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Crescita sostenibile
Uguaglianza opportunità
Ingegno nel mondo
Coordinatore forum
Gian Carlo Muzzarelli
Lucia Bursi
Palma Costi
Gb Pasini
Michele Andreana
Vanni Bulgarelli
Maletti Francesca *
DOCUMENTO FORUM SVILUPPO SOSTENIBILE
ALLEANZA PER IL FUTURO
Gli enti locali modenesi sono stati governati bene, e la conferma della fiducia dei cittadini è
il segno che il nostro contributo in termini di sviluppo sociale, economico, ambientale è stato
compreso ed apprezzato.
I cittadini, le istituzioni, le organizzazioni economiche e di categoria di lavoratori ed
imprenditoriali (private e cooperative), le associazioni no profit e del volontariato,
l’Università e il mondo della scuola e dell’istruzione hanno creato un sistema che ha reso
Modena, e tutta l’Emilia-Romagna, uno dei territori più progrediti, con eccellenze nel campo
industriale, agroalimentare, della ricerca, biomedicale, tecnologico, ingegneria meccanica,
nel campo manifatturiero e nell’industria ceramica.
L’impegno è rinnovare le pari opportunità per tutti i cittadini e garantire l’accesso alla
conoscenza e al sapere, la libertà economica, un’occupazione di qualità e durevole.
Così potremo aumentare la qualità delle produzioni e del lavoro, e rafforzare i positivi livelli
raggiunti.
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1. AFFRONTARE E VINCERE LE SFIDE DELL’ECONOMIA GLOBALE:
ALLEANZA TRA SVILUPPO, LAVORO E AMBIENTE.
Siamo in presenza di una crisi economica mondiale paragonabile solo alla grande
depressione del 1929. Una crisi mondiale che si somma a sfide già aperte come la
globalizzazione, l’immigrazione di massa, l’invecchiamento della popolazione, le difficoltà
del funzionamento delle Organizzazioni internazionali (WTO, ecc..) e, ancora, la “fatica”
dell’Europa di muoversi unitariamente con politiche comuni per affrontare la crisi dei
mercati ed aumentare la competitività del Vecchio Continente nel mondo.
SITUAZIONE
La crisi finanziaria ha reso ancora più evidenti il fallimento del mercato non regolato, i
rischi di una corsa incontrollata a guadagni apparentemente facili e a consumi al di sopra
delle possibilità reali: tutto ciò ha reso ulteriormente stringente la necessità di dare risposte
strutturali ed innovative. Il nostro Paese, in particolare, ha mostrato l’assenza di una
economia strutturata, compensata e attutita da una contenuta domanda di credito da parte di
famiglie e imprese (negli Stati Uniti, alla fine del 2007, ogni famiglia americana aveva verso
le carte di credito un debito medio di 9.840 dollari; dato peraltro in crescita continua da
anni).
Questo a fronte di dati occupazionali che, dopo un primo semestre 2008 ancora positivo,
hanno segnato nel terzo trimestre, e ancor più nel mese di ottobre, una brusca inversione di
tendenza con saldi negativi. Questa inversione si è verificata non solo in settori nei quali
era attesa (edilizia e ceramica), ma anche in tutti gli altri e, in particolare, nella meccanica. A
questi saldi negativi va aggiunto un forte incremento dell’uso degli ammortizzatori
sociali, più che triplicato nel mese di ottobre, che dà la misura dell’urgenza di un riforma
complessiva di questi istituti che lasciano scoperti proprio quei lavoratori che sono i primi a
pagare il prezzo della crisi.
SOLUZIONI
Una società forte è una società che valorizza al meglio il suo capitale ambientale, il capitale
umano e sociale, vale a dire l’ambiente e le risorse naturali, le capacità e la creatività di
donne e uomini che la compongono, la loro dimensione non individuale ma di relazione.
Per arrivare alla sostenibilità dobbiamo partire dal rafforzamento delle componenti che
stimolano l’economia reale: la formazione, la ricerca, l’innovazione, il trasferimento
tecnologico, l’internazionalizzazione.
