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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
gioved 29 settembre 2011

Unicuique suum
Anno CLI n. 224 (45.869)
.

Citt del Vaticano

Il Papa alludienza generale in piazza San Pietro ricorda i momenti pi significativi del terzo viaggio compiuto nella sua terra natale

Ho attraversato la Germania dal nord al sud, dallest allovest


Un messaggio rivolto a tutto il popolo tedesco, per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro perch Dov Dio, l c futuro. questo per Benedetto XVI il senso pi profondo del suo recente viaggio apostolico in Germania, del quale ha rivissuto i momenti pi significativi nelludienza generale di mercoled 28 settembre. In piazza San Pietro dovera giunto poco prima da Castel Gandolo il Papa ha ripercorso i passi delle giornate trascorse a Berlino, Erfurt, Etzelsbach e Friburgo, sottolineandone le emozioni provate e i messaggi affidati agli ascoltatori. Ho attraversato ha detto la Germania dal nord al sud, dallest allovest per quella che stata davvero una grande festa della fede: nei vari incontri e colloqui, nelle celebrazioni, specialmente nelle solenni Messe con il popolo di Dio. Momenti considerati da Papa Ratzinger un prezioso dono che ci ha fatto percepire di nuovo come sia Dio a dare alla nostra vita il senso pi profondo, la vera pienezza, anzi, che solo Lui dona a noi, dona a tutti un futuro. Il Pontefice ha quindi ringraziato i vescovi tedeschi, in particolare quelli delle diocesi che lo hanno ospitato; il presidente Federale e tutte le autorit politiche e civili a livello federale e regionale; e tutti quanti hanno contribuito in vario modo al buon esito della visita, soprattutto i numerosi volontari. Grazie allimpegno di tutte le persone coinvolte, il viaggio stato cos un grande dono e ha suscitato gioia, speranza e un nuovo slancio di fede e di impegno per il futuro. Il Pontefice ha poi riassunto i passaggi pi importanti dei discorsi pronunciati durante le diverse tappe del viaggio e ha ribadito che si trattato di unoccasione propizia per incontrare i fedeli della sua patria tedesca, per confermarli nella fede, nella speranza e nellamore, e condividere con loro la gioia di essere cattolici. Ma il mio messaggio era rivolto a tutto il popolo tedesco ha proseguito il Papa per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro. E ha concluso rilanciando il motto che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio: vero: dov Dio, l c futuro.
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Larcivescovo Mamberti alle Nazioni Unite

Rinviata la formazione del Governo mentre le truppe del Cnt preparano lassalto finale alle due citt libiche

Emergenza umanitaria a Sirte e a Bani Walid


TRIPOLI, 28. Mentre gli ultimi bastioni rimasti fedeli al colonnello Muammar Gheddafi si avviano alla capitolazione le forze del Consiglio nazionale di transizione aiutate dalle bombe della Nato che continuano i raid si preparano a sferrare lassalto finale la situazione umanitaria a Sirte e Bani Walid si sta aggravando: lo ha indicato il colonnello Roland Lavoie, portavoce della missione militare Nato in Libia. In particolare a Sirte, laccesso allacqua potabile, alle cure mediche o al carburante molto limitato e ci colpisce duramente la popolazione, ha detto Lavoie che ha anche denunciato la presenza di cecchini, e accusato le forze lealiste di Gheddafi di prendere civili in ostaggio e di esecuzioni sommarie. Il portavoce dellAlleanza atlantica ha aggiunto che sono circa duecentomila, su una popolazione di oltre 6 milioni, i cittadini libici ancora sotto la minaccia del regime di Gheddafi. La battaglia per Sirte in ogni caso tutta ancora da combattere: anche ieri lavanzata dei ribelli stata fermata a qualche chilometro dal centro. Nelloffensiva, gli insorti sono riusciti ad assicurare larea portuale, anche se apparentemente sono i gheddafiani a essersi ritirati dalla zona. In questo fronte elastico, gi visto nelle altre battaglie campali libiche, gli insorti avanzano ma finiscono sotto il tiro dei fucili di precisione dei cecchini e continuano a essere bersagliati dai colpi di artiglieria e dai razzi. Dieci soldati del Consiglio nazionale di transizione sono morti ieri nellavanzata verso Sirte. E nel timore che i miliziani lealisti possano unirsi ai civili in fuga, per poi colpire nelle retrovie, tuttintorno a Sirte sono stati allestiti checkpoint dove i controlli sono serrati. Dal canto suo, Gheddafi che secondo fonti del Cnt sarebbe nascosto a Gadames, vicino al confine con lAlgeria non si d per vinto, e annuncia di essere pronto al martirio ma anche a colpi di coda dellultimora. Degli eroi hanno resistito e sono caduti come martiri, anche noi attendiamo il martirio, ha detto il colonnello in un messaggio diffuso da una radio a Bani Walid. Fonti statunitensi, per pura coincidenza, tornano a denunciare il rischio terrorismo collegato agli arsenali del vecchio regime: migliaia di missili terraaria di fabbricazione russa mancano allappello. Ventimila, secondo alcune stime. Si tratta di armi che possono essere facilmente trasportate, con cui abbattere aerei ed elicotteri. Intanto, nelle ultime settimane sono emerse profonde crepe allinterno del Consiglio nazionale di transizione sulla formazione del nuovo Governo ad interim. Ieri uno dei responsabili del Cnt, Mustafa El Huni, ha nuovamente rinviato lannuncio del nuovo Esecutivo anche se i dirigenti del Cnt avevano annunciato il 19 settembre allAssemblea generale dellOnu che un Governo sarebbe stato formato entro dieci giorni precisando che questo avverr quando lintero territorio nazionale sar sotto il controllo dei rivoluzionari. Dal canto loro, i gruppi islamici libici non permetteranno che alcuni politici laici li escludano dal nuovo Governo di Tripoli, il primo dopo la caduta del colonnello Gheddafi. lavvertimento lanciato da Abdelhakim Belhaj, lattuale capo militare del Consiglio nazionale di transizione per Tripoli e tra i fondatori del Gruppo islamico di combattimento libico, sospettato di aver avuto in passato legami con gruppi estremisti. Dobbiamo resistere ai tentativi di alcuni politici libici di escludere alcuni gruppi che hanno partecipato alla rivoluzione, il messaggio che Belhaj affida alle pagine del The Guardian. La loro miopia politica li rende incapaci di vedere gli enormi rischi di tale esclusione o la reazione di quei movimenti che fossero esclusi, ha aggiunto il leader militare del Cnt. Nel frattempo, la corte dappello di Tozeur ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti dellex premier libico Baghdadi Mahmoudi, che in primo grado era stato condannato a sei mesi di reclusione per ingresso illegale in Tunisia. Lex premier stato gi rimesso in libert e, soprattutto, non consegnato alle autorit libiche del Cnt, che avevano annunciato la loro intenzione di chiederne lestradizione. Sono state scarcerate anche le due persone che erano state arrestate con lex premier libico. La difesa di Mahmoudi ha, in aula, sostenuto che luomo politico era entrato in Tunisia nella sua qualit di ministro del Governo libico, quando le autorit di Tunisi non avevano ancora riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione come legittimo rappresentante della Libia. Lauspicio che il concetto di famiglia delle Nazioni si concretizzi sempre pi, alla luce delle grandi sfide che interpellano la comunit internazionale, stato formulato dallarcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenendo, marted 27 a New York, alla sessantaseiesima sessione dellAssemblea generale delle Nazioni Unite (nella foto, un momento dei lavori in corso in questi giorni).
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Ma fa discutere lapprovazione di nuovi insediamenti

Berlino crede nella ripresa greca


BERLINO, 28. Angela Merkel promette sostegno alla Grecia perch ha detto il cancelliere incontrando ieri il premier ellenico, George Papandreou Berlino vuole una Grecia forte nellarea delleuro. Sulle voci di un rafforzamento del fondo salva-Stati e di nuove misure contro la crisi del debito, i mercati continentali hanno ripreso fiato chiudendo in bellezza la seduta. Oggi le Borse hanno aperto in segno negativo. Posso garantire che la Grecia rispetter tutti i suoi impegni ha detto Papandreou incontrando gli industriali tedeschi. Vi posso promettere ha aggiunto che presto ritroveremo la strada della crescita e della prosperit, dopo questo doloroso periodo. Il cancelliere Merkel ha sottolineato che quella attuale non una crisi delleuro, ma del debito. Con il piano di privatizzazioni e riforme messo in atto ha ribadito il cancelliere Atene sulla buona strada. Intanto, la Commissione Ue ha adottato ufficialmente oggi la proposta per introdurre un sistema comune di tassazione sulle transazioni finanziarie. Lo ha annunciato il presidente dellesecutivo Ue, Jos Manuel Duro Barroso, specificando che il sistema, se adottato dal 2014, potr dare un gettito annuo di 55 miliardi.

Israele sostiene il piano del Quartetto


TEL AVIV, 28. Israele sostiene ufficialmente la proposta avanzata dal Quartetto (Onu, Ue, Russia e Stati Uniti) per far ripartire i negoziati di pace diretti con i palestinesi. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e otto membri del gabinetto governativo hanno formalizzato ieri il loro s. Il piano era stato presentato venerd scorso a margine dellAssemblea generale dellOnu a New York. Il testo prevede la ripresa dei colloqui entro un mese e senza condizioni, la definizione concordata di una proposta sui confini e sulla sicurezza entro tre mesi, per raggiungere un accordo definitivo prima della fine del 2012. Intanto, il ministero degli Interni israeliano ha dato il via libera alla estensione dellinsediamento di Ghilo, a sud di Gerusalemme. La decisione diventer operativa tra due mesi. Da Stati Uniti e Unione europea sono gi arrivate critiche. Washington giudica controproducente il via libera alla costruzione dei nuovi alloggi, esprimendo profonda delusione e sottolineando che ci rende pi difficile la ripresa dei negoziati diretti. Secondo lAlto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Catherine Ashton, la decisione israeliana rappresenta una minaccia alla pace. Parole dure anche da Ramallah: il premier dell'Autorit palestinese, Salam Fayyad, ha criticato lampliamento di Ghilo. Non ci sono mosse pi unilaterali ha incalzato Fayyad della massiccia costruzione su terre palestinesi. LUfficio centrale di Statistica israeliano ha fatto sapere che nel 2010 gli insediamenti in Cisgiordania hanno acquistato 3.500 nuovi residenti. I coloni sono 312.000 e rappresentano il quattro per cento della popolazione israeliana.

Incontro a Palazzo Borromeo per i 150 anni dello Stato unitario

I cattolici che fanno lItalia

NOSTRE INFORMAZIONI
Provvista di Chiesa
Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Florianpolis (Brasile) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Wilson Tadeu Jnck, S.C.I, finora Vescovo di Tubaro.

Nomina di Arcivescovo Coadiutore


Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Coadiutore di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Sergio Alfredo Gualberti Calandrina, finora Vescovo titolare di Arsacal e Ausiliare di Santa Cruz de la Sierra.

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LOSSERVATORE ROMANO
Intervento dellarcivescovo Mamberti alla sessantaseiesima sessione dellAssemblea generale dellO nu

gioved 29 settembre 2011

Come rendere concreto il concetto di famiglia delle Nazioni


Pubblichiamo la traduzione, dalloriginale francese, dellintervento pronunciato, marted 27 settembre a New York, dallarcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, in occasione della sessantaseiesima sessione dellAssemblea generale dellOnu. Signor Presidente, a nome della Santa Sede, ho il piacere di congratularmi con Lei per la sua elezione alla Presidenza della sessantaseiesima sessione dellAssemblea generale dellOnu e di assicurarle la piena e sincera collaborazione della Santa Sede. Le mie felicitazioni si estendono anche al Segretario generale, S.E. il Sig. Ban Kimoon, il quale, nel corso di questa sessione, il 1 gennaio 2012, comincer il secondo mandato. Vorrei altres salutare cordialmente la Delegazione del Sud Sudan, divenuto lo scorso luglio il 193 Paese membro dellO rganizzazione. Signor Presidente, come ogni anno, il dibattito generale offre loccasione di condividere e di affrontare le principali questioni che preoccupano lumanit alla ricerca di un futuro migliore per tutti. Le sfide poste alla comunit internazionale sono numerose ed impegnative. Esse mettono sempre pi in luce la profonda interdipendenza esistente allinterno della famiglia delle Nazioni, la quale vede nellOnu uno strumento importante, malgrado i suoi limiti, nellindividuare e nellimplementare soluzioni alle principali problematiche internazionali. In tale contesto, senza voler essere esaustiva, la Santa Sede intende soffermarsi su alcune sfide prioritarie, affinch il concetto di famiglia delle Nazioni si concretizzi sempre pi. La prima sfida di ordine umanitario. quella che interpella lintera comunit internazionale, o meglio, la famiglia delle Nazioni, a prendersi cura dei suoi componenti pi deboli. In alcune parti del mondo, come nel Corno dAfrica, siamo purtroppo in presenza di gravi e drammatiche emergenze umanitarie che provocano lesodo di milioni di persone, soprattutto donne e bambini, con un numero elevato di vittime della siccit, della fame e della denutrizione. La Santa Sede desidera rinnovare lappello, pi volte espresso da Papa Benedetto XVI, alla comunit internazionale per aumentare e sostenere le politiche umanitarie in tali zone e incidere concretamente sulle differenti cause che ne accrescono la vulnerabilit. Queste emergenze umanitarie portano a sottolineare la necessit di trovare forme innovative per attuare il principio della responsabilit di proteggere, alle cui fondamenta si trova il riconoscimento dellunit della famiglia umana e lattenzione per linnata dignit di ogni uomo e di ogni donna. Come noto, tale principio si riferisce alla responsabilit della comunit internazionale di intervenire in situazioni in cui i Governi non possono da soli, o non vogliono assolvere al dovere primario che incombe loro di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi dei diritti delluomo, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie. Se gli Stati non sono in grado di garantire simile protezione, la comunit internazionale deve intervenire con i mezzi giuridici previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e da altri strumenti internazionali. Il rischio che detto principio potrebbe essere invocato in certe circostanze come motivo comodo per luso della forza militare va tuttavia richiamato. bene ribadire che persino luso della forza conforme alle regole delle Nazioni Unite deve essere una soluzione limitata nel tempo, una misura di vera emergenza che va accompagnata e seguita da un concreto impegno di pacificazione. Ci di cui vi bisogno, pertanto, per rispondere alla sfida della responsabilit di proteggere, una ricerca pi profonda di modi di prevenire e di gestire i conflitti, esplorando tutte le vie diplomatiche possibili attraverso il negoziato e il dialogo costruttivo e prestando attenzione e incoraggiamento anche ai pi flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione da parte dei soggetti coinvolti. La responsabilit di proteggere deve intendersi non solo in termini di intervento militare, che dovrebbe rappresentare realmente lultimo ricorso, ma, prima di tutto, come necessit della comunit internazionale di essere unita di fronte alle crisi e di creare istanze per negoziati corretti e sinceri, per sostenere la forza morale del diritto, per ricercare il bene comune e per esortare i Governi, la societ civile e lopinione pubblica a trovare le cause e a offrire le soluzioni a qualsiasi tipo di crisi, operando in stretta collaborazione e solidariet con le popolazioni colpite e avendo sempre a cuore, al di sopra di tutto, lincolumit e la sicurezza dei cittadini. quindi importante che la responsabilit di proteggere, intesa in tale modo, sia il criterio e la motivazione che sottende tutto il lavoro degli Stati e dellOrganizzazione delle Nazioni Unite per ripristinare la pace, la sicurezza e i diritti delluomo. Daltronde, la lunga e in genere riuscita storia delle operazioni di mantenimento della pace (peacekeeping) e le iniziative pi recenti di costruzione della pace (peacebuilding) possono offrire esperienze valide per concepire modelli di attuazione della responsabilit di proteggere nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei legittimi interessi di tutte le parti coinvolte. Signor Presidente, il rispetto della libert religiosa la via fondamentale per la costruzione della pace, il riconoscimento della dignit umana e la tutela dei diritti delluomo. Questa la seconda sfida sulla quale mi vorrei soffermare. Le situazioni nelle quali il diritto alla libert religiosa leso o negato ai credenti delle diverse religioni sono purtroppo numerose; si osserva, malauguratamente, un aumento dellintolleranza per motivi religiosi, e purtroppo si constata che i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che subisce il maggior numero di persecuzioni a causa della propria fede. Il mancato rispetto della libert religiosa rappresenta una minaccia alla sicurezza e alla pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale. Il peso particolare di una determinata religione in una nazione non dovrebbe mai implicare che i cittadini appartenenti ad altre confessioni siano discriminati nella vita sociale o, peggio ancora, che sia tollerata la violenza contro di essi. A questo proposito, importante che un impegno comune a riconoscere e promuovere la libert religiosa di ogni persona e di ogni comunit venga favorito da un sincero dialogo inter-religioso, promosso e attuato dai rappresentanti delle differenti confessioni religiose e appoggiato dai Governi e dalle istanze internazionali. Rinnovo alle Autorit di tutti i Paesi e ai capi religiosi il preoccupato appello della Santa Sede ad adottare misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose, laddove esse sono minacciate, e adoperarsi affinch i credenti di tutte le confessioni possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla societ di cui sono membri. Pensando alla situazione in alcuni Paesi, vorrei ribadire, in particolare, che i cristiani sono cittadini allo stesso titolo degli altri, legati alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. normale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, della libert di coscienza e di culto, della libert nel campo dellinsegnamento e delleducazione e nelluso dei mezzi di comunicazione. Daltra parte, vi sono Paesi dove, sebbene si accordi una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, paradossalmente si tende a considerare la religione come un fattore estraneo alla societ moderna o addirittura destabilizzante, cercando con diversi mezzi di emarginarla e di impedirne ogni influenza nella vita sociale. Ma come si pu negare il contributo delle grandi religioni del mondo allo sviluppo della civilt? Come ha sottolineato Papa Benedetto XVI, la ricerca sincera di Dio ha portato a un maggiore rispetto della dignit delluomo. Per esempio, le comunit cristiane, con il loro patrimonio di valori e di principi, hanno fortemente contribuito alla presa di coscienza delle persone e dei popoli circa la propria identit e dignit, nonch alla conquista delle istituzioni dello Stato di diritto e allaffermazione dei diritti delluomo e dei suoi corrispettivi doveri. In tale prospettiva, importante che i credenti, oggi come ieri, si sentano liberi di offrire il loro contributo alla promozione di un retto ordinamento delle realt umane, non solo con un responsabile impegno civile, economico e politico, ma anche con la testimonianza della propria carit e fede. Una terza sfida che la Santa Sede vorrebbe porre allattenzione di questa assise concerne il prolungarsi della crisi economico-finanziaria mondiale. Tutti sappiamo che un elemento fondamentale della crisi attuale il deficit di etica nelle strutture economiche. Letica non un elemento esterno alleconomia e leconomia senza futuro se non porta in s lelemento morale: in altri termini, la dimensione etica fondamentale per affrontare i problemi economici. Leconomia non funziona solo con unautoregolamentazione del mercato e ancor meno con accordi che si limitano a conciliare gli interessi dei pi potenti; essa ha bisogno di una ragione etica per funzionare per luomo. Lidea di produrre risorse e beni, ossia leconomia, e di gestirli in modo strategico, ovvero la politica, senza cercare con le stesse azioni di fare il bene, ossia letica, si rivelata essere unillusione, ingenua o cinica, ma sempre fatale. Daltronde, ogni decisione economica ha una conseguenza morale. Leconomia ha dunque bisogno delletica per il suo funzionamento corretto; non di unetica qualsiasi, bens di unetica centrata sulla persona e capace di offrire delle prospettive alle nuove generazioni. Le attivit economiche e commerciali orientate allo sviluppo dovrebbero essere capaci di ridurre effettivamente la povert e di alleviare le sofferenze dei pi poveri. In tal senso, la Santa Sede incoraggia il rafforzamento dellAiuto Pubblico allo Sviluppo, conformemente agli impegni assunti a Gleneagles, e la mia Delegazione auspica che le discussioni su questo tema, in occasione del prossimo Dialogo di alto livello sul Finanziamento dello Sviluppo, portino ai risultati sperati. Daltronde, la Santa Sede ha sottolineato pi volte limportanza di una riflessione nuova e approfondita sul senso delleconomia e dei suoi fini, nonch una revisione lungimirante dellarchitettura finanziaria e commerciale globale per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Questa revisione delle regole economiche internazionali deve inserirsi nel quadro dellelaborazione di un nuovo modello globale di sviluppo. Lo esige, in realt, lo stato di salute ecologica del pianeta; e lo richiede soprattutto la crisi culturale e morale delluomo, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo. Questa riflessione deve ispirare anche i lavori della Conferenza dellOnu sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) del giugno prossimo, nella convinzione che lessere umano deve essere al centro delle preoccupazioni per lo sviluppo sostenibile, come affermato dal primo principio della Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo del 1992. Senso di responsabilit e salvaguardia per lambiente dovrebbero essere orientati dalla consapevolezza di essere una famiglia delle Nazioni. Lidea di famiglia evoca immediatamente qualcosa di pi che relazioni semplicemente funzionali o mere convergenze di interessi. Una famiglia per sua natura una comunit basata sullinterdipendenza, sulla mutua fi-

ducia, sul reciproco supporto e sul rispetto sincero. Il suo pieno sviluppo si basa non sulla supremazia del pi forte, ma sullattenzione al pi debole e marginalizzato e la sua responsabilit si protende alle generazioni a venire. Il rispetto per lambiente dovrebbe renderci pi attenti ai bisogni dei popoli pi svantaggiati; esso dovrebbe creare una strategia per uno sviluppo centrato sulle persone, favorendo la solidariet e la responsabilit nei confronti di tutti, comprese le generazioni future. Detta strategia non pu che trarre beneficio dalla Conferenza Onu sul Trattato sul commercio delle armi (TCA), prevista nel 2012. Un commercio di armi non regolamentato e non trasparente ha importanti ripercussioni negative. Esso rallenta lo sviluppo umano integrale, aumenta i rischi di conflitti, soprattutto interni, e di instabilit, diffonde una cultura di violenza e di impunit, spesso collegata con le attivit criminali, quali il narcotraffico, la tratta di esseri umani e la pirateria, che costituiscono sempre pi gravi problemi internazionali. I risultati dellattuale processo del TCA rappresenteranno una prova della volont reale degli Stati ad assumersi le proprie responsabilit morali e giuridiche in questo campo. La comunit internazionale deve preoccuparsi di giungere a un Trattato sul Commercio delle Armi che sia efficace e attuabile, consapevole del gran numero di coloro che sono colpiti dal commercio illegale delle armi e delle munizioni, e delle loro sofferenze. Il principale obiettivo del Trattato dovrebbe infatti essere non solo quello di regolamentare il commercio delle armi convenzionali o di ostacolare il mercato nero delle stesse, ma anche e soprattutto quello di proteggere la vita umana e

costruire un mondo pi rispettoso della dignit umana. Signor Presidente, in effetti, questo contributo alla costruzione di un mondo pi rispettoso della dignit umana che dimostrer la capacit effettiva dellO nu di adempiere la sua missione, finalizzata ad aiutare la famiglia delle Nazioni a perseguire gli obiettivi comuni della pace, della sicurezza e di uno sviluppo umano integrale per tutti. Il pensiero della Santa Sede va anche a quanto sta accadendo in alcuni Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Vorrei qui rinnovare lappello del Santo Padre Benedetto XVI affinch tutti i cittadini, in particolare i giovani, si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire societ dove la povert sia sconfitta e dove ogni scelta politica sia ispirata dal rispetto per la persona umana, societ nelle quali la pace e la concordia trionferanno sulla divisione, sullodio e sulla violenza. Unultima annotazione riguarda la richiesta di riconoscimento della Palestina quale Stato membro delle Nazioni Unite, presentata in questa sede il 23 settembre scorso dal Presidente dellAutorit Nazionale Palestinese, Signor Mahmoud Abbas. La Santa Sede considera tale iniziativa alla luce dei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunit internazionale, alla questione gi affrontata con la Risoluzione 181 del 29 novembre 1947 dellAssemblea generale delle Nazioni Unite. Questo documento pone la base giuridica per lesistenza di due Stati. Uno di questi ha gi visto la luce, mentre laltro non ancora stato costituito, bench siano trascorsi sessantaquattro anni. La Santa Sede persuasa che, se si vuole la pace, occorre saper adottare decisioni coraggiose. Essa auspica che gli Organi competenti delle Nazioni Unite prendano una decisione che aiuti a dare concreta attuazione allobiettivo finale, cio la realizzazione del diritto dei Palestinesi ad avere un proprio Stato indipendente e sovrano e del diritto degli Israeliani alla sicurezza, avendo i due Stati dei confini internazionalmente riconosciuti. La risposta delle Nazioni Unite, qualunque essa sia, non rappresenter la soluzione completa e non si potr giungere alla pace duratura se non tramite negoziati in buona fede fra Israeliani e Palestinesi, evitando azioni o condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volont. La Santa Sede, pertanto, esorta le Parti a riprendere con determinazione i negoziati e rivolge un pressante appello alla Comunit Internazionale, perch accresca il proprio impegno e incentivi la propria creativit e le iniziative, affinch si giunga a una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi. Grazie, Signor Presidente!

