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Nella pittoresca terra di Umia, ricca di foreste e montagne, vive Mika Toshokan,

una giovane kitsune femmina dal manto di pelliccia blu e gli occhi azzurri
scintillanti di saggezza. Mika ha scelto di stabilirsi nella cittadina di Asahi, un
aggregato di case di contadini e operai, proprietari terrieri e borghesi e qualche
nobile.
Mika ha dedicato parte della sua vita alla custodia della conoscenza presso la
biblioteca locale.
Come bibliotecaria, si occupa di preservare antichi manoscritti magici, testi sacri
e opere d'arte che narrano la ricca storia e la cultura del continente.
La sua passione per la magia è evidente, anche se i suoi poteri sono ancora di
basso livello, Mika continua a coltivarli con determinazione e curiosità.
Il villaggio di Shiroishi, dov'è nata, è rinomato per la sua scuola, dove le
giovani kitsune possono intraprendere un percorso d'istruzione focalizzato sulle
arti magiche e la religione.
Questo percorso prepara le kitsune per un futuro come sacerdotesse, un ruolo di
grande importanza nella società kitsune di Umia.
Mika ha frequentato questa scuola, imparando le tradizioni sacre e la magia
necessaria per affrontare le sfide che la vita a Umia presenta.
In questo ambiente unico e ricco di magia, Mika si trova al crocevia tra la
custodia della conoscenza, la pratica delle arti magiche e la convivenza con le
diverse creature che popolano Umia.
La sua vita tranquilla di bibliotecaria nasconde un profondo impegno nel preservare
l'equilibrio tra le varie creature e culture che coesistono in questa affascinante
terra.
La notte calava su Shiroishi, e il silenzio era rotto solo dal lontano sussurro
delle foglie mosse dal vento. Mika chiuse la pesante porta della biblioteca,
immergendosi nell'oscurità della strada deserta. Non immaginava che quella serata
tranquilla sarebbe presto diventata un capitolo epico della sua vita.
Una sera però, mentre percorreva il sentiero tra gli alberi secolari, un'ombra
oscura emerse dall'oscurità: un gruppo di banditi, guidati da un mezz'elfo dalla
folta capigliatura nera, emerse silenziosamente dal buio. Prima che Mika potesse
reagire, la catturarono con violenza, i loro sguardi avidi bramavano la ricompensa
che avrebbero ottenuto dalla vendita di una kitsune.
Il mezz'elfo, dal sorriso sprezzante, fissò Mika con occhi astuti.
"Una kitsune di Shiroishi, molto preziosa, credo.
Preparati per un viaggio, piccola creatura."
Durante il tragitto, Mika poteva percepire il susseguirsi di foreste e montagne, il
suo cuore batteva con forza mentre cercava di pianificare la sua fuga.
I banditi, inconsapevoli della magia che brulicava sotto la sua pelle, ignoravano
la tempesta che stava covando.
Giunti in un accampamento nascosto tra le fronde, Mika decise che era giunto il
momento di agire.
Con uno sforzo sovrumano, liberò gli arti dalle catene evocando una magia.
Gli occhi dei banditi si spalancarono nel terrore, ma era troppo tardi.
Con agilità sovrannaturale, Mika fuggì dalle catene magiche che la tenevano
prigioniera.
Una scia di fiamme blu si aprì davanti a lei.
Il terreno sotto le sue zampe era freddo e duro, portandola lontano
dall'accampamento.
Era ferita, stanca e denutrita, ma la sua determinazione bruciava come una fiamma
ardente.
Mika si stese a terra tra gli alti alberi della tundra e chiuse gli occhi alla
vista di una alta creatura dalle zanne e braccia possenti.
Al suo risveglio Mika vide quella creatura che allo svenimento inquadrò di
sfuggita.
Si trovava sulle sue gambe vicino a un fuoco appallottolata in un panno al
calduccio.
Capì subito, avendo studiato un po' di tutto, che si trattava di un trollkind,
esseri brutali.
Non si scosse perché non era spaventata ma perché il tessuto era abbastanza stretto
da non permetterle movimenti.
Decise quindi di comportarsi da normale volpe per tentare di evitare di essere
aggredita.
Il trollkind si prese cura di lei e Mika si abituò ai suoi gentili trattamenti,
così tanto che decise che l'avrebbe accompagnato per un po' rimanendo in forma
kitsune come animaletto di compagnia dato che era il primo trollkind gentile e
pacato che aveva incontrato e quindi una fonte di studio.

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