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Il Pianeta Terra nasce circa 5 miliardi di anni fa come un pianeta incandescente che col tempo

si solidifica, è un pianeta dinamico, ovvero in continua evoluzione. Non ha una forma


geometrica precisa e definita, ma viene rappresentata con la funzione matematica del GEOIDE,
molto approssimativa e che rappresenta una superficie equipotenziale.

La Terra è composta da 4 componenti principali che sono la litosfera, l’atmosfera, l’idrosfera e


la biosfera. Tutte queste componenti non sono isolate, ma interagiscono tra loro scambiandosi
energia e materia, un esempio che possiamo fare è per esempio il ciclo delle piogge.

Per studiare l’interno della Terra non si è usato un metodo diretto, cioè in prima persona, ma un
metodo indiretto, ovvero sfruttando l’utilizzo delle onde sismiche P ed S: le prime attraversano
tutti i materiali, mentre le seconde non attraversano i fluidi. Le onde cambiano la loro velocità di
propagazione in base alla densità del mezzo che devono attraversare. Attraverso ciò gli
scienziati sono riusciti ad individuare 3 strati in cui la terra è divisa: la crosta, il mantello e il
nucleo.

LA CROSTA: è la parte più esterna della Terra, abbiamo due tipi di crosta, quella continentale e
quella oceanica, che differiscono per lo spessore. La densità dei materiali che compongono la
crosta è molto bassa, infatti questa è composta principalmente da silicati, alluminio e silicio.

IL MANTELLO: è una parte interna della Terra molto spessa e composta principalmente da
magnesio e ferro. Anche il mantello si divide in mantello superiore e mantello inferiore. Quello
superiore a sua volta è diviso in vari strati, quello più vicino alla crosta terrestre è il mantello
litosferico, più rigido e denso della crosta, insieme alla quale formano la litosfera. La litosfera è
la parte più dinamica della Terra ed è divisa in placche. Sotto la litosfera troviamo l’astenosfera,
uno strato meno spesso, si estende fino a circa 250km, e più elastico. Sotto l’astenosfera c’è la
mesosfera e infine il mantello inferiore.

IL NUCLEO: è la parte più interna della Terra, suddiviso a sua volta in nucleo interno e nucleo
esterno (l’unica parte fusa). I suoi elementi costituenti sono ferro e Nickel.

Ogni volta che le onde sismiche cambiano mezzo di propagazione chiamiamo questo superficie
di discontinuità, ne abbiamo principalmente 3: quella che divide la crosta dal mantello,
discontinuità di Moho, dove le onde aumentano velocità bruscamente, dovuto al fatto che i
materiali del mantello sono solidi come quelli della crosta, ma più densi; poi abbiamo la
discontinuità di Gutemberg, che divide il mantello dal nucleo esterno, qui possiamo notare come
le onde P rallentino, mentre le onde S si fermano, questo è dovuto al fatto che il nucleo esterno
è fuso; infine abbiamo una discontinuità secondaria, ovvero quella di Lehmann, che divide il
nucleo esterno da quello interno, qui abbiamo una nuova accelerazione delle onde P.

Come abbiamo detto la Terra nasce come un pianeta incandescente, e questo porta
all’accumulo di calore primordiale che ancora tutt’oggi si va liberando molto lentamente,
tuttavia questa è una piccola parte del calore rilasciato dalla Terra, infatti insieme a questo
dobbiamo aggiungere la radioattività delle rocce della crosta e del mantello. La Terra è
molto più calda in profondità rispetto alla superficie, inoltre il calore interno è la causa di molti
fenomeni endogeni. La quantità di calore che troviamo all’interno è detto flusso geotermico:
questo non è uniforme su tutta la superficie terrestre, ma per esempio lungo le dorsali
oceaniche è maggiore e va diminuendo pian piano che si ci allontana.

Il mantello, pur essendo solido, si può comportare in modo plastico, facendo avvenire delle
trasmissioni di calore che chiameremo moti convettivi: materiali caldi, provenienti dalle
profondità, risalgono verso la superficie liberando energia termica, una volta raffreddati questi
materiali torneranno verso l’interno della terra, dando vita alle cosiddette celle convettive.

Essendo il mantello plastico, tutto ciò che noi troviamo sopra tenderà a sprofondare per poi
essere spinto di nuovo verso l’alto: questo processo prende il nome di isostasia e sta alla base
della Tettonica delle placche. La litosfera, galleggiando sull’astenosfera e condizionata dai moti
convettivi, è divisa in tante placche che si muovono tra loro; i processi principali possono essere
di tre tipi:

-processi di divergenza, quando due placche si allontanano. Questo può essere anche
definito come processo costruttivo, in quanto dalla frattura che si verrà a creare può
fuoriuscire del magma dal mantello, che raffreddandosi darà vita a nuova crosta; se il processo
di divergenza avverrà all’interno degli oceani, questo darà vita alle dorsali medio-oceaniche,
delle fratture da dove continua a fuoriuscire del magma che raffreddandosi creerà nuova crosta
e quindi permetterà l’espansione degli oceani. Se invece la frattura avviene all’interno dei
continenti si creeranno le rift-valley;

-processi di convergenza, quando due placche si avvicinano. Questo è definito processo


distruttivo, in quanto entrano in gioco forze di compressione. I risultati di questo processo sono
differenti in base al tipo di placche che si scontrano.

