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Coordinamento di Modena

FORUM SVILUPPO SOSTENIBILE

SINTESI per direzione provinciale


17/11/2008

“ALLEANZA PER MODENA”

Crescita sostenibile
Uguaglianza opportunità
Ingegno nel mondo

Coordinatore forum
Gian Carlo Muzzarelli

Responsabili forum settoriali

Lucia Bursi
Palma Costi
Gb Pasini
Michele Andreana
Vanni Bulgarelli
Maletti Francesca *
DOCUMENTO FORUM SVILUPPO SOSTENIBILE
ALLEANZA PER IL FUTURO

Innanzitutto ringrazio per il prezioso lavoro I COORDINATORI DEI FORUM


SETTORIALI che hanno consentito l’elaborazione di documenti partecipati e di merito.
Sono state raccolte idee, contributi, proposte che, insieme a quelle elaborate negli altri
Forum, possono essere utili come base per costruire i prossimi programmi elettorali, perno
per una “nuova alleanza di Governo per Modena”.
Un’alleanza che diventi riferimento fondamentale per ottenere una regione socialmente,
economicamente e culturalmente più “robusta” e coesa.

Ripartire con nuove risposte alle nuove sfide

Gli enti locali modenesi sono stati governati bene, e la conferma della fiducia dei cittadini è
il segno che il nostro contributo in termini di sviluppo sociale, economico, ambientale è stato
compreso ed apprezzato.
I cittadini, le istituzioni, le organizzazioni economiche e di categoria di lavoratori ed
imprenditoriali (private e cooperative), le associazioni no profit e del volontariato,
l’Università e il mondo della scuola e dell’istruzione hanno creato un sistema che ha reso
Modena, e tutta l’Emilia-Romagna, uno dei territori più progrediti, con eccellenze nel campo
industriale, agroalimentare, della ricerca, biomedicale, tecnologico, ingegneria meccanica,
nel campo manifatturiero e nell’industria ceramica.
L’impegno è rinnovare le pari opportunità per tutti i cittadini e garantire l’accesso alla
conoscenza e al sapere, la libertà economica, un’occupazione di qualità e durevole.
Così potremo aumentare la qualità delle produzioni e del lavoro, e rafforzare i positivi livelli
raggiunti.

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1. AFFRONTARE E VINCERE LE SFIDE DELL’ECONOMIA GLOBALE:
ALLEANZA TRA SVILUPPO, LAVORO E AMBIENTE.

Siamo in presenza di una crisi economica mondiale paragonabile solo alla grande
depressione del 1929. Una crisi mondiale che si somma a sfide già aperte come la
globalizzazione, l’immigrazione di massa, l’invecchiamento della popolazione, le difficoltà
del funzionamento delle Organizzazioni internazionali (WTO, ecc..) e, ancora, la “fatica”
dell’Europa di muoversi unitariamente con politiche comuni per affrontare la crisi dei
mercati ed aumentare la competitività del Vecchio Continente nel mondo.

Il territorio modenese, pur in un quadro di crescenti difficoltà, parte da una situazione di


maggiore solidità rispetto al panorama italiano.
La forte presenza del manifatturiero, con una spiccata vocazione all’export, insieme ad un
importante settore di servizio alle imprese, all’alto tasso di occupazione e alla forte presenza
delle donne nel mercato del lavoro rappresentano un punto di partenza importante su cui
costruire le politiche di medio e lungo periodo. Queste ultime devono puntare a rafforzare un
sistema produttivo che inizia a risentire della pesante crisi finanziaria mondiale, con un
generalizzato calo della domanda di beni e servizi.

Modena, come il resto del Paese, necessita di un impegno riformista straordinario, in


grado di comprendere il presente e progettare il futuro, proponendo una cultura di governo
che possa introdurre più efficienza e selezione nel settore pubblico nell’interesse dei cittadini
e delle imprese; di stimolare più competitività, ma sempre responsabile, in quello privato; di
compiere scelte territoriali e ambientali realmente sostenibili, cioè attente alla finitezza dei
beni naturali; di promuovere il merito e l’uguaglianza delle opportunità; di sostenere forti
processi di ricambio generazionale e di pari opportunità per le donne, in tutti i settori della
vita pubblica e privata.

SITUAZIONE

La crisi finanziaria ha reso ancora più evidenti il fallimento del mercato non regolato, i
rischi di una corsa incontrollata a guadagni apparentemente facili e a consumi al di sopra
delle possibilità reali: tutto ciò ha reso ulteriormente stringente la necessità di dare risposte
strutturali ed innovative. Il nostro Paese, in particolare, ha mostrato l’assenza di una
economia strutturata, compensata e attutita da una contenuta domanda di credito da parte di
famiglie e imprese (negli Stati Uniti, alla fine del 2007, ogni famiglia americana aveva verso
le carte di credito un debito medio di 9.840 dollari; dato peraltro in crescita continua da
anni).

