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I rapporti con l'Illuminismo: L'insofferenza verso il razionalismo scientifico: Le basi della formazione intellettuale di Alfieri sono illuministiche, sensistiche

e materialistiche, poich lesse i filosofi illuministici francesi come Voltaire, Montesquieu e Rousseau. Per non possiede una solida cultura filosofica, quindi non allarga i suoi orizzonti in questo senso, ma nei confronti di quella cultura provava una confusa insofferenza. Egli ripugna il culto della scienza poich per lui soffoca quella violenza emotiva in cui consiste la vera essenza dell'uomo e spegne il fervore dell'immaginazione, da cui pu nascere la poesia. Anche l'illuminismo aveva rivalutato l'importanza del mondo passionale e aveva celebrato il culto della natura. Ma la filosofia dei lumi mirava ad un equilibrio delle passioni umane ed esaltava la ragione, mentre Alfieri si ribella alla ragione ed esalta la dismisura, la passionalit sfrenata, che innalza l'uomo al di sopra della sua stessa natura. L'illuminismo riteneva corrosiva la religione, mentre Alfieri, pur non avendo una fede positiva, mosso da un fondamentale spirito religioso che si manifesta in un'oscura tensione verso il senso dell'infinito e del mistero. Inoltre, mentre l'Illuminismo ottimista verso le sorti dell'uomo, Alfieri pessimista. Il rifiuto del progresso economico e dei lumi: Il progresso economico non alletta il poeta poich nel suo aristocratico rifiuto dello spirito borghese teso all'utile e all'interesse materiale, egli vede nello sviluppo economico solo l'incentivo al moltiplicarsi di una massa di gente meschina ed arida; non accetta neanche la diffusione dei lumi poich la cultura non migliora lo stato sociale dell'uomo. Al cosmopolitismo contrappone lo sdegnoso isolamento della propria individualit; al filantropismo oppone il culto dell'umanit eroica. Le idee politiche: L'individualismo alferiano: Anche le idee politiche di Alfieri hanno una matrice illuministica. La lettura dei philosophes fa s che il poeta si stacca nettamente dalla cultura dei lumi. Ne consegue il suo esasperato individualismo ed egocentrismo, che lo inducono a scontrarsi con la situazione storica e politica in cui vive, suscitando il suo rifiuto. L'odio contro la tirannide e il potere: Da quest'ambiente soffocante Alfieri fugge, vagando per 5 anni in vari paesi europei, scontrandosi ovunque contro l'assolutismo monarchico, in cui Alfieri, nel suo aristocratico individualismo, sprezzante nei confronti della mentalit della borghesia, non pu identificarsi. Alfieri si trova in urto sia con ci che esiste, l'assolutismo, sia con cio che destinato a sostituirlo, l'assetto borghese: di qui egli sente un isolamento totale dal suo tempo, per cui le posizioni politiche di Alfieri non hanno per base principi filosofici, ma un gruppo di avversioni e reazioni emotive. Al centro della sua riflessione politica c' l'odio contro la tirannide, che non la critica di una forma di governo ma il rifiuto del potere in s in quanto oppressiva. La libert astratta.Anche il concetto di libert che esalta contro la tirannide resta astratto e indeterminato. Esso l'espressione di unindividualismo eroico, ansia di affermazione del proprio io: una libert riservata all'aristocrazia dello spirito, edin quanto tale, se pure ha un riflesso politico, no ha un'autentica ispirazione politica. La prova di questa astrattezzadell'ideale di libert che Alfieri si entusiasma per le rivoluzioni del suo tempo, ma poi si ricrede quando esse siassestano in un nuovo ordine dispotico. Infatti per celebrare la rivoluzione americana scrive 4 odi, ma poiaccortosi del falsi ideali di libert alla base di essa, ripiega in una quinta ode su pi amare riflessioni. Lo stessoaccade per la presa della Bastiglia, con l'ode Parigi sbastigliato, dove prima la celebra e poi bolla come nuova e pi infame tirannide.Titanismo e pessimismo. Nel pensiero di Alfieri non si scontrano solo i 2 concetti politici, tirannide e libert, ma 2 entit mitiche efantastiche: il bisogno di affermazione totale dell'io e la percezione di forze oscure che si oppongono aquest'espansione.Gi nelle opere politiche si delinea il titanismo alfieriano, un'ansia di infinita grandezza e libert che si scontra contutto ci che la limita e la ostacola. Questo io gigantesco, che vuole spezzare ogni limite, si proietta nella stessacondizione storica di Alfieri: il suo conflitto con una realt sociale

e politica mediocre, l'isolamento sdegnoso, maanche la volont tesa verso un ideale di grandezza eroica quasi sovrumana. L'impossibilit di affermare l'io oltreogni limite per non deriva solo dall'esterno, ma anche dal limite che nel suo interno. Infatti il tiranno non solola trasfigurazione mitica di una condizione storica oppressiva, ma anche la proiezione di un limiteche Alfieri trova in se stesso, e che rende impossibile la grandezza: tormenti e angosce fiaccano l'ansia eroica. Al sogno titanico si accompagna sempre la consapevolezza pessimistica dei limiti umani. Ma il titanismo e il pessimismo non sono tendenze opposte, ma sono due facce della stessa medaglia poich la voglia di andare oltre i limiti umani si accompagna con la coscienza della propria impossibilit, generando un senso di sconfitta e di impotenza. Questa voglia infinita di affermare il proprio io inoltre accompagnate dal peso di una maledizione: un esempio l'eroe Saul che proietta i suoi tormenti nel tiranno che lo sovrasta, Dio.

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