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dove la funzione del Delta di Dirac (t) pu essere definita come una funzione impulsiva che assume il valore infinito per t=0 ed zero in ogni altro punto, ovvero: Da calcoli successivi si calcola il filtro f (t):

f(t), che modifica la forma dellondina comprimendola ed approssimandola alla funzione del Delta di Dirac: e(t) = f(t)* s(t)

Riassumendo abbiamo ottenuto, applicando il filtro al sismogramma una funzione impulsiva e lequazione in oggetto stabilisce che il filtro linverso del sismogramma. Per quanto riguarda la deconvoluzione predittiva, se consideriamo il nostro sismogramma x (t), lo scopo di tale deconvoluzione di predire il valore che ha la funzione x (t) allistante (t+) con distanza di predizione. Le basi della deconvoluzione predittiva sono le stesse della spiking. La differenza principale consiste nella costruzione del filtro inverso ed in particolare, come vedremo, dalla scelta dei parametri. I parametri da conoscere per costruire il filtro necessario alla deconvoluzione sono: Finestra dapplicazione: la finestra del dato in cui si applica lautocorrelazione; Distanza di predizione o gap: parte dellondina che vogliamo conservare; rappresenta il ritardo prima della multipla o della riverberazione da eliminare; Lunghezza delloperatore: rappresenta la lunghezza del filtro ed definito in base al numero di riverberazioni che deve eliminare. Per i tre profili elaborati, entrambi i tipi di deconvoluzione sono stati applicati. La Fig. 5 mostra un esempio di applicazione di deconvoluzione spiking. Si nota (in alto) come il segnale appare pi spike (compresso) e di conseguenza pi semplice definire i diversi riflettori durante la fase di interpretazione geologica.
Bibliografia
Bracewell R.N.; 1965: The Fourier Transform and its application. McGraw-Hill Book Co. Gasparini P., Mantovani M.S.; 1984: Fisica della Terra Solida. Liguori Editore, Napoli. Mayne W.H.; 1962: Horizontal data stacking techniques. Supplement to Geophysics, 27, 927-938. Mayne W.H.; 1967: Practical considerations in the use of common reflection point techniques. Geophysics, 32, 225-229. Marr J.D., Zagst E.F.; 1967: Exploration horizons from new seismic concepts of CDP and digital processing. Geophysics, 32, 207224. Sheriff R.E., Geldart R.P.; 1995: Exploration Seismology. Cambridge University Press II Ed., 419 pages. Yilmaz O.; 1987: Seismic data processing. Society of Exploration Geophysics, Tulsa. Zoeppritz K; 1919: On the reflection and penetration of seismic waves through unstable layers. Goettinger Nachr, 66-84.

ARCHITETTURA STRATIGRAFICA DEI CUNEI PROGRADANTI PLEISTOCENICI DI LOWSTAND SULLA PIATTAFORMA CONTINENTALE DEL SALENTO (OFFSHORE DELLA PUGLIA, ADRIATICO MERIDIONALE)
G. Aiello

Introduzione. Studi recenti eseguiti su margini continentali sia attivi che passivi hanno mostrato che larchitettura stratigrafica delle piattaforme continentali caratterizzata da depositi di lowstand, shelf-margin e trasgressive system tracts (Suter and Berryhill, 1985; Suter et al., 1987; Saito, 1991; Tesson et al., 1990, 1993; Okamura and Blum, 1993; Trincardi and Correggiari, 2000). I depositi di highstand si accumulano principalmente sulla piattaforma interna, dove formano spessi

