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"Progetto Domani" una libera associazione culturale, senza scopo di lucro, che si propone di promuovere e stimolare il dibattito, il confronto

o e la ricerca su temi di politica, attualit, sviluppo sociale e culturale, oltre a offrire uno spazio aperto e plurale, di riflessione, luogo comune per tutti coloro che vorranno abitarla e renderla viva. L'associazione, al fine di concorrere alla realizzazione del bene comune, vuole favorire l'elaborazione di proposte coerenti sui temi che si trovano ad affrontare oggi la nostra societ ed il nostro territorio, dalla crisi economica, ai temi dell'immigrazione, della coesione sociale, della scuola, dell'Europa, dell'energia, dell'ambiente e del futuro delle nuove generazioni

RICOSTRUIRE LITALIA A PARTIRE DAL LAVORO La cronaca drammatica dell'autunno 2011 si concentrata sull'emergenza finanziaria che ha colpito il nostro Paese: dubbi dei mercati sulla solvibilit del Paese, aumento vertiginoso dei tassi di interesse, con lo spettro dell'insostenibilit del nostro elevatissimo debito pubblico, intervento europeo a sostegno dell'Italia (l'acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea, BCE) e applicazione, per la prima volta, delle regole rafforzate per la sorveglianza economica e di bilancio dei Paesi dell'area euro, con le visite degli ispettori della UE e della BCE. In questo scenario, una politica incapace di dare risposte adeguate con la necessaria seriet e rapidit ha peggiorato la crisi di credibilit del Paese, conducendo alle dimissioni del Governo Berlusconi.

Nella prospettiva di ricostruzione del nostro Paese, ci sembra che il punto da cui partire per trovare unit di intenti e accomunare gli sforzi, muovendo da un confronto serio e costruttivo, possa essere la questione del lavoro, che, non a caso, l'art. 1 della Costituzione pone a fondamento della nostra Repubblica. In questo modo si comincerebbe ad affrontare con decisione anche un'altra emergenza, che negli ultimi mesi ha ottenuto minore attenzione mediatica, ma che, per l'impatto sulla vita delle persone, non meno drammatica di quella finanziaria: quella dell'occupazione.

La missiva inviata dalla BCE al Governo Italiano lo scorso agosto chiedeva imperativamente all'Esecutivo del nostro Paese una adeguata Riforma del Mercato del Lavoro quale provvedimento necessario per affrontare e superare l'attuale grave crisi economico-finanziaria. L'impegno, dopo l'abbandono dell'inerte e inconcludente Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, stato assunto seriamente dal Governo Monti il quale ha avviato un doveroso confronto con le parti sociali.

Il tema della Riforma del Mercato del Lavoro parte anche del dibattito interno al Pd con riflessioni e proposte attorno alle quali si sta cercando di produrre una sintesi alta a partire dalle diverse sensibilit e culture presenti nel nostro partito.

La nostra associazione ritiene utile portare un contributo alla discussione in corso partendo dal seguente principio:Il lavoro per l'uomo, non l'uomo per il lavoro. La dottrina sociale della Chiesa ha sempre sottolineato l'importanza del lavoro, inteso non soltanto come fonte di reddito, ma come opportunit di affermazione della dignit della persona, che nel lavoro si esprime, ma che al lavoro non si riduce. Questa opportunit per vanificata quando, per qualsiasi ragione, vengono a mancare le possibilit di svolgere un lavoro decente, che - afferma Benedetto XVI al n. 63 della lettera enciclica Caritas in veritate (2009) - in ogni societ, sia l'espressione della dignit essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunit; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessit delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa IL NODO DELLA FLESSIBILITA