Parigi studia un piano per salvare leuro


PARIGI, 28. Il premier francese, Franois Fillon, ha confermato ieri che Parigi sta lavorando alla definizione di un nuovo piano di salvataggio finanziario per lEurozona, non appena saranno messi a punto il nuovo fondo salva-Stati e gli aiuti alla Grecia. Fillon non ha dato nessun dettaglio sul piano, ma i mercati hanno dato per scontato che Parigi stia preparando una ricapitalizzazione delle banche francesi. Aspettiamo il voto di gioved del Parlamento tedesco sugli aiuti alla Grecia, dal quale dipende la nostra battaglia contro la speculazione. Una volta che saranno noti i risultati del voto ha reso noto Fillon faremo nuove proposte per andare avanti in questa battaglia. Fonti ufficiali citate dalle agenzie di stampa fanno sapere che la Francia intende varare forti misure per aiutare la Grecia e il suo sistema bancario. Intanto, per, sul fronte interno cala la fiducia delle famiglie francesi nelleconomia, toccando i minimi dal febbraio del 2009. Lo ha riferito listituto statistico Insee. Lindice di fiducia nel mese di settembre ha perso cinque punti, scendendo a quota 80. Aumenta in particolare il timore di un aumento della disoccupazione (pi 23 punti), mentre diminuisce la predisposizione a fare acquisti importanti (meno cinque punti) e la percezione del momento come favorevole per risparmiare (meno 8 punti). In calo anche sempre secondo i dati Insee la fiducia degli imprenditori, scesa dai 105 punti di luglio a 99.

In calo il deficit del Governo centrale spagnolo


MADRID, 28. Cala il deficit del Governo centrale spagnolo, aumentando le chance di Madrid di centrare il target del pareggio di bilancio nonostante lalto indebitamento delle amministrazioni regionali. Secondo i dati diffusi ieri dal ministero delle Finanze, negli otto mesi che si sono chiusi ad agosto il disavanzo del Governo si attestato a 30,9 miliardi di euro, il 2,8 per cento del pil, segnando un calo dell11,5 per cento rispetto allo stesso periodo dellanno precedente. Il processo di riduzione del deficit sulla strada giusta ha detto il vice ministro delle Finanze spagnolo, Juan Manuel Lpez Carbajo, avvertendo per che tutte le amministrazioni centrali e regionali continuino gli sforzi. Nel pieno della crisi del debito che sta mettendo in ginocchio lEuropa, il Governo di Madrid prevede di tagliare il deficit annuo al sei per cento del pil questanno, contro il 9,2 per cento del 2010. Obiettivo, questo, messo a rischio per dallelevato disavanzo delle autorit regionali. Intanto, sui mercati la situazione sembra stabilizzarsi. Il Tesoro spagnolo ha collocato ieri 3,225 miliardi di euro di bond con scadenza a sei e tre mesi, con rendimenti in rialzo. Lobiettivo era quello di vendere tra 2,5 e 3,5 miliardi di euro di bond. Il tasso dei titoli a tre mesi stato dell1,692 rispetto all1,357 per cento della precedente asta e quello dei titoli a sei mesi salito dal 2,187 al 2,665. Buona la domanda.

Il Mezzogiorno e lo sviluppo mancato


ROMA, 28. Allarme Sud in Italia. Il rapporto dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dellindustria nel Mezzogiorno) presentato ieri a Roma non lascia tanto spazio alle interpretazioni: nel 2010 il pil dellarea aumentato soltanto dello 0,2 per cento. Meglio del 2009 (meno 4,5) ma certo molto lontano dal Centro-Nord (pi 1,7). E non va meglio se si considerano gli ultimi dieci anni: la media annua si assesta sul meno 0,3 per cento contro il pi 3,5 del resto del Paese. Tra le principali piaghe che affettano il Sud, c la disoccupazione, la bassa natalit e lo stallo delle misure per il rilancio.

LOSSERVATORE ROMANO
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gioved 29 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Missile contro la sede delle forze armate a Sana mentre i ribelli abbattono un caccia

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Nella lotta al terrorismo

Scricchiola lasse tra Washington e Islamabad


di GABRIELE NICOL Alta tensione tra Pakistan e Stati Uniti. Il recente attacco di Washington a Islamabad, accusata di esportare violenza in Afghanistan, ha suscitato il forte disappunto delle autorit pakistane, con possibili, pesanti conseguenze sul buon esito della lotta al terrorismo. Cos facendo gli Stati Uniti ci perderanno come partner e come alleato ha ammonito il ministro degli Esteri pakistano, Hina Rabbani Khar. Da tempo le relazioni fra Washington e Islamabad non sono idilliache: alti e bassi, critiche e apprezzamenti, il tutto in uno scenario sempre fluido. Laccusa a Islamabad di avere legami con i terroristi (in particolare, stato avanzato il sospetto di connivenza tra i servizi segreti pakistani e la rete Haqqani, gruppo armato ritenuto affiliato ai talebani e ad Al Qaeda) stata lanciata in questi giorni dal capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Mike Mullen. Il Pakistan usa la rete Haqqani come strumento per accrescere la propria influenza nella regione, ha dichiarato Mullen. Provenendo dal capo di stato maggiore della Difesa, ha scritto The New York Times, le accuse contro i servizi segreti pakistani assumono un peso eccezionale. Il quotidiano, nello stesso tempo, ricorda che lammiraglio ha guidato per anni gli sforzi americani per la crescita della cooperazione con il Pakistan. E il Washington Post, in un editoriale, sottolinea che negli ultimi giorni alti esponenti americani hanno lasciato intendere ai loro omologhi pakistani che, se non verranno tagliati i legami con i talebani, gli Stati Uniti agiranno in maniera unilaterale. Le affermazioni di Mullen sinquadrano in uno scenario gi noto. Gli Stati Uniti, come pure la comunit internazionale, sospettano che le autorit di Islamabad non facciano abbastanza per combattere il terrorismo. In passato, al riguardo, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, stato molto critico, esortando il Pakistan a evitare compromessi con i miliziani per non rischiare di minare la sicurezza non solo del territorio pakistano, ma anche dellintero ambito internazionale. Quando poi si scoperto che il rifugio di Osama bin Laden, dove stato ucciso dalle forze speciali statunitensi, non era tra zone montuose impervie (come era lecito attendersi) ma vicino alla capitale pakistana, il sospetto di possibili legami sotterranei con i terroristi si rinfocolato, a detrimento dei gi tesi rapporti fra Islamabad e Washington. pur vero che pi volte gli Stati Uniti hanno tenuto a ribadire che il Pakistan, al di l delle critiche, rimane un prezioso alleato nella lotta al terrorismo. Ma qualcosa, in questo asse, comincia a scricchiolare. Le autorit pakistane, ricordano gli analisti, si dicono stanche delle accuse rivolte loro di scarso impegno nel combattere i talebani. Il primo ministro Yusuf Raza Gilani ha convocato, per gioved 29, una conferenza fra tutti i partiti politici per fare il punto sugli attuali rapporti diplomatici con gli Stati Uniti, perch ritiene che ci che sta accadendo in questi giorni sia di interesse nazionale. Nel frattempo, il capo dellesercito pakistano, generale Ashfaq Pervez Kayani, ha cancellato la visita, di marted 27 a Londra, con il ministro della Difesa britannico, Liam Fox. Fonti diplomatiche di Islamabad hanno addotto precedenti impegni in agenda come motivazione per la mancata missione. (Da ricordare che Kayani aveva subito reagito alle affermazioni di Mullen, definendole prive di fondamento, dopo che, a met settembre, i due si erano incontrati a una riunione della Nato a Siviglia, durante la quale avevano sottolineato limportanza strategica dei rapporti fra Stati Uniti e Pakistan). Ora tutto lascia pensare, concordano gli analisti, che alla luce degli ultimi sviluppi, il Pakistan stia prendendo tempo per riflettere sui passi ufficiali da compiere nellambito dei sempre pi delicati rapporti con lOccidente. La cancellazione della visita a Londra rientrerebbe, dunque, in questa prospettiva. Se vero, come spesso ripete il presidente statunitense Barack Obama, che la battaglia pi importante nella lotta al terrorismo si combatte in Pakistan (e in Afghanistan), levoluzione, o meglio, la possibile involuzione nei rapporti tra Islamabad e lOccidente rischia di incidere sullesito di tale lotta. Uninvoluzione che pu riguardare anche i legami con lAfghanistan, poich la comunit internazionale non lesina critiche a Kabul, sempre in riferimento allo scarso impegno nellestirpare lelemento talebano dalla regione. A sua volta il presidente Hamid Karzai continua a ripetere che la guerra ai terroristi aperta, e che il livello di guardia non mai stato abbassato. Nello stesso tempo, il capo dello Stato persegue lobiettivo di far sedere i miliziani al tavolo delle trattative, nellambito del processo di riconciliazione nazionale, consapevole che la ricostruzione dellAfghanistan passa per un coinvolgimento dei talebani. Un progetto che, nei giorni scorsi, ha subito un colpo assai duro con lassassinio dellex presidente Rabbani, ovvero luomo del dialogo con i talebani.

Nello Yemen aumenta il rischio di una guerra civile


SANA, 28. Resta alta la tensione nello Yemen dove si registrano quotidianamente episodi di violenza e aumentano le vittime nei combattimenti. Le manifestazioni che da gennaio vanno avanti a oltranza nel Paese per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh rischiano di innescare una guerra civile devastante, ha detto ieri il ministro degli Esteri yemenita, Abu Bakr Al Qirbi, allAssemblea generale delle Nazioni Unite. Finora, ha inoltre detto il capo della diplomazia di Sana, il conto dei danni alle infrastrutture del Paese, comprese quelle petrolifere, ammonta a oltre due miliardi di dollari, che per lo Yemen, di gran lunga il pi povero dei Paesi della regione, sono unenormit. Rifiutandosi di cedere alle pressioni della piazza e cercando una transizione del potere attraverso elezioni anticipate, Saleh tornato la settimana scorsa a Sana dopo circa tre mesi di convalescenza a Riad, in Arabia Saudita, a seguito di un attacco armato il 3 giugno scorso nel palazzo presidenziale di fatto difende i diritti umani e la democrazia, ha affermato il ministro Al Qirbi. Lopposizione e i manifestanti non credono alle promesse di Saleh al potere dal 1978. Intanto, a riprova della gravit della situazione, una forte esplosione stata avvertita durante la notte nel quartiere Al Hadda di Sana. Secondo quanto riferiscono i media locali, un missile del tipo Hawn stato lanciato contro la sede centrale delle forze armate fedeli al presidente Saleh. Si registrano al momento quattro soldati feriti. Il Governo yemenita ha accusato il generale Ali Muhsin Al Ahmar, che guida il primo reggimento corazzato e che considerato il principale oppositore del presidente, di essere responsabile dellattacco. Inoltre, uomini delle trib che combattono contro le truppe leali al presidente Saleh hanno abbattuto un aereo da combattimento vicino ad Arhab, quaranta chilometri a nord della capitale. Il pilota, riuscito a lanciarsi dal velivolo in fiamme prima che si schiantasse a terra, stato catturato. La zona di Arhab sotto attacco da giorni in seguito alluccisione del generale Abdullah Al Kulaibi, morto in un assalto lanciato domenica dagli oppositori del regime contro una base militare nella citt di Nihm.

Soldati yemeniti presidiano un posto di controllo nella capitale (Ansa)

Le votazioni prenderanno avvio il 28 novembre con lAssemblea del popolo

Annunciato il calendario delle elezioni in Egitto


IL CAIRO, 28. Il Consiglio supremo delle forze armate in Egitto ha annunciato le tappe per le prossime elezioni parlamentari, le prime da quando in febbraio stato spodestato il presidente Mubarak, un complesso meccanismo elettorale che richieder quasi quattro mesi per concludersi. Il primo appuntamento elettorale per eleggere lAssemblea del popolo (la Camera bassa del Parlamento) e si svolger in tre tappe: la prima fissata per il 28 novembre, la seconda il 14 dicembre e la terza il 3 gennaio. I ballottaggi si svolgeranno entro il 10 gennaio. La prima sessione del nuovo Parlamento si terr invece il 17 marzo. Le elezioni per il Consiglio della Shura, o Camera alta, inizieranno invece il 29 gennaio e finiranno l11 marzo. La prima seduta del Senato prevista per il 24 marzo. Le date stabilite sono in ritardo di una settimana rispetto alla tempistica proposta dalla Commissione elettorale la settimana scorsa, quando aveva indicato un arco di tempo dal 21 novembre al 4 marzo per tenere le elezioni. Il Consiglio supremo delle forze armate ha inoltre annunciato una nuova legge elettorale che stabilisce la distribuzione dei costituenti elettorali. In particolare, i due terzi dei seggi verranno assegnati ai partiti e un terzo a candidature individuali. LAssemblea del popolo avr 498 seggi, mentre il Consiglio della Shura sar composto da 270 rappresentanti. La legge dice che la met dei seggi in ogni Camera dovr essere occupata da lavoratori. Inoltre, ogni partito deve avere almeno un candidato di sesso femminile nella sua lista. Singoli candidati dovranno essere indipendenti e non fare parte di un partito politico una volta in Parlamento. In seguito alle elezioni parlamentari, un comitato sar incaricato di predisporre una nuova Costituzione per il Paese e avr circa sei mesi per completare il suo lavoro. Le elezioni presidenziali si svolgeranno dopo che sar redatta la nuova Costituzione. Intanto, il sesto attacco da febbraio contro il gasdotto che trasporta il gas egiziano in Israele e in Giordania ripropone la questione della sicurezza nella zona strategica del Sinai e conferma la situazione di incertezza interna in Egitto, anche dopo lannuncio delle date per le elezioni parlamentari.

Strage di bambini per una mina in Afghanistan


KABUL, 28. Sedici persone, compresi undici bambini, sono morte ieri in Afghanistan quando il piccolo autobus sul quale viaggiavano saltato su una mina piazzata sul ciglio di una strada nella provincia di Herat. I morti nellattentato appartenevano a un gruppo familiare di ritorno dallaver partecipato a una cerimonia nuziale. Lattentato, non rivendicato da nessuno, stato attribuito dalle autorit locali ai guerriglieri talebani. Si tratta di unarea in cui i gruppi estremisti sono molto attivi. Crediamo che siano loro i responsabili delluccisione dei civili, ha detto il portavoce della polizia di Herat, Noor Khan Neikzad. La provincia di Herat una delle pi colpite da questo tipo di attacchi che hanno come obiettivo le forze governative e quelle internazionali, ma che spesso provocano vittime civili. Altrettanto accaduto, sempre ieri, a Lashkargah, nella provincia meridionale di Helmand, dove lesplosione di unautobomba che aveva come obiettivo il quartier generale della polizia locale ha ucciso, oltre a tre poliziotti, due civili e ha ferito venti persone, per la maggior parte passanti. Un altro attentato simile a quello di ieri a Herat cera stato il 18 agosto scorso nel distretto di Obe, vicino a Shindand. Anche allora un autobus era saltato su una mina ed erano morti tutti i suoi 22 occupanti, in gran parte donne e bambini. Secondo le stime dellOnu, riportate dallagenzia di stampa France Presse, circa millecinquecento civili sono rimasti uccisi nei primi sei mesi del 2011 in azioni di guerra condotte in Afghanistan.

Colloqui tra Tunisia e Unione europea


TUNISI, 28. Si terr oggi a Tunisi il primo incontro della task force congiunta tra Tunisia e Unione europea a sostegno della transizione e della ricostruzione economica del Paese nordafricano. A presiedere i lavori saranno lAlto rappresentante Ue per la Politica estera e di Sicurezza comune, Catherine Ashton, e il primo ministro tunisino, Beji Cad Essebsi. Alla riunione prenderanno parte anche il commissario Ue alle Politiche di vicinato, Stefan Fuele, e il rappresentante speciale dei Ventisette per il Mediterraneo meridionale, Bernardino Leon. Lobiettivo dei colloqui informano le agenzia di stampa quello di sviluppare una serie di azioni concrete per fornire assistenza nellutilizzo dei beni che erano stati congelati, per rilanciare gli investimenti stranieri diretti nel Paese e per nuovi posti di lavoro. Lavvio delle trattative congiunte tra Tunisi e Bruxelles avviene a meno di un mese dalle elezioni per lAssemblea costituente, che si terranno il 23 ottobre. Su richiesta dello stesso Governo tunisino, la consultazione elettorale sar seguita con una missione speciale di osservatori dellUnione europea.

Proposta di condanna senza sanzioni per la Siria


DAMASCO, 28. I Paesi europei nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno proposto ieri una nuova bozza di risoluzione contro il regime siriano di Bashir Al Assad. Il documento, a differenza del precedente (bocciato da Russia e Cina), non prevede alcuna sanzione. Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo con il via libera degli Stati Uniti intendono chiedere limmediata fine di tutte le violenze in Siria. Le sanzioni sono solo minacciate nel caso in cui Damasco non risponda allappello della comunit internazionale. Due giorni fa a New York il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha esortato Pechino a sostenere una dura risoluzione per porre fine alle violenze in Siria. Sul terreno, la situazione si fa sempre pi tesa. Il numero dei siriani morti negli scontri arrivato a 2.700 da marzo scorso ha detto ieri il sottosegretario agli Affari politici delle Nazioni Unite, Lynn Pascoe, durante la riunione mensile del Consiglio di sicurezza Onu sulla situazione in Medio Oriente. Il fatto che la gente continui a cercare rifugio oltre i confini del Paese il riflesso dellaggravarsi della crisi politica e umanitaria ha aggiunto Lynn Pascoe. Secondo fonti degli attivisti, ieri sei civili sono stati uccisi a Homs nel corso di scontri. Altre tre vittime sono state segnalate fra il nord-ovest e il sud della Siria, durante alcuni raid delle forze governative. Una ventina di persone sono rimaste ferite nellincursione dellesercito siriano a Rastan, nella provincia siriana di Homs. Il Governo di Damasco attribuisce la responsabilit delle violenze a non meglio precisati gruppi armati di natura terroristica e infiltrati dallestero.

Lannuncio di Putin dopo la destituzione di Kudrin voluta da Medvedev

Siluanov nuovo ministro delle Finanze russo


MOSCA, 28. Il premier russo, Vladimir Putin, ha annunciato la nomina di Anton Siluanov come ministro delle Finanze ad interim al posto di Alexiei Kudrin, destituito dal Cremlino per contrasti sulla politica di bilancio. Siluanov era uno dei vice ministri dello stesso ministero. Putin ha inoltre reso noto che il vicepremier Igor Shuvalov subentrer a Kudrin nella supervisione dei dicasteri economici. Il capo del Governo ha precisato che naturalmente tutto stato concordato con il presidente Dmitri Medvedev e che si tratta di una decisione comune. Lex vice premier ed ex ministro delle Finanze Kudrin ha definito ben ponderate ed equilibrate le sue dichiarazioni sul rifiuto di partecipare a un nuovo Governo guidato da Medvedev, che gli sono costate le dimissioni. Lo riferiscono le agenzie di stampa Itar-Tass e Interfax. Kudrin ha svelato che lo scorso febbraio aveva gi discusso con il premier Putin il suo desiderio di dimettersi ma che le dimissioni furono considerate indesiderate, in particolare per la tensione causata dalla coincidenza dellapprovazione del bilancio con la campagna elettorale. Lex ministro delle Finanze ha spiegato cos il suo dissenso: Nonostante le mie numerose obiezioni, anche pubbliche, negli ultimi mesi sono state prese decisioni che aumentano sicuramente i rischi negli adempimenti del bilancio. Rischi, ha aggiunto, legati innanzitutto agli eccessivi impegni nei settori sociale e della difesa e che a suo avviso si sarebbero estesi inevitabilmente su tutta leconomia nazionale. Kudrin ha inoltre smentito lipotesi di mettersi alla guida del partito Causa Giusta definendolo un progetto artificioso che scredita lidea liberal-democratica.