L’Italia è ormai in una fase di recessione. La crescita dell'economia quest'anno avrà il


segno meno e per la terza volta dal dopoguerra, dopo le gravi crisi del 1975 e del 1993, il Pil
italiano è risultato negativo per due trimestri consecutivi.
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L’Emilia-Romagna, invece, avrà ancora per il 2008 una crescita positiva (+0,4%), grazie
soprattutto all’export. Un dato che non toglie la preoccupazione per le criticità sempre più
evidenti: in tutti i settori calo degli ordini per alcune imprese e, di conseguenza, il crescente
ricorso alla cassa integrazione; la preoccupazione per i lavoratori atipici che non
disporranno di ammortizzatori sociali; le decisioni del governo di centrodestra che ha
iniziato una nuova deregulation rendendo ancor più precario il lavoro e le sue regole.

Questo a fronte di dati occupazionali che, dopo un primo semestre 2008 ancora positivo,
hanno segnato nel terzo trimestre, e ancor più nel mese di ottobre, una brusca inversione di
tendenza con saldi negativi. Questa inversione si è verificata non solo in settori nei quali
era attesa (edilizia e ceramica), ma anche in tutti gli altri e, in particolare, nella meccanica. A
questi saldi negativi va aggiunto un forte incremento dell’uso degli ammortizzatori
sociali, più che triplicato nel mese di ottobre, che dà la misura dell’urgenza di un riforma
complessiva di questi istituti che lasciano scoperti proprio quei lavoratori che sono i primi a
pagare il prezzo della crisi.

SOLUZIONI

La Sostenibilità a 360° come motore di nuovo sviluppo

La sostenibilità a tutto tondo in cui crediamo è ambientale, economica, sociale, energetica,


dei trasporti.
Il PD deve farsi promotore di un modello attivo di “governo” che non si limiti a proteggere
dai rischi ma stimoli la crescita delle opportunità.

Una società forte è una società che valorizza al meglio il suo capitale ambientale, il capitale
umano e sociale, vale a dire l’ambiente e le risorse naturali, le capacità e la creatività di
donne e uomini che la compongono, la loro dimensione non individuale ma di relazione.

Per arrivare alla sostenibilità dobbiamo partire dal rafforzamento delle componenti che
stimolano l’economia reale: la formazione, la ricerca, l’innovazione, il trasferimento
tecnologico, l’internazionalizzazione.

Innovare, aumentare le opportunità e qualificare le professionalità.

Dalla situazione attuale di crisi si esce non con i proclami e i tagli, ma con la capacità di
investire, di creare opportunità per “fare e migliorare”. Negli scorsi anni abbiamo parlato di
“brand Emilia-Romagna”: c’è anche un “brand Modena”, un “Modena pride”, un orgoglio
modenese. Siamo un territorio che sta dando il meglio, coniugando un welfare efficiente ad
un’economia forte.
Abbiamo le carte in regola per essere ancora protagonisti: dovremo valorizzare la nostra
capacità di assicurare prospettive occupazionali e di migliorare le condizioni di lavoro dando
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possibilità di crescita professionale, premiando il merito e sostenendo l’utilizzo delle
migliori tecnologie in tutti i processi produttivi.

Sostenere l’innovazione è una scelta culturale prima che tecnologica: un nuovo modo di
pensare ed agire. Le azioni in corso, sviluppate da Regione, Provincia ed Enti locali, vanno
in questa direzione: dai Tecnopoli al sostegno delle imprese innovative, con nuovi centri di
riferimento tecnologico (come Democenter-Sipe, Promo, ecc).

La crisi si fa sentire per tutti e non proponiamo un ottimismo di facciata: ma dalla crisi si
esce con più qualità e più formazione, con nuovi obiettivi sempre più ambiziosi che a
Modena siamo in grado di conseguire.

Difendere e rafforzare il sistema del credito a sostegno delle imprese e delle famiglie

L’area di Modena è composta da un sistema ampio e diversificato di imprese (molte di


dimensione medio-piccole) e di istituti di credito di dimensioni ridotte rispetto ai “giganti”
nazionalizzati negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Germania. Non è un caso se le banche che
sono riuscite a sopravvivere alla crisi - e che probabilmente diventeranno i prossimi leader
del global banking – sono quelle che avevano continuato a fare il loro mestiere tradizionale.

