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Lezioni di

Propagazione guidata
Maurizio Zoboli
Facolt` a di Ingegneria
Universit` a di Modena e Reggio Emilia
15 marzo 2009
ii
m.zoboli
Indice
1 Propagazione guidata 1
1.1 Relazioni fra le componenti di campo . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Onde di tipo TEM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2.1 Interpretazione sica delle funzioni V (z) e I(z) . . . . . 7
1.2.2 Il cavo coassiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.2.3 Linee di trasmissione in regime armonico . . . . . . . . . 12
1.2.4 Limpedenza di ingresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
1.2.5 Il rapporto donda stazionaria (ROS) . . . . . . . . . . . . 16
1.2.6 La carta di Smith . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.2.7 Adattatore a /4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
1.2.8 Regime di onda stazionaria in una linea ideale . . . . . . . 23
1.2.9 Adattatore a semplice stub . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
1.2.10 Adattatore a doppio stub . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
1.2.11 Linee con perdite: modi quasi TEM . . . . . . . . . . . . 29
1.3 Componenti trasversi e componenti longitudinali . . . . . . . . . 30
1.4 Propriet` a generali: ortogonalit` a dei modi . . . . . . . . . . . . . . 35
1.4.1 Sviluppo in serie di modi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
1.4.2 Legge di dispersione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
1.5 Riassunto riguardante la propagazione guidata TE e TM . . . . . 42
1.6 Esempi di propagazione guidata . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
iii
iv Indice
1.6.1 Guide Metalliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
1.6.2 Onde guidate da due piani paralleli conduttori . . . . . . . 47
1.6.3 La guida rettangolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
Formule vettoriali 65
Bibliograa 69
m.zoboli
Capitolo 1
Propagazione guidata
1.1 Relazioni fra le componenti di campo nelle strutture
cilindriche
Consideriamo un mezzo lineare e isotropo, ma non necessariamente omogeneo,
nel quale sia possibile individuare una direzione rispetto alla quale le propriet` a
siche e geometriche del mezzo non cambiano; in queste condizioni si dice che il
mezzo costituisce una struttura cilindrica.
Figura 1.1: struttura cilindrica
1
2 1.1. Relazioni fra le componenti di campo
La sezione trasversa della struttura ` e arbitraria anche se in pratica potr` a essere o
rettangolare o circolare o ellittica. Consideriamo una struttura cilindrica e introdu-
ciamo un generico sistema di coordinate curvilinee ortogonali (u
1
, u
2
, z) orientato
in maniera tale che la permeabilit` a e la permittivit` a del mezzo risultino funzione
delle due sole coordinate trasverse u
1
e u
2
. Supponendo cio` e che risulti:
= (u
1
, u
2
); = (u
1
, u
2
);
poich` e le propriet` a della struttura non dipendono dalla coordinata z essa risulta
invariante rispetto allorigine degli assi; la struttura pu` o essere traslata in avanti o
allindietro senza che sia possibile distinguere il vericarsi di questo spostamento.
Le soluzioni di campo che, in vista di ci` o che segue, conviene indicare con c e
H, dovranno rispettare questa invarianza (rispetto allorigine degli assi) e la loro
distribuzione nel piano trasverso dovr` a risultare indipendente dalla coordinata z.
Tenuto conto dellaspetto privilegiato dellasse z conviene porre:
c(u
1
, u
2
, z) = c
t
(u
1
, u
2
, z) +c
z
(u
1
, u
2
, z);
H(u
1
, u
2
, z) = H
t
(u
1
, u
2
, z) +H
z
(u
1
, u
2
, z);
=
t
+

z
z ;
con
t
che opera sulle sole coordinate trasverse (u
1
, u
2
). Le equazioni di Max-
well, in assenza di sorgenti e in mezzi privi di perdite, si possono allora riscrivere

Applicando la semplice regola del prodotto vettoriale risulta infatti:


E = (
t
+

z
z) (E
t
+E
z
) =
t
E
t
+
t
E
z
+ z
E
t
z
m.zoboli
1. Propagazione guidata 3

t
c
t
= jH
z

t
H
t
= jc
z

t
c
z
+ z
c
t
z
= jH
t

t
H
z
+ z
H
t
z
= jc
t
(1.1)
Il fatto che, per denizione, una struttura cilindrica sia invariante lungo la dire-
zione dellasse z, induce a supporre che le componenti di campo elettromagnetico
siano separabili rispetto alla variabile z. Le soluzioni di campo che godono di que-
sta propriet` a prendono il nome di modi della struttura. In altre parole nel seguito
faremo lipotesi che i due vettori campo elettrico e magnetico siano esprimibili
nella forma:
c(u
1
, u
2
, z) = E(u
1
, u
2
)V (z)
H(u
1
, u
2
, z) = H(u
1
, u
2
)I(z)
in cui le due funzioni di z, V (z) e I(z), sono per il momento arbitrarie. Con
queste posizioni le (1.1) diventano:
dV
dz
z E
t
+V
t
E
z
z = jH
t
I;
V
t
E
t
= jH
z
I z;
dI
dz
z H
t
+I
t
H
z
z = jE
t
V ;
I
t
H
t
= jE
z
V z.
(1.2)
In queste equazioni, grazie alla separazione delle variabili, alcuni termini dipen-
dono dalla sola coordinata longitudinale z mentre altri dalle sole coordinate tra-
m.zoboli
4 1.2. Onde di tipo TEM
sverse. Se le prime due equazioni vengono divise per V (z), per I(z) la terza e la
quarta, riordinando si ottiene:
(
dV
dz
/V ) z E
t
= j(I/V )H
t

t
E
z
z;

t
E
t
= j(I/V )H
z
z;
(
dI
dz
/I) z H
t
= jE
t
(V/I)
t
H
z
z;

t
H
t
= j(V/I)E
z
z.
(1.3)
Di queste ultime quattro equazioni sia la seconda che la quarta hanno i primi
membri che non dipendono da z e quindi dovranno risultare tali anche i secondi.
Ci` o si pu` o vericare o perch` e E
z
e H
z
sono entrambe nulle

, e in questo caso
si parla di onda (o modo) trasverso elettromagnetica (TEM), oppure perch` e il
rapporto V/I non dipende da z ed ` e invece una costante. In questo secondo caso
vengono denite le seguenti ulteriori possibili congurazioni:
E
z
= 0, H
z
,= 0: onda trasverso elettrica (TE)
E
z
,= 0, H
z
= 0: onda trasverso magnetica (TM)
E
z
,= 0, H
z
,= 0: onda ibrida (EH o HE)
Ci riferiremo dapprima al caso TEM.
1.2 Onde di tipo TEM
Esaminiamo il caso di unonda TEM nella quale, per denizione, risultano con-
temporaneamente E
z
= 0 e H
z
= 0. In questo caso le (1.3) diventano:

I(z) e V (z) non possono essere nulle perch` e, in caso contrario, anche il campo
elettromagnetico sarebbe nullo.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 5
dV
dz
z E
t
= jH
t
I(z)
V (z)E
t
= 0
dI
dz
z H
t
= jE
t
V (z)
I(z)H
t
= 0
Afnch` e la prima e la terza di queste quattro equazioni possano essere soddisfatte,
occorre che i due vettori z E
t
e H
t
risultino fra loro paralleli. Porremo allora:
z E
t
= AH
t
ove A ` e una costante da determinarsi, caratteristica della guida. La prima e la
terza equazione, con semplici passaggi, portano a scrivere:
dV
dz
= j(/A)I(z)
dI
dz
= jAV (z)
che indicano come le due funzioni che forniscono la dipendenza dalla variabile
longitudinale del campo elettrico e magnetico risultino accoppiate tra loro. Con
le posizioni:
L = /A; C = A (1.4)
le precedenti diventano:
m.zoboli
6 1.2. Onde di tipo TEM
dV
dz
= jL I(z)
dI
dz
= jC V (z)
(1.5)
e sono note come equazioni del telegrafo. Esse possono essere rappresentate cir-
cuitalmente, a meno di innitesimi di ordine superiore, con lo schema di gura
(1.2)
Figura 1.2: Rappresentazione circuitale di una cella innitesima di linea
e questo permette di interpretare la linea di trasmissione come un circuito a co-
stanti distribuite.
Le equazioni del telegrafo possono essere disaccoppiate per dar luogo alla cosid-
detta equazione del telefono:
d
2
V
dz
2
+
2
LC V = 0. (1.6)
Una volta ottenuta V (z), I(z) pu` o essere determinata utilizzando la prima delle
(1.5) ovvero la:
I(z) =
j
L
dV
dz
(1.7)
m.zoboli
1. Propagazione guidata 7
1.2.1 Interpretazione sica delle funzioni V (z) e I(z)
Prima di risolvere lequazione del telefono e determinare quindi le espressioni di
V (z) e di I(z) nel caso di unonda TEM occorre eliminare lindeterminazione
introdotta con la costante A. Poich` e deve essere:
V (z)
t
E
t
= 0
e siccome ` e V (z) ,= 0, dovr` a essere
t
E
t
= 0. Dunque il componente trasverso
del campo elettrico ` e irrotazionale e come tale derivabile da un gradiente:
E
t
=
t

con = (u
1
, u
2
) denita a meno di una costante arbitraria. Per di pi` u, se il
mezzo ` e omogeneo, ` e anche:

t
E
t
= 0
e quindi la funzione scalare diviene soluzione dellequazione omogenea di
Laplace:

2
t
= 0.
Una volta nota sar` a possibile determinare la dipendenza del campo elettrico
dalle coordinate trasverse (u
1
, u
2
). Se il contorno della guida ` e costituito da un
conduttore elettrico perfetto, sul contorno stesso deve essere:
E
t

l =
t

l =

l
= 0
in cui

l indica il versore tangente. Dunque sul contorno deve risultare costante.
Se la sezione trasversa della guida ` e semplicemente connessa, la costanza di sul
contorno ed il fatto che essa debba essere soluzione dellequazione di Laplace,
implica che sia ovunque costante (propriet` a delle funzioni armoniche soluzioni
m.zoboli
8 1.2. Onde di tipo TEM
B
s
C
Figura 1.3: Percorso integrale del campo elettrico
dellequazione di Laplace). Dunque, poich` e il componente trasverso del cam-
po elettrico ` e identicamente nullo, si deduce che onde di tipo TEM non possono
esistere in guide con sezione trasversa. semplicemente connessa.
Diverso il caso di una sezione non semplicemente connessa, perch` e in questo ca-
so pu` o assumere valori costanti ma tra loro diversi su posizioni disgiunte del
contorno. Fissiamo le idee su una sezione doppiamente connessa. Si osservi,
preliminarmente, che poich` e il campo elettrico deriva da un gradiente, la sua di-
stribuzione trasversa coincide con quella di un campo statico. Indichiamo allora
con B e C due punti appartenenti a due posizioni disgiunte del contorno; si avr` a:
_
C
B
c s ds =
_
C
B
V (z)E
t
s ds = V (z)
_
C
B

t
s ds =
= V (z)[(C) (B)];
dunque, afnch` e V (z) rappresenti la differenza di potenziale tra i due conduttori
occorre che risulti:
(C) (B) = 1.
Questa condizione denisce univocamente la funzione . Per di pi` u, con questa
scelta, E
t
assume la dimensione dellinverso di una lunghezza.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 9
Il grado di libert` a costituito dalla costante A pu` o essere utilizzato per fare in modo
che I(z) rappresenti la corrente che circola longitudinalmente lungo i conduttori.
Per determinare lespressione di A imponiamo che la circuitazione del campo
magnetico lungo un qualunque contorno eguagli il usso di corrente attraverso la
supercie sostenuta da quel contorno. Se I(z) deve coincidere con questa corrente
dovr` a essere:
_
H

l dl =
_
I(z)H
t

l dl =
I(z)
A
_
AH
t

l dl =
=
I(z)
A
_
z E
t

l dl = I(z)
in cui si ` e fatto ricorso alla: z E
t
= AH
t
. La precedente, per essere soddisfatta
richiede che sia:
A =
_
z E
t

l dl =
_
z
t

l dl
che indica come A risulti una costante adimensionale che pu` o essere determinata
solo quando sia specicata la sezione trasversa della guida. Vale la pena osservare
che, come E
t
, anche H
t
assume la dimensione dellinverso di una lunghezza.
Nota A si possono calcolare L e C che, con le scelte fatte, assumono le dimensioni
di uninduttanza per unit` a di lunghezza e di una capacit` a per unit` a di lunghezza,
rispettivamente.
1.2.2 Il cavo coassiale
Il caso di un cavo coassiale ` e costituito da un conduttore cilindrico interno di
raggio r
o
e da un conduttore esterno di raggio r
1
.
Lespressione del laplaciano in coordinate cilindrico-polari ` e la seguente:

2
=
1
r

r
_
r

r
_
+
1
r
2

2
+

2

z
2
.
m.zoboli
10 1.2. Onde di tipo TEM
r
1
r
0
Figura 1.4: Cavo coassiale
Nel caso di interesse non dipende da z; inoltre, per simmetria, si pu` o supporre
che risulti anche indipendente da . Lequazione di Laplace diviene allora:
1
r
d
dr
_
r
d
dr
_
= 0
che integrata porta a scrivere:
r
d
dr
= c
1
e quindi, integrando ulteriormente:
(r) = c
1
lnr +c
2
.
Per r = r
o
e r = r
1
si ha:
(r
o
) = c
1
ln r
o
+c
2
(r
1
) = c
1
ln r
1
+c
2
dunque imponendo che sia:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 11
(r
1
) (r
o
) = 1
si ottiene:
c
1
(ln r
1
lnr
o
) = c
1
ln(r
1
/r
o
) = 1
e pertanto
c
1
= 1/ ln(r
1
/r
o
).
Dunque:
(r) =
ln(r)
ln(r
1
/r
o
)
+ cost
quindi:
=
d
dr
r =
r
r ln(r
1
/r
o
)
dove r,

, z formano una terna destrorsa:
z r =

;
ne segue che:
A =
_
dl
r ln(r
1
/r
o
)
ed essendo
dl = rd
si ottiene nalmente:
A =
_
2
o
d
ln(r
1
/r
o
)
=
2
ln(r
1
/r
o
)
.
m.zoboli
12 1.2. Onde di tipo TEM
Pertanto:
C = A =
2
ln(r
1
/r
o
)
L = /A =
ln(r
1
/r
o
)
2
.
1.2.3 Linee di trasmissione in regime armonico
Abbiamo visto che in una linea di trasmissione le onde di tensione e corrente sono
soluzioni dalle equazioni del telegrafo (1.5); se si risolve lequazione del telefono
(1.6) per ottenere V (z) e poi si applica la (1.7) per ottenere I(z), si ha:
V (z) = V
+
e
jz
+V

e
jz
(1.8)
I(z) = I
+
e
jz
I

e
jz
(1.9)
in cui V
+
, V

, I
+
, I

sono costanti di integrazione; la costante di fase vale:


=

LC =

(1.10)
e, attraverso di essa, ` e possibile denire la lunghezza donda in linea:
=
2

. (1.11)
Essa evidentemente ` e tale per cui:
V (z +) = V (z); I(z +) = I(z).
Nellespressione di I(z) le due ampiezze valgono:
I
+
=
V
+
Z
o
; I

=
V

Z
o
essendo Z
o
limpedenza caratteristica della linea denita dalla:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 13
Z
o
=

L
C
=
1
A
_

=

A
. (1.12)
con =
_

limpedenza caratteristica del mezzo.


`
E consuetudine introdurre lintensit` a dellonda diretta a(z) e dellonda riessa
b(z) denite in questo modo:
a(z) =
V
+

Z
o
e
jz
;
b(z) =
V

Z
o
e
jz
;
Si ricava immediatamente:
V (z) =
_
Z
o
[a(z) +b(z)]
I(z) =
1

Z
o
[a(z) b(z)]
ovvero le relazioni inverse:
a(z) =
1
2
[
V (z)

Z
o
+I(z)
_
Z
o
]
b(z) =
1
2
[
V (z)

Z
o
I(z)
_
Z
o
]
Si denisce poi, in una generica sezione della linea, limpedenza di ingresso
attraverso la:
Z
i
(z) =
V (z)
I(z)
(1.13)
e inoltre il coefciente di riessione:
(z) =
b(z)
a(z)
. (1.14)
m.zoboli
14 1.2. Onde di tipo TEM
Esprimendo a(z) e b(z) in termini di V (z) e I(z), si pu` o anche scrivere:
(z) =
Z
i
(z) Z
o
Z
i
(z) +Z
o
(1.15)
o anche introducendo limpedenza di ingresso normalizzata:
z
i
(z) =
Z
i
(z)
Z
o
(1.16)
(z) =
z
i
1
z
i
+ 1
; (1.17)
sussiste inne la relazione inversa:
z
i
(z) =
1 +(z)
1 (z)
. (1.18)
Le precedenti quantit` a possono essere riferite al carico. Si consideri infatti una
linea lunga L chiusa su di un carico Z
L
, come riportato in gura (1.5).
L
Z
L
0
~
z
Figura 1.5: Linea di trasmissione chiusa su un carico
Lorigine della variabile z viene fatta coincidere con la sezione di carico e assume
valori negativi risalendo verso il generatore. Evidentemente:
Z
L
=
V (0)
I(0)
e inoltre:

L
=
b(0)
a(0)
=
V

V
+
= (0)
m.zoboli
1. Propagazione guidata 15
`
E possibile esprimere il coefciente di riessione nella generica sezione in termini
di
L
. Infatti:
(z) =
b(z)
a(z)
=
V

V
+
e
j2z
=
L
e
j2z
(1.19)
dunque:
[(z)[ = [
L
[
cio` e il modulo del coefciente di riessione non cambia al variare della sezione,
ma si mantiene costante lungo tutta la linea. Si noti che la fase del coefciente di
riessione vale 2z.
1.2.4 Limpedenza di ingresso
Dallequazione (1.13) che la denisce, si deduce che limpedenza di ingresso, in
assenza dellonda riessa, coincide con limpedenza caratteristica della linea. In
queste condizioni londa diretta, mentre si propaga vede unimpedenza costante
che non varia lungo la linea. La presenza di unonda riessa determina invece una
variazione dellimpedenza di ingresso. Per determinarla si supponga che la linea
sia chiusa su una impedenza di carico Z
L
. Utilizzando alcune delle denizioni
precedenti si scrive:
Z
i
(z) =
V (z)
I(z)
=
V
+
e
jz
+V

e
jz
I
+
e
jz
I

e
jz
=
=
_
V
+
I
+
_
e
jz
+ (
V

V
+
)e
jz
e
jz
(
I

I
+
)e
jz
=
= Z
0
e
jz
+
L
e
jz
e
jz

L
e
jz
=
m.zoboli
16 1.2. Onde di tipo TEM
= Z
0
e
jz
+ (
Z
L
Z
0
Z
L
+Z
0
)e
jz
e
jz
(
Z
L
Z
0
Z
L
+Z
0
)e
jz
.
Riordinando la precedente, anche limpedenza di ingresso Z
i
(z) pu` o essere espres-
sa in termini dellimpedenza di carico:
Z
i
(z) =
V (z)
I(z)
= Z
o
Z
L
cosz jZ
o
sinz
Z
o
cosz jZ
L
sinz
(1.20)
che, introducendo limpedenza di carico normalizzata z
L
= Z
L
/Z
o
, si pu` o riscri-
vere:
z
i
(z) =
z
L
jtgz
1 jz
L
tgz
.
Analogamente per lammettenza di ingresso si ottiene:
Y
i
(z) = Y
o
Y
L
cosz jY
o
sinz
Y
o
cosz jY
L
sinz
. (1.21)
Queste relazioni verranno utilizzate in un prossimo paragrafo per studiare le pro-
priet` a dello stub.
1.2.5 Il rapporto donda stazionaria (ROS)
Dallespressione dellonda di tensione:
V (z) = V
+
e
jz
+V

e
jz
si osserva che se ci si sposta dal carico verso il generatore, z assume valori negativi
via via crescenti e quindi la fase dellonda diretta assume valori positivi crescenti
(rotazione antioraria) mentre quella riessa valori negativi (rotazione oraria). E-
siste dunque un valore di z in corrispondenza del quale le due fasi sono uguali e
quindi le due onde si sommano. Si avr` a:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 17
V
max
= [V
+
[ +[V

[.
Con uno spostamento di /4 da questa posizione, la prima onda subisce uno sfa-
samento

di /2 e la seconda di /2 sicch` e tra le due lo sfasamento risulta di ;


corrispondentemente la tensione raggiunger` a il suo minimo:
V
min
= [V
+
[ [V

[.
Si denisce rapporto donda stazionaria (ROS) o Standing Wave Ratio la quan-
tit` a:
S =
V
max
V
min
(1.22)
ossia dalle precedenti:
S =
[V
+
[ +[V

[
[V
+
[ [V

[
=
1 +[[
1 [[
, (1.23)
che pu` o essere invertita:
[[ =
S 1
S + 1
(1.24)
suggerendo quindi come misurare indirettamente il coefciente di riessione.
Poich` e nellequazione dellonda di corrente compare un segno meno, ` e facile ve-
ricare che nelle sezioni in cui le tensioni si sommano in fase le correnti si sot-
traggono e viceversa. Dunque in corrispondenza del massimo di tensione si ha un
minimo di corrente:
I
min
=
[V
+
[ [V

[
Z
o
.

= z =
2

4
=

2
m.zoboli
18 1.2. Onde di tipo TEM
In questa posizione la tensione e la corrente hanno la stessa fase e quindi il lo-
ro rapporto, cio` e limpedenza, risulta puramente reale; limpedenza ` e dunque
resistiva e vale:
Z
max
= Z
o
[V
+
[ +[V

[
[V
+
[ [V

[
= Z
o
S .
In corrispondenza di un minimo di tensione si ha un massimo di corrente:
I
max
=
[V
+
[ +[V

[
Z
o
.
e di conseguenza un minimo dellimpedenza:
Z
min
= Z
o
[V
+
[ [V

[
[V
+
[ +[V

[
=
Z
o
S
.
1.2.6 La carta di Smith
Lanalisi delle linee di trasmissione risulta talvolta sensibilmente semplicata dal
ricorso alla carta di Smith. Essa rappresenta limpedenza di ingresso normalizza-
ta nel piano del coefciente di riessione. Limpedenza normalizzata della linea,
nella sezione z, pu` o essere scritta come:
z
i
(z) = r +jx;
il coefciente di riessione nella stessa sezione vale:
(z) = u +jv =
L
e
2jz
.
Poich` e z
i
` e legata a dalle relazione (1.18), si dovr` a imporre che risulti:
r +jx =
(1 u
2
v
2
) +j2v
(1 u)
2
+v
2
e quindi, in particolare:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 19
r =
1 (u
2
+v
2
)
(1 u)
2
+v
2
; (1.25)
x =
2v
(1 u)
2
+v
2
; (1.26)
Dallequazione che esprime r, dopo alcuni passaggi algebrici

