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50-60 ->avvicinamento sia ai liv.

Infrastrutturali degli altri paesi, che allineamento ai modelli organizzativi degli altri paesi (verticalizzazione del sistema) Italia caso particolare -> fondamentale IRI ->Irizzazione Nel 1951, la densit telefonica italiana sfiora i 3 apparecchi per cento abitanti, contro i 29 degli Stati Uniti, 20 della Svizzera, 11 della Gran Bretagna e 6 di Francia e Germania (Brezzi 2004, p. 67). Nel dopoguerra il sistema ancora definito tramite 5 concessionarie: Stipel, Societ Telefonica Interregionale Piemonte e Lombardia (Prima zona: Piemonte-Valle dAosta e Lombardia); Telve, Societ Telefonica delle Venezie (Seconda zona: Veneto, Friuli-Venezia Giulia e TrentinoAlto Adige); Timo, Telefoni Italia Media Orientale (Terza zona: Emilia-Romagna, Marche, Umbria, AbruzziMolise escluso lex circondario di Orvieto); Teti, Societ Telefonica Tirrena (Quarta zona: Liguria, Toscana, Lazio pi lex circondario di Orvieto, Sardegna); Set, Societ Esercizi Telefonici (Quinta zona: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).

Iri possiede direttamente le prime 3 e indirettamente controlla quote nelle ultime 2

Rispetto al contesto internazionale c molta differenza (negli altri paesi cera un'unica societ) Piano predisposto: un unico ente telefonico nazionale a carattere industriale controllato da un ente a carattere finanziario e di controllo, sul genere di Stet, in possesso di tutte o almeno della maggioranza delle azioni dellente industriale, a sua volta controllato dalla Stato almeno per il 51% tramite Iri; tale societ finanziaria avrebbe dovuto avere al suo interno anche un efficiente servizio tecnico attraverso il quale esplicare la collaborazione con i gruppi stranieri manifatturieri (non solo americani), nel quadro di un riordino generale finalizzato allintroduzione delle soluzioni tecnologiche pi avanzate; la societ finanziaria avrebbe dovuto avere la maggioranza o cospicue partecipazioni in societ italiane di produzione di apparecchiature, cavi e altri componenti interessanti il servizio telefonico.

Situazione a met anni 60: Il Ministero PPTT esercita le sue attribuzioni attraverso due organismi a ordinamento autonomo e con bilancio separato da quello dello Stato: (i) lAmministrazione delle Poste e Telecomunicazioni, competente per i servizi postali, telegrafici e radioelettrici, che provvede al servizio telegrafico e telex nazionale e a parte di quello internazionale, al servizio di trasmissione dati interno e internazionale e allesercizio della rete di stazioni costiere; (ii) lAzienda di Stato per i Servizi Telefonici (ASST), competente per i servizi telefonici,

con la responsabilit del servizio telefonico interurbano e di quello internazionale con tutti i Paesi europei e alcuni del Bacino del Mediterraneo. Accanto a queste due strutture operano tre concessionarie: (i) Sip Societ Italiana per lesercizio telefonico, nata il 1 gennaio 1964, tramite la fusione per incorporazione delle cinque aziende telefoniche (Stipel, Telve, Timo, Teti e Set) che dagli anni Venti gestivano il servizio, ciascuna in una parte del territorio italiano; Sip gestisce il servizio telefonico locale e a media distanza, nonch quello a lunga distanza non gestito da ASST; (ii) Italcable, cui compete la gestione del servizio telegrafico internazionale e i servizi telefonico, telegrafico, telex e trasmissione dati intercontinentale; (iii) Telespazio, che provvede allimpianto e allesercizio delle stazioni terrene per telecomunicazioni via satellite. Le tre concessionarie sono societ del gruppo Iri, controllate attraverso la finanziaria di settore, la Stet Societ Finanziaria Telefonica spa (Italcable entra nel Gruppo nel settembre 1965 e, con essa, Telespazio). A questo quadro disarticolato bisogna aggiungere anche i Ministeri dellIndustria e delle Partecipazioni Statali, i quali, per le funzioni di controllo sullattivit di Iri, sono coinvolti nella definizione delle politiche del settore delle telecomunicazioni.