Oggi appare urgente restituire dignit alla persona e procedere alla riforma del diritto del lavoro per colmare le ingiustizie e il divario tra soggetti protetti e non protetti. L'attuale divisione tra persone lavoratrici garantite e non garantite rappresenta un fatto inaccettabile testimoniato dal proliferare di ben quaranta forme diverse di contratti atipici quasi tutti con retribuzioni infime. Da varie parti si sollecita il superamento del dualismo fra protetti, cio i lavoratori assunti a tempo indeterminato e con elevate garanzie, e tutti gli altri, i non protetti. Si invoca creativit, con la dovuta prudenza: Se dunque, in materia di organizzazione del lavoro, struttura delle retribuzioni, distribuzione degli orari, inquadramento professionale, conserviamo la vecchia regola di rigida inderogabilit del contratto collettivo nazionale di settore, il risultato una chiusura del sistema all'innovazione in tutti questi campi. Certo, non c' soltanto l'innovazione buona: c' anche quella cattiva; ma non possiamo, per paura dell'innovazione cattiva chiuderci anche a quella buona (ICHINO P., Intervento alla Direzione del Partito democratico, 13 gennaio 2010, in <www.pietroichino.it>). La difesa dello status quo significherebbe pertanto mantenimento degli squilibri attuali con una parte di lavoratori, quelli a tempo indeterminato, tutelati e protetti e una vasta schiera di precariato, soprattutto giovanile, con basse retribuzioni e tutele quasi inesistenti.

E' necessario pertanto riformare l'intero sistema perch in questi anni abbiamo avuto mutamenti radicali nel mercato del lavoro. Un tempo c'erano crescita economica e rapporti contrattuali stabili e molto standardizzati mentre oggi, nella la grave crisi economica in corso, abbiamo una percentuale di lavoro precario troppo elevato e una disoccupazione altissima che esclude dal lavoro un giovane su tre e una donna su due. Va aggiunto che nell'attuale situazione di discriminazione non vi sono sufficienti protezioni per i dipendenti delle imprese sotto i 15 dipendenti coperti solo dal trattamento di disoccupazione ordinaria.

Il dibattito oggi si sta concentrando sul Contratto Unico e sul sistema di protezione dai licenziamenti ingiustificati rappresentati dall'art.18 dello Statuto dei lavoratori. Valutiamo positivamente la proposta di riunificazione in un contratto unico delle attuali diverse tipologie prevedendo solo alcune eccezioni (apprendistato, progetto, formazione-lavoro ). Nelle diverse proposte (Boeri, Garibaldi e altri) pur con varianti il contratto unico verrebbe organizzato su due fasi: i primi tre anni diventano di fatto un lungo periodo di prova nel corso del quale l'impresa forma e conosce il lavoratore. Dopo tale periodo non consentito il licenziamento se non per giusta causa e con la copertura giuridica. Verrebbe cos conciliata la flessibilit di ingresso richiesta dalle imprese con l'aspirazione della stabilit rivendicata dai lavoratori. Il lavoro precario stato in questi anni strumento per abbattere occultamente il costo del lavoro. Questa situazione va sanata attraverso l'incentivazione dei contratti a tempo indeterminato i quali debbono avere un minor costo rispetto ai contratti atipici.. Fermo restando i diritti essenziali garantiti dal CCNL siamo d'accordo che occorra dare maggiore forza al secondo livello di contrattazione che andrebbe maggiormente valorizzato Nel dibattito in corso c' chi considera sbagliata la protezione prevista dall'art.18 perch ingesserebbe eccessivamente i rapporti di lavoro. Crediamo invece che non possano essere mai avallate per la dignit della persona lavoratrice norme che consentano il licenziamento per motivi di discriminazione. Sul licenziamento per motivi economici possibile armonizzare la nostra normativa a quella di Gran Bretagna, Francia, Germania ma occorre contestualmente procedere ad una seria riforma degli ammortizzatori sociali finalizzata al rafforzamento della stessi estendendoli a coloro che ne sono privi. L'appartenenza settoriale, la dimensione d'impresa, la tipologia dei contratti di lavoro non dovranno essere un elemento di esclusione. La riforma degli ammortizzatori sociali dovr inoltre essere accompagnata da un generale miglioramento delle politiche attive del lavoro con il potenziamento delle reti dei servizi per l'impiego, l'offerta di percorsi formativi, l'aggiornamento, la rimodulazione degli incentivi economici finalizzati all'inserimento lavorativo. In particolare occorre meglio collegare e coordinare l'erogazione delle prestazioni di disoccupazione con i percorsi di formazione e inserimento lavorativo. In ogni caso va sempre ribadita la centralit della persona umana e la salvaguardia dei suoi diritti nel percorso di Riforma del Mercato del lavoro.

Febbraio 2012

ASSOCIAZIONE PROGETTO DOMANI Direttivo di Imola

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