Sei sulla pagina 1di 220

Archiloco 10

poesie
Acquaviva

Th:Ls

One

''WJU'W-'W3D-'W6PL"I '\II "'I "III , II' I I11'1"'''II 'I '"1"11 1'1I'


Acquaviva

Prima edizione: febbraio 2002 © 2002 Acquaviva Casella Postale AP 29 70021 Acquaviva delle Fonti (Ba) In copertina: D'Ambrosio Angelillo, Archiloco All'interno: disegni di D'Ambrosio Angelillo elisa Paasuke

Archiloco
10

versione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

ARCHILOCO d.i PARO

ARCH1LOCO e il primo grande poeta che dice 10 in Occidente. Dopo Omero non era facile escogitare qualcosa di stupefacente e di grandioso in poesia in Grecia. Archiloco ci riesee, con una naturalezza e una semplicita a dir poco mirabolanti. Con Omero, da cui pure deriva qualche colore della sua immensa tavolozza, rna molto meno di do che non sembri alIa sostanza, che poi e do che per davvero conti, e praticamente agli antipodi, e in special modo per quanto riguarda 10 stigma principe della sua arte: lui totalmente e assolutamente soggettivo quanta iI Sommo era risultato oggettivo, e quindi del tutto impersonale. La poesia di Archiloco e sempre immediatamente do che lui stesso e per davvero nella realta, do che lui stesso immediatamente vive, prova e esperimenta nel mondo sbalestrato e meraviglioso. Nella sua poesia scorre come in un unico altissimo e liricissimo racconto tutta la vita di lui stesso poeta, per frammenti certo rna in un quadro di evidentissima ver ita.

Cosicche dopo praticamente 2700 anni, dopo aver letto la sua opera, ci sem bra quasi di vedercelo davanti nella sua tenuta di guerriero, di certo fiero rna comunque del tutto disincantato su do che di solito viene fatto passare come la gloria di questa mondo, di sentirci rimbombare nei nostri orecchi Ie sue terribili maledizioni, di assistere a un suo incontro d'amore tutto delicato certo rna pur sempre tendente con vigore di arrivare ad ogni modo al sodo. In breve, quasi ci sembra di conoscerlo, o di averlo conosciuto una volta, e almena sperare d'incontrarlo ancora una volta nella nostra vita. Ogni fatto della sua povera vita errabonda di poeta guerriero ispira poesia alia sua grande anima. Si addensa una tempesta in alto mare, il sole si nasconde in pieno giomo dietro la luna in un'eclissi, si veglia in armi alia vigilia di una battaglia, si sparano fanfaluche dopo una vittoria e un inseguimento di nemici, si scappa dalla battaglia come lepri perche davvero si rischia la pelle a perdere qualche preziosissimo momenta: e d'incanto ecco venir fuori il demone segreto della poesia, e Archiloco scrive versi che dopo quasi tre millenni ci lasciano di stucco per la sernplicita e l'aggraziatissima naturalezza.

Archiloco schizza scenette ridicole e tipi comici con poche linee essenziali, eleganti, ironiche. Ma accanto alia caricatura e ai ritratti grotteschi troviamo quadretti di un candore e di una purezza davvero inarrivabili. E invocazioni d'amore, e urla di dolore per la passione erotica disattesa, e bestemmie avvelenatissime acuite dalla forte sensibilita ferita ormai per sempre. La lira di Archiloco ha dunque moltissime corde. Pure, tra tanta com pless ita e varieta, rimane accertata la conquista alla poesia della molteplice e nascosta materia dei fatti bassi e delle cose truci della vita, Archiloco eleva il baccanale quotidiano e il bagordo alIa minuta aIle altezze dell'espressione poetica e grazie alIa sua potenza artistica sara una lezione di concretezza e di verita che arriva senza nessunissima ombra di dubbio fino a noi. Dopo 27 secoli. Narra un'iscrizione del tempio a lui dedicato dai suoi concittadini di Paro come a un nume tutelare della citta che Archiloco, quando era ancora ragazzino, fu mandato da suo padre in campagna a prendere da un campo una vacca da vendere al mercato. Mentre tor-

