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Fiorella Tanghetti e la sua fantasia di Carit

Da una conversazione-intervista eseguita in occasione della Santa Epifania 2011 da don Giosy Cento, famoso prete-cantautore, con Fiorella Tersilla Tanghetti, Piercarlo Peroni ed altri collaboratori della Minelli. Fiorella Fiore. Parlami della tua vita in questa direzione della Carit. Quando hai intrapreso questa strada? Mi un po difficile stabilire quando iniziata, nel cuore credo che sia iniziata da quando sono nata. Se penso alla mia infanzia anche quando ero piccolina privilegiavo le persone anziane, mi piaceva stare loro vicino e aiutare gli ammalati. Sin da piccola mi piaceva frequentare gli ammalati, le persone anziane, per assisterli. Poi adoravo i bambini. Un cammino di carit credo sia iniziato cos, con questi passi. Quando invece sono riuscita a realizzare con la mente che la vita non aveva nessun senso se non dedicandola agli altri. Mi sono resa conto che la vita solo per me stessa, per quante gioie, per quante gratificazioni potessi avere non mi dava niente. Anche se tutto andava bene ero comunque insoddisfatta. Allora ho iniziato a dedicarmi pi intensamente ai bisogni degli altri: mi sono tirata a casa mia una famiglia che aveva tanti figli e che faticava a mantenerli, ho dato assistenza a persone ammalate che non potevano essere accudite giorno e notte. Le ho portate direttamente a casa mia; cos anche con alcuni bambini ammalati. Ricordo, per esempio, una bambina ammalata di tumore, accadde circa 27 o 28 anni fa. La madre era veramente sfinita, non ce la faceva pi a vedere la sua bambina cos prostrata. Allora mi sono offerta di portarla a casa mia, in questo modo lei poteva vederla e starle vicina quando se la sentiva, al resto pensavo io, giorno e notte. Da questa bambina, che ho assistito cos intensamente scattato qualcosa. Ho sentito dentro di me un istinto che continuava a crescere. Trovavo gioia e gratificazione, trovavo pace, pur nelle sofferenze e nella fatica, sentivo qualcosa che sembrava quasi volesse esplodere, sembrava quasi che tutto quello che facevo non bastasse mai, e questo mi accade un po ancora adesso. Vorrei abbracciare tutto il mondo ma non ce la faccio. Intanto nasceva la tua famiglia. Nel frattempo si formava la mia famiglia. Anche con la famiglia, nonostante abbia vissuto grandi vicissitudini io mi trovo sempre a pensare che Dio mi ha premiato. Soprattutto con i miei figli. Ha premiato la sofferenza e mi ha dato delle grandi grazie. Pi sono costati, questi figli, a livello di sofferenza, e pi mi stanno dando gratificazione per come sono riusciti ad accogliere Ges nel loro cuore. Sono stati figli travagliati, il mio primo marito di bambini non ne voleva e io mi sono affidata a Ges. Gli chiedevo: pensaci Tu. I figli sono arrivati. Alla fine ci ha proprio pensato Lui. Ho avuto in seguito altri due figli, poi sono rimasta vedova. Infine mi sono risposata con Walter. I figli sono la mia pi grande gioia. Non per quello che loro mi danno, ma, ripeto, per come vedo che accolgono Ges nel loro cuore. Soprattutto, forse, per come sono riusciti a condividere questa tua smania di carit, se possiamo chiamarla cos. Come lhanno vissuta da piccoli e come la vivono adesso, da grandi?

