ero tornata a Dullsville e Alexander era nel suo maniero. Potevamo finalmente cominciare la nostra vita insieme. Ma il mio ragazzo era un vampiro, e il suo nemico giurato era venuto a stanarlo. Non avrei mai pensato che la vita a Dullsville sarebbe potuta diventare cos piena di emozioni! Tutta la mia vita era cambiata nel giro di pochi giorni. Per sedici armi avevo vissuto la stessa esistenza monotona. La mia pi grande preoccupazione era sempre stata trovare cose nere in una cittadina a tinte pastello. Improvvisamente mi preoccupava dover trascorrere una giornata alla luce del sole mentre Alexander dormiva nel suo Maniero. Non avremmo mai fatto un giro in bicicletta nel pomeriggio, non ci saremmo mai visti dopo la scuola, non avremmo mai potuto passare i fine settimana con gli amici. Era difficile concepire che non avrei mai potuto condividere con lui il sole. Cominciavo a temere di non saper gestire quel mondo per me cos nuovo.

stato fantastico! Ti ho comprato questo dissi, porgendo a Becky un pacchetto, quando ci trovammo alle altalene di Evans Park. Lo apr. Era un diario di Hello Kitty. Bello. Grazie! Ci sono dei negozi stupendi! E sono andata in un posto che si chiama Coffin Club. Ci ho conosciuto un tipo proprio strano. Davvero? Matt e io siamo semplicemente andati al cinema. Se ti dico un segreto, un segreto davvero importante, mi prometti che non lo dirai a nessuno? Posso dirlo a Matt? chiese lei, emozionata. Matt, Matt, Matt ma chi se ne fregava di Matt, quando stavo per dirle del mio incontro con Jagger e la verit sul conto di Alexander? Scusa, perch parliamo di Matt quando sto per darti la notizia del secolo? Be', tu parli sempre di Alexander rispose, seccata. Le sue guance di porcellana avvamparono. E io ti ascolto sempre. Solo perch sei andata via e hai fatto cose emozionanti, non vuol dire che io non abbia niente da raccontare. Lo sfogo di Becky mi sorprese. Si era messa con Matt solo da pochi giorni, ma se provava per lui met di quello che provavo io per Alexander, potevo capire il suo entusiasmo. Becky era sempre stata introversa. Trovare il suo ragazzo ideale la stava rendendo pi spavalda. Il nostro rapporto era cambiato. Prima potevamo contare solo l'una sull'altra. Giusto dissi io, con riluttanza. Scusa. Mi fa piacere che tu stia con Matt.

Una persona stupenda come te merita un fidanzato stupendo. Grazie, Raven. Dai, cosa volevi raccontarmi? Esitai, domandandomi se sarebbe stata in grado di reggere la rivelazione vampiresca. C' il rischio che Matt compaia qui all'improvviso come l'altra volta? Lei annu. dietro di te. Ecco, avevo avuto la risposta alla mia domanda. Ehi, mostriciattola, come sta il tuo mostriciattolo? sentii dire a una voce maschile, mentre me ne andavo dal parco. Mi voltai e vidi Trevor che indossava la tuta da calcio bianca e rossa. Pensavo di essermi liberata di te. Intendi tormentarmi ancora a lungo? chiesi. Almeno finch tu hai intenzione di vestirti di nero. Avete gi messo in cantiere dei mostriciattolini, per caso? No, ma sta' sicuro che quando lo faremo ne chiameremo uno come te. Mi allontanai, ma Trevor mi seguiva. Come fai a giocare a calcio, spendere i soldi del tuo paparino e dare fastidio alla gente, tutto nello stesso tempo? chiesi. Potrei fare ben altro che darti fastidio, se tu me lo permettessi disse, puntando i suoi occhioni verdi su di me.

Immagino che questa battuta non funzioni pi con le ragazze pon pon. Una volta Trevor era stato una vera spina nel fianco, ma ormai lo vedevo come un vago fastidio del passato. Sono ancora convinto che succedano cose strane in quella vecchia casa disse, imperterrito. Ma piantala. Non ti sembra strano che Alexander non si veda mai in giro di giorno? Vorrei tanto non vedere te in giro di giorno. E poi, studia a casa, lo sai. Mia madre mi ha detto di aver visto quel suo maggiordomo pazzoide dal macellaio. Gi. Strano davvero. Il maggiordomo ha bisogno di mangiare. Chi l'avrebbe detto? Ha chiesto "la carne pi fresca e al sangue" che aveva. Preferiresti che bevessero il tuo sangue? lo sfottei. Mi fiss inorridito. Ma fatti curare dissi. Secondo me tua madre dovrebbe badare meno ai pettegolezzi e prendersi pi cura di te. Lascia mia madre fuori Senti, non ho davvero pi tempo per te o per tua madre. Forse tempo che ti trovi un'altra migliore amica dissi, e me ne andai. Impaziente, arrivai al Maniero prima del tramonto. C'era nuovamente la Mercedes di Jameson parcheggiata nel vialetto.

Sedetti sugli irregolari gradini dell'ingresso, raccogliendo denti di leone ed erbacce che crescevano nelle crepe del cemento. La porta si apr lentamente, cigolando, e Jameson mi accolse. Sono cos contenta di rivederti! dissi, abbracciando la sua figura ossuta. Sono lieto di essere tornato, signorina Raven. Mi mancavano il Maniero e la nostra ospite preferita. Anche tu mi sei mancato. E conosco una ragazza fantastica che stata molto dispiaciuta di sapere che eri partito

15 Incubo

La signorina Ruby? chiese, con gli occhi che si accendevano di interesse. La chiamerai? chiesi. Dopo essermi comportato cos male? Non potrei mai. Ma devi! E poi non stata colpa tua. Dille che hai avuto un impegno urgente fuori citt. Non mi perdoner mai, e la capisco. I fiori le hanno fatto molto piacere. E poi questo fine settimana c' una sagra. Avr bisogno di un cavaliere. E tu di una dama. Jameson stava cercando di decidere cosa fare; era chiaramente felice della possibilit di rivedere Ruby, ma non sembrava certo di avere il coraggio di chiamarla. Alexander

scese trotterellando lo scalone, avvolto in jeans neri e una maglietta degli HIM. Mi accolse con un lungo bacio. Sei stato carino a passare, ieri notte dissi, mentre mi abbracciava. Ma non sono passato da te rispose, interdetto. Come no? Ho visto qualcuno nel cortile. Alexander sembrava preoccupato. Mi sa che era Trevor tirai a indovinare. Ci siamo visti dopo la scuola. Credo che sia ancora convinto che colpa mia se non pi popolare come prima. Se hai bisogno che gli parli io, basta che me lo dici. Mi ero sempre difesa da sola, con Trevor. Era bello sapere che c'era finalmente qualcuno dalla mia parte. Tu sei il mio supereroe! esclamai, e lo abbracciai di nuovo. Ho trovato un posto fantastico. Fantastico? A Dullsville? Mi prese per mano e mi port fuori dal Maniero, lungo la via. Mi fa ridere che i pettegolezzi inventati da Trevor si siano rivelati veri dissi al mio fidanzato vampiro. Su di me o su di te? disse lui, prendendomi in giro. Cio, credevo che tu lo fossi e poi non pi. Poi mi sono convinta che era vero. E quando mi sono detta che mi ero sicuramente sbagliata, ho scoperto che invece era proprio cos. Ora mi hai confuso. Lo sono o non lo sono? Questo il problema. Gli strinsi la mano. Non voglio perderti e non voglio che tu sia in pericolo. Io amo il pericolo.

Quando mi resi conto che ci stavamo lasciando alle spalle il cimitero di Dullsville, mi domandai dove stessimo andando. Manca poco mi rassicur lui. Sarei andata a piedi fino in Cina, con Alexander al mio fianco. Avevo tante di quelle domande da fargli, che non sapevo da quale iniziare. Tu e Jagger siete cresciuti insieme? Quando siamo nati le nostre famiglie si frequentavano. Credo che invidiasse Luna. Lei viveva come tutti gli umani, e faceva cose che lui poteva solo immaginare, come andare a scuola, fare sport, frequentare gli amici. Lui mingherlino, ma credo che avrebbe voluto essere un tipo atletico, come Trevor. Un po' mi dispiace, per lui. Non ha mai provato passione per niente che non fosse la vendetta. Poi la mia famiglia ha cominciato a viaggiare. I miei erano degli eccentrici, molto diversi dagli altri vampiri. Ci chiamavano i vegetariani. Forte. Quindi come fate a sopravvivere? Siete convenzionati con il macellaio? scherzai, alludendo alla mia conversazione con Trevor. Come fai a saperlo? chiese, sorpreso. E poi abbiamo qualche parente che in contatto con le banche del sangue. Uh ho tirato a indovinare risposi. Anche i miei genitori erano hippy. Non mangiavano niente che avesse avuto gli occhi. Poi hanno scambiato treccine e pantaloni a zampa con completi di Armani e valigette di pelle e passano in BMW

davanti ai picchetti di protesta degli ambientalisti, mentre vanno al lavoro. Mi sa che i nostri genitori andrebbero d'accordo. Proprio come noi. Alexander mi strinse la mano pi forte. A volte mi domando come sarebbe se tu mi trasformassi. Staremmo svegli tutta la notte, svolazzeremmo insieme, e niente ci potrebbe separare, per l'eternit. Io invece immagino come sarebbe se fossi nato come te. Andremmo alla stessa scuola, prenderemmo il sole, faremmo picnic al parco. E io potrei guardarmi riflesso in uno specchio insieme a te. Tappezzerei le pareti di camera mia con le foto di noi due in spiaggia. I nostri sogni sono simili. Tu sei un'umana che vorrebbe essere vampiro, e io sono un vampiro che sogna di essere umano. Guardai Alexander, sentivo di capirlo profondamente. Non mi era mai venuto in mente che si potesse sentire solo, nel suo mondo, quanto mi ci ero sentita io nel mio. Ci siamo disse, indicando una stalla abbandonata oltre le rotaie. L'edificio, verniciato di rosso, aveva visto giorni migliori. Mancavano assi sul tetto e sulla fiancata, e per questo ricordava il sorriso sdentato di un bambino. Varcammo la soglia. Mancava la porta, ma le travi di legno che formavano l'intelaiatura della costruzione erano ancora intatte. Da un lato c'era un granaio vuoto, dall'altro i ricoveri dei cavalli. Alexander prese una lanterna a gas che pendeva da un gancio e l'accese. Mi prese per mano e mi condusse verso un ango-