Dalla situazione attuale di crisi si esce non con i proclami e i tagli, ma con la capacità di
investire, di creare opportunità per “fare e migliorare”. Negli scorsi anni abbiamo parlato di
“brand Emilia-Romagna”: c’è anche un “brand Modena”, un “Modena pride”, un orgoglio
modenese. Siamo un territorio che sta dando il meglio, coniugando un welfare efficiente ad
un’economia forte.
Abbiamo le carte in regola per essere ancora protagonisti: dovremo valorizzare la nostra
capacità di assicurare prospettive occupazionali e di migliorare le condizioni di lavoro dando
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possibilità di crescita professionale, premiando il merito e sostenendo l’utilizzo delle
migliori tecnologie in tutti i processi produttivi.
Sostenere l’innovazione è una scelta culturale prima che tecnologica: un nuovo modo di
pensare ed agire. Le azioni in corso, sviluppate da Regione, Provincia ed Enti locali, vanno
in questa direzione: dai Tecnopoli al sostegno delle imprese innovative, con nuovi centri di
riferimento tecnologico (come Democenter-Sipe, Promo, ecc).
La crisi si fa sentire per tutti e non proponiamo un ottimismo di facciata: ma dalla crisi si
esce con più qualità e più formazione, con nuovi obiettivi sempre più ambiziosi che a
Modena siamo in grado di conseguire.
Difendere e rafforzare il sistema del credito a sostegno delle imprese e delle famiglie
Le Banche devono aiutare il sistema a crescere offrendo servizi e tassi compatibili con il
processo in atto. Occorre trovare “un’intesa” con il sistema bancario per:
- evitare che gli errori di finanza di molte banche siano impropriamente scaricati
sull’economia e le imprese;
- assicurare il sostegno vero e completo degli imprenditori che hanno voglia ancora di
“mettersi in gioco” senza comprimere volontà ed idee;
- assicurare la copertura degli investimenti oltre alle garanzie dei consorzi fidi (che
utilizzano nuove risorse pubbliche per garanzia);
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2. UN NUOVO MODO DI PENSARE ALL’AMBIENTE: DA VINCOLO AD
OPPORTUNITA’
La Provincia di Modena deve puntare su un modello di sviluppo che tenga conto dello stretto
nesso tra dimensione socio economica e uso e governo del territorio. Per garantire
compatibilità e sostenibilità è necessaria una pianificazione dello sviluppo che abbia come
elementi di valutazione la tutela e la valorizzazione dei sistemi, le possibili ricadute, e li
confronti con le riflessioni sui sistemi della coesione sociali e dello sviluppo economico.
La via di uscita dalla crisi energetica non sta nella speranza del ritorno ad una improbabile
energia a buon mercato, né nelle soluzioni taumaturgiche, che puntano all’aumento
dell’offerta di combustibili fossili, come il carbone, o, in questa fase dove la ricerca non è
completa, il nucleare. Le prime azioni fondamentali riguardano l’efficienza energetica e
lo sviluppo delle fonti rinnovabili, costruendo il mix più efficace e meno impattante.
SITUAZIONE
E’ in un momento così difficile che dobbiamo saper dimostrare ai nostri cittadini che
facciamo ancora sul serio, ci crediamo, e vogliamo davvero tutti costruirlo, un futuro che
c’è, è possibile e, soprattutto, non è illusione immaginarlo migliore.
Si tratta di un lavoro arduo in un contesto politico nazionale come quello attuale,
caratterizzato dal taglio indiscriminato di risorse, dall’illusione di poter uscire dalla crisi con
roboanti proclami, che coprono, di fatto, una politica “del tirare a campare”, priva di
prospettive di sviluppo per il Paese e degli italiani.
La questione energetica è oggi più che mai una priorità per il Paese e coinvolge
profondamente le sorti dell’economia, della produzione, le dinamiche inflattive, le
condizioni di vita e i bilanci delle famiglie. Ridurre l’uso di combustibili fossili significa
contenere la dipendenza dalle importazioni dare più autonomia al Paese, limitare
l’inquinamento. Questo significa anche migliorare la qualità dell’aria a scala locale,
compromessa soprattutto dal traffico dei veicoli. Dal modo con cui viene affrontata la
priorità energetica dipende il rispetto dell’impegno dell’Italia a ridurre le emissioni clima
alteranti, secondo il Protocollo di Kyoto.