nava a sera inoltrata, sotto una luna lucente, incontro delle donne che sembravano delle contadine che andavano a casa dopo il lavoro nei campi. E Archiloco scherzo con loro: «Ve 10 siete guadagnato il pane e il companatico con la vostra giomata di lavoro? 0 solo iI pane e a malapena? Infatti sembrate donne belle e aggraziate e del tutto inadatte alIa fatica dei campi», disse loro. «Che vuoi sapere tu di bellezza e di grazia che non sei altro che un pastore di vacche? Non sei che sfortuna e vergogna. Non sei che un ventre che vuole solo essere ingozzato», risposero quelle ridendo giocose. «No, bellissime. 10 non sono un misero pastore di vacche. 10 sono nobile di nascita, e nobile an cor di piu per me stesso», rispose fiero Archiloco. «Ah sl? E chi sarebbe questa vacca? La tua serva preferita 0 forse non la vai a vendere al mercato domani mattina?», 10 derisero ancora le donne. «La vado a vendere al mercato domani mattina», ammise Archiloco. «Ecco, vediamo con piacere che tu sei un giovanetto onorato e sincero. Ma se tu sei davvero nobile per nascita e per tua intima natura

come did di essere, dovresti pure voler scambiare quella vacca con qualcosa di nobilissimo come l'arte somma della bellezza, la Poesia», dissero queUe. «Certo che s1»,rispose Archiloco. E Ie donne bellissime d'incanto scomparvero come scomparve pure la vacca. E Archiloco vide, davanti ai suoi piedi, una lira. Sorpreso la raccolse e andando a casa pen so che quelle donne che aveva incontrato fossero le Muse e la lira illoro divino dono, la Poesia. A casa racconto l'accaduto al padre che resto trasecolato a vedere una lira al posto della vacca e penso che il figlio fosse stato vittima di una truffa da parte di donne di malaffare, COS! per parecchi giomi si mise a cercare la vacca per tutta l'isola rna non pote trovarla. Poi Telesicle, COS! si chiamava il padre di Archiloco, insieme a Licambe, fu scelto dai Parii per consultare l'oracolo di Delfi a chiedere un responso per la citta, e fu assai felice di partire, perche voleva informarsi dei suoi casi personali. Una volta giunto a Delfi e entrato nella stanza degli oracoli, il Dio COS! disse a Telesic1e: « Un tuo figlio sara immortale e celebre per sempre tra gli uomini, 0 Telesicle, quel figlio che per primo ti parlera quando scenderai

dalla nave sulla terra della tua patria». Giunto a Para mentre si celebravano Ie feste in onore di Artemide, il primo dei figli che gli park} fu Archiloco che andandogli incontro gli disse: «Che tu sia benvenuto, padre mio». Cosl Apollo predisse l'Irnmort al ita ad Archiloco, e 10 fece suo prediletto e partecipe dellinguaggio degli dei. Nato a Para, un'isola delle Cicladi, nell'Egeo meridionale, dal nobile Telesic1e e da una sacerdotessa di nome Enipo negli ultimi anni dell'VIII secolo 0 al principio del secolo VIla. C., a causa delle disastrate condizioni economice in cui era venuta a dibattersi improvvisamente la sua famiglia, fu costretto a emigrare nell'isola di Taso, sperando di trovar fortuna la dove un suo avo, Tellis, aveva fondato molti anni prima una colonia di Parii. Ma Ie speranze del Poeta furono ben presto deluse. La vita in colonia si rivelo assai pill aspra che in patria, l'isola di Taso, brulla e in parte coperta di boschi selvaggi, esposta aIle scorrerie dei barbari Traci, offriva troppo scarse risorse e inoltre, in quel tempo, era divenuta il rifugio delle bande pill malfamate di tutta la Grecia.