lo. Mi stai portando nel granaio? chiesi, timida. Seguimi disse. Non aver paura. Non mordono disse, ridendo. Chi che non morde? chiesi. Immaginai una famiglia di vampiri nascosta nella stalla. Magari erano suoi lontani parenti. Strinsi disperatamente la sua mano mentre mi portava verso l'angolo dell'edificio abbandonato. Due occhietti mi guardavano dall'ombra. Mi avvicinai e vidi che appartenevano a una gatta grigia che allattava una cucciolata di micini candidi come la neve, tra i quali, tutta sola, c'era un'unica gattina nera. proprio come me! esclamai. Sapevo che ti sarebbe piaciuta. Non ho mai visto niente di pi bello! Voglio portarla a casa con me dissi, inginocchiandomi e guardando i gattini. Li ho trovati ieri sera. Vuoi che la prenda? Ormai svezzata e la madre non pu occuparsi di tutti i piccoli. Ci sedemmo uno accanto all'altra, ad ascoltare i cuccioli che facevano le fusa, mentre la madre si addormentava. Strano che non abbia soffiato dissi. Capisce che vogliamo aiutarla, non farle del male. Sei come il dottor Dolittle con i denti aguzzi, tu. Lui sorrise della mia battuta. Allora la vuoi, la micina, o no? Annuii, entusiasta. Alexander sollev tra le mani la minuscola gattina nera, che sembrava una pallina di filo di lana. Ecco, prendi dis-

se, allungando le mani verso di me. Mi ritrovai a cullare il pi piccolo gattino nero che avessi mai visto. Si lecc i baffi e mi guard come se volesse sorridermi. Posso davvero tenerla? Volevo che tu avessi qualcosa per ricordarmi. Per ricordarti? Per farti compagnia di giorno. la cosa pi dolce che tu potessi fare per me. Guardai il cucciolo, che ricambiava lo sguardo con i suoi occhietti verde acqua. La chiamer Incubo.

16 Visite Vampiresche

Dove l'hai preso? mi chiese Billy Boy, quando entrai in casa con Incubo. Me l'ha data Alexander. Com' carina. Ma dovrai tenerla nascosta a pap. Sai che non vuole animali. Lo so, ma questa volta non ho portato in casa lucertole. solo un gattino. Dove l'hai preso? chiese pap, scendendo le scale. Me l'ha data Alexander. Anche se te l'avesse data il presidente, non cambierebbe. Qui non pu stare.

Paul, hai visto com' carina? comment mia madre, accarezzando la testolina di Incubo. E Raven ha ormai l'et giusta per prendersi cura di un gatto. Non la sua et a preoccuparmi disse lui. Pap, non ti ho dimostrato di essere responsabile quando ho lavorato alla Armstrong Travel? Non sono pi una bambina. Esit, quando sollevai la mia Incubo davanti al suo viso. D'accordo. Ma deve stare in camera tua. Non voglio trovarla che scorrazza per la cucina o che si affila le unghie sul mio divano. Grazie, pap. Lo abbracciai forte e gli schioccai un bacio sulla guancia. Adesso ti faccio vedere la tua nuova casa dissi a Incubo mentre la portavo verso la mia stanza. Mi guardai intorno, nella stanza. Non sapevo dove metterla. Ho una vecchia scatola, in garage, piena di vecchi vestiti dei tempi del college. Scommetto che sarebbe un ottimo lettino, per lei disse la mamma, facendo capolino dalla porta. sopra agli attrezzi. Tu portami la scatola, e ai vestiti ci penso io. Grazie. Feci per chiudere la porta della mia camera e Incubo cominci a seguirmi. Torno subito, tesoro dissi, riportandola al centro della stanza. Ti preparer una bella cuccia. Incubo rizz le orecchie, e si volt verso la finestra. Salt sulla mia poltroncina e da l sulla scrivania. Guardava fuori dalla finestra, soffiando. La presi in braccio e la posai sul mio letto.

Torno subito. Dormi qui, per adesso. Quando arrivai alla porta della stanza, Incubo era gi tra i miei piedi, e mi guardava con quegli intensi occhietti verdi. Mi soffi e pos una zampina sull'anfibio. La presi in braccio. Mammina torna subito. Le depositai un bacetto sul naso, la appoggiai a terra e chiusi rapidamente la porta alle mie spalle. Cominci immediatamente a grattare il battente. Andai in garage e salii sul carrello degli attrezzi di mio padre, alla ricerca della scatola. Da fuori veniva il canto dei grilli. L'albero davanti alla mia finestra frusciava con insistenza. Mi bloccai. Ancora fruscio. Poteva essere uno scoiattolo. Avevo visto Trevor la sera prima e pensai che fosse venuto ad appiccicare carta igienica alla mia finestra. Spensi la luce del garage e mi avvicinai silenziosamente all'albero, ma le fronde non facevano pi alcun rumore. Niente uccelli. Niente scoiattoli. Niente giocatori di calcio. Tornai verso il garage e vidi Jagger. Mi si mozz il respiro. Cosa ci fai qui? Volevo solo vederti. Pensavo che fossi tornato in Romania dissi, facendo un passo indietro. Speravo che volessi venirci con me. Alexander mi ha detto che avevate risolto tutto e che te ne saresti andato per sempre. Ecco perch non puoi dirgli niente rispose. Altrimenti non sarete in pericolo solo tu e gli Sterling, ma tutto il paese.

Tutto il paese? chiesi. Non mi stuzzicare disse lui, leccandosi le labbra. Credimi, non ti piacerebbe scoprire cosa succede quando un paesino scopre che c' un vampiro tra gli abitanti e che ha messo gli occhi su una ragazza del luogo. Restai impietrita. Pensai a quanto facilmente si erano propagati per Dullsville i pettegolezzi di Trevor, che si erano ben presto trasformati in maldicenze e scritte sui muri. Se avessero avuto le prove della vera natura di Alexander, non so cosa sarebbe potuto succedere. Va bene, non gli dir niente. Ma tu devi andartene subito! Jagger invece si avvicin ancora. Guarda che non ci vengo al cimitero con te dissi. Adesso mi metto a gridare. C' mio padre, in casa, ed un avvocato. Non sar necessario. Perch mai dovresti passare la vita chiusa in un maniero con un timido pittore, quando potresti girare il mondo con me? Ma io non voglio venire da nessuna parte, con te! Allora sono certo che saprai persuadermi a restare qui. Anzi, sai che c'? Comincia a piacermi, questa citt. Non ti voglio! Non hai pi motivo di vendicarti di Alexander. Torna a casa e Vendicarmi? Ho altro per la mente, ora. Alexander riesce a negare ci che , ma io non sono altrettanto bravo. I suoi occhi spaiati mi trapassarono da parte a parte. Distolsi

lo sguardo, temendo di cadere nuovamente sotto il suo controllo. Lui mi venne vicinissimo. Raven! chiam Billy Boy, dalla porta sul retro. Mio fratello corse gi per il vialetto tenendo Incubo tra le mani. Jagger si ritir tra le ombre. Billy Boy! Torna dentro, subito! dissi, correndogli incontro. Perch ci hai messo tanto? mi chiese Billy. Incubo sta dando di matto. L'ho trovata che grattava la porta di camera tua. Lo fermai a met del vialetto, costringendolo a voltarsi, facendogli scudo con il mio corpo. Il cortile era deserto. Jagger se n'era andato. Tornai dentro con Billy e chiusi la porta. Non sono mai stata tanto felice di vederti! dissi, abbracciando il mio fratellino, che reggeva ancora Incubo. Che ti prende? mi chiese, facendo una smorfia di disgusto. Ho solo avuto la sensazione di vedere l'uomo nero. Tu guardi troppi film dell'orrore disse lui. A volte la mia vita mi sembra un film dell'orrore, sai? risposi.

17 Demone a scuola

Per quanto fosse seccante tornare a scuola dopo le vacanze di primavera, mi confortava il pensiero che le ore diurne sarebbero state prive della presenza minacciosa di Jagger. Tornavo alla Dullsville High School diversa dall'ultima volta che ci ero stata; non che essere l'unica dark della citt non mi avesse gi fatto sentire diversa a sufficienza. Faticavo a concentrarmi, in classe, quando mi rendevo conto di aver scoperto un mondo segreto, popolato da vampiri. I miei compagni continuavano ad affondare il volto tra i libri, aspettando con ansia la prossima partita di calcio, mentre io scara-

bocchiavo appunti nel diario e non vedevo l'ora che arrivasse il tramonto. Non che di colpo avessi un sacco di amici, ma credo che in classe si respirasse un'aria pi serena, da quando Trevor era stato detronizzato. Non mi battevano il cinque in corridoio, non mi invitavano alle loro feste, ma se mi mettevo in fila alla fontanella mi facevano passare avanti. Era un buon segno. Peccato che Alexander studi a casa. Sarebbe bello pranzare tutti e quattro insieme disse Becky, a met giornata, mentre sedevamo sugli spalti del campo di baseball. Gi, sarebbe stupendo. Comunque dobbiamo organizzare qualcosa tutti insieme. Che ne dite di andare al drive-in? propose Matt. Stasera danno Morso d'amore. Il biglietto a met prezzo per chi viene in costume. Forte! Ho sempre voluto vederlo sul grande schermo. Sono sicura che anche ad Alexander farebbe piacere. E cos scoprir che cosa succede a Jenny disse Becky, eccitata. Mi potrei vestire come uno dei vampiri del villaggio, con tanto di mantello. E i canini! aggiunsi. Proprio in quel momento Trevor e il suo manipolo di invasati del calcio arrivarono sul campo. Squadr Matt, che si era seduto accanto a Becky. Per quanto Trevor amasse tormentarmi e mi trovasse patetica, provai un po' di pena per lui. Era ancora pi triste,