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SOLUZIONI
Rafforzare la crescita è un nostro obiettivo, ma si deve crescere meglio, cioè con piena
sostenibilità. Dire che ambiente e sviluppo crescono insieme significa che è illusorio e
sbagliato contrapporli, come ha fatto e sta tuttora facendo il Governo Berlusconi: c’è crisi
economica allora non rispettiamo gli accordi di Kyoto! No, è una politica miope. Si esce
dalla crisi elevando la qualità anche ambientale della nostra economia.
Modena, altri comuni e la Provincia hanno da tempo sviluppato politiche attive e coerenti in
campo energetico. Nel 1999 è stata costituita l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo
sostenibile. Significative sono le attività in materia energetica dei centri come
Democenter/Sipe e Promo a sostegno dell’innovazione.
L’asse è quello tracciato dal pacchetto Bersani e dalle Finanziarie Prodi del 2007 e 2008. I
provvedimenti (ora messi in crisi dai tagli del centrodestra) hanno avviato un’azione decisa,
in primo luogo verso l’efficienza energetica e il risparmio.
Gli enti locali devono impegnarsi ad attuare in ogni settore, a partire da quello edilizio, tutte
le norme utili a ridurre le emissioni e a raggiungere una maggiore efficienza energetica e
ambientale, per contenere i consumi delle famiglie e i relativi costi.
Nel settore civile e in quello produttivo la maggiore efficienza può portare ad una riduzione
del 20-30% dei fabbisogni. Di qui l’importanza della certificazione energetica degli edifici
introdotta dal centrosinistra e recentemente sostanziata dalla Regione con un proprio Atto di
Indirizzo e coordinamento per i requisiti di rendimento energetico e per le procedure di
certificazione energetica degli edifici.
Un piano energetico per la provincia e i singoli comuni
L’operato delle multiutility ha dato e può dare ancora risposte importanti, in termini di
gestione oculata delle risorse primarie di maggiore efficienza trasparenza e minori costi,
garantendo comunque investimenti necessari per garantire nel tempo reti moderne, efficienti
e sicure.
Accanto ad un maggiore risparmio vanno poste le condizioni per una sempre maggiore
produzione di energia con fonti rinnovabili, sul cui sviluppo l’Italia segna un grave
ritardo. Insomma, l’inizio di una svolta vera. Una grande opportunità di sviluppo sostenibile
e di creazione di posti di lavoro “verdi”.
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3. UNA NUOVA ECONOMIA BASATA SULLA CENTRALITA’ DELLE PERSONE
E SU IMPRESE RESPONSABILI
La crisi finanziaria in atto sta rivelando in tutta la sua drammaticità la distruttività di una
economia virtuale, senza un’etica della responsabilità nei confronti di centinaia di milioni di
cittadini e cittadine.
Bisogna ripartire da qui: recuperare il valore del lavoro e la centralità delle persone
nello sviluppo economico.
SITUAZIONE
Bisogna verificare la progressiva destrutturazione delle imprese che hanno sempre meno
dipendenti, e tra questi sono sempre più numerosi i lavoratori di origine
extracomunitaria. Nell’area vasta Emilia Nord, gli ultimi controlli hanno indicato una
media di soli 2 dipendenti per ogni impresa, e il 28% dei lavoratori trovati nei 262 cantieri
controllati era classificato come “lavoratore autonomo”.
In questa fase, e guardando al futuro, occorre rimettere al centro la legalità, il rispetto dei
diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e delle comunità di insediamento, il rispetto dei
territori e dell’ambiente. Modena deve “scegliere” e puntare ad imprese sempre più
socialmente responsabili.
Per questo dobbiamo operare per contrastare l’illegalità e lo sfruttamento, per migliorare
la sicurezza sul lavoro aumentando i controlli e migliorando la formazione dei lavoratori e,
infine, per contrastare la tendenza all’allargamento della forbice delle disuguaglianze.
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Noi vogliamo favorire un’educazione civile del lavoro, combattendo ogni forma
d’irregolarità, per ottenere il rispetto di ogni forma di legalità e migliorare la giustizia
sociale.
Sicurezza, anche della qualità del lavoro, per rispondere alle esigenze del nostro territorio. Il
modello vincente emiliano-romagnolo c’è ancora ed è ancora vincente: da noi si fa e si deve
fare sul serio.