Il presidente russo Medvedev e il primo ministro Putin (Ansa)

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LOSSERVATORE ROMANO
Il San Michele arcangelo di Guido Reni

gioved 29 settembre 2011

Una partita per vincere dallinizio alla fine


di MARCO AGOSTINI a cappella alla cui fondazione Michelangelo sovrintese direttamente, tra le quattro previste dal progetto della basilica, dedicata allarcangelo san Michele: memoria delloratorio intitolato gi dallVIII secolo nel portico che univa la rotonda di Santa Petronilla alla basilica e del pi antico santuario sulla via Salaria (V secolo). La decorazione in mosaico, marmi e stucchi, finita nel 1603, sviluppa il tema angelico: nella cupola la Gloria degli angeli, nei pennacchi i Padri e Dottori della Chiesa autori di opere sugli angeli, ancora Elia e langelo e Tobia e larcangelo Raffaele nelle lunette ai lati del finestrone che sovrasta laltare. Nel 1606 fu collocata qui la celebre Madonna dei palafrenieri o Madonna del serpe di Caravaggio commissionata dalla confraternita di SantAnna dei palafrenieri. Il dipinto vi rimase al massimo un mese, o forse solo pochi giorni, e fu sostituito da unAscensione di Jacopo Zucchi e, nel 1623, da un Crocifisso molto venerato. Nel 1627, anno successivo la consacrazione della basilica petriana, Urbano VIII dedic laltare a san Michele arcangelo. Sul fregio dellaltare corre lattestazione del privilegio Unum ex VII Altar. Fin dal XII secolo, infatti, i pellegrini che affluivano per venerare la tomba del Principe degli Apostoli tenevano in grande onore anche altri altari, per via dei corpi dei Santi che vi erano custoditi o per la loro dedicazione a un particolare Santo. Ci favor la dotazione degli altari di privilegi e indulgenze per i vivi e i morti. Lindividuazione del loro numero risale a XIII (1572Gregorio 1585); oltre a quello di San Michele privilegiati sono gli altari: della Madonna Gregoriana, della Beata Vergine della Colonna, dei Santi Frans Processo e Martiniano, di Santa Petronilla, dei Santi Simone e Giuda e di San Gregorio Magno. Pio XI con un decreto del 2 ottobre 1935 concesse nuove indulgenze connesse alla pratica del pio esercizio delle visite Septem altarium. Quella di San Michele fu la prima pala a essere eseguita a mosaico: Urbano VIII stesso laveva commissionata a Giuseppe Cesari, detto il Cavalier dArpino, e nel 1628 era sullaltare. La proliferazione dei mosaici in basilica era divenuta inarrestabile dopo che Gregorio XIII volle la cupola della Cappella Gregoriana rivestita di pittura in pietra (1578). Ma fu nella prima met del Settecento che listituzione, pensata da Michelangelo per la manutenzione delle ornamentazioni della basilica, cominci a occuparsi pi del perfezionamento delle tecniche e della sperimentazione di nuovi materiali che di conservazione e restauro. Linvenzione di uno smalto dagli effetti speciali origin quellaggiornamento che condusse al rifacimento di tutte le pale degli altari arrivando, in taluni casi, a mutare anche i soggetti. E cos avvenne che nel 1756-1758 la pala del Cavalier dArpino fosse tolta dallaltare e spedita a Macerata, per la cui cattedrale il segretario di Stato, cardinale Mario Compagnoni Marefoschi, laveva ottenuta da Papa Clemente XIV, ove ancora si sta. A San Pietro si prefer copiare a mosaico lArcangelo S. Michele che incatena Satana allinferno di Guido Reni, eseguito su ermisino, nel 1635, per la chiesa di Santa Maria della Concezione in Roma. Allelegante manierismo delloriginale del Cesari laggiornamento produsse lideale classico reniano di una copia. Liconografia michaelica, fin dallet paleocristiana, si svilupp secondo tre tipologie ispirate a testi della Sacra Scrittura che parlano dellArcangelo o che gli sono applicati dalla Liturgia. La pi antica tipologia lo rappresenta in qualit di principe degli strateghi celesti, nelle vesti di guerriero e difensore dellantico Israele e del nuovo, la Chiesa, secondo la visione di Daniele (10, 1321; 12,1), come vessillifero (mosaici di San Michele in Africisco e di SantApollinare in Classe a Ravenna, VI secolo; affresco della chiesa

inferiore di San Fermo Maggiore in Verona fine XI-XII secolo), o con la spada e il globo (mosaico di Santa Sofia a Istanbul, IX secolo; oreficerie della Basilica marciana di Venezia, X-XI secolo) o a fianco del Salvatore (affreschi dei Santi Giovanni e Paolo e di San Clemente a Roma, XI secolo; SantAngelo in formis a Capua, XII secolo). Un altro tipo iconografico deriva dallapplicazione a san Michele del testo di I Tessalonicesi (4,16) operato dalla Liturgia. Il responsorio della messa dei defunti implora che Cristo liberi le anime de poenis inferni et de profundo lacu de ore leonis e che il signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam. Michele chiamato alfiere che conduce le anime alla luce beata. Larcangelo raffigurato come il grande evocatore dei morti nel giorno della risurrezione e del giudizio finale, come pesatore delle anime con la bilancia della giustizia divina (Hans Memling, Giudizio Universale, 1467, Danzica) e loro guida come psicopompo. Il terzo tipo, diffuso in Oriente durante lalto medioevo e in Occidente in et carolingia e ottoniana, mostra lArcangelo come un guerriero, secondo le visioni dellApocalisse e la lettera di Giuda

Floris, La caduta degli angeli ribelli, particolare,

(9), in lotta contro gli angeli ribelli (Frans Floris, La caduta degli angeli ribelli, 1544, Anversa) o mentre soggioga il drago (Chiesa di San Pietro al Monte in Civate, XI secolo; porta bronzea della basilica di San Zeno in Verona, XI-XII secolo). A questo

quella forma che nellIdea mi son stabilita. Si trova anche lidea della bruttezza, ma questa lascio di spiegare nel demonio, perch lo sfuggo sin col pensiero, ne mi curo di tenerlo a mente. Le parole di Guido si riferiscono non solo al fatto pittorico, ma esprimono la fede del pittore e la sua fervida spiritualit. Limmediata popolarit che ebbe, e ha ancor oggi il dipinto, difficile da restituire con le parole: esso appare come emblema del bello ideale, manifesto del Ci che il pittore rappresenta classicismo cristiano, vessillo della sacralit e reli la continua lotta giosit del sublime formadi Dio che chiama allordine il cosmo le, vertice assoluto di intensit spirituale. Per la E si oppone al caos dellArfino alla vittoria dellAgnello sul drago bellezza divina dice di cangelo, Guido aver: ...riguardato in chiesa, e il 1636 anno in cui Giovan quella forma che nellIdea mi son stabilita, per J. J. Winckelmann Battista De Rossi ne fa unincisione. La composizione semplice e al La testa del suo S. Michele bella, contempo complessa, pervasa da ma non ideale (Dissertazione sul pouna nobile calma, calibrata con linee tere del sentimento del bello nellarte, perfettamente disegnate. Larcange- 1763), di contro a Winckelmann, L. lo, con la spada sguainata, in un Lanzi ritenne che Reni: sopra tutto movimento armonico e potente scen- volle distinguersi nella cura della de in diagonale da sinistra. Le ali bellezza, specialmente in teste giovaspiegate, non rappresentate per inte- nili, ove a giudizio di Mengs, super ro, conferiscono alla figura pi mae- ogni pennello (Storia pittorica dItast ancora. Le vesti della lia, 1789). Il pittore tocca qui vertici battaglia sono quelle non pi raggiunti di perfetta fusione sfolgoranti del trionfo: i tra idealit classica e moralit cristialoro colori ben accostati na. con tonalit chiare e Ci che il pittore rappresenta la preziose rilucono dar- lotta e la vittoria, allinizio e alla fine gento. Con la mano si- dei tempi, del Bene sul male, di Dio nistra san Michele im- che chiama allordine, al cosmo, e si pugna la catena con la oppone al caos in cielo e in terra, la quale soggioga Satana. lotta e la vittoria dellAgnello sul Nelleconomia del di- drago. Il capitolo 12 dellApocalisse pinto lo spazio riservato fornisce il contenuto dogmatico del allantico avversario, dipinto. Nel contesto del combattiraffigurato come uno mento del drago contro la donna dei giganti anguipedi vestita di sole, con la luna sotto i della mitologia classica suoi piedi e sul suo capo una corona con ali luciferine, esi- di dodici stelle e la sua discendenguo. Solo un momento za (1-6) preannunciato sin dalla creail pittore indugia sul zione (Genesi, 3,15), Scoppi una ghigno del volto e grande guerra nel cielo: Michele e i sullaspetto umano della suoi angeli combattevano contro il parte superiore del cor- drago (12,7). Michele, nella tradipo: la mostruosit del zione giudaica, il campione di resto accennata nel Dio, langelo tutelare della nazione groviglio della tenebra eletta che combatte in difesa di tra i bagliori infernali. Israele contro gli angeli delle naLArcangelo ne schiaccia zioni pagane e nel cristianesimo il 1554 col piede la testa preci- difensore della Chiesa. In ebraico il pitandolo allinferno. suo nome significa: Chi come Scrivendo a monsignor Massani, Dio?. Nel combattimento che conMaestro della Casa pontificia, il pit- tinua tra bene e male Cristo ha per tore racconta lopera cos: Vorrei alleati S. Michele e i suoi angeli, la aver avuto pennello angelico e forme Chiesa e i Santi; dalla parte opposta di Paradiso, per formar lArcangelo e sta Satana e i demoni e i loro alleati. Continuiamo a guardare il dipinto vederlo in cielo: ma io non ho potuto salir tantalto, e invano lho cerca- con gli occhi dellApocalisse: Vidi to in terra. S che ho riguardato in poi un angelo che scendeva dal cielo terzo tipo iconografico appartiene la pala di Guido Reni. LArcangelo san Michele che incatena Satana allinferno fu commissionato allartista, mentre era a Bologna, da Antonio Barberini, eletto Cardinale di SantOnofrio, patrono della chiesa e fratello di Papa Urbano VIII, per la chiesa di Santa Maria della Concezione e fu eseguito tra il 1630, anno della consacrazione della

Guido Reni, San Michele arcangelo incatena Satana (1638)

con la chiave dellAbisso e una gran catena in mano. Afferr il dragone, il serpente antico cio il diavolo, satana e lo incaten per mille anni; lo gett nellAbisso, ve lo rinchiuse e ne sigill la porta sopra di lui, perch non seducesse pi le nazioni (20,1-3). Il gesto dellArcangelo che calpesta la testa a Satana ripropone un elemento iconografico proprio dellImmacolata Concezione. Michele, come la Donna promessa da Genesi 3,15, schiaccia la testa del serpe, simbolo dellostilit tra la razza del serpe e quella della Donna, ostilit che oppone ciascun uomo al diavolo e alla sua razza. Il tema dellImmacolata Concezione, che schiaccia la testa del serpe del peccato originale, nel XVI secolo aveva creato una controversia fra coloro che ritenevano che fosse la Madonna a schiacciare il serpe e quelli che invece ritenevano che fosse la sua discendenza cio il Bambino. San Pio V nel 1569, chiar che lazione della Madonna era avvenuta con laiuto del Figlio. La Madonna dei palafrenieri di Caravaggio, che stette in questa cappella, rappresenta proprio

la precisazione dogmatica piana: in essa si vede il Bambino sovrapporre il piede sinistro a quello della Madre per uccidere il serpe. La sua rimozione imputabile allacceso realismo o poco decoro, ma non a errori dottrinali come talora si ipotizzato. S. Michele e i suoi angeli assistono anche noi nel nostro combattimento personale contro il male. Per tale ragione la Chiesa lo invoca ancora al termine della Messa: Sancte Michael Archangele defende nos in proelio contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Da ultimo limmagine di san Michele sullaltare ricorda una delle funzioni dellArcangelo: quella di presiedere al culto di adorazione che si rende a Dio. LOffertorio della Messa della festa, derivata dallApocalisse (8, 3-4), rammenta: Stetit Angelus iuxta aram templi, habens thuribulum aureum in manu sua, et data sunt ei incensa multa: et ascendit fumus aromatum in conspectu Dei e ammonisce circa latteggiamento di adorazione che deve caratterizzare la partecipazione alla celebrazione del Divin Sacrificio.

Si conclusa a Lucca la seconda edizione de I Teatri del Sacro

Lunica speranza la dismisura


di SILVIA GUIDI Il teatro un atto damore sproporzionato, come quello di una madre per il proprio figlio. Non si regge sul do ut des, non si ama per avere indietro; Andre Ruth Shammah ricorda con queste parole Emanuele Banterle, uno dei fondatori del Teatro degli Incamminati recentemente scomparso, ma la frase potrebbe benissimo essere usata per descrivere lultima edizione de I Teatri del Sacro appena conclusa a Lucca. Basta pensare a un regista che crede in ci che fa continua Shammah, anima del Teatro Parenti di Milano davanti una cucina Ikea, smascherando la vacuit pretenziosa di modi di dire diffusi come il mio lavoro su me stesso, dove tre parole su sei sono ripiegate sul soggetto; una frase che rende lo Spirito del Tempo di unepoca meglio di un trattato di sociologia, come il morettiano Faccio cose, vedo gente. Ho abbandonato si legge nelle note di regia del Combattimento la dolcezza e leleganza dei testi antichi, il silenzio ispiratore di piccole chiese affrescate e ho pensato: qual il luogo pi infido, meno accogliente oggi per un discorso spirituale? Una cucina Ikea. Pu una parola di verit, intrattabile, fastidiosa, risuonare dentro le misure ossessivamente stabilite di una casa moderna? Pu una luce diversa sfondare i soffitti e squarciare in verticale i nostri loculi residenziali?. Nel suo spettacolo, Berti si lascia invecchiare il viso dalle luci sul palco e rinchiudere dentro la promessa di pace a buon mercato di un monolocale superaccessoriato, cercando il varco di una lampada, figura del dialogo con una Presenza imprevista; lofferta semplice di un pezzo di pane e i gesti essenziali di Agnese Scotti gridano che siamo bisogno, che normale mangiare e cercare un compimento nel rapporto con cose o persone esterne al recinto dei nostri pensieri, allegramente incuranti delle briciole di pane sui pantaloni, mentre lallergia alla vita e lanoressia spirituale contemporanea prendono la forma di un manichino troppo attento allequilibrio della narrazione. Come se non fosse un uomo vivo, ma gi il suo libro. Dopo aver assestato con grazia un colpo di rasoio alla nostra passivit di spettatori (Un libro scriveva Franz Kafka devessere unascia per il mare ghiacciato che dentro di noi) Berti se ne va sfiorando la platea senza sforzo apparente non una metafora, sfiorando letteralmente la platea, ma meglio non descrivere pi in dettaglio il finale per non togliere il gusto agli spettatori di scoprirlo direttamente a teatro come un san Pietro che cammina sullacqua perch si dimenticato di avere paura. Un regista prende atto con amaro realismo Shammah potrebbe spendere mesi interi in qualcosa che dopo poco potrebbe non esistere pi. Perch questo non succeda, perch la vita dei 27 spettacoli in cartellone a Lucca non lasci dietro di s solo qualche bella foto di scena e una nutrita rassegna stampa, lavora lo staff de I Teatri del Sacro, un appuntamento che non solo un festival e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni come spiega il direttore artistico Fabrizio Fiaschini ma anche un corpo a corpo libero e sincero con le domande della fede, acceso dallazione drammatica. Cerchiamo di promuovere la circolazione degli spettacoli prodotti, valorizzando in particolare il patrimonio, troppo spesso ignorato, dei piccoli teatri e delle sale delle comunit che costellano lItalia. Una rete silenziosa che si snoda spesso attraverso paesi e citt di provincia, lontani dal richiamo prestigioso dei teatri metropolitani, ma proprio per questo forse pi capaci di riportare larte dello spettacolo sul confine che pi le proprio, il confine con la vita. A Lucca non sono mancati gli spettatori, e in molti hanno preso una settimana di ferie per seguire tutti, ma proprio tutti gli spettacoli in programma, accalcandosi allingresso degli spazi trasformati in palcoscenico con la stessa aspettativa ansiosa i posti a disposizione, per motivi di sicurezza, erano limitati che si respira di solito prima di un concerto rock. Non male per una rassegna dichiaratamente religiosa. Apparentemente uno scandalo continua Fiaschini ma in realt, a nostro avviso, un valore aggiunto di quel gioco mimetico, con cui luomo fin dallinfanzia cerca di conoscere se stesso e di incontrare gli altri.

Pu una luce diversa si chiede Alessandro Berti nello spettacolo presentato al festival sfondare i soffitti e squarciare in verticale i nostri loculi residenziali?
. Potrebbe spendere mesi interi in qualcosa che dopo poco potrebbe sparire e non esistere pi. Questa lunicit del teatro. E davvero di gratuit e dismisura damore ha bisogno il teatro per liberarsi dalle secche di quel narcisismo autoreferenziale che miete vittime in ogni settore dellarte e ne paralizza anche i pi ambiziosi slanci creativi; una patologia talmente diffusa da risultare invisibile, di cui si prende abilmente gioco Alessandro Berti nello spettacolo presentato a Lucca, Combattimento spirituale

La scenografia dello spettacolo Combattimento spirituale davanti a una cucina Ikea

gioved 29 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Un ricordo dellartista ungherese Imre Makovetz

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A colloquio con Miserachs Grau per il centenario del Pontificio Istituto di Musica Sacra

Senza radici non c architettura


di PAOLO PORTO GHESI

I canti liturgici mancano di universalit


di MARCELLO FILOTEI Lo stato di salute della musica liturgica precario. Luci e ombre, come sempre stato, racconta il preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, monsignor Valentn Miserachs Grau, commentando il volumetto, appena pubblicato, che racchiude alcuni interventi pronunciati durante il convegno che prima dellestate ha fatto il punto della situazione mentre ricorreva il centenario dellistituto. Da quando listituzione fu fondata da Pio x, infatti, le cose ovviamente sono molto cambiate. Quello che invece non cambia il ruolo di questa istituzione, chiamata a formare i futuri maestri di cappella. Lo facciamo e cerchiamo di farlo bene spiega Miserachs ma poi spesso questi non hanno uno sbocco. Quando gli allievi vengono mandati allistituto da un vescovo, per esempio, spesso trovano la possibilit di esercitare, ma capitato che anche degli studenti sostenuti con borsa di studio poi hanno avuto delle difficolt. argomento. Qual lo stato dellarte liturgica che emerso ? Ci sono in generale situazioni molto solide. Se ne avuto un esempio durante il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, dove si registrata una particolare attenzione nella scelta della musiche liturgiche eseguite. Poi c la situazione nei Paesi latini, in particolare in Italia, dove lo stato della musica liturgica non certo brillante, specie nelle parrocchie. Cosa andrebbe fatto, o meglio quale prassi bisognerebbe seguire? Quella indicata dal magistero, a partire dal motu proprio di Pio X Tra le sollecitudini, che fissa i principi generali, per arrivare al concilio Vaticano II, che assolutamente non ammette lattuale prassi arbitraria. Ma anche il chirografo di Giovanni Paolo II per il centenario del motu proprio, che chiarisce diversi aspetti in particolare sulluniversalit della musica liturgica, e la lettera di Benedetto XVI al cardinale Zenon Grocholewski, gran cancelliere del Pontificio Istituto di Musica Sacra, in occasione del centenario. Tutti questi documenti rilevano lopportunit di un progresso nel solco della tradizione e sottolineano anche la necessit di mantenere alto il livello artistico, anche se non fissano norme prescrittive. Ma cosa manca? Un collante, qualcosa di universale e condiviso che possa essere utilizzato da tutti. Questo poteva essere il canto gregoriano, che per stato troppo trascurato, sia come canto in s, sia come principio ispiratore del nuovo repertorio. Certo bisogna creare nuovi canti, ma devono farlo persone che conoscano larte e il mestiere. Invece in troppi hanno messo mano in questa produzione, anche facendo speculazioni economiche.

n tempi di globalizzazione e di omologazione culturale un architetto come Imre, profondamente ungherese, cio profondamente e appassionatamente legato alla propria terra e alle sue tradizioni, potrebbe sembrare un personaggio ancronistico. Macovecz stato invece un testimone tra i pi importanti nel campo dellarte di questo nostro tempo travagliato e contraddittorio e senza di lui un aspetto molto significativo della modernit sarebbe rimasto inespresso. Imre Makovecz inizia la sua carriera negli anni Sessanta, dopo i famosi fatti che vedono i carri armati sovietici sopprimere con la violenza la rivolta contro il regime. In principio lavora allinterno di uno studio collettivo, ma non segue lindirizzo, imposto dai sovietici, che privilegia la prefabbricazione e vede lespressione individuale come un pericolo da evitare. Coraggiosamente i suoi progetti si ispirano da una parte alla tradizione popolare, dallaltra allarchitettura organica e alle teorie steineriane. Nel 1975 realizza una cappella mortuaria che il manifesto di una architettura liberata dai dogmi del funzionalismo e capace di comunicare i valori della fede cristiana. Quando tenta di continuare questa ricerca nel centro culturale di Sarospatak, allinterno della riserva naturale del Pils, lestablishment politico si accorge del suo non allineamento, lo estromette dal suo gruppo di progettazione e gli ritira il permesso di esercitare la professione. Gli viene per accordata la possibilit di continuare a lavorare purch ci avvenga allinterno della riserva, e questa sorta di confino si rivela per larchitetto una straordinaria esperienza di vita. Lontano dalla citt, a contatto con la natura, Imre Makovetz scopre tutte le virtualit ancora inutilizzate della tecnica della costruzione in legno e nello stesso tempo orienta il suo pensiero verso la propria interiorit. In una situazione politica meno repressiva, nel 1984, Macovecz pu tornare a Budapest e fondare, con un drappello di giovani amici, il gruppo Makona. Esplode cos il fenomeno della architettura organica ungherese, un indirizzo che allinterno della post-modernit rifiuta il superficiale edonismo e lo sradicamento che domina nel mondo anglo-sassone per riscoprire le radici locali della architettura e il messaggio naturalistico dellArt Nouveau

le intensit al passato e al futuro da costruire ispira allarchitetto un linguaggio altamente simbolico che gli consente di comunicare sentimenti elementari e profondi come la solidariet, lamore e il rispetto per la terra, il piacere di stare insieme e di colloquiare. Esemplare, in questo senso, il villaggio di Kakasd, unione forzata di pi villaggi imposta dal regime sovietico in cui larchitettura invita al dialogo e allintesa attraverso il dialogo muto tra due torri diverse ma ravvicinate che alludono ai valori etnici delle due comunit. Dagli anni Ottanta in poi Makovecz costruisce centinaia di edifici e, nel 1992, con il padiglione ungherese nellExp di Siviglia raggiunge la notoriet internazionale. Nel 2000 luniversit romana della Sapienza gli concede la laurea honoris causa e mostre delle sue opere si aprono in tutto il mondo. Recentemente, per merito di Sandro Barbagallo viene invitato a offrire un dono a Benedetto XVI, uno splendido disegno per la cattedrale di Budapest, progetto purtroppo non accettato dalla diocesi. proprio nel campo della architettura religiosa che larte di Makovecz ha trovato il campo di espressione pi sentito e congeniale. Le chiese, cattoliche o protestanti, esprimono tutte una volont di rendere visibile la fede, di evocare levento sacro della Eucarestia con segni eloquenti che trasportino i fedeli nel cuore di un evento soprannaturale. Le forme della natura entrano direttamente nella definizione delle strutture e dei dettagli a volte preservando le ramificazioni dellalbero, quasi a esprimere la venerazione per questa espressione suprema della vita sospesa tra la terra e il cielo. Qualche volta larchitetto stato attaccato per linserimento nellim-

La chiesa di Paks (Ungheria)

maginario delle chiese di elementi tenebrosi, come avveniva del resto normalmente nella architettura romanica. La ragione di questo aspetto , come nel romanico, una ragione simbolica: tenebre e luce sono per Imre Makovecz realt inseparabili e la riduzione della fede alla celebrazione di un mondo idillico, senza contrasti, dove la comunit si isola ignorando le contraddizioni e le follie del mondo lasciato a se stesso fuori della porta voleva dire, per il suo modo di pensare, rinunciare alla sfida di migliorare la vita degli uomini e dimenticare linsegnamento cristiano. Il simbolo pi eloquente del lavoro di Makovecz rimane lalbero della mostra di Siviglia, un albero con la sua chioma ma con le radici scoperte ed evidenti. Come per dire che senza radici, senza linsegnamento del passato, il futuro non pu essere che un impoverimento, un inaridimento dellumanit.

