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LE STRUTTURE INACCIAIO 2 LE STRUTTURE IN ACCIAIO 2

Elementi compressi: verifica di stabilit


Oltre alle verifiche di resistenza previste nei paragrafi precedenti, che in nessun caso
possono essere omesse, devono essere eseguite le verifiche necessarie ad accertare la
sicurezza della costruzione, o delle singole membrature, nei confronti di possibili
fenomeni di instabilit.
Le verifiche verranno condotte tenendo conto degli eventuali effetti dinamici, ma senza
considerare le riduzioni delle resistenze dovute ai fenomeni di fatica. La determinazione
d ll i i i i d d ll li i li f i di delle tensioni in corrispondenza delle quali possono insorgere eventuali fenomeni di
instabilit condotta adottando i metodi di calcolo indicati dalle CNR 10011/97
Costruzioni di acciaio. Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la
t i manutenzione.
In presenza di una azione normale N di compressione, la resistenza di unasta
fortemente condizionata dal problema dellinstabilit. Come noto, per unasta rettilinea
compressa quando lazione assiale N raggiunge un valore detto carico critico Euleriano compressa quando l azione assiale N raggiunge un valore, detto carico critico Euleriano,
N
cr
, sono possibili anche configurazioni con deformazioni flessionali. Il valore del carico
critico risulta
N = t(EI)/ N
cr
t (EI)/
0
,
dove I il momento dinerzia della sezione trasversale dellasta, l
0
la lunghezza libera
dinflessione. d inflessione.
Si definisce lunghezza d'inflessione la lunghezza l
o
= | l da sostituire nel calcolo alla
lunghezza l dell'asta quale risulta nello schema strutturale. Il coefficiente | deve essere
valutato tenendo conto delle effettive condizioni di vincolo dell'asta nel piano di flessione valutato tenendo conto delle effettive condizioni di vincolo, dell asta nel piano di flessione
considerato.
Nelle condizioni di vincolo elementari, per la flessione nel piano considerato, si assumono i
valori seguenti: valori seguenti:
| = 1,0 se i vincoli dell'asta possono assimilarsi a cerniere;
| = 0,5 se i vincoli possono assimilarsi ad incastri;
| = 0,7 se un vincolo assimilabile all'incastro ed uno alla cerniera;
|= 2,0 se l'asta vincolata ad un solo estremo con incastro perfetto; in tal caso l la
distanza tra la sezione incastrata e quella di applicazione del carico. distanza tra la sezione incastrata e quella di applicazione del carico.
Dividendo per larea della sezione trasversale il carico critico si ottiene la tensione critica:
o = N /A= t
2
E I/(l
2
A) = t
2
E/
2
o
c
= N
c
/A= t
2
E I/(l
o
2
A) = t
2
E/
2
.
Il rapporto = l
o
/i la snellezza di un'asta prismatica in un suo piano principale di inerzia
con i = I/A raggio d'inerzia della sezione trasversale giacente nello stesso piano con i = I/A raggio d inerzia della sezione trasversale, giacente nello stesso piano
principale in cui si valuta l
o
.
Tenendo conto di sezioni non simmetriche e lunghezze di libera inflessione diverse, la Tenendo conto di sezioni non simmetriche e lunghezze di libera inflessione diverse, la
tensione critica o
cr