, si ottiene:
(u
r
1 +r
)
2
+v
2
=
1
(1 +r)
2
. (1.27)
Dunque nel piano del coefciente di riessione (piano u, v) il luogo dei punti a
r costante ` e espresso dalla (1.27). Si tratta di circonferenze con centro in (r/(1 +
r), 0) e raggio (1/1 +r). Le curve per r = 0, 1/2, 1, 2, sono riportate in gura
(1.6)
x=0
x=1/2
x=1
x=2
x=-1/2
x=-2
x=-1
r=2
r=1
r=1/2
r=0
versoilcarico
versoilgeneratore
Figura 1.6: Costruzione della carta di Smith
Dallequazione che esprime x si ottiene:

dopo aver sviluppato, si divida per (1 +r); si sommi poi e si sottragga


r
2
(1 +r)
2
m.zoboli
20 1.2. Onde di tipo TEM
(u 1)
2
+ (v
1
x
)
2
=
1
x
2
. (1.28)
Le curve a x costante sono espresse dalla (1.28); si tratta ancora di archi di cir-
conferenza con centro in (1, 1/x) e raggio 1/[x[. Archi corrispondenti a x =
0, 1, 1/2, 1, 2, , sono pure mostrati in gura (1.6). Ogni punto su una data
linea di trasmissione presenter` a una certa impedenza con parte reale positiva e con
parte immaginaria positiva o negativa. Gli archi corrispondenti a valori positivi
di x appartengono al semicerchio superiore; a quello inferiore appartengono archi
con x negativo.
Come illustrato nella gura (1.8), la carta di Smith pu` o essere utilizzata anche
come carta delle ammettenze y = g +jb con una semplice rotazione di . Questo
punto verr` a chiarito nel prossimo paragrafo.
1.2.7 Adattatore a /4
La presenza in linea di unonda riessa pu` o produrre, da un lato, forti disturbi
nella trasmissione del segnale; dallaltro linsorgere di unonda stazionaria pu` o
provocare seri danni al dielettrico. Ci` o impone di ricercare dei metodi atti ad eli-
minare londa riessa. Si parla in questo caso di adattamento della linea, mentre il
dispositivo che permette di eliminare londa riessa prende il nome di adattatore.
Poich` e lassenza di onde riesse implica lannullarsi del coefciente di riessione
e quindi, per la (1.18), che risulti z
i
= 1, in condizioni di adattamento limpedenza
vista in qualunque sezione della linea coincide con limpedenza caratteristica
della linea stessa. Qualunque discontinuit` a nellimpedenza di ingresso provoca
invece linsorgere di unonda riessa e quindi il disadattamento.
Ladattatore a /4 consiste di un tratto di linea lungo /4 di impedenza caratteri-
stica Z

o
,= Z
o
.
`
E basato sul fatto che dallespressione dellimpedenza di ingresso
(1.20), per z = /4, si ottiene:
Z
i
(/4) = Z

o
[
Z
L
cos/4 +jZ

o
sin/4
Z

o
cos/4 +jZ
L
sin/4
]
m.zoboli
1. Propagazione guidata 21
0 . 1
0.1
0
.
1
0 . 2
0.2
0
.
2
0
.
3
0
.
3
0
.
3
0
.
4
0
.
4
0
.
4
0
.
5
0
.
5
0
.
5
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
7
0
.
7
0
.
7
0
.
8
0
.
8
0
.
8
0
.
9
0
.
9
0
.
9
1
.
0
1
.
0
1
.
0
1
.
2
1
.
2
1
.
2
1
.
4
1
.
4
1
.
4
1
.
6
1
.
6
1
.
6
1
.
8
1
.
8
1
.
8
2
.
0
2
.
0
2
.
0
3
.
0
3
.
0
3
.
0
4
.
0
4
.
0
4
.
0
5.0
5 . 0
5
.
0
10
1 0
1
0
20
2 0
2
0
50
5 0
5
0
0.2
0 . 2
0 . 2
0.2
0.4
0 . 4
0 . 4
0.4
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
8
0
.
8
0
.
8
0
.
8
1
.
0
1
.
0
1
.
0
1
.
0
2
0
-
2
0
3
0
-
3
0
4
0
-
4
0
5
0
-
5
0
6
0
-
6
0
70
- 7 0
80
- 8 0
90
- 9 0
100
- 1 0 0
110
- 1 1 0
1
2
0
-
1
2
0
1
3
0
-
1
3
0
1
4
0
-
1
4
0
1
5
0
-
1
5
0
1
6
0
-
1
6
0
1
7
0
-
1
7
0
1
8
0
0
.
0
5
0
.
0
5
0
.
0
6
0
.
0
6
0
.
0
7
0
.
0
7
0
.
0
8
0
.
0
8
0
.
0
9
0
.
0
9
0 . 1
0.1
0 . 1 1
0.11
0 . 1 2
0.12
0 . 1 3
0.13
0 . 1 4
0.14
0 . 1 5
0.15
0
.
1
6
0
.
1
6
0
.
1
7
0
.
1
7
0
.
1
8
0
.
1
8
0
.
1
9
0
.
1
9
0
.
2
0
.
2
0
.
2
1
0
.
2
1
0
.
2
2
0
.
2
2
0
.
2
3
0
.
2
3
0
.
2
4
0
.
2
4
0
.
2
5
0
.
2
5
0
.
2
6
0
.
2
6
0
.
2
7
0
.
2
7
0
.
2
8
0
.
2
8
0
.
2
9
0
.
2
9
0
.
3
0
.
3
0
.
3
1
0
.
3
1
0
.
3
2
0
.
3
2
0
.
3
3
0
.
3
3
0
.
3
4
0
.
3
4
0.35
0 . 3 5
0.36
0 . 3 6
0.37
0 . 3 7
0.38
0 . 3 8
0.39
0 . 3 9
0.4
0 . 4
0
.
4
1
0
.
4
1
0
.
4
2
0
.
4
2
0
.
4
3
0
.
4
3
0
.
4
4
0
.
4
4
0
.
4
5
0
.
4
5
0
.
4
6
0
.
4
6
0
.
4
7
0
.
4
7
0
.
4
8
0
.
4
8
0
.
4
9
0
.
4
9
0
.
0
0
.
0
A
N
G
L
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F
L
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+
j
X
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Z
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)
,
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TANCE
(+jB/Yo)
C A P A C I T I V E
R E A C
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-
j
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Z
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)
,
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A
N
C
E
(
-
j
B
/
Y
o
)
RESISTANCECOMPONENT(R/Zo),ORCONDUCTANCECOMPONENT(G/Yo)
Figura 1.7: Carta di Smith per le impedenze
e poich` e /4 = /2:
Z
i
(/4) = Z

o
jZ

o
jZ
L
=
Z
2
o
Z
L
che si pu` o riscrivere:
m.zoboli
22 1.2. Onde di tipo TEM
0.1
0 . 1
0
.
1
0.2
0 . 2
0
.
2
0
.
3
0
.
3
0
.
3
0
.
4
0
.
4
0
.
4
0
.
5
0
.
5
0
.
5
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
7
0
.
7
0
.
7
0
.
8
0
.
8
0
.
8
0
.
9
0
.
9
0
.
9
1
.
0
1
.
0
1
.
0
1
.
2
1
.
2
1
.
2
1
.
4
1
.
4
1
.
4
1
.
6
1
.
6
1
.
6
1
.
8
1
.
8
1
.
8
2
.
0
2
.
0
2
.
0
3
.
0
3
.
0
3
.
0
4
.
0
4
.
0
4
.
0
5 . 0
5.0
5
.
0
1 0
10
1
0
2 0
20
2
0
5 0
50
5
0
0 . 2
0.2
0.2
0 . 2
0 . 4
0.4
0.4
0 . 4
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
6
0
.
8
0
.
8
0
.
8
0
.
8
1
.
0
1
.
0
1
.
0
1
.
0
2
0
-
2
0
3
0
-
3
0
4
0
-
4
0
5
0
-
5
0
6
0
-
6
0
7 0
-70
8 0
-80
9 0
-90
1 0 0
-100
1 1 0
-110
1
2
0
-
1
2
0
1
3
0
-
1
3
0
1
4
0
-
1
4
0
1
5
0
-
1
5
0
1
6
0
-
1
6
0
1
7
0
-
1
7
0
1
8
0
0
.
0
5
0
.
0
5
0
.
0
6
0
.
0
6
0
.
0
7
0
.
0
7
0
.
0
8
0
.
0
8
0
.
0
9
0
.
0
9
0.1
0 . 1
0.11
0 . 1 1
0.12
0 . 1 2
0.13
0 . 1 3
0.14
0 . 1 4
0.15
0 . 1 5
0
.
1
6
0
.
1
6
0
.
1
7
0
.
1
7
0
.
1
8
0
.
1
8
0
.
1
9
0
.
1
9
0
.
2
0
.
2
0
.
2
1
0
.
2
1
0
.
2
2
0
.
2
2
0
.
2
3
0
.
2
3
0
.
2
4
0
.
2
4
0
.
2
5
0
.
2
5
0
.
2
6
0
.
2
6
0
.
2
7
0
.
2
7
0
.
2
8
0
.
2
8
0
.
2
9
0
.
2
9
0
.
3
0
.
3
0
.
3
1
0
.
3
1
0
.
3
2
0
.
3
2
0
.
3
3
0
.
3
3
0
.
3
4
0
.
3
4
0 . 3 5
0.35
0 . 3 6
0.36
0 . 3 7
0.37
0 . 3 8
0.38
0 . 3 9
0.39
0 . 4
0.4
0
.
4
1
0
.
4
1
0
.
4
2
0
.
4
2
0
.
4
3
0
.
4
3
0
.
4
4
0
.
4
4
0
.
4
5
0
.
4
5
0
.
4
6
0
.
4
6
0
.
4
7
0
.
4
7
0
.
4
8
0
.
4
8
0
.
4
9
0
.
4
9
0
.
0
0
.
0
A
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)
,
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( + j B / Y o )
CAPACITIVE
REAC
T
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(
-
j
X
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Z
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)
,
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A
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C
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(
-
j
B
/
Y
o
)
R E S I S T A N C E C O M P O N E N T ( R / Z o ) , O R C O N D U C T A N C E C O M P O N E N T ( G / Y o )
Figura 1.8: Carta di Smith per le ammettenze
Z
i
(/4)
Z

o
= 1/
Z
L
Z

o
ovvero in termini di impedenze normalizzate:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 23
z
i
=
1
z
L
(1.29)
che indica come un tratto di linea lungo /4 funzioni da invertitore dellimpeden-
za normalizzata. Per quanto riguarda il coefciente di riessione si ha:
(/4) =
L
e
j
che mostra come per ottenere linverso dellimpedenza di ingresso, cio` e lammet-
tenza di ingresso, si debba effettuare una rotazione di del diagramma polare di
.
Ritornando al problema delladattamento si nota che, imponendo la condizione:
Z
i
(/4) = Z
o
si ottiene che Z

o
deve valere:
Z

o
=
_
Z
i
Z
c
Questa scelta permette di conseguire ladattamento quando Z
i
` e reale (si tenga
presente che limpedenza caratteristica di una linea a basse perdite ` e reale). Se
Z
L
` e complessa, occorre spostarsi verso il generatore di un intervallo l no a
che non si vede unimpedenza di ingresso puramente resistiva.
Il procedimento ` e illustrato gracamente in gura (1.9). Sulla carta di Smith ci si
muove a [[ costante dal punto A al punto A
1
no ad incontrare lasse a reattanza
nulla e la circonferenza a resistenza r
1
. Lo spostamento verso il generatore (rota-
zione oraria) corrisponde a lunghezze donda. Nella nuova posizione occorrer` a
inserire un adattatore che trasformi la resistenza r
1
in quella unitaria.
1.2.8 Regime di onda stazionaria in una linea ideale
Supponiamo che una linea di trasmissione sia chiusa su un cortocircuito (Z
L
=
0). Ovviamente sar` a V (0) = 0, ossia V
+
= V

e quindi
L
= 1. Dallespres-
sione dellimpedenza di ingresso si ha:
m.zoboli
24 1.2. Onde di tipo TEM
r
A
A
1
r
1
r
2
r
3
L
Figura 1.9: Costruzione delle condizioni di adattamento con la carta di Smith
Z
i
= Z
o
(
Z
L
cosz jZ
o
sinz
Z
o
cosz jZ
L
sinz
) = Z
o
jZ
o
sinz
Z
o
cosz
; (1.30)
e quindi:
Z
i
= jZ
o
tgz (1.31)
limpedenza di ingresso risulta dunque sempre reattiva e pu` o assumere qualsiasi
valore al variare di z. Lammettenza ovviamente risulta espressa dalla:
Y
i
= jY
o
cotgz (1.32)
Gli andamenti della tensione e della corrente si ottengono immediatamente:
V (z) = V
+
(e
jz
e
jz
) = 2jV
+
sinz
I(z) =
V
+
Z
o
(e
jz
+e
jz
) = 2
V
+
Z
o
cosz.
In entrambi i casi, dalla sovrapposizione di unonda diretta e di una riessa di
eguale ampiezza, ha luogo unonda stazionaria che non ` e in grado di propagarsi.
La tensione si annulla non solo in z = 0, cio` e sul cortocircuito, ma anche per
m.zoboli
1. Propagazione guidata 25
Figura 1.10: Andamento di V e I in una linea chiusa su cortocircuito
z = n
ossia:
z = n