Le Banche devono aiutare il sistema a crescere offrendo servizi e tassi compatibili con il
processo in atto. Occorre trovare “un’intesa” con il sistema bancario per:
- evitare che gli errori di finanza di molte banche siano impropriamente scaricati
sull’economia e le imprese;
- assicurare il sostegno vero e completo degli imprenditori che hanno voglia ancora di
“mettersi in gioco” senza comprimere volontà ed idee;
- assicurare la copertura degli investimenti oltre alle garanzie dei consorzi fidi (che
utilizzano nuove risorse pubbliche per garanzia);

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2. UN NUOVO MODO DI PENSARE ALL’AMBIENTE: DA VINCOLO AD
OPPORTUNITA’

Ambiente e sviluppo devono crescere insieme: rappresentano una grande opportunità


riformatrice ed economica. A Modena è possibile poiché l’obiettivo qualità è un riferimento
imprescindibile.

La Provincia di Modena deve puntare su un modello di sviluppo che tenga conto dello stretto
nesso tra dimensione socio economica e uso e governo del territorio. Per garantire
compatibilità e sostenibilità è necessaria una pianificazione dello sviluppo che abbia come
elementi di valutazione la tutela e la valorizzazione dei sistemi, le possibili ricadute, e li
confronti con le riflessioni sui sistemi della coesione sociali e dello sviluppo economico.

La via di uscita dalla crisi energetica non sta nella speranza del ritorno ad una improbabile
energia a buon mercato, né nelle soluzioni taumaturgiche, che puntano all’aumento
dell’offerta di combustibili fossili, come il carbone, o, in questa fase dove la ricerca non è
completa, il nucleare. Le prime azioni fondamentali riguardano l’efficienza energetica e
lo sviluppo delle fonti rinnovabili, costruendo il mix più efficace e meno impattante.

SITUAZIONE

E’ in un momento così difficile che dobbiamo saper dimostrare ai nostri cittadini che
facciamo ancora sul serio, ci crediamo, e vogliamo davvero tutti costruirlo, un futuro che
c’è, è possibile e, soprattutto, non è illusione immaginarlo migliore.
Si tratta di un lavoro arduo in un contesto politico nazionale come quello attuale,
caratterizzato dal taglio indiscriminato di risorse, dall’illusione di poter uscire dalla crisi con
roboanti proclami, che coprono, di fatto, una politica “del tirare a campare”, priva di
prospettive di sviluppo per il Paese e degli italiani.

La questione energetica è oggi più che mai una priorità per il Paese e coinvolge
profondamente le sorti dell’economia, della produzione, le dinamiche inflattive, le
condizioni di vita e i bilanci delle famiglie. Ridurre l’uso di combustibili fossili significa
contenere la dipendenza dalle importazioni dare più autonomia al Paese, limitare
l’inquinamento. Questo significa anche migliorare la qualità dell’aria a scala locale,
compromessa soprattutto dal traffico dei veicoli. Dal modo con cui viene affrontata la
priorità energetica dipende il rispetto dell’impegno dell’Italia a ridurre le emissioni clima
alteranti, secondo il Protocollo di Kyoto.

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SOLUZIONI

Ambiente e sviluppo crescono assieme

Rafforzare la crescita è un nostro obiettivo, ma si deve crescere meglio, cioè con piena
sostenibilità. Dire che ambiente e sviluppo crescono insieme significa che è illusorio e
sbagliato contrapporli, come ha fatto e sta tuttora facendo il Governo Berlusconi: c’è crisi
economica allora non rispettiamo gli accordi di Kyoto! No, è una politica miope. Si esce
dalla crisi elevando la qualità anche ambientale della nostra economia.

Uniti nello sviluppo sostenibile

Modena, altri comuni e la Provincia hanno da tempo sviluppato politiche attive e coerenti in
campo energetico. Nel 1999 è stata costituita l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo
sostenibile. Significative sono le attività in materia energetica dei centri come
Democenter/Sipe e Promo a sostegno dell’innovazione.

La pianificazione urbanistica e territoriale, attraverso i piani strutturali comunali (PSC) e i


regolamenti (RUE) sono orientate al perseguimento degli obiettivi strategici proposti su
scala regionale. Il PTCP ora adottato dall’Amministrazione Provinciale ha assunto
positivamente le strategie proprie dello sviluppo sostenibile. Occorre ora un ulteriore salto di
qualità.

Ridurre le emissioni, il consumo energetico ed aumenare le produzioni di energia da


fonti naturali e rinnovabili.

L’asse è quello tracciato dal pacchetto Bersani e dalle Finanziarie Prodi del 2007 e 2008. I
provvedimenti (ora messi in crisi dai tagli del centrodestra) hanno avviato un’azione decisa,
in primo luogo verso l’efficienza energetica e il risparmio.