10

Archiloco, sempre pili povero, isolato in un ambiente ostile, guardato da tutti con l'odio tipico della bassa plebe per il nobile decaduto, divenne COSt soldato mercenario, per tentare di guadagnarsi il pane a prezzo del rischio della sua vita. Questo non solo segno per il Poeta il distacco definitivo dal mondo nel quale fino ad allora era vissuto, rna probabilmente fu anche la ragione principale per cui egli si vide rifiutare la fanciulla amata, Neobule, promessagli in sposa dal padre Licambe, suo concittadino di Paro, e amico stesso del padre. La passione ingigantita dalla lontananza, dalla nostalgia, e forse ancor piu dall'orgoglio ferito, divenne il dramma centrale della vita di Archiloco. Bramoso di vendicarsi, cosl come aveva gia fatto contro i suoi amici di Taso, scrisse contro Neobule e Licambe molti dei suoi famosi glambl, poesie ingiuriose tali che rimasero proverbiali in tutta l'antichita per la loro violenza. Secondo una leggenda Licambe e la figlia, non potendo sopportare piu a lungo la inesorabile persecuzione da parte del Poeta, si impiccarono per la disperazione. Per questa gli antichi considerarona Archiloco come il pili grande poeta dell'odio e del rancore che fosse mai esistito. Senza pero preoccuparsi mai d'indagare e di

11

valutare dovutamente le ragioni dell'ira e del sarcasmo che ispirarono tanto spesso i versi del guerriero di Paro. Il fallimento delle speranze di rifarsi una vita lontano dalla sua Patria, i morsi della miseria, la bruciante delusione d'arnore e infine Ie durezze della vita militare inasprirono senza dubbio I'Anima di Archiloco rna non ne intaccarono mai la naturale nobilta, Un giorno combattendo contro i Sai, una tribu Tracia, egli fu costretto a fuggire durante il combattimento e ad abbandonare sui campo 10 scudo. Per la sconcertante franchezza con la quale il Poeta confessa in uno dei frammenti delle Elegie la sua ingloriosa avventura, tutta l'antichita e qualcuno dei nostri modemi giudicarono Archiloco un vile. Gli Spartani, in nome del loro culto per l'eroismo, bandirono Ie sue poesie dalla citra. Ma che Archiloco non fosse un vile e dimostrato dal fatto che egli mort combattendo per la sua Patria, non come mercenario rna come patriota, contro l'esercito di Nasso, l'isola vicina di Paro, da sempre nemica. Piu tardi i Parii innalzarono un tempio in suo onore, I'Archilocheion, e gli tributarono un culto come a un eroe protettore della Patria, e sulle pareti di quel tempio fecero

12

Diqitized by

Coogle

scolpire quasi tutti i suoi versi. Narra la leggenda che a uccidere il Poeta fu un certo Corace e che un giorno, essendosi costui recato a Delfi per scrollarsi di dosso la cattiva fama e il disprezzo con cui tutti ormai 10 guardavano, la Pizia 10 abbaglio e 10 scaccia via: « Via tu! Che hai ucciso il diletto delle Muse!» E quello rispose: «Ma io sono puro e senza colpe! L'ho ucciso in battaglia e anch'io combattevo per la mia patria!». Al che Apollo in persona 10 colpi con una sua potente folgore incenerendolo all'istante. Archiloco e il primo poeta greco di cui si sappia qualcosa di preciso della sua vita: assistette all'eclisse di sole del 6 aprile del 647 a. C. visibile in tutte le isole del mar Egeo. Mort, pare, qualche anno dopo. Archiloco di Pam fu posto dagli antichi accanto ad Omero quale capostipite della Poesia Greca. Come Omero aveva dato il modello della poesia epica impersonale COS) Archiloco diede quello della poesia liriea individuale, in cui l'artista parla in prima persona

14

e prende se stesso come principale oggetto del canto. Egli scrive Elegie, che piu che definire il contenuto, nella classificazione tradizionale greca, indica la forma metrica che unisce in distici un esametro e un pentametro. Archiloco se ne serve per abbozzare con pochi tratti sintetici il suo ritratto di Poeta guerriero, sia per narrare di vicende di guerra e di viaggi, 0 delle sciagure di amici. Sempre Archiloco afferma e fa riconoscere l'affermazione di una individualita prepotente e bizzarra, sempre sincera, che si compiace di atteggiamenti estremi e ferisce con la canzonatura Ie convinzioni piu comunemente accettate e piu care ai benpensanti. Tale fu in realta Archiloco: una personalita spiccata, un carattere impetuoso e ardente, spes so violento (rna pensate ai tempi!), capace di esprimere il suo mondo Inrertore in una forma semplice e aIlo stesso tempo potente. E sempre con schietta franchezza e incrollabile fierezza. Del Giambo, forma poetica classica caratterizzata dal ritmo vivace e discorsivo, si dice che sia addirittura l'inventore. Versi che rifuggono dalla solenne oggettivita omerica, pronti invece a scattare, in quel crudo realismo soggettivo, nell'invettiva e nello schemo.