senza il suo fido scudiero. Guardai Matt che offriva a Becky met del suo panino. Sono contenta che tu sia stato trasferito alla nostra squadra gli dissi. Matt richiuse il sacchetto di carta marrone e mi sorrise. Dopo le lezioni, Becky e io ispezionammo il mio armadio, alla ricerca di qualcosa da farle indossare al drive-in. Cavoli, ne hai di cose nere disse, mentre io accumulavo sul letto una montagna di gonne e magliette tra cui farla scegliere. Becky prov dei fuseaux neri, una minigonna nera e una camicetta nera orlata di pizzo. Sei perfetta. Sarai una dei membri della gang di vampiri che cerca di far trasformare Jenny. Ora mi cambio anche io. Sentii il SUV di mia madre risalire il vialetto d'ingresso. Becky e io le andammo incontro dalla porta posteriore. Posso avere un anticipo sulla mia paghetta? le chiesi, ansiosa. Calma, calma disse lei. Non mi salutate nemmeno? Ciao dissi io. Ora posso avere un anticipo sulla mia paghetta? Spero che tu non stia partecipando all'ennesima asta per un tostapane di Hello Batty su eBay. Pensavo che fossimo stati chiari Voglio solo tingermi i capelli. Farli biondi. Biondi? chiese, scioccata. Non vorrai rovinare i tuoi splendidi capelli corvini?!

Ma se non li faccio biondi il mio travestimento non sar completo. Fai una recita? Be', pi o meno. Per la scuola? No, ma mi serve il tuo aiuto. Be', in quella scatola che ho svuotato per Incubo c'erano delle parrucche di quando ero al college. Ricordo che ce n'era una ramata, e mi pare anche una bionda. Possiamo andare a vedere? la supplicai. Mamma pos con riluttanza la borsetta sul tavolo di cucina, poi Becky e io la seguimmo fino alla camera da letto dei miei. Rovist in una vecchia borsa di tela di Harrod's. Eccola qua! esclam, come se avesse ritrovato un tesoro sepolto. Mi porse una vecchia parrucca bionda. La mettevo quando ero ragazza. Tuo padre l'adorava! Alzai gli occhi al cielo. Mi servirebbe anche un vestito bianco confessai. Mi guard compiaciuta, come se la sua figlia ribelle le avesse finalmente chiesto in prestito un filo di perle. Vediamo cosa posso fare! rispose, deliziata. Mi fece vedere un paio di jeans scampanati con gli Strass. Ci crederesti, che una volta mettevo cose del genere? mi chiese, appoggiandoli contro la sua gonna di Ann Taylor. Ho una camicetta bianca disse. Oh, e qui c' una gonna di pizzo bianca. Perfetto. Mamma mi pos la parrucca sulla testa e io mi provai i vestiti appoggiandomeli al corpo. Somiglierai all'adolescente che ero disse, con la nostalgia nella voce.

Misi a mollo gonna e camicetta, poi tornai in camera mia con Becky. Saremo fantastiche! dissi. Ma ci serve ancora una cosa per completare i nostri costumi. Cercai nei cassetti, sui ripiani dell'armadio e sotto al letto. Halloween era passato da mesi, e in una cittadina come Dullsville era pi facile trovare una finta borsetta di Prada che finti denti da vampiro. Scoraggiata, bussai alla porta di Billy Boy. L'apr appena, facendo spuntare la sua testa da Charlie Brown. Intravidi Henry, che lavorava al computer di mio fratello. Hai preso tu i miei denti da vampiro? gli chiesi, con tono accusatorio. E perch dovrei prendere qualcosa su cui hai sbavato? disse Billy Boy, cercando di richiudere la porta. Be', non li trovo, e mi servono prima di stasera dissi, spingendo la porta per tenerla aperta. Henry corse verso la porta. Io ne ho disse. Mai usati. Henry e Billy Boy facevano strada sulle loro biciclette, Becky e io li seguivamo sulla mia. Che strana carovana dovevamo sembrare, mentre pedalavamo verso casa di Henry, al limitare di Oakley Woods: due dark e due nerd in fila indiana. Parcheggiammo le biciclette nel vialetto di casa di Henry, ed entrammo nella grande abitazione in stile coloniale. Ci accolse la domestica, che stava piegando il bucato. Salimmo un lustro scalone di legno fino alla sua camera. Sulla porta

c'era un cartello che diceva VIETATO L'INGRESSO AI FIGHETTI. Mi piace dissi. Per terra c'era uno zerbino di spugna nera, e la porta era chiusa da una miriade di chiavistelli. Che ci nascondi, l dentro? Le ricette segrete dei piatti della mensa? chiesi. Dopo aver aperto i chiavistelli, sal sullo zerbino e la porta si apr automaticamente. Henry aveva un letto a soppalco, sotto al quale c'era il suo computer blu metallico. Sul soffitto erano incollate stelle fosforescenti, sicuramente in una precisa disposizione astronomica. Un acchiappasogni a forma di sistema solare pendeva dal ventilatore da soffitto. Accanto alla finestra c'era un telescopio. Apr le ante scorrevoli di una cabina armadio, dietro alle quali s'erano interi scaffali di scatole di plastica trasparente. I campioni costano cinque dollari disse, indicandole. C'era un'etichetta su ciascuna scatola: ACNE. SANGUE. BRUFOLI. VOMITO. CICATRICI. Chi mai pu volere pi brufoli? chiesi. E qui ho gli odori disse, aprendo una provetta e spingendola fin sotto al mio naso. Schifo! dissi, disgustata. Sembra l'odore che fa il bagno dopo che c' stato Billy. Sta' zitta! disse mio fratello. Mi piace versarne sulla sedia della signora Louis, a volte disse, tutto fiero. Guarda. Li ho messi in ordine alfabetico. Da te, me lo aspettavo.

Becky e io pagammo Henry e ci riempimmo le tasche di cose raccapriccianti. Alla fine, Henry mi present una scatola, tenendola come se contenesse il Santo Graal. La apr, rivelando due perfette dentature con i canini aguzzi. Se volete anche la colla, fanno sette dollari. Sapevo di averne in borsa solo sei. Cinque dollari e un pacchetto di gomme ribattei. Sei. E la tua foto di scuola rilanci lui. Lo guardai fisso negli occhi, poi guardai Becky. Ma c' la dedica che hai fatto a me! disse. Ti prego la supplicai, sfoderando il mio sguardo da cucciolo. Lei apr il portafogli e dette la foto a Henry. Io gli detti i soldi e ce ne andammo, prima che potesse cambiare idea. *** Quando scesi per andare all'appuntamento con Alexander, trovai i miei genitori in cucina, che mettevano ordine tra le bollette da pagare. Far un po' tardi, stasera li avvertii. Domani c' scuola disse mia madre. Lo so, ma andiamo al drive-in risposi, con un sorriso. Perch non aspettate il fine settimana? mi chiese la mamma. Perch stasera costa la met se ci andiamo in costume. Vengono anche Becky e Matt.

Becky? chiese mia madre, sorpresa. S, la mia piccola Becky. Sar il nostro primo doppio appuntamento. E poi ho gi finito i compiti, e alla prima ora abbiamo supplenza. Direi che hai tutte le scuse in regola disse mio padre. Laver i piatti per tutta la settimana dissi a mia madre. E ti laver la macchina, pap. L'ultima volta che l'hai fatto, ci hai appiccicato un adesivo delle Wicked Wicca. Ma devi ammettere che ci stava bene. E l'ultima volta che hai lavato i piatti hai rotto la teiera della nonna mi ricord la mamma. Benissimo. Allora siamo d'accordo dissi. Io vado a vedere il film, ma vi risparmio il fastidio di fare le faccende. Mi sono perso qualcosa disse mio padre, mentre raggiungevo la porta. Ehi, quando hai finito con quella parrucca bionda, tua madre la rivuole. Mi misi in spalla lo zainetto pieno di accessori in stile Morso d'amore e presi una boccetta di aglio in polvere in cucina. La tenni stretta in una mano, come se fosse spray urticante, lungo la strada verso il Maniero. Se Jagger mi avesse cercato, volevo essere pronta a difendermi. Svoltando l'angolo subito prima di Benson Hill, sentii una presenza familiare avvicinarmisi. Vidi un cespuglio muoversi e ciuffi biondi fare capolino tra le foglie. Feci un respiro profondo, aprii la boccetta dell'aglio e la lanciai direttamente verso il cespuglio, con forza. Ahio! grid una voce maschile. Trevor salt fuori dal cespuglio, tenendosi la fronte.

