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Punto di partenza dell'indagine critica o trascendentale (sulle condizioni di possibilit, sull'estensione e i limiti) la constatazione di un dato di fatto: ci sono scienze

e che forniscono conoscenze sicure e feconde di risultati. Sono la matematica (aritmetica+geometria euclidea) e la fisica newtoniana. La metafisica invece da secoli ne racconta di tutti i colori. possibile una metafisica come scienza? la domanda di Kant. La scienza costituita da un insieme di proposizioni, di giudizi e in particolare di giudizi sintetici a priori (universali e necessari e ampliativi delle mie conoscenze).

Estetica trascendentale: studia la sensibilit e le sue forme pure a priori spazio e tempo (tutto ci che conosciamo, infatti, si presenta nello spazio e nel tempo). La sensibilit la facolt di ricevere sensazioni, che permette al soggetto di essere modificato da un oggetto. Viene introdotta la distinzione tra fenomeno (l'oggetto in quanto ci appare) e noumeno (la cosa in s che sta al di l del fenomeno ma che noi non possiamo intuire perch l'intuizione soltanto sensibile). Da ricordare che spazio e tempo non sono nelle cose ma in noi, sono strutture della conoscenza sensibile che organizzano l'insieme delle sensazioni. Il risultato della sensibilit un flusso di sensazioni disorganizzato, come quando mi sveglio assonnato e senza occhiali: sono immerso in un mare di impulsi tattili, visivi ecc. collocati nello spazio e nel tempo. Ma ancora non distinguo il libro dal tavolo e non sono in grado di pensare che il libro sul tavolo. Il mondo non infatti una sorta di blob: la sensibilit non mi da quindi ancora conoscenza, pensiero. Ho conoscenza quando distinguo gli oggetti tra loro e introduco relazioni di causa effetto ecc. Per questo ci vuole un'altra facolt conoscitiva, l'intelletto, che Kant tratta nell'Analitica. Analitica trascendentale: studia l'intelletto (Verstand) e le sue forme pure a priori (Categorie), il modo i cui si applicano ai fenomeni, la loro unificazione nel Soggetto (Io penso). Il Verstand formula giudizi: riporta e sussume determinati fenomeni all'interno di determinate categorie. Le Categorie sono concetti puri che si applicano ai fenomeni, funzioni unificatrici che mi permettono di sintetizzare i dati di senso, di ordinarli e trasformarli cos in oggetti. Formulare un giudizio vuol dire applicare una categoria ai dati di senso, un po' come applicare la formina alla pasta da biscotti. Ogni oggetto, secondo Kant, ha una categoria in ognuno dei quattro gruppi (quantit, qualit, relazione, modalit). Nota bene: l'applicazione delle categorie ai fenomeni operata dall'intelletto a far nascere gli oggetti. Formulando giudizi, dunque, in un certo senso il Verstand crea la realt stessa (vedi il concetto di rivoluzione copernicana). Problema: sensibilit ed intelletto sono facolt conoscitive eterogenee: come possono interagire? C' bisogno di un medio. L'applicazione di una data categoria ad un fenomeno regolata dallo schematismo trascendentale (insieme di regole per l'applicazione delle categorie). Kant lo identifica sostanzialmente con il tempo che, quale forma del senso interno, omogeneo da un lato alla sensibilit, dall'altro all'intelletto. Es.: causalit=successione temporale di un evento ad un altro; necessit=presenza in ogni tempo di un evento ecc. Ci spieghiamo cos come sia possibile formulare giudizi sintetici a priori e avere esperienza in senso proprio (non solo conoscere coi sensi fenomeni sconnessi tra loro ma introdurre tra i fenomeni nessi e relazioni, proprio come fa la la fisica, ad es.). Siccome i fenomeni mi derivano dalla sensibilit chiaro che non ci pu essere conoscenza teoretica al di fuori si essa. Non basta: la conoscenza non un mero succedersi di esperienze staccate le une dalle altre. Quando conosco tutte le esperienze sono ricondotte nell'unit del soggetto, dell'Io che pensa e conosce. L'applicazione delle categorie