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MONOGRAFIE GIURIDICHE
Josemaría Sanchis
LA LEGGE PENALE
E
IL PRECETTO PENALE
GIUFFRÈ EDITORE
1993
btcalz p. 2/180
Ai miei genitori
btcalz p. 3/180
INDICE GENERALE
Introduzione 1
CAPITOLO PRIMO
CAPITOLO SECONDO
btcalz p. 4/180
vni LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
CAPITOLO TERZO
LA LEGGE PENALE
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INDICE GENERALE IX
CAPITOLO QUARTO
IL PRECETTO PENALE
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INTRODUZIONE
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2 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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INTRODUZIONE 3
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4 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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INTRODUZIONE 5
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6 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
N o n ci è s e m b r a t o necessario n é o p p o r t u n o soffermarci
sulla n a t u r a e il regime giuridico della legge penale,
p e r c h é sono c o m u n i a qualsiasi altra legge in generale. C i
siamo così o c c u p a t i soltanto delle questioni c h e il codice
ha r e g o l a m e n t a t o in m o d o specifico o c h e sono oggetto d i
particolare attenzione d a p a r t e del legislatore.
A b b i a m o d o v u t o e voluto invece c o n c e n t r a r e parti-
colarmente la nostra attenzione sul p r e c e t t o penale, so-
p r a t t u t t o p e r c h é nella sua attuale configurazione esso
costituisce u n a delle principali novità legislative. F o r s e
p e r questo, la dottrina h a dedicato i suoi sforzi p e r
d e t e r m i n a r e la sua n a t u r a e d anche la sua operatività.
Offriamo perciò u n o studio particolareggiato sul p r e c e t t o
penale: sulla n a t u r a e sul regime giuridico, sulle sue
caratteristiche, ecc. Nella vigente legislazione, s e c o n d o la
dottrina d o m i n a n t e , il p r e c e t t o penale è u n atto ammini-
strativo singolare m e d i a n t e il quale chi h a potestà esecu-
tiva p u ò c o m m i n a r e p e n e d e t e r m i n a t e (ad eccezione d i
quelle p e r p e t u e ) . P e r le sue caratteristiche, si tratta d i u n o
s t r u m e n t o p i ù agile della legge c h e p e r m e t t e , nelle situa-
zioni d i urgenza, u n intervento tempestivo dell'autorità,
che c o m u n q u e , p r i m a d i imporlo, d o v r à s o p p e s a r n e ac-
c u r a t a m e n t e l ' o p p o r t u n i t à . A causa della sua n a t u r a am-
ministrativa, il p r e c e t t o è anche s o t t o p o s t o agli eventuali
ricorsi previsti c o n t r o gli atti amministrativi in genere.
P e r q u a n t o riguarda la possibilità o m e n o dell'esistenza
dei precetti penali generali n e l l ' o r d i n a m e n t o canonico
attuale, in dottrina n o n è chiaro se q u e s t o possa essere
c o m p r e s o nel t e r m i n e « p r e c e t t o penale ». Tuttavia, nella
vigente legislazione esistono alcuni e s e m p i di n o r m e ema-
nate dall'autorità esecutiva m e d i a n t e le quali si stabili-
scono sanzioni di n a t u r a disciplinare, m a s e m b r a c h e
nessuna d i queste abbia n a t u r a p r o p r i a m e n t e penale.
I n diversi m o m e n t i dell'esposizione a b b i a m o solle-
vato la questione della necessità, e n o n solo dell'oppor-
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INTRODUZIONE 7
1. J . SANCHIS
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CAPITOLO PRIMO
IL S I G N I F I C A T O E LA F U N Z I O N E
DELLA NORMA PENALE
NELL'ORDINAMENTO CANONICO
1
( ) Communìcationes, 2 (1970), p. 101: «Maxima habita est cura ut
praetermitterentur definitiones aliquae, quae ad doctorum magis quam ad
legislatores pertinent officium ». Cfr. anche PONTIFICIA COMMISSIO CODICI
IURIS CANONICI RECOGNOSCENDO, Schema documenti quo disciplina sanctionum
seu poenarum in Ecclesia Latina denuo ordinatur, 1973, p. 6.