Modena dovrà affrontare nella prossima legislatura, in coerenza con il Piano Territoriale
regionale, i temi della riqualificazione urbana, della localizzazione dei servizi,
dell’innovazione e adeguamento delle reti di trasporto e comunicazione, della
qualificazione ambientale, degli insediamenti produttivi.
SITUAZIONE
La politiche della mobilità rivestono un’importanza fondamentale per una Regione che ha
un parco macchine di 3 milioni e 100 mila vetture (tre ogni quattro abitanti, neonati e
bambini compresi). E’ necessario mettere a sistema i programmi di realizzazione e
potenziamento di infrastrutture viarie e del trasporto pubblico con la pianificazione degli
insediamenti e delle funzioni, dando la priorità al sistema delle infrastrutture a rete e non
viceversa come spesso è accaduto.
Alcune parti della città corrono il rischio di essere luoghi non pienamente “riconosciuti” da
chi vi abita, anche perché spesso prive di spazi sociali ed aggregativi. Sono anche luoghi
dove, non di rado, la popolazione è caratterizzata da provenienze diverse, pertanto gli spazi
pubblici e comuni devono essere progettati per consentire un processo di integrazione
culturale e sociale.
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L’Italia è forse fra i paesi più ricchi al mondo di varietà produttive, di prodotti tipici di
qualità riconosciuti e certificati. Modena costituisce un riferimento agricolo straordinario
con 14 produzioni tipiche riconosciute da UE con certificazioni che fanno di questo territorio
uno dei “panieri” produttivi più ricchi e caratterizzati a livello regionale e nazionale.
Questa è una grande potenzialità sulla quale puntare come fattore distintivo e
competitivo. In questo periodo in Regione si sta discutendo di scelte politiche e finanziarie
decisive: i fondi di sviluppo, le raddoppiate risorse per la montagna, gli stanziamenti del
piano di sviluppo rurale fondamentale per valorizzare il parmigiano reggiano oltre i
campanili guardando ai conti economici, il Piano parchi e il Piano Forestale.
SOLUZIONI
Nel segno di questo progetto assume particolare rilevanza l’aggiornamento del Piano delle
Acque, la piena attuazione del Piano di Risanamento della Qualità dell’aria e il
raggiungimento di un necessario equilibrio all’interno del Piano delle Attività Estrattive
(PIAE) tra autosufficienza e utilizzo del territorio a fini estrattivi.
E’ fondamentale la tutela dei centri storici delle grandi città e dei piccoli borghi: beni
culturali e paesaggio rappresentano un patrimonio culturale diffuso nel nostro territorio.
Saranno prioritari:
- tutela e valorizzazione del Patrimonio storico;
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- qualità urbana, con un uso accurato degli spazi, città più verdi, riduzione
dell’inquinamento luminoso con una migliore illuminazione pubblica e l’uso dove
possibile di lampadine ad emissione zero;
- Realizzazione delle Aree produttive ecologicamente attrezzate
Vogliamo concentrarci, inoltre, sulla casa, che rappresenta al contempo il centro degli affetti
di ogni individuo e un elemento fondamentale del paesaggio urbano. Occorre rilanciare una
politica della casa per assicurare una risposta per l’affitto e proprietà per tutti i cittadini.
Diritto all’abitare e diritto alla qualità della vita sono questioni alle quali occorre dare
risposte, sia nell’immediato per le emergenze che ormai si sono ampiamente manifestate, sia
in prospettiva dato che queste sono strettamente connesse con il governo delle città e del
territorio.
L’attuale condizione dell’abitare, aggravata dai tagli del Governo, segnala, oggi, la carenza
di coesione sociale e la sperequazione tra chi è posto in condizioni di reddito privilegiate e
chi, invece, paga le conseguenze dell’incremento esponenziale dei valori immobiliari, della
dispersione urbana e di difficoltà legate alla necessità di migliori sinergie tra scelte
localizzative delle abitazioni e politiche della mobilità.
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Concordiamo con le richieste del PD nazionale, per chiedere provvedimenti per tassare il
reddito da affitto non ad aliquota marginale, ma ad aliquota fissa; consentire la detraibilità di
una quota fissa dell'affitto pagato; aumento della quota fiscalmente detraibile della rata sui
mutui relativi all'acquisto della casa di abitazione, assicurare le risorse per il fondo per
l’affitto.