15

Archiloco vede tutto iI mondo in funzione del proprio 10 e sfoga nella sua altissima poesia le rare gioie della vita e i frequenti impeti di rabbia suscitati dallo scontro della sua volonta con la realta. Alla falsita tronfia e fanfarona del bel comandante fatuo Archiloco predilige sempre non l'apparenza meschina rna iI cuore saldo e fermo del coraggioso, del valoroso. Del resto poi Archiloco sfoggia tutta la saggezza che fu dell'antica Grecia (immortale l'esortazione al proprio cuore agitato dagli affanni) e la grazia sublime del suo lieve e grandioso poetare (bellissima la poesia della ragazza lieta del suo ramoscello di rose). Violento Archiloco e certo che fu, rna anche delicato e cap ace di rarissima suggest iva fortissima Poesia. Giuseppe D'Ambrosio Angelillo Primavera 1994, Acquaviva delle Fonti

10

Diqitized by

Coogle

10 10 sono guerriero di Enialio*, il condottiero, e ben so dell'amabile dono delle Muse.

* Enialio, il Battagliero, e Ares, il dio della guerra

19

II

Sulla lancia

e il mio

Sulla lancia pezzo di pane, sulla lancia e il mio vino di Ismaro: e appoggiato alIa lancia me 10 bevo.

20

III Ares Non saranno pili tesi tanti archi, ne lanciati fitti i dardi quando Ares condurra nella pianura it subbuglio della guerra. Llsarannoinvecelespade e la loro opera, fonte di tantissime urla: infatti son forti in questa battaglia i signori dell'Eubea, famosi per Ie loro lance.

21

IV Un uomo coraggioso Da questi quattro cimieri venne veloce il messaggero degli dei e invero questa parola disse: Uno solo. E uno solo, guerriero di prima fila, avanzo ... mentre gli scudi ancora fronteggiavano gli abitanti di Caristo, citta in quel di Eretria. Limpresa fu meditata, con una mandria di buoi si presento davanti al Tempio dei nemici, e ai nemici disse questa cosa: v'amrnazzero come buoi. E lancio il suo grido di guerra. E allora fu tutto un cozzare di corazze, uno scintillare di spade. Un uorno,

22

raccontero sempre, ho visto aver dimora sulla scoscesa montagna Avanzo come un eroe, e il nemico cesso d'un botto di far la voce grossa.

del coraggio,

23

v
Ai nemici Fare di questi doni ospitali ai nemici in guerra: lutti a iosa.

24

VI

Loscudo
Qualcuno dei Sai si fregia ora del mio seudo. Non avrei voluto, rna pure ho dovuto abbandonarlo presso un cespuglio. Era un'arma perfetta. Ma sono seampato alIa morte, se ne vada all'inferno allora 10 seudo. Presto me ne procurero uno migliore.

25

VII Vigilia di guerra Bada! Non dimenticar di quel che si deve all'ospite, non chiacchere ma un pas to caldo, ne puoi trattarmi come un qualunque mendicante. Suvvia! Passa col boccale tra i banchi della nave veloce, stappa gli orci capienti e versa questo vino: rosso splendente fino alIa feccia. A becco secco non si passa una vigilia di guerra.

26

VIII Ciarle

o Esimide,
chi si preoccupa delle ciarle della gente non avra tante soddisfazioni nella vita.

27

IX

PressoAres Lasclo cadere


la dolce promessa e distrusse la vita che dolorosa ancora se ne vaga. Se Efesto si fosse affaticato intorno al capo e aIle sue belle membra avvolto in candide vesti... Maame che diritti mai si riconobbero? Infatti all'improvviso dalle donne mi scansai, e presso Ares sistemai il mio giaciglio.