2
( ) Il canone citato apre il Titolo III « De subiecto poenalibus san-
ctionibus obnoxio », e ciò significa che non si tratta del delitto in se stesso,
ma lo si considera nella prospettiva della sua punibilità. Per tale motivo, il
disposto del can. 1321 stabilisce in realtà un presupposto di punibilità, e cioè
l'esistenza di imputabilità grave, impedendo assolutamente, così, l'applica-
zione, nell'ambito del diritto penale della Chiesa, della figura della respon-
sabilità penale oggettiva. Come è stato giustamente messo in evidenza da M.
JASONNI, Contributo allo studio della « ignorantia iuris » nel diritto penale
canonico, Giuffrè, Milano, 1983, p. 144, nel codice vigente « l a trattazione
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10 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
del delitto nella sua consistenza fattuale sfuma e cede il passo ad un'impo-
stazione che ruota attorno al sistema sanzionatorio », « restando in primo
piano il momento della sanzione » (Ìbidem, p. 164), e non invece quello del
delitto, come secondo noi dovrebbe essere. A riprova di quanto detto basti
ricordare che dallo stesso titolo del Libro VI: « D e Sanctionibus in Eccle-
sia », è stato tolto ogni riferimento al concetto di delitto.
3
( ) Cfr. per tutti V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia. Adnota-
tiones in Codicem: Liber VI, P.U. Gregoriana, Romae, 1986, p. 40; L.
GEROSA, Delitto e pena nel diritto canonico, estratto dal Digesto, IV edizione,
Utet, Torino, 1990, p. 20; A. CALABRESE, Diritto Penale Canonico, Paoline,
Alba, 1990, p. 28.
4
( ) Cfr. F. ROBERTI, De delictis et poenis, voi. I, pars I, De delictis in
genere, Romae, 1930, p. 53-54; F.M. CAPPELLO, Summa Iuris Canonici, voi.
Ili, Romae, 1940, p. 398-399; É. JOMBART, Des délits et des peines, in Traite
de Droit Canonique (pubblié sous la direction de R. Naz), Tome IV,
Letouzey et Ané Éditeurs, Paris, 1948, p. 583; V. DEL GIUDICE, Nozioni di
Diritto Canonico, Giuffrè, Milano, 1970, p. 483; F. DELLA ROCCA, Diritto
Canonico, Cedam, Padova, 1961, p. 513.
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 11
5
( ) Cfr. G. MICHIELS, De delictis et poenis, voi. I, De delictis, Desclée,
Parisiis-Tornaci-Romae-Neo Eboraci, 1961, p. 63-88, il quale nel trattare
dell'elemento oggettivo distingue due aspetti: l'elemento oggettivo fonda-
mentale richiesto dalla natura delle cose e l'elemento oggettivo legale-
giuridico richiesto dalla positiva volontà del legislatore; e M. CONTE A
CORONATA, Institutiones Iuris Canonici, voi. IV, De delictis et poenis, Marietti,
Romae, 19554, p. 7.
6
( ) Cfr. J. ARIAS, sub can. 1321, in A A . W , Código de Derecho
Canònico, edición bilingüe y anotada a cargo del Instituto Martín de
Azpilcueta, Eunsa, Pamplona, 1987, p. 797; F. AZNAR, sub can. 1321, in
A A . W , Código de Derecho Canónico, ed. bilingüe comentada por los
profesores de la Facultad de Derecho Canónico de la U.P. de Salamanca,
BAC, Madrid, 1983, p. 632; F. NIGRO, sub can. 1321, in A A . W , Commento
al Codice di Diritto Canonico, a cura di Pio Vito Pinto, Urbaniana University
Press, Roma, 1985, p. 758; V. DE PAOLIS, op. cit., p. 40; TH. J. GREEN, sub
can. 1321, in A A . W . , The Code of Canon Law. A text and commentary, J.A.