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cunei sedimentari, che si assottigliano in modo significativo procedendo verso il bacino. Al contrario, sulla piattaforma esterna la preservazione dei depositi di highstand appare alquanto improbabile, a causa dellazione erosiva indotta da emersioni e correnti di fondo. In piattaforma interna gli abbassamenti relativi del livello del mare, conseguenti alle fasi di sollevamento, causano frequentemente lerosione parziale dei depositi di alto stazionamento, unitamente con il loro rimaneggiamento nelle aree costiere (Field and Trincardi, 1992; Gensous et al., 1993). Le analisi isotopiche di sedimenti e coralli di mare profondo (Bard et al., 1990a; 1990b) mostrano che durante il Pleistocene le variazioni glacio-eustatiche esibiscono chiaramente oscillazioni di alta frequenza (circa 100 ky); i cicli sono altamente asimmetrici e mostrano rapidi sollevamenti e lenti abbassamenti del livello del mare (Shackleton and Opdyke, 1973; Martinson et al., 1987). Larchitettura stratigrafica dei margini continentali pleistocenici caratterizzata da unabbondanza relativa di cunei progradanti di basso stazionamento rispetto ai depositi trasgressivi e di alto stazionamento, come ben noto nella regione mediterranea (Trincardi and Field, 1991; Tesson et al., 1993; Chiocci et al., 1997; Catalano et al., 1998). I depositi di piattaforma continentale, accumulati durante cicli glacio-eustatici, si sono formati sulla piattaforma esterna e sulla scarpata superiore durante periodi di esposizione subaerea e formano spessi cunei sedimentari progradanti (shelf-perched lowstand wedges; Posamentier and Vail, 1988). Viene qui discusso il ruolo dei cicli glacio-eustatici del quarto ordine sensu Vail et al. (1991) nel controllare le geometrie deposizionali dei cunei progradanti di basso stazionamento e la loro ciclicit. Nellarea studiata la piattaforma continentale della Puglia mostra un record stratigrafico del medio-tardo pleistocene con riflettori sismici di alta continuit laterale, essendo parte di unarea relativamente indeformata (Avampaese Apulo; Fig. 1; DArgenio et al., 1973; Ricchetti et al., 1992). In questarea i metodi della stratigrafia sequenziale (Mitchum et al., 1977; Posamentier and Vail, 1988; Posamentier et al., 1992) possono facilmente essere applicati allinterpretazione delle sezioni sismiche. I profili sismici a riflessione di alta risoluzione (sorgente sismica Sparker 1 kJ) analizzati in questo lavoro sono stati acquisiti nel 1994, durante la crociera GMS94-01, eseguita dallIstituto di Ricerca Geomare Sud del Consiglio Nazionale delle Ricerche sulla N/O Urania (Aiello et al., 1994; 1995; Budillon and Aiello, 1999; Aiello and Budillon, 2004). Larea in studio (Fig. 2) localizzata nellestremo settore meridionale della piattaforma continentale dellAdriatico meridionale (Fig. 1), nelloffshore della Puglia. In particolare, stato investigato loffshore della Penisola Salentina tra Capo dOtranto e Capo S. Maria di Leuca (Fig. 1). La griglia sismica, che copre unarea di circa 1200 kmq, consiste di profili sismici orientati

Fig. 1 Quadro regionale dellarea in studio: lAdriatico meridionale e lAvampaese Apulo. Sulla mappa sono localizzati anche il Promontorio Garganico, la regione delle Murge e la Penisola Salentina. I triangoli separano il fronte della catena appenninica dal sistema di avanfossa.

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Fig. 2 Griglia sismica dei profili Sparker 1 kJ.