=
2
2
2
2
, min
cr
E E

t
o

)
`

2 2
y x
cr

in cui le snellezze sono calcolate come
y
y
y
x
x
x
i
l
i
l
, 0 , 0
= =
y x
La snellezza non deve superare il valore 200 per le membrature principali e 250 per quelle
secondarie; in presenza di azioni dinamiche rilevanti i suddetti valori vengono limitati
rispettivamente a 150 e a 200.
In un grafico che abbia in ascisse la snellezza e in ordinate la tensione critica o
cr
, la
relazione sopra scritta rappresentata da una iperbole (curva 1) relazione sopra scritta rappresentata da una iperbole (curva 1).
Lasta reale
La curva di stabilit euleriana si riferisce ad un asta ideale con materiale elastico e priva di
imperfezioni. Nella realt le imperfezioni influenzano la stabilit riducendo gli sforzi critici.
La normativa italiana prevede lutilizzo di 4 curve di stabilit:
La curva a si riferisce ai tubi quadrati, rettangolari e tondi.
La curva b si riferisce alle aste semplici costituite da: p
1) sezioni a doppio T laminate, in cui il rapporto fra l'altezza h del profilato e la larghezza b
delle ali sia tale che h/b > 1,2 (per esempio HE con h > 360 mm ed IPE),
2) sezioni a doppio T laminate in cui le ali siano rinforzate da piani ad esse saldati;
3) sezioni chiuse a cassone composte mediante saldatura.
La curva c si riferisce alle aste semplici costituite da tipi di laminati diversi da quelli
elencati di sopra o da sezioni aperte composte mediante saldatura e a tutte le aste composte elencati di sopra o da sezioni aperte composte mediante saldatura e a tutte le aste composte
da pi profilati.
La curva d si riferisce ad aste semplici o composte aventi spessore t > 40 mm. p p p
Nel caso in cui vengano disposti dei piatti saldati a rinforzo delle ali di un profilato a doppio
T laminato, deve essere assunto come spessore t il maggiore fra i valori dello spessore
dell'ala e quello del piatto di rinforzo.
Verifica.
La verifica di sicurezza di un'asta si effettuer nell'ipotesi che la sezione trasversale sia
uniformemente compressa. Deve essere:
o s o
cr
,
dove:
o
cr
= N
cr
/A la tensione critica corrispondente alla forza N
cr
, che provoca il collasso
elastoplastico per inflessione dell'asta nel piano che si considera;
o = N/A la tensione assiale di compressione nella sezione della membratura
i d l i i l N di l l corrispondente al carico assiale N di calcolo.
Coefficiente di maggiorazione della forza assiale.
L ifi di i di ' t ff tt i ll i t i h l i La verifica di sicurezza di un'asta compressa pu effettuarsi nella ipotesi che la sezione
trasversale sia compressa da una forza N maggiorata del coefficiente = f
d
/o
cr
.
Deve cio essere:
e N / As f e N / As f
d
.
I coefficienti , dipendenti dal tipo di sezione oltrech dal tipo di acciaio dell'asta, si
desumono da appositi diagrammi o tabellazioni; si possono adottare a tale riguardo le desumono da appositi diagrammi o tabellazioni; si possono adottare a tale riguardo le
indicazioni della CNR 10011/97 "Costruzioni di acciaio. Istruzioni per il calcolo,
l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione", che fornisce i valori di e in tabelle in
funzione della snellezza, del tipo di acciaio e della curva di stabilit (a, b, c, d). funzione della snellezza, del tipo di acciaio e della curva di stabilit (a, b, c, d).
Coefficienti Fe 360
Curva a. Curva b.
Coefficienti Fe 360
Curva c. Curva d.
Curve di stabilit adimensionalizzate
d
p
f
E
t =
d
f
Verifica di stabilit per NTC
Verifica di stabilit per NTC
UNIONI
L'assemblaggio di elementi metallici viene usualmente effettuato
mediante unioni chiodate, unioni con bulloni normali o ad alta
resistenza, unioni saldate. Con queste tecniche si realizzano sia
le membrature strutturali vere e proprie (per es. le travi e le
colonne composte), sia i collegamenti fra la membrature stesse.
Il collegamento definitivo se eseguito mediante chiodatura o
saldatura, rimovibile se utilizza bulloni normali o ad attrito. Le
unioni possono effettuarsi in officina (preferibilmente se
hi d ld ) i ( f ibil b ll ) chiodate o saldate) o in opera (preferibilmente se bullonate).
Le unioni chiodate sono state ormai quasi del tutto
abbandonate per essere sostituite dalle unioni saldate. I bulloni,