2
.
Asua volta la corrente presenta il suo massimo in corrispondenza del cortocircuito
ed ` e nulla nei punti in cui ` e massima la tensione.
Inne corrente e tensione sono sfasate fra loro di /2 come indicato dalla presenza
dellimmaginario nellespressione di V .
m.zoboli
26 1.2. Onde di tipo TEM
Relazioni del tutto simili si sarebbero ottenute nel caso in cui la linea fosse stata
terminata con un circuito aperto. Ponendo Z
L
= nellespressione di Z
i
si
ottiene:
Z
i
= jZ
o
cotgz (1.33)
oppure
Y
i
= jY
o
tgz (1.34)
Entrambe le congurazioni vengono utilizzate in pratica per realizzare stub im-
piegati come adattatori.
1.2.9 Adattatore a semplice stub
Supponiamo che la linea di trasmissione sia chiusa su un carico Y
L
in generale
complesso. Muovendoci verso il generatore il punto rappresentativo si muove,
sulla carta di Smith, a modulo di costante. Supponiamo che lo spostamen-
to sia tale per cui il nuovo punto rappresentativo si trovi sulla circonferenza a
conduttanza unitaria g = 1. Ponendo z = l avremo:
y(l) = 1 +jb
Se ora collochiamo nella stessa sezione, in parallelo alla linea, uno stub e rego-
liamo la sua lunghezza in modo tale da presentare una suscettanza pari a b, il
risultato ` e che lammettenza vista a monte dello stub vale:
y(l) = 1
il che indica che si ` e realizzato ladattamento voluto.
Nella gura ` e riportato la schema di adattamento del circuito di ingresso di un
amplicatore per alta frequenza; lo stub di 66.7 compensa la parte reattiva del-
limpedenza di ingresso dellamplicatore; segue un adattatore a /4 di 31.3
che compensa la parte resistiva.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 27
L
Y
L
L
1
2
Figura 1.11: Adattamento a semplice stub
~
50
50 W
W
31.3W
66.7
W
Figura 1.12: Adattamento del circuito di ingresso a microstriscia di un amplicatore per
alta frequenza
1.2.10 Adattatore a doppio stub
Ladattatore a doppio stub offre lindubbio vantaggio di poter essere applicato
direttamente sul carico, senza la necessit` a di uno spostamento lungo la linea verso
il generatore.
`
E costituito da due stub separati da una distanza d = /4 o anche
d = 3/8.
m.zoboli
28 1.2. Onde di tipo TEM
Nella sezione AA

subito a monte del primo stub, lammettenza normalizzata y


A
vale:
y
A
= g
L
+jb
L
+jb
1
= g
L
+j(b
L
+b
1
)
Z
C
Z
C
Z
C
Z
L
d
L
1
L
2
A
A B
B
Figura 1.13: Adattamento a doppio stub
in cui g
L
, b
L
, b
1
sono tutte quantit` a normalizzate rispetto a Y
c
= 1/Z
c
. Lo spo-
stamento verso il generatore di una distanza z = d porta, per la (1.21) ad una
ammettenza y
B
:
y
B
=
y
A
+j tan d
1 +jy
A
tan d
=
y
A
+j tan /2
1 +jy
A
tan /2
=
1
y
A
A monte quindi del secondo stub si avr` a:
y =
1
y
A
+jb
2
=
1
g
L
+j(b
L
+b
1
)
+jb
2
=
g
L
g
2
L
+ (b
L
+b
1
)
2
+j
_
b
2

b
L
+b
1
g
2
L
+ (b
L
+b
1
)
2
_
Afnch` e la linea sia adattata deve risultare y = 1 e pertanto i due stub devono
introdurre le suscettanze:
b
2
=

1 g
L
g
L
; b
1
= g
L
b
2
b
L
= g
L
_

1 g
L
g
L
_
b
L
m.zoboli
1. Propagazione guidata 29
1.2.11 Linee con perdite: modi quasi TEM
Nelle situazioni reali le linee di trasmissione presentano inevitabilmente delle per-
dite, in parte imputabili al conduttore non ideale, in parte al dielettrico non per-
fetto. La loro presenza fa s` che il modo di propagazione non risulti esattamente
TEMma quasi TEM. Una giusticazione intuitiva di questa circostanza pu` o essere
trovata nel fatto che, non essendo il conduttore ideale ma avendo una conduciblit` a
nita, su di esso E
z
non potr` a essere esattamente nullo. Se la conducibilit` a del
conduttore risulta comunque molto elevata, E
z
sar` a in ogni caso sufcientemen-
te piccolo per risultare trascurabile rispetto al componente trasverso. Da qui la
denominazione di modo quasi TEM. Nellipotesi di piccole perdite, le (1.5) ven-
gono modicate, inserendo in serie una resistenza per unit` a di lunghezza R che
tien conto delle perdite nel conduttore e in parallelo una conduttanza per unit` a di
lunghezza G che tien conto delle perdite nel dielettrico. Le (1.5) vengono riscritte
come:
dV
dz
= jL I(z) R I(z)
dI
dz
= jC V (z) G V (z)
(1.35)
cui corrisponde linterpretazione circuitale di gura:
Figura 1.14: Schema circuitale rappresentativo delle equazioni (1.35)
Disaccoppiando le (1.35) si ottiene:
m.zoboli
30 1.3. Componenti trasversi e componenti longitudinali
d
2
V
dz
2

2
V = 0. (1.36)
in cui si ` e posto:

2
=
2
LC +RG+j(LG+RC) ; (1.37)
se le perdite sono molto piccole, cio` e se :
R L G C (1.38)

2

2
LC +jLC(
G
C
+
R
L
) =
2
LC[1 j(
G
C
+
R
L
)] . (1.39)
Introducendo le consuete posizioni:
= +j
con un procedimento analogo a quello esposto a proposito della propagazione in
mezzi con perdite, si ottiene:
=

LC , =
R
Z
o
+GZ
o
.
1.3 Componenti trasversi e componenti longitudinali
In questo paragrafo supporremo E
z
ed H
z
non entrambe nulle. Qui ci si ripropone
di dimostrare che i componenti trasversi del campo elettromagnetico si possono
esprimere in termini delle due sole componenti longitudinali. Successivamen-
te determineremo le equazioni di cui le componenti longitudinali devono essere
soluzione.
Riprendiamo le (1.3) che riscriviamo per comodit` a:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 31
(
dV
dz
/V ) z E
t
= j(I/V )H
t

t
E
z
z;

t
E
t
= j(I/V )H
z
z;
(
dI
dz
/I) z H
t
= jE
t
(V/I)
t
H
z
z;

t
H
t
= j(V/I)E
z
z.
(1.40)
I primi membri della seconda e della quarta equazione non dipendono da z e
quindi il rapporto V/I che compare nei secondi deve essere una costante. Come
conseguenza la prima e la terza delle (1.40) hanno i secondi membri che non
dipendono da z. Pertanto anche il primo membro della prima, ad esempio, dovr` a
essere una costante e quindi, in denitiva, si dovr` a imporre che sia:
dV
dz
/V = j
ove indica una costante arbitraria; dunque:
V (z) = V
o
e
jz
(1.41)
che, se ` e una quantit` a positiva, corrisponde ad unonda che avanza nella dire-
zione positiva dellasse z. Per il momento per` o non vi ` e nessun vincolo sul valore
da assegnare alla costante che pu` o pertanto assumere anche valori negativi e in
talune circostanze perno complessi.
Analogamente, considerando il primo membro della terza equazione, si ottiene
che deve essere:
I(z) = I
o
e
jz
(1.42)
con I
o
che rappresenta essa pure una costante arbitraria. Nel seguito supporremo
che il rapporto V/I assuma valore unitario.
m.zoboli
32 1.3. Componenti trasversi e componenti longitudinali
Dunque se le componenti longitudinali non sono contemporaneamente nulle le
equazioni cui si perviene sono:
j z E
t
= jH
t

t
E
z
z;
j z H
t
= jE
t

t
H
z
z;
E
t
= jH
z
z;
H
t
= jE
z
z.
(1.43)
Se moltiplichiamo vettorialmente a sinistra la prima delle (1.43) per z e ricordia-
mo lidentit` a vettoriale:
A(B C) = (A C)B (A B)C
otterremo:
j z H
t
=
t
E
z
+ jE
t
;
che sostituita nella seconda delle (1.43) porta a scrivere:
(
2

2
)E
t
= j(
t
E
z
+


t
H
z
z). (1.44)
Analogamente, se moltiplichiamo vettorialmente a sinistra la seconda delle (1.43)
per z e introduciamo lespressione di zE
t
cos` ottenuta nella prima delle (1.43),
otteniamo:
(
2

2
)H
t
= j(
t
H
z


t
E
z
z). (1.45)
m.zoboli
1. Propagazione guidata 33
Se si ammette che risulti


2

2
,= 0 i componenti trasversi dei vettori
campo elettrico e campo magnetico possono essere espressi in termini delle sole
componenti longitudinali mediante le:
E
t
=
1
(
2

2
)
(j
t
E
z
j
t
H
z
z);
H
t
=
1
(
2

2
)
(j
t
H
z
+ j
t
E
z
z).
(1.46)
Con le ulteriori posizioni:
K
2
=
2
; K
2
t
= K
2

2
(1.47)
le precedenti si possono riscrivere:
E
t
= j
1
K
2
t
(
t
E
z
+K
t
H
z
z);
H
t
= j
1
K
2
t
(
t
H
z


t
E
z
z).
(1.48)
in cui rappresenta limpedenza intrinseca del mezzo.
Lipotesi di strutture cilindriche riduce dunque il problema vettoriale alla determi-
nazione di due funzioni incognite anzich` e tre. In vista di ci` o che segue riportia-
mo di seguito le espressioni delle componenti trasverse, espresse dalle (1.48), in
alcuni sistemi di riferimento.
(a) coordinate cartesiane ortogonali
E
x
=
j
K
2
t
_

E
z
x
+K
H
z
y
_
;

Se risulta
2

2
= 0, anche i secondi membri delle due equazioni (1.44) e (1.45) devono
annullarsi. Ci ` o impone che E
z
e H
z
siano entrambe costanti, indipendenti da z, e in particolare
nulle. Di conseguenza il modo deve risultare TEM, contrariamente allipotesi iniziale.
m.zoboli
34 1.3. Componenti trasversi e componenti longitudinali
E
y
=
j
K
2
t
_