NW-SE e NE-SW (linea LC8; linea LC9, linea LC10M; linea LC11; Fig. 2) e di due profili sismici regionali (linea LC4-5 e linea LC1-2; Fig. 2) registrati per fornire i punti di incrocio con le altre linee sismiche. Due profili sismici orientati E-W (linee LC7 e LC12) sono stati acquisiti rispettivamente al largo di Capo dOtranto e di Capo S. Maria di Leuca. La risoluzione dei profili Sparker 1 kJ di circa 3 m; le sezioni sismiche hanno una penetrazione corrispondente ad una scala verticale di 0.5 s. Inquadramento geologico. La piattaforma continentale del Salento parte dellavampaese apulo (Fig. 1), che corrisponde ad unampia struttura antiforme, con andamento ESE, fagliata a blocchi e sollevata in modo variabile durante il tardo Neogene (Ricchetti et al., 1992). Faglie trascorrenti, con andamento obliquo o perpendicolare alla struttura antiforme principale, hanno segmentato la Puglia in tre blocchi principali (Gargano, Murge e Salento; Fig. 1), che hanno diversi tassi di sollevamento durante il Plio-Pleistocene (Doglioni et al., 1994). La presenza di sequenze sedimentarie regressive, che ricoprono superfici erosive, suggerisce un sollevamento uniforme dei blocchi delle Murge e del Salento dopo il Pleistocene medio (Fig. 1), come evidenziato anche dalla distribuzione regionale delle linee di costa fossili (Cosentino e Gliozzi, 1992). Le oscillazioni eustatiche del livello marino ed il sollevamento tettonico hanno prodotto numerosi terrazzi, che si sollevano almeno fino a 200 m al di sopra del livello del mare (Ciaranfi et al., 1992; Cosentino e Gliozzi, 1992; Ricchetti et al., 1992). Valori medi di circa 0.23 m/ka sono stati suggeriti per il tasso di sollevamento della Penisola Salentina durante il Pleistocene superiore, in base allet dei depositi tirreniani (Hearty and Dai Pra, 1992; Cosentino e Gliozzi, 1992). Studi precedenti sulla geologia della penisola meridionale del Salento (Bossio et al., 1988; Ricchetti et al., 1992) hanno riconosciuto sequenze carbonatiche nel settore a terra dellarea investigata (Figg. 1 e 2). Queste rocce, mostrate nella carta geologica schematica di Fig. 3, hanno unet compresa tra il Miocene medio-superiore (Formazione delle Calcareniti di Andrano; LanghianoTortoniano; n. 3 in Fig. 3) ed il Pleistocene (Formazione delle Calcareniti del Salento; n. 1 in Fig. 3). Il loro substrato, estesamente affiorante a terra, rappresentato da calcari e calcari dolomitici del Cretacico superiore (Formazione del Calcare di Altamura; n. 5 in Fig. 3), ricoperto in discordanza

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Fig. 3 Carta geologica semplificata della Penisola Salentina (si veda la Fig. 1 per la localizzazione). La geologia a terra stata desunta e semplificata dalla Cartografia Geologica Ufficiale dItalia, Foglio Geologico n. 223 Capo S. Maria di Leuca. Sono stati riportati anche gli assi delle strutture antiformi e sinformi che coinvolgono i cunei sedimentari pleistocenici e le faglie dirette che delimitano gli affioramenti verso mare dellunit basale localizzata sulla piattaforma interna. Gli andamenti delle superfici di ravinement RS1, RS2 e RS3, collegati ai cunei sedimentari pleistocenici mostrano che la progradazione della piattaforma nelloffshore del Salento nellordine di alcuni chilometri. Legenda: 1: calcareniti, calcari bioclastici e sabbie calcaree (Formazione delle Calcareniti del Salento, Pleistocene); 2: sabbie calcaree e calcareniti marnose (Formazione delle Sabbie di Uggiano La Chiesa; Pliocene inferiore); 3: calcareniti organogene (Formazione delle Calcareniti di Andrano; Langhiano-Tortoniano); 4: calcari bioclastici (Formazioni dei Calcari di Castro e delle Calcareniti di Porto Badisco; Paleocene-Oligocene); 5: calcari e calcari dolomitici (Formazione del Calcare di Altamura; Cretacico superiore); 6: affioramenti dellunit basale AB al fondo mare (Cretacico superiore-Paleocene; Cretacico superiore-Oligocene); 7: faglie dirette; 8: assi di sinformi; 9: assi di antiformi; 10: paleo-margini della superficie di ravinement RS1; 11: paleo-margini della superficie di ravinement RS2; 12: paleo-margini della superficie di ravinement RS3.

da calcari bioclastici, di et paleocenico-oligocenica (Formazioni del Calcare di Castro e delle Calcareniti di Porto Badisco; n. 4 in Fig. 3). I depositi meso-cenozoici affioranti nella Penisola Salentina sono stati erosi durante le fasi di sollevamento tettonico dellavampaese, che forniscono sedimenti per la deposizione dei cunei progradanti di lowstand discussi in questo lavoro. La carta geologica di Fig. 3 fornisce anche informazioni sulla zona di offshore in base allinterpretazione delle sezioni sismiche. La mappa mostra le principali aree di affioramento delle unit basali che formano il substrato dei cunei sedimentari progradanti a terra ed al fondo mare, delimitati verso mare da faglie dirette. In Fig. 3 gli assi principali delle strutture antiformi e sinformi, che coinvolgono i cunei sedimentari del medio-tardo Pleistocene e gli andamenti delle superfici di ravinement RS1, RS2 e RS3 sono anche stati rappresentati. Descrizione delle unit sismiche. Larchitettura stratigrafica della piattaforma continentale del Salento caratterizzata da cunei sedimentari progradanti, che ricoprono in discordanza ununit basale, che forma un substrato sul quale si verificata la progradazione pleistocenica della piattaforma continentale (Fig. 4). Lunit basale affiora in prossimit della linea di costa, dove delimitata verso mare da faglie dirette (Fig. 3) e si correla con le unit che formano le falesie costiere attuali. Le falesie costiere sono formate dalle Formazioni dei Calcari di Castro e delle Calcareniti di Porto Badisco (Paleocene-Oligocene) e dalla Formazione delle Calcareniti di Andrano (Langhia-