ti i i i ll t tt t bili ll t usati in origine nelle strutture smontabili o come collegamento
provvisorio, si stanno affermando sempre pi anche in
costruzioni stabili. La recente introduzione in Europa delle
unioni ad attrito con bulloni ad alta resistenza fa preferire unioni ad attrito con bulloni ad alta resistenza fa preferire
questo tipo di collegamento a quello con bulloni normali,
soprattutto per giunti particolarmente sollecitati.
Un collegamento pu essere classificato:
- in base alla rigidezza:
Collegamento cerniera;
Collegamento rigido;
Collegamento semirigido.
- in base alla resistenza:
Collegamento di ripristino parziale;
Collegamento di ripristino completo;
in base alla resistenza:
In base alla rigidezza:
Co ega e to d p st o co p eto;
Collegamento a cerniera.
g
- considerato collegamento a cerniera quello che trasmette le forze di progetto permettendo la
rotazione relativa delle parti unite senza far insorgere momenti secondari.
id t ll t i id ll h t tt l ll it i i di tt h l - considerato collegamento rigido quello che trasmette le sollecitazioni di progetto senza che la
sua deformazione faccia insorgere effetti secondari che possano ridurre la resistenza
dellunione pi del 5%.
id ll i i id ll h ddi f i i i i d ll i - considerato collegamento semi rigido quello che non soddisfa i requisiti delle categorie
precedenti. in grado di trasmettere le caratteristiche di sollecitazione di progetto ed assicurare
contemporaneamente un grado di interazione fra le parti collegate, che pu essere previsto sulla
base della relazione momento-curvatura. base della relazione momento curvatura.
In base alla resistenza:
- considerato collegamento a cerniera quello che in grado di trasmettere le forze di
progetto senza far insorgere momenti secondari; la capacit di rotazione deve essere
sufficiente da permettere lo sviluppo delle cerniere plastiche necessarie.
- considerato collegamento a completo ripristino di resistenza quello che in grado di
l i i h di ll i i l i d l i li l i trasmettere le caratteristiche di sollecitazione ultime del meno resistente tra gli elementi
collegati. Non necessario verificare la capacit di rotazione dellunione se la resistenza
di progetto 1.2 volte quella plastica dellelemento meno resistente.
- considerato collegamento a parziale ripristino di resistenza quello che in grado di
trasmettere le caratteristiche di sollecitazione di progetto ma non quelle ultime
dellelemento meno resistente La capacit di rotazione del collegamento deve essere dell elemento meno resistente. La capacit di rotazione del collegamento deve essere
dimostrata sperimentalmente e se sede di cerniera plastica deve essere tale da permettere
lo sviluppo di tutte le cerniere plastiche necessarie.
NODI TRAVE-TRAVE
NODI TRAVE-PILASTRO
NODI DI ELEMENTI DI CONTROVENTO
NODI TRAVE-PILASTRO
i cerniere
incastri
incastri
Unioni saldate
La possibilit di unire lamiere mediante saldatura strettamente connessa alla
capacit di produrre alta temperatura in modo localizzato.
Le lamiere da saldare vengono di norma tagliate con il cannello a fiamma
ossiacetilenica (reazione esotermica a 3100 C di acetilene C
2
H
2
e ossigeno O
2
) che
fondendo il metallo produce un taglio abbastanza netto e tale da non richiedere
ulteriori lavorazioni prima della saldatura.
I di i di ld i diff i i f i d ll i I procedimenti di saldatura si differenziano in funzione della sorgente termica
utilizzata e delle modalit di protezione del bagno fuso contro lazione dellaria. I
procedimenti di saldatura possono essere raggruppati in tre classi:
li ld t i til i ld t d l tt di i titi - manuali: saldatura ossiacetilenica o saldatura ad arco con elettrodi rivestiti;
- semiautomatici: saldatura a filo continuo sotto protezione di gas;
- automatici: saldatura ad arco sommerso.
Procedimenti manuali
Saldatura ossiacetilenica: la sorgente termica viene fornita da una reazione Saldatura ossiacetilenica: la sorgente termica viene fornita da una reazione
fortemente esotermica tra acetilene ed ossigeno C
2
H
2
+O
2
=2CO+H
2
con
produzione di gas riducenti e calore. Il materiale di apporto viene fornito