Gli enti locali devono impegnarsi ad attuare in ogni settore, a partire da quello edilizio, tutte
le norme utili a ridurre le emissioni e a raggiungere una maggiore efficienza energetica e
ambientale, per contenere i consumi delle famiglie e i relativi costi.
Nel settore civile e in quello produttivo la maggiore efficienza può portare ad una riduzione
del 20-30% dei fabbisogni. Di qui l’importanza della certificazione energetica degli edifici
introdotta dal centrosinistra e recentemente sostanziata dalla Regione con un proprio Atto di
Indirizzo e coordinamento per i requisiti di rendimento energetico e per le procedure di
certificazione energetica degli edifici.
Un piano energetico per la provincia e i singoli comuni

La Provincia ha presentato il nuovo Piano energetico in attuazione del Piano Regionale.


Quest’ultimo, approvato il 14 novembre 2007 dall’Assemblea legislativa regionale, prevede
investimenti per 170 milioni a sostegno delle azioni di famiglie e imprese.
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Proponiamo di:
- adottare in ogni comune un piano-programma energetico, coerente con i Piani
regionale e Provinciale, fissando per ogni contesto specifici obiettivi quali-
quantitativi;
- adeguare i piani locali per la mobilità sostenibile, moltiplicando le iniziative a favore
dei servizi pubblici e delle modalità “zero emissioni”;
- realizzare le “aree produttive ecologicamente attrezzate”, previste dalla legge
regionale 20/2000 sia nei nuovi insediamenti, che nella riqualificazione dell’esistente,
coinvolgendo imprese e operatori di settore;
- rafforzare, d’intesa coi gestori dei servizi energetici e con le autorità regolatrici
regionali, gli interventi di miglioramento dell’efficienza delle reti (gas, acqua,
elettricità), innovando i sistemi di controllo, monitoraggio e rilevamento dei consumi;
- spingere per un più forte impegno dei gestori di servizi energetici a contenere i propri
costi operativi, quindi il peso delle bollette, promuovendo il consumo responsabile
dell’energia;
- promuovere progetti significativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e il
teleriscaldamento da parte di imprese e gestori di servizi energetici.

L’operato delle multiutility ha dato e può dare ancora risposte importanti, in termini di
gestione oculata delle risorse primarie di maggiore efficienza trasparenza e minori costi,
garantendo comunque investimenti necessari per garantire nel tempo reti moderne, efficienti
e sicure.

Diversificare le fonti di produzione

Accanto ad un maggiore risparmio vanno poste le condizioni per una sempre maggiore
produzione di energia con fonti rinnovabili, sul cui sviluppo l’Italia segna un grave
ritardo. Insomma, l’inizio di una svolta vera. Una grande opportunità di sviluppo sostenibile
e di creazione di posti di lavoro “verdi”.

Occorre sviluppare proposte in grado, in tempi relativamente brevi, di migliorare il bilancio


energetico del Paese e di contenere le bollette di aziende e famiglie, promuovendo i
settori industriali impegnati nelle tecnologie più avanzate nella produzione, nella
distribuzione e negli usi finali di energia e finanziare progetti di ricerca di base e applicata
coerenti con la strategia energetica nazionale, valorizzando centri di eccellenza come CNR
ed ENEA dell’Emilia-Romagna.

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3. UNA NUOVA ECONOMIA BASATA SULLA CENTRALITA’ DELLE PERSONE
E SU IMPRESE RESPONSABILI

La crisi finanziaria in atto sta rivelando in tutta la sua drammaticità la distruttività di una
economia virtuale, senza un’etica della responsabilità nei confronti di centinaia di milioni di
cittadini e cittadine.
Bisogna ripartire da qui: recuperare il valore del lavoro e la centralità delle persone
nello sviluppo economico.

Servono politiche che assicurino migliori convenienze collettive, migliore istruzione e


lavoro, migliore accesso al mondo, stimolando i giovani ad “alzarsi per vivere i loro sogni”.
Servono politiche attive per definire nuove regole dei mercati, per sostenere la voglia di
intraprendere, la creazione di nuova ricchezza e nel contempo una sua giusta ed equa
redistribuzione; politiche in grado di garantire a tutti pari opportunità e pari diritti di
cittadinanza.

Vogliamo coniugare libertà e giustizia sociale per rinsaldare e rafforzare i processi di


coesione sociale, da sempre il fattore vincente del nostro territorio.
Noi vogliamo uno Stato che regoli l’economia, non che la gestisca o la “occupi” e che sia
garante dell’interesse di tutti i cittadini (di chi intraprende e di chi lavora, di chi risparmia e
di chi investe, di chi consuma).

E’ fondamentale sostenere la nascita di imprese socialmente responsabili ed i passaggi


generazionali. Siamo per un modello di lavoro estensivo, che riduca la precarietà e gli
squilibri distributivi.

SITUAZIONE

Bisogna verificare la progressiva destrutturazione delle imprese che hanno sempre meno
dipendenti, e tra questi sono sempre più numerosi i lavoratori di origine
extracomunitaria. Nell’area vasta Emilia Nord, gli ultimi controlli hanno indicato una
media di soli 2 dipendenti per ogni impresa, e il 28% dei lavoratori trovati nei 262 cantieri
controllati era classificato come “lavoratore autonomo”.

