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47 marzo-aprile 2004
Paolo Vicenzotto ` Paolo Vicenzotto e laureato in Giurisprudenza e si occupa di Diritto dellinformazione e dellinformatica. Ha svolto docenza su queste tematiche per ` la Facolta di Giurispru` denza dellUniversita degli Studi di Trieste, in ` qualita di esercitatore. ` E libero professionista e collabora con lo Studio Legale avv. Glauco Riem, studio legale specializzato in diritto delle nuove tecnologie, Internet, privacy e sicurezza informatica.
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rima di addentrarci negli aspetti giuridici necessario premettere alcuni cenni di natura tecnica sul sistema dei nomi a dominio. Questa sommaria analisi, anche se superficiale, utile per analizzare le problematiche che le leggi e i giudici danno dellargomento. Ciascun computer collegato ad Internet identificato univocamente da una sequenza di numeri detta IP (Internet Protocol), nella quale sono contenuti tutti i dati utili al suo riconoscimento ed alla sua ubicazione nella rete. Dal punto di vista dellelaboratore e della struttura Internet in generale, il sistema dei numeri IP perfetto: identifica i computer connessi nel mondo e, contemporaneamente, guida il messaggio a destinazione. A tale comodit di natura tecnica, si contrappone per una evidente difficolt pratica. Per chiunque intenda collegarsi ad un computer, ricordare a memoria i numeri IP (sequenze del tipo 212.216.100.164) sarebbe quasi impossibile. Per ovviare a tale macroscopico inconveniente nel 1984 viene adottato un diverso metodo di identificazione, il sistema dei nomi di dominio (domain name system, DNS). Attraverso tale sistema al numero IP associata una stringa di lettere anchessa unica, che pu essere scelta dal titolare del numero IP . Il nome di dominio costituito da un dominio di primo livello (Top Level Domain, TLD) e da un dominio di secondo livello (Second Level Domain, SLD): ad esempio nel nome dominio <www.e-curia.it>, .it il dominio di primo livello; e-curia il dominio di secondo livello scelto dallutente. Il dominio di primo livello (TLD) linsieme di lettere (2 o 3) precedute da un punto, allestrema destra del nome di dominio. Esso, a differenza del dominio di secondo livello, non pu essere un nome di fantasia, liberamente scelto dallutente, ma viene creato e messo a disposizione in modo invariabile, ad opera delle organizzazioni che sovrintendono alle operazioni di naming nel mondo. Il dominio di primo livello pu essere di due tipi: il dominio di primo livello generico (gTLD), ad esempio .edu per universit ed enti di ricerca, .com per organizzazioni commerciali, .gov per enti governativi ecc. il dominio di primo livello geografico (ccTLD), di natura geografica, nato - originariamente - per localizzare il computer in un determinato stato (<.it> significava che il computer era in Italia, <.fr> in Francia, <.de> in Germania ecc.).
Esistono poi nuovi domini di primo livello come il dominio generico <.shop>, <.info>, o il dominio geografico <.eu>, che caratterizza i siti europei. Il dominio di secondo livello posto alla sinistra del dominio di primo livello e pu essere definito il cuore dellindirizzo Internet. Infatti esso pu essere costituito da un nome di fantasia, liberamente scelto dal titolare del sito, fatti salvi alcuni limiti espressamente indicati nei regolamenti di registrazione. L intero nome di dominio non pu superare i 26 caratteri, compresi i 2 o 3 del TLD, ed indifferente luso di caratteri maiuscoli, in quanto il programma di lettura degli indirizzi non li percepisce. L unico segno grafico utilizzabile, oltre alle lettere ed i numeri, il trattino. Il ruolo della Naming e Registration Authority La Naming Authority e la Registration Authority, sono gli enti che in Italia provvedono alla registrazione dei domini <.it>. Esse sono enti di natura tecnica, poco orientate al mondo del diritto. Perci, nel creare le diverse versioni del regolamento di assegnazione (regole di naming) si sono ben poco preoccupate dei problemi giuridici che si prospettavano in tema di nomi a dominio e segni distintivi. I nomi a dominio vengono assegnati in uso dalla Registration Authority italiana, ai richiedenti, seguendo lordine cronologico delle richieste, come definito dalle Procedure Tecniche di Registrazione. Come esplicitamente riportato nelle regole di naming, sezione 1 punto 3, i nomi a dominio hanno la sola funzione di identificare univocamente gruppi di oggetti (servizi, macchine, caselle postali) presenti sulla rete. Perci, ancor oggi, le autorit preposte continuano ad assegnare in uso nomi a dominio sulla base del principio first come, first served: cio, se il nome a dominio richiesto non gi stato in precedenza registrato e se la richiesta formalmente corretta, esso sar assegnato al richiedente. Questo modus operandi della Naming Authority ha favorito il cosiddetto domain grabbing. Tale pratica consiste nellattivit illecita di alcuni soggetti che in mala fede registrano nomi a dominio, corrispondenti a marchi o altri segni distintivi famosi e personaggi conosciuti, con il fine di rivenderli a chi avrebbe, sin dallorigine, il diritto di utilizzarli.