dalloperatore sotto forma di bacchetta metallica. Questo procedimento ora p Q p
molto meno utilizzato che in passato.
Saldatura ad arco con elettrodi rivestiti: la sorgente termica viene fornita dallarco
elettrico fatto scoccare tra materiale base ed elettrodo. Lelettrodo ha anche
funzione di materiale di apporto ed costituito da una bacchetta cilindrica con
rivestimento la cui fusione genera gas per la protezione della zona fusa. Gli
elettrodi, in funzione del rivestimento, sono classificati in basici, acidi e
cellulosici. Il materiale di apporto, di qualit controllata e migliore del materiale
base, si mescola nella zona fusa secondo
un rapporto di diluizione (area del cordone
f d l i l b / l d ll fuso del materiale base/area totale della
zona fusa). Allaumentare del rapporto
di diluizione aumenta la profondit fusa
d l t i l b i di il i hi di del materiale base e quindi il rischio di
scorie (principalmente zolfo e fosforo).
DIFETTI DI SALDATURA
Nella zona di materiale base attorno alla saldatura di possono avere:
- cricche a freddo: si generano ai bordi della saldatura per effetto dei cicli termici ad
elevata velocit di raffreddamento che danno luogo a fenomeni simili a quella della
tempera. La prevenzione da questo fenomeno pu ottenersi con un preriscaldamento del
pezzo facendo pi passate di saldatura ed utilizzando elettrodi con rivestimento basico pezzo, facendo pi passate di saldatura ed utilizzando elettrodi con rivestimento basico.
- cricche a caldo: si generano durante la solidificazione della zona fusa e a seguito di
scorie provenienti dal materiale base; queste ultime tendono a segregare in zone scorie provenienti dal materiale base; queste ultime tendono a segregare in zone
preferenziali e a temperature pi basse del materiale circostante dando luogo a tensioni da
ritiro e a non coesione del materiale.
- tensioni residue: quando i pezzi da saldare sono impediti di deformarsi nascono tensioni
residue di entit rilevanti.
d f i i i d i i d ld i l i i h - deformazioni permanenti: quando i pezzi da saldare non sono vincolati si hanno
spostamenti relativi importanti che possono essere corretti con frecce iniziali di segno
opposto, con bloccaggio dei pezzi da saldare o con studio delle sequenze di saldatura.
- difetti da esecuzione: sono dovuti a cavit contenenti scoria per sequenze improprie
delle passate di saldatura, a mancata penetrazione dei pezzi da saldare o ad incollatura tra
materiale di apporto fuso e materiale base non ancora fuso. pp
CONTROLLI DELLE SALDATURE
Il metodo pi usato per eseguire controlli sullidoneit della saldatura lesame Il metodo pi usato per eseguire controlli sull idoneit della saldatura l esame
radiografico; i difetti interni appaiono come macchie pi scure nella pellicola che
vengono confrontate con quelle corrispondenti a difetti campione.
Altri procedimenti sono lesame ad ultrasuoni e lesame con liquidi penetranti. Altri procedimenti sono l esame ad ultrasuoni e l esame con liquidi penetranti.
Le saldature si suddividono in due tipologie, nettamente differenti per comportamento e
verifiche da effettuare: saldature a completa penetrazione e saldature a cordoni p p
dangolo.
saldature a completa penetrazione saldature a cordoni dangolo saldature a completa penetrazione saldature a cordoni d angolo
Per i giunti a completa penetrazione indispensabile la preparazione dei lembi dei
pezzi da saldare.
Il giunto a completa penetrazione ripristina la continuit tra i pezzi. Lo stato tensionale
quindi quasi uguale a quello del pezzo continuo. Poich il materiale di apporto ha una quindi quasi uguale a quello del pezzo continuo. Poich il materiale di apporto ha una
resistenza pari o superiore a quella del materiale base, la rottura teoricamente dovrebbe
avvenire fuori dal giunto. Solo la presenza di imperfezioni pu portare alla rottura nella
sezione saldata. La verifica di una saldatura a completa penetrazione viene effettuata p p
con lo stesso criterio utilizzato per la verifica delle sezioni, cio determinando la
tensione massima oppure, in presenza di sollecitazioni composte, la tensione ideale in
base al criterio di resistenza di Hencky-Von Mises
o
id
= o