Quindi circolano numerosi vostri ex allievi che animano la liturgia? S e sono molto bravi, ci sono delle isole felici dove si sono formate scuole di musica e si lavora bene, ma nel tessuto enorme delle parrocchie la situazione molto diversa. L difficile arrivare, i gruppi giovanili sono tanti e nessuno vuol sentire quella che sarebbe la sana prassi musicale della Chiesa, ognuno vuole fare di testa propria e i parroci si devono accontentare. In realt i nostri allievi non riescono a modificare il panorama generale, sono uneccezione, cos come le scuole che si aprono in certe cattedrali, o alcuni festival organistici. Bisognerebbe muoversi continuamente per vedere cosa succede nelle chiese, ma se dobbiamo giudicare dalle messe che vengono trasmesse in televisione c di che scoraggiarsi. Nel convegno organizzato per il centenario si affrontato anche questo
Luca Della Robbia, formelle della Cantoria di Santa Maria del Fiore, 1431 circa

Le sculture di Bizhan Bassiri alla Biennale di Venezia

Quando lispirazione cade dal cielo


di SANDRO BARBAGALLO Tra le pi eleganti e pi suggestive mostre collaterali alla Biennale di Venezia da segnalare quella di Bizhan Bassiri (1954). Lartista di origine persiana approdato a Roma nel 1975 e in Italia ha cercato e trovato la propria identit. Curioso interprete della materia, ha sperimentato cartapesta, acciaio, bronzo, elementi lavici e persino elaborazioni fotografiche. Nel 1984 scrive Il pensiero magmatico e nel 1986 firma il proprio Manifesto del pensiero magmatico. La rassegna veneziana presenta al pubblico sculture di vari periodi, in acciaio e bronzo ricoperto da patine nere, che si confrontano con alcuni magnifici esemplari di scultura antica in marmo bianco. La scelta del luogo espositivo, il Museo Archeologico Nazionale di Venezia, non casuale, perch ha permesso a Bassiri di allestire una sequenza di installazioni in cui passato e presente, antico e moderno, fossero in stretto dialogo tra loro. Un acuto e puntuale saggio sembra ispirare anche il ciclo di opere esposte a Venezia sotto il titolo onnicomprensivo de La caduta delle meteoriti (catalogo a cura di Bruno Cor, Milano, Skira, 2011, pagine 256, euro 45) Limponente gruppo di tali opere nato a cielo aperto intorno allatelier di Bassiri in Toscana. Un luogo magico, dove si disegnano le geometrie delle terre senesi e le desolate colline da paesaggio lunare. Forse si deve a quella scenografia laustera solennit di queste forme che, nella collocazione museale, sembra abbiano scoperto la propria sede definitiva. Visitando la mostra nelle sale del Museo Archeologico, oltre allimpostazione impeccabile, se ne apprezza la segreta armonia. Niente stride, nulla gridato, come accade in certi allestimenti pacchiani che purtroppo hanno dato notoriet, in negativo, alla Biennale di questanno. Cosa si apprezza di pi in queste sale? Collocandosi al centro di uninstallazione si possono ammirare antichi manufatti, inseriti in specchi solari non riflettenti, usati solo come emanazione di luce. Una luce particolare che nasce dallabrasione del supporto metallico. Ma anche loccasione per poter ammirare una testa di Atena senza elmo (inizi del IV secolo prima dellera cristiana) e due piccole statue, forse le pi importanti della Collezione del cardinale Domenico Grimani. Trattasi di una Kore e di una Demetra (fine del V secolo prima dellera cristiana) armoniose e sensuali. Ma procedendo lungo il percorso della rassegna non si pu non riflettere sulla segreta metafora che sottende la scultura di Bassiri quando usa il termine magmatismo. Forse egli ci vuol dire che la creativit dellartista, la sua energia vitale, nel tempo si trasforma ma non si esaurisce. Analizzando poi la sua tecnica si avr una risposta illuminante allapparente mistero del suo processo creativo. Abbiamo gi accennato che Bassiri si serve di blocchi naturali di magma lavico raffreddato, raccolto sulle pendici del Vesuvio. Con interventi minimi lartista ricava da queste pietre un suo esercito privato di anonimi personaggi che proprio perch senza storia n identit, si trasformano in malinconici simulacri. Non sono neanche veri e propri mostri, ma sicuramente apdi noi sembrato scoprire la forma di un volto o di un animale guardando il cielo? Cos pu accadere osservando la scultura di Bassiri, un patrimonio di immagini da scoprire. La mostra veneziana ci conferma una naturale attitudine dellartista persiano a creare immagini proteiformi, da cui linconscio potr elaborare un proprio prontuario. Vari sono gli itinerari da percorrere e da scoprire, alcuni evocano antichi Perch, e questo non va mai dimenticato, si deve al potere dellautenticit di una scultura la capacit di ridefinire, o meglio reinventare, uno spazio. Bassiri aveva gi visualizzato, nella propria mente, allinizio degli anni Ottanta, un suo progetto poetico-plastico, nato come una folgorazione durante un sopralluogo nellarea flegrea. Successivamente, spintosi fino alle pendici del Vesuvio, immagin il ciclo intitolato Evaporazioni (1994), due delle quali sono presenti nella mostra veneziana. Bassiri ha evocato dunque Evaporazioni, Specchi solari (1988), Dadi della sorte (1990), Spade (1998), Meteoriti (1986), ma anche bizzarre figure come Serpi mercuriali (1996), Centauri (1993), Porte dellInferno (1988). Una sorta di campionario di archetipi plastici da poter inserire al momento opportuno in quelli che lartista chiama paesaggi della mente. Ci sembra opportuno citare a questo proposito lincipit del Manifesto del pensiero magmatico: Trovandomi per la prima volta sul cratere, ho sentito la condizione magmatica come fosse il sangue che circolava nelle vene e il cervello nella sua condizione creativa. Lambizioso progetto espositivo concepito da Bassiri per Venezia ha voluto mettere in relazione numerosi cicli di opere, concepite a distanza di secoli, anche grazie allimmedesimazione appassionata di Michela Sediari, direttrice del museo. Con questa sofisticata e molto cerebrale rassegna, Bassiri dimostra di essere un interprete della grande tradizione orientale, con le sue radici oniriche e immaginifiche. Al tempo stesso per ci segnala che nessuna attivit, pi dellarte, si pu ribellare al caos di oggi. Perch larte pu attraversare indenne il fuoco della tragedia, ricreando quellarmonia e quellequilibrio a cui lanimo umano aspira.

Imre Makovetz con Benedetto

XVI

il 4 luglio scorso

che aveva trovato in Ungheria, allinizio del secolo interpreti del calibro di Kos Karoly e Odon Lechner. Abbiamo bisogno scriveva Makovecz nel 1985 nellEuropa dellEst di un nuovo e libero destino. Abbiamo bisogno di una nuova vita che incorpori le nostre tradizioni e la nostra storia per fare ci che necessario per la nostra sopravvivenza in Europa. Le nostre case suggeriscono una antica atmosfera, talvolta tenebrosa. Le voci del popolo, da lungo tempo interrotte possono essere udite dalle mura, le nostre cupole ci sovrastano come il cielo. I motivi dellarte popolare del nostro disperso gruppo etnico ritornano in strutture tridimensionali. I nostri antenati, cacciati dalle nostre coscienze, ora ritornano per parlarci, per aiutarci a costruire ci in cui crediamo, per appartenere a questo luogo. Questa filosofia, rivolta con egua-

Lartista persiano si serve di blocchi naturali di magma lavico raffreddato raccolto sulle pendici del Vesuvio e ne ricava Erme contemporanee
di Bruno Cor accompagna inoltre il percorso di questa mostra. Bassiri si presenta come uno scultore del tutto originale, nel panorama dellarte contemporanea. Forse ci dovuto al suo pensiero filosofico, secondo il quale larte paragonabile al sole e, come il sole, vulcanicamente inarrestabile. Lartista paragona anche lopera darte alla caduta accidentale di una meteorite che, dal cosmo, si materializza sulla terra. Il senso di sorpresa e di stupore del creatore

Alcune delle opere di Bizhan Bassiri esposte a Venezia

partengono allimmaginario dellartista, poich creandoli Bassiri li ha riconosciuti e chiamati Erme (1996). Forse non un caso che nellallestimento veneziano le Erme, meticolosamente ricoperte di grafite nera, siano speculari ai busti di marmo bianco, greci e romani. Per quanto riguarda poi lelemento ritrattistico, sia per le Erme che per le Nuvole o per le Lave, si attiva il fattore immaginifico della casualit. Quante volte a ognuno

dei, altri leggende dimenticate, ma sempre la sensibilit dellosservatore sar allertata. Un esempio per tutti, le pietre del Vesuvio si trasformano a seconda del punto di vista. Possono essere terrorizzanti o rasserenanti, diventare prototipi di certa scultura di oggi o esempi di armonia di canoni classici, possono suggerire magie nate dal caso o dalla sovrapposizione di unimmagine antica con una assolutamente inedita.

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LOSSERVATORE ROMANO

gioved 29 settembre 2011

gioved 29 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO

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Le radici del futuro


di MARCO BELLIZI I cattolici italiani hanno costruito il terreno dove si sono impiantate le radici dellunit del Paese, fornendo alla Nazione lidentit che ancora oggi, in misura particolarmente evidente sulla scena internazionale, viene appunto riconosciuta come oggettivamente cattolica. Un legame quello fra lo Stato unitario e la Chiesa che si rafforzato grazie alla distinzione delle rispettive sfere di competenza e che si rinnova in un cammino comune verso un futuro da costruire su basi ancora pi solide. Oggi, compito comune della Chiesa e dello Stato educare alla riscoperta di quei valori che hanno fatto lidentit italiana, strumento necessario in un panorama globale di crisi, non solo economica e finanziaria. questa la sintesi e, insieme, lo scenario di fondo degli interventi che hanno animato lincontro La Chiesa, lo Stato, le Regioni e lUnit dItalia, organizzato dallAmbasciata dItalia presso la Santa Sede, nellambito delle celebrazioni per i 150 anni dallunificazione. Levento ospitato dallambasciatore Francesco Maria Greco e suggellato da unesecuzione del coro della Cappella Sistina, diretto dal maestro Massimo Palombella ha fornito, cos come in altre occasioni nel corso di questanno, la possibilit di riscoprire la storia di un popolo, sfogliando virtualmente un album di ricordi storici e pagando il giusto tributo a quanti, nonostante retorica e luoghi comuni, lItalia lhanno fatta e continuano a farla, magari pensando al futuro, elevandosi rispetto allimmediata contingenza politica. Questa festa per lItalia ha voluto essere loccasione per riconoscere, in maniera aconfessionale e senza laicismi, che la Chiesa, nel passato come in questo momento di difficolt identitaria e di rapporto fra cittadini e Stato, sta aiutando il Paese ha detto lambasciatore Greco. Nella consapevolezza di questo ruolo innegabile del cattolicesimo, a Palazzo Borromeo marted sera sono convenute alte cariche dello Stato e autorevoli rappresentanti della Santa Sede. Nel cortile dello storico edificio di viale delle Belle Arti erano infatti seduti il presidente del Senato italiano, Renato Schifani, alcuni rappresentanti del Governo, esponenti politici e e i presidenti delle Conferenze episcopali regionali. Allincontro hanno preso la parola il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni italiane, Vasco Errani. Dei loro interventi pubblichiamo ampi stralci in queste pagine. Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, nel suo discorso non previsto nel programma, ha poi affrontato alcuni temi che lattualit impone allattenzione dello Stato e della Chiesa: fra questi la difesa della libert religiosa nel mondo, l dove essa messa in discussione sia attraverso atti concreti di violenza sia attraverso la negazione alla fede di uno spazio pubblico nelle democrazie occidentali: Le battaglie ha detto il ministro contro la pena di morte, che hanno visto idealit laiche e cattoliche combattere insieme, quelle per un ambiente sostenibile, contro la povert, sono solo alcuni esempi di convergenza fra Stato italiano e Santa Sede sul fronte internazionale, esempi in cui parliamo di diritti assoluti delle persone, non negoziabili in base a egoismi o convenienze. Frattini ha ricordato lazione sinergica svolta per difendere la libert di esporre il crocifisso in luoghi pubblici, riconosciuta infine dalla Corte europea dei Diritti dellUomo. E ha concluso: Con questa iniziativa, lItalia ha difeso la sua storia: che quella di un Paese aperto e tollerante, in cui lesibizione del simbolo del cristianesimo, punto di riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini ed elemento fondante dellidentit nazionale ed europea, rappresenta un messaggio di apertura, di rispetto, di amore per gli altri.

Lintervento del sostituto della Segreteria di Stato allincontro La Chiesa, lo Stato, le Regioni e lUnit dItalia organizzato nellambito delle celebrazioni per i 150 anni dellunificazione

I cattolici che fanno lItalia


di GIOVANNI ANGELO BECCIU

Francesco dAssisi, Subiaco, affresco del

XIII

secolo

l 150 anniversario dellUnit dItalia celebra felicemente la costituzione dello Stato unitario italiano, avvenuta in un preciso momento della nostra storia comune. Daltra parte, questa stessa celebrazione lascia ben intuire come lItalia, con il suo bagaglio di lingua, religione, costumi ed espressioni artistiche, fosse gi da tempo presente sul proscenio della storia. Nel suo messaggio a Sua Eccellenza lonorevole Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, Papa Benedetto XVI ha ricordato, tra laltro, che la nazione italiana, come comunit di persone unite dalla lingua, dalla cultura, dai sentimenti di una medesima appartenenza, seppure nella pluralit di comunit politiche articolate sulla penisola, comincia a formarsi nellet medievale. Negli anni immediatamente precedenti lanniversario che stiamo festeggiando, si invocata una celebrazione corale del centocinquantenario dellunit nazionale, cui contribuisse anche la Chiesa cattolica. Tutti siamo stati testimoni che tale concorso si effettivamente verificato, con soddisfazione delle diverse parti coinvolte. Cinquantanni fa, in occasione del centenario dellUnit dItalia, lonorevole Amintore Fanfani, presidente del Consiglio dei Ministri, fu ricevuto in visita ufficiale dal beato Papa Giovanni XXIII ed ebbe con lui un lungo e affabilissimo colloquio (quaranta minuti, sottolinea la cronaca ufficiale). Questanno, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, si recato al Quirinale per

consegnare a Sua Eccellenza lonorevole Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana, il messaggio di Sua Santit. Il Santo Padre, poi, accogliendo linvito del qui presente eminentissimo cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha presieduto nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore la Preghiera per lItalia. La stessa Chiesa in Italia ha messo a disposizione le proprie energie con convinzione per confermare, sia collegialmente, sia nelle singole diocesi, la vitalit di quello spirito di leale collaborazione per la promozione delluomo e per il bene di tutto il Paese che caratterizza la relazione Chiesa - comunit politica in Italia. Il messaggio pontificio del 17 marzo ha ricordato i pilastri del Concordato lateranense del 1929 e dellAccordo di revisione del 1984, quali manifeste espressioni del dialogo tra Santa Sede e Italia, come anche, inscindibilmente, della collaborazione tra Chiesa e comunit politica, nella concordia e nella cooperazione, a favore della persona e del bene comune. Mi sia permesso, a tale proposito, di ricordare un aspetto che spesso rimane sottotraccia. Esso riguarda un debito di riconoscenza che tutti abbiamo verso le intelligenze e le professionalit che, da entrambe le parti, si sono spese nella edificazione della statuizione pattizia, lhanno fatta conoscere con studi e commenti, e ancora contribuiscono a realizzarne le implicazioni, per esempio a livello di accordi tra regioni civili ed ecclesiastiche. Non li nomino, ne dimenticherei certamente qualcuno, li

ringrazio tuttavia tutti, e di cuore. Auspico, poi, che il bagaglio di conoscenze sin qui accumulato nellambito del diritto pattizio, sia trasmesso alle giovani generazioni di studiosi e trovi ancora adeguata attenzione allinterno delle alte istituzioni accademiche, sia ecclesiastiche, sia civili. Lesperienza italiana certamente peculiare. Roma sede del successore di Pietro ed il centro della cattolicit. Lesperienza italiana pu condividere con altri Paesi e con grande profitto le acquisizioni maturate a proposito della relazione Chiesa-Stato, nella distinzione degli ambiti e nella proficua collaborazione reciproca. Nel citato messaggio pontificio sono menzionate anche le figure di grandi laici ed ecclesiastici che hanno dato un apporto fondamentale alla formazione dellidentit italiana o hanno contribuito col pensiero e lazione allunit del Paese. Ad essi vorrei oggi associare il ricordo di coloro che, allontanandosi dallItalia, non hanno mai perso, n hanno voluto abbandonare lidentit nazionale. Alcuni sono andati allestero per necessit, altri per scelta, ed altri ancora per vocazione. Nella mia personale esperienza ho incontrato in vari Paesi del mondo imprenditori, professionisti, operai, come anche sacerdoti e persone consacrate italiane a servizio dei propri connazionali. E che dire dei numerosissimi missionari e missionarie italiani che arrivano quasi a farsi adottare dalle popolazioni al cui servizio hanno dedicato la vita? Tutti costoro sono figli della storia dItalia, di questa nazione e di questa comunit politica. Certamen-

te lAmbasciatore Greco, che cos amabilmente ci ospita questa sera, potr convenire con me che se le virt teologali che risplendono in tali testimoni sono state formate dalla grazia di Dio e dallopera della Chiesa, tuttavia le virt umane, linventiva, la generosit, direi anche limprenditorialit di quegli italiani sono state forgiate dallambito familiare e sociale di provenienza. I missionari e le missionarie italiani, lo

posso testimoniare, si immergono nelle culture differenti dalla propria con estremo rispetto e attenzione, e vi infondono, con la grande cordialit e generosit che li distingue, il proprio contributo umano e cristiano e con esso la parte migliore del genio tipico della cultura italiana. Vorrei, poi, accennare alluso della lingua italiana, veicolo e contrassegno dellunit del Paese. Le universit pontificie e gli altri istituti di for-

Anima e cultura di un popolo unito


di ANGELO BAGNASCO speranza comune e determinazione convinta che il felice anniversario susciti un nuovo innamoramento dellessere italiani. Tale auspicio, non essendo una semplice emozione, richiede di confidare in una relazione sempre pi virtuosa tra la Chiesa e lo Stato, allinsegna di quel principio di sussidiariet che fu anche terminologicamente coniato da un grande pontefice italiano (Pio XI, Quadragesimo Anno, 81), il quale nellepoca delle ideologie totalitarie volle ribadire ci che rende possibile la convivenza in una nazione moderna e complessa. Il contributo decisivo dei cattolici allunit dellItalia ormai riconosciuto da storici ed uomini di cultura dei pi diversi orientamenti, confermati in questa convinzione dallessere la Chiesa una presenza quasi molecolare che si identifica con lanima profonda del nostro popolo. Ci spiega, ad esempio, lintuizione immortalata gi nel 1848 da Alessandro Manzoni, per il quale c qualcosa che precede la richiesta delle forme statuali unite, e che lessere lItalia Una darme, di lingua, daltare/Di memorie, di sangue, di cor (Marzo 1821). Proprio questa precedenza dellItalia rispetto allo Stato unitario conferma una convinzione che quella per cui non lo Stato come tale a essere allorigine di un popolo, ma il sentire profondo nei confronti della vita, degli altri, del mondo. In una parola, il patrimonio valoriale e culturale che delinea un comune destino e sprigiona il senso di comune appartenenza. Su questo tema la Chiesa cattolica ha avuto e continua ad avere una parola quanto mai significativa, il Vangelo. Attorno al Vangelo, come noto, si formato e si alimenta quel pensare di fondo e quel sentire umanistico che ispira lethos popolare, vera anima della nazione. Significativamente, nel suo recente discorso al parlamento tedesco, Benedetto XVI ha descritto il rapporto tra il diritto e la giustizia e con ci implicitamente il rapporto tra lo Stato e altre istanze non statali dicendo che: Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realt culturali allo stato di sottoculture, essa riduce luomo, anzi, minaccia la sua umanit. Nel nostro Paese la Chiesa ha sempre rappresentato, e ancor oggi viene riconosciuta, come un fattore di umanizzazione senza del quale il panorama sociale e culturale, oltre che spirituale, sarebbe ben diverso. An-

che il recente Congresso eucaristico di Ancona ha reso pi evidente che c un legame sottile e pervasivo tra la fede e la responsabilit per linsieme sociale, e che un certo affievolimento della fede finisce per procedere di pari passo con il venir meno di una autentica sensibilit per il bene comune. Le difficili congiunture strutturali che ci si augura possano essere affrontate con vigore ed efficacia non sono superabili dunque senza far riferimento a un investimento pi profondo e di lungo periodo perch lunit del Paese, ieri come oggi, si realizza solo attorno al retto vivere. La religione in genere, e in Italia le comunit cristiane in particolare, sono state e vogliono esser fermento nella pasta, accanto alla gente; sono prossimit di condivisione e di speranza evangelica, sorgente generatrice del senso ultimo della vita, memoria permanente di valori morali. questo patrimonio vissuto e arricchito dalla testimonianza silenziosa di innumerevoli persone che d vita ad un popolo che cresce e resiste come anima dinamica dello Stato. Certo la religione non pu essere mai ridotta a religione civile, e tuttavia sono innegabili le sue ricadute nella vita pubblica e nello scenario di una societ aperta. In questa gigantesca ed entusiasmante opera educativa la Chiesa non far mai mancare il suo contributo in continuit con la sua storia millenaria, consapevole di contribuire alla costruzione del bene comune. I recenti Orientamenti pastorali, che puntano per lintero decennio alleducare come banco di prova della maturit del nostro popolo, stanno a dire il rinnovato impegno della comunit cristiana, ben consapevole che lannuncio del Vangelo il miglior antidoto a certo individualismo che mette a dura prova la coesistenza e il raggiungimento del bene comune. Educare alla vita buona del Vangelo si inserisce nel cammino di sempre che rappresenta un intreccio fecondo di evangelizzazione e di cultura, di valori umani e insieme cristiani, che consentiranno di uscire dal tunnel di quella cultura del nulla, vagamente radicaleggiante, che lanticamera di una diffusa tristezza. Siamo ormai messi di fronte ad una situazione seria e grave, la cui severit richiede di correggere abitudini e stili di vita. Se non si riesce a far emergere le condizioni per un patto intergenerazionale che metta i giovani nei pensieri e nel cuore degli adulti, sar veramente difficile aprirsi al futuro, atteso il crollo demografico, la cui portata etica e sociale stata troppo a lungo disattesa.

In tale contesto necessario riconoscere sempre pi e valorizzare la vasta rete del volontariato sociale cattolico. In particolare, ogni soggetto che contribuisce ad alimentare e se occorre a difendere la cultura profonda del nostro popolo, merita ogni concreta attenzione e lungimiranza, nella consapevolezza che il venir meno significherebbe linaridire dellanima che d coesione ed ispirazione, che genera il presente e affronta il futuro, e che alimenta il vivere insieme e lo stesso senso dello Stato. Unultima parola a proposito dellunit dItalia vorrei riservarla alla questione delle Regioni. La sussidiariet parte integrante del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, che ha sempre articolato la sua riflessione sullo Stato a partire da due principi complementari: la solidariet e la sussidiariet, appunto. Mentre il primo ha avuto facile ascolto anche se non sempre fedele applicazione, laltro invece ha incontrato ritardi nella comprensione e nellattuazione pratica. Ci si deve anche a una ipoteca statalista che ha

sacrificato sullaltare della centralizzazione il necessario articolarsi. Il nostro Paese guarda con attenzione ad un federalismo solidale, innanzitutto come espressione di quella unit di destino e di appartenenza che ormai patrimonio irrinunciabile, radicato ed amato. Nello stesso tempo, guarda al federalismo come risposta ad una societ sempre pi segnata dalla globalizzazione, da vivere e gestire come un valore positivo per tutti. Ci peraltro intercetta una risorsa tipicamente italiana che beninteso va declinata allinterno di un rapporto chiaro di diritti e di doveri, di modo che si possano portare i pesi gli uni degli altri, ma senza che alcuni debbano solo pagare ed altri solo beneficiare. La sussidiariet rappresenta una forma di solidariet in senso verticale perch consente condivisione a partire dalle possibilit di ciascuna realt regionale, garantisce una maggiore aderenza al vissuto, e una pi efficace mobilitazione delle energie presenti ovunque. Le Regioni, dunque, non devono essere viste come un modo surrettizio per tornare a forme preunita-

rie di campanilismi anacronistici, ma devono garantire una vicinanza pi efficace ed efficiente dello Stato al territorio. Questa la ragione e la misura di quella prospettiva riformista che ha avviato un ripensamento dello Stato a partire dagli anni 90 e che oggi suggerisce di essere non subta, ma interpretata in modo positivo e responsabile da parte di tutti. Potrebbe essere questa una strada per restituire alla nostra amata Patria il suo originario volto di luogo di incontro di sensibilit e tradizioni differenti, pur dentro un chiaro e inequivocabile orientamento culturale che si identifica con quelle radici cristiane, di cui ci sentiamo tutti destinatari e inseparabilmente responsabili. La Chiesa, che vive e si incarna nelle innumerevoli comunit cristiane sparse sulla Penisola, continuer ad offrire il suo storico contributo a favore di tutti, a partire dal senso di lealt allo Stato e di coltivazione permanente di quellumanesimo plenario che trova nel Vangelo la sua linfa perenne.

Francesco Hayez, Ritratto di Alessandro Manzoni, 1841

mazione religiosa sparsi sul territorio hanno svolto un ruolo significativo per far conoscere questa lingua nel mondo, accanto ai sempre pi frequenti interscambi culturali delle istituzioni scolastiche e universitarie con i rispettivi omologhi allestero. Quanti sacerdoti, religiose e laici sono passati per Roma e per lItalia e, tornando ai propri Paesi, hanno recato con s non solo la conoscenza della lingua, ma anche e soprattutto la stima e lapprezzamento per il nostro Paese, oltre alla nostalgia per le bellezze artistiche e culturali dellItalia! Non dobbiamo poi dimenticare che il numerosissimo gregge cattolico sparso nel mondo guarda a Roma e dunque allItalia con istintiva simpatia, con affetto e con senso di comune partecipazione, perch essa la sede del successore di Pietro. Tutti loro possono a buon diritto sentirsi a casa nella Citt eterna e, in qualche modo, ripetere con orgoglio, in quanto cattolici, laffermazione civis Romanus sum. Si tratta, a mio giudizio, di un dato non privo di rilevanza per la posizione dellItalia nel contesto della comunit internazionale. Ritornando al messaggio di Papa Benedetto XVI, desidero infine sottolineare come in esso il Santo Padre accenni con riconoscenza alla collaborazione preziosa che lo Stato italiano ha offerto e continua ad offrire alla Sede Apostolica. In questo specifico contesto, vorrei attestare una particolare forma di cooperazione che, per essere quotidiana e talora informale, potr sembrare meno rilevante ai fini delle grandi pagine della storia, ma si rivela spesso di vitale importanza. Mi riferisco alla collaborazione, rispettosa, istituzionale, ma anche fraterna e disinteressata, che si instaura nei vari Paesi del mondo tra le rappresentanze pontificie e le ambasciate italiane, a beneficio delle popolazioni locali. Si sia trattato del rilascio di un visto, come di concordare ben pi importanti interventi di carattere umanitario, ho sempre incontrato attenta disponibilit e generosa professionalit negli ambasciatori, nei consoli e nel perso-

Missionaria italiana in Africa

nale delle ambasciate italiane. Mi pare doveroso ricordare in questo contesto, loperazione umanitaria compiuta circa un anno fa in soccorso dei cristiani di Baghdad rimasti vittime, il 31 ottobre 2010, di un sanguinoso attacco terroristico proprio mentre stavano celebrando lEucaristia. In quella occasione, grazie allaiuto offerto dal Governo italiano e alla collaborazione del policlinico Gemelli, si poterono prestare cure adeguate a persone e famiglie particolarmente provate. Avviandomi alla conclusione, con animo grato elevo al Signore la mia preghiera per questa Italia, che festeggia i 150 anni della sua unit politica, e per il suo popolo, al quale pure appartengo, e chiedo a Dio, per tutti e ciascuno, la luce della fede e laiuto al perseverante impegno per la libert, la giustizia e la pace, affinch tutti, persone ed istituzioni, possiamo essere allaltezza del compito che la Provvidenza ci ha riservato.