28

Diqitized by

Google

x
Dolce ritorno Quante volte implorammo tra i flutti del mare canuto la dea dai bei riccioli per il nostro dolce ritorno.

30

XI Pena

d'amore senza rimedi

Non concludero nulla piangendo, ne faro peggio dandomi alIa lussuria e ai baccanali.

31

XII Rlservatezza Non facciamo bella mostra delle disgrazie che ci ha dato Poseidone, il signore.

32

XIII

Pasifile
Come una ficaia di montagna affollata di uccelli, bella per tutti, accoglie gli uomini Pasifile.

33

XIV

Taso Se ne sta come la groppa di un asino, incoronata da una boscaglia selvaggia.

34

xv
Nostalgia
II posto non e per niente bello ne desiderabile ne amabile com'e invece quello dove scorrono le correnti del Siri.

35

XVI

Egoismo Piango le sciagure dei Tasi, non certo quelle dei Magneti.

36

XVII

Mald'amore
Ma che m'importa di scrivere versi? E cosa mai di darmi alIa bella vita?

37

XVIII
Marinai

E con Ia vita se ne stan no in braccio aIle on de

38

XIX

Saggeu.a del poeta


Non m'importa niente dei Tesori di quel riccastro di Gige. Non ne ho mai provato invidia. Ne mi fanno strabuzzare gli occhi Ie imprese degne degli dei. Me ne infischio di qualsiasi grande impero. Son tutte cose estranee dai miei puri orizzonti.

39

xx
Nemesi

E sola
la figlia maggiore di Licambe. Non volle un poeta? Nessuno ora vuole lei.

40

XXI

Fanciulla Avevaun ramoscello di mirto e un bel bocciolo di rosa: ne era cosl contenta.

41

XXII Capelli lunghi E Ia chioma Ie calava nell'ombra e tutta la schiena. Ie spalle

42

XXIII

Vecchia

E vecchia, altrimenti non si sarebbe cosl cosparsa di profumi.

43

XXIV

Profumi
Profumati i capelli, profumato il seno: anche un vecchio citrullo se ne sarebbe invaghito.

44

xxv
Fellatio Succhiava, come un Trace 0 un Frigio che sorchia la birra a canna: stava a capo chino e si clava da fare.

45

XXVI
I

colpevoli

Apollo. signore. scopri i colpevoli e annientali come Ii sai annientare tu.

46

XXVII

n chlaccherone
Si aggirava per casa il maledetto chiaccherone. E imbrogliava.

47

XXVIII

Nell'ombra
Si appoggiarono nell'ombra. E sorrisero.
a]

muro,

48
Diqitized by

Coogle

XXIX
Furto

che ti aggiri per la citta di notte, passa anche da casa e sgraffigna pure la sua visione, e i miei miseri soldi se vuoi.

o ladro

49

xxx
Sfogo A testa bassa finalmente vomitarono la superbia che si era accumulata in 10m.

50

XXXI Mercenario E sia. Sara chiamato mercenario come uno di Caria.

51

XXXII
Tempesta

E prendeva di prua il vento e l'onda.

52
Diqitized by

Coogle

XXXIII Profezla 10 vengo da te e ti faccio una profezia: se non mantieni quel che prometti la pagherai davvero.

53

XXXIV

Impudenza di ubriacone
Ne hai bevuto di vino, e di vino buonissimo, non hai pagato la tua parte e pure sei ancora qui. Sei venuto senza neanche essere invitato, come invece, si capisce, si fa con gli amici. Ma il gozzo ti trascina all'impudenza, e il comprendonio e la volonta.

54

xxxv
Colpo su colpo 10 ne so solo una, bella grossa: se qualcuno mi colpisce basso io gli restituisco il colpo, pill basso pill forte.

55

XXXVI

In un nulla
Patrirnoni grandiosi rotolano via nel buco di una puttana. Come una folata di polvere. Come un soffio di furno.

56

XXXVII
Con

un colpo

Con un colpo,
10 ha castrato.

