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OGGETTO: Osservazioni al progetto di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti speciali solidi finalizzato al recupero di materia e di energia da realizzarsi nel Comune di Celano (AQ) presentato dalla V.E.PR.AL. S.p.a in data 28/02/2012
Con la presente ed in conformit alle leggi vigenti la scrivente associazione sottopone alla Vs. attenzione le proprie osservazioni circa lintervento in oggetto. Innanzitutto doveroso rilevare il grave errore procedurale commesso sia dalla V.E.PR.AL S.p.a che dalla stessa Regione Abruzzo che ha accettato la pratica. Larticolo 19, Titolo III del Testo Unico Ambientale (Dlgs. n.152 del 3 aprile 2006) prevede che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale comprenda lo svolgimento di una VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA limitatamente alle ipotesi di cui allart. 6, comma 7 del presente Decreto; tale valutazione necessaria qualora si ritenga che il progetto rientri fra quelli elencati nellallegato IV alla parte II del Testo Unico Ambientale e possa produrre impatti significativi e negativi sullambiente. Il progetto presentato dalla V.E.PR.AL S.p.a relativo alla realizzazione di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti speciali solidi finalizzato al recupero di materia ed energia, rientra a tutti gli effetti tra quelli da sottoporre prima a Valutazione di Assoggettabilit, cosa che invece non avvenuta per quanto concerne tale progetto:
z.a) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui allallegato B lettere D2, D8 e da D13 a D15, ed allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152);"
Inoltre la documentazione fornita dalla V.E.PR.AL. S.p.a. non pu essere considerata definita n dettagliata perch, tra le tante lacune rilevate, manca persino di un parametro fondamentale a definirne liter autorizzativo: infatti non viene assolutamente riportato il quantitativo di rifiuti pericolosi in D15 che dovrebbero essere stoccati e trattati allinterno dellimpianto. Quanto appena rilevato gi sufficiente al respingimento, da parte del Vs. Ufficio, della pratica presentata dalla V.E.PR.AL S.p.a, in quanto non conforme a quanto stabilito dalla Normativa in materia ambientale. Rimaniamo a Vs. completa disposizione per ogni eventuale delucidazione e cogliamo loccasione per porgere i nostri migliori saluti.
OSSERVAZIONI AL PROGETTO DELLA V.E.PR.AL. S.P.A. IMPIANTO DI STOCCAGGIO E TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI SOLIDI FINALIZZATO AL RECUPERO DI MATERIA E DI ENERGIA DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI CELANO (AQ) A CURA DEL WWF MARSICA
Sommario
Studio di Impatto Ambientale: dov? .................................................................................................4 Impianto per la raccolta di acque reflue...............................................................................................5 Relazione tecnica dellimpianto...........................................................................................................5 Informazioni sulle tipologie di rifiuti oggetto dellattivit ..................................................................6 Descrizione dei flussi di massa ............................................................................................................6 Quadro temporale.................................................................................................................................6 Piano di gestione monitoraggio e controllo .........................................................................................7 Piano per la messa in sicurezza, chiusura e ripristino del sito .............................................................7 Conclusioni ..........................................................................................................................................8
Foto 1
Foto 2
Foto 3
Foto 4
Secondo il vigente P.R.G. del Comune di Celano limpianto (foto 1) si colloca in ZONA D3 Zona mista Produttiva, Commerciale, Direzionale e per servizi. La cui destinazione duso prevede: a) Artigianato produttivo, di servizio ed attivit assimilabili di cui all 16.4.; b) Attivit terziarie di cui all art. 16.3.; c) parcheggi pubblici e garages di uso pubblico nei limiti delle previsioni della presente Variante Generale al P.R.G.; d) alloggio del custode di superficie edificabile max di 150 mq 4
Gi questi requisiti dovrebbero essere escludenti per lattivit che la V.E.PR.AL S.p.a intende perseguire, ovvero quella di deposito preliminare (D15) e messa in riserva (R13) di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi finalizzato al recupero energetico tramite un gassificatore da 6,5 MW (non dato sapere se elettrici o termici). Come si evince dalle foto 2 e 3 a poche decine di metri dal sito persistono allo stato attuale centri commerciali, una vastit di campi agricoli, allevamenti di pollame e unimportante azienda Apicoltrice munita di marchio biologico, tutte attivit che verrebbero fortemente penalizzate da un punto di vista qualitativo ed economico dalla realizzazione di un impianto deputato a bruciare rifiuti pericolosi. La foto 4) rappresenta un corso dacqua (torrente Foce)che passa a circa 20 mt di distanza dallimpianto e che trasporta le sue acque attraverso i coltivi della piana del Fucino e da cui gli agricoltori captano acqua per irrigare i propri prodotti ortofrutticoli; Lo studio presentato dalla V.E.PR.AL S.p.a per la procedura di V.I.A non tiene conto n dellinterazione tra limpianto e le attivit gi esistenti sulla zona di interesse n tanto meno delle implicazioni a livello ecosistemico (intendendo lecosistema non solo in accezione naturalistica, ma anche come il complesso delle relazioni reciproche tra uomo ambiente).
questi possono avere sulla viabilit, considerando che limpianto a ridosso della Tiburtina Valeria, una strada statale percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli.
Tutto questo non presente nella documentazione fornita dalla ditta proponente.
Quadro temporale
Non si hanno informazioni in merito a: tempi tecnici per la realizzazione dell'intervento; tempi per lattivazione dellimpianto; vita utile dellimpianto; 6
Conclusioni
Mancano completamente elementi che dimostrino la fattibilit del progetto da un punto di vista territoriale (e non semplicemente impiantistico, che comunque carente). I pochi dati riportati nel SIA sono privi di un qualsiasi riferimento a metodiche tecnicoscientifiche come ad esempio luso del GIS o della metodologia LCA, per tanto non si riesce a capire n a giustificare in che modo siano stati ricavati i pochi dati presenti allinterno della documentazione fornita dalla ditta proponente. Riteniamo, quindi, che dalla documentazione presentata come S.I.A. non possibile escludere la presenza di alcuni impatti significativi (come ad esempio quelli relativi allinnalzamento della temperatura locale o alla continua esposizione ai fumi, alle ceneri, e agli inquinanti), specie considerando il tipo di attivit che si vuole svolgere. Si richiama infine il Principio di Precauzione (sancito nella Conferenza ONU del 1992 di Rio de Janeiro sullAmbiente e lo Sviluppo ed entrato nel diritto comunitario con il Trattato di Maastricht e Amsterdam). Tale principio prevede che qualora vi siano ragionevoli motivi per temere (Comunicazione 2 febbraio 2000 della Commissione) che esista un rischio per lambiente, le cause di tale rischio devono essere preliminarmente ridotte o, ove possibile, eliminate. In linea teorica, il Principio di Precauzione deve essere applicato sulla base di una attenta analisi costi-benefici, che per non sia limitata agli aspetti quantitativi, ma consideri anche i profili qualitativi delle varie situazioni in esame. Una sommaria analisi costi benefici non mette in evidenza motivazioni forti che costringono un territorio con le caratteristiche di quello della Marsica, a sostenere impatti di questo tipo; al contrario mostra benefici solo apparenti (e per lo pi solo privati), a fronte di molti interrogativi sulle quantit e qualit dei costi che lambiente (e quindi la collettivit) dovrebbero sostenere.