Internet e diritto
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I nomi di dominio sono fondamentali su Internet, in quanto permettono di dare un nome alla propria presenza sulla grande Rete. Regolamentare lassegnazione e la gestione di tali domini quindi vitale
Cosa dice la legge: il nome a dominio fra segno distintivo e mero indirizzo A questo punto dellanalisi possiamo cominciare a vedere quali siano le implicazioni giuridiche connesse ai nomi a dominio, in particolare il domain grabbing e lillecita registrazione. Il primo approccio giuridico al problema contrapponeva una visione tecnica, secondo cui il nome a dominio un mero indirizzo, ed una visione commerciale, secondo cui esso, invece, segno distintivo di una attivit economica. In difetto di una specifica disciplina normativa, identificare il nome a dominio con un segno distintivo esistente o affermare che esso sia un segno distintivo atipico molto importante, perch permette di accordare al suo titolare il diritto di valersene in modo esclusivo ed, in sostanza, di godere della tutela della legge Marchi (R.D. 21 giugno 1942, n. 929) , dellart . 2569 del Codice Civile e della normativa sulla concorrenza sleale. In tali casi possibile parlare di un diritto al nome di dominio e di comportamenti lesivi di tale diritto. Invece, ritenere che il nome a dominio sia un semplice indirizzo significa affermare che esso sia giuridicamente neutro. La differenza fra le due posizioni emerge chiaramente con un esempio. Per registrare un dominio basta una richiesta ad una delle molte societ che offrono questo servizio e 30 dollari. Se il nome scelto libero, cio non mai stato registrato prima, allora il soggetto richiedente ne diventa titolare e pu utilizzarlo a suo piacimento, impedendo tecnicamente a chiunque di registrare un nome identico. Cos se fosse libero, potrei registrare <www.fiat.it>; a fronte di questa mia condotta, se si considerasse il nome a dominio un segno distintivo, la Fiat s.p.a. potrebbe agire in giudizio per chiedere linibizione alluso del marchio Fiat come nome a dominio e leventuale risarcimento dei danni. Se invece si considerasse il nome a dominio un indirizzo di natura tecnica, allora non vi sarebbero rimedi giuridici a disposizione, perch la mia condotta non sarebbe illecita. Alla Fiat Spa non rimarrebbe che registrare un domino diverso come <fiatauto.it> oppure <fiat.com>. I domain grabber hanno sfruttato, e tuttora sfruttano, questo bug fra tecnica e diritto del sistema di registrazione dei nomi a dominio. Incuranti dei diritti di propriet industriale su un determinato nome, qualcuno registra nomi corrispondenti a marchi o segni distintivi altrui, con lo scopo di trarne profitto o di recare ad altri un danno. Dopo un primo periodo di confusione, il legislatore si di recente posto in una posizione sostanzialmente corretta, dividendo in modo netto le problematiche tecniche da quelle giuridiche: nel Codice delle comunicazioni elettroniche decreto legislativo 1 agosto 2003, n.259, allart. 15 si disciplina la Numerazione, assegnazione dei nomi a dominio e indirizzamento. In tale sede si afferma che Il Ministero controlla lassegnazione di tutte le risorse nazionali di numerazione e la gestione del piano nazionale di numerazione, garantendo che a tutti i servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico siano assegnati numeri e blocchi di numeri adeguati. Si deduce che il ministero, correttamente, distingue la prima fase dellassegnazione, dellindirizzamento,della numerazione dei blocchi di numeri IP in cui prevale una visione tecnica, dalla , fase di assegnazione allutente finale, in cui il numero IP viene trasformato in nome a dominio. In s, perci, il numero IP una risorsa tecnica, quando si passa alla scelta del nome da parte dellutente, diventa anche una questione giuridica. Cosa dicono i giudici: la tutela giuridica dei nomi a dominio Queste due opposte visioni dei nomi a dominio hanno contrapposto la giurisprudenza che ha affrontato per la prima volta queste tematiche. Un primo filone, oramai per datato e sorpassato, proponeva la soluzione tecnica. Il Tribunale