57

XXXVIII

Voltagabbana
Ma ora e Leofilo che comanda, e Leofilo il padrone. Leofilo decide tutte Ie cose, tutti non ascoitano che Leofilo.

58

IXL

Paro, desiderata terra mia.

59

XL

Il bue
Ho nella stalla un bue da fatica, dal collo fiero, tutto coma, esperto a lavorare non a far nulla.

60

XLI

Eccitazione
Come una cornacchia eccitata dal piacere se ne stava lei, e lui come l'uccello delle favole su una roccia sporgente sbatteva forte le ali.

61

XLII Libidinosa Quella Jibidinosa non c'era maschio nei paraggi che non masturbasse con voluua, con furia.

62

XLIII

Il marinaio avveduto
II marinaio avveduto scansa anche 10 scoglio a pelo d'acqua, davvero difficile a vedersi.

63

XLIV

In malora
Ormai son ridotto male, stendo la mana e mendico.
COSt

64

XLV

Ritirata
Se si mette male, ben conviene allora Ii battere i tacchi.

65

XLVI
Zeus

Zeus an db giu duro. Regalo loro una funesta siccita.

66

XLVII Ira Con molta schiuma alIa bocca voleva dire qualcosa. Ma chissa cosa.

67

XLVIII

A lutto
A Iutto ora celebra la sua festa, quel dritto.

68

XLIX 10 sono un giusto 10 sono giusto e a tono rispondo sempre ... COS! tu non temere cio che dice la gente. Me ne occupero io: tu sta' di buon animo. Ti pare che io possa arrivare a un tal punto di meschinita? Ti pare forse che io sia un uomo dappoco? Ma io non son certo tale, e non discendo certo da tali antenati. So amare chi mi e amico, rna ben odiare e disprezzare il nemico. Questa citta dove tu ritorni, altra gente un giomo ti parlera di me. Tu fatti signore di questa terra che hai conquistato con le armi. Molti ti invidieranno ...

69

Son ritornato alia luce


Sei venuto dalla regione di Gortina traversando il vasto mare con una piccola nave. Sei stato nominato comandante. Accolgo con piacere questa bella notizia. Poi una tempesta s'e scatenata e tutte Ie merci preziose del carico sono andate perdute, nessuno s'e salvato. Certo per me sarebbe stata una gran disgrazia se i flutti del mare ti avessero sommerso o se sotto la mana dei nemici tu avessi perduto la luminosa giovinezza. Ma un dio ti ha tratto in salvo ... Se tu vedessi come son rimasto isolato io. Ma mentre giacevo steso nell'oscurita son ritomato alIa luce.

70

LI
La

natura umana e (atta cos;

La natura umana e fatta COSI. uno gode per una cosa un altro per un'altra, Al bifolco piace mostrare il cazzo, al mago piace la visione del culo. Ma io indovino cio che ti disse quel figuro, cose turpi certamente. E invece a me Zeus, padre degli Olimpi, fece ottimi doni e eccellente mi Ieee tra gli uomini. Cos) neppure Eurimante pub fare il gallo anche se gli piace COS! tanto.

71

LII Cantando
Cantando sempre vado accompagnato dal flautista.

72

LUI

Medicine
Con strani intrugli cerchi di curare il bubbone rna in verita io conosco un buon rirnedio d'altra natura per un cancro di tal fatta: l'arnore di una donna.

73

LIV

Se

Se non dico iI vero che per me allora questa terra si apra sotto i piedi.

74

LV
Miserabili cittadini Miserabili cittadini, cercate di comprendere Ie mie parole.

75

LVI

Rassegnazlone
E abbandona pure Paro e quei fichi e la vita di mare.

76
Diqitized by

Coogle

LVII

Taso sventurata
A Taso accorse la miseria di tutta la Grecia

77

LVIII

Amor di patria
Son destinati a soffrire i miti d'animo, e anch'io sono un puro, essendo un guerriero ascoltero i capi, per compiere del tutto il mio dovere giurando fedelta quando ci sara bisogno. Tu darai ascolto al tuo cuore anche quando ti troverai davanti ai nemici perche per il bene della propria citta certo non si puo venir meno. Che davvero allora la pietra di Tantalo non penda sopra questa isola.