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Fig. 4 - Profilo sismico LC11, che mostra lunit basale AB (a sinistra nel profilo sismico), caratterizzata da una facies sismica caotica, che appare debolmente deformata da faglie dirette. Lunit affiora in prossimit della linea di costa e si correla con i calcari paleocenicooligocenici e con le calcareniti del Miocene medio-superiore affioranti sulle falesie costiere della Penisola Salentina. Lunit AB ricoperta in discordanza da un cuneo progradante pleistocenico (unit sismica U1, a destra nel profilo sismico).

no-Tortoniano; Fig. 3). Lespressione sismica dellunit basale mostra una complessa evoluzione morfo-strutturale. Questa unit, caratterizzata da una facies acustica caotica (Fig. 4) ricoperta da alcune superfici erosive, probabilmente formate al di sopra del livello del mare. Unit sismiche. Le geometrie deposizionali ed i patterns stratali delle unit sismiche, vengono qui di seguito descritte, come mostrato dallinterpretazione di due profili sismici regionali, localizzati parallelamente e perpendicolarmente alla linea di costa tra Otranto e S. Maria di Leuca, rispettivamente (linea LC9 e linea LC1-2; Fig. 5). Un accurato controllo dei riflettori sismici e delle discordanze ai punti dincrocio delle sezioni sismiche ha consentito una dettagliata interpretazione stratigrafica dei cunei sedimentari pleistocenici in base ai criteri della stratigrafia sismica (Mitchum et al., 1977; Vail et al., 1991). Vengono qui di seguito riportate le unit sismiche riconosciute: AB = unit basale; caratterizzata da una facies sismica caotica. Verso terra delimitata da discordanza di natura subaerea e verso bacino, mostra relazioni di paraconcordanza con la sovrastante unit U1. I principali affioramenti dellunit basale sono localizzati in prossimit della costa e sono delimitati verso mare da faglie dirette (Fig. 3). Lunit basale si correla con le rocce che formano le falesie costiere attuali, cio le formazioni dei Calcari di Castro e delle Calcareniti di Porto Badisco (Paleocene-Oligocene) e la formazione delle Calcareniti di Andranno (Langhiano-Tortoniano). U1: unit sismica caratterizzata da alternanze di pacchi di riflettori di elevata ampiezza e coerenza e di intervalli acusticamente trasparenti. Questa facies sismica suggerisce lalternanza di depositi grossolani (corrispondenti agli intervalli trasparenti) e di sedimenti sottili (riflettori con ampiezza elevata). Nella parte inferiore dellunit i clinoformi progradanti mostrano una componente aggradazionale pi pronunciata, mentre le geometrie deposizionali prevalgono nella parte superiore. I clinoformi progradanti dellunit U1 sono troncati, in prossimit del fondo mare, dalla superficie di ravinement RS3. Lunit appare coinvolta da deformazioni compressive, che formano ampie strutture antiformi e sinformi, i cui assi sono rappresentati in pianta in Fig. 3. Queste struttu-