2
+ o
//
2
- o

o
//
+ 3 t
2
,
____________________
avendo indicato con:
o

la tensione di trazione o compressione normale alla sezione longitudinale della


saldatura;
l i di i i ll l ll d ll ld o
//
la tensione di trazione o compressione parallela allasse della saldatura;
t la tensione tangenziale nella sezione longitudinale della saldatura.
Ai fini delle verifiche di collegamenti saldati a completa penetrazione, la normativa
italiana fa riferimento a due classi di qualit della saldatura: I classe e II classe:
- I classe: la saldatura eseguita con elettrodi di qualit 3 o 4 secondo la norma UNI I classe: la saldatura eseguita con elettrodi di qualit 3 o 4 secondo la norma UNI
2132 e soddisfa i controlli radiografici previsti dal raggruppamento B della UNI 7278;
- II classe: la saldatura eseguita con elettrodi di qualit 2, 3 o 4 secondo la norma UNI
2132 e soddisfa i controlli radiografici previsti dal raggruppamento F della UNI 7278. g p gg pp
Il valore limite imposto dalla norma italiana per la tensione f
d
(o
adm
) se la saldatura
di prima classe, 0.85 f
d
se la saldatura di seconda classe (per tenere conto del minor
controllo delle imperfezioni che si ha in questo caso). p q )
Giunti con cordoni dangolo
La sezione resistente di una saldatura a cordoni dangolo la sua sezione di gola. Essa
definita come larea di lunghezza L pari a quella del cordone ed altezza a quella minore
del triangolo inscritto nella sezione trasversale della saldatura.
a: altezza di gola
Giunti con cordoni dangolo
Giunti con cordoni dangolo
Giunti con cordoni dangolo
UNIONI BULLONATE
UNIONI BULLONATE
I bulloni sono costituiti da:
a) vite con testa esagonale e gambo filettato in tutta
o in parte della sua lunghezza;
b) dado di forma esagonale;
c) rondella (o rosetta) sia del tipo elastico che rigido.
Pu essere presente anche:
d) d d i h il d d i i i d) controdado per garantire che il dado non si sviti
neanche in presenza di vibrazioni.
Classe vite f
t
[N/mm
2
]
f
y
[N/mm
2
]
f
k,N
[N/mm
2
]
o
b,adm
[N/mm
2
]
t
b,adm
[N/mm
2
]
4,6 400 240 240 160 113
5,6
6,8
8,8
10,9
500
600
800
1000
300
480
640
900
300
360
560
700
200
240
373
467
141
170
264
330
f i l i d i d l i f 0 7 f (f 0 6 f i i di l 6 8) f f f
k,N
= assunto pari al minore dei due valori f
k,N
= 0,7 f
t
(f
k,N
= 0,6 f
t
per viti di classe 6,8) f
k,N
= f
y
essendo f
t
ed f
y
le tensioni di rottura e di snervamento secondo UNI EN 20898
ob,adm = f
k,N
/ 1.5 = tensione ammissibile a trazione
tb,adm = f
k,N
/1,5\ 2 = tensione ammissibile a taglio
UNIONI BULLONATE
Un collegamento bullonato pu giungere al collasso per:
Rottura del gambo del bullone per taglio;
Rifollamento della lamiera;
Strappo della lamiera verso il bordo;
Rottura per trazione della lamiera lungo la sezione indebolita dal foro.
Verifica a taglio sui bulloni
Per la verifica dei bulloni soggetti ad una azione di taglio V deve essere verificato che
ll i i ll d ll i ll l d l b d h il sulla sezione resistente, quella della vite o quella totale del gambo, a seconda che il
piano di taglio interessi o non interessi la parte filettata, lo sforzo tangenziale risulti:
,d b
f
V
= s = t t
in cui n
f
indica il numero dei piani di contatto delle lamiere.
Verifica a trazione sui bulloni
3
,d b
f
b
A n
= s = t t
Verifica a trazione sui bulloni
Per la verifica dei bulloni soggetti ad una azione di trazione N deve essere verificato
che sulla sezione resistente, quella della vite, lo sforzo normale risulti:
Dove
N
un coefficiente pari a 1.25 per tenere in conto eventuali affetti di leva e di e
d b
N
b
f
A
N
,
s =

o

N
p p
eventuali flessioni parassite.
Verifica a trazione della lamiera
Si deve verificare che la trazione media sulla sezione pi debole risulti
d
f
A
T
s = o
netta
A
Ai fini del calcolo della o
b
la sezione resistente quella della vite; ai fini del calcolo
della t
b
la sezione resistente quella della vite o quella totale del gambo a seconda che
il piano di taglio interessi o non interessi la parte filettata.
Nel caso di presenza contemporanea di sforzi normali e di taglio deve risultare:
+ s 1 .
2
,
|
|
.
|