Che ci fai qui? gli urlai. Ti ho vista camminare lungo la via e volevo spaventarti disse, massaggiandosi la testa. Non occorre che ti nascondi. La tua faccia spaventerebbe anche Frankenstein. Presi la boccetta da terra e la rimisi in borsa. Mi incamminai e Trevor mi segu fin quasi al cancello. Non ho davvero pi tempo per te dissi. Devo andare al Drive-in. Oltrepassai il cancello, i cui battenti erano di poco discosti. Lanci bene. Dovresti fare un provino per la squadra di baseball. E di' a quel pallidone del tuo ragazzo mi grid, che se vuole partecipare anche lui, stanno cercando un portamazze! Stavo risalendo il vialetto del Maniero, quando sentii Trevor parlare con qualcuno. Mi voltai e vidi il mio rivale, di spalle, che parlava con un tizio con i capelli bianchi. Trasalii. Jagger e Trevor? Un'accoppiata pericolosa. Tornai sui miei passi di soppiatto e mi nascosi dietro a una siepe, accanto al cancello di ferro battuto. Ehi, sta' attento, amico! disse Trevor. Doveva essersi imbattuto in Jagger nel buio della sera. Immaginavo l'espressione sorpresa che doveva aver fatto Trevor trovandosi davanti il pallido e tatuato Jagger, tutto pieno di piercing, che camminava da solo lungo una strada

male illuminata. Chiss se Trevor avrebbe cercato di colpirlo o si sarebbe dato alla fuga. Scusa disse Jagger, con tono freddo. Non ti ho visto arrivare. cos buio, qui. Gi. Mi sa che gli Sterling rompono i lampioni apposta. Jagger rise. Quella ragazza con la quale sei arrivato la tua fidanzata? chiese. Raven? il mio incubo. No, sta con il tipo che vive nel Maniero. Non ti ho mai visto da queste parti disse, studiandolo. Sono in visita. Sono amico di Sterling. Amico? Non credevo che ne avesse disse ridendo. Be', farai meglio a raggiungerlo prima che vadano al drive-in. Al drive-in? chiese Jagger. S. costruito su un antico camposanto sussurr, come se stesse svelando un segreto. Ho sentito dire che a notte fonda puoi sentire i fantasmi che sgranocchiano il popcorn. Un camposanto disse Jagger, riflettendo ad alta voce. Perfetto. Per cosa? chiese Trevor, confuso. Uh per un'iniziazione del mio club improvvis Jagger. Ma molto esclusivo Magari un giorno potresti entrarci anche tu. Be', grazie, ma il calcio occupa tutto il mio tempo libero. E poi Sterling non mi sembra il tipo che ci tiene a entrare in qualche club.

Oh, lui gi membro. Devo solo convincere Raven a unirsi a noi. Magari le faccio una sorpresa e li raggiungo l disse Jagger. Mi sai indicare da che parte devo andare? Seguimi disse il nuovo alleato di Jagger. di strada per il campo di calcio. I due se ne andarono insieme, lasciandomi a bocca aperta. Jagger aveva intenzione di improvvisare una cerimonia del patto quella sera al drive-in e io ero la vittima sacrificale! Avevo bisogno di inventarmi un piano alla svelta. Feci un respiro profondo e cercai di ragionare. Se avessi annullato l'uscita, Jagger sarebbe potuto tornare a casa mia, mettendo in pericolo anche la mia famiglia. Avevo poco tempo per allontanare Jagger in maniera definitiva, senza diventare la sua cena. Ma perch Alexander e io non potevamo semplicemente goderci un film insieme? Come Morso d'amore, che per inciso rispecchiava in modo inquietante la mia condizione di quel momento; un film nel quale il vampiro Vladimir Livingston cercava di salvare la povera mortale Jenny dalla minaccia del mondo degli inferi. Ma certo! Jagger intendeva trasformarmi, quella sera, al drive-in? Non avrebbe potuto farlo, se prima mi avesse morsa qualcun altro.

18 Morso d' amore

Sai, non facile, senza uno specchio dissi, nervosa, ad Alexander, nella sua stanza, mentre cercavo di incollare i denti finti sui miei. C'era la colonna sonora di Morso d'amore in sottofondo. Sono dritti? chiesi, sfoderando un sorriso vampiresco e sexy. Wow! disse lui, colpito. Ma sei sicura che siano di plastica? Li tocc con un dito. Sembrano cos veri Attento, la colla non ancora asciutta scattai. Ehi, perch sei cos nervosa? solo un film. Invece no. Devo farti una confessione. Prometti che non ti arrabbierai.

D'accordo. C' di mezzo un altro uomo? S, ma non come pensi tu. Jagger ancora a Dullsville. E tu come lo sai? mi chiese, preoccupato. L'ho appena visto ammisi. Dove? Fuori dal Maniero, con Trevor. Trevor? L'ultima persona con la quale dovrebbe parlare. Be', Jagger l'ho visto anche l'altra sera, a casa mia. Ma mi ha detto che se te l'avessi detto avrebbe raccontato a tutti la verit su di te. venuto a casa tua? chiese, alterato. Ti ha fatto male? No lo rassicurai. Ma vuole farlo, stanotte, al drive-in. Trevor gli ha detto che stato costruito su un terreno consacrato, e Jagger l'ha convinto a fargli vedere dove si trova. Prima Jagger mi voleva per vendicarsi di te. Ora credo che mi voglia tutta per s a meno che non lo convinciamo che sono gi stata presa prima. Ma Dovrai convincerlo tu. Ma questo significa Proprio come Vladimir salva Jenny nel film. Sar cos romantico! Non so se posso farlo. Devi. Non abbiamo altra scelta. Gli schioccai un bacio per rassicurarlo. Andr tutto bene. Fidati di me. Mi ravviai i capelli. Feci una piroetta, per fargli vedere bene il mio costume. Come sto? Mi piaci, bionda disse lui, ancora assorto. E tu sei identico a Vladimir dissi, fiera,

sistemandogli le pieghe del completo scuro e raddrizzandogli il mantello nero. Sei proprio identica a Jenny disse. Voglio vedermi. Presi la borsa dal letto, la aprii e ci infilai una mano, alla ricerca del portacipria di Ruby. Alexander si port una mano allo stomaco. Non mi sento tanto bene. Sei solo nervoso. Ti prometto che andr tutto bene. Per non Aspetta un attimo dissi, cercando una mentina. Che cos'? chiese, disgustato, quando gliene porsi una. Solo una mentina risposi. Non le avete, in Romania? Per rimetterti a posto lo stomaco. Falla sparire, per favore disse, allontanandosi. Poi mi accorsi di uno strano odore che proveniva dalla mia borsa. Ci infilai una mano, e trovai l'origine dell'odore sotto al portafogli e a un pacchetto di fazzoletti. Oh, no! La polvere d'aglio! dissi, facendo vedere il recipiente di plastica ad Alexander. Il coperchio si era aperto. Mettilo via! disse lui, tenendosi lo stomaco. Scusa! dissi, dirigendomi verso il lato opposto della stanza. Pi lontano. Tipo, in Utah! Ma non volevo mi scusai. Il suo volto gi pallido diventava pi emaciato a ogni respiro.

Aprii la finestra della soffitta e lanciai la boccetta pi lontano che potei, nel cielo buio. Alexander era ancora intontito, il suo respiro affannato e rapido. Giuro che se serve butto anche la borsa. Lui non disse niente, cercando di riempirsi d'aria i polmoni. Jameson! gridai, ma la musica di Morso d'amore era troppo forte perch mi potesse sentire. Corsi fuori dalla stanza, scesi le scale. Jameson! gridai. Jameson! Non sentivo volare una mosca, mentre correvo per tutto il primo piano. Volai gi dallo scalone. Ma perch vivevano in una casa cos grande? Entrai di corsa in cucina, dove Jameson stava caricando la lavapiatti. Alexander! dissi, col fiato corto. stato esposto all'aglio! Chiama il nove uno uno! Gli occhi di Jameson sembrarono farsi ancora pi sporgenti del solito e io mi spaventai ulteriormente per la gravit della situazione. Poi si ricompose e apr uno stipetto. Dentro c'era una siringa di antidoto, che Jameson mi porse. Deve iniettarglielo nella gamba disse, perentorio. Io? chiesi, scioccata. Con il mio passo, signorina Raven, arriverei in cima a quella scala troppo tardi. Presi la siringa dalla sua mano scheletrica e corsi via. Avevo il cuore in gola, mentre salivo le scale; temevo di non arrivare in tempo.

Entrai nella soffitta e lo trovai steso sul letto, la pelle bluastra e lo sguardo vacuo. Respirava a fatica. Mi ricordai di quando avevo visto Pulp Fiction. La scena in cui un nervosissimo John Travolta alzava il braccio e piantava una siringa con violenza nel cuore di una moribonda Urna Thurman. Mi domandai se sarei stata altrettanto coraggiosa. Posai una mano sulla coscia di Alexander, e alzai il braccio con la siringa. Uno. Due. Tre. Mi morsi il labbro e conficcai l'ago nella sua gamba. Attesi, ma Alexander non si muoveva. Quanto ci voleva? Ero arrivata troppo tardi? Alexander! Parlami! Ti prego! Improvvisamente si tir a sedere, rigido, gli occhi spalancati. Inspir con foga, come se volesse risucchiare tutto l'ossigeno della stanza. Poi espir e il suo corpo si rilass. Mi guard, debole. Stai bene? chiesi. Non volevo Ho bisogno di un po' di cerc di dire. Sangue? chiesi, preoccupata. No. Acqua. In quell'istante Jameson entr nella stanza con un bicchiere in mano. Portai il bicchiere alle sue labbra. Alexander bevve rapidamente. A ogni sorso, il suo sguardo sembrava pi vivace. Il tuo viso di nuovo quasi pallido dissi, in ansia. Jameson e io tirammo un sospiro di sollievo, mentre Alexander si ricomponeva.