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re interessano anche le unit U2, U3 e U4 e rappresentano lestensione verso mare delle strutture compressive documentate a terra nella Penisola Salentina (Bossio et al., 1988). Le antiformi sono tagliate da faglie dirette. La superficie di ravinement RS1 e lunit U5 tagliano le antiformi e le sinformi probabilmente alla fine del Pleistocene medio. U2: questa struttura sismica mostra riflettori continui che ricoprono gli alti strutturali con terminazioni di onlap, come mostrato dal profilo regionale LC1-2 e dai suoi dettagli e dalle geometrie di downlap al top delle sovrastanti unit U1. U3: questa unit sismica mostra una facies acustica caratterizzata da ampiezze elevate e bassa continuit laterale, con una componente aggradazionale particolarmente evidente nella direzione N-S. U4: unit sismica che si assottiglia rapidamente contro gli alti strutturali con geometrie di onlap sulla superficie di ravinement RS1. U5: unit sismica in onlap sulla superficie erosiva RS1 e che si assottiglia lateralmente (alongstrike) con geometrie di downlap. U6: unit sismica progradazionale che ricopre in concordanza il top dellunit U5; due unit minori (U6a e U6b) sono state inoltre distinte. In alcuni settori della piattaforma interna, dove lunit U7 non ancora sviluppata, lunit U6 direttamente troncata dalla superficie di ravinement RS2. Qui c paraconcordanza tra le due unit al margine di piattaforma. U7: unit progradazionale, che ricopre in concordanza lunit sismica U6; nella sua parte superiore delimitata dalla superficie di ravinement RS2. Questa unit ben sviluppata al margine di piattaforma; al contrario, nella parte interna della piattaforma lunit U7 manca e la sovrastante unit U6 direttamente troncata dalla superficie di ravinement RS2. U8: unit sismica ubicata al margine della piattaforma attuale e caratterizzata da riflettori che ricoprono in onlap la RS2 e sono troncate dalla superficie di ravinement RS3. Larchitettura stratigrafica dellunit caratterizzata da cinque unit minori (U8a-e). Intervalli caotici, probabilmente corrispondenti con depositi continentali che riempiono valli incise, formate durante lesposizione subaerea della piattaforma. Queste si rinvengono specialmente dove linclinazione dei riflettori aumenta ed in prossimit del margine di piattaforma attuale. Il top dellunit U8 una superficie erosionale che si sviluppa con bassi gradienti e che erode i riflettori appartenenti alle unit sovrastanti, fino alla piattaforma interna. La superficie di ravinement RS3 coincide con il fondo mare attuale. Interpretazione. Un system tract di regressione forzata (Forced Regression System Tract) stato proposto da Hunt and Tucker (1992) come una variazione al classico modello stratigraficosequenziale, che considera labbondanza relativa di lowstand prograding wedges nellarchitettura stratigrafica delle piattaforme continentali. Le parasequenze, collegate alla regressione forzata, si sviluppano in risposta alla diminuzione del tasso di abbassamento relativo del livello marino; in seguito, esse vengono abbandonate ed isolate quando il tasso di abbassamento eustatico aumenta. Il dibattito scientifico riguarda soprattutto la localizzazione dei limiti di sequenza. Nel modello di Hunt and Tucker (1992) il limite localizzato al di sopra dei depositi di regressione forzata, fino al punto di massima regressione forzata. Nel modello classico della stratigrafia sequenziale (Posamentier and Vail, 1988) tale limite localizzato alla base dei lowstand shelf-perched prograding wedges (Tesson et al., 1993). Le superfici di erosione policiclica sensu Posamentier and James (1993) caratterizzano frequentemente larchitettura stratigrafica delle aree di piattaforma continentale. Queste si formano durante fasi di abbassamento relativo del livello marino (superfici di erosione di lowstand) e sono conseguentemente rimaneggiate durante fasi di sollevamento del livello marino (superfici di ravinement). La frequente mancanza di depositi paralici trasgressivi, dovuta al loro scarso spessore ed al basso potenziale di preservazione spesso porta i limiti di sequenza a coincidere con le superfici trasgressive di erosione. Queste discordanze, denominate ravinement surfaces (Posamentier and James, 1993) si sviluppano a causa dello spostamento erosivo della linea di costa e la loro formazione dovuta al rimaneggiamento da parte delle onde. Il Lowstand System Tract si rinviene tra il limite di

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a)

b)
Fig. 5 - a) Profilo sismico LC9 e b) interpretazione corrispondente. Il profilo sismico e la sua interpretazione mostrano i cunei progradanti pleistocenici della piattaforma continentale del Salento, che ricoprono un basamento acutico (unit AB) e le relazioni stratigrafiche tra le superfici di ravinement e le unit sismiche. Il cuneo progradante medio-pleistocenico caratterizzato da due episodi di regressione forzata, separata da una fase di ingressione marina, evidenziata da una superficie di ravinement RS1 e dallunit sismica U5. Le unit di regressione forzata sono interpretate in base alle troncature erosive dei riflettori interni, come pure dallo spostamento verso mare degli offlap breaks e della presenza di facies sismiche caotiche che suggeriscono trasporti gravitativi di massa al margine della piattaforma continentale.