\
|
d b
b
f
o
2
,
|
|
.
|

\
|
d b
b
t
t
Verifica al rifollamento della lamiera
La pressione convenzionale sul contorno del foro o
rif
, riferita alla proiezione diametrale
rif
della superficie cilindrica del bullone, deve risultare:
d rif
f
d s
V
o o s =
essendo o = a/d e comunque da assumersi non superiore a 2.5, f
d
la resistenza del
materiale costituente gli elementi del giunto, a la distanza dal centro di un chiodo al
i d li l i d ll d i i i ll di i d ll f
f
d s
min
margine degli elementi da collegare ad esso pi vicino nella direzione dello sforzo, s
min
lo spessore minimo degli elementi collegati, e d il diametro del bullone.
I bulloni di ogni classe devono essere convenientemente serrati. g
Le caratteristiche geometriche che individuano il bullone sono lunghezza e diametro
(nominale). La lunghezza deve essere tale da assicurare lattraversamento degli elementi
da collegare, ma non deve essere eccessiva per evitare sprechi e necessit di tagliare i
pezzi in eccesso.
Molto importante anche la lunghezza della parte filettata. Nel caso, molto frequente, di
bulloni sollecitati a taglio preferibile che la parte del gambo interna al collegamento non
sia filettata per offrire una maggiore area resistente al taglio; se si verifica tale condizione
possibile considerare nei calcoli larea nominale del gambo, altrimenti bisogna
id id d (A 0 75 0 82 A l ) considerare unarea ridotta, detta area resistente (Ares = 0.750.82 Area nominale).
Ci non vale per i bulloni sottoposti a trazione perch in ogni caso la rottura avviene nella
sezione pi debole e quindi bisogna fare riferimento sempre allarea resistente.
I di t i tt ti d ll ti it li d li t i I diametri accettati dalle normative italiana ed europea sono gli stessi.
Forze nelle bullonature
Azione di taglio Azione di taglio
Azione normale
Azione mista
Azione normale
Serraggio
Quando si avvita il dado del bullone, una volta avvenuto il contatto tra
le piastre un ulteriore avvitamento (effettuato applicando una coppia
detta coppia di serraggio) comporta lallungamento del gambo con
conseguente trazione nel bullone e compressione nelle lamiere
collegate. Questo stato tensionale benefico per lunione in quanto evita
scorrimenti relativi e ne aumenta le prestazioni in esercizio. Tuttavia il
serraggio non deve essere spinto oltre un certo limite per non
l i l i d ll i compromettere la resistenza ultima della unione.
Indicazioni precise sui valori ottimali per le coppie di serraggio dei
bulloni sono riportate nelle norme. Esse impongono che la forza di
t i N h l b ll ff tt d l i i il trazione N che nasce nel bullone per effetto del serraggio non superi il
valore N
b
= 0.80 A
res
f
kN
e la coppia di serraggio T
s
non superi il valore
T
s
= _ d N
b
, con _=0.20. In definitiva il valore massimo della coppia di
serraggio pari a T = 0 16 d A f (dove f il minimo tra f e 0 7f serraggio pari a T
s
= 0. 16 d A
res
f
k,N
(dove f
k,N
il minimo tra f
y
e 0.7f
u
secondo UNI 3740).
LEurocodice 3 rinvia ad altre norme pi specifiche; nelle indicazioni L Eurocodice 3 rinvia ad altre norme pi specifiche; nelle indicazioni
relative a giunti ad attrito indica per come valore della forza di
precarico N
b
= 0.70 A
res
f
ub
.
Serraggio: area resistente, coppia di serraggio e forza di trazione nel gambo
secondo DM 9/1/96
Interasse dei bulloni e distanza dai margini.
In rapporto al diametro d dei In rapporto al diametro d dei
bulloni, ovvero al pi piccolo
t
1
tra gli spessori collegati dai
chiodi devono essere chiodi, devono essere
soddisfatte le limitazioni
seguenti:
- per le file prossime ai bordi: per le file prossime ai bordi:
e
1
e
2
e
1
e
2
Unioni ad attrito con bulloni.
La forza F
f
trasmissibile per attrito da ciascun bullone per ogni piano di contatto tra
f
elementi da collegare, espressa dalla relazione:
in cui da porre:
V
f
coefficiente di sicurezza contro lo slittamento, da assumersi usualmente pari a 1,25
ffi i di i d i i coefficiente di attrito da assumersi pari a:
- 0,45 per superfici sabbiate al metallo bianco e collegate in officina;
- 0,30 per superfici non particolarmente trattate, e comunque nelle giunzioni in opera;
N f di t i l b d ll it N
b
forza di trazione nel gambo della vite.