Perch avevi dell'aglio con te? mi chiese, alla fine. Nel caso Jagger fosse tornato a trovarmi. Jagger? chiese Jameson, allarmato. qui? Alexander e io annuimmo. Allora non dovremmo andarcene? La signorina Raven non forse in pericolo? Presi la mano di Alexander nella mia. Batman mi ha gi salvato dal suo nemico giurato. E stanotte lo far per l'ultima volta. *** Le volte in cui pi mi ero avvicinata al drive-in di Dullsville risalivano a quando Becky e io andavamo alle elementari. Ce ne stavamo sedute fuori dalla recinzione metallica e guardavamo i film sedute nell'erba, mangiando popcorn e caramelle portate da casa. Se ci andava bene, gli spettatori tenevano gli altoparlanti a volume alto; altrimenti ci inventavamo le battute e ridevamo come matte finch qualche guardia non ci mandava via. Nemmeno nei miei sogni pi folli avrei mai immaginato che Becky e io saremmo venute in macchina al drive-in, in compagnia dei nostri fidanzati. La prima volta che si seppe che il drive-in di Dullsville era costruito su un antico terreno consacrato, fu chiuso; ma tutto ci che le scavatrici riuscirono a disseppellire furono solo vermi, cos recentemente il cinema aveva avuto il per-

messo di riaprire i battenti. L'odore di vernice fresca si mescolava a quello dell'aria della sera. Altoparlanti metallici, posti su appositi paletti, delimitavano lo spazio destinato a ciascuna automobile. Cinquanta metri oltre l'ultima fila c'era un chiosco bianco e giallo, con relativi tavolini da picnic. Alexander port Matt, Becky e me al posto che ci era stato assegnato; c'erano altre coppie con mantelli e capelli allisciati all'indietro, e bambini con pigiami e ali di pipistrello se ne stavano appollaiati sui cofani e i tettucci della auto. Alcuni ragazzi della Dullsville High School erano venuti in jeans e maglietta neri. Era palese che nessuno, a parte Alexander e me, aveva mai visto quel film. Noi eravamo i soli vestiti come Vladimir e Jenny; gli altri sapevano solo che era un film di vampiri, cos si erano vestiti di nero. La gente ci guardava, mentre ci facevamo largo tra le auto. Trovammo il posto, nella zona posteriore del parcheggio, poi uscimmo dall'auto e cominciammo a discutere su cosa mangiare. Io avevo in mente ben altro che il popcorn. Mentre gli altri tre dibattevano l'importante tema "con o senza burro", io feci un giro della zona. Jagger poteva essere ovunque, pronto ad affondare le sue zanne nel mio collo. Alexander mi raggiunse mentre perlustravo dei cespugli. Vieni qui disse, riportandomi verso la macchina. Lui ci ha gi rovinato la vita abbastanza. Cerchiamo almeno di passare una bella serata. Guardati intorno. Questa sera non siamo tanto diversi dagli altri aggiunse, abbracciandomi. Aveva ragione. Guardai la gente. Erano ancora di pi che alla festa di benvenuto per la

famiglia di Alexander. Che forza dissi, dimenticando per un istante il pericolo imminente. Matt e Becky tornarono con popcorn e bibite. Iniziarono i trailer dei film in uscita, cos rientrammo in macchina, Matt e Becky sul sedile posteriore, Alexander e io davanti. Chiusi subito le sicure delle portiere. Che fai? chiese Matt. Siamo in un drive-in. Tengo lontani i teppistelli dissi io. Proprio in quel momento, un ragazzino che si era messo in bocca due cannucce a mo' di zanne appoggi il viso al mio finestrino. Visto? dissi, e scoppiammo tutti a ridere. Mi avvicinai al finestrino, strabuzzai gli occhi e snudai i miei denti da vampiro. Il ragazzino spalanc la bocca, lasci cadere le cannucce e corse via, gridando: Mamma! Sei stata tremenda mi ammon Becky. Ma divertente aggiunse Matt. Mangiucchiammo popcorn abbracciandoci, mentre il film iniziava. Alexander e io controllavamo nervosamente il parcheggio, cercando di capire se ci fossero vampiri in avvicinamento. Non so se ci riesco, sai? sussurr Alexander, quando si accorse che stavo pi attenta ai tavolini attorno al chiosco che non al film. Ma s che ci riesci. Leggevo la preoccupazione nei suoi occhi. Mi piegai verso di lui e lo baciai sulla bocca. Ehi, cos non vediamo dissero Matt e Becky. Alexander e io ridemmo, contenti che qualcosa avesse spezzato la tensio-

ne che si stava accumulando in noi. Mi acciambellai sulla sua spalla per un po', dimenticandomi di Jagger. Ci perdemmo nell'istante, cominciando a recitare le battute del film all'unisono. A tre quarti della pellicola, proprio quando il vampiro Vladimir stava portando Jenny al matrimonio nel cimitero, lo schermo divenne giallo, e la pellicola inizi a bruciare. Si sentiva il suono del rullo che girava a vuoto. Il pubblico cominci a gridare: Buuu! Cavoli disse Matt. una congiura per farci comprare altro popcorn dissi io. Uscimmo dalla macchina per sgranchirci le gambe. Mi venuta voglia di una bibita. Voi volete qualcosa? chiese Matt. No, grazie risposi. Vengo con te disse subito Becky. Matt la prese per mano, e si diressero verso il chiosco. Dici che sono in pericolo anche loro? chiesi, preoccupata. Jagger vuole te, non una partita di calcio. Mi guardai intorno. Sentivo il cuore accelerare le pulsazioni. Mi sto innervosendo dissi. Perch non ti siedi un po' in macchina? Sto di vedetta io. Aprii la portiera dal lato del guidatore, saltai a bordo e subito chiusi la sicura. Mi voltai per chiudere anche quella dal lato del passeggero, e sobbalzai. Jagger era seduto accanto a me!

Pensavi che non ti avrei riconosciuta con i capelli biondi? mi canzon. Cercai di aprire la portiera, ma lui mi trattenne il braccio. Sono venuto a reclamare ci che non ho potuto prendere prima disse, guardandomi negli occhi con i canini snudati. Lo spinsi via, mentre sentivo dei colpi provenire dal finestrino, alle mie spalle. Alzai lo sguardo e vidi il volto distorto dalla rabbia di Alexander. Cercava di aprire la portiera, mentre io mi difendevo dai denti di Jagger. Terrorizzato, Alexander corse dall'altro lato della macchina, ma Jagger aveva gi chiuso tutte le porte. Aiuto! gridai, protendendo le braccia in avanti per tenerlo a distanza. Alexander torn dal mio lato, serrando un pugno per cercare di sfondare il vetro, mentre io sollevavo un piede per spingere via il corpo di Jagger. Spinsi indietro un braccio, riuscendo appena a sfiorare la sicura. Cercai con tutta me stessa di sollevarla usando solo l'indice. La portiera si apr di colpo, ma Jagger mi tir fuori dal lato del passeggero prima che Alexander potesse raggiungermi. Mi trascin lontano dalla macchina, verso il fondo del drive-in. Prima che potesse guadagnare l'uscita, per, Alexander lo raggiunse e gli prese un braccio. Lasciala andare disse, perentorio, prima che ti

Jagger non lasci andare il mio polso. Sono venuto a fare ci che a te non mai riuscito disse. Cosa vuol dire? chiesi io. Alexander digrign i canini guardando Jagger, e si frappose tra me e lui. Non costringermi a farlo davanti a tutti disse Alexander, riferendosi ad alcuni clienti delle ultime file, che ci guardavano, incuriositi. Arretrai, allontanandomi da Jagger. Non sarebbe dovuto succedere continu Jagger. Mia sorella voleva solo essere come tutti gli altri. Avrebbe potuto scegliere chiunque, ma noi volevamo te! E tu l'hai abbandonata! Sai bene il perch. Non ho mai voluto fare del male a lei o alla tua famiglia si difese Alexander. Farai lo stesso con Raven. Non sei mai stato come noi. Tu puoi negare la tua natura grid Jagger, ma io non negher la mia! Corse verso di me e mi prese per un braccio mentre Alexander mi afferrava dall'altro. Poi Jagger scopr i canini e si avvent sul mio collo. troppo tardi! dissi, schivando il morso. Appartengo gi ad Alexander. Mi chinai e morsi Jagger con tutta la mia forza, sul braccio. Improvvisamente le luci si abbassarono e la proiezione ricominci. Il vampiro Vladimir stava facendo strada a Jenny nel cimitero. Una banda di vampiri li seguiva, cercando invano di interrompere la cerimonia, per reclamare la vita della ragazza.

Jagger emise un grido di dolore e io strattonai Alexander perch mi seguisse verso lo schermo, ma lui mi resisteva. Dove stai andando? Non possiamo voltargli le spalle, troppo pericoloso! Guardai lo schermo. Vladimir si stava facendo strada tra le tombe insieme a Jenny. Non abbiamo molto tempo. Ma Alexander guardava Jagger, il cui volto emaciato stava avvampando di rabbia. Ricordati il piano. Ti prego, fidati di me lo supplicai, tirandolo per la mano. Alexander si volt ancora. Jagger stava correndo verso di noi. Vidi Becky e Matt attraversare il parcheggio con le bibite in mano. Ehi, che succede? chiese Becky, facendo un passo nella nostra direzione. Ora non posso spiegarti, ma entrate in macchina e chiudetevi dentro! ordinai. Alexander e io iniziammo a correre verso il lato opposto del terreno, dove si trovava lo schermo. Jagger, furioso, ci incalzava a poca distanza. Ma cosa sta facendo, Raven? sentii chiedere a Becky, mentre lei e Matt entravano nella Mercedes. Alexander e io eravamo davanti al grande schermo, davanti alle nostre controparti in Morso d'amore. La gente cominci a lamentarsi: Ehi, cosa sta succedendo?