sequenza e la superficie di ravinement solo al margine di piattaforma. La superficie di ravinement, che segna il sollevamento del livello del mare, rappresenta la base di una successione marina caratterizzata da riflettori paralleli, diacrona nel tempo, che ricopre in onlap la sovrastante sequenza paralica. Quando la sequenza paralica manca, la superficie di ravinement coincide con la base del system tract trasgressivo. Quindi, la superficie di ravinement (RS) e la superficie trasgressiva (TS) sono rappresentate dalla stessa unconformity, come accade nellarea studiata (Correggiari et al., 1992; Trincardi et al., 1994; Budillon and Aiello, 1999; Trincardi and Correggiari, 2000; Ridente and Trincardi, 2002; Aiello and Budillon, 2004). Nella sequenza sedimentaria della piattaforma continentale del Salento, sono presenti numerose discordanze erosive, che delineano levoluzione stratigrafica dellarea. Queste superfici sono collegate ad eventi erosionali a grande scala e, sulla base della loro geometria e profondit, possono

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essere correlate ad una scala regionale lungo loffshore del Salento. La superficie di ravinement pi recente (RS3), che appare piuttosto orizzontale stata osservata al fondo mare fino ad una massima profondit di 120 m/130 m e, solo nella piattaforma interna stata fossilizzata dai sedimenti recenti del cuneo olocenico e da strutture di patch reef, interpretate come relitti di buildups algali (Aiello et al., 1994; 1995). La RS3 rappresenta una superficie erosiva principale, in prossimit dello shelf break fisiografico, che tronca i riflettori sismici dellunit progradante U8. La seconda superficie di ravinement (RS2) stata osservata fino ad una profondit massima di 175/180 m e si sviluppa verso terra con gradienti pi elevati della RS3. Lultima superficie tronca la RS2 nella piattaforma interna e/o sugli alti strutturali, che erodono una sequenza in onlap (unit U5) ed il cuneo sedimentario sovrastante, composto dalle unit sismiche U6 e U7. Infine, la superficie di ravinement pi antica (RS1) stata osservata fino a profondit massime di 180 m/- 200 m e presenta un paleo-margine ben preservato. Sulla piattaforma interna la RS1 stata erosa dalla RS2. La deformazione compressiva, che ha prodotto le strutture antiformi e sinformi, ha coinvolto la superficie di ravinement RS1. Lampio cuneo progradante, composto dalle unit sismiche U1, U2, U3 e U4 e delimitato al di sopra dalla RS1 ha ampliato la piattaforma del Salento di circa 15 chilometri. Linclinazione delle superfici di ravinement aumenta fortemente dalla pi giovane (RS3) alla pi antica (RS1). Questo pu essere interpretato come leffetto della subsidenza del margine continentale sud-adriatico, dovuto sia al carico sedimentario che alla compattazione (Allen and Allen, 1990). Comunque, parte di questo aumento di spessore pu anche essere spiegato come un effetto della subsidenza tettonica, controllato dallevoluzione regionale della piana batiale sud-adriatico ionica (Moretti and Royden, 1987). stata eseguita una correlazione qualitativa delle superfici di ravinement con le curve isotopiche dellossigeno di Martinson et al. (1987). In base a tale correlazione la RS3 stata prodotta dallultimo sollevamento del livello marino,che si sviluppato a partire da 18 ky ed ben noto e documentato lungo tutto loffshore italiano (Borsetti et al., 1984; Marani et al., 1986; Chiocci et al., 1989; Colantoni et al., 1989). Sulla curva isotopica questo corrisponde alla transizione dallo stadio 2 allo stadio 1; quindi, si conclude che le unit sismiche U8b-U8e si sono deposte durante le ultime fasi del pleniglaciale recente (stadi isotopici 3 e 2). Lunit sismica U8a viene invece considerata come una sequenza trasgressiva. La superficie di ravinement RS2 si formata durante un sollevamento precedente del livello del mare. Per questo sollevamento la miglior scelta considerata la transizione dallo stadio isotopico 6 al 5. Tale interpretazione supportata dalla chiara continuit e concordanza tra le unit di scarpata superiore. In accordo con tale ipotesi interpretativa, il cuneo sedimentario progradante, delimitato nella sua parte superiore dalla superficie di ravinement RS3 e nella sua parte inferiore dalla superficie di ravinement RS2 pu essere attribuito al Pleistocene superiore. Le unit sismiche minori riconosciute nel cuneo progradante (unit sismiche U8b-U8e) sono qui riferite ai systems tract di lowstand e di regressione forzata, mentre lunit U8a considerata rappresentare un systems tract trasgressivo. Infine, la superficie di ravinement RS1 erode un ampio cuneo progradante composto dalle unit U1-U4 ed ricoperto dallunit sismica U5,che mostra stacking patterns tipici di ununit trasgressiva. La superficie RS1 stata interpretata come dovuta ad un precedente sollevamento del livello del mare, antecedente al sollevamento suggerito dalla RS2 e che si sviluppa tra gli stadi isotopici 8 e 7. Questo intervallo corrisponde ad un sollevamento relativo del livello marino a circa 250 ka (Martinson et al., 1987). Quindi, le unit sismiche U1-U4 sono riferite ai systems tract di regressione forzata. In base alle considerazioni precedenti assumiamo che, durante il Pleistocene, una oscillazione glacio-eustatica del 4 ordine collegata a cicli di eccentricit breve ha controllato la deposizione dei systems tract di regressione forzata sulla piattaforma continentale del Salento. Inoltre, le evidenze geologiche e geomofologiche suggeriscono tassi apprezzabili di sollevamento tettonico dellavam-