I nuovi patrioti
di VASCO ERRANI i attendono sfide complesse e importanti imposte da un mondo che negli ultimi anni profondamente cambiato, che ha spazzato via confini cui eravamo abituati, limiti che pongono alluomo grandi interrogativi e che, globalizzandosi, ha creato nuove ricchezze e nuove povert. Temi che potremo affrontare alla luce di una consapevolezza pi matura della democrazia: bisogna allontanare dalla politica il calice del fanatismo. il fanatismo, sempre e comunque, che inquina il pozzo della democrazia. Benedetto XVI parlando di fronte al Parlamento tedesco ha ricordato che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali in gioco la dignit delluomo, il principio maggioritario non basta. Ebbene oggi, in questo mondo trasformato, ci troviamo di fronte a molte questioni che riguardano nuovamente il tema della dignit e della tutela delle persone: penso alla grande questione del lavoro a partire dalle nuove generazioni, al tema dellinclusione a partire dai pi deboli e del corretto rapporto con la natura, al diritto alleducazione. Si tratta di grandi problemi che possibile affrontare solo allinsegna del dialogo pi aperto, sia interculturale che interreligioso. Promuovendo un forte rinnovamento etico, parlando un linguaggio di verit, come ha affermato il presidente Giorgio Napolitano chiedendo ai giovani del Meeting di portare nellimpegno politico le loro motivazioni spirituali. La prima sfida quella dellinclusione. LItalia ha nel proprio DNA i cromosomi della coesione sociale, dellunit nazionale, dellaccoglienza: rifiutarli in nome di un rinnovato egoismo territoriale significherebbe negare le proprie radici e chiudere la porta al futuro. Va sviluppata invece lidentit di una comunit nazionale, che proponga una idea ricca di accoglienza e promuova un rilancio e un rinnovamento dellEuropa e del suo modello sociale mettendo al centro prima di tutto la dignit della persona e i suoi diritti e doveri. Il secondo tema che offro come spunto di riflessione il recupero del concetto di Citt delluomo che oggi, come ha sottolineato Benedetto XVI in Germania, si rinnova nel rispetto che dobbiamo alla natura, alla terra. Ci non solo per i limiti che abbiamo, ma anche perch la terra porta in s la propria dignit e noi dobbiamo seguire le sue indicazioni. Le Regioni, che qui ho lonore di rappresentare, sono uno dei soggetti costitutivi della Repubblica e vogliono concorrere a rendere pi unito e pi bello il nostro Paese. Lunit nella variet ci che fa la bellezza diceva Antonio Rosmini dunque la bellezza per lItalia. Il terzo e ultimo tema su cui voglio soffermarmi quello dellistruzione e delleducazione, capisaldi delle identit culturali e territoriali. Il cardinale Caffarra a noi lo ha

Compagni di viaggio in cammino


di GIANNI LETTA on ho la pretesa, n tanto meno la presunzione di rubare il mestiere agli storici e non mi attarder perci a rievocare le astiose e ormai lo ha ricordato il cardinale Bagnasco superate polemiche: se cio il Risorgimento si sia sviluppato o no contro la Chiesa, contro il Papa; se i cattolici siano stati o no parte determinante nel processo unitario. Mi chiedo, per: sarebbe stato possibile tutto questo, se il cammino verso lunit non avesse potuto poggiare oltre che su elementi ormai condivisi, come la lingua italiana e come il grande patrimonio culturale sul cemento rappresentato dalla fede cattolica, dallappartenenza alla Chiesa? E, a maggior ragione, se la coscienza unitaria non avesse potuto consolidarsi grazie a quel sentimento religioso, spirituale, che da sempre accomunava tutti, ricchi e poveri, analfabeti e istruiti, Nord e Sud, e, forse nel loro intimo, anche Cavour e Garibaldi? La risposta, a ben guardare, viene proprio da quanto accaduto nel periodo successivo alla fondazione dello Stato unitario. In quel periodo drammatico e convulso e, pi tardi, nellancor pi drammatico e convulso dopoguerra la nuova Italia trov un aiuto decisivo proprio da parte del mondo cattolico. Non solo nel favorire lespandersi del sentimento e della vita unitaria, nel supplirne le carenze, ma nel sostenerne concretamente la crescita: e questo, soprattutto, attraverso uno straordinario dinamismo nella sfera sociale che contribu potentemente a fare gli italiani. Ci fu una proliferazione di istituzioni, di opere, di iniziative, soprattutto assistenziali e persino per quanti emigravano. Basti pensare ai Santi della Carit, don Bosco, il Cottolengo, Cafasso. E, malgrado il non expedit, si svilupp anche un forte pensiero politico,

New York. Emigranti italiani sullo Staten Island Ferry, 1968 (Publifoto)

che nellimmediato fece maturare un impegno sempre pi responsabile dei cattolici nella vita sociale, e, anni dopo, caduto il veto, porter don Luigi Sturzo a fondare il Partito popolare. Ovvio e naturale che con tutti i problemi ancora sul tappeto e tutte le ferite ancora aperte, perdurasse, e a lungo, la contrapposizione fra Stato e Chiesa. Il contrasto fu forte a livello istituzionale. E proprio per questo, per la sua visibilit, dette talvolta limpressione che ci fossero due Italie, luna contro laltra, lItalia laica e lItalia papalina. Ma la contrapposizione era pi di vertice che di base e and progressivamente e naturalmente componendosi nel sentimento generale, nella societ, e specialmente nel popolo. Qui, lItalia era una sola. Anche il cattolicesimo aveva ormai dimensioni e caratteristiche completamente italiane, era entrato via via nelle istituzioni civili. C unimmagine che, senza retorica, pu rappresentare visivamente come vivessero assieme, e come collaborassero, i due cosiddetti poteri: limmagine di tutti i Paesi della nuova Italia dove i punti di riferimento erano, per tutti, la stazione dei carabinieri e la canonica del parroco. Ecco perch in quei due versi manzoniani: Una darma, di lingua, daltare, Di memorie, di sangue e di cor..., c simbolicamente il senso profondo dellevento che celebriamo, e dellincontro di oggi. Un incontro reso particolarmente significativo dalla contemporanea presenza dei presidenti delle Regioni italiane e delle Conferenze episcopali regionali. Come dire che lintera nazione oggi qui rappresentata nella sua articolazione territoriale, sia istituzionale che spirituale. Lultima tappa, quella di oggi, del cammino che lo Stato italiano e la Chiesa cattolica hanno percorso assieme, anche per ricordare assieme i 150 anni del momento fondativo dellItalia contemporanea. Gi lo scorso anno, il 20 settembre, il

segretario di Stato vaticano era intervenuto al 140 anniversario della presa di Porta Pia. Questanno poi, nel giorno della ricorrenza, il 17 marzo, c stato il nobilissimo messaggio di Benedetto XVI al presidente Giorgio Napolitano; la messa del cardinale Bagnasco in S. Maria degli Angeli, alla presenza dei vertici istituzionali e dei rappresentanti di tutte le parti politiche. E infine, il 26 maggio, la preghiera per lItalia, che il Santo Padre ha presieduto in Santa Maria Maggiore insieme con tutti i vescovi italiani. Un cammino insieme. Quasi, il cammino di due compagni di viaggio, riconciliati dopo che le ferite risorgimentali si erano rimarginate. Anche se ci son voluti sessantanni e quattro Pontefici, prima che la Questione romana trovasse finalmente la sua soluzione nei Patti Lateranensi. Pi tardi, per il centenario dellUnit, Giovanni XXIII, di fronte al presidente del Consiglio Fanfani, sottoline la rinnovata vicinanza tra le due rive del Tevere (lespressione cos cara a Giovanni Spadolini). Pochi mesi prima di diventare Papa, il cardinale Giovanni Battista Montini, in un famoso discorso in Campidoglio, parl della Provvidenza che, disse, quasi giocando drammaticamente con gli eventi, aveva ingannato tutti, credenti e non credenti, togliendo al papato le cure del potere temporale perch meglio potesse adempiere la sua missione spirituale nel mondo. Nel febbraio del 1984, c stato lAccordo di Revisione del Concordato lateranense, che ha segnato il passaggio a una nuova fase di rapporti tra Stato e Chiesa in Italia, come ha sottolineato lo stesso Benedetto XVI nel messaggio inviato per il centocinquantesimo al presidente della Repubblica. LAccordo, che ha contribuito largamente alla delineazione di quella sana laicit che denota lo Stato italiano e il suo ordinamento giuridico, ha evidenziato i due principi supremi

che sono chiamati a presiedere alle relazioni tra Chiesa e comunit politica: quello della distinzione di ambiti e quello della collaborazione. Una collaborazione motivata dal fatto che, come ha insegnato il concilio Vaticano II, entrambe, cio la Chiesa e la comunit politica, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane. Mi piace per ricordare anche le parole di apertura di quellaltissimo messaggio. Il Risorgimento costitu il naturale sbocco di uno sviluppo identitario nazionale. Iniziato molto tempo prima. In effetti, la nazione italiana, come comunit di persone unite dalla lingua, dalla cultura, dai sentimenti di una medesima appartenenza, comincia a formarsi nellet medievale. Il cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione di questa identit. Viene da pensare per fare solo un esempio a Francesco dAssisi che, in una continuit ininterrotta, ci porta fino al monito sul rinnovamento etico della politica che ancora una volta Benedetto XVI ha rivolto, domenica scorsa, a tutti i governanti dalla sua terra di Germania. Anche qui trovando piena e immediata sintonia con lItalia, come ha immediatamente sottolineato il presidente della Repubblica nel messaggio rivoltogli nel momento in cui tornava in Italia. Una coincidenza non solo temporale che rende pi forte il significato dellincontro di oggi, in questa sede prestigiosa. E rinnova lauspicio che la collaborazione tra Chiesa e Stato continui e si approfondisca, specialmente nelle diverse realt locali, in questo momento difficile per il mondo intero e per lItalia in particolare. La celebrazione dei 150 anni, fatta qui, insieme, sia un richiamo e un monito per tutti: anzitutto un monito morale, e, nello stesso tempo, linvito e lincitamento a perseguire insieme, costantemente, il bene comune.

spesso ricordato: Ogni generazione di figli ha bisogno di sapere la sua origine, di accedere alla dignit di uomini liberi, di condividerla dentro una comunit di persone. Ora non c dubbio che nel formare coscienze autorevoli, e nella costruzione dellunit dellItalia, il cattolicesimo ha svolto una funzione essenziale. E questo un valore per tutti. Cos come non c dubbio che listruzione, leducazione e la partecipazione consapevole e diffusa sono il perno su cui far ruotare lo sviluppo di una democrazia matura. La conoscenza largine con cui contrastare moderne ed antiche forme di autoritarismo e di manipolazione delle coscienze, come diceva don Lorenzo Milani. LItalia ha una grande storia e la cultura italiana ha costruito il nostro Paese, la nostra identit, prima, molto prima della politica. Oggi la Chiesa, le Regioni, lo Stato, le agenzie educative, la famiglia, la scuola possono fare molto per ricostruire significati e speranze. Chi come me e come i miei colleghi governa delle comunit reali, chi sul territorio sperimenta concretamente il principio di sussidiariet attraverso il volontariato, il terzo settore, lassociazionismo, sperimenta lapporto peculiare delle comunit di fede e di quella cattolica in modo particolare nella formazione delle coscienze. di questo lavoro di formazione e di ricostruzione di una etica e di una forte identit nazionale che oggi ha bisogno il Paese, guardando con fiducia al futuro, senza cedere allindifferenza, peso morto della storia. Rispondendo alla emergenza educativa e ad unaltra, non meno grave, che investe gli educatori. Perch noi vediamo troppo spesso letica scambiata per il successo ad ogni costo. Si tratta quindi di cambiare la gerarchia dei valori tra lessere e lavere ed anche lo stesso modello dei consumi, mettendo al centro i fondamenti valoriali che hanno ispirato la parte prima della Costituzione e che devono realizzarsi nella vita concreta della persona, della famiglia e delle istituzioni. Dobbiamo allora avere il coraggio e la voglia di avventurarci in un nuovo umanesimo fondato su unetica dellagire, su un terreno di coesione sociale in cui si riconosca sia chi chiamato a responsabilit di governo, sia i cittadini. Occorre un sussulto di responsabilit, riscoprendo termini che sembravano desueti come patrioti: voglio fare solo un riferimento alle tante persone che oggi dicono no alla mafia, allusura, alla corruzione, che rifiutano lomert, la connivenza. In questi nuovi patrioti dobbiamo riconoscerci, di queste persone il IV cinquantennio dellunit dItalia avr molto bisogno, specie nei suoi primi mesi che ci apprestiamo a vivere. Nuovi patrioti come don Pino Puglisi, che ci spronano e che continuano a ripeterci che non possiamo mai considerarci gi arrivati, si riparte ogni volta, con umilt, per poi presentare quanto stato costruito e poter dire: s, ho fatto del mio meglio.

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LOSSERVATORE ROMANO
Appello ecumenico in Messico ai giudici della Corte suprema

gioved 29 settembre 2011

I presuli boliviani sugli scontri al termine di una marcia in difesa della riserva indigena

Per salvare le leggi che difendono la vita


CITT DEL MESSICO, 28. Lo attesta la scienza prima ancora della fede. La vita umana comincia, ed soggetto di diritti, sin del momento del concepimento. Per questo va difesa in ogni sua fase. Anche con le leggi. questo, in sintesi, il contenuto dellappello che le principali confessioni cristiane del Messico hanno diffuso alla vigilia di un importante pronunciamento della Corte suprema di giustizia della nazione, chiamata in queste ore a decidere sulla costituzionalit delle leggi che, in alcuni Stati messicani, proteggono la vita umana sin dal suo albore. Siamo certi che i membri della suprema corte terranno conto degli altissimi valori che la maggior parte del popolo messicano professa. Anche perch, al contrario, le leggi che minacciano la vita e che vengono camuffate come diritti avranno il solo effetto di accentuare la gi debole situazione sociale in cui oggi viviamo e che si traduce in violenza e insicurezza, con la perdita di vite umane. Lappello dal titolo La vita, dono prezioso che dobbiamo proteggere stato firmato da rappresentanti cattolici, ortodossi, protestanti e pentecostali; in particolare, per la Chiesa cattolica dal cardinale arcivescovo di Mxico, Norberto Rivera Carrera, e dal vescovo ausiliare di Texcoco, Vctor Ren Rodrguez Gmez, segretario generale dellepiscopato messicano. La vita viene sottolineato una questione di importanza rilevante per tutti i messicani e in particolare per le confessioni cristiane, nella convinzione che lessere umano una persona sin dal momento del suo concepimento e quindi, soggetto di diritti. Un dato di fatto inconfutabile, attestato scientificamente. Per questo le leggi e i trattati internazionali cercano di proteggere e salvaguardare la dignit della persona nelle sue diverse fasi. In questo senso, le Chiese cristiane auspicano che i giudici della Corte suprema non abroghino quanto previsto nelle Costituzioni degli Stati di Saint Luis Potos e di Baja California. In questi, come in altri sedici Stati messicani anche a seguito della depenalizzazione dellaborto avvenuta nel 2007 nel distretto di Citt del Messico sono infatti state approvate norme che difendono la vita. E a queste leggi si riferisce il ricorso per incostituzionalit presentato dal giudice Jos Fernando Franco Gonzlez-Salas, che ritiene la normativa a tutela della vita pregiudizievole nei confronti della dignit e i diritti fondamentali delle donne, in particolare della loro libert riproduttiva. Il pronunciamento della Corte suprema atteso con grande apprensione anche dallUnin de Voluntades, che riunisce oltre centoquaranta organizzazioni pro-life messicane e che nei giorni scorsi ha invitato tutti i cittadini a scrivere agli alti magistrati per impedire che laborto diventi obbligatorio in tutto il Paese. Anche perch, come ancora una volta ha ribadito il cardinale Rivera Carrera, laborto non mai una soluzione. Mentre dovere di tutti aiutare le donne che si trovano ad affrontare una gravidanza difficile ad accettare il dono della maternit.

La violenza nega la dignit delle persone


LA PAZ, 28. A poche ore dal messaggio pubblico diffuso dalla Conferenza episcopale boliviana che condannava gli incidenti avvenuti a Yacumo durante la marcia degli indigeni, il presidente e capo del Governo, Evo Morales, ha deciso si sospendere il progetto di costruzione della strada attraverso il Territorio indigeno parco nazionale Isiboro Secure, Tipnis, la pi grande riserva forestale del Paese. Il presidente ha definito imperdonabile la violenta repressione messa in atto luned dalla polizia contro i manifestanti. Il progetto ha assicurato Morales rester sospeso finch non si realizzer una consultazione popolare. Il presidente ha proposto inoltre la creazione di una commissione dinchiesta sui fatti di domenica scorsa a Yacumo, declinando ogni responsabilit circa lintervento della polizia alla marcia indigena: lanci di lacrimogeni e violenze che hanno sollevato unondata di proteste e provocato le dimissioni del ministro della Difesa, Cecilia Chacon. La Chiesa boliviana si era detta profondamente rammaricata per la violenza esercitata dalle forze di polizia contro i partecipanti alla marcia. Condanniamo si legge in un comunicato dei vescovi dal titolo La violencia niega la dignidad de las per-

sonas le azioni di intervento e di repressione contro i fratelli della marcia che, secondo le informazioni ricevute dai nostri operatori pastorali della zona e dalle versioni che hanno fornito i mezzi di comunicazione, sono avvenute quando essi erano del tutto indifesi. La marcia (durata quarantadue giorni) aveva avuto inizio il 17 agosto, coinvolgendo circa millecinquecento indigeni. I vescovi avevano

esortato le autorit a garantire i diritti della popolazione locale. Siamo addolorati per il numero dei feriti e per la situazione di coloro che sono stati arrestati e chiediamo alle autorit responsabili di garantire i diritti fondamentali di queste persone. La violenza non risolve i problemi. Il dialogo onesto conclude il comunicato lunica via possibile per garantire soluzioni pacifiche e durature per il bene di tutti.

Messaggio della Conferenza episcopale canadese

In vista dellapprovazione del nuovo codice forestale

I giovani sale della Chiesa


TORONTO, 28. Sulla scia dellAnno internazionale della giovent, proclamato dallassemblea generale delle Nazioni Unite (2010-2011), e della Giornata mondiale della giovent 2011, tenutasi a Madrid lo scorso agosto, la Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale canadese (Cccb) ha inviato un messaggio di speranza e di incoraggiamento a tutti i giovani cattolici esortandoli a impegnarsi, in nome della propria fede, a costruire un mondo pi giusto e pi felice. I presuli hanno ringraziato e si sono congratulati con i giovani canadesi per il loro impegno, la loro generosit e la loro perseveranza nello svolgere questa missione nei diversi settori della societ, soprattutto allinizio di un nuovo anno scolastico. In effetti si legge nel messaggio della Conferenza episcopale la Chiesa cattolica condivide la ricerca universale della felicit e della pace per tutta lumanit e sostiene tutte le persone e i gruppi che si adoperano quotidianamente per combattere la povert, le malattie, le ingiustizie, le disuguaglianze, le violazioni dei diritti umani e il degrado ambientale. Questa testimonianza di solidariet, la Chiesa cattolica la attinge dallamore di Dio per lumanit che Ges Cristo ci ha rivelato. Secondo i presuli, questo messaggio anche loccasione per dare voce ai giovani e consentire loro di testimoniare le motivazioni interiori del loro impegno nel mondo in nome della loro fede in Ges Cristo. Lassemblea generale delle Nazioni Unite ha ricordato la Conferenza episcopale ha proclamato il 2010-2011 come lanno internazionale della giovent: dialogo e comprensione reciproca al fine di coinvolgere i giovani al raggiungimento degli obiettivi del Millennio per lo sviluppo. Questo annuncio, cos come la celebrazione della Giornata mondiale della giovent di Madrid, sono stati due episodi salienti e significativi per tutti i giovani del mondo. Sulla scia di questi importanti eventi, la Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale canadese vuole spronare e incoraggiare i giovani cattolici a impegnarsi in nome della fede, a costruire un mondo pi giusto e felice. Di fronte alle molteplici sfide quotidiane proseguono i vescovi canadesi potete essere tentati di scoraggiarvi e di rifugiarvi nel vostro proprio conforto. Eppure la Bibbia una fonte costante di incoraggiamento soprattutto nei momenti pi difficili della vita. In passato, abbiamo assistito ad alcuni esempi di lotte contro lingiustizia tra i profeti dellAntico Testamento, come Giovanni Battista. Ricordando le parole del Papa rivolte ai giovani durante la Giornata mondiale della giovent di Madrid sulle doti, le qualit, i sogni e le ricchezze dei giovani, la Conferenza episcopale canadese ha sottolineato che in un mondo in gran parte concentrato sul consumismo, sullaccumulo di ricchezze materiali e sul guadagno monetario, sta diventando sempre pi importante ricordare i valori quali la semplicit, la condivisione e la giustizia in nome del Vangelo, e ha avvertito che in Occidente la cultura corrente tende a escludere Dio o a considerare la fede come un fatto privato, senza alcuna rilevanza per la vita sociale. Pertanto, i presuli invitano tutti i giovani cattolici a essere testimoni dellamore di Cristo per il mondo, rendendo testimonianza nelle comunit cristiane, nelle istituzioni educative e in altri luoghi pertinenti al fine di informare e di sensibilizzare gli altri giovani sulle sfide pi importanti del mondo doggi alla luce della dottrina sociale della Chiesa. Pertanto concludono ringraziamo anticipatamente tutti coloro che collaboreranno alla promozione del coinvolgimento dei giovani nellambito della giustizia sociale.

I vescovi del Brasile e la salvaguardia dellambiente


BRASLIA, 28. Il nuovo codice forestale del Brasile deve essere pensato per la nostra generazione, ma anche e soprattutto per le generazioni future. Deve essere improntato agli ineludibili criteri della giustizia e delletica, fondamenti della convivenza e del bene comune. Lo sottolineano i vescovi della Conferenza nazionale del Brasile (Cnbb) riferendosi alla legge di riforma del codice forestale approvata dalla Camera dei deputati del Parlamento federale nel maggio scorso e che potrebbe diventare definitiva a breve con la firma del presidente della repubblica. Presso la sede nazionale della Cnbb, a Braslia, si svolta una cerimonia promossa dalla Commissione della silvicultura e dello sviluppo sostenibile nata di recente in seno alla Cnbb: stato piantato un piccolo albero, quale simbolo di vita e di pace. Il cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente della Cnbb, ha sottolineato lattenzione dei presuli ai lavoratori della terra e alla salvaguardia dellambiente . Vogliamo ha detto che il nuovo codice sia in linea con le esigenze dei piccoli agricoltori e con la tutela del creato che va custodito nella sua integrit e bellezza. Il segretario generale della Cnbb, monsignor Leonardo Ulrich Steiner, nel suggerire alcune proposte da inserire nel testo del nuovo codice forestale ha detto che esso deve garantire in modo efficace la conservazione e luso sostenibile delle foreste in tutto il Brasile; venire incontro in modo nuovo e dignitoso alle famiglie degli agricoltori e alle popolazioni indigene; rispettare il processo tecnico-scientifico e garantire il recupero delle aree forestali depredate illegalmente; evitare disastri ambientali; combattere la cultura dellimpunit; contribuire allapprovvigionamento di acqua di buona qualit per le citt e combattere con sistematicit il disboscamento illegale. La riflessione della Cnbb sul nuovo codice importante ha concluso il presule per sensibilizzare i politici sulle preoccupazioni e sulle attese del popolo brasiliano. Non in gioco la sopravvivenza ma il vivere in modo equilibrato e responsabile. Insieme con quello dei presuli si moltiplicano, intanto, gli appelli di solidariet con gli attivisti indigeni che in questi giorni in tutto il Brasile stanno dando vita a cortei e manifestazioni, nel tentativo di difendere il polmone verde del pianeta. La legge infatti continua a innescare critiche.