Stet possiede anche: Sit Siemens, principale produttore manifatturo italiano di apparati e sistemi di telecomunicazione, entrata a fare parte dellIri nel 1950; - Sirti, impresa per linstallazione e la manutenzione degli impianti, di cui la Stet assume il controllo nel 1966; - Seat, societ editrice delle guide telefoniche acquisita gi nel 1936 da Stet, e la relativa tipografia Ilte, fondata nel 1947; - Cselt Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni, nato nel 1964 come evoluzione dello Csel costituito nel 1961 dallallora Stipel, al fine di svolgere attivit di R&S e studi nel campo delle telecomunicazioni. Inoltre, proprio tra la fine degli anni Sessanta e linizio degli anni Settanta a Stet viene assegnato il ruolo di polo dellintera filiera elettronica italiana, debordando dal settore delle telecomunicazioni in senso proprio. Inoltre vengono acquisite: ELSAG, Selenia, SGS Ates

Altri Stati Delineato il quadro di riferimento, in questo ampio paragrafo viene analizzata levoluzione di Telecom Italia dalla privatizzazione agli anni pi recenti, con riferimento ai principali indicatori economici e in termini comparativi rispetto agli incumbents presenti nei maggiori Paesi europei (British Telecom, Deutsche Telekom, France Telecom, Telefnica). In via propedeutica, utile ricordare quali siano gli assetti proprietari di questi operatori e come si sia arrivati ad essi.

British Telecom (BT) oggi un operatore totalmente privato. Il processo di privatizzazione risale agli anni 1982-83, anche se le ultime quote rimaste in mano pubblica sono state cedute nel 1993. Deutsche Telekom (DT) e France Telecom (FT) sono invece ancora controllate dai rispettivi Stati, pur nellambito di un processo di parziale privatizzazione. France Telecom vede la partecipazione diretta dello Stato con una quota del 13,23%, cui si accompagna la partecipazione del Fonds Stratgique dInvestissement (il Fondo sovrano francese), pari al 13,5%. Una quota non trascurabili di azioni (4,41%) in mano ai dipendenti. Il processo di privatizzazione relativamente recente, avendo preso il via nel settembre 2004. Deutsche Telekom vede la partecipazione diretta dello Stato con una quota del 14,8%, cui si accompagna la partecipazione di KfW Bankengruppe (controllato all80% dal Governo Federale e al 20% dagli Stati federali), pari al 16,9%. Deutsche Telekom viene costituita nel 1996, quando viene privatizzato il monopolio pubblico Deutsche Bundespost. Infine, Telefnica (TE) stata privatizzata dal Governo spagnolo nel 1997 ed oggi una public company; tra gli azionisti stabili della societ, un ruolo fondamentale hanno avuto e hanno alcune banche, in particolare Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, attualmente con una quota del 5,543%, e La Caixa, con una quota del 5,17%.

21 nov 1996: il governo presieduto da Romano Prodi approva un DL con il quale trasferisce il pacchetto azionario di STET dall IRI al Ministero del Tesoro. Successivamente il presidente dello STET e l A.D. vengono convocati e convinti a dimettersi. Al loro posto vengono nominati Guido Rossi e Tomaso Tommasi di Vigevano . 30 gennaio 1997 il CdA di Telecom Italia avvia le procedure di fusione e incorporazione di STET seguendo le direttive impartite dal Ministero del tesoro. Quote risultanti: Flottante 85,5% Min. Tesoro: 5,5% Nocciolo 6,6% (Imi, Credito Italiano, Ifil, Generali, Comit, Ina, MPS, Cariplo etc.) AT & T 2,4% (mai acquistato in realt) Eletto il nuovo consiglio di amministrazione quando in realt le azioni non erano ancora state consegnate (min.tesoro ancora al 44% quindi decide autonomamente) in modo da decidere autonomamente il cda. Rossi a seguito lascia, dopo aver chiesto e non ottenuto garanzie di poter creare una corporate governance adeguata che permettesse alla societ di diventare una Public Company. Inoltre il cosiddetto nocciolo era rofmato per la maggior parte da gruppi bancari e non da gruppi industriali, quindi poco avvezzi e poco interessati ad una oculata gestione