E
z
y
K
H
z
x
_
;
H
x
=
j
K
2
t
_

H
z
x

1

K
E
z
y
_
;
H
y
=
j
K
2
t
_

H
z
y
+
1

K
E
z
x
_
;
(b) coordinate cilindrico-polari
E
r
=
j
K
2
t
_

E
z
r
+
K
r
H
z

_
;
E

=
j
K
2
t
_

r
E
z

K
H
z
r
_
;
H
r
=
j
K
2
t
_

K
r
E
z

+
H
z
r
_
;
H

=
j
K
2
t
_
1

K
E
z
r
+

r
H
z

_
.
Per determinare le equazioni risolventi di E
z
e H
z
introduciamo le (1.48) nelle
ultime due equazioni delle (1.43). Con semplici passaggi si ottiene:
(
2
t
E
z
+K
2
t
E
z
) z +
_

2
K
2
t

+
K
2
K
2
t

_
(
t
E
z
z) =
=
K
K
2
t
_

t
H
z
; (1.49)
(
2
t
H
z
+K
2
t
H
z
) z +
_
K
2
K
2
t

+

2
K
2
t

_
(
t
H
z
z) =
=
K
K
2
t
_

t
E
z
; (1.50)
che costituiscono le equazioni risolventi di E
z
e H
z
. Queste equazioni sono molto
complesse e spesso risulta impossibile trovarne la soluzione analiticamente. An-
che se nei casi di pratico interesse risulta costante, la principale difcolt` a nasce
m.zoboli
1. Propagazione guidata 35
dal fatto che, per effetto della variazione di , le (1.49), (1.50) risultano tra loro
accoppiate. Le strutture cilindriche costituite da mezzi non omogenei potranno
quindi essere studiate solo introducendo opportune approssimazioni che rendano
trattabile il problema da un punto di vista matematico.
Come ultima osservazione occorre notare che nel caso di mezzo omogeneo le
(1.49), (1.50) si disaccoppiano riducendosi entrambe alla ben nota equazione
scalare di Helmholtz.

2
t
+K
2
t
= 0 (1.51)
1.4 Propriet` a generali: ortogonalit` a dei modi
Il sistema espresso dalle equazioni (1.49), (1.50), con le condizioni al contorno
associate, costituisce un problema agli autovalori in cui la costante di fase rap-
presenta lautovalore e il campo elettromagnetico ad esso associato, cio` e il modo
della guida, lautovettore.
Supponiamo ora di conoscere una soluzione delle (1.49), (1.50) che indicheremo
con E
+
z
e H
+
z
; da queste due funzioni, attraverso le (1.48), si ottengono i due com-
ponenti trasversi che chiameremo E
+
t
e H
+
t
. Queste conoscenze sono sufcienti
per costruire una soluzione che rappresenta unonda riessa, cio` e un modo la cui
dipendenza da z ` e espressa da e
jz
e che quindi avanza nella direzione negativa
dellasse z. Per vericarlo si sostituisca, nelle (1.49), (1.50) con e si ponga
inoltre:
E

z
= E
+
z
;
` e immediato concludere che dovr` a essere:
H

z
= H
+
z
; E

t
= E
+
t
; H

t
= H
+
t
.
Se invece si fosse assunto:
m.zoboli
36 1.4. Propriet` a generali: ortogonalit` a dei modi
E

z
= E
+
z
;
si sarebbe ottenuto:
H

z
= H
+
z
; E

t
= E
+
t
; H

t
= H
+
t
.
relazioni che risulteranno utili, come vedremo nel prossimo paragrafo, parlando
dello sviluppo in serie di modi.
Unaaltra interessante propriet` a delle soluzioni delle equazioni di Maxwell ` e la
seguente; se (c, H) ` e soluzione delle equazioni di Maxwell, anche (c

, H

) ne
` e soluzione. La cosa pu` o essere vericata per sostituzione diretta.
Riprendiamo le equazioni di Maxwell e consideriamo due soluzioni (c
1
, H
1
) e
(c
2
, H
2
). In assenza di sorgenti, il teorema di reciprocit` a di Lorentz, in forma
complessa, porta a scrivere:
(c
1
H

2
+c

2
H
1
) = 0
Se si suppone che c
1
e c
2
rappresentino due modi diretti di una guida:
c
1
= E

(x, y)e
j

z
; c
2
= E

(x, y)e
j

z
il teorema di reciprocit` a assume la forma:

_
E

e
j(

)z
+E

e
j(

)z
_
=
= e
j(

)z
[
t
(E

+E

)]+
+

z
z [(E

+E

)e
j(

z)
] = 0
che si pu` o riscrivere:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 37

t
(E

+E

)
t
j(

)(E
t
H

t
+E

t
H
t
)
z
= 0 .
In questultima i pedici t e z indicano, come di consueto, rispettivamente il com-
ponente trasverso e quello longitudinale. Per quanto riguarda questultimo si ten-
ga presente che ad esso contribuisce solo il prodotto vettoriale dei componenti
trasversi.
Si integri la precedente su una sezione trasversa della guida. Applicando il teore-
ma della divergenza in due dimensioni, si avr` a:
_ _

t
(E

+E

)
t
dxdy =
_
C
(E

+E

)
t

l dl
in cui lintegrale curvilineo ` e esteso su una circonferenza di raggio innito. Si pu` o
dimostrare che questo integrale ` e identicamente nullo, per cui risulta:
(

)
_ _

(E
t
H

t
+E

t
H
t
) z dxdy = 0 ;
pertanto, se

,=

, deve risultare:
_ _

(E
t
H

t
+E

t
H
t
) z dxdy = 0.
Questo risultato riguarda due modi diretti. Se si considera il caso di un modo
riesso, che indicheremo con il pedice , ricordando che si pu` o scrivere E
t,
=
E
t,
e H
t,
= H
t,
, si ottiene:
_ _

(E
t
H

t
E

t
H
t
) z dxdy = 0.
Sommando e sottraendo le ultime due equazioni si giunge alla importante relazio-
ne:
_ _

(E
t
H

t
) z dxdy =
_ _

(E

t
H
t
) z dxdy = 0 (1.52)
m.zoboli
38 1.4. Propriet` a generali: ortogonalit` a dei modi
che costituisce la condizione di ortogonalit` a tra i componenti trasversi di due di-
stinti modi della guida. Limportanza fondamentale del risultato appena ottenuto
apparir` a chiara nel prossimo paragrafo.
1.4.1 Sviluppo in serie di modi
Linsieme dei modi di una guida ` e completo; ci` o signica che una qualunque
distribuzione di campo, che soddis le condizioni al contorno o di continuit` a im-
poste dalla guida stessa, pu` o essere espressa mediante una opportuna sovrapposi-
zione di modi della guida. Questi ultimi possono costituire un insieme discreto,
cio` e numerabile, oppure continuo, oppure in parte discreto e in parte continuo. Un
insieme continuo (e completo) di soluzioni ` e costituito dalle onde piane (unifor-
mi e dissociate). Vedremo pi` u estesamente nel seguito che nel caso di una guida
donda metallica linsieme dei modi guidati ` e discreto. Per semplicit` a di notazio-
ne qui di seguito faremo riferimento ad un insieme di modi della guida completo
e discreto.
Poich` e le equazioni di Maxwell sono lineari, la generica soluzione si potr` a scrivere
mediante una opportuna sovrapposizione di modi diretti e riessi:
c
t
(x, y, z) =

=0
a

E
t
(x, y)e
j

z
+

=0
b

E
t
(x, y)e
j

z
(1.53)
in cui si ` e tenuto conto del risultato del paragrafo precedente E
t,
= E
t,
.
Nella sezione z = 0 la (1.53) si riduce alla:
c
t
(x, y, 0) = E
t
(x, y) =

=0
(a

+b

)E
t
(x, y).
Una relazione analoga si pu` o scrivere per il campo magnetico:
H
t
(x, y, 0) = H
t
(x, y) =

=0
(a

)H
t
(x, y)
m.zoboli
1. Propagazione guidata 39
nella quale il segno negativo del coefciente b

` e conforme alla relazione H


t,
=
H
t,
ottenuta anchessa nel paragrafo precedente. Il fatto che i coefcienti de-
gli sviluppi di E
t
e H
t
siano gli stessi nel caso di onde dirette e di segno opposto
nel caso di onde riesse pu` o essere vericato facilmente ricorrendo alle (1.1).
Il campo (E
t
, H
t
) deve considerarsi un dato del problema cio` e una quantit` a che
deve essere assegnata per poter risolvere univocamente il problema. Noto che
sia infatti (E
t
, H
t
), grazie alla relazione di ortogonali` a, ` e immediato ricavare i
coefcienti a

e b

. Si moltiplichi infatti vettorialmente a destra lespressione di


E
t
per H

t
e si integri su tutta la sezione trasversa:
_ _

(E
t
H

t
) z dxdy =

=0
(a

+b

)
_ _

(E
t
H

t
) z dxdy.
Grazie alla condizione di ortogonalit` a tutti gli integrali a secondo membro sono
nulli tranne quello per cui = . La modalit` a con cui i modi vengono normaliz-
zati ` e in generale arbitraria; supponiamo che i modi della guida siano normalizzati
in modo tale che:
1
2
_ _

(E
t
H

t
) z dxdy = 1.
Si avr` a allora:
a

+b

=
1
2
_ _

(E
t
H

t
) z dxdy.
In modo analogo, moltiplicando vettorialmente a sinistra lespressione di H
t
per
E

t
e procedendo come nel caso precedente, si ottiene:
a

=
1
2
_ _

(E

t
H
t
) z dxdy
e quindi, in conclusione:
a

=
1
4
_ _

(E
t
H

t
+E

t
H
t
) z dxdy
m.zoboli
40 1.4. Propriet` a generali: ortogonalit` a dei modi
b

=
1
4
_ _

(E
t
H

t
E

t
H
t
) z dxdy
che sono le relazioni cercate. Le espressioni dei coefcienti a

e b

dipendono
evidentemente dalla scelta delle condizioni di normalizzazione.
Note c
t
(x, y, z) e H
t
(x, y, z) le componenti longitudinali si determinano attra-
verso le prime due equazioni (1.1).
Prima di concludere il paragrafo ` e opportuna unultima considerazione. Si consi-
deri la potenza P trasmessa lungo la sezione trasversa della guida. Varr` a:
P =
1
2
_ _

E
t
H

t
z dxdy.
Considerando le sole onde progressive le espressioni di E
t
e H
t
diventano:
E
t
(x, y) =

=0
a

E
t
(x, y)
e
H
t
(x, y) =

=0
a

H
t
(x, y)
da cui
P =

1
2
_ _

E
t
H

t
z dxdy
=

[a[
2
.
Dunque la potenza di ingresso si ripartisce tra i vari modi in misura espressa dai
vari coefcienti dello sviluppo. Poich` e questi ultimi dipendono dalla forma del
campo di ingresso, se questo ` e molto simile a quello di un modo particolare della
guida, sar` a questo a ricevere la quasi totalit` a della potenza disponibile allingresso.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 41
Il precedente risultato ` e stato ottenuto collocandoci nella sezione di ingresso z =
0.
`
E tuttavia facile vericare che esso ` e valido in qualsiasi sezione. Ci` o si inter-
preta riconoscendo che ogni modo si propaga nella guida conservando la propria
potenza iniziale senza scambiarla, del tutto o in parte, con i rimanenti modi della
guida.
1.4.2 Legge di dispersione
La costante di fase che compare nelle (1.43) ` e un autovalore del problema e come
tale il valore che essa assume per ciascun modo dipende dalle condizioni al con-
torno che vengono assegnate cio` e dalla guida che si studia. Fissiamo lattenzione
sul modo -esimo cui corrisponde il valore

della costante di fase. Questul-


tima ` e funzione della frequenza o della pulsazione sicch` e in generale la legge di
dispersione:

()
sar` a espressa da una relazione anche complessa. Allinterno di ciascun modo si
assiste ad una distorsione di fase dovuta al fatto che la sua legge di dispersione
non ` e lineare. In questo caso si parla spesso di dispersione intramodale. Tutta-
via ` e importante sottolineare che anche la velocit` a di fase e la velocit` a di gruppo
cambiano da modo a modo. Ci` o vuol dire che se anche le leggi di dispersione
dei singoli modi sono lineari e se al tempo stesso pi` u modi possono propagarsi,
pu` o avere luogo ugualmente una distorsione dellimpulso trasmesso per effetto
delle diverse velocit` a di gruppo. La dispersione della velocit` a di gruppo da luogo
alla cosiddetta dispersione intermodale. Poich` e i vari modi sono ortogonali i vari
contributi di potenza del segnale di ingresso giungono alluscita della guida in ma-
niera indipendente luno dallaltro e in istanti diversi provocando un allargamento
dellimpulso di ingresso.
m.zoboli
42 1.5. Riassunto riguardante la propagazione guidata TE e TM
1.5 Riassunto riguardante la propagazione guidata TE e
TM
Prima di passare ad esaminare alcuni casi specici di propagazione guidata con-
viene riassumere i punti pi` u signicativi visti sin qui.
I componenti trasversi del campo elettrico e del campo magnetico possono
essere determinati una volta note le componenti longitudinali E
z
(u
1
, u
2
) e
H
z
(u
1
, u
2
) .
Nel caso di mezzi omogenei le componenti di campo longitudinali sono
soluzioni della equazione di Helmolts con autovalore .
Assegnate le condizioni al contorno le precedenti equazioni permettono di
determinare i valori ammissibili per la costante e per i corrispondenti
valori del campo cio` e i modi della guida.
Linsieme dei modi della guida ` e completo nel senso che attraverso una loro
opportuna sovrapposizione ` e possibile rappresentare qualsiasi distribuzione
di campo. Linsieme dei modi pu` o essere costituito da una ininit` a discreta
di soluzioni ovvero continua ovvero parzialmente discreta e parzialmente
continua.
Due modi distinti di propagazione risultano tra loro ortogonali. La comple-
tezza unitamente alla ortogonalit` a permettono la determinazione dei coef-
cienti che compaiono nello sviluppo in serie di una distibuzione arbitraria
di campo.
1.6 Esempi di propagazione guidata
Applicheremo ora la teoria sviluppata nei paragra precedenti allo studio di al-
cune strutture guidanti. Come esempio di struttura semplicemente connessa e-
m.zoboli
1. Propagazione guidata 43
samineremo la guida rettangolare. Come esempio di guida a sezione trasver-
sa non semplicemente connessa verr` a analizzata la guida costituita da due piani
conduttori.
1.6.1 Guide Metalliche
Una guida metallica si presenta con una sezione trasversale semplicemente con-
nessa, il cui contorno ` e costituito da un conduttore elettrico perfetto e al cui interno
il mezzo ha paramenti costitutivi ed . Riassumiamo i risultati generali ottenuti
in precedenza:
si ` e visto che la dipendenza dalla coordinata z delle soluzioni della guida
(modi della struttura cilindrica) ` e del tipo e
jz
:
c(u
1
, u
2
, z) =
_
E
t
(u
1
, u
2
) +E
z
(u
1
, u
2
)
_
e
jz
;
i componenti traversi

E
t
e

H
t
, funzioni delle sole coordinate traverse, sono
esprimibili mediante le (1.48) che qui si riscrivono per comodit` a:
E
t
= j
1
K
2
t
(
t
E
z
+K
t
H
z
z);
H
t
= j
1
K
2
t
(
t
H
z


t
E
z
z).
e sono quindi da ritenersi noti una volta che siano note le componenti
longitudinali E
z
e H
z
; K
2
t
ha il signicato consueto.
se il mezzo ` e omogeneo le due componenti longitudinali sono soluzioni
della equazione scalare di Helmholtz

2
+K
2
t
= 0
m.zoboli
44 1.6. Esempi di propagazione guidata
Perch` e il problema si possa considerare completamente denito occorre assegnare
le condizioni che devono essere soddisfatte sul contorno. Questultimo ` e costituito
da un conduttore elettrico perfetto e dunque dovr` a essere

E
tan
= 0 ; H
n
= 0 ; (1.54)
dove il pedice tan indica il componente tangente e n quello normale. In partico-
lare E
z
` e tangente al contorno stesso e quindi dovr` a essere:
E
z
= 0 (1.55)
che costituisce, come noto, la cosiddetta condizione di Dirichlet.
Per quanto riguarda la condizione di H
n
occorre premettere alcune considera-
zioni; come prima cosa occorre osservare che la normale al contorno non ha
componente lungo lasse z e quindi la componente H
n
vale:
H
n
= H
t
n ; (1.56)
al tempo stesso, nell espressione di H
t
compare
t
E
z
z; poich` e sul contorno
E
z
` e costante, il suo gradiente risulta normale al contorno stesso; da ci` o segue che
(
t
E
z
z) n = 0 e quindi lespressione di H
n
si riduce alla:
H
n
=
j
K
2
t
(
t
H
z
n) ; (1.57)
pertanto, afnch` e sul contorno risulti H
n
= 0, dovr` a essere:

t
H
z
n =
H
z
n
= 0 (1.58)
che costituisce la cosiddetta condizione al contorno di Newmann. La (1.55) e
la (1.58) presentano lindubbio vantaggio di costituire condizioni al contorno
ristrette alle sole funzioni incognite E
z
e H
z
.

Allinterno di un conduttore elettrico perfetto il campo elettromagnetico ` e identicamente nullo;


dalla continuit` a della componente normale del vettore induzione magnetica segue che H
n
= 0
m.zoboli
1. Propagazione guidata 45
Si pu` o ora passare alla risoluzione del problema. Come ipotesi di lavoro, giusti-
cata altres` dalla linearit` a delle equazioni, si pu` o supporre che le soluzioni del
problema siano suddivisibili in due famiglie distinte cos` costituite:
Soluzioni aventi H
z
= 0 e quindi con il vettore campo magnetico comple-
tamente traverso rispetto alla direzione di propagazione. Questo tipo di so-
luzioni, come gi` a anticipato, saranno dette trasverso-magnetiche ed indicate
con il simbolo TM.
Soluzioni aventi E
z
= 0 e quindi con il vettore campo elettrico comple-
tamente trasverso rispetto alla direzione di propagazione. Questo tipo di
soluzioni verranno dette trasverso-elettriche ed indicate con il simbolo TE.
Dunque per i modi TM dovr` a essere

2
t
E
z
+K
2
t
E
z
= 0 e E
z
= 0 sul contorno. (1.59)
Per i modi TE dovr` a essere invece

2
t
H
z
+K
2
t
H
z
= 0 e
H
z
n
= 0 sul contorno. (1.60)
Propriet` a generali delle soluzioni
Sia per i modi TE che per i modi TM occorre risolvere lequazione di Helmholtz:

2
t
+K
2
t
= 0
con condizioni al contorno omogenee (o di Dirichlet o di Newmann). Se si mol-
tiplica la precedente equazione per

e poi si integra sul piano traverso S si


ottiene:
_
S
(

2
t
+K
2
t

)dS = 0
m.zoboli
46 1.6. Esempi di propagazione guidata
essendo S la sezione traversa della guida. Se si utilizza la prima identit` a di Green
in forma bidimensionale:
_
S
(f
2
t
g +
t
f
t
g)dS =
_
e
f
g
n
dl
e poich` e nel caso in esame sul contorno ` e =0 oppure /n = 0 , si avr` a
(f =

, g = )
_
S
(

2
t
+

2
)dS = 0.
Dunque poich` e
2
t
= K
2
t

K
2
t
_
S
[[
2
dS =
_
S

2
dS
e dunque:
K
2
t
=
_
S

2
dS
_
S
[[
2
dS
.
Gli autovalori K
2
t
sono dunque sempre positivi (e quindi K
t
` e reale). Consideria-
mo ora due distinti autovalori K
2
tm
e K
2
tn
; potremo scrivere:

2
t

n
+K
tn

n
= 0;

2
t

m
+K
tm

m
= 0;
sottraendo membro a membro, integrando su S e ricordando la seconda identit` a
di Green:
_
S
(f
2
t
g g
2
t
f)dS =
_
e
(f
g
n
g
f
n
)dl
si ottiene che deve essere:
(K
2
tm
K
2
tn
)
_
S

m
dS = 0
m.zoboli
1. Propagazione guidata 47
e quindi se le autofunzioni
n
e
m
sono caratterizzate da autovalori distinti
(autofunzioni non degeneri) dovr` a essere
_
S

m
dS = 0 (m ,= n).
Le autofunzioni sono quindi ortogonali rispetto al prodotto scalare. Si noti che
in precedenza ` e stata dimostrata la ortogonalit` a dei componenti trasversi. Nel
problema in esame la propriet` a viene espressa in forma scalare per le componenti
longitudinali.
`
E possibile normalizzare le autofunzioni scegliendo la costante arbitraria che ine-
vitabilmente le accompagna, in modo tale che risulti:
_
S
[
n
[
2
dS = 1;
supposto linsieme
n
completo, la generica funzione nota Gpu` o essere espres-
sa come combinazione lineare di autofunzioni
n
attraverso la:
G =

n
a
n

n
ove, grazie allortogonalit` a delle autofunzioni:
a
n
=
_
S
G

n
dS.
1.6.2 Onde guidate da due piani paralleli conduttori
La struttura cui faremo riferimento ` e costituita da un dielettrico delimitato da due
piani paralleli perfettamente conduttori. Lo spessore del dielettrico sia a. Poich` e
la struttura ` e indenitamente estesa nella direzione y supporremo che sia:

y
= 0.
Poich` e i due piani conduttori non sono sicamente connessi la sezione trasversa
della guida non ` e semplicemente connessa e quindi possono esistere soluzioni di
m.zoboli
48 1.6. Esempi di propagazione guidata
z
x
0
a
Figura 1.15: Guida costituita da due piani paralleli conduttori
tipo TEM.
Modo TEM
Per questa soluzione deve valere:
E
t
=
t
;

2
= 0.
Lespressione del campo magnetico pu` o essere ottenuta una volta nota quella del
campo elettrico:
jH
x
= jE
y
jH
y
= jE
x
in cui
=

.
Per lipotesi di indipendenza da y risulta = (x) e pertanto dalla:
d
2

dx
2
= 0
segue che:
d
dx
= c
1
;
m.zoboli
1. Propagazione guidata 49
quindi
(x) = c
1
x +c
2
e inne:
E
t
=
t
=
d
dx
= c
1
.
Analogamente al caso elettrostatico il campo elettrico ` e costante, diretto ortogo-
nalmente ai piani conduttori e con ununica componente diretta secondo l asse x.
Si pu` o porre:
E
x
= E
o
H
y
=

E
o
=
_

E
o
che coincide infatti con la soluzione del caso statico. Londa TEM ` e dunque
unonda piana uniforme di dimensione limitata (la sua dimensione coincide con
quella del dielettrico).
Modi TM
In questo caso le equazioni cui si deve fare riferimento sono
d
2
E
z
dx
2
= K
2
t
E
z
K
2
t
= K
2