Io li ho sempre visti viverla con grande gioia, forse perch li ho sempre fatti partecipi di tutto questo. Non li ho mai visti n tristi n gelosi di altri bambini intorno a loro, di altri bambini che portavano via i loro giochi. Anche se altri portavano via attenzioni, hanno sempre condiviso tutto, sin da piccoli. Credo che tutto questo sentire sia cresciuto insieme a loro e dentro di loro. Ecco perch penso anche che oggi sia pi facile per loro vivere con gioia tutto questo. E un grande miracolo il fatto che dei bambini, che in genere sono molto centrati su loro stessi, possano condividere tutto, dal gioco alla mensa, al letto, tutto quanto con gli altri e diventare anche loro parte di questa tua fantasia di carit. S, infatti io credo che questa sia la grazia pi grande che Dio mi ha dato, condividere tutto questo con i miei figli e con mio marito. Condividere Ges con i figli e con il marito davvero la cosa pi grande. Ges la Carit. Io continuo a parlare di Ges ma il mio Ges negli ammalati, nei bisognosi, nei poveri, nei bambini, nei sofferenti. Il Vangelo si concretizza proprio in questo: ero ammalato e sei venuto a trovarmi, anzi, ero ammalato e mi hai portato a casa tua. Perch questo? Potevi benissimo andare a trovarli presso di loro? Perch li hai portati nella tua casa, e poi hai creato altre case? Perch non potevo dividermi. Se assistevo uno non potevo accudire ai bisogni di altri. Se ero vicina ad un bambino non potevo accudire i bisogni dellanziano che era solo, oppure quelli dei giovani che cercavano aiuto. Non riuscivo a dividermi, ecco perch ho cercato di accentrare tutto in una casa e di far crescere questo progetto. Quindi, allinizio, stata la tua la casa dellaccoglienza. Poi in seguito se ne sono aggiunte altre. S, allinizio stata solo casa mia, poi la prima casa famiglia che ho aperto si chiamava Casa del Pellegrino, lavevamo chiamata cos. Proseguendo nel cammino, ho accolto in casa un ragazzo, un tossicodipendente ammalato di AIDS. Era un ragazzo rozzo, non saprei come descriverlo, ma di certo era tutto fuorch mite e docile, senza fede, privo di ogni contatto e disposizione alla fede. Ebbene, lho visto cambiare straordinariamente in un periodo rapidissimo, in meno di un anno. Lho visto trasformarsi in un modo che mai avrei potuto nemmeno immaginare. Alla fine aveva dentro una pace e una gioia incredibili; era lui stesso a chiedere la preghiera. Pregava con intensit. Era diventato caritatevole con tutti gli altri, chiedeva agli altri di aiutare di stare vicino al prossimo. Spiegava, raccontava e riconosceva i grossi sbagli che aveva fatto nella sua vita. Implorava gli altri di non ripeterli. In fondo questi ragazzi sono quelli che hanno nascosto la loro bont, ma ne hanno davvero tanta. E cos che ho chiamato la nostra associazione, Sergio Minelli, perch questo era il nome di quel ragazzo che poi mor. Lassociazione prosegue tuttora con il suo nome. Stai parlando dellAssociazione Minelli, con quale scopo opera questassociazione? Nello statuto abbiamo stabilito come finalit principale quella di aiutare gli anziani unitamente ad altri scopi solidaristici ma in realt la nostra associazione ha come obiettivo quello di seguire tutti, aperta a tutti e a tutti i bisogni di questo mondo. Qualunque sia il bisogno, noi vorremmo fare qualcosa per cercare di soddisfarlo. Quindi sulla base di queste finalit sono sorte anche altre case? Per primo hai accolto questo ragazzo?

Questo ragazzo insieme ad altri stato il primo. Poi cerano un paio di famiglie che erano proprio disastrate, erano rimaste senza casa, erano in ginocchio per problemi economici e di disadattamento. E questi li hai accolti tutti in casa tua? Si. Poi ho continuato anche con dei bambini. Bambini che non potevano essere seguiti adeguatamente, sia per la scuola sia per altre necessit. Ma quindi tu facevi solo questo o avevi una tua vita famigliare? Facevi da mangiar, stiravi i panni? Come facevi? Lavoravo tante ore. Anche di notte se serviva. Facevo addormentare i bambini e poi stiravo, per esempio. Hai fatto una Ges-terapia, allora. Forse proprio cos. Infatti tra le cose di cui sono stata accusata c anche questa. E non va bene fare della Cristo-terapia. Adesso uscito un libro: Il mio psicoterapeuta si chiama Ges. Lha scritto Carlo Nesti, il giornalista sportivo. E stato presentato in questi giorni. In fondo, unidea che ha duemila anni almeno, questa che la terapia di Ges fa rinascere luomo. In fondo Lui faceva questo ma non lo vogliono accettare. Oggi si va dallo psicologo. Ma tu con queste persone parli. O dai loro solo da mangiare? Li ami, li coccoli? No, certo non do loro solo da mangiare. Parliamo, anche. Ma non saprei bene nemmeno io come descrivere questo star loro vicino. Forse puoi dirlo meglio tu, Piercarlo? P.: Innanzitutto li ami! Poi li ami e poi li ami ancora. Questa la prima, la seconda e la terza cosa che fai. Fra un amare e laltro, parli, consigli dai da mangiare, sgridi se c bisogno, come tutte le mamme, ma pi che altro