Coriden, Th. J. Green, D.E. Heintschel (éd), Paulist Press, N e w York-
Mahwah, 1985, p. 901; L. CHIAPPETTA, sub can. 1321, in II Codice di Diritto
Canonico. Commento giuridico-pastarale, voi. II, Dehoniane, Napoli, 1988,
p. 436; A. MARZOA, Los delitos y las penas canónicas, in A A . W . , Manual de
Derecho Canónico, Eunsa, Pamplona, 1988, p. 680; O. ÉCHAPPÉ, Le Droit
Penal de l'Eglise, in A A . W . , Droit Canonique, sos la direction de P.
Valdrini, Dalloz, Paris, 1989, p. 457-458; L. GEROSA, op. cit., p. 14.
7
( ) Cfr. P. CiPROTTi, voce Diritto Penale Canonico, in Enciclopedia
Giuridica, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1989, voi. XI, p. 2, per
il quale la figura di delitto è scomponibile in due elementi fondamentali:
oggettivo o materiale e soggettivo o morale (o psicologico).
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12 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
8
approfondita d i quella canonistica ( ) , si parla d e l delitto
quale fatto antigiuridico colpevole e q u i n d i punibile. I
penalisti secolari a q u e s t o p r o p o s i t o s e g u o n o d u e princi-
pali teorie sul concetto di delitto e dei suoi elementi
essenziali, la teoria della tripartizione e la teoria della
bipartizione, c h e vale la p e n a ricordare adesso, a n c h e se
b r e v e m e n t e , p e r c h é d a n n o anche ragione della diversità
di terminologia a d o p e r a t a sia t r a i sostenitori d i queste
diverse teorie sia tra la d o t t r i n a canonistica e quella
secolare. Tale differenza in definitiva si fonda su u n a p i ù
p r o f o n d a diversità di v e d u t e o concezioni.
P e r la teoria della tripartizione, il delitto « si c o m p o n e
di t r e elementi c h e r a p p r e s e n t a n o i tre g r a n d i capitoli
della teoria generale del reato: 1) il fatto tipico (Tatbe-
stand), inteso restrittivamente c o m e fatto materiale, com-
prensivo dei soli requisiti oggettivi (condotta, evento,
causalità) (...); 2) Y antigiuridicità obiettiva (Rechtswidri-
gkeit), c o n la quale si i n t e n d e designare (...) la contrarietà
del fatto materiale a l l ' o r d i n a m e n t o giuridico e, q u i n d i ,
l'esistenza d i u n m o m e n t o di " t o r t o obiettivo " nella
fattispecie, i n d i p e n d e n t e m e n t e dall'elemento psicolo-
gico; 3) la colpevolezza (Schuld), cioè la volontà riprove-
9
vole nelle sue d u e forme del dolo e della colpa » ( ) . P e r
tale teoria, p e r t a n t o , gli elementi del delitto s a r e b b e r o : la
tipicità, l'antigiuridicità, e la colpevolezza.
« P e r la teoria della bipartizione invece (...) il r e a t o si
c o m p o n e d i d u e elementi, c h e r a p p r e s e n t a n o i poli della
nuova teoria del reato: 1) Yelemento oggettivo, cioè il fatto
materiale in tutti i suoi elementi costitutivi; 2) Yelemento
8
( ) Secondo A. VITALE, voce Delitti (dir. can.), in Enciclopedia del
Diritto, Giuffrè, Milano, 1 9 6 4 , voi. X I I , p. 3 1 : « L o studio analitico del
delitto non ha avuto presso i canonisti un'elaborazione molto approfondi-
ta ». Della stessa opinione F. BOLOGNINI, voce Reato (dir. can.), in Enciclo-
pedia del Diritto, Giuffrè, Milano, 1 9 8 7 , voi. X X X V I I I , p. 9 1 5 .
9 2
( ) F. MANTOVANI, Diritto Penale, Cedam, Padova, 1 9 8 8 , p. 1 3 7 .
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 13
Ibidem, p. 136.
