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Il trasduttore un dispositivo di qualsiasi genere destinato a trasmettere dell'energia da un punto ad un altro punto alterandone alcune delle caratteristiche che la identificano. I trasduttori presentano una grandezza (o segnale) in entrata e una grandezza (o segnale) in uscita.La grandezza in uscita varia al variare della grandezza in ingresso ed legata ad essa mediante una funzione matematica pi o meno complessa. Questa funzione chiamata caratteristica del trasduttore o funzione di trasferimento del trasduttore. Conoscendo la funzione di trasferimento e la grandezza in uscita quindi possibile conoscere il valore della grandezza in ingresso. Talvolta il termine "trasduttore" utilizzato come sinonimo del termine "sensore", sebbene nella terminologia tecnica abbiano un significato differente.
Grandezze di entrata
Alcuni esempi di grandezze in entrata di un trasduttore sono: accelerazione, campo elettrico, campo magnetico, densit, forza, livello, peso, pH, portata, posizione angolare, posizione lineare, pressione, radiazione, segnale elettrico, temperatura, velocit, viscosit, umidit.
Funzione di trasferimento
Le funzione di trasferimento di un trasduttore (o caratteristica del traduttore) pu essere di tipo lineare, quadratica, cubica, esponenziale, logaritmica, ecc. I trasduttori pi utilizzati possiedono una caratteristica lineare oppure vengono fatti lavorare nell'intervallo dove la caratteristica lineare (o con buona approssimazione lineare). In alcuni casi la caratteristica stabilita empiricamente mediante prove di laboratorio.
Grandezze di uscita
Le grandezze di uscita dei trasduttori in genere sono: forza, spostamento, variazione di impedenza o segnale elettrico/elettronico.
Intervallo di entrata/uscita
Un trasduttore caratterizzato da un intervallo di valori della grandezza d'entrata dove il funzionamento stabile (o "regolare"). A tale intervallo di valori della grandezza d'entrata corrisponde un intervallo di valori della grandezza di uscita in cui il funzionamento del trasduttore regolare. Il massimo intervallo della grandezza da trasdurre dovr essere compreso nel massimo intervallo di ingresso della grandezza del trasduttore. Anche per l'uscita del trasduttore bisogna tener presente dell'intervallo di regolare funzionamento. In caso contrario il funzionamento del trasduttore non pi prevedibile e ci pu comportare al danneggiamento del trasduttore. Ad esempio:
gli ingranaggi devono essere progettati affinch i denti delle ruote dentate possano resistere a tutta la potenza che potrebbero essere chiamati a trasdurre e devono avere un attrito delle varie parti nettamente inferiore alla potenza minima prevedibile da trasdurre; un trasformatore, se la tensione di ingresso troppo elevata o l'impedenza del carico alimentato dall'uscita troppo piccola non trasdurr in modo regolare e, nel peggiore dei casi, si potr "bruciare"; una molla se viene sovraccaricata non trasdurr in modo regolare e, nel peggiore dei casi si potr rompere; una termocoppia se sottoposta ad una temperatura troppo elevata si pu fondere.
Il motivo, per cui i trasduttori possiedono un'uscita pneumatica, quello che, fino a non tantissimi anni fa, era il solo sistema per poter effettuare delle operazioni complesse, su una macchina, in modo completamente automatico. Ultimamente l'elettronica ha letteralmente soppiantato praticamente tutti i comandi pneumatici e questo il motivo per cui, moltissimi trasduttori moderni, hanno un'uscita elettrica/elettronica. Le caratteristiche del segnale di uscita sono, ovviamente, normalizzate per poter rendere rielaborabile il segnale da altri componenti o da un computer. In questo caso si ha una "netta" separazione di significato tra "sensore" e "trasduttore". Il sensore l'elemento che percepisce l'energia di entrata, la trasduce (cio ne cambia alcune caratteristiche), e la trasmette verso il modulo che la rielabora per renderla compatibile con l'uscita elettrica/elettronica normalizzata. Il trasduttore l'apparecchiatura nel suo complesso e comprende, perci il sensore e il modulo di normalizzazione. superfluo dire che il modulo di normalizzazione un trasduttore nel significato pi ampio, visto che trasduce l'uscita del sensore nel segnale elettrico/elettronico normalizzato.