78

LIX

Avvisaglie di tempesta
Guarda, Glauco: il mare profondo e gia sconvolto dalle onde. Attorno alle cime delle Giri dritto sta un nuvolone nero, segno di tempesta. Non ce 10 aspettavamo proprio, e cost ci prende la paura.

79

LX
In mezzo a una tempesta Le navi veloci sono gift fuscelli sui mare. E la tempesta e gift su di noi. Caliamo buona parte delle vele. E aile gomene della nave stringiamo forte i nodi. Tu cerca di prendere il vento favorevole. Salva i compagni e noi tutti ci ricorderemo di teo Allontana l'angoscia e non gettarcela addosso. Ecco che un'onda si leva gonfia rna tu datti cura di ben governare la nave ...

80

LXI

Prima della battaglia Incoraggia i giovani, tanto la vittoria e in mano agli dei.

82

LXII

Agli dei tutto e abituale


AgIi dei tutto e abituale: spesso sollevano dalla sventura gli uomini che giacciono sulla terra nera, rna spesso Ii abbattono e li piegano, gettandoIi carponi, anche coloro che procedono ben saldi. Allora s'affollano molte sventure e l'uomo si aggira nel bisogno e con la mente stravolta.

83

LXIII

n migliore

comandante

Non mi piace il comandante grande e grosso, ne quello che se ne sta a gambe divaricate, ne quello orgoglioso dei suoi riccioli, ne quello che si fa il contropelo. Per me potrebbe pure essere piccoletto e a vederlo pure storto di gambe, rna capace di stare saldamente in piedi in battaglia, e pieno di coraggio.

84

LXIV

Vanagloria
Sette sono i nemici uccisi, li abbiamo raggiunti di corsa. Ad averli trucidati poi siamo in mille.

85

LXV Dove?

o Erxia,

dove si raccoglie di nuovo l'infelice esercito?

86

LXVI

Maledizione
Lo spero proprio: Sirio ne secchera molti con il suo bagliore infuocato.

87

LXVII I morti e i vivi Una volta morto nessuno e piu rispettato fra i cittadini, nessuno piu parla di lui. Noi vivi seguiamo piuttosto i favori di chi e vivo. II peggio e sempre per chi e morto.

88

LXVIII

Ignobile
In verita

e ignobile
nella maldicenza sui morti.

compiacersi

89

LXIX

Pensieri e fatti
Hanno pensieri tali e quali come sono i fatti in cui s'incontrano,

90

LXX

Voglia di combattere
Ho voglio di combattere con te come di here quando ho sete.

91

LXXI Neobule Oh potessi ancora toccare la mia amata Neobule. Anche solo accarezzarle la mano.

92

LXXII

Lussuria
E caderci sopra come un otre eccitato, e premere il ventre suI ventre e Ie cosce sulle cosce.

94

LXXIII Ho sbagliato Ho sbagliato, rna forse questa cecita ha gia colpito qualcun altro.

95

LXXIV Non c'e pir} niente di incredibile Non c'e pill niente di sorprendente pill niente di impossibile pill niente d'incredibile, dopo che Zeus, padre degli Olimpi, del giomo fece notte nascondendo la luce del sole mentre splendeva e 10 sgomento seese sugli uomini e Ii fece sudare. Da allora per gli uomini tutto diventa incerto e pill nulla d'inaspettato. Nessuno di voi si stupisca pill se vedra Ie fiere scambiare il pascolo marino con i delfini e quelIe preferire alIa terra ferma i flutti rumorosi del mare, e quelli addentrarsi nei boschi sui monti. Come Archenattide, figlio di nessuno, andato in nozze a tutte Ie donne del mondo lasciando di stucco tutto il resto degli uomini ...

96

LXXV Supplica a Efesto Ascoltami, Efesto signore, e sii alleato propizio per me che ti suppJico prostrato aIle tue ginocchia, e fammi una di quelle grazie che sai fare tu.

97

LXXVI

Grande lspirazione
Poiche io so ben dare inizio al ditirambo, il bel canto di Dioniso signore, folgorato nella mente dal vino ...

98

Potrebbero piacerti anche