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paese apulo durante il Pleistocene inferiore-medio (Cosentino and Ghiozzi, 1992; Doglioni et al., 1994). Come conseguenza, nel Pleistocene medio il tasso di sollevamento tettonico dellavampaese apulo ha prevalso sul tasso di variazione glacio-eustatica e ha prodotto un abbassamento relativo del livello del mare che controlla la formazione di un cuneo progradante di regressione forzata (unit sismiche U1, U2, U3, U4). Considerando le altre implicazioni dellarchitettura sismo-stratigrafica sulle sezioni studiate. Iniziando dalla RS1 (che si formata a circa 250 ky B.P.) le sequenze deposizionali consistono non solo di depositi di regressione forzata, ma mostrano anche systems tract trasgressivi e di lowstand. I systems tracts trasgressivi sono molto sottili e composti da una singola parasequenza retrogradazionale oppure coincidono con una superficie trasgressiva di erosione, a causa della sotto-alimentazione della piattaforma continentale durante il sollevamento precedente del livello del mare. Quindi, i depositi trasgressivi hanno contribuito in modo scarso in termini di spessore alla crescita della piattaforma continentale. Invece, questi hanno controllato la formazione di importanti discordanze (superfici di ravinement; Posamentier and James, 1993), che sono particolarmente evidenti quando associate con fluttuazioni asimmetriche del livello marino, come quelle dovute a cicli di breve eccentricit (al quarto ordine). Cominciando da 250 ka, le geometrie e gli stacking patterns suggeriscono fasi di sollevamento e di abbassamento del livello relativo del mare. Quindi, se la correlazione delle superfici di ravinement con le curve della stratigrafia isotopica dellossigeno consistente, la periodicit delle sequenze deposizionali di circa 100 ka ed collegata a cicli glacio-eustatici a breve termine. Anche se basata sulla datazione indiretta delle unit sismiche e delle unconformities corrispondenti, questa correlazione ben supportata dallestensione laterale e dalla continuit delle superfici di ravinement, riconosciute in tutta larea studiata. Simili correlazioni qualitative di discordanze con tratti delle curve della stratigrafia isotopica sono gi state eseguite da differenti autori, in diversi casi di studio di margini continentali sia attivi che passivi nello stesso intervallo (Ashley et al., 1991; Okamura and Blum, 1993). Meccanismi di controllo. Lapporto sedimentario che ha alimentato il cuneo progradante di regressione forzata delle unit sismiche U1, U2, U3 e U4 elevato, in quanto ha provocato una progradazione della piattaforma continentale di circa 15 chilometri. Dato che nella Penisola Salentina non esistono sistemi fluviali ben sviluppati, supponiamo che gli elevati apporti sedimentari sono stati controllati dal sollevamento tettonico che ha interessato larea, durato fino al Pleistocene medio (Consentino and Ghiozzi, 1992; Doglioni et al., 1994). Inoltre, le strutture compressive che deformano le unit sismiche U1-U4 appaiono essere sinsedimentarie, come evidenziato dalla presenza di strutture da crescita nellunit U2. In base alla correlazione di tali lineamenti compressivi con strutture simili riconosciute a terra nella Penisola Salentina da Bossio et al. (1988), si pu ipotizzare che il cuneo progradante si depositato durante il Pleistocene medio. Tali osservazioni suggeriscono anche che i meccanismi di deposizione delle sequenze a terra e del contemporaneo sviluppo del cuneo sedimentario progradante sono stati molto veloci. La progradazione sulla scarpata superiore stata alimentata anche dalla produzione bio-detritica in piattaforma interna, in cui i depositi risedimentati hanno contribuito alla formazione dei cunei progradanti. In conclusione, il controllo eustatico sullarchitettura stratigrafica del cuneo tardo-pleistocenico supportato dalla correlazione delle curve RS1, RS2 e RS3 con le curve della stratigrafia isotopica. Una ciclicit eustatica del 4 ordine con una periodicit di 100 ka (cicli di eccentricit breve), che possono aver controllato la formazione di sequenze deposizionali incomplete del 4 ordine (unit sismiche U5-U8) viene quindi ipotizzata e collegata agli stadi isotopici dellossigeno da 7/8 a 2 (Martinson et al., 1987). I depositi quaternari di regressione forzata formati come risposta alla ciclicit del quarto ordine (100 ka) sono stati investigati in dettaglio nel Bacino Adriatico centrale (Trincardi et al., 1994; Trincardi and Correggiari, 2000; Ridente and Trincardi, 2002). Qui stata evidenziata la natura composita dei cicli di oscillazione delle variazioni relative del livello marino, dove il sollevamento relati-