Se lo scontro avviene tra due placche oceaniche una delle due subduce nell’altra creando la
cosiddetta fossa oceanica. La placca che sta sotto, entrando in contatto col calore interno,
fonderà, creando nuovo magma che potrà fuoriuscire attraverso vulcani o ritornare nel mantello.
Questo processo darà vita ad un arco vulcanico insulare.

Processo molto simile avviene se lo scontro è tra una placca continentale e una oceanica, in
questo caso è quella oceanica ad affondare, facendo avvenire il processo di subduzione. Allo
stesso modo parte della placca oceanica fonderà, diventando magma, e si verrà a creare un
arco vulcanico peninsulare.

Se lo scontro avviene invece tra due placche continentali, nessuna delle due sprofonda, ma si
schiacciano a vicenda, sollevandosi e dando vita a montagne. Questo processo prende il nome
di orogenesi.

-processi di trascorrenza, quando due placche scorrono sulla stessa linea ma in direzione
opposta. Definito anche processo conservativo.

Esistono comunque dei posti isolati dove la fuoriuscita di magma è del tutto spontanea, questi
prendono il nome di hotspot, creando i cosiddetti vulcanelli intraplacca, cioè all’interno della
placca.
La litosfera è la parte più esterna del nostro pianeta, composta principalmente da rocce, che
non sono altro che corpi solidi ed aggregati di minerali. Le rocce possono essere eterogenee
o omogenee in base a quanti minerali la compongono.

I minerali sono composti inorganici che si presentano maggiormente in forma solida. Hanno
sempre un doppio nome, formato dal nome del minerale e dal nome del composto chimico. I
minerali si creano spontaneamente in natura.

I minerali possono essere composti da elementi, come lo zolfo, l’oro ecc., da composti (che
sono formati da 2 o più elementi), come il quarzo (composto da silicio e ossigeno) o la calcite
(composta da calcio, carbonio e ossigeno), o da soluzioni solide, dette miscele isomorfe.

I minerali possiedono anche un habitus cristallino, che corrisponde alla forma specifica del
minerale, che spesso è associata ad una figura geometrica con spigoli, facce, vertici ecc…
Quando avviene ciò vuol dire che il minerale si trova a temperatura e pressione adatta e quindi,
in un determinato tempo, ha la possibilità di ordinare i suoi atomi, ioni e molecole. Quando
questo non accade e il minerale non ha una forma definita si dice invece struttura amorfa.

Può capitare che dalla stessa sostanza possono crearsi due minerali differenti in base alla
condizione in cui si creano, per esempio l’opale ha la stessa sostanza del quarzo; può anche
capitare che una sostanza si presenta con forma cristallina differente a seconda della
condizione in cui si trova, per esempio il carbonio può presentarsi come diamante o come
grafite. Questo fenomeno prende il nome di allotropia o polimorfismo.

Per distinguere i vari minerali bisogna prendere in considerazione varie proprietà fisiche che
possiedono: lo stato fisico, il colore, la durezza, l’odore, la lucentezza, la trasparenza, l’opacità,
il sapore, la sfaldatura, la tenacità e la densità.

In base alla loro composizione chimica, i minerali possono essere divisi in 8 classi o famiglie.
Ogni minerale ha una formula mineralogica differente dagli altri.

La prima classe è quella più abbondante, ovvero i silicati, come il quarzo o l’olivina;

La seconda classe comprende gli ossidi, come il corindone e l’ematite;

Della terza classe ne fanno parte i solfuri, ovvero composti con lo zolfo;

Nella quarta classe abbiamo i solfati, composti dal gruppo solfato SO₄, un esempio può essere
il gesso.

Nella quinta classe troviamo i carbonati, composti da cationi uniti al gruppo carbonato CO₃,
come la calcite o la dolomite;

Nella sesta troviamo gli alogenuri, costituiti con gli alogeni, ovvero gli elementi della 17 ⁰ gruppo
della tavola periodica, come il salgemma o la fluorite;

La settima classe è composta dai fosfati, che comprendono principalmente il fosforo, e che
presentanto l’anione PO₄;
L’ottava classe infine comprende gli elementi nativi, i minerali più semplici, costituiti da un solo
elemento, come l’oro, il rame ecc.

Le rocce non sono altro che aggregati di minerali, possono essere divise in due grandi gruppi:
rocce coerenti, se si presentano compatte, o rocce incoerenti se si presentano come frammenti.

Quando parliamo di rocce non dobbiamo parlare di composizione chimica, ma di composizione


mineralogica, ovvero di quali e quanti minerali essa è composta.