li ami. Adesso nelle altre case che sono nate, che io ho visto, chi hai? Adesso in casa ho tre bambini affidati dai servizi sociali. Spiega bene tu la situazione Piercarlo. P.: Beh, secondo i nostri avvocati non dovrebbe proprio tenere questi bambini in casa. No, io non li lascio. P.: Abbiamo raggiunto un compromesso, nel senso che tutti i progetti di persone seguite si portano a compimento e fino al termine del processo non assumiamo progetti nuovi. Oltre ai bambini ha in casa una persona malata di mente, Emanuela; ha in casa le persone anziane, i malati. Questo perch, indipendentemente dal processo, i malati non li abbandona mai. Poi ancora ci sono gli extracomunitari, insomma c di tutto. Ha in casa Cristo sofferente in varie sue facce. sorprendente come, insieme alla sua famiglia, possa tenere in piedi unopera di carit cos vasta. Credo che non si limiti da nessuna parte. Fate anche tanta assistenza a famiglie con aiuti concreti, portando pacchi alimentari. Le famiglia a cui consegniamo i pacchi alimentari ora sono oltre 350 ogni mese. Poi aiutiamo anche diversi istituti religiosi e non cui portiamo grandi quantit di generi alimentari Senza nessun aiuto civile, politico? Insomma nessuna sovvenzione pubblica? No. Lunico aiuto che abbiamo il Banco Alimentare che ci passa un po di alimenti, ma non tutti. Dobbiamo aggiungerne noi perch quello che ci danno non basta a soddisfare tutti i bisogni delle famiglie. C lAzienda Agricola di mia figlia che produce diverse cose e tutto viene messo a disposizione dellassociazione, perch nulla viene venduto.

Perch queste realt di amore trovano sempre un ostacolo, cos come lo trov Ges Cristo? Credo che dal momento in cui una persona sceglie di seguire lamore e la carit, deve mettere in preventivo, prima di ogni altra cosa, gli ostacoli. E cos, e in questo modo quando li trova ha la forza per superarli; se non fossero messi in preventivo, se li troverebbe tra capo e collo senza la forza necessaria per superarli. Io sono sempre partita dal presupposto che se non avessi incontrato ostacoli significava che non ero sulla strada giusta. Se guardiamo alla vita di Ges, se vediamo la vita dei Santi ne abbiamo lesempio. Io non sono santa, ma mi piace tendere alla santit, non tanto per unelevazione terrena, ma perch mi voglio avvicinare sempre di pi alla vita di Ges, essergli daiuto sempre di pi. Lui aiuta me, ma anche io voglio cercare di aiutarlo: usami, io sono le tue braccia, le tue mani, sono i tuoi piedi, la tua bocca, la tua testa. Fai quello che vuoi di me. Qualcuno potrebbe dire che troppa religione, che bisognerebbe tirare fuori pi un senso terreno. Sicuramente qualcuno penser che sia troppa religione. Non ti hanno mai accusato di fanatismo? Il mio fanatismo, se mai c, dentro di me e non lo trasmetto agli altri. Agli altri io cerco di trasmettere interesse per i bisogni delle persone in difficolt, la voglia di accudirli, di accoglierli. Io non impongo il mio fanatismo, quindi non capisco questa accusa. Quando c una vita concreta di carit, non si pu metterla in discussione. Quindi io credo che chi discute una prova concreta di carit gratuita, che non chiede nulla a nessuno, che non sfrutta risorse altrui, come fai tu con la tua famiglia, muova le sue contestazioni per invidia, per gelosia o per spillare dei soldi, non per altri motivi. Chi guarda positivamente questopera? C gente che la guarda positivamente. Oggi anche la Chiesa inizia a vederla leggermente in modo positivo, fino a qualche anno fa anche la Chiesa era molto ostile nei miei confronti. Io so perch: gli rubavi la carit che non faceva. Ma io non volevo rubare la carit, io volevo offrire la mia carit. Non volevo e non voglio che sia solo mia, ma che sia di tutti: della Chiesa e degli uomini. Raccontaci qualche episodio bellissimo di qualche persona che ha ritrovato la vita attraverso questo amore. Ce ne sono talmente tanti che difficile scegliere. Dottor Eros raccontaci una di queste situazioni. E.: Mio pap stato uno dei fondatori del Partito Comunista a Brescia e ha sempre vissuto in questa ottica, in questo ambiente e con questa ideologia. Era una persona stupenda, corretta e molto buona, ma che frequentava pochissimo la Chiesa e i preti. Pi o meno come Don Camillo e Peppone. Solo Fiore riuscita e farlo andare al Santuario di Bovegno, un santuario che lei stessa ha fatto sistemare, e a fargli fare la confessione. Attraverso lamore che lei gli ha sempre trasmesso riuscita a infondergli anche questo bisogno di andare in chiesa. Ha sempre trovato in lei una tale bellezza e spiritualit che ha voluto vedere di persona cosa facevamo a Bovegno. Quindi vero che solo lamore salva? E.: Solo lamore salva. Mio padre aveva il morbo di Parkinson ma riuscito a confessarsi e a fare la comunione. Io, medico, posso dire che quello che ho imparato nellattenzione e nella cura intima verso gli ammalati lo devo solo ed esclusivamente alla Fiore. Quindi non si tratta solo di dare un letto, una casa o un piatto di pasta.