Io guardavo la folla, ma non riuscivo a distinguere Jagger. Poi lo vidi indugiare dietro a una famiglia, a neanche cinquanta metri da noi. Presto! esclamai. Non c' pi tempo! Mentre Vladimir prendeva in braccio la sua amata Jenny, misi le braccia intorno al collo di Alexander, e lui mi sollev. La folla ci incitava, battendo le mani e dando colpetti di clacson, mentre noi mettevamo in scena il momento clou del film che veniva proiettato alle nostre spalle. Con la coda dell'occhio vidi che Jagger mi si stava avvicinando, che era a pochi passi da me. Proprio come nel film sussurrai. Alexander mi guard negli occhi, preoccupatissimo. Strinsi il pugno, pronta per quello che sarebbe successo. Mordimi, Alexander! dissi. Mordimi! *** Jagger si avvent in avanti. Alexander port la bocca sul mio collo proprio mentre il vampiro del film faceva la stessa cosa con la sua bella. Avvertii una leggera pressione sulla pelle. Mi portai le mani al collo e gridai. Abbandonai la testa all'indietro, il mio corpo era inerte tra le sue braccia. Il mio cuore batteva cos velocemente che sembrava voler pulsare per entrambi. Sentivo il caldo liquido rosso colarmi lentamente lungo il collo, mentre l'odore del sangue riempiva l'aria. Alexander alz la testa, fiero, proprio come l'attore nel

film, reggendomi come un trofeo, mentre un rivolo rosso colava dalla bocca di entrambi i vampiri. La folla applaudiva. Guardai Jagger, i cui occhi spaiati erano rossi di rabbia. Alexander mi depose dolcemente a terra. Mi girava la testa. Mi alzai a fatica, tenendo una mano sul collo macchiato di sangue, mentre il liquido mi colava lungo l'avambraccio. Mentre la cinepresa si avvicinava al viso di Jenny per un primo piano, io guardavo Jagger con occhi spiritati. Snudai i denti. Inizi a ululare furiosamente, il corpo scosso da spasmi. La la sua rabbia fu sovrastata dal suono dei clacson del pubblico entusiasta. Non poteva fare pi niente, non c'era altro che potesse togliere ad Alexander. Strabuzz gli occhi, tese i muscoli e si lecc i canini. Senza staccarci gli occhi di dosso cominci ad arretrare, poi torn tra le ombre e scomparve.

19 La notte e il giorno

Siete stati bravissimi, quando avete recitato quella scena del film, ieri sera! mi disse Becky il giorno dopo, davanti agli armadietti. Non sapevo che avessi intenzione di fare una cosa del genere, mi siete piaciuti un sacco! Grazie. Sai, dovevamo aspettare il momento giusto. Non avrei mai immaginato che Vladimir volesse fingere di mordere Jenny perch gli altri vampiri non la reclamassero. Lo fa perch i vampiri credano che Jenny si sia legata a lui per l'eternit. Cos lasciano Londra e tornano in Romania, e non le faranno mai pi del male.

Gi, ma vien da pensare che Vladimir la voglia trasformare per averla tutta per s. Be', la morale che non tutti i vampiri sono malvagi dissi, sorridendo. Ah, no? chiese Matt, comparendo alle nostre spalle. Esatto, proprio come i giocatori di calcio dissi, prendendolo in giro. Be', a me sembrato che Alexander ti abbia morso davvero. Posso vedere la ferita? aggiunse. Ehi, sono cose personali! dissi, scherzando. E poi Alexander ha solo fatto finta proprio come Vladimir con Jenny. La sua interpretazione stata da Oscar dissi, fiera. Secondo me gli piaciuto, recitare davanti a tutta quella gente. Anche il sangue sembrava vero disse Matt. L'amico nerd di mio fratello, Henry, ha un sacco di effetti speciali, a casa. stato lui a vendermi questi denti da vampiro dissi, facendogli vedere i canini. Perch li indossi ancora? chiese lui. Non riesco a toglierli. Credo che Henry chieda un extra per il solvente della colla. Proprio in quel momento due delle ragazze pon pon della scuola si fermarono nei pressi dei nostri armadietti. Ehi, ciao, sentite Dove possiamo trovare costumi come quelli che avevate voi ieri sera? chiese una di loro. Sembravi Marilyn Monroe mi disse l'altra. E tu sembravi Elvira disse a Becky. Voglio anche io un costume da Elvira.

Costume? mi domandai. Non si erano accorte che mi vestivo sempre in quel modo? Pensai quasi di parlare loro di Hot Gothics, a Hipsterville, o di invitarle da me per prendere qualcosa in prestito dal mio guardaroba. Poi il pensiero di vedere delle ragazze pon pon vestite dark solo perch pensavano che fosse di moda mi fece venire il voltastomaco. Ero stata esclusa cos a lungo che venire accettata non sarebbe stato pi facile, almeno nei primi tempi. Sei stata fantastica ieri sera disse la prima. Dove hai preso quel sangue? Stavo per fare il nome di Henry, poi decisi che sarebbe stato il mio segreto. Era vero dissi. Oh, che schifo! dissero entrambe, e se ne andarono rapidamente. Dovevo ammettere che le attenzioni dovute all'esibizione al drive-in mi facevano piacere. Anche se sapevo che sarebbero durate solo finch quelle ochette non avessero dimenticato tutto, e sarebbe successo molto presto. Suon la campanella. Il drive-in far un'altra serata in costume disse Matt. E c' gi gente che parla di recitare alcune scene del film dal vivo. Mi sa che Alexander e io dovremmo chiedere la percentuale sui biglietti. Cavoli, dovr trovarmi un'agente. Chi era quel ragazzo inquietante con i capelli bianchi che vi venuto incontro davanti allo schermo? chiese Becky. Credo che volesse fare la parte di uno dei vampiri della banda risposi, chiudendo l'anta del mio armadietto. Ma

non era molto bravo aggiunsi. Non era affatto convincente, come creatura della notte.

20 Ballando nelle tenebre

C'era una nuova ragazza a Dullsville io. In fin dei conti, avevo trascorso sedici anni calata in un'esistenza monotona. Improvvisamente Dullsville non era pi poi cos noiosa. A pochi isolati da casa mia, in cima a Benson Hill, viveva l'amore della mia vita, Alexander Sterling. Il mio ragazzo. Il mio compagno dark. Il mio vampiro. Alexander e io eravamo di nuovo insieme, e il suo nemico giurato era uscito dalle nostre vite. Mi domandavo come sarebbe stata la normalit delle nostre vite. Uscivo con un vampiro. Avrei dovuto tenere questo fatto segreto a Bec-

ky, ai miei, a tutti. Per consentirgli di restare nella mia vita, avrei dovuto cucire le mie labbra dipinte di nero. Alexander e io ci saremmo sempre visti dopo il calar del sole. Non avrei mai fatto colazione o pranzato con lui. Nei ristoranti avremmo dovuto evitare di sederci vicino agli specchi, stando anche attenti che nessuno stesse usando aglio nei nostri paraggi. E soprattutto, mi domandavo se avrei dovuto diventare vampiro anche io, per avere un futuro insieme a lui. Quella sera incontrai Alexander alla porta del Maniero; aveva uno zainetto sulla spalla e un ombrello in mano. Andiamo disse, fiero, prendendomi per mano. Dove mi porti, stasera? A qualche tomba? Vedrai Sei stato fantastico, l'altra sera. Sei piaciuto a tutti, a scuola! Per un istante, ho pensato che mi avresti morsa davvero. Per un istante, avrei davvero voluto farlo disse, ammiccando. Dev'essere difficile, per te, resistere ai tuoi istinti. Anche tu hai istinti ai quali non cedi, no? mi chiese, scherzoso, facendomi il solletico. Perch dovrebbe essere diverso, per me? Ridacchiai. Dopo qualche isolato ci fermammo davanti al country club di Dullsville. Mi prendi in giro? Mio padre iscritto a questo club. Be', ha ottimi gusti. Non l'ho mai pensato. Siepi di tre metri delimitavano il campo da golf, circondate da una bassa rete metallica. La scavalcammo e ci ritro-

vammo sull'erba del campo. Mi ero intrufolata in un sacco di posti, nella mia vita, ma a quello proprio non avevo mai pensato. Se mi beccano mentre sono qui scherzai, mi roviner la reputazione. Di notte, quel luogo sembrava meravigliosamente spaventoso. Camminammo sul tee, lungo la striscia erbosa e poi sul green, evitando le buche di sabbia e i bunker, proprio come dovevano fare le palline da golf. Alexander e io ci sedemmo sul green, nei pressi della terza buca, che si affacciava su un laghetto con una fontana centrale illuminata. C'erano dei salici piangenti, al limitare del laghetto, che nell'oscurit sembravano piangere lacrime di pizzo nero, invece di foglie. Il campo era innaturalmente silenzioso. I soli rumori che sentivamo erano i grilli e lo sciabordio delicato dell'acqua della fontana. Mi piace circondarmi della bellezza di posti come questo ma tu lo fai impallidire, sai? Lo baciai immediatamente. Mi piace anche ballare in luoghi insoliti. Apr lo zainetto e ne tir fuori un lettore CD portatile. Lo accese, facendo partire una canzone di Marilyn Manson. Posso avere l'onore di questo ballo? mi chiese, porgendomi la mano. All'inizio ballammo un lento sul green. Dovevamo essere un bello spettacolo due dark che ballavano nel buio, su un campo da golf.

Quando inizi un brano pi veloce, ballammo uno intorno all'altra e attorno al paletto della buca fino a restare senza fiato. Corremmo fino al laghetto e mettemmo le mani a conchetta nell'acqua. La luce della fontana illumin il mio riflesso sulla superficie. Dove ci sarebbe dovuto essere quello di Alexander, vedevo solo le increspature causate dalle sue mani immerse nell'acqua. Lo guardai. Mi sorrise, felice, ignaro dell'assenza del suo riflesso. Mi sentii sola per lui e mi domandai come fosse una vita fatta di riflessi vuoti. Senza fiato, ci lasciammo cadere sull'erba e guardammo le stelle. Il cielo era sgombro, tranne qualche nuvola lontana. Stesi sul campo da golf, senza alberi o lampioni sopra di noi, avevamo la sensazione di poter vedere milioni di stelle, che splendevano solo per noi. Alexander si mise a sedere e prese due bibite dallo zaino. Vermi gommosi, ragni o lucertole? mi chiese, infilando nuovamente la mano nello zaino. Vermi, per favore. Bevemmo e masticammo i colorati insetti gommosi. Cosa si prova a non vedere mai il proprio riflesso? chiesi, incapace di distogliere la mente da quel pensiero. Non lo so, per me sempre stato cos. E come fai a sapere come sei fatto? Dai dipinti. Quando avevo cinque anni, i miei genitori hanno commissionato a un pittore un ritratto di famiglia. Ce l'abbiamo sopra al caminetto, nella nostra casa in Romania. Era la cosa pi bella che avessi mai visto. Le pennellate del-