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vo del livello marino ha interagito con i cicli di alto ordine (da quarto a quinto ordine). Questo meccanismo stato suggerito per spiegare la formazione dei depositi di regressione forzata e la loro preservazione (Trincardi e Correggiari, 2000). Conclusioni. La piattaforma continentale del Salento rappresenta un esempio di architettura stratigrafica complessa di cunei progradanti, che registrano leffetto delle oscillazioni eustatiche del livello marino e delle variazioni nei tassi di sedimentazione, innescati dallattivit tettonica nella regione sorgente. Una deformazione moderata nellarea deposizionale non ha oscurato il segnale eustatico. Nelle sequenze stratigrafiche analizzate sono state riconosciute tre superfici di ravinement , che si estendono verso terra dal margine della piattaforma continentale e mostrano bassi gradienti. Le tre superfici di ravinement (RS1, RS2 e RS3) sono state considerate come markers stratigrafici e correlate con le curve della stratigrafia isotopica (Martinson et al., 1987). Lassetto geologico regionale suggerisce che, durante il Pleistocene medio, il sollevamento tettonico dellavampaese apulo ha interagito con le fluttuazioni glacio-eustatiche di bassa frequenza, producendo la deposizione di system tracts di regressione forzata. Un ampio cuneo sedimentario progradante (unit sismiche U1-U4), depositato durante il Pleistocene medio, ha ampliato la piattaforma continentale di circa 15 chilometri. Durante il Pleistocene medio - Olocene inferiore le variazioni glacio-eustatiche del livello marino con una periodicit di circa 100 ky ha controllato larchitettura stratigrafica della piattaforma continentale del Salento, creando sequenze deposizionali incomplete al 4 ordine nei due cunei sedimentari superiori. La deposizione di systems tracts di regressione forzata, di lowstand e trasgressive, che sono state distinte nelle due sequenze deposizionali incomplete, controllata dal glacioeustatismo al 4ordine, modulato da cicli di eccentricit breve dellorbita terrestre. Il segnale eustatico, prevalente rispetto a quello tettonico, suggerisce una diminuzione nel tasso di sollevamento dellavampaese apulo negli ultimi 250 ka.
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