La Segreteria di Stato comunica con dolore che, nella mattinata di marted 27 settembre, deceduto il

Commendatore

Convegno del World Council of Churches sui problemi etici legati allalterazione dellecosistema

GINO FALCONETTI
gi scrittore della Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato
Ricordandolo con affetto, i Superiori e tutto il Personale della Segreteria di Stato si uniscono nella preghiera di suffragio per leterna pace del compianto defunto ed esprimono commossa partecipazione al lutto dei suoi familiari.

Troppe popolazioni vittime dei cambiamenti climatici


GINEVRA, 28. I cambiamenti climatici producono un forte impatto non solo sul ciclo della natura ma anche sulla vita delle comunit umane pi vulnerabili la cui sopravvivenza dipende in gran parte dallecosistema: quanto stato sottolineato nel corso del convegno Bridging the gap: Faith and Ethics Perspectives, tenutosi nei giorni scorsi in Svizzera presso la sede del World Council of Churches (Wcc). Lincontro stato organizzato dal Geneva Interfaith Forum on Climate Change, Enviroment and Human Rights insieme alla sezione tedesca del Forum sui diritti umani e alla United Evangelical Mission. In apertura dellincontro, Nafisa DSouza, esperta indiana dei problemi sociali collegati ai cambiamenti climatici e direttrice del Laya Resource Centre in Andhra Pradesh, ha svolto una relazione sul ruolo delle organizzazioni religiose presso le istituzioni internazionali nel proporre i problemi delle piccole comunit rurali che vivono ai margini del mondo industrializzato. Queste comunit ha sottolineato subiscono molto pi delle altre le conseguenze dei cambiamenti climatici e chiedono che a loro venga riconosciuto il diritto a vivere in un ambiente dove siano rispettate le leggi della natura. Per DSouza quanto noi abbiamo preso dallambiente stato paradossalmente usato per distruggere una parte dello stesso. Questo problema ha un aspetto etico poich implica la responsabilit di noi tutti verso il creato. In un mondo dove si manifestano gravi squilibri di potere, i gruppi religiosi richiamano lattenzione dei forum internazionali sulle conseguenze che lo sviluppo economico ha sullambiente e sugli squilibri che colpiscono le comunit non protette. Sulle prospettive future, lesperta indiana ottimista sul ruolo che le organizzazioni religiose hanno nella promozione dei diritti delle comunit rurali nel complesso dibattito sui cambiamenti climatici. Le nostre organizzazioni ha dichiarato riaffermano i legami tra la sfera religiosa e il contesto etico. Esse sono parte di quel movimento schierato a difesa dellambiente e per il rispetto dei diritti delle comunit che da questo pi dipendono. In un altro intervento, Guillermo Keber, esperto del Wcc sulle conseguenze sociali dei cambiamenti climatici, ha affermato che le organizzazioni religiose sono pienamente consapevoli dei vari aspetti etici e sociali che comportano in questo mondo le variazioni del clima. Spesso sono gli stessi missionari ad essere i diretti testimoni di quanto avviene nelle piccole comunit che dipendono grandemente dallecosistema. Queste popolazioni, che sono quelle che meno hanno contribuito allinquinamento, una delle cause dei cambiamenti climatici, sono le pi esposte alle loro conseguenze. Ci ci spinge a riflettere sulla perdurante ingiustizia nella ripartizione delle risorse. In altre relazioni, sono state sottolineate le istanze di quelle popolazioni che hanno dovuto lasciare i loro luoghi dorigine a causa dei cambiamenti climatici e che ora vivono in un permanente stato di disagio e di emarginazione non integrandosi nel nuovo contesto. Una sintesi dei risultati della riunione di Ginevra verr fatta in occasione della United Nations Framework Convention on Climate Change, in programma a Durban, in Sudafrica, dal 28 novembre al 9 dicembre.

gioved 29 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Sussidio della Congregazione per il Clero per confessori e direttori spirituali Primi passi del cardinale Scola a Milano

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Se il sacerdote un buon penitente


di CELSO MORGA IRUZUBIETA* Vedo albeggiare una nuova epoca missionaria che diventer giorno radioso e ricco di frutti, se tutti i cristiani e, in particolare, i missionari e le giovani Chiese risponderanno con generosit e santit agli appelli e sfide del nostro tempo (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 92). Questa fu lintuizione di chi vide in lontananza un futuro di speranza, radioso e ricco di frutti, soprattutto per le giovani Chiese. Il sussidio per i confessori e i direttori spirituali della Congregazione per il Clero vuole estendere tale auspicio a tutta la Chiesa, affinch i sacerdoti tendano efficacemente alla santit come servi sempre pi validi al servizio di tutto il Popolo di Dio, mediante limpiego di quei mezzi efficaci che la Chiesa di tutti i tempi ha raccomandato e raccomanda per loro (Il Sacerdote ministro della misericordia divina. Sussidio per confessori e direttori spirituali, Citt del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011, pagine 72, euro 8). In particolare, il sussidio raccomandata laccoglienza e la pratica a livello personale e poi lamministrazione del sacramento della penitenza unitamente alla direzione spirituale, sempre in rapporto con lEucaristia. La Congregazione per il Clero offre a tutti i sacerdoti come frutto dellAnno sacerdotale, sulla scia dellesempio del santo Curato dArs e di tanti sacerdoti santi, questo sussidio per i confessori e i direttori spirituali. Vorrei incoraggiare ogni sacerdote a leggerlo e a meditarlo sia come ministro del sacramento del perdono e sia come penitente e bisognoso di perdono; sia come consigliere spirituale e sia come beneficiario umile e responsabile dellaltrui consiglio spirituale. Il sacerdote ha bisogno di ricevere il sacramento del perdono; ha bisogno di non trascurarlo consapevolmente. Se qualcuno nella Chiesa chiamato a configurarsi interamente a Cristo affinch la salvezza operata da Lui possa arrivare efficacemente a tutti, questi proprio il sacerdote. Se costui riceve con frutto il sacramento del perdono, sar certamente, a sua volta, docile strumento per amministrarlo fruttuosamente. Se il sacerdote un buon penitente, sar un buon ministro del sacramento della riconciliazione. Se si lascia umilmente e responsabilmente guidare per le vie dello Spirito, normalmente sar lui stesso un buon consigliere per gli altri. Percorrere in prima persona la strada della direzione spirituale una scuola eccellente per operare in favore degli altri come saggio consigliere. Oggi tutti i fedeli sacerdoti, consacrati, laici hanno urgente bisogno di unattenzione pastorale il pi possibile personalizzata. Chi cerca di vivere il tempo presente in Cristo si trova in una situazione che sembra riflettere la descrizione che Paolo fa della condizione degli apostoli: tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi (2 Corinzi, 4, 8-9). Il sussidio non vuol essere un trattato teologico sul sacramento della riconciliazione o sulla direzione spirituale, ma, alla base di questo lavoro, alleggia una verit teologica fondamentale: la Chiesa sacramento primordiale di Cristo Ges. La missione di Cristo operante oggi nella Chiesa e attraverso la Chiesa. Cristo stesso, buon pastore, attualizza costantemente, nella Chiesa e attraverso la Chiesa, il mistero della redenzione. Come scrive espressivamente il beato Isacco, abate del monastero della Stella, applicando questa verit direttamente al sacramento del perdono, due sono le cose che sono riservate a Dio solo: lonore della confessione e il potere della remissione. A Dio solo infatti spetta rimettere i peccati e perci a Lui ci si deve confessare. Ma lO nnipotente, avendo preso in Sposa una debole e lEccelso una di bassa condizione, da schiava ne ha fatto una regina e colei che gli stava sotto i piedi la pose al suo fianco. Usc infatti dal suo costato, dove la fidanz a s. E come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, essendo una cosa sola per natura, cos lo Sposo ha dato tutte le cose sue alla Sposa, e lo Sposo ha condiviso tutto quello che era della Sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre. E conclude quindi labate della Stella: Perci nulla pu rimettere la Chiesa senza Cristo e Cristo non vuol rine esercitato con lo spirito di Cristo lascia sempre nel cuore limpronta della gioia pasquale e della letizia nella speranza (cfr. Romani, 12, 12). Il sussidio si confronta con una realt complessa e, allo stesso tempo, semplice: la persona umana, il fedele concreto che deve essere formato in Cristo. La confessione sacramentale e il consiglio spirituale sispira sempre al mistero di Cristo, alla luce del quale si decifra il mistero delluomo (cfr. Gaudium et spes, 22). Il cammino della vita spirituale, proprio perch cammino di ricerca ed esperienza vissuta della verit, del bene e della bellezza, intessuto dellarmonia fra intelligenza, affettivit, volont e memoria. Per questo la formazione si esprime in una certa fermezza danimo, nel saper prendere decisioni ponderate e nel retto modo di giudicare uomini ed eventi (cfr. Optatam totius, 11). In tutto il processo bisogna tener conto del rapporto fra la grazia e la natura, includendo laiuto che possono prestare, soprattutto in talune circostanze, le scienze umane. A tal proposito sarebbe utile seguire quei documenti della Chiesa che presentano sia lopportunit, che le condizioni, con cui possono essere usate. Con il beato Giovanni Paolo II, questo sussidio desidera rendere omaggio allinnumerevole schiera di confessori santi e quasi sempre anonimi, ai quali dovuta la salvezza di tante anime, da loro aiutate nella conversione, nella lotta contro il peccato e le tentazioni, nel progresso spirituale e, in definitiva, nella santificazione. Non esito a dire che anche i grandi santi canonizzati sono generalmente usciti da quei confessionali e, con i santi, il patrimonio spirituale della Chiesa e la stessa fioritura di una civilt, permeata di spirito cristiano! Onore, dunque, a questo silenzioso esercito di nostri confratelli, che hanno ben servito e servono ogni giorno la causa della riconciliazione mediante il ministero della penitenza sacramentale (Reconciliatio et paenitentia, 29). *Vescovo segretario della Congregazione per il Clero

La novit di Cristo investe la totalit della vita


MILANO, 28. Senza la carit il Vangelo sarebbe solo uninsieme di norme. Solo una sterile dottrina. stata dedicata al mondo della gratuit, al volontariato, la prima uscita del cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, dopo lingresso solenne in Duomo di domenica 25. Siete gli alfieri del gratuito, ha affermato il porporato incontrando ieri sera, presso lIstituto Sacra Famiglia, a Cesano Boscone, i rappresentanti di quanti nel territorio ambrosiano lavorano a sostegno delle persone pi deboli. Si trattato del primo dei quattro appuntamenti gli altri nei prossimi giorni riguarderanno la cultura, il lavoro e le istituzioni voluti da Scola per inaugurare la conoscenza della diocesi di Milano. Protagonisti della serata sono stati gli operatori delle organizzazioni no profit. Il cardinale ha ascoltato le loro testimonianze e le problematiche con cui si ritrovano a lavorare. A loro il cardinale si rivolto chiedendo: Cosa sarebbe il Vangelo senza questa dedizione quotidiana di amore?. Sarebbe lettera morta. Non sarebbe credibile ma pura dottrina. Scola ha quindi parlato della necessit di ascoltare, di imparare ad amare, di educarsi al gratuito. E ha elevato i volontari a prova del genio cristiano, ovvero sintesi tra carit e competenza. Quindi, il porporato ha riconosciuto la difficolt da parte della Chiesa di parlare ai giovani. Assistiamo alla dolorosa prova di una stragrande maggioranza di battezzati che non riusciamo pi a toccare nel profondo dellio perch spesso il modo in cui viviamo la fede sembra non entrare col quotidiano. Un tema, quello della crucialit del rapporto tra fede ed esperienza quotidiana, che ha costituito il nucleo centrale anche dellomelia che il cardinale ha pronunciato domenica scorsa, per il suo ingresso in Duomo. In quella occasione, la riflessione ha preso spunto dalla testimonianza offerta da un suo illustre predecessore divenuto Papa. Scola ha indicato, infatti, lesempio di quello che ha detto e fatto Giovanni Battista Montini, in particolare con la Missione di Milano nel 1957, partendo da una lucida e profetica diagnosi sullo stato della vita cristiana nei battezzati. Scriveva gi nel 1934, ben prima di diventare vescovo: Cristo un ignoto, un dimenticato, un assente in gran parte della cultura contemporanea. Nel giovane Montini era ben chiara una convinzione: un cristianesimo che non investa tutte le forme di vita quotidiana degli uomini, cio che non diventi cultura, non pi in grado di comunicarsi. Da qui il processo che avrebbe portato inesorabilmente alla separazione tra la fede e la vita cui il magistero di Paolo VI fece spesso riferimento e avrebbe condotto al massiccio abbandono della pratica cristiana con grave detrimento per la vita personale e comunitaria della Chiesa e della societ civile. E daltra parte, oggi, la Chiesa non pu prendere a pretesto, per attutire la necessit di fare i conti con questa situazione, il travaglio proprio della convulsa transizione in cui siamo immersi, che ha nel male oscuro della cosiddetta crisi economica, finanziaria e politica la sua palese espressione. Da qui il rilancio del messaggio di quellesperienza cos intensa di nuovo annuncio nella citt secolarizzata. Fin da ora ha detto Scola voglio ripetere a tutti gli abitanti della diocesi linvito dellarcivescovo Montini: Se non vi abbiamo compresi, se non siamo stati capaci di ascoltarvi come si doveva, vi invitiamo: Venite ed ascoltate (Lettera di indizione della Missione cittadina). Tuttavia, come gi fu per la missione montiniana, questo Venite ed ascoltate presuppone da parte dei cristiani un andare, un rendersi vicini agli uomini e alle donne in tutti gli ambiti della loro esistenza. Ges stesso pot dire ai due discepoli del Battista che gli chiedevano di diventare suoi familiari Venite e vedrete perch con la Sua missione andava verso luomo concreto, per condividerne in tutto la condizione e il bisogno.

mettere nulla senza la Chiesa. Nulla pu rimettere la Chiesa se non a chi pentito, cio a colui che Cristo ha toccato con la sua grazia; Cristo nulla vuol rimettere a chi disprezza la Chiesa. Quello che Dio ha congiunto luomo non lo separi. Questo mistero grande, lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa (Matteo, 19, 6; Efesini, 5, 32). Non voler dunque smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe pi tutto intero. Cristo infatti non mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non mai intera senza Cristo. Infatti il Cristo totale e integro capo e corpo ad un tempo; per questo dice: nessuno mai salito al cielo fuorch il Figlio delluomo che disceso dal cielo (Giovanni, 3, 4). Questi il solo uomo che rimette i peccati. Senza questa convinzione di fede sul Cristo totale, nulla di quanto si afferma nel presente sussidio avrebbe senso. Nel sacramento della penitenza, frutto del sangue redentore del Signore, sperimentiamo che Cristo stato consegnato alla morte a causa della nostre colpe ed stato risuscitato per la nostra giustificazione (Romani, 4, 25). Al sacerdote affidata in prima persona questa gravissima responsabilit: che il sangue di Cristo non diventi inefficace. Per i sacerdoti, come si afferma nella presentazione del sussidio, la riscoperta del sacramento della riconciliazione, come penitenti e come ministri, la misura dellautentica fede nellagire salvifico di Dio, che si manifesta pi efficacemente nella potenza della grazia, che nelle umane strategie organizzative di iniziative, anche pastorali, talvolta dimentichi dellessenziale. questa convinzione di fede nel mistero della redenzione e della sua attualizzazione nella Chiesa e attraverso la Chiesa che sostiene, per tutta la vita, una pratica concreta, lieta, fiduciosa e impegnata di accoglimento e amministrazione del sacramento della penitenza, cos come anche della direzione spirituale. Per affrontare con animo rinnovato una pastorale nuova e vigorosa del sacramento della penitenza e della direzione spirituale sono necessari occhi nuovi e cuore nuovo in grado di superare la visione materialistica degli avvenimenti e dello sviluppo umano e, in fondo, della stessa persona umana, unit di anima e corpo, nata dallamore creatore di Dio e destinata a vivere eternamente. Come afferma Papa Benedetto XVI, non ci sono sviluppo planetario e bene comune universale senza il bene spirituale e morale delle persone, considerate nella loro interezza di anima e corpo (cfr. Caritas in veritate, 76). Inoltre, per affrontare tale pastorale nuova e vigorosa del sacramento della riconciliazione con la direzione spirituale, sempre in rapporto allEucaristia, occorre anche superare un modo diffuso di pensare e operare che confonde la confessione frequente e la direzione spirituale con forme di vita spirituale che di solito sono descritte come spiritualismo, intimismo, fuga del mondo. Ben sappiamo che una pratica autentica della confessione frequente e della direzione spirituale deve condurre il fedele e in modo particolare il fedele presbitero a una vita trinitaria vissuta in Cristo, in grado poi di testimoniare nella propria vita una Chiesa, comunit in missione. La pratica della confessione frequente e della direzione spirituale per tutti nella Chiesa: per donne e uomini; per bambini, giovani e adulti responsabili. Il sussidio insiste

molto sulla responsabilit personale di chi riceve la direzione spirituale. La responsabilit e la libert personali non vengono per nulla intaccate, anzi vengono continuamente messe in rilievo e valorizzate. Il cristiano deve agire sempre con totale libert e responsabilit. Daltra parte, la direzione spirituale va sempre adattata allet, alla condizione e alle disposizioni concrete della persona, soprattutto dei giovani. Quante volte le vocazioni sacerdotali o religiose non riescono a sbocciare per mancanza di unopportuna direzione spirituale! Non un compito facile quello che il sussidio propone ai sacerdoti. un piano pastorale arduo, un ministero che esige studio della teologia, in particolare della teologia spirituale e pastorale, e molta disponibilit. Accanto alla quotidiana celebrazione dellEucaristia, la disponibilit generosa e quotidiana allascolto delle confessioni sacramentali e allaccompagnamento spirituale saranno la reale misura della propria carit pastorale e della propria identit. Lesercizio dei munera sacerdotali esigente, ma quando vie-

Ottobre mese missionario promosso dalla Conferenza episcopale irlandese

Insieme nella fede per annunciare il Vangelo


DUBLINO, 28. Together in faith (Insieme nella fede) il tema del mese missionario promosso a ottobre dalla Conferenza episcopale irlandese, la quale ha evidenziato che tale evento unimportante occasione per tutti i cattolici per rinnovare limpegno di annunciare il Vangelo e per dare maggiori prospettive alle attivit pastorali. In occasione della Giornata missionaria mondiale, la World Mission Ireland lente caritativo delle Pontificie opere missionarie (Pom) porter le preghiere, la solidariet e laiuto finanziario della Chiesa cattolica in Irlanda a tutte le comunit cristiane sparse nel mondo, specialmente a quelle pi bisognose. La Conferenza episcopale irlandese, pertanto, ha invitato i fedeli a essere generosi e solidali con il prossimo. Accogliendo lo slogan Insieme nella fede come tema del mese missionario del 2011, il vescovo di Ardagh e presidente del Consiglio episcopale irlandese per le missioni, monsignor Colm OReilly, ha spiegato che ottobre un momento speciale nel calendario della Chiesa cattolica in quanto ci permette sia di riflettere sulla missione, sia di rinnovare il nostro lavoro missionario per il presente. In particolare ha proseguito il presule nella domenica missionaria ricorderemo tutti i missionari, ma soprattutto quelli nati in Irlanda. Faremo in modo che i missionari e i tanti volontari laici irlandesi siano al centro della loro attivit pastorale, e nelle nostre preghiere in occasione della domenica missionaria. La nostra missione di questanno con lo slogan Insieme nella fede ha dichiarato padre Gary Howley, direttore della World Mission Ireland si concentrer in particolare sulla Repubblica del Sud Sudan e sulla sua recente indipendenza. un Paese che va aiutato e sostenuto con azioni concrete. Al momento, 1762 missionari irlandesi sono impegnati nella loro opera pastorale in 84 Paesi del pianeta, tra cui proprio in Sud Sudan. Il mese della missione ha proseguito il sacerdote un momento importante per celebrare la nostra fede, il lavoro di tutti i missionari e di tutti coloro che rendono possibile il loro impegno. La Conferenza episcopale irlandese ha anche sottolineato limportanza della missione pastorale dei religiosi irlandesi che hanno portato nel mondo le preghiere e gli aiuti della Chiesa, specialmente nelle zone pi povere. Anche questanno lo slogan del mese missionario chiede a tutti di vivere la chiamata derivante dal battesimo per assicurare lannuncio della buona novella. Nelle nostre preghiere ha proseguito il vescovo OReilly ricordiamo coloro che nelle nostre famiglie, nelle nostre comunit e in tutto il mondo vivono situazioni di bisogno, in particolare i membri dellApostolic Work Society, che offrono un prezioso sostegno al lavoro dei nostri missionari nel mondo. I vescovi hanno ribadito il loro apprezzamento e la loro gratitudine per il lavoro di sostegno fornito ai missionari dallApostolic Work Society e per i generosi contributi dei fedeli ai programmi dellagenzia Trcaire, lorganizzazione per lo sviluppo della Chiesa in Irlanda. Ragguardevoli sono stati anche questanno i risultati raggiunti nel 2011 per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Il denaro raccolto sar utilizzato per fornire generi di prima necessit ai sopravvissuti al terremoto e allo tsunami in Giappone. Nelle emergenze maggiori, lagenzia Trcaire lavora a stretto contatto con la rete delle Caritas nazionali. In particolare, nella missione domenicale conclude il vescovo OReilly ci viene chiesto di accantonare, almeno per quel giorno, il nostro sostegno al gruppo missionario preferito o a un particolare progetto al fine di mostrare la nostra solidariet con le Chiese pi giovani del mondo, specialmente quelle con meno risorse.