BRITISH TELECOM

5.2. Privatization
The privatization of BT took place during 1984. In April BT plc was incorporated as a public limited company wholly owned by the government. By August BT's licence as a private company was in operation, and the assets and liabilities of the old corporation were vested in BT plc. In November 51% of the equity was offered to the public; in November applications closed: and in December 1984 trading in the shares began on the Stock Exchange. As stated earlier, the privatization had been first announced in a White Paper in July 1982, but was delayed by the June 1983 General Election. However the Telecommunications Bill was reintroduced in July 1983 and received the Royal Assent in April 1984. Hence the 1984 financial statements were prepared in the knowledge that privatization was certain and would take place during the following months.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0361368296000190

In the mid-1980s, the Socialist government (in ofce since 1982) started a privatization program. 8 Within this framework, in 1987 the government sold a small stake of 6 percent of Telefonica through a Public Offering (PO) in the Stock Market. 9 Revenues from the PO amounted to 283.7 million Euros, and it reduced the states stake from 38 to 32 percent. However, day to day operation, including the Chairmans appointment, continued under government control. The sale of this stake was neither intended to relinquish public control of the company nor mainly oriented to raise money because of scal pressures. Instead, the objective was to oat Telefonica on the New York Stock Exchange; as a matter of fact, there was only an international tranche. The objectives pursued by the socialist government in doing so were (1) to get foreign partnership to stimulate supervision on company management under public control, thus increasing efciency, and (2) to increase the possibilities of nancing Telefonicas expansion investments without affecting the Budget. This was consistent with other POs of large State Owned Enterprises (SOEs), such as Endesa (electricity) and Repsol (gas) in the late 1980s. In the mid-1990s the Maastrich Treaty scal criteria to qualify for joining the European Monetary Union put strong pressure on Spanish government nances. Within this context, in

autumn 1995 there was a PO to sell another stake (11 percent) of Telefonica. Revenues from the PO amounted to 1,000.2 million Euros and it further reduced the states stake from 32 to 21 percent. After the PO in 1987, day to day operation continued under government control. In March 1996 the conservative Popular Party won the national election promising to privatize the entire public sector. In Telefonica, a new ChairmanJuan Villalongawas appointed by the government in June 1996. Telefonicas privatization was completed subsequently. Villalonga, 43 years old at the time, had no previous experience in the Telecoms industry. He came from the investment bank sector. He had held executive positions in the consultancy rm McKinsey, in CS First Boston and in Bankers Trust. This nancial background tted the move of the company towards setting as a rst priority the creation of shareholder value. In addition to this experience, the new Chairman had worked with experts and politicians in or close to the incumbent Popular Party in the design of the privatization strategy of the new government. The 21 percent stake that the state still retained in the company was sold through a PO in JanuaryFebruary 1997. Revenues from this PO amounted to 3,885.5 million Euros. After this last PO, the company was totally privately owned, and the government relinquished day to day control, although a temporary (10 years) golden share was kept to preserve government inuence on some strategic decisions. After complete privatization, Telefonicas shareholder dispersion increased. This was a consequence of the technical design of the 1995 and 1997 POs. Both of them included discounts on the nal price for small investors (4 percent for general investors and 8 percent for employees). Also, both POs included delity bonuses for small investors: that is, the promise of getting 1 free share for every 20 shares bought, provided that the investor did not sell the shares during the year after the PO. Rationing was needed in both POs, since small investor demand was considerably higher than the offer directed to them. The ratio demand/offer was 7.3 in 1995 and 7.2 in 1997 (Table 1). Besides the enlargement of the number of shareholders, a hard core of nancial investors existed since the mid-1990s, although it lost practical importance progressively. Three nancial institutions (two banks and one savings bank) held stakes of around 5 percent of total capital: Banco Bilbao Vizcaya, Argentaria and La Caixa.

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