E’ necessario rafforzare e potenziare un contesto locale in cui la disponibilità di beni comuni


di natura materiale (quali infrastrutture, centri di formazione, centri di ricerca, Università,
ecc) e immateriale (quale la capacità di rigenerare competenze tacite e contestuali, il
riconoscimento e l’adesione ad un sistema di regole, le reti di relazioni tra soggetti
istituzionali e privati, ecc), lo qualifichi come contesto favorevole alla nascita e
generazione di innovazione (in campo produttivo, ma anche sociale, culturale e
ambientale), all’assunzione del rischio di impresa ( privata o cooperativa), nella fase di avvio
dell’attività e per tutto il tempo in cui l’attività si consolida e si sviluppa, alla forte
responsabilizzazione degli individui nelle professioni e nel fare impresa.
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SOLUZIONI

Una economia di qualità fondata su imprese socialmente responsabili

In questa fase, e guardando al futuro, occorre rimettere al centro la legalità, il rispetto dei
diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e delle comunità di insediamento, il rispetto dei
territori e dell’ambiente. Modena deve “scegliere” e puntare ad imprese sempre più
socialmente responsabili.

Le imprese socialmente responsabili si distinguono dal modello occupazionale e produttivo


che sviluppano, dalla capacità di farsi carico della rigenerazione dei beni comuni, dovuta
all’alto grado di innovazione e di qualità dei prodotti e dei processi produttivi.
Diventa prioritario ripensare i processi di competitività come “processo responsabile”, ossia
un approccio che permetta di conciliare il successo economico duraturo e sostenibile delle
imprese nel tempo, come base di coesione sociale e valore aggiunto anche per il territorio,
l’ambiente e i vari attori interni ed esterni con cui interagisce.

Rendere la responsabilità sociale un vantaggio competitivo per l’impresa e per il


territorio significa non investire solo sulla assunzione di pratiche di RSI (Responsabilità
Sociale Impresa) nelle grandi imprese, ma far comprendere l’importanza di tale approccio
all’intero panorama imprenditoriale: alle piccole e micro imprese, ed ai nuovi imprenditori.
In un contesto così caratterizzato fondamentale è il ruolo che la cooperazione dovrà
continuare ad avere e sviluppare.

Le persone al centro: più sicurezza del lavoro e nel lavoro

Le imprese socialmente responsabili hanno consapevolezza dell’importanza del capitale


umano (uomini e donne).
Si deve dare un chiaro indirizzo alle politiche per la sicurezza, migliorando la prevenzione, la
responsabilità, la presa di coscienza della centralità delle politiche in questo settore.

Per questo dobbiamo operare per contrastare l’illegalità e lo sfruttamento, per migliorare
la sicurezza sul lavoro aumentando i controlli e migliorando la formazione dei lavoratori e,
infine, per contrastare la tendenza all’allargamento della forbice delle disuguaglianze.

In questo senso dobbiamo migliorare e continuare ad operare per evitare:


- una diseguale distribuzione della ricchezza prodotta;
- la precarietà dei contratti e l’instabilità del mercato del lavoro;
- la crescente vulnerabilità dei lavoratori;
- l’impoverimento economico e il disagio dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie
numerose

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Noi vogliamo favorire un’educazione civile del lavoro, combattendo ogni forma
d’irregolarità, per ottenere il rispetto di ogni forma di legalità e migliorare la giustizia
sociale.
Sicurezza, anche della qualità del lavoro, per rispondere alle esigenze del nostro territorio. Il
modello vincente emiliano-romagnolo c’è ancora ed è ancora vincente: da noi si fa e si deve
fare sul serio.

La società che vogliamo ha la persona, il cittadino, al centro.

4. IL VALORE DEL TERRITORIO: INFRASTRUTTURE, TURISMO,


AGRICOLTURA.

Modena dovrà affrontare nella prossima legislatura, in coerenza con il Piano Territoriale
regionale, i temi della riqualificazione urbana, della localizzazione dei servizi,
dell’innovazione e adeguamento delle reti di trasporto e comunicazione, della
qualificazione ambientale, degli insediamenti produttivi.

SITUAZIONE

Il sistema territoriale - con i numerosi distretti d’eccellenza - ha rappresentato un punto


forte dell’economia modenese, per la capacità di creare una filiera efficiente, di esportare in
tutto il mondo le nostre merci, e di caratterizzarsi, quindi, per “specializzazioni di qualità”.
Le sfide attuali sono assicurare un’adeguata dimensione alle imprese che vi operano, il
dialogo con il mondo delle Università e la continua innovazione e aggiornamento
tecnologico.