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LOSSERVATORE ROMANO

gioved 29 settembre 2011

Due volumi sulla storia dellemittente

Ottantanni della radio del Papa


O ttantanni della Radio del Papa il titolo dellopera in due volumi (Citt del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011). Il dittico comprende la ristampa del libro di Fernando Bea Qui radio Vaticana. Mezzo secolo della Radio del Papa (Citt del Vaticano, Edizioni Radio Vaticana, 1981) dallinizio delle trasmissioni nel 1931 al 1981) e il volume scritto da Alessandro De Carolis sullultimo trentennio, dagli inizi del pontificato di Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Lopera sar presentata il prossimo 4 ottobre. In occasione della festa patronale dellemittente pontificia anticipiamo lintroduzione scritta dal direttore generale della Radio Vaticana. di FEDERICO LOMBARDI O ttantanni rappresentano gi un bel pezzo di storia, soprattutto per una realt che svolge un servizio di comunicazione fra il Papato romano, la Chiesa universale e il mondo contemporaneo, e lo svolge utilizzando i nuovi strumenti offerti dalla scienza e dalla tecnica moderna. Sette Papi, una guerra mondiale, totalitarismi e persecuzioni della Chiesa, un Concilio ecumenico e molti Sinodi, Anni Santi e un Grande Giubileo, oltre cento viaggi internazionali degli ultimi Papi in tutti i continenti. Dalla macchina da scrivere al computer, dal disco di vinile al CD, dallanalogico al digitale. Trasmissioni in onde corte, medie, modulazione di frequenza e poi satelliti, internet, multimedialit. E tante persone, centinaia e centinaia, che danno il meglio di s per una missione comune, come redattori, tecnici, amministratori, o in servizi pi semplici. Dopo ottantanni abbiamo molte belle storie da raccontare, ma poich la nostra vicenda comune si allunga e i suoi ritmi si accelerano vi anche il rischio di dimenticarle. Quando la Radio comp cinquantanni saggiamente il Padre Tucci (allora Direttore Generale e oggi Cardinale), incaric lagile penna del nostro compianto collega e amico Fernando Bea di raccogliere le memorie del primo mezzo secolo. Il suo bellissimo volume ha svolto un servizio prezioso. Tutti noi che abbiamo dedicato un bel pezzo della nostra vita alla Radio lo abbiamo letto con gusto e interesse e abbiamo imparato sulle sue pagine a conoscere e amare la nostra storia. Tutti coloro che hanno voluto studiare la Radio storici, giornalisti, studenti universitari, tecnici delle comunicazioni hanno trovato in esso una fonte di informazioni sicura, chiara e piacevole, da cui poter muovere anche verso ulteriori approfondimenti. Non quindi strano che il volume di Bea sui primi cinquantanni sia da tempo completamente esaurito e che le poche copie che ne conserviamo gelosamente rischino di non tornare quando vengono prestate. Ma quando la Radio comp cinquantanni, il Pontificato di Giovanni Paolo II era iniziato da poco, e Bea vi dedic quindi soltanto le ultime pagine. Che cosa abbia rappresentato per la storia e il lavoro della Radio Vaticana quellimmenso Pontificato e poi la prima parte dellattuale Pontificato di Benedetto XVI restava dunque da raccontare, sia per le nuove generazioni della grande comunit di lavoro della Radio Vaticana, sia per i molti altri che frequentemente vengono a battere alla nostra porta, con interesse di storici o intelligente curiosit di studenti o di amatori del mondo vaticano o di quello delle comunicazioni. Perci, per festeggiare il traguardo degli ottantanni, ci sembrato giusto provvedere a una riedizione dellinsostituibile e ormai classico volume di Fernando Bea e completarla con un secondo volume analogo, affidandone la redazione a un giovane collega anchegli un redattore del Radiogiornale della Radio Vaticana, in certo senso un Bea di questi anni, Alessandro De Carolis perch continuasse il racconto fino ad oggi, ripartendo dallinizio del Pontificato di Giovanni Paolo II. I due volumi che ne risultano non vogliono naturalmente essere una storia di sette pontificati, ma aiutare a ricordare e a capire come la Radio Vaticana come istituzione e come comunit di persone ha accompagnato questi pontificati con la consapevolezza di avere una missione da compiere, cio un messaggio da diffondere, e di dover cercare e trovare continuamente i nuovi strumenti pi adatti per diffonderlo. Un intreccio continuo fra limpegno di evangelizzazione e di inculturazione del messaggio per i pi diversi popoli del mondo, e la intelligenza tecnica per farlo arrivare efficacemente fino agli estremi confini della terra. A questi volumi di pi facile lettura si accompagna anche un altro lavoro prezioso per ulteriori approfondimenti sulla storia della Radio Vaticana: la Cronistoria della Radio Vaticana redatta con pazienza e acribia certosina dal padre Felix Juan Cabass, contenente una cronologia molto dettagliata di tutti i passi pi significativi della storia della Radio (anche dal punto di vista tecnico) in modo da poterli leggere in parallelo con gli eventi contemporanei della storia della Chiesa universale e della storia mondiale. Questopera, aggiornata anchessa agli ottantanni della nostra Emittente, consultabile sul Sito web della Radio, insieme al video e alle foto del nostro Museo storico. Ci auguriamo che chi continuer il nostro lavoro alla Radio e chi, per qualsiasi motivo, avr la benevolenza di interessarsi ad esso, possa trovare in queste pagine le tracce delle grandi visioni di Pio XI e di Marconi, ma anche dellimpegno di tutti coloro che giorno e notte, da ottantanni, senza interruzione, hanno cercato fedelmente di tradurle nella pratica del servizio della Chiesa e dellumanit.

Il giro della papamobile tra le decine di migliaia di fedeli riuniti nello stadio olimpico di Berlino per la messa celebrata da Benedetto

XVI

allinizio del viaggio

Una nuova pastorale in Germania


Il cardinale Paul Josef Cordes racconta il viaggio di Benedetto XVI
di GIANLUCA BICCINI Entweltlichung. Per il cardinale Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum, la parola chiave del recente viaggio del Papa in Germania, al quale egli ha partecipato come membro del seguito. In italiano questa parola non ha un corrispettivo preciso. Si pu tradurre con lespressione distacco dal mondo. Nel messaggio del Papa ai cattolici tedeschi ha assunto, secondo il cardinale, un significato ancora pi profondo: tagliare coraggiosamente ci che vi di mondano nella Chiesa dal coinvolgimento con la politica sino a uningiustificata attenzione al denaro. Io credo dice il porporato in questa intervista al nostro giornale che indicando queste forme di inquinamento che danneggiano la limpidezza dellevangelizzazione il Papa abbia voluto certamente fare riferimento alla struttura potente delle Chiese germaniche, ma sarebbe limitativo pensare che egli non avesse in mente analoghe situazioni che si manifestano anche oltre la Germania. Berlino, Erfurt, Friburgo: quale delle tre diocesi visitate dal Papa ha riacceso in lei pi ricordi del passato? Senza dubbio Berlino la citt che nella mia storia personale ha avuto maggiore importanza. Mi vengono in mente alcuni episodi: Nellagosto 1961 facevo parte di un gruppo di diaconi invitati dal vescovo a visitare quella diocesi proprio quando iniziata la costruzione del Muro. Questo evento suscitava una certa preoccupazione, perch non si poteva sapere come avrebbero reagito gli Alleati a questa dimostrazione di ostilit. Ma noi siamo andati contro i consigli di famigliari e amici. Infatti, tutto il nostro gruppo, in veste talare, ha attraversato la frontiera tra ovest ed est per visitare un ospedale cattolico, provocando commenti molto pungenti tra i soldati delle garitte. Anni dopo, da giovane sacerdote, insieme a un piccolo gruppo di seminaristi abbiamo incontrato dei giovani di una parrocchia della Berlino comunista, scambiandoci le nostre esperienze e dimostrando la nostra vicinanza ecclesiale. Un ultimo ricordo: nella prima parte degli anni Settanta ho predicato un ritiro per confratelli sacerdoti a Berlino est. Ogni giorno, dovevo superare i controlli di frontiera, che sia di mattina sia di sera duravano almeno unora. Temevo anche di finire nelle liste delle persone sospette, perch facevano sempre segni sul mio passaporto con linchiostro simpatico. Ma malgrado tutti i tentativi del Governo di interrompere i contatti tra le due parti della patria, mi sembrava sempre che il contatto con i fratelli nella fede avesse un grande valore, soprattutto per loro che si sentivano praticamente in prigione. Avr certamente respirato aria nuova. Effettivamente la recente visita del Papa mi ha dato la grande gioia di vedere che adesso sono tutti liberi, e non da ultimo grazie alla resistenza dei cristiani e alla dinamica rivoluzionaria di Giovanni Paolo II e del sindacato polacco di Solidarno. Qual stato lavvenimento pi significativo di questo viaggio? Ritengo che il viaggio abbia avuto due momenti memorabili. Il primo la conferma nella nostra fede. In questo senso sottolineerei la celebrazione della messa nel famoso stadio Olimpico di Berlino, alla presenza di decine di migliaia di partecipanti. Il saluto cos cordiale del nuovo arcivescovo Woelki ha allargato subito lorizzonte di tutta lassemblea verso la cattolicit e ha sottolineato il legame col vescovo di Roma. Mi ha riportato al tempo della mia formazione risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso a Paderborn, accanto ai seminaristi di Berlino. Ho potuto cos sperimentare il loro spirito riservato, per non dire da ghetto, che ben si coglie conoscendo la loro storia. Altre impressioni forti hanno suscitato il discorso sul passo del vangelo della vite e dei tralci e poi i canti eseguiti con entusiasmo, la bellezza del palco su cui era collocato laltare, il clima raccolto e di unit. Sono stati tutti elementi di unesperienza commovente in una citt che si pu definire pagana, visto che solo un cittadino su cinque cattolico. Il Papa riuscito a far traLei stato per quindici anni presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Pu parlarci del ruolo delle Caritas tedesche e delle altre associazioni caritative del Paese? La Caritas di Germania ha una tradizione impressionante; la rete nazionale stata fondata gi pi di cento anni fa ed era la prima istituzione di questo genere al mondo. Il Papa lo ha ricordato nella citt della sua sede nazionale, a Friburgo. Poi sono sorte nella Chiesa altre istituzioni di aiuto ben conosciute dalla cattolicit universale: Misereor, Adveniat, Renovabis, Aiuto alla Chiesa che soffre eccetera. Quanto incide questa lunga tradizione sulle attivit caritative di oggi? Attualmente sembra che le istituzioni potenti debbano muoversi allinterno di una mentalit moderna e mondana, essendo fortemente tentate di adattarsi ai criteri e alle categorie ad esempio della Croce Rossa Nel 1972 il cardinale Dpfner, allora presidente della Conferenza episcopale tedesca, la nomin segretario della commissione pastorale. In quello stesso anno iniziava il sinodo delle diocesi della Repubblica Federale di Germania per concludersi nel 1975 probabilmente senza un risultato condiviso. Ritiene che oggi lepiscopato tedesco sia maggiormente coeso? La decisione dei vescovi al Sinodo delle diocesi tedesche a Wrzburg (19721975) accoglieva la pressione dellopinione pubblica cattolica e dei media in seguito alla pubblicazione dellenciclica di Paolo VI Humanae vitae. I pastori pensavano di offrire una valvola di sfogo. Nel 1968 ho partecipato al Katholikentag di Essen, in cui le forze contestatarie si riunivano con alcuni responsabili del Zentralkomintee der deutschen Katholiken (ZdK). Il grande evento di una tale giornata istituita nel 1848 per mostrare la presenza attiva dei cattolici in una societ prevalentemente protestante finiva quasi in una rivolta contro il Papa e con una spaccatura. Sin dallinizio, il Sinodo era segnato da molte tensioni. La pressione sui vescovi rimaneva forte. Il Cardinale Dpfner faceva del suo meglio: ci avrebbe rimesso la salute. I decreti conclusivi formulavano dei compromessi. Come per le tesi del concilio Vaticano II la loro interpretazione dipende molto dalla prospettiva di chi la fa. In termini pratici cosa significa? A mio parere, non si possono distinguere nellepiscopato delle fazioni come in un parlamento. Ci sono ovviamente membri pi centripeti e membri pi centrifughi; alcuni si concentrano maggiormente sulla Chiesa locale, altri si sentono pi legati al vescovo di Roma. La vicinanza locale ed emozionale delle comunit protestanti in Germania suggerisce naturalmente ai cattolici lelemento della diversit dalla Chiesa universale. Per questo la visita di Benedetto XVI stata una grande grazia e un appello allunit.

Al Konzerthaus di Friburgo nellultimo giorno della visita lincontro con i laici impegnati

Sito internet del dicastero per i migranti


Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha attivato il sito internet www.pcmigrants.org, gi operativo da qualche giorno. Il nuovo portale vuole offrire la possibilit a quanti vogliono informarsi sulle iniziative promosse dal dicastero e sulla sollecitudine pastorale della Chiesa verso i rifugiati, i migranti, gli apolidi, i nomadi e la gente dello spettacolo viaggiante, i marittimi (sia in navigazione, sia nei porti), le persone impegnate negli aeroporti o sugli aerei, quanti vivono o lavorano sulla strada, i viaggiatori per motivi di piet, studio o svago, come i pellegrini, gli studenti internazionali e i turisti. Grazie a una modalit semplice e di facile consultazione esso uno strumento utile a coloro che per varie ragioni sono interessati o coinvolti nel vasto e complesso fenomeno della mobilit umana. Basta cliccare per trovarsi di fronte al mondo che ruota intorno a temi di grande attualit, a cominciare dalle notizie sul fenomeno delle migrazioni nei vari Paesi del mondo, con una visione universale e non ristretta a una determinata area o regione geografica. un invito a riscoprire lattivit del dicastero al servizio della Chiesa universale.

sparire la realt sperimentata alla luce della fede, seminando cos nuova speranza grazie a Cristo, la vite. Ha suscitato molta attenzione lincontro del Papa con i cattolici impegnati tedeschi, Che esperienza ne ha tratto lei? A mio avviso, stato uno dei momenti centrali dellintera visita. Era il giorno della partenza del Pontefice. Dunque aveva avuto modo di incontrare gi tutti gli altri rappresentanti delle religioni in Germania. Per i cattolici egli ha avuto parole da maestro, proprio per quanti vogliono iniziare un dialogo in favore di una nuova primavera pastorale in Germania. Ha messo in guardia da una tendenza volta a rafforzare il pensiero del mondo nella Chiesa. Per colpire la nostra sensibilit ha utilizzato una parola poco usata in tedesco inventata tra laltro dallesegeta protestante, famoso ma molto contestato, Rudolf Bultmann e quasi intraducibile in italiano Entweltlichung, reso nel testo italiano con lespressione distacco dal mondo, tagliare coraggiosamente ci che vi di mondano nella Chiesa. Indicando questo inquinamento che danneggia la limpidezza dellevangelizzazione il Santo Padre certamente faceva riferimento alla struttura potente delle Chiese germaniche, ma non solo a quella propria della Germania.

o dellUnicef. Questo cosmo impressionante di aiuto ecclesiale corre un pericolo: a motivo del grande numero di impiegati a tempo pieno la Caritas per esempio ha oltre mezzo milione di collaboratori stipendiati dentro e fuori dellopera si tende sempre pi erroneamente a credere che la persona di riferimento non sia tanto il vescovo, quanto invece il direttore. Invece quali sono i i rapporti tra le istituzioni e i loro pastori? Il legame delle istituzioni con i Pastori ordinati, cos come la vitalit spirituale dei loro collaboratori, necessitano di un continuo rafforzamento della loro fede. Per questo il Pontefice, nel discorso gi citato, ha chiesto anche per loro la Entweltlichung, ha relativizzato la loro forza economica e strutturale e ha consigliato anche a loro il distacco dal mondo per evitare che, di fronte ad un crescente allontanamento dalla Chiesa le loro radici inaridiscano. Per il Pontificio Consiglio Cor Unum lenciclica di Benedetto XVI Deus caritas est costituisce la Magna charta di un lavoro che abbiamo tentato di tradurre in pratica, non da ultimo mediante occasioni di ritiri spirituali per i responsabili della Caritas nei diversi continenti. Siamo stati lieti di vedere la grande risposta riservata a questa proposta.

La festa del corpo della Gendarmeria


Assume questanno valenza speciale la festa di san Michele Arcangelo, patrono del corpo della Gendarmeria. Gioved 29 settembre, alle 17.30, sul piazzale del Governatorato dello Stato della Citt del Vaticano, si svolger la cerimonia commemorativa, alla quale presenzieranno il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato. Saranno presenti inoltre altre autorit dello Stato della Citt del Vaticano, nonch numerose personalit civili e militari della Repubblica Italiana. Il corpo della Gendarmeria vigila, in coordinamento con la Guardia Svizzera Pontificia, sulla sicurezza del Sommo Pontefice. Inoltre, a esso sono demandate sul territorio dello Stato le funzioni di polizia giudiziaria, controllo del territorio e ordine pubblico, con un servizio costante che copre le 24 ore, tutti i giorni dellanno, ora confortato anche da avanzate tecnologie nel campo della sicurezza. Nel 2008 lo Stato della Citt del Vaticano ha aderito allInterpol, lorganizzazione internazionale di polizia criminale. Durante la cerimonia di gioved, il principe Sforza Ruspoli consegner a un ufficiale della Gendarmeria la bandiera che la famiglia Ruspoli custodisce ininterrottamente dal 1870 e che il principe ha voluto donare al Santo Padre Benedetto XVI nelludienza privata di questa mattina, in memoria dei caduti delle truppe pontificie del 1870 e a speciale ricordo della famiglia Ruspoli. La bandiera verr esposta allinterno del museo storico, nellappartamento nobile del Palazzo apostolico lateranense. Per onorare la festa del Corpo della Gendarmeria sar presente nello schieramento un drappello del reggimento dei Lancieri di Montebello, in rappresentanza delle forze armate italiane, in concomitanza con il 150 anniversario dellunit dItalia.

gioved 29 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Nel saluto ai fedeli giunti dal Paese africano

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Benedetto XVI annuncia la sua visita al Benin


Il ricordo di Giovanni Paolo I nellanniversario della morte
Presto visiter il Benin. Lo ha ricordato Benedetto XVI rivolgendosi mercoled mattina, 28 settembre, durante ludienza generale, a un gruppo di fedeli provenienti dal Paese africano che dal 18 al 20 novembre prossimo avr la gioia di ospitarlo. Particolari espressioni di saluto il Pontefice le ha poi rivolte a gruppi di fedeli provenienti da diversi Paesi. Je salue les plerins francophones, particulirement les plerins de Paris, de Nantes, et de Russ, ainsi que ceux venus de Tournai et du Bnin, pays que je vais visiter bientt. Chers amis, le Christ Jsus donne notre vie son sens le plus profond. Cest Lui notre prsent et notre avenir. Redcouvrons la joie de croire en Lui et restons unis Lui dans lglise! Je vous bnis de tout cur. I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors present at todays Audience, especially those from England, Norway, Sweden, Kenya, South Africa, Samoa, Indonesia, Japan, South Korea and the United States of America. My affectionate greeting goes to the students of both the Venerable English College and the Pontifical Irish College as they take up their studies for the priesthood. I also greet the ecumenical groups from the Nordic countries and the pilgrims from Samoa. I thank the choirs, including the childrens choir from South Korea, for their praise of God in song. Upon all of you I invoke Almighty Gods blessings of joy and peace. Gerne gre ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache, vor allem die vielen Jugendlichen. Mit zahlreichen Begegnungen und feierlichen Gottesdiensten war mein Besuch in Deutschland ein Fest des Glaubens. Wir durften erneut spren, da Gott uns fhrt, da er wirklich Erfllung, den tiefsten Sinn des Lebens und Zukunft schenkt. Diese Zuversicht wollen wir an unsere Mitmenschen weitergeben. Der Herr segne euch alle! Saludo a los peregrinos de lengua espaola, en particular a las Religiosas de la Compaa de Santa Teresa de Jess que celebran su Captulo General; a los fieles de las Dicesis de Teruel y Albarracn; a los peregrinos de la Arquidicesis de Santo Domingo, junto a su Obispo Auxiliar; a los sacerdotes de la Arquidicesis de Medelln, as como a los dems grupos venidos de Espaa, Colombia, Chile, Repblica Dominicana, Mxico y otros pases latinoamericanos. Invito a todos a dar gracias al Seor por esta Visita Apostlica a Alemania, suplicndole que, cuanto he podido sembrar en estos das, ayude a percibir cada vez ms cmo Dios ofrece a todos un futuro. Muchas gracias. Amados peregrinos de lngua portuguesa, cordiais saudaes para todos vs, de modo especial para os fiis de Piracicaba e Belo Horizonte, de Bauru e Apucarana: convido-vos a olhar com confiana o vosso futuro em Deus. Com a graa de Cristo, sois capazes de levar ao mundo o fogo do amor de Deus. Sobre vs e vossas famlias desa a minha Bno. Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymw. Dzikuj Wam za modlitewne wsparcie podczas mojej wizyty w rodzinnych Niemczech. Dzikuj rwnie tym wszystkim Polakom, ktrzy byli obecni w Berlinie, Erfurcie, Fryburgu i innych miejscach, jednoczc si z brami Niemcami i ubogacajc si wzajemnie wiadectwem wiary. Niech Bg wam bogosawi! [Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Vi ringrazio per lorante sostegno durante la mia visita nella nativa Germania. Ringrazio anche

tutti i Polacchi, che sono stati presenti a Berlin, Erfurt, Feiburg e in altri luoghi, unendosi ai fratelli tedeschi e arricchendosi a vicenda della testimonianza della Fede. Dio vi benedica!] Srdano pozdravljam sve hrvatske hodoasnike, a osobito vjernike iz upe Svetog Nikole Tavelia iz Zagreba. Dragi prijatelji, po primjeru apostola i tolikih svetaca iz vaega naroda, budite oduevljeni za Krista i slijedite Ga u ljubavi. Hvaljen Isus i Marija! [Saluto cordialmente i pellegrini croati ed in modo particolare i fedeli della parrocchia di San Nicola Taveli di Zagabria. Cari amici, sullesempio degli Apostoli e di tanti santi del vostro popolo, siate appassionati a Cristo e seguiteLo nellamore. Siano lodati Ges e Maria!]. Srden zdravm esk poutnky, zvlt skupinu ze tpy. Draz ptel, modlm se za vs a vae rodiny a vem vm ehnm. Chvla Kristu! [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua ceca, in particolare al gruppo proveniente da Stipa. Cari amici, assicuro un ricordo nella preghiera per voi e per le vostre famiglie e tutti vi benedico. Sia lodato Ges Cristo!].

Il programma del viaggio apostolico


A Yaound, in Camerun, il 19 marzo del 2009 durante la messa celebrata nello stadio Amadou Ahidjo, Benedetto XVI aveva consegnato ai vescovi africani lInstrumentum laboris dellassemblea speciale per lAfrica del Sinodo dei Vescovi, celebrata poi nellottobre successivo. Domenica 20 novembre prossimo, nello stadio dellamicizia di Cotonou, in Benin, consegner lesortazione apostolica postsinodale. Sar il momento centrale del viaggio apostolico che compir in Benin, il ventiduesimo oltre i confini italiani, da venerd 18 a domenica 20 novembre prossimo. Durante il primo giorno della visita il Papa, dopo la cerimonia di benvenuto, raggiunger la cattedrale di Cotonou dove ricever il primo saluto della comunit ecclesiale. Nella seconda giornata si dedicher agli incontri con le autorit civili del Paese, i rappresentanti delle principali religioni, con sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici impegnati, con i bambini e infine con i vescovi del Paese e visiter il foyer delle Missionarie della Carit. Momenti centrali di questa giornata saranno la firma dellesortazione postsinodale nella basilica dellImmacolata Concezione e la preghiera sulla tomba del cardinale Bernardin Gantin. Domenica 20 novembre celebrer la messa nello stadio dellamicizia durante la quale consegner lesortazione apostolica. Quindi pranzer con i membri del Consiglio speciale per lAfrica della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. La partenza prevista per le 16.30.

Nagy szeretettel dvzlm a magyar zarndokokat, klnsen is a kzp-eurpai Mria-t alaptit s a kunszentmiklsi hveket. A rmai bazilikkba vezet utatok s az rk Vros hagyomnyval val tallkozstok erstsen meg benneteket a hitben s legyen a lelki gyarapods forrsa. A szent fangyalok kzbenjrst krve szvesen adom Rtok Apostoli ldsomat. Dicsrtessk a Jzus Krisztus! [Saluto con grande affetto i pellegrini di lingua ungherese, specialmente i fondatori della Via Mariana dellEuropa Centro-orientale ed i fedeli che sono arrivati da Kunszentmikls. Il vostro pellegrinaggio alle Basiliche di Roma e lincontro con la tradizione della Citt Eterna rafforzino la vostra fede e diventino fonte della crescita spirituale. Chiedendo la intercessione dei santi Arcangeli imparto volentieri a voi la Benedizione Apostolica. Sia lodato Ges Cristo!] . , . . [Saluto cordialmente il coro giovanile ucraino, proveniente da Przemysl. Cari amici anche attraverso il

canto, diffondete i pi alti valori umani e cristiani. A tutti voi la mia benedizione.] Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, sono lieto di accogliere i sacerdoti del Pontificio Collegio San Pietro, provenienti da vari Paesi, come pure le Suore Benedettine della Divina Provvidenza, che ricordano significativi anniversari, ed auguro a ciascuno di continuare con fervore la testimonianza evangelica nella Chiesa e nel mondo. Saluto poi i fedeli della diocesi di Belluno-Feltre, che, insieme al loro Vescovo Mons. Giuseppe Andrich, sono venuti a Roma per fare grata e orante memoria del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo I, nellanniversario della sua scomparsa. Saluto il pellegrinaggio della diocesi di Ascoli Piceno, guidato dal Vescovo Monsignor Silvano Montevecchi, ed auspico che questa sosta presso le tombe degli Apostoli segni per lintera Comunit diocesana una rinnovata vitalit spirituale nella fedele adesione a Cristo e sotto lo sguardo materno della celeste patrona la Beata Vergine delle Grazie. Come di consueto, il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Tutti invito ad essere sempre fedeli allideale evangelico per realizzarlo nella vita di ogni giorno, sperimentando cos la gioia della presenza di Cristo.