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14 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
N
( ) A questo riguardo F. MANTOVANI, op. cit., p. 1 3 3 osserva che la
dottrina « ha finito per degenerare il metodo analitico, frantumando il reato
in una serie di elementi, posti sullo stesso piano e visti come entità tra loro
indipendenti. In tal modo la visione unitaria del reato, quale un tutto
organico, andò gradatamente perdendosi per dar luogo ad una concezione
analitica, atomistica, ad una visione parziale e frammentaria, in base alla
quale il reato degrada a una " somma " di elementi dispari ed eterogenei ».
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 15
u m a n a , se è v e r a m e n t e tale, c o n c o r r o n o u n i t a r i a m e n t e le
facoltà superiori d e l l ' u o m o , e cioè, l'intelletto e la vo-
lontà, c o n i loro r a p p o r t i intrinseci, e d a n c h e estrinseci
in relazione all'esecuzione esterna dell'atto. Vale a dire,
nello studio d e l delitto si tratta di analizzare l'atto
c o m p i u t o d a l l ' u o m o nei suoi diversi elementi, oggettivo
e soggettivo, p e r ricavare le relative conseguenze in
o r d i n e alla determinazione della b o n t à o m e n o dell'a-
zione e la responsabilità, morale, giuridica e, se è il caso,
anche penale, c o n esso assunta dal suo autore.
Tuttavia n o n d i r a d o si c o n f o n d o n o i termini del
p r o b l e m a , ad esempio q u a n d o si attribuisce valore e
rilevanza assoluta a ciascuno degli elementi considerati
a u t o n o m a m e n t e . N o n di r a d o cioè si analizza, p e r esem-
pio, l'elemento soggettivo (['imputabilità, s e c o n d o la ter-
minologia canonica p i ù diffusa, o p p u r e la colpevolezza,
t e r m i n e p i ù frequente nella dottrina secolare, e a n o s t r o
parere p i ù preciso) senza stabilire c o n t e m p o r a n e a m e n t e
le necessarie interconnessioni esistenti tra q u e s t o e l'ele-
m e n t o oggettivo e la relativa p o r t a t a giuridica. Vale a
dire, si ritiene di p o t e r stabilire astrattamente e d a priori
la nozione, le fonti, le caratteristiche e la misura della
colpevolezza (o imputabilità) a p r e s c i n d e r e dall'oggetto
d e t e r m i n a t o dall'intelletto e dalla volontà. U n a tale im-
postazione (possibile q u a n d o si d i m e n t i c a n o le origini e d
i p r e s u p p o s t i dottrinali su cui poggia la costruzione scien-
tifica degli elementi d e l delitto) p o t r e b b e p o r t a r e , ad
esempio, a considerare u n soggetto p e n a l m e n t e colpevole
p e r u n a sua azione c h e n o n è sostanzialmente antigiuri-
dica, o p p u r e a giudicare antigiuridico sotto il profilo
penale u n c o m p o r t a m e n t o p e r sé n o n colpevole soltanto
p e r c h é materialmente rientra in q u a l c h e fattispecie delit-
tuosa c o n t e m p l a t a dalla n o r m a penale.
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16 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
12
( ) Per esempio, A. VITALE, op. cit., p. 3 1 , si chiedeva « come mai sia
radicata questa tripartizione, e nessun canonista abbia mai pensato ad
adoperare quella altra tripartizione, tanto usuale tra i penalisti, che considera
nel reato un elemento materiale — il fatto —, un elemento psicologico — la
colpevolezza —, e l'antigiuridicità».
u
( ) Ad esempio, J.M. PINERO CARRIÒN, La ley de la Iglesia, voi. II,
Sociedad de Educación Atenas, Madrid, 1 9 8 6 , p. 3 5 8 : « Elemento objetivo:
exterioridad »; F. AZNAR, op. cit., p. 6 3 2 : el elemento objetivo es la « viola-
ción externa de una ley o precepto con daño social»; F. NIGRO, op. cit., p. 7 5 8 :
« L'elemento oggettivo comporta la violazione esterna della legge o del
precetto, cioè l'atto fisico esterno che produce un danno alla società »; F.
COCCOPALMERIO, La normativa penale della Chiesa, in A A . W . , La normativa
del nuovo Codice, a cura di E. Cappellini, Brescia, 1 9 8 5 , p. 3 0 2 : « consiste
nella violazione di una norma penale ».