Migliorare la mobilità
E’ importante il completamento della rete di piste ciclabili: quelle urbane che nelle città
collegano le aree residenziali produttive e di servizi e le ciclabili extraurbane. In particolare
quelle che collegheranno Modena a Castelfranco Emilia, Modena Mirandola (con la
realizzazione del collegamento Bastiglia-Medolla), il “Percorso natura Tiepido” e le altre
previste nel PTCP, La Bologna – Verona valorizzando il sedime della vecchia ferrovia.
Per quanto riguarda la rete immateriale, vogliamo far cessare entro il 2010 il digital divide
e cablare la rete di tutta l’Emilia-Romagna. Lo spostamento di informazioni e servizi
deve avvenire dovunque sia possibile tramite le reti informatiche anziché le reti materiali per
risparmiare tempo, risorse economiche e tutelare l’ambiente.
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Sarà fondamentale nei prossimi anni assicurare la migliore promozione dei nostri
prodotti, incentivando la produzione di tipicità ed eccellenze come il parmigiano reggiano, e
i progetti di “filiera” finanziati dal primo asse del Piano di Sviluppo Rurale.
Modena ha tutti gli “ingredienti” per affrontare la sfida della competitività, per la capacità di
tutto il settore dei distretti agroalimentari ed agroindustriali di assumere il metodo della
progettualità di filiera per valorizzare e far crescere il nostro sistema produttivo.
Siamo inoltre all’avanguardia per la sicurezza alimentare e i controlli che i nuovi
regolamenti hanno esteso a tutta la filiera, dal campo alla tavola. Aggiungiamo che il valore
produttivo insieme al valore ambientale è fattore distintivo delle produzioni agricole, anche
di tipo biologico, che accrescono la credibilità e la forza dei nostri prodotti tipici.
Si tratta di una trasformazione che richiede un forte gioco di squadra, dalle imprese alla
politica, per superare chiusure e steccati e progettare alleanze per una nuova
agricoltura. Per noi, anche in agricoltura, ci sono le condizioni per costruire insieme “futuro
e lavoro” ed accrescere l’affidabilità del sistema Modena e dell’Emilia Romagna.
Nel nostro Paese il rapporto giovani-anziani in agricoltura è di uno ad otto, mentre in Europa
scende da uno a quattro. Dobbiamo garantire ai giovani gli strumenti necessari per
sviluppare compiutamente le loro potenzialità in campo imprenditoriale.
Occorre ragionare su una proposta di montagna amica, amica del turismo, che guardi oltre il
turismo delle destinazioni per ragionare di un nuovo turismo, delle “motivazioni”. Turismo e
ambiente sono davvero un connubio vincente, ma occorre, come dicono gli esperti del
settore, potenziare le opportunità che la montagna ha di un turismo dei 365 giorni e 4
stagioni.
Si tratta di puntare su turismo che sappia mettere in campo e migliorare ancora di più gli
aspetti agroalimentari ed enogastronomici, ma anche su quello che viene definito il
turismo del fitness: cioè il turismo di un ambiente integrato, sano, che offre benessere e
sport, relax e divertimento.
Un turismo che valorizzi le tante bellezze di Modena, dai centri come Modena e Carpi,
all’Appennino verde e bianco (il “valore Cimone”) e alle oasi della Bassa, che faccia perno
sul “turismo culturale”, anche sulla scia di eventi come il Festival/Filosofia della Poesia e
di specifiche vocazioni del territorio come “Terra di Motori”. Per promuovere il nostro
territorio e la nostra economia, dobbiamo valorizzare le opportunità del sistema fieristico
regionale ed utilizzare la sede di Modena per creare opportunità e stimoli quale vetrina per
valorizzare le nostre produzioni.
Dobbiamo investire su progetti concreti e di qualità, che assicurano occupazione e
innovazione, in grado di conquistare quote di mercato turistico.
E’ importante ottenere e utilizzare al meglio le risorse comunitarie, nazionali e regionali per
sostenere questi progetti e assicurare investimenti. E’ un settore che può garantire
crescenti quote di mercato e offrire importanti prospettive per i giovani, in termini di
buona e stabile occupazione.
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