La politiche della mobilità rivestono un’importanza fondamentale per una Regione che ha
un parco macchine di 3 milioni e 100 mila vetture (tre ogni quattro abitanti, neonati e
bambini compresi). E’ necessario mettere a sistema i programmi di realizzazione e
potenziamento di infrastrutture viarie e del trasporto pubblico con la pianificazione degli
insediamenti e delle funzioni, dando la priorità al sistema delle infrastrutture a rete e non
viceversa come spesso è accaduto.

Alcune parti della città corrono il rischio di essere luoghi non pienamente “riconosciuti” da
chi vi abita, anche perché spesso prive di spazi sociali ed aggregativi. Sono anche luoghi
dove, non di rado, la popolazione è caratterizzata da provenienze diverse, pertanto gli spazi
pubblici e comuni devono essere progettati per consentire un processo di integrazione
culturale e sociale.

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L’Italia è forse fra i paesi più ricchi al mondo di varietà produttive, di prodotti tipici di
qualità riconosciuti e certificati. Modena costituisce un riferimento agricolo straordinario
con 14 produzioni tipiche riconosciute da UE con certificazioni che fanno di questo territorio
uno dei “panieri” produttivi più ricchi e caratterizzati a livello regionale e nazionale.
Questa è una grande potenzialità sulla quale puntare come fattore distintivo e
competitivo. In questo periodo in Regione si sta discutendo di scelte politiche e finanziarie
decisive: i fondi di sviluppo, le raddoppiate risorse per la montagna, gli stanziamenti del
piano di sviluppo rurale fondamentale per valorizzare il parmigiano reggiano oltre i
campanili guardando ai conti economici, il Piano parchi e il Piano Forestale.

SOLUZIONI

Garantire una visione strategica

Il sistema Modena dovrà rapportarsi al programma regionale attraverso alcuni elementi di


visione strategica: un diverso modello di pianificazione e sviluppo del territorio;
rafforzamento delle RETI e delle relazioni (materiali ed immateriali); valorizzazione
delle differenze in termini di identità e vocazioni dei territori; visione unitaria del
territorio attraverso la necessaria coerenza tra i diversi livelli della pianificazione tra i
piani settoriali; maggiore competitività territoriale interna al sistema e del sistema (per
un maggiore sviluppo della Qualità).

Nel segno di questo progetto assume particolare rilevanza l’aggiornamento del Piano delle
Acque, la piena attuazione del Piano di Risanamento della Qualità dell’aria e il
raggiungimento di un necessario equilibrio all’interno del Piano delle Attività Estrattive
(PIAE) tra autosufficienza e utilizzo del territorio a fini estrattivi.

Completare processo Governance


Occorre proseguire l’azione politica per ottenere processi di riordino della governance
territoriale che sta portando a nuove unioni dei Comuni omogenee, affrontando il tema della
riorganizzazione di enti che hanno la responsabilità di gestioni di parti del territorio. In
questo senso occorre aprire una riflessione sul tema della gestione dei parchi pensando
anche a riorganizzazioni funzionali delle gestioni: in sostanza meno enti, ancor più
efficienti ed organizzati per assicurare “la cura vera del territorio”, quello delegato ma
anche quello potenziale (pensiamo ad esempio al tema delle aste fluviali di Secchia e
Panaro).

Tutele dei centri storici e politiche della casa

E’ fondamentale la tutela dei centri storici delle grandi città e dei piccoli borghi: beni
culturali e paesaggio rappresentano un patrimonio culturale diffuso nel nostro territorio.
Saranno prioritari:
- tutela e valorizzazione del Patrimonio storico;
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- qualità urbana, con un uso accurato degli spazi, città più verdi, riduzione
dell’inquinamento luminoso con una migliore illuminazione pubblica e l’uso dove
possibile di lampadine ad emissione zero;
- Realizzazione delle Aree produttive ecologicamente attrezzate

Vogliamo concentrarci, inoltre, sulla casa, che rappresenta al contempo il centro degli affetti
di ogni individuo e un elemento fondamentale del paesaggio urbano. Occorre rilanciare una
politica della casa per assicurare una risposta per l’affitto e proprietà per tutti i cittadini.

Diritto all’abitare e diritto alla qualità della vita sono questioni alle quali occorre dare
risposte, sia nell’immediato per le emergenze che ormai si sono ampiamente manifestate, sia
in prospettiva dato che queste sono strettamente connesse con il governo delle città e del
territorio.

L’attuale condizione dell’abitare, aggravata dai tagli del Governo, segnala, oggi, la carenza
di coesione sociale e la sperequazione tra chi è posto in condizioni di reddito privilegiate e
chi, invece, paga le conseguenze dell’incremento esponenziale dei valori immobiliari, della
dispersione urbana e di difficoltà legate alla necessità di migliori sinergie tra scelte
localizzative delle abitazioni e politiche della mobilità.