E.: Io ho litigato con mia mamma. Lei voleva farlo ricoverare perch aveva questi problemi: di notte stava sveglio e di giorno dormiva. Allora io ho preso mio padre e me lo sono portato in casa. Aveva una grande paura a stare in ospedale perch suo pap era morto in ospedale. Fabrizio, un tuo ricordo bello di qualcuno che hai visto rinascere. F.: Ho davanti agli occhi tante esperienze che abbiamo vissuto. Mi viene in mente, ad esempio, lanno scorso, quando giravamo le notti fredde dinverno a portare sacchi a pelo e qualcosa di caldo alla gente che era per strada. Non immaginavo, fino a quando non lho visto davvero con i miei occhi dove potessero dormire queste persone e come erano sistemate. Nel vedere i sorrisi che abbiamo raccolto da queste persone, che non contano nulla per la societ, si vede Ges. Non ho dubbi, in questi occhi e in questi sorrisi c Ges. Voi figli sarete incaricati di portare questa pesante e bella eredit. F.: E una bella eredit. Io ce lho da sempre, per grazia di Dio e grazie alla mamma. un onore per me fare queste cose. Tu che sei moderno, oggi che sembrano di unaltra generazione quelli parlano di queste cose. Tu hai 28 anni, ma i ragazzi oggi come possono mettere in atto cose come queste. F.: Io vedo i ragazzi che ci frequentano e sono del gruppo, vedo chiaramente questo spirito di collaborazione e di condivisione. Lo spirito di voler portare Ges, come dicevi anche oggi al termine della messa. Lidea di glorificare Dio con la vita e con la gioia. La prima cosa da fare, poi, portare serenit a tutti. Quando si parte cos non ho dubbi che il Signore ci dar anche le idee per portare avanti nel migliore del modo tutto quanto. Quindi si far un grande istituto? F.: Speriamo! Speriamo! Quindi il progetto per il futuro quello di accogliere pi gente possibile? F.: Senzaltro! Ma oggi va molto di moda e sembra il metodo migliore quello di fare case famiglia. Ho visto ieri quella degli anziani: mi ha colpito molto la casa data al vecchietto di Salerno che ha la legna fuori, pu accendere il fuoco, pu ricreare il suo ambiente da dove venuto. Io credo che pensare in grande significhi pensare di moltiplicare questi luoghi damore, pi che creare una grande struttura. E le altre attivit che avete? Io ho visto anche un coro di bambini, fate spettacoli cosa avete realizzato? Questo coro di bambini si chiama Su ali daquila. Ieri quando hai spiegato cosa significa Su ali daquila, hai centrato il mio principio. Io dicevo: lo vorrei chiamare cos perch Ges e la Madonna portino questi bambini sulle loro ali, per farli inciampare il meno possibile, e anche se inciamperanno, che li faccia per volare in cielo. Gli spettacoli, che coinvolgono i pi grandi, servono per offrire una forma di condivisione, per farli divertire, per farli stare insieme. Per far crescere anche dentro di loro ci che sono riuscita a trasmettere ai miei figli. Io credo sempre che sia una grazia del Signore, perch ci possono essere i genitori pi bravi di questa terra, ma se poi non interviene la grazia di Dio nel loro cuore... Io non credo di avere dei meriti per questo. Laltra sera, a cena, ho visto una grande comunit. Una grande mensa dove chi arriva si mette seduto e mangia. Ho visto tante persone fare comunit, una comunit semplice fatta di stare insieme, mangiare, cantare, condividere.