2
=
2

2
.
Una volta nota E
z
le rimanenti componenti si ottengono attraverso le:
E
x
=
j
K
2
t
dE
z
dx
H
y
= j
n
2

o
K
K
2
t
dE
z
dx
essendo nulla H
z
. La componente longitudinale E
z
ha dunque la forma:
E
z
(x) = Asin K
t
x +Bcos K
t
x
m.zoboli
50 1.6. Esempi di propagazione guidata
e poich` e deve risultare
E
z
(0) = E
z
(a) = 0
si ha che:
B = 0
K
t
a = m con m = 1, 2, 3, . . .
e quindi:
E
z
(x) = Asin
m
a
x;
E
x
(x) = j
a
m
Acos
m
a
x;
H
y
(x) = j
n
2

o
Ka
m
Acos
m
a
x.
Esistono dunque innite soluzioni, ciascuna contraddistinta da un particolare va-
lore dellintero m. Dalla espressione di K
t
si ricava lespressione della costante
di fase:
=

2

_
m
a
_
2
che costituisce la legge di dispersione. Essa indica che solo per:

c
=
1

m
a
assume valori reali. Dunque solo se la pulsazione (ovvero la frequenza) supera
un particolare valore critico, detto pulsazione di taglio, il modo pu` o propagarsi.
Al di sotto di questo valore risulta immaginaria e quindi la soluzione si attenua
nella direzione z.
Modi TE
Lequazione cui occorre fare riferimento in questo caso ` e:
d
2
H
z
dx
2
= K
2
t
H
z
m.zoboli
1. Propagazione guidata 51
e le componenti trasverse si ottengono attraverso le:
E
y
= j
o
K
K
2
t
dH
z
dx
;
H
x
= j

K
2
t
dH
z
dx
.
La soluzione pu` o essere scritta come:
H
z
= Asin K
t
x +Bcos K
t
x;
E
y
= j
o
K
K
t
(Acos K
t
x Bsin K
t
x) .
Ricordando che sul contorno deve essere:
E
y
(0) = E
y
(a) = 0
si ricava che:
A = 0
K
t
a = m
e dunque:
H
z
(x) = Bcos
m
a
x
E
y
(x) = j
o
Ka
m
sin
m
a
x
H
x
(x) = j
a
m
sin
m
a
x
con
=

2

_
m
a
_
2
.
Anche in questo caso si pu` o avere propagazione solo se la frequenza di lavoro
supera la frequenza di cut-off. Si noti che i modi TE e TM di uguale indice sono
degeneri perch` e ad essi corrisponde lo stesso autovalore .
m.zoboli
52 1.6. Esempi di propagazione guidata
1.6.3 La guida rettangolare
Nello studio della guida donda rettangolare ` e opportuno scegliere un sistema di
riferimento cartesiano ortogonale come riportato in gura 1.16.
x
y
z
b
a
Figura 1.16: Guida rettangolare
La risoluzione del problema, sia nel caso TE che TM, ` e basata sullipotesi di
lavoro della separablilit` a delle variabili. Dunque data la:

2
t
+K
2
t
= 0
con K
2
t
=
2

2
, si supporr` a che sia:
(x, y) = X(x)Y (y)
che, introdotta nella prima, porta a scrivere:
Y
d
2
X
dx
2
+X
d
2
Y
dy
2
+K
2
t
XY = 0;
dividendo per XY ,= 0 si ha
1
X
d
2
X
dx
2
+
1
Y
d
2
Y
dy
2
= K
2
t
;
il primo termine a primo membro ` e funzione di x; il secondo solo di y; il secondo
membro ` e una costante. Afnch` e ci ` o possa vericarsi per qualsiasi x e qualsiasi
y i due addendi a primo membro devono essere costanti. Si pone allora:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 53
1
X
d
2
X
dx
2
= K
2
x
1
Y
d
2
Y
dy
2
= K
2
y
con la condizione
K
2
x
+K
2
y
= K
2
t
in cui K
2
x
e K
2
y
sono dette costanti di separazione del problema. Sia X che Y
sono soluzioni di equazioni differenziali ordinarie lineari omogenee del secondo
ordine. Esse ammettono come integrale generale:
_
_
_
X(x) = AcosK
x
x +B sinK
x
x;
Y (y) = C cosK
y
y +D sinK
y
y.
(1.61)
Le soluzioni sono dunque somma di una funzione pari e di una dispari. Questa
circostanza era prevedibile n dallinizio tenendo conto dei piani di simmetria
della guida e del teorema delle immagini. Le precedenti possono essere riscritte
in termini di funzioni esponenziali
_
_
_
X(x) = Ae
jK
x
x
+B e
jK
x
x
Y (y) = C e
jK
y
y
+D e
jK
y
y
(1.62)
che mettono in evidenza il legame tra i modi della guida e le onde piane.
Tenuto conto della (1.55) e della (1.58), sul contorno dovr` a essere:
_

_
E
z
= 0 per i modi TM;
H
z
x

x=0, a
= 0;
H
z
y

y=0, b
= 0 per i modi TE.
Prima di iniziare lanalisi dettagliata dei modi TE e TM ` e ancora possibile unos-
servazione di carattere generale. Sappiamo che deve essere:
m.zoboli
54 1.6. Esempi di propagazione guidata
K
2
t
> 0 .
Dunque la costante di fase obbedisce alla legge di dispersione:
=
_
K
2
K
2
t
=
_

2
K
2
t
e diviene immaginaria se la frequenza scende al di sotto di un particolare valore
f
c
dato da:
f
c
=
K
t
2

; (1.63)
anche in questo caso f
c
prende il nome di frequenza di taglio o di cut-off del modo
considerato: solo se la frequenza f supera il valore critico f
c
il modo ` e in grado di
propagarsi. In caso contrario (f < f
c
) la guida si comporta come un vero e proprio
ltro e il modo, pur in assenza di perdite, si attenua con legge esponenziale lungo
la direzione di propagazione. In queste condizioni si dice che il modo ` e sotto
taglio o sotto cut-off. Con la posizione:

c
=
K
t

la legge di dispersione pu` o essere riscritta


=
_

2

2
c

ovvero:
=

1
_

_
2
.
Dunque ` e nota quando ` e nota
c
. Si ha allora che per il modo considerato la
velocit` a di fase v
f
si pu` o esprimere:
m.zoboli
1. Propagazione guidata 55
v
f
=

=
c

1
_

_
2
.
A sua volta la velocit` a di gruppo vale:
v
g
=

= c

1
_

_
2
come si verica facilmente. Si noti che la velocit` a di gruppo cambia da modo a
modo (dispersione intermodale). Risulta inoltre v
f
,= v
g
, v
f
v
g
= c
2
mentre sia
v
f
che v
g
dipendono dalla frequenza (mezzo dispersivo).
Modi TM
Le condizioni sul contorno impongono ora che sia:
E
z
(0, y) = E
z
(a, y) = E
z
(x, 0) = E
z
(x, b) = 0
Dalla (1.61) si ricava che:
(x = 0) A = 0
(x = a) B sinK
x
a = 0 da cui K
x
=
m
a
m ,= 0
(y = 0) C = 0
(y = b) D sinK
y
b = 0 da cui K
y
=
n
b
n ,= 0
Dunque le condizioni al contorno impongono che le due costanti di separazione
assumano solo i valori discreti:
K
x
= m

a
; K
y
= n

b
(1.64)
e quindi
m.zoboli
56 1.6. Esempi di propagazione guidata
K
2
t
=
2
_
_
m
a
_
2
+
_
n
b
_
2
_
. (1.65)
Le componenti di campo hanno dunque le seguenti espressioni:
E
z
= Asin
m
a
x sin
n
b
y ;
H
x
= jA
f
f
c
K
y
K
t
sin
m
a
x cos
n
b
y;
E
y
= Z
TM
H
x
;
E
x
= Z
TM
H
y
;
H
y
= jA
f
f
c
K
x
K
t
cos
m
a
x sin
n
b
y
in cui m e n devono essere entrambi diversi da zero e inoltre
Z
TM
= /K
indica la cosiddetta impedenza trasversa del modo TM.
Da ultimo, si verica immediatamente che anche i componenti trasversi soddisfa-
no alle condizioni al contorno imposte dal conduttore elettrico perfetto.
Modi TE
In questo caso le condizioni al contorno richiedono che sia:
H
z
x
[
x=0
=
H
z
x
[
x=a
=
H
z
y
[
y=0
=
H
z
y
[
y=b
= 0
Dunque dalle (1.61) si ottiene:
dX
dx
= K
x
AsinK
x
x +K
x
BcosK
x
x;
dY
dy
= K
y
CsinK
y
y +K
y
DcosK
y
y;
e quindi:
(x = 0) B = 0
m.zoboli
1. Propagazione guidata 57
(x = a) sinK
x
a = 0 da cui K
x
=
m
a
(y = 0) D = 0
(y = b) sinK
y
b = 0 da cui K
y
=
n
a
.
Pertanto anche per i modi TE devono valere le (1.64) e (1.65).
`
E poi:
H
z
= Acos
m
a
xcos
n
b
y
e quindi a differenza del caso TM uno dei due interi m, n pu` o essere nullo. Si
ricava inne:
H
x
= E
y
/Z
TE
; E
x
= jA
f
f
c
K
y
K
t
cos
m
a
x sin
n
b
y;
H
y
= E
x
/Z
TE
; E
y
= jA
f
f
c
K
x
K
t
sin
m
a
x cos
n
b
y;
essendo Z
TE
=
K

limpedenza trasversa del modo TE.


Considerazioni generali
Se si riprendono le espressioni delle componenti di campo dei modi TM si vede
che se m = 0 oppure n = 0 tutte le componenti sono identicamente nulle; perci` o
i modi TM
0n
e TM
m0
non esistono in una guida donda rettangolare. Se si con-
siderano i modi TE, per m = 0, n = 0 risulta H
z
= cost e quindi tutte le altre
componenti sono identicamente nulle. Quindi il modo TE
00
non esiste. Possono
esistere invece i modi con un solo pedice nullo, cio` e TE
m0
e TE
0n
.
Unaltra propriet` a che si pu` o segnalare riguarda il cambiamento di m in m o
di n in n che provoca un cambiamento di segno in tutte le componenti di un
modo TM mentre, al contrario, lo lascia inalterato in un modo TE. In ogni caso
cambiamenti di segno degli interi me n danno luogo a campi che non differiscono
essenzialmente da quelli di partenza.
In conclusione a m e n si devono imporre le seguenti limitazioni:
m.zoboli
58 1.6. Esempi di propagazione guidata
TM m, n = 1, 2, 3,...
TE m, n = 0, 1, 2,... escluso m = n = 0
Se si riprende lespressione della frequenza di taglio f
c
e di K
t
si ottiene:
(f
c
)
mn
=
K
t
2