La pressione convenzionale sulle pareti dei fori non deve superare il valore di 2,5 f
d
.
In un giunto per attrito i bulloni ad alta resistenza possono trasmettere anche una forza
assiale di trazione N In questo caso in assenza di flessioni parassite apprezzabili nel assiale di trazione N. In questo caso, in assenza di flessioni parassite apprezzabili nel
bullone, il valore della forza trasmissibile dal bullone per attrito si riduce a:
Verifica di giunzione con bulloni non preserrati
t
min
= 10mm
d
b
= 16mm
140kN
b
d
f
=17mm
Classe bulloni 6.6
140kN
140kN
Verifica di giunzione con bulloni non preserrati
Verifiche geometriche dimensionali
Verifica di giunzione con bulloni non preserrati
Verifica taglio del bullone
Verifica rifollamento
Verifica di giunzione con bulloni non preserrati
Verifica lamiera
Verifica di giunzione a cerniera con squadrette danima
Verifica di giunzione a cerniera con squadrette danima
Cerniera in corrispondenza dellintersezione del piano verticale di simmetria della
trave con lala della colonna. Questa soluzione la pi usata ed caratterizzata da
bulloni che lavorano solo a taglio.
Verifica di giunzione a cerniera con squadrette danima
Caratteristiche geometriche dei profilati IPE
Caratteristiche geometriche dei profilati HEA
Caratteristiche geometriche dei profilati HEB
Caratteristiche geometriche dei profilati HEM
Caratteristiche geometriche dei profilati a C
Aste composte
Si dicono "aste composte" le sezioni ottenute dall'accoppiamento in genere simmetrico Si dicono "aste composte" le sezioni ottenute dall'accoppiamento, in genere simmetrico
di due o pi profilati fra loro. Si applica il metodo e come descritto al punto precedente,
anche alla verifica d'instabilit di tali aste composte. Il comportamento instabile dell'asta
influenzato dal piano in cui avviene l'inflessione laterale Si distinguono due influenzato dal piano in cui avviene l inflessione laterale. Si distinguono due
comportamenti diversi in relazione all'inflessione nei due piani principali: il piano x-x
che taglia i profilati dell'asta composta ed il piano y-y. che non li taglia. Se l'inflessione
avviene nel piano y-y l'asta composta si comporta come costituita da un'unico profilato avviene nel piano y y l asta composta si comporta come costituita da un unico profilato
con area A e momento di inerzia I pari alla somma di quelli dei profilati componenti;
quindi la verifica d'instabilit dell'asta composta si effettua in maniera identica a quella
delle aste a sezione compatta con il metodo . Quando l'inflessione laterale avviene nel p Q
piano x-x, entra in gioco il collegamento di parete fra i profili componenti la sezione; in
tal caso il fenomeno risulta ovviamente influenzato dalla natura del collegamento e di
ci si tiene conto introducendo per l'asta composta una snellezza equivalente. Per un p p q
collegamento a calastrelli distanziati fra loro di L
0
lungo l'asse del pilastro, se la
deformabilit di questi trascurabile rispetto a quella dei correnti, si assume la snellezza
equivalente:

eq
=
y
2
+
1
2
,
_________

y
la snellezza dell'intera asta composta immaginata a sezione
compatta:
1
la snellezza del singolo profilato sulla luce pari
1
all'interasse fra i calastrelli:
y
y y
y
I
l
, con ;
A
|
= =

La snellezza ideale
eq
, cos valutata maggiore di quella di
un'equivalente aste a sezione compatta e ci per tener conto della
discontinuit del collegamento di parete, espressa da
1
.
La verifica dei collegamenti trasversali dei profilati (calastrelli) si
effettua ipotizzando la presenza di una forza orizzontale fittizia,
pari a: p
V = N/100 .
Tale forza ha lo scopo di saggiare la rigidezza trasversale dell'asta
composta e di tener conto implicitamente di azioni orizzontali
indotte da eventuali difetti geometrici di costruzione che creano
eccentricit del carico verticale ed impegnano cos la resistenza
dei calastrelli. Il collegamento fra calastrello e montante si
effettua di norma con almeno due bulloni oppure mediante
saldatura.
Per aste tralicciate, si definisce una snellezza
equivalente in base alle relazioni: equivalente in base alle relazioni:
Per lo schema a), mentre: ),
per lo schema b).

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