un modo di vivere che mi sembra simile alle prime comunit cristiane. O no? Non saprei ma davvero cos. Pregavano, stavano insieme, condividevano quello che avevano, se qualcuno era nella necessit, luno metteva per laltro,. Questo mi sembra sia quello che state facendo voi. quello che cerchiamo di fare e speriamo vada bene. Qualche riconoscimento positivo? Solo la gente che aiutate o anche qualcun altro? No, c stata anche qualche persona che non abbiamo nemmeno aiutato che ci ha mostrato gratitudine. Io aiuto anche tante persone con la preghiera. Se qualcuno ammalato e mi chiama, io prego per lui. Capita spesso anche con persone che non hanno nemmeno vissuto vicino a noi. E abbiamo ricevuto anche qualche gratificazione. Io penso di intitolare questo articolo Una comunit damore senza nome. Ecco bravo. Non ha un nome. Non sono mai riuscita a trovarlo o non lho mai voluto trovare. Lunico nome lamore di Ges. Ma giusto non trovarlo perch dentro c un grande elenco di nomi dove nessuno spicca sugli altri e dove tutti sono amati allo stesso modo. Quindi non giusto mettergli un nome, perch la carit non ha nome, si chiama carit e basta. Dicevo stamani che Ges non ha chiesto ai Magi la carta di identit prima di riceverli. Li ha accettati come erano. Tu Rosalba cosa ne pensi di questa comunit di carit? R.: Io lavoro, ho una famiglia. Mio nipote, Isaia, stato vittima di un incidente. Ormai sono quasi ventanni che conosco la Fiore e tutto questo gruppo e diventata la mia famiglia. Purtroppo, do molto poco rispetto a quello che mi viene dato. Non ti viene chiesto nulla? R.:No. Tu spontaneamente cosa pensi di offrire? R.:Principalmente il mio tempo, e poi metto quel poco che so fare. Qui vedo che c una banca del tempo, perch ognuno porta il tempo che ha e il timballo che ha. R.:Ognuno porta ci che sa fare. Chi sa cucire, chi sa cucinare... Quando voi vi confrontate con il mondo di oggi che sembra cos lontano dal mondo del Vangelo cosa pensate? E.:Io ho lavorato, e ho vissuto, in ospedale fino allo scorso anno e quindi direi che la questione molto appropriata anche per lospedale. Una volta fare il medico era veramente una missione; fare il medico richiedeva dedizione e tempo sopra ogni altra cosa. Oggi per gli standard richiesti dalle Asl e dalle Regioni prevale esclusivamente il rapporto denarotempo e la cura del malato passa in secondo o in terzordine. Oggi chi viene a chiedere lavoro prima chiede quanto mi dai e poi chiede cosa deve fare. E.:E vero, la prima domanda sempre quanto si percepisce. Dovrebbe essere: dimostrami cosa sai fare poi, forse, ti dar qualcosa di pi. Il concetto che un mondo che ha bisogno di stereotipi come la macchina, lorologio, la casa, le vacanze, la voglia di dare il proprio tempo agli altri viene dopo. Anche se, in ospedale, la maggior parte delle persone che trasportano gli ammalati, sono volontari. Fiore, quante persone si sono sposate in questi anni? Tante, tante. Non li ho mai contati e non voglio contarli. Quindi senza nome e senza numero. Senza nome e senza numeri. Ma quanti ne hai sposati?

Sposati, almeno 25. Sposati, significa che gli hai comprato anche labito? Tutto: la dote, labito, i fiori, i mobili. Come figli miei. Come si chiamano i prossimi sposi? Jessica e Gianni. Si sposano a giugno. Che cosa state preparando? Adesso sto facendo le bomboniere; ricamo gli asciughini con le iniziali. Lo faccio quando ho tempo e molte volte lavoro con il telefono allorecchio. Fabry, ma voi avete anche un lavoro, unazienda. Come metti insieme azienda e carit? Al mondo doggi una difficolt mettere insieme le due cose. F.: Hai fatto una bella domanda, perch una cosa di cui volevo proprio parlare. Del fatto che riusciamo a vivere il mondo del lavoro con lo spirito di voler lavorare di pi per poter guadagnare di pi ma per poter poi distribuire di pi; quindi alla fine ogni giorno si trova lentusiasmo di lavorare per riuscire a fare di pi. Katia, tu hai unazienda agricola. Quanti prodotti vendi? K.: Da vendere ben pochi. Li doniamo tutti in beneficienza. Produciamo prosciutti, salami, carne, miele, marmellate, formaggi. La maggior parte di questo serve a nutrire molta gente che ha bisogno. K.: Alla fine li usiamo quasi esclusivamente per quello. Quindi voi vivete dellessenziale, per dare molto a tutti. Walter, tu