In questo senso occorre:


- operare in pressing sul Governo per ottenere la “restituzione” delle risorse impegnate dal
Governo Prodi e tagliate da questo esecutivo. Per l’Emilia-Romagna si tratta di 32 milioni di
euro che, insieme alle risorse regionali e degli enti locali, consentirebbero la costruzione di
circa 1800 alloggi.
- chiedere ai Comuni, che nella nostra regione sono proprietari del patrimonio pubblico, di
evitarne la vendita e di facilitare, attraverso Acer e non solo, la realizzazione di nuove
offerte per costruire “abitazioni con impronta sociale”, per accrescere l’offerta di abitazioni
(destinati soprattutto per la locazione) a condizioni più favorevoli per le fasce con redditi
medio bassi.
- sostenere le modifiche della legge regionale 20/2000 per ottenere uno sviluppo del
territorio inclusivo, dove il 20% delle abitazioni siano di edilizia residenziale sociale, al fine
di sostenere con livelli di perequazione seri parte del costo sociale ed ottenere una società
più integrata e solidale.

Vogliamo conformarci ai seguenti principi per quanto riguarda le costruzioni anche di


edilizia sociale:
- Qualità energetica dei nuovi fabbricati e rigenerazione della città esistente
- Qualità dell’edilizia e necessità di innovazione dei progetti
- Gestione corretta delle risorse primarie e dei rifiuti aumentando la raccolta
differenziata.

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Concordiamo con le richieste del PD nazionale, per chiedere provvedimenti per tassare il
reddito da affitto non ad aliquota marginale, ma ad aliquota fissa; consentire la detraibilità di
una quota fissa dell'affitto pagato; aumento della quota fiscalmente detraibile della rata sui
mutui relativi all'acquisto della casa di abitazione, assicurare le risorse per il fondo per
l’affitto.

Migliorare la mobilità

E’ necessario garantire il completamento delle infrastrutture viarie: la Cispadana, prima


autostrada regionale, e gli interventi complementari; la Pedemontana, la Campogalliano-
Sassuolo e il completamento dello scalo merci Cittanova-Marzaglia-Dinazzano; i
collegamenti tra i centri della provincia e le tangenziali (Nonantola, ecc...), gli assi di
penetrazione verso la montagna.

E’ al contempo prioritario assicurare una maggiore efficienza e appetibilità al mezzo


pubblico, potenziando il Trasporto Pubblico Locale attraverso una decisa politica di
trasporto pubblico urbano ed extraurbano, che prenda la mosse da piani della mobilità
innovativi in ogni Comune.

Va potenziato il sistema ferroviario regionale (che a Modena significa potenziare e


qualificare la ferrovia Modena – Sassuolo – Reggio Emilia e studiare innesto verso
Maranello e Vignola – Bologna e attraverso FER assicurare migliori collegamenti con Carpi)
utilizzando sistemi moderni e agendo con coerenza rispetto alle scelte fatte relativamente
alla destinazione degli spazi e alla qualità dei progetti delle reti e dei luoghi.

E’ importante il completamento della rete di piste ciclabili: quelle urbane che nelle città
collegano le aree residenziali produttive e di servizi e le ciclabili extraurbane. In particolare
quelle che collegheranno Modena a Castelfranco Emilia, Modena Mirandola (con la
realizzazione del collegamento Bastiglia-Medolla), il “Percorso natura Tiepido” e le altre
previste nel PTCP, La Bologna – Verona valorizzando il sedime della vecchia ferrovia.

Per quanto riguarda la rete immateriale, vogliamo far cessare entro il 2010 il digital divide
e cablare la rete di tutta l’Emilia-Romagna. Lo spostamento di informazioni e servizi
deve avvenire dovunque sia possibile tramite le reti informatiche anziché le reti materiali per
risparmiare tempo, risorse economiche e tutelare l’ambiente.

Una nuova agricoltura di qualità

Il Piano di Sviluppo Rurale è decisivo per azioni di sviluppo e promozione, come ad


esempio la valorizzazione delle tipicità agroalimentari che rappresentano eccellenze
modenesi riconosciute a livello nazionale e internazionale.

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Sarà fondamentale nei prossimi anni assicurare la migliore promozione dei nostri
prodotti, incentivando la produzione di tipicità ed eccellenze come il parmigiano reggiano, e
i progetti di “filiera” finanziati dal primo asse del Piano di Sviluppo Rurale.

In un contesto di progressiva apertura dei mercati, di liberalizzazione commerciale, la


strategia del nostro sistema agroalimentare deve essere basata sulla competizione di
qualità, valorizzando il nostro patrimonio enogastronomico, un paniere di prodotti di grande
qualità. La valorizzazione di queste peculiarità deve essere la nostra priorità d’azione,
mantenendo un forte legame con il territorio: occorre rafforzare la tutela e la
valorizzazione della nostra agricoltura. Dobbiamo chiedere con forza un’azione congiunta
Stato-Regioni per affrontare, in particolare oggi, le difficoltà del comparto suinicolo e del
parmigiano reggiano.