dunque possibile in virt della loro unit nel soggetto, quello che Kant definisce Io penso o appercezione trascendentale. Dialettica trascendentale: studia la ragione (Vernunft) e i suoi oggetti. Se la sensibilit riceve sensazioni e l'intelletto produce giudizi, la Vernunft formula ragionamenti. I suoi strumenti non sono concetti e giudizi ma idee, sillogismi. Per sua natura la ragione cerca di staccarsi dalle condizioni sensibili per rivolgersi all'incondizionato (Kant la definisce anche facolt dell'incondizionato), alla totalit. Stabilito nell'analitica cosa si pu o non si pu conoscere teoreticamente Kant fa qui i conti con la metafisica tradizionale che pretendeva di dimostrare delle verit sull'anima umana, su Dio, sul mondo come totalit delle esperienze possibili (Kant riprende la tripartizione accademica della metafisica tradizionale es. Christian Wolff in psicologia razionale, cosmologia razionale, teologia razionale). Noi possediamo queste idee della ragione, ma non ci dato nella sensibilit alcun oggetto ad esse corrispondente. Nel formulare ragionamenti su di esse la ragione cade inevitabilmente in errori insormontabili, perch abbiamo ormai imparato che non ci pu essere conoscenza di ci di cui non si ha esperienza. Psicologia razionale: per Kant giusto dire Io penso come soggetto, come soggetto semplice, come soggetto identico in ogni stato del mio pensiero, ma non si pu da questo pretendere di saltare dal soggetto all'anima e di dire ad esempio che l'anima immortale. Cosmologia razionale: qui si cade in vere e proprie antinomie (=conflitto di leggi=contrapposizione di proposizioni antitetiche con la medesima pretesa di verit). Le antinomie sono quattro: abbiamo dunque otto proposizioni dimostrabili e dimostrate (pensa alla storia della filosofia) ma solo a livello logico, perch non c' possibilit di verifica scientifica. Particolarmente interessante la terza antinomia: t):La causalit della natura non la sola da cui possono essere derivati tutti i fenomeni del mondo. necessario ammettere, per la spiegazione di essi anche una causalit per libert a):Non c' nessuna libert, ma tutto nel mondo accade unicamente secondo le leggi della natura. Teologia razionale: Kant smonta le tradizionali prove dell'esistenza di Dio. In particolare critica Anselmo e il suo argomento ontologico perch compie un salto indebito dal concetto di Dio all'oggetto Dio. Di Dio ho il concetto, l'idea, ma nessun oggetto corrispondente nella sensibilit: non posso quindi predicarne l'esistenza, cos come non posso pretendere di trovarmi in tasca come reali i cento talleri possibili che io penso: l'oggetto, per la realt, non contenuto senz'altro, analiticamente nel mio concetto, ma s'aggiunge sinteticamente al mio concetto. La Dialettica ha quindi un risultato negativo: limita e distrugge le pretese conoscitive della ragione. Ma ha anche un risultato positivo: delle idee non posso fare un uso costitutivo (averne conoscenza) bens regolativo. Posso cio usare le idee come principi euristici nell'indagine della natura. Es.: non posso dire che nel mondo vi sia una causalit per libert ma posso indagare il mondo come se (als ob) ci fosse. La ragione unifica e ordina le conoscenze dell'intelletto, conferendo loro carattere di sistema (interdipendenza delle molteplici leggi) e non di semplice aggregato (punto molto importante in vista della Critica della capacit di Giudizio!).

Struttura C.R.P. (dottrina trasc. degli elementi)


La domanda allora: come sono possibili i giudizi sintetici a priori? Per rispondere devo indagare come funziona la conoscenza umana che mi permette di formulare tali giudizi. Nella Critica della ragion pura (1781) Kant si propone proprio di vagliare possibilit e limiti delle diverse facolt conoscitive dell'uomo. A quel punto sar in grado di dirci se la pretesa conoscitiva (scientifica) della metafisica sia fondata o meno.

Logica trascendentale

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