che hai incontrato unesperienza di carit, cosa significa questo per te? W.: Io quando ho conosciuto la Fiore facevo un altro tipo di vita. La mia malattia stata la mia fortuna perch mi ha dato modo di incontrarla e quello che mi ha insegnato in tutti questi anni penso che non lavrei imparato da nessunaltra parte. Per me stata una cosa davvero molto importante. Mi ha insegnato, mostrandomelo, cos la carit, mi ha insegnato qual la strada per andare verso Ges. La mia vita era completamente diversa da quella che conduco oggi. Fiore, tiriamo le conclusioni. Quale pu essere una conclusione di questa vita. Mi vengono due risposte, ma non so qual quella giusta. La conclusione di questa vita, per me, egoisticamente, e parlo da persona terrena con tanto egoismo, vorrei finire e concludere andando gi domani, o ancora oggi o fra un istante da Ges. Laltra risposta spero di non finire mai, perch fin che sono su questa terra, con lamore che sento dentro, vorrei continuare a distribuirlo sempre. Allora scriveremo sulla tua casa Lavori in corso Qual la tua esperienza personale di sofferenza e come servi Ges sofferente? So che una brutta parola, ma mi piace servire il sofferente in due modi: il primo servirlo materialmente, accudendolo, standogli vicino e amandolo; laltro chiedendo a Ges che dia a me la sua sofferenza per aiutarlo con la mia sofferenza. Io non chiedo mai a Ges di non far soffrire, ma chiedo di far soffrire me al posto del sofferente. Quindi la sofferenza partecipazione. In fondo il sistema di Ges che si preso le sofferenze. Noi diciamo Agnello di Dio che togli i peccati del mondo. Sai che sbagliata questa frase? Perch viene dal latino Qui tollis peccata mundi e significa che porti sulle spalle i peccati del mondo. Invece erroneamente stata tradotto che togli i peccati del mondo. In realt se li presi sulle spalle come il buon pastore porta la pecorella. Quindi lamore proprio non volere il dolore dellaltro, ma di prenderlo. come una persona che dice prendi me e non prendere lui, per questo dipende dalla volont di Dio e non possiamo imporre nulla.

Ma non mi ascolta. Non ti ascolter quasi mai, perch lui fa sempre quello che vuole e ci fa arrabbiare perch non fa quello che diciamo noi. Tarrabbi con Ges Cristo? Eh s, qualche volta s. La tua sofferenza pi grande qual ? una sofferenza morale. Limpotenza di fronte alla gente che non si aggrappa al filo di Ges e non capisce che potrebbe vivere in maniera diversa, con gioia e con amore. Si vede tanta sofferenza e, magari, proprio di fronte a uno che non vuol far niente, che non vuol cambiare. E tu sei impotente, non puoi fare nulla. Perch Dio ha dato la libert e bisogna rispettarla. Fabry e Katia, voi avete tanti bambini. Non siete molto europei! Fabry ha quattro figli e Katia cinque. una scelta di vita importante e grande, forse perch siete cresciuti con tanta vita intorno o per altro? F.: Innanzitutto pensiamo che i bambini siano una benedizione del Signore e non mi sentirei realizzato se non avessi i miei bambini. K.: Stessa cosa. Ti senti diversa dal mondo doggi dove si insegna ai figli come non fare i figli? Perch spesso ai ragazzi di oggi si insegna come non fare i figli... K.: Io pi ne ho meglio , quindi vado proprio nella direzione opposta. Qualcuno dice che sei incosciente? K.: Qualche volta s, me lo dicono. una bella testimonianza. Dovete essere molto contenti di aver posto questo segno, un segno vero, come dice la Bibbia, come diceva Ges, come abbiamo letto anche in questi giorni, e come diceva anche il vecchio Simeone, questo figlio posto come segno di contraddizione, perch siano rivelati i segreti di molti cuori. Voi siete un segno di contraddizione controcorrente, perch chi ama sempre contro corrente, perch chi ama non capito. Per i segni contro corrente sono quelli che svelano poi la verit della societ. Quindi dovete avere sempre tanta fiducia, il domani lo sa solo Dio. Noi vediamo le sofferenze delloggi, ma come dice il Salmo uno se ne va e piange dicendo: forse non crescer niente, non avr quello che desidero da ci che ho seminato. Chi semina piange, ma poi torna felice con il suo raccolto. Quindi io vi auguro che il Signore vi faccia avere un raccolto felice, perch chi semina con amore produce sempre.

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