l'artista hanno catturato la luce, le fossette sul volto di mia madre, la gioia negli occhi di mio padre, il tutto con assoluta naturalezza. In quel ritratto sembro vivo e gioioso, anche se a quel tempo ero grigio e tetro, nel cuore. Quell'uomo mi vedeva cos, e ho deciso che volevo fare quello che faceva lui. Ti piaceva il tuo aspetto nel quadro? Sono sicuro che mi ha fatto pi bello di come mi sarei trovato vedendomi in un riflesso. Il suo tono si fece appassionato, come se stesse esprimendo quei sentimenti per la prima volta. Mi ha sempre fatto pena l'abitudine degli umani di passare tanto, troppo tempo davanti allo specchio. Si aggiustano i capelli, il trucco, gli abiti, per lo pi per fare colpo sugli altri. Ma si vedono davvero, nello specchio? Vedono quello che vogliono vedere? Sono contenti, o tristi? E soprattutto mi sono sempre chiesto se basino l'immagine che hanno di loro stessi su quella che vedono riflessa. Hai ragione. Passiamo troppo tempo a preoccuparci del nostro aspetto, invece che di ci che abbiamo dentro. L'artista ha la facolt di cogliere quell'aspetto. Di esprimere ci che pensa del soggetto. Ho sempre pensato che fosse molto pi romantico che vedermi in un freddo riflesso su una superficie lucida. Allora per questo che dipingi ritratti? Come quello che hai fatto di me al Ballo della Neve? S. Dev'essere difficile la carriera di artista, tra i vampiri. Ecco perch fatico a inserirmi. Preferisco creare, piuttosto che distruggere.

Alexander alz improvvisamente lo sguardo verso la luna. Si alz e prese un grosso ramo caduto da uno degli alberi, accanto alla sponda del laghetto. Si tolse la cintura e leg il ramo al manico dell'ombrello. Tolse la bandierina e infil l'ombrello nella terza buca. Cosa stai facendo? Vuoi oscurare la luna? Di colpo sentii il suono di un irrigatore che si accendeva. L'acqua cominci a caderci addosso come una pioggia leggera. Ridacchiai mentre l'acqua fredda mi bagnava le gambe. fantastico! Non avrei mai immaginato che un campo da golf potesse essere un luogo cos magico. Ci baciammo sotto gli spruzzi d'acqua, finch non vedemmo lampi all'orizzonte. Rimisi velocemente le bibite e il lettore CD nello zainetto, mentre Alexander recuperava l'ombrello. Mi spiace che dobbiamo interrompere disse, mentre riprendevamo la strada di casa. Stai scherzando? stato perfetto dissi, abbracciandolo. I campi da golf non saranno mai pi gli stessi, ora.

21 Sagra degli orrori

Nei giorni seguenti andai a scuola, dove passavo del tempo con Becky e Matt, evitavo Trevor, poi tornavo a casa e mi occupavo di Incubo. Dopo il tramonto, passavo pi tempo che potevo con Alexander, guardando film, coccolandoci e ascoltando musica al buio. Sabato ero esausta. Dormii tutta la giornata e mi incontrai con Alexander al maniero all'ora del crepuscolo. Era la sera della Sagra di Primavera di Dullsville. In passato, Becky e io ci eravamo sempre andate insieme. Per la prima volta sa-

remmo arrivate separatamente, al braccio dei rispettivi cavalieri. Alexander e io entrammo, mano nella mano, poco dopo che fu calato il buio. Attraversammo i due archi fatti di palloncini colorati, in mezzo ai quali c'era un piccolo chiosco di legno bianco, la cassa. Alexander si avvicin al vecchio Jim, che vendeva i biglietti; Luke, il suo alano, pigrottava ai suoi piedi. Due, per favore chiese Alexander, pagando per entrambi. Sei venuta a dormire in una delle tombe vuote disse il vecchio Jim. Non dormo al cimitero da mesi risposi. Forse Mi guard con aria scettica. Be', se ti scopro dovr dirlo ai tuoi genitori, lo sai. Alexander mi prese la mano e mi port via dal chiosco. La Sagra si estendeva per tutto il campo da calcio della mia scuola. C'erano stand che vendevano torte fatte in casa, panini, granite, una ruota panoramica e altre giostre, un labirinto e ancora il chiosco del gioco del tris, il lancio degli anelli e i tiri a canestro. L'aria odorava di zucchero filato e di pannocchie arrostite. Alexander e io attraversammo la folla sentendoci il principe e la principessa delle tenebre. Lui per non si rendeva conto degli sguardi della gente, e aveva tutta l'aria di un bambino che non sa con cosa vuole cominciare a giocare. Non sei mai stato a una sagra prima d'ora? chiesi. No. E tu? Ma certo.

Ce l'avete fatta sentii dire a una voce familiare. Era mio padre. Mi voltai e vidi i miei genitori che mangiavano hot dog seduti a un tavolino da picnic. Alexander strinse la mano a mio padre e salut educatamente mia madre. Vi va di sedervi con noi? ci chiese la mamma. Non vorrai che passino la serata con due vecchietti come noi? disse mio padre. Divertitevi aggiunse, mettendo una mano in tasca per allungarmi venti dollari. Non si preoccupi, ci penso io, signor Madison disse Alexander. Mi piace il tuo stile, ragazzo disse pap, rimettendo la banconota nel portafogli. Grazie lo stesso, pap dissi io. Ci vediamo dopo. Mentre Alexander e io camminavamo tra le attrazioni, la gente ci fissava come se fossimo parte dello spettacolo. Ciao, Raven disse Becky, quando la trovai a vendere torte allo stand di suo padre. Pap dovuto correre a casa. Abbiamo finito le mele caramellate e ci restano solo due crostate. Congratulazioni dissi. Per peccato, speravo di mangiarne un po'. Quando torna ve ne metto da parte due disse Matt, mentre porgeva una porzione di torta a un cliente. Credo che tu abbia trovato la tua strada. Sei bravissimo! gli dissi. Li salutammo un attimo prima che venissero assaliti da una torma di clienti affamati.

Verso le giostre, mi accorsi di Ruby, in piedi tra due chioschi. Ciao, Ruby, sei venuta con Janice? chiesi. Oh, ciao, Raven disse lei, abbracciandomi affettuosamente. No, sono qui con un amico aggiunse ammiccando. In quella arriv Jameson, senza la marsina da maggiordomo, elegantissimo in completo nero e cravatta coordinata, con dello zucchero filato blu in una mano. Salve, signorina Raven disse cortese, porgendo lo zucchero filato a Ruby. Lieto di constatare che Alexander in ottime mani, nella mia sera libera. Alexander rivolse un sorriso a Mister Spavento. Io sono lieta che tu e Jameson siate tornati in citt, invece disse Ruby, rivolta ad Alexander. Anche io disse lui, stringendomi la mano. Jameson si comporta bene? Sai, pu essere un po' rude, a volte scherz. un gentleman assolutamente squisito disse lei, ma poi sussurr: Spero di corromperlo nel corso della serata. Alexander e io ridemmo. Allora vi lasciamo al vostro zucchero filato, ragazzi. Ho promesso a Raven di portarla sulla ruota panoramica. Oltrepassammo gli stand gastronomici e i chioschi dei giochi. Raven disse Billy Boy, dietro di me. Ci voltammo, e mio fratello ci corse incontro, tenendo in mano un sacchetto che conteneva un pesce rosso molto preoccupato. Henry lo seguiva a breve distanza, con un'analoga preda.

Guarda cos'abbiamo appena vinto! esclam Billy Boy. Forte comment Alexander. Com' carino dissi, sfiorando il sacchetto. Attento solo a tenerlo lontano dalle grinfie di Incubo. Ora piccola, ma crescer presto. Non c' pericolo, far un tettuccio di sicurezza ai nostri acquari proclam Henry, fiero. Allora sono sicura che non ci sar alcun pericolo dissi all'amichetto nerd di mio fratello. Abbiamo finito i biglietti si lament Billy Boy. Hai visto pap da qualche parte? Prendi disse Alexander, infilando una mano nella tasca posteriore prima che potessi rispondere. Allung a Billy un po' di soldi. Gli occhi di mio fratello strabuzzarono come se avesse appena vinto alla lotteria. Grazie, Alexander! esclam. Ehi, grazie, amico aggiunse Henry, e se ne andarono entrambi verso lo stand dei pesci rossi. Sei stato gentile. Non occorreva dissi. Non ti preoccupare. Ora andiamo alla ruota? mi chiese. Solitamente odiavo aspettare il mio turno davanti alle giostre e cercavo di passare avanti nelle file, trascinando di peso una riluttante Becky. Ma quella sera l'attesa non mi dava fastidio, perch significava stare pi a lungo con Alexander. Ben presto ci ritrovammo a salire nel cielo notturno. Quando fummo in cima, la giostra si ferm per consentire a quanti erano tornati a terra di scendere.

Credi che sar difficile perch siamo diversi? chiesi, guardando le altre coppie. Siamo pi simili della maggior parte della gente. Ti d fastidio che siamo cos diversi, nel profondo? gli chiesi, guardandolo negli occhi. Ma qui siamo uguali disse, indicandosi il cuore. Se io fossi stata Luna, te ne saresti andato dalla cerimonia? Alexander parve confuso. Cosa vuoi dire? Tu vuoi che io diventi un? chiesi. Improvvisamente la giostra ripart, interrompendo la conversazione. Ci tenemmo stretti mentre la cabina scendeva lentamente verso terra. Alexander mi aiut a scendere. Restammo un istante fermi, indecisi su cosa fare tra le tante attrazioni che ancora dovevamo provare. Andiamo a lanciare gli anelli disse lui alla fine. Arrivammo al chiosco quando un'altra coppia stava finendo di giocare, e se ne andava a mani vuote. Guardai gli animali di peluche in palio per i vincitori, mentre l'addetto, nella sua uniforme bianca e con un cappello a cilindro nero in testa, raccoglieva gli anelli da terra. Dev'essere truccato. Non vinco mai. Di solito mi ci gioco una settimana di paghetta e non vinco neanche un premio di consolazione dissi. Alexander mise qualche moneta sul banco e l'addetto gli consegn tre anelli. Ti assicuro che pi difficile di quel che sembra lo avvertii.