Modena ha tutti gli “ingredienti” per affrontare la sfida della competitività, per la capacità di
tutto il settore dei distretti agroalimentari ed agroindustriali di assumere il metodo della
progettualità di filiera per valorizzare e far crescere il nostro sistema produttivo.
Siamo inoltre all’avanguardia per la sicurezza alimentare e i controlli che i nuovi
regolamenti hanno esteso a tutta la filiera, dal campo alla tavola. Aggiungiamo che il valore
produttivo insieme al valore ambientale è fattore distintivo delle produzioni agricole, anche
di tipo biologico, che accrescono la credibilità e la forza dei nostri prodotti tipici.

Un gioco di squadra per affrontare le trasformazioni delle politiche agricole


Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per utilizzare al meglio le risorse del Piano di
sviluppo rurale e operare, già da ora, per affrontare le trasformazioni delle politiche agricole.
Basti pensare agli indirizzi in elaborazione in Europa che trovano conferma nelle scelte di
abrogare dal 2015 il regime delle quote latte attraverso il loro progressivo aumento lineare
annuo del 2% con l’abolizione del set-aside, nel superamento degli OCM settoriali per
arrivare ad una unica Organizzazione Comune dei Mercati che li comprenda tutti. Scelta che
impone a tutti di definire nuovi scenari e programmi per rilanciare nostra agricoltura.

Si tratta di una trasformazione che richiede un forte gioco di squadra, dalle imprese alla
politica, per superare chiusure e steccati e progettare alleanze per una nuova
agricoltura. Per noi, anche in agricoltura, ci sono le condizioni per costruire insieme “futuro
e lavoro” ed accrescere l’affidabilità del sistema Modena e dell’Emilia Romagna.

L’agricoltura come prospettiva futura per i giovani

Nel nostro Paese il rapporto giovani-anziani in agricoltura è di uno ad otto, mentre in Europa
scende da uno a quattro. Dobbiamo garantire ai giovani gli strumenti necessari per
sviluppare compiutamente le loro potenzialità in campo imprenditoriale.

La priorità è favorire il ricambio generazionale in agricoltura attraverso una politica


realmente attenta alle esigenze dei giovani che devono poter contare su misure che
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permettano un più facile accesso alla terra e al credito. Dobbiamo partire da un più facile
accesso al credito e alla terra, dalla riduzione dei costi produttivi e degli oneri sociali,
dall’indennità compensativa fino ad arrivare a finanziamenti e interventi veramente
propulsivi per sostenere imprese moderne e multifunzionali.

Turismo e ambiente: un binomio vincente

Ci sono tutte le condizioni per rafforzare l’economia turistica in un’ottica di piena


sostenibilità ambientale. Bisogna garantire le condizioni per una permanenza sul territorio
dei giovani volenterosi e sostenere il turismo attraverso l’aggiornamento della legge sugli
agriturismi, il turismo rurale, ecc.

Occorre ragionare su una proposta di montagna amica, amica del turismo, che guardi oltre il
turismo delle destinazioni per ragionare di un nuovo turismo, delle “motivazioni”. Turismo e
ambiente sono davvero un connubio vincente, ma occorre, come dicono gli esperti del
settore, potenziare le opportunità che la montagna ha di un turismo dei 365 giorni e 4
stagioni.

Si tratta di puntare su turismo che sappia mettere in campo e migliorare ancora di più gli
aspetti agroalimentari ed enogastronomici, ma anche su quello che viene definito il
turismo del fitness: cioè il turismo di un ambiente integrato, sano, che offre benessere e
sport, relax e divertimento.
Un turismo che valorizzi le tante bellezze di Modena, dai centri come Modena e Carpi,
all’Appennino verde e bianco (il “valore Cimone”) e alle oasi della Bassa, che faccia perno
sul “turismo culturale”, anche sulla scia di eventi come il Festival/Filosofia della Poesia e
di specifiche vocazioni del territorio come “Terra di Motori”. Per promuovere il nostro
territorio e la nostra economia, dobbiamo valorizzare le opportunità del sistema fieristico
regionale ed utilizzare la sede di Modena per creare opportunità e stimoli quale vetrina per
valorizzare le nostre produzioni.
Dobbiamo investire su progetti concreti e di qualità, che assicurano occupazione e
innovazione, in grado di conquistare quote di mercato turistico.
E’ importante ottenere e utilizzare al meglio le risorse comunitarie, nazionali e regionali per
sostenere questi progetti e assicurare investimenti. E’ un settore che può garantire
crescenti quote di mercato e offrire importanti prospettive per i giovani, in termini di
buona e stabile occupazione.

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