Accoppiamento in parallelo
Almeno il linea teorica, possibile accoppiare, in parallelo, pi trasduttori identici, cio che possiedono la medesima grandezza di entrata e di uscita. In questo caso i trasduttori attingono alla medesima grandezza di entrata con lo scopo di avere un'uscita pi energica. In pratica questo non avviene quasi mai (sono veramente pochi i casi di trasduttori che, nella pratica, vengono collegati in parallelo) perch non esistono due trasduttori veramente identici. Accoppiando in parallelo due trasduttori si corre il rischio che uno dei due lavori in sovraccarico e l'altro lavori sotto carico. Il rischio concreto quello che il trasduttore che lavora in sovraccarico si guasti per eccesso di carico. Appena ci avviene si potrebbe guastare immediatamente anche l'altro trasduttore per eccesso di carico visto che il primo trasduttore non contribuisce pi al trasferimento energetico. Per cui si pu avere la rottura, in contemporanea, di tutti i trasduttori accoppiati in parallelo. Per evitare questo problema ci sono due soluzioni. La prima soluzione quella di richiedere un'energia di trasferimento complessiva minore della somma delle energie di trasferimento dei singoli trasduttori, proprio per evitare che il trasduttore che lavora in sovraccarico si possa guastare. La seconda soluzione quella di utilizzare un solo trasduttore con caratteristiche adeguatamente maggiorate. Cio, per essere chiari, o si utilizzano due, o pi, trasduttori facendoli lavorare sotto carico oppure si utilizza un trasduttore adeguato alle maggiori richieste.
trasduttori idraulici (tra cui la condotta forzata) trasduttori elettrici (tra cui il trasformatore) trasduttori elettronici (tra cui il transistor)
trasduttori non omogenei (o ibridi): trasduttori dove l'energia di ingresso di diversa natura (non omogenea) rispetto a quella di uscita; alcuni esempi di trasduttori non omogenei sono: trasduttori elettromeccanici (grandezza elettrica grandezza meccanica e viceversa) trasduttori elettro-ottici (grandezza elettrica grandezza ottica e viceversa) trasduttori magnetoelettrici (grandezza magnetica grandezza elettrica e viceversa) trasduttori piezoelettrici (grandezza pressione grandezza elettrica e viceversa).
I trasduttori si possono suddividere anche in base al rapporto tra l'energia di uscita e quella di ingresso: trasduttori passivi (o inerti): sono i trasduttori dove l'energia in uscita minore dell'energia in ingresso e questa differenza dovuta alle inevitabili perdite (perdite per autoconsumo) che sono insite nel [5] trasduttore medesimo; esempi di trasduttori passivi sono gli ingranaggi, i trasformatori , le molle e i LED; trasduttori attivi: sono i trasduttori dove l'energia in uscita uguale o maggiore all'energia in ingresso; questo significa che il relativo trasduttore deve essere alimentato dall'esterno con una fonte di energia [6] che deve sopperire alle inevitabili perdite interne ed amplificare il segnale in ingresso, per cui un trasduttore attivo ha due ingressi e un'uscita; il primo ingresso quello di segnale, che possiede l'informazione da trasmettere, il secondo ingresso quello della fonte di energia, che sopperisce alla perdite interne e permette l'amplificazione del segnale presente al primo ingresso; l'uscita possiede il segnale del primo ingresso trasdotto (che ha subito la funzione di trasferimento) ed amplificato; alcuni esempi di trasduttori attivi sono i transistor e i triodi.
Trasduttori monouso
In genere i trasduttori sono tutti riutilizzabili pi volte, ma esistono anche trasduttori monouso.