Alexander guard il solitario palo di legno come un lupo guarda un agnello ignaro del pericolo. Lanci i tre anelli con la rapidit del croupier di un casin. L'addetto e io eravamo esterrefatti. Tutti e tre gli anelli centrarono il palo. Io saltellavo per la gioia. Ce l'hai fatta! Alexander era raggiante, nel vedere l'addetto che mi consegnava un enorme orso viola. Lo abbracciai forte, e schioccai un bacio al mio ragazzo. Ero senza parole, orgogliosissima di portare in giro un orso quasi pi grande di me. Le granite le offro io annunciai, mentre ci immergevamo nuovamente nella folla. Dovetti fermarmi quando, con la visuale impedita dal peluche, sbattei contro qualcuno. Scusi dissi, spostando l'ingombrante premio per vederci meglio. Ehi, mostriciattola, sta' attenta disse Trevor, che aveva in mano due biglietti. Stai andando a farti la plastica facciale? chiese. Ottima idea. Anche per me un piacere vederti dissi, sarcastica. Presi la mano di Alexander e riprendemmo la rotta verso le nostre granite. Ehi, Luna! sentii dire a Trevor, alle nostre spalle. Alexander e io restammo paralizzati, a quelle parole. Non poteva aver detto quello che credevamo di aver sentito. Luna! disse nuovamente Trevor. Luna? Non poteva essere! La gemella di Jagger? Era davvero a Dullsville?

Ci voltammo e vedemmo Trevor che guardava il labirinto, un grande edificio rettangolare dalle pareti multicolori. In alto a sinistra c'era una minacciosa testa di clown, la cui bocca era l'ingresso dell'attrazione. In basso a destra i visitatori uscivano oltrepassando una tenda di nastri rossi che si apriva al centro dell'enorme scarpa marrone del pagliaccio. davvero lei disse Alexander, indicando con un dito tremante una ragazza minuta che se ne stava accanto alla rampa che conduceva all'ingresso. Aveva lunghi capelli bianchi fluenti e pelle di porcellana, pallidissima. Indossava un abitino rosa pastello e stivali neri. come vedere un fantasma. Non la vedo dai tempi della Romania. Che cosa ci fa qui? chiesi. Non che questa citt sia precisamente una meta turistica. Me lo sto domandando anche io! Diedi il peluche ad Alexander, e corremmo a raggiungere Trevor. Conosci quella ragazza? gli chiesi, con il cuore che accelerava. Ci ha presentati un amico di Alexander e lei mi ha chiesto di portarla alla Sagra. molto carina mi disse, spudoratamente. Cosa sei, gelosa? Jagger? ancora qui? chiesi, spaventata. Se foste veramente amici, lo sapresti. Non mio amico. malvagio, e tu non devi fidarti di lui lo avvertii.

Be', un po' strambo, come voi, ma siccome mi ha detto che ha litigato con Alexander, ho deciso che non pu essere poi tanto male. Ti ha parlato ancora, dopo quella sera fuori dal Maniero? E tu che ne sai? Mi controlli? venuto a una partita in notturna e mi ha detto che sua sorella stava per arrivare in citt. Mi ha chiesto se mi andava di conoscerla. Il coach non l'ha fatto entrare in campo, per. Quel tipo ha pi metallo in faccia di uno sfasciacarrozze. Jagger non un buon sostituto per Matt gli dissi. molto diverso. Sta cercando di usarti. Direi che sei gelosa. Lui non come tu lo credi disse Alexander, con tono esasperato. Sentite, stato bello chiacchierare con voi, ma ho da fare. E poi fareste meglio a tornare alle vostre gabbie, prima che allo zoo si accorgano che siete scappati. Se ne and, scomparendo nella folla. Cominciammo a seguirlo, ma un omone che teneva per mano un bambino piccolo ci tagli la strada. Un attimo dopo, Trevor e Luna entrarono nel labirinto. Rispettate la fila! disse l'omone, indicando un punto alle nostre spalle. Ma urgente dissi io. Trevor e Luna dettero i loro biglietti all'addetto dell'attrazione e scomparvero nella bocca del clown. Presi Alexander per mano e aggirammo il nerboruto signore mentre puli-

va la bocca al figlioletto. Ci facemmo largo tra la gente, mentre qualche ragazzino si lamentava: Ehi, non giusto! C' una fila! Arrivati all'ingresso, l'addetto ci placc. Biglietti, per favore. Non ho Infilai la mano in tasca e ne cavai un pugno di monete, che depositai nel palmo aperto della sua mano. Questi bastano solo per uno. Alexander prese un fascio di banconote, le mise in mano all'addetto e gli appoggi l'orso tra i piedi. Dopo torno a prenderlo disse. Mi prese la mano e corremmo nella bocca del clown. Ci ritrovammo in una stanza piena di palline colorate, ci arrivavano alle ginocchia. Cercammo di avanzare pi velocemente che potevamo. Di questo passo, non la troveremo mai dissi. Quando arrivammo al capo opposto della stanza, trovammo una porta rossa a destra e un cunicolo bianco e nero a sinistra. Oh, no! E ora dove andiamo? mi lamentai. Lanciamo una moneta? Non c' tempo disse Alexander. Lo seguii nel tunnel dipinto a motivi bianchi e neri che creavano illusioni ottiche man mano che procedevamo. Mi girava la testa, inciampavo, mi reggevo al corrimano e ad Alexander per non cadere. Oltrepassammo un ponte di vetro. Sotto, vidi Trevor. Colpii il vetro pi volte, ma lui non alz lo sguardo.

Alla fine del ponte, c'era uno scivolo rosso. Io scesi per prima, Alexander mi segu da vicino. Quando ci rialzammo, vidi i capelli biondi di Trevor a neanche tre metri da me. Trevor gridai. Ma lui svolt l'angolo, diretto alla stanza seguente. Superai una famiglia di tre persone e aprii una porta a pois. Alexander e io ci ritrovammo soli. Trevor? dissi. Si spensero le luci. Ero impietrita. Si sentiva la risata isterica di un clown mentre una luce fioca iniziava ad accendersi. Poi Luna ci apparve davanti. Era bellissima. Occhi azzurro oceano, carnose labbra rosa, lunghe ciglia da bambola. Il vestitino rosa con profili fucsia metteva in risalto il suo fisico. Aveva lunghe gambe color alabastro, che gli stivali al ginocchio lasciavano parzialmente scoperte. Un orsetto Scare Bear di plastica trasparente rosa pendeva dalla lampo del vestito. Sul braccio, poco sotto la spalla, aveva tatuata una rosa nera. Prima che potessimo parlare, le luci si spensero del tutto. Alexander mi prese la mano mentre le luci tornavano, e le pareti nere erano diventate di vetro. Luna non si era mossa. Vidi il mio riflesso. Le pareti non erano semplicemente di vetro, erano specchi. C'erano decine di Raven, riflesse su ogni muro della stanza. Alexander, che era ancora accanto a me, non aveva riflesso. E ne mancava anche un altro. Ero senza fiato. Perch sei venuta? chiese Alexander. Luna! Trevor stava chiamando da un'altra stanza. Dove sei finita?

Luna sorrise debolmente, un sorrisetto malefico che lasciava intravvedere due canini aguzzi. Rabbrividii. Be', se hai avuto quello che volevi, e sei diventata una vampira chiese Alexander, cosa ci fai qui? Jagger mi ha chiamato. Ora voglio godermi la vita che mi era stata negata. Mio fratello mi ha dato un'opportunit per uscire dalla Romania. E il vampiro che ti ha morso? Non dovresti essere con lui? obiett Alexander. stata solo una scappatella, su terreno comune. Dopo che mi hai lasciato, mi sono resa conto che potevo usare qualcun altro chiunque altro per farmi trasformare. Per il vero amore c'era tempo. Lo potresti trovare anche in Romania disse Alexander. Tu non ci sei riuscito disse lei, gli occhi pieni d'odio. E poi Jagger mi aveva detto di aver conosciuto un tipo che poteva essere perfetto per me. Trevor? chiesi. Ma figurati. Ma non puoi fidarti di Jagger insistette Alexander. Non ha a cuore i tuoi interessi, fa solo i propri comodi. La sua sola ragion d'essere la vendetta. Ora che sono nel vostro mondo, vedo le cose diversamente. L'ho capito dal tuo sguardo al cimitero, Alexander. Tu e io vogliamo la stessa cosa disse. Vampiro o umana, io voglio una relazione nella quale affondare davvero i denti. Si spensero le luci. Strinsi con forza la mano di Alexander. Avanzai alla cieca. Dovevo trovare Trevor prima che

Luna lo raggiungesse. Trevor! gridai. Non Le luci si riaccesero di colpo. Di Luna non c'era traccia.

RINGRAZIAMENTI
Sono eternamente grata alla mia editor, Katherine Tegen, per il talento, l'amicizia, i consigli e l'entusiasmo. Questo sequel non sarebbe stato possibile, senza di lei. Al mio agente, Ellen Levine; grazie per le dritte, l'esperienza e l'amicizia. Grazie infinite a Julie Hittman, per il duro lavoro, le utili e-mail e per il suo fantastico carattere. Da ultimo, un abbraccio a mio fratello, Mark Schreiber, per la generosit e il sostegno che non mi ha mai fatto mancare.

Nota del traduttore


La cittadina dove vive Raven non si chiama veramente Dullsville. Si tratta di un nomignolo che deriva da dull, noioso, ed per questo che la citt di zia Libby viene chiamata Hipsterville, perch nel paragone don Dullsville pi modaiola e vivace (hip).

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