=
c
2
_
(
m
a
)
2
+ (
n
b
)
2
. (1.66)
Dato un piano cartesiano si considerino i punti di ascissa M = m/a e ordinata
N = n/b con m e n interi non negativi.
1 2 3 4 5 6
1
2
M
N
Figura 1.17: Conteggio dei modi guidati
Linnit` a numerabile di questi punti del primo quadrante ` e in corrispondenza biu-
nivoca con linsieme delle frequenze di taglio dei modi della guida. Per rende-
re completa la corrispondenza basta scegliere lunit` a della lunghezza sul piano
cartesiano pari a c/2 cosicch` e la (1.66) si pu` o riscrivere:
_
f
c
c/2
_
=
_
M
2
+N
2
.
Assegnata una frequenza f si consideri il cerchio di centro lorigine e raggio pari
a 2f/c (cio` e normalizzato rispetto a c/2). Fra tutti i punti del reticolo, quelli che
giacciono allinterno del cerchio rappresentano modi per cui ` e f
c
< f e che quin-
di possono propagarsi alla frequenza f. Con questa costruzione si pu` o facilmente
m.zoboli
1. Propagazione guidata 59
determinare il numero di modi che si possono propagare nella guida a una data
frequenza. Si noti che ciascun punto interno al primo quadrante va contato due
volte: si ha una degenerazione doppia o di ordine due perch` e ogni punto rappre-
senta la frequenza di taglio sia del modo TM
mn
che del modo TE
mn
. Ogni punto
su ognuno degli assi va contato invece una sola volta dato che non esistono modi
TM con pedici nulli; lorigine, inne, non va calcolata affatto.
Il modo avente la frequenza di taglio pi` u bassa ` e il TE
10
che prende il nome di
modo fondamentale o dominante (esso degenera con il TE
01
solo quando a=b).
TE
10
TE
01
TE
01
TE
11
TE
20
TE
02
TE
20
TM
12
TM
21
TE
12
TE
21
TM
11
TE
11
TE
10
TM
11
TE
10
TE
10
a=b
a=2b
0
0
1 2 2 5
5
1 2
f/f
c
f/f
c
3
3
Figura 1.18: Distribuzione dei modi guidati di una guida quadrata e di una rettangolare
La sua lunghezza donda critica ` e uguale al doppio della dimensione maggiore
della sezione della guida rettangolare:
(
c
)
TE
10
= 2a.
Pertanto al di sotto della frequenza
(f
c
)
TE
10
=
c
(
c
)
TE
10
=
1
2

a
nessun segnale pu` o propagarsi nella guida donda considerata.
m.zoboli
60 1.6. Esempi di propagazione guidata
Il modo TE
10
della guida donda rettangolare: propagazione mono-
modale
Per una guida donda, qualunque sia la forma della sua sezione, ha grande inte-
resse conoscere le caratteristiche del modo fondamentale.Infatti per questo modo,
e solo per esso se non ` e degenere, esiste una banda di frequenze entro la quale
nessun altro modo si pu` o propagare e quindi la trasmissione avviene senza distor-
sione intermodale. Questo fatto ha estrema importanza tecnica, perch` e le irrego-
larit` a geometriche ed elettriche, inevitabili, e gli ostacoli accidentali o desiderati
provocano un accoppiamento fra i modi, che sono ortogonali solo se la guida ` e
perfetta. Quando si ` e lanciato un modo in una guida donda reale, si pu` o essere
dunque certi che, dopo aver percorso una certa lunghezza, a causa delle inevitabili
imperfezioni del contorno, il segnale si ` e parzialmente convertito su altri modi.
Se questi non si propagano, perch` e la frequenza ` e inferiore alla loro frequenza
critica, allora il loro campo resta localizzato nei pressi dellostacolo o della ir-
regolarit` a che ha causato la conversione. Si ha dunque un accumulo locale di
energia, descrivibile con una opportuna reattanza, oppure una dissipazione locale
di potenza, descrivibile mediante una resistenza. Se invece questi modi indeside-
rati si propagano, allora parte della potenza del segnale passa su di essi e viaggia
con velocit` a di gruppo diversa da quella desiderata. Se questi modi spuri vengono
attenuati fortemente, mediante opportune strutture dissipative dette ltri di modo,
la conversione si traduce in un aumento di attenuazione per il modo desiderato.
Se invece essi vengono lasciati viaggiare nella guida una nuova irregolarit` a od
ostacolo pu` o dare luogo a riconversione di modo, cio` e al passaggio di potenza
dai modi spuri a quello desiderato; la differenza fra le velocit` a di gruppo causa
una differenza nei ritardi di gruppo proporzionale alla lunghezza intercorrente tra
i due ostacoli suddetti, e quindi una distorsione del segnale. Questi inconvenienti
sono evitati se si lancia il modo fondamentale, ad una frequenza in cui tutti gli altri
modi sono sotto taglio, poich` e allora si ` e certi che questi ultimi non si propagano.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 61
Dalla gura precedente, sulla base della relazione (1.66), si vede che riducendo b
dal valore a al valore a/2 la frequenza di taglio del modo che per secondo passa
nella guida cresce con continuit` a da (f
c
)
TE
10
a 2(f
c
)
TE
10
. Per b < a/2, il secon-
do modo della guida ` e il TE
20
, con frequenza di taglio pari a 2(f
c
)
TE
10
; perci ` o
ridurre b al di sotto del valore a/2 non comporta vantaggi quanto a larghezza
della banda in cui la guida ` e unimodale. Daltro canto, si pu` o dimostrare che la
costante di attenuazione (a)
TE
10
cresce a parit` a di a e di frequenza, quando b de-
cresce. Perci` o ridurre b al di sotto di a/2 comporta un aumento dellattenuazione.
Queste due conclusioni spiegano perch` e la normalizzazione internazionale delle
guide donda rettangolari ordinarie ssa b/a 1/2 (i lievi scarti attorno al valore
1/2 sono giusticati da ragioni storiche: si tratta di standardizzazioni di prolati
preesistenti). Per alcune applicazioni speciali, si usano guide con b/a < 1/2 (gui-
de ribassate); va per` o ricordato che esse hanno, a parit` a di larghezza a, la stessa
banda delle guide ordinarie, una maggiore attenuazione e un campo elettrico pi` u
elevato a parit` a di potenza trasmessa, il che pu` o essere importante (si pensi alle-
ventualit` a di scarica nel dielettrico) in applicazioni di grande potenza (tipicamente
nei radar).
La preferenza accordata alle guide rettangolari rispetto alle circolari nelle appli-
cazioni ordinarie si giustica anticipando alcune conclusioni che richiederebbero
anche lanalisi della guida circolare: la banda in cui la guida rettangolare ` e unimo-
dale risulta, a parit` a di frequenza di taglio del modo fondamentale, sensibilmente
pi` u larga di quella della guida circolare, mentre le attenuazioni, nelle due guide,
sono dello stesso ordine di grandezza. La rilevanza data alla larghezza della banda
unimodale non deve trarre in inganno: la sensibilissima dipendenza della velocit` a
di gruppo dalla frequenza (dispersione) non permette, se si vuol mantenere la di-
storsione del segnale entro limiti accettabili, di inviare in una guida donda un
segnale con larghezza di banda confrontabile con quella in cui la guida ` e unimo-
dale. Ci` o non esclude che vari segnali, su diverse portanti, possano essere inviati
in una sola guida. Ci` o che ` e importante ` e la disponibilit` a commerciale di almeno
m.zoboli
62 1.6. Esempi di propagazione guidata
una guida donda per qualunque frequenza, al di sopra di 1 GHz; se si adotta un
tipo di guida donda con notevole larghezza di banda unimodale, si copre linte-
ra gamma delle microonde normalizzando poche dimensioni della sezione, il che
consente un notevole risparmio, soprattutto per le giunzioni, cio` e per i circuiti in
guida donda che rimpiazzano, a microonde, gli ordinari circuiti elettronici.
Guida fessurata
Le componenti del campo elettromagnetico per il modo TE
10
si ottengono ponen-
do m = 1, n = 0 nelle espressioni generali. Pu` o essere conveniente esprimerle
con una modica nella costante moltiplicativa, come segue:
E
y
= E
0
sin

a
x, H
z
= j
E
0

v
2af
cos

a
x
H
x
=
E
0
Z
TE
sin

a
x, H
y
= E
x
= E
z
= 0
Gli andamenti di queste componenti, molto semplici, sono riportati in gura;
-H x
E
y
H
z
x
Figura 1.19
si ricordi per` o che le precedenti equazioni mostrano differenze fra i valori massimi
e differenze tra le fasi delle varie componenti.
m.zoboli
1. Propagazione guidata 63
Sulle pareti, la densit` a di corrente

J ` e proporzionale a n H
tan
; dalla gura si
vede dunque che al centro delle pareti pi` u larghe

J ` e semplicemente longitudinale:

J [
x=
a
2
= J
z
z.
Pertanto un taglio longitudinale innitamente sottile a met` a di una faccia larga di
una guida rettangolare non interrompe la densit` a di corrente e quindi non perturba
il modo TE
10
. In pratica, anche una fessura sottile, di dimensione nita, lo pertur-
ba poco e in maniera valutabile con sufciente precisione. Su questo fatto si basa
un importante strumento di misura a microonde, detto guida (o linea) fessurata:
attraverso la fessura longitudinale, si inserisce nella guida una sonda, che molto
spesso ` e costituita dal prolungamento dellanima di un cavo coassiale.
Il campo E
y
presente nella guida induce una tensione fra anima e calza del coas-
siale e questo termina su un diodo, seguito da un voltmetro. Si ` e cos` realizzato
-previa taratura del sistema- uno strumento di misura dellintensit` a del campo in
guida. La sonda ` e montata su un carrello mobile lungo lasse z della guida e co-
stituisce uno strumento adatto alla misura del rapporto donda stazionaria e della
posizione dei minimi dellintensit` a del campo in guida cio` e, in denitiva, del mo-
dulo e della fase del coefciente di riessione del carico su cui la guida donda ` e
terminata.
m.zoboli
64 1.6. Esempi di propagazione guidata
m.zoboli
Formule vettoriali
A B C = B C A = C AB
A(B C) = B(A C) C(A B)
=
2

= 0
A = 0
A = ( A)
2
A
(A) = A+ A
(A) = A+ A
Coordinate cartesiane (x, y, z)
=

x
+

y
+

z
z
D =
D
x
x
+
D
y
y
+
D
z
z
H =
_
H
z
y

H
y
z
_
+
_
H
x
z

H
z
x
_
+
_
H
y
x

H
x
y
_
z

2
=

2

x
2
+

2

y
2
+

2

z
2
65
66

2
A =
2
A
x
+
2
A
y
+
2
A
z
z
Coordinate cilindriche (r, , z)
=

r
r +
1
r

+

z
z
D =
1
r

r
(rD
r
) +
1
r
D

+
D
z
z
H =
_
1
r
H
z

z
_
r +
_
H
r
z

H
z
r
_

+
_
1
r
(rH

)
r

1
r
H
r

_
z

2
=
1
r

r
_
r

r
_
+
1
r
2

2
+

2

z
2

2
A =
_

2
A
r

2
r
2
A


A
r
r
2
_
r +
_

2
A

+
2
r
2
A
r

r
2
_

+ (
2
A
z
) z
Coordinate sferiche (r, , )
=

r
r +
1
r

+
1
r sin

D =
1
r
2

r
(r
2
D
r
) +
1
r sin

(sin D

) +
1
r sin
D

H =
1
r sin
_

(H

sin )
H

_
r +
+
1
r
_
1
sin
H
r



r
(rH

)
_

+
1
r
_

r
(rH

)
H
r

2
=
1
r
2

r
_
r
2

r
_
+
1
r
2
sin

_
sin

_
+
1
r
2
sin
2

2
m.zoboli
. Formule vettoriali 67

2
A =
_

2
A
r

2
r
2
_
A
r
+ cot A

+ csc
A

+
A

__
r +
+
_

2
A

1
r
2
_
csc
2
A

2
A
r

+ 2 cot csc
A

__

+
_

2
A

1
r
2
_
csc
2
A

2 csc
A
r

2 cot csc
A

__

Scomposizione del rotore


A = A
t
+A
z
z
A =

i

j z

z
A
x
A
y
A
z

=
=

i(
A
z
y

A
y
z
)

j(
A
z
x

A
x
z
) + z(
A
y
x

A
x
y
)
(A) z =
A
y
x

A
x
y
A
t
= A
x

i +A
y

j
(A) z =
t
( z A
t
)
(A)
t
= (

i
A
z
y

j
A
z
x
) +

z
(A
x

j A
y

i)
(A)
t
= z
t
A
z
+

z
( z A
t
)
m.zoboli
68
m.zoboli
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