La struttura della roccia è molto importante in quanto ci permette di conoscere il processo


grazie al quale si è creata. Ogni roccia si forma in un ambiente chimico-fisico particolare che è
definito facies: in generale conosciamo tre tipi di ambienti, quello magmatico, quello
sedimentario e quello metamorfico.

Le rocce magmatiche sono quelle che si formano in un ambiente generalmente vulcanico, dove
è presente il magma, ovvero un composto eterogeneo che presenta nella sua composizione
silicati, vapore e gas. Questo può essere primario o secondario, abbiamo il magma primario che
fuoriesce direttamente dal mantello, è un magma più femico, ovvero con la presenza di ferro, e
si presenta più fluido rispetto al magma secondario, che è più sialico, ovvero abbondante di
silicati, e che si presenta in maniera più viscosa.

La formazione di rocce magmatiche avviene grazie alla solidificazione del magma. Da questo
processo nascono rocce nuove. Il processo di solidificazione può essere differente: se avviene
in profondità si formano le rocce intrusive, questo processo è molto lungo e può durare milioni
di anni, per questo gli atomi e le molecole delle rocce intrusive hanno tutto il tempo per
riordinarsi e presentarsi cristallizzate, così tanto da essere definite olocristalline. Esempi di
rocce intrusive sono il granito o la diorite.

Il magma, spinto anche dalla pressione dei gas, tende a fuoriuscire, ed una volta fuori,
diventerà lava e si solidificherà dando vita alle rocce effusive. Questo processo è molto veloce,
appunto per questo le rocce create avranno una struttura porfirica/amorfa, dove si vedranno
pochi minerali, mentre se solidifica ancora più veloce del normale, la forma sarà vetrosa e non
si potranno riconoscere i minerali.

In base al tipo di magma da cui si sono formate, queste rocce posso essere classificate in
sialiche, intermedie, femiche o ultra femiche (ricche di ferro e quasi prive di silicio).

Le rocce sedimentarie sono quelle che si vengono a formare a causa dei fenomeni esogeni,
ovvero ciò che avviene all’esterno. Le rocce formate saranno secondarie, in quanto derivano da
rocce preesistenti che si disgregano e si consumano. Il fattore principale che causa ciò e
l’acqua. La roccia viene quindi distrutta totalmente o divisa in frammenti, da cui si ricaveranno i
cosiddetti clasti, sedimenti o detriti. Questo processo prende il nome di erosione.

Dopo di ciò si ha la sedimentazione. L’insieme di tutti questi processi prende il nome di


diagenesi.

In base al modo in cui avviene il processo, le rocce sedimentarie possono essere classificate in:
Rocce clastiche o detritiche, che derivano dalla frammentazione di rocce già esistenti e dalla
loro compattazione, in seguito al trasporto dell’acqua. A seconda del tipo di frammenti da cui
provengono possono essere: i conglomerati, le arenarie, la siltite e l’argillite.

Rocce chimiche o di deposito evaporitiche, causa della formazione di queste sono le proprietà
chimiche dell’acqua, che agisce come solvente, ovvero permette la dissoluzione di alcune
sostanze in essa, formando una soluzione. Le rocce nuove si formeranno man mano che
l’acqua diminuirà e il soluto finirà per precipitare e depositarsi. Il risultato finale può essere sia di
materiali compatto, sia di materiali sciolti. Esempio di rocce evaporitiche può essere il
salgemma.

Rocce organogene, il cui processo è molto simile a quello delle rocce detritiche, con la
differenza che l’acqua durante il trasporto dei frammenti, può anche trasportare materiale
organico, resti di organismi morti.

Rocce piroclastiche, sono derivate dalla compattazione di materiale vulcanico, l’acqua, durante
il trasporto, porta con se ceneri, lapilli o bombe vulcaniche.

Le rocce metamorfiche sono anch’esse rocce secondarie, tuttavia, rispetto alle rocce
sedimentarie, non si formano dalla distruzione di rocce preesistenti, ma dalla loro
cristallizzazione. Il processo metamorfico avviene soprattutto in profondità della crosta terrestre,
vicino alla sacca magmatica, ed è dovuto allo sbalzo principalmente della pressione e della
temperatura. Il metamorfismo può essere di diverso tipo:

Metamorfismo di contatto, quando le rocce entrano in contatto con il magma, la sua


temperatura molto elevata porta all’alterazione della loro composizione mineralogica ma non
alla fusione.

Metamorfismo cataclastico o dinamico, è dovuto principalmente alla forte pressione che agisce
nelle rocce più profonde, queste col tempo verranno piegate e fratturate, per poi cementarsi con
una nuova forma.

Metamorfismo regionale, dovuto ai processi di sprofondamento, compressione o innalzamento


che subiscono le rocce. In questi processi troviamo pressione e temperatura molto elevata e
può capitare che questo porti parte della roccia a fondere, questo fenomeno prende il nome di
ultrametamorfismo.

In base a quali valori assumono pressione e temperatura il metamorfismo può essere: alto,
intermedio o basso.

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