I gruppi presenti in piazza San Pietro


Alludienza generale di mercoled 28 settembre 2011, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti al Capitolo generale della Compagnia di Santa Teresa di Ges; Partecipanti al Corso di aggiornamento promosso dal Centro Internazionale di Animazione Missionaria; Religiosi dei Fratelli Maristi e Marianisti; Figlie di Maria Ausiliatrice; Suore Benedettine della Divina Provvidenza; Studenti del Pontificio Collegio San Pietro Apostolo, in Roma. DallItalia: Pellegrinaggio della Diocesi di Belluno-Feltre, con il Vescovo Giuseppe Andrich, in occasione del 33 anniversario della morte del Papa Giovanni Paolo I; Pellegrinaggio della Diocesi di Ascoli Piceno, con il Vescovo Silvano Montevecchi; Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: San Giovanni Battista, in Cornedo; San Bartolomeo, in Borgomanero; San Giorgio e Santa Maria Assunta, in Valduggia; San Michele Arcangelo, in Ponte Buggianese; San Giovanni Battista, in Napoli; Beata Vergine del Monte Carmelo, in Gela; Santa Maria Maggiore, in Geraci Siculo; Comitato 8 Ottobre per non dimenticare, da Milano; Gruppo dellUnione Cristiana Imprenditori Dirigenti; Federazione italiana Sport Equestri; Partecipanti al Torneo Coppa La Borghesiana, a Roma; Soci dei Centri Anziani di Roma, in occasione della Festa dei Nonni; Unione ex-Alunni del Seminarino, di Bergamo; Associazione Diversamente abili, di Acerra; Associazione nazionale Carabinieri, di Ischia; Associazione San Rocco, di Casal di Principe; Movimento Speranza e vita, di Verona; Gruppo Soroptimist Club, di Pescara; Gruppo Cral Dipendenti Comune di Pavia; Gruppo Avis, di Turate; Gruppi di fedeli da Torino, Bergamo, Torre del Greco, Montottone, Crognaleto, San Vitaliano, Acquedolci SantAngelo Lodigiano; Coro alpino Monte Colmenacco, di Moreno Pertusini; Coro Le piccole voci di Madre Teresa, di Mosciano SantAngelo; Gruppo I Girasoli, di Filottrano; Gruppo Amici dellalveare, di Brivio. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Ucraina, Ungheria, Croazia, Repubblica Ceca. I polacchi: Grupa diakonw z przeoonymi z Metropolitalnego Seminarium Duchownego w Lublinie; pielgrzymi z parafii: Matki Boej Zwyciskiej i w. Maksymiliana Marii Kolbe z Bydgoszczy, w. Antoniego Padewskiego z Katowic, Matki Boej Czstochowskiej z Katowic-Podlesia, witego Ducha ze Szczecina, w. Franciszka z Asyu z Brzezin, Najwitszego Serca Jezusowego ze rody Wielkopolskiej, Miosierdzia Boego z Barwadu Grnego i Matki Boej Wspomoenia Wiernych z Palczy; Zesp Szk Oglnoksztaccych nr 1 im. Jana Heweliusza z GrudzidzaMniszka; Stowarzyszenie Rodzicielstwa Zastpczego Betlejem z Nowego Scza; Stowarzyszenie Iskra z Poznania; pracownicy PKS z Nowego Scza; pracownicy Poczty Polskiej z Kielc; grupy turystyczne z Czstochowy, Krakowa, Poznania, Nowego Scza i odzi; pielgrzymi indywidualni. De France: groupe de plerins du diocse de Nantes; groupe de plerins de Paris, et de Russie. De Belgique: groupe de plerins de Tournai. De Bnin: groupe de plerins. From various Countries: Members of the International Movement for Tamil Culture. From England: Seminarians and staff from the Venerable English College in Rome; Pilgrims from the following parishes: St Anne, Nuneaton, Warwickshire; St Norbert, Spalding, Lincolnshire; Students and staff from The Campion School, Hornchurch, Essex. From Ireland: Seminarians and staff from the Pontifical Irish College, Rome. From Norway: Pilgrims from the Lutheran Diocese of Bjrgvin, accompanied by Bishop Halvor Nordhaug; a group of pilgrims. From Sweden: Pilgrims from the Lutheran Diocese of Stavanger; members of the Swedish National Association of Retired Teachers. From Kenya: Pilgrims from St Josephs Parish, Nairobi. From South Africa: Pilgrims from St Marys Cathedral Parish, Cape Town. From the Samoa Islands: Pilgrims from the Archdiocese of SamoaApia, accompanied by Archbishop Alapati Lui Mataeliga. From Indonesia: A group of pilgrims. From Japan: A group of Buddhist monks. From South Korea: The Angelus Domini childrens choir from the Catholic Diocese of Cheongju. From the United States of America: Pilgrims from the following: the Archdiocese of Chicago, Illinois; the Diocese of Lake Charles, Louisiana; the Diocese of Toledo, Ohio, accompanied by Bishop Leonard Blair; Pilgrims from the following parishes: St Andrew, Pasadena, California; St Benedict, Crystal River, Florida; Our Lady of Fatima, Lafayette, Louisiana; St Mary Vermilion, Ohio; Our Lady of Mount Carmel, Altoona, Pennsylvania; Our Lady Queen of the Americas, Conneaut Lake, Pennsylvania; St Patrick, Providence, Rhode Island; St Philip, Providence, Rhode Island; Sacred Heart, Escobares, Texas; Patrons of the Arts in the Vatican Museums, Florida Chapter; Board member and donors from the Catholic University of America; Students and faculty from: Loyola University, Chicago, Illinois, John Felice Rome Center; Walsh University, North Canton, Ohio, Rome Campus; Christendom College, Front Royal, Virginia. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Andreas, Bad Godesberg: St. Anna, Braunfels; St. Margareta, Dorndorf; St. Georg, Eiterfeld; Maria Hilf, Geretsried; St. Martin, Hutthurm; Klosterkirche St. Salvator, Mainburg; St. Josef, Memmingen; St. Peter und Paul, Remagen; St. Brictius, Schppingen; St. Maria in Sehnde; St. Josef und St. Monika, Stuttgart-Feuerbach; Pilgergruppe aus dem Erzbistum Kln; Bistum Rottenburg-Stuttgart; Erzbistum Paderborn; Pilgergruppen aus Bottrop; Frankfurt; Mnchen und Umgebung; Wemding; KAB Nikolaus Gro aus der Pfarrei St. Suitbert, Bottrop; Ehemalige Ministranten der Pfarrei St. Franziskus-Xaverius, Dsseldorf; Lehramtsstudierende der Ev. und Kath. Theologie und Religionspdagogik an der Pdagogischen Hochschule Freiburg; Leserreise der Kirchenzeitungen fr die Bistmer Fulda, Limburg und Mainz; CDU-Frauen Union, Kreis Heinsberg; Mitarbeiter des St. Bernhard Hospitals, Kamp-Lintfort; Reisende der Kirchenzeitung aus dem Erzbistum Kln; Silberhochzeitspaare aus dem Bistum Magdeburg; Kolpingfamilie Walstedde; Karl-ArnoldStiftung; Trachtenverband, Alttting; Studienreisegruppe Karlsruhe; Schlerinnen, Schler und Lehrer folgender Schulen: Katholische Schule Salvator, Berlin; ThomasMorus-Gymnasium, Daun; Gymnasium Edenkoben; Karl Maybach Gymnasium, Friedrichshafen; Evangelische Schule, Frohnau; Prlat Diehl Gymnasium, Gross-Gerau; Katholisches St. Ansgar Gymnasium, Hamburg; Johannes Brahms Gymnasium, Hamburg; Sophie Barat Schule, Hamburg; Katholische Mdchenrealschule St. Raphael, Heidelberg; Ernst Mach Gymnasium, Hrth; Staffelsee Gymnasium, Murnau; Berufliches Gymnasium, Nordhorn; Realschule St. Klara, Rottenburg am Neckar; Realschule, Schondorf. Aus der Republik sterreich: Romwallfahrt der Pfarrsekretrinnen aus der Dizese Graz-Seckau; Niedersterreichischer Bauernbund Forum Land; Handelsakademie und Handelsschule Bludenz. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Pilgergruppe aus verschiedenen Orten der Schweiz; Pilger aus Einsiedeln; Sngerinnen und Snger aus dem Benediktinerkloster Disentis; Gymnasium Untere Waid, Mrschwill. uit het Koninkrijk der Nederlanden: Pelgrimsgroep uit het Aartsbisdom Utrecht; Pelgrimsgroep uit Limburg. De Espaa: Parroquia Inmaculada, de Alicante; Parroquia San Andres, de Astorga; grupo de la Junta de Castilla y Leon; grupo de la Diocesis de Teruel-Albarracin, con S.E. Mons. Carlos Manuel Escribano Subas; grul del Ayuntamiento de Balazote. De Mxico: Parroquia de N.S. de Lourdes, de Monterrey; grupo de la Escuela Toms Alva Edison, de Mxico. De Colombia: Parroquia Madre y Reina del Carmelo, de Fontibn. De Chile: grupo del Movimiento de Schoenstatt, de Santiago. De Argentina: grupo de peregrinos. De Repblica Dominicana: grupo de peregrinos presididos por S.E. Mons. Vctor Masalles, Obispo Ausliar de la Arquidicesis de Santo Domingo; Paroquia de la Santsima Trinidad, de Santo Domingo. Do Brasil: Parquia de So Dimas, de Piracicaba; grupo da Diocese de Apucarana; grupo da Diocese de Bauru; Parquia de So Joo Evangelista, de Belo Horizonte.

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LOSSERVATORE ROMANO
Il Papa alludienza generale ricorda i momenti pi significativi del recente viaggio nella sua terra natale

gioved 29 settembre 2011

Invito tutto il popolo tedesco a guardare con fiducia al futuro


Il Papa tornato sui passi del suo recente viaggio apostolico in Germania per riviverne i momenti pi significativi. Ne ha parlato ai fedeli presenti questa mattina, mercoled 28 settembre, in piazza San Pietro per partecipare al consueto appuntamento delludienza generale. Cari fratelli e sorelle! Come sapete, da gioved a domenica scorsi ho compiuto una Visita Pastorale in Germania; sono lieto, perci, come di consueto, di cogliere loccasione dellodierna Udienza per ripercorrere insieme con voi le intense e stupende giornate trascorse nel mio Paese dorigine. Ho attraversato la Germania dal nord al sud, dallest allovest: dalla capitale Berlino ad Erfurt e allEichsfeld e infine a Freiburg, citt vicina al confine con stra vita il senso pi profondo, la vera pienezza, anzi, che solo Lui dona a noi, dona a tutti un futuro. Con profonda gratitudine ricordo laccoglienza calorosa ed entusiasta come anche lattenzione e laffetto dimostratimi nei vari luoghi che ho visitato. Ringrazio di cuore i Vescovi tedeschi, specialmente quelli delle Diocesi che mi hanno ospitato, per linvito e per quanto hanno fatto, insieme con tanti collaboratori, per preparare questo viaggio. Un sentito grazie va ugualmente al Presidente Federale e a tutte le autorit politiche e civili a livello federale e regionale. Sono profondamente grato a quanti hanno contribuito in vario modo al buon esito della Visita, soprattutto ai numerosi volontari. Cos essa stata un grande dono per me e per tutti noi e ha suscitato gioia, libert, cos anche la libert ha bisogno della religione. Ben volentieri ho accolto linvito a recarmi al Bundestag, quello che stato certamente uno dei momenti di grande portata del mio viaggio. Per la prima volta un Papa ha tenuto un discorso davanti ai membri del Parlamento tedesco. In tale occasione ho voluto esporre il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cio la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nellessere stesso della sua creazione. necessario perci allargare il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal male. Successivamente ha avuto luogo anche un incontro con alcuni rappresentanti della comunit ebraica in mo a Lui e ci lasciamo trasformare da Lui. Un momento particolarmente emozionante stata per me la celebrazione dei Vespri mariani davanti al santuario di Etzelsbach, dove mi ha accolto una moltitudine di pellegrini. Gi da giovane avevo sentito parlare della regione dellEichsfeld striscia di terra rimasta sempre cattolica nelle varie vicissitudini della storia e dei suoi abitanti che si sono opposti coraggiosamente alle dittature del nazismo e del comunismo. Cos sono stato molto contento di visitare questa Eichsfeld e la sua gente in un pellegrinaggio allimmagine miracolosa della Vergine Addolorata di Etzelsbach, dove per secoli i fedeli hanno affidato a Maria le proprie richieste, preoccupazioni, sofferenze, ricevendo conforto, grazie e benedizioni. Altrettanto toccante stata la Messa celebrata nella magnifica piazza del Duomo a Erfurt. Ricordando i santi patroni della Turingia Santa Elisabetta, San Bonifacio e San Kilian e lesempio luminoso dei fedeli che hanno testimoniato il Vangelo durante i sistemi totalitari, ho invitato i fedeli ad essere i santi di oggi, validi testimoni di Cristo, e a contribuire a costruire la nostra societ. Sempre, infatti, sono stati i santi e le persone pervase dallamore di Cristo a trasformare veramente il mondo. Commovente stato anche il breve incontro con Mons. Hermann Scheipers, lultimo sacerdote tedesco vivente sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau. Ad Erfurt ho avuto anche occasione di incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza. Lultima tappa del mio viaggio mi ha portato nel sud-ovest della Germania, nellArcidiocesi di Freiburg. Gli abitanti di questa bella citt, i fedeli dellArcidiocesi e i numerosi pellegrini venuti dalle vicine Svizzera e Francia e da altri Paesi mi hanno riservato unaccoglienza particolarmente festosa. Ho potuto sperimentarlo anche nella veglia di preghiera con migliaia di giovani. Sono stato felice di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che viva e ha un futuro. Nel suggestivo rito della luce ho trasmesso ai giovani la fiamma del cero pasquale, simbolo della luce che Cristo, esortandoli: Voi siete la luce del mondo. Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dellamore di Dio. Un momento singolare stato lincontro con i seminaristi nel Seminario di Freiburg. Rispondendo in

la Francia e la Svizzera. Ringrazio anzitutto il Signore per la possibilit che mi ha offerto di incontrare la gente e parlare di Dio, di pregare insieme e confermare i fratelli e le sorelle nella fede, secondo il particolare mandato che il Signore ha affidato a Pietro e ai suoi successori. Questa visita, svoltasi sotto il motto D ov Dio, l c futuro, stata davvero una grande festa della fede: nei vari incontri e colloqui, nelle celebrazioni, specialmente nelle solenni Messe con il popolo di Dio. Questi momenti sono stati un prezioso dono che ci ha fatto percepire di nuovo come sia Dio a dare alla no-

speranza e un nuovo slancio di fede e di impegno per il futuro. Nella capitale federale Berlino, il Presidente Federale mi ha accolto nella sua residenza e mi ha dato il benvenuto a nome suo e dei miei connazionali, esprimendo la stima e laffetto nei confronti di un Papa nativo della terra tedesca. Da parte mia, ho potuto tracciare un breve pensiero sul rapporto reciproco tra religione e libert, ricordando una frase del grande Vescovo e riformatore sociale Wilhelm von Ketteler: Come la religione ha bisogno della

Dalla Germania per ringraziare il Pontefice


Il riferimento al viaggio in Germania stato al centro della catechesi di Benedetto XVI nelludienza generale di mercoled mattina 28 settembre. Il Papa ha ripercorso le tappe principali della visita e ha condiviso con i fedeli presenti le impressioni e i ricordi pi significativi dei quattro giorni trascorsi nel Paese dorigine. E i suoi connazionali hanno ricambiato lattenzione del Pontefice per la sua patria partecipando numerosi allincontro in piazza San Pietro. Provenivano da varie localit del Paese: Colonia, Stoccarda, Paderborn, Francoforte sul Meno, Monaco, Magdeburgo, e anche da quelle toccate dal Papa durante il viaggio, come Berlino e Friburgo. Senza dimenticare il gruppo di giovani dei Gauverband 1 di Alttting, che indossavano i tradizionali costumi bavaresi. Alcuni tra i presenti serbano un ricordo molto positivo del viaggio, soprattutto del discorso che il Papa ha tenuto nel Reichstag di Berlino. Per noi stata una piacevole sorpresa ha detto una fedele proveniente da Dsseldorf quello che abbiamo ascoltato e visto in televisione in diretta dal Parlamento. Non ci aspettavamo lapertura a certi temi di grande attualit come lecologia. Un professore di Fulda ha sottolineato limportanza delle parole dette dal Pontefice su Lutero e sulla riforma. Due giovani di Friburgo hanno confidato di conservare ancora ben viva lesperienza fatta durante la veglia di preghiera del 24 settembre. Ludienza generale stata anche occasione per ricordare un altro avvenimento: il XXXIII anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo I. Era proprio il 28 settembre del 1978, quando il Pontefice venuto da Forno di Canale, Belluno, mor. La sua diocesi natale ha voluto ricordarlo venendo in pellegrinaggio a Roma per incontrare Benedetto XVI e pregare sulla tomba di Albino Luciani nelle Grotte vaticane. I cinquanta pellegrini erano guidati dal vescovo Giuseppe Andrich, ordinario della diocesi, e dal vescovo Enrico dal Covolo, rettore magnifico della Pontificia Universit Laternense, originario del bellunese. Lelezione di Albino Luciani alla cattedra di Pietro ha detto il vescovo Andrich ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa, per la sua santit di vita, per la sua umilt e per il suo dono di fare catechesi. I suoi 33 giorni sono stati unautentica catechesi nel segno del suo predecessore al patriarcato di Venezia, san Pio X. Quindi ha aggiunto come Giovanni Paolo I sottolineasse la necessit di riscoprire lanima della Chiesa contro unorganizzazione giudicata perfetta, in linea con quanto ha detto Papa Ratzinger in Germania.

Germania. Ricordando le nostre comuni radici nella fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, abbiamo evidenziato i frutti ottenuti finora nel dialogo tra la Chiesa cattolica e lEbraismo in Germania. Ho avuto modo ugualmente di incontrare alcuni membri della comunit musulmana, convenendo con essi circa limportanza della libert religiosa per uno sviluppo pacifico dellumanit. La Santa Messa nello stadio olimpico a Berlino, a conclusione del primo giorno della Visita, stata una delle grandi celebrazioni liturgiche che mi hanno dato la possibilit di pregare insieme con i fedeli e di incoraggiarli nella fede. Mi sono molto rallegrato della numerosa partecipazione della gente! In quel momento festoso e impressionante abbiamo meditato sullimmagine evangelica della vite e dei tralci, cio sullimportanza di essere uniti a Cristo per la nostra vita personale di credenti e per il nostro essere Chiesa, suo corpo mistico. La seconda tappa della mia Visita stata in Turingia. La Germania, e la Turingia in modo particolare, la terra della riforma protestante. Quindi, fin dallinizio ho voluto ardentemente dare particolare rilievo allecumenismo nel quadro di questo viaggio, ed stato mio forte desiderio vivere un momento ecumenico ad Erfurt, perch proprio in tale citt Martin Lutero entrato nella comunit degli Agostiniani e l stato ordinato sacerdote. Perci mi sono molto rallegrato dellincontro con i membri del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania e dellatto ecumenico nellex-Convento degli Agostiniani: un incontro cordiale che, nel dialogo e nella preghiera, ci ha portato in modo pi profondo a Cristo. Abbiamo visto di nuovo quanto sia importante la nostra comune testimonianza della fede in Ges Cristo nel mondo di oggi, che spesso ignora Dio o non si interessa di Lui. Occorre il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unit, ma siamo sempre ben consapevoli che non possiamo fare n la fede n lunit tanto auspicata. Una fede creata da noi stessi non ha alcun valore, e la vera unit piuttosto un dono del Signore, il quale ha pregato e prega sempre per lunit dei suoi discepoli. Solo Cristo pu donarci questunit, e saremo sempre pi uniti nella misura in cui tornia-

un certo senso alla toccante lettera che essi mi avevano fatto pervenire qualche settimana prima, ho voluto mostrare a quei giovani la bellezza e grandezza della loro chiamata da parte del Signore e offrire loro qualche aiuto per proseguire il cammino della sequela con gioia e in profonda comunione con Cristo. Sempre nel Seminario ho avuto modo di incontrare in unatmosfera fraterna anche alcuni rappresentanti delle Chiese ortodosse e ortodosse orientali, alle quali noi cattolici ci sentiamo molto vicini. Proprio da questa ampia comunanza deriva anche il compito comune di essere lievito per il rinnovamento della nostra societ. Un amichevole incontro con rappresentanti del laicato cattolico tedesco ha concluso la serie di appuntamenti nel Seminario. La grande celebrazione eucaristica domenicale allaeroporto turistico di Freiburg stata un altro momento culminante della Visita pastorale, e loccasione per ringraziare quanti si impegnano nei vari ambiti della vita ecclesiale, soprattutto i numerosi volontari e i collaboratori delle iniziative caritative. Sono essi che rendono possibili i molteplici aiuti che la Chiesa tedesca offre alla Chiesa universale, specie nelle terre di missione. Ho ricordato anche che il loro prezioso servizio sar sempre fecondo, quando deriva da una fede autentica e viva, in unione con i Vescovi e il Papa, in unione con la Chiesa. Infine, prima del mio ritorno, ho parlato ad un migliaio di cattolici

impegnati nella Chiesa e nella societ, suggerendo alcune riflessioni sullazione della Chiesa in una societ secolarizzata, sullinvito ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere pi trasparente a Dio. Cari fratelli e sorelle, questo Viaggio Apostolico in Germania mi ha offerto unoccasione propizia per incontrare i fedeli della mia patria tedesca, per confermarli nella fede, nella speranza e nellamore, e condividere con loro la gioia di essere cattolici. Ma il mio messaggio era rivolto a tutto il popolo tedesco, per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro. vero, Dov Dio, l c futuro. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno reso possibile questa Visita e quanti mi hanno accompagnato con la preghiera. Il Signore benedica il popolo di Dio in Germania e benedica voi tutti. Grazie.

Nomine episcopali
Le nomine di oggi riguardano il Brasile e la Bolivia.

Wilson Tadeu Jnck, arcivescovo metropolita di Florianpolis (Brasile)


Nato il 10 luglio 1951 a Vidal Ramos, diocesi di Rio do Sul, ha anche studiato psicologia alla Pontificia Universit Gregoriana. Dehoniano dal 1972, il 17 dicembre 1977 stato ordinato sacerdote. Ha ricoperto diversi incarichi nella sua famiglia religiosa. L11 giugno 2003 stato nominato vescovo titolare di Gemelle di Bizacena e ausiliare dellarcidiocesi di So Sebastio do Rio de Janeiro. Ha ricevuto lordinazione episcopale il 16 agosto. Quindi il 26 maggio 2010 divenuto vescovo di Tubaro. presidente della Conferenza episcopale regionale Sul 4.

Sergio Alfredo Gualberti Calandrina arcivescovo coadiutore di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia)
nato l8 novembre 1945 a Clusone, diocesi di Bergamo. Ha ricevuto lordinazione sacerdotale il 26 giugno 1971 e fino al 1979 stato cappellano dei migranti italiani a Neuchtel in Svizzera. Dal novembre 1979 ha iniziato la sua missione in Bolivia. Nel 1990 la Conferenza episcopale boliviana lo ha nominato segretario per la pastorale. Il 16 marzo 1996 divenuto segretario generale aggiunto della stessa Conferenza, nel cui ambito assessore per levangelizzazione. Il 6 maggio 1999 stato nominato vescovo titolare di Arsacal e ausiliare di Santa Cruz de la Sierra. Il 22 luglio ha ricevuto lordinazione episcopale.

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