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Login Internet Expert n.47 Luglio/Agosto 2004
cedura comunque il punto 10, dove si trova unaffermazione molto precisa secondo la quale E comunque vietato laccaparramento ed il cybersquatting dei nomi a dominio.. La procedura di riasseganzione non ha natura giurisdizionale, e come tale non preclude alle parti il ricorso, anche successivo, alla magistratura o allarbitrato previsto dallart. 15 delle regole di naming stesse. La procedura di rassegnazione disciplinata dal punto 16 delle regole di naming. Cos come quella internazionale dellICANN, la procedura di rassegnazione italiana condotta da enti autonomi, denominati enti conduttori, abilitati dalla Naming Authority, in base ad una serie di parametri indicati nellarticolo 16.5. Presso questi enti, sono costituite liste di esperti con il compito di valutare se un nome a dominio contestato sia stato o meno registrato in mala fede, a danno di chi ne aveva invece diritto. Quando ricorrono contemporaneamente queste tre circostanze, e cio che il nome a dominio contestato identico o tale da indurre confusione rispetto ad un marchio su cui il ricorrente vanta diritti, o uguale al proprio nome e cognome, che lattuale assegnatario (denominato resistente) non abbia alcun diritto o titolo in relazione al nome a dominio contestato, ed infine che il nome a dominio sia stato registrato e venga usato in mala fede, il nome a dominio contestato viene trasferito al ricorrente stesso e la procedura di riassegnazione esplica il proprio effetto (regole di naming 16.6). Conclusioni Gli abusi e gli illeciti che si possono perpretare attraverso lindebita registrazione di nomi a dominio in violazione dei diritti di privativa, sono frequenti e spesso molto lesivi sia da un punto di vista economico che dellimmagine.
Chi subisce tali abusi necessita di una forma di tutela giuridica. Per garantire questa tutela non pare necessario emanare nuove leggi. Infatti, lopera interpretativa, che dottrina e giurisprudenza hanno intrapreso per garantire ai nomi a dominio la tutela dei segni distintivi, si inserisce nella pi moderna concezione di diritto. E ormai chiaro che, spesso, il tempo delle leggi non corrisponde a quello della dinamica economica. I limiti storici della legge, infatti, non possono frenare la creativit degli operatori, mirata al fine di competere e di esprimersi in un mercato in vertiginosa evoluzione. Le esigenze di tutela degli imprenditori sono sempre nuove e non possono rimanere ancorate al principio di legalit, nullum jus sine lege che, in molti casi, appare anacronistico. Nel contesto del diritto commerciale, quello del diritto al nome a dominio solo uno degli esempi in cui, accanto ad un istituto giuridico esistente (il diritto dei marchi), ne nasce uno nuovo (il diritto al nome di dominio). La novit che in questo caso, oltre che di rilevanti aspetti giuridici, necessario tener conto anche di imprescindibili elementi tecnici ed informatici.
Note Biografiche
Paolo Vicenzotto laureato in Giurisprudenza e si occupa di Diritto dellinformazione e dellinformatica. Ha svolto docenza su queste tematiche per la Facolt di Giurisprudenza dellUniversit degli Studi di Trieste, in qualit di esercitatore. libero professionista e collabora con lo Studio Legale avv. Glauco Riem, studio legale specializzato in diritto delle nuove tecnologie, Internet, privacy e sicurezza informatica.