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 17
esposizioni, h a n n o a p p e n a a p p r o f o n d i t o la dimensione
antigiuridica del delitto; anzi, il t e r m i n e e la n o z i o n e di
antigiuridicità n o n v e n g o n o abitualmente adoperati. E
perciò necessario riferirsi agli autori che d u r a n t e la vi-
genza del codice p r e c e d e n t e , h a n n o invece trattato tali
argomenti.
I n quel p e r i o d o la dottrina di solito identificava l'an-
tigiuridicità — concetto e t e r m i n e q u e s t o di u s o infre-
q u e n t e tra i canonisti — c o n la violazione della legge o del
p r e c e t t o penale; vale a dire, l'elemento c o m u n e m e n t e
d e n o m i n a t o legale o giuridico, individuava, quale ele-
m e n t o costituivo del delitto, l'esigenza dell'antigiuridi-
cità, i n t e n d e n d o p o i questa c o m e la mera violazione della
14
n o r m a p e n a l e ( ) . G l i autori n o r m a l m e n t e n o n sviluppa-
v a n o ulteriori riflessioni e n o n fornivano chiarimenti circa
il f o n d a m e n t o dell'antigiuridicità nell'ambito penale. Al
massimo si limitavano ad indicare che, oltre alle fattispe-
cie penali previste dal codice stesso, qualsiasi legge o
p r e c e t t o era suscettibile di divenire penale m e d i a n t e l'ag-
giunta di u n a c o m m i n a z i o n e di p e n a . D a ciò si traeva la
conclusione che u n ' a z i o n e potesse diventare delittuosa se
fosse esistita u n a previsione normativa che comminasse
u n a p e n a p e r punirla, ad esempio, n e l caso in cui si
risolvesse n e l l ' i n a d e m p i m e n t o di u n d e t e r m i n a t o obbligo
giuridico.
O c c o r r e p e r ò avvertire che, n o n o s t a n t e i canonisti si
trovassero nelle migliori condizioni, dal p u n t o di vista dei
p r e s u p p o s t i dottrinali, p e r p o t e r offrire u n valido contri-
b u t o al dibattito scientifico suscitato su q u e s t o argo-
m e n t o , tra l'altro di p r e g n a n t e rilevanza anche pratica,
nell'ambito canonistico n o n si sono n é accennate n é
14
( ) Cfr. ad esempio, F.X. WERNZ - P. VIDAL, IUS Canonicum, tomus
VII, Ius Poenale Ecclesiasticum, Romae, 1937, p. 41; F. ROBERTI, op. cit.,
p. 54.
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18 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
15
( ) Si vedano, ad esempio, G . BETTIOL - L. PETTOELLO MANTOVANI,
Diritto Penale, Cedam, Padova, 1986, p. 219-224 e 323-346; F. MANTOVANI,
op. cit., p. 37-55.
16
( ) A. VITALE, op. cit., p. 31 scrive: «Era naturale, perciò, che
nell'esaminare la figura del delitto, i canonisti risentissero del metodo di
trattazione collaudato e consolidato, con cui i teologi espongono la dottrina
dell'atto umano e della responsabilità. (...) La mancanza di uno studio
analitico del delitto tra i canonisti è dovuto, tra l'altro, all'influenza esercitata
dalla sistematica delle Decretali, che non indugiavano su temi generali ».
17
( ) Cfr., ad esempio, G . PELLEGRINI, Ius Ecclesiae Poenale, D'Auria,
Napoli, 1962, voi 1, p. 54; T. GARCÍA BARBERENA, Comentarios al Código de
Derecho Canònico, voi. IV, BAC, Madrid, 1964, n 218, p. 280.
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 19
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20 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
q u a n d o p e r ignoranza, e r r o r e o inavvertenza n o n h a
intenzione d i l e d e r e il diritto (...); in q u e s t o caso si parla
di ingiustizia materiale; b) A g e n d o intenzionalmente con-
t r o il diritto altrui, in m o d o diretto — c o n dolo —, o
indiretto, p e r i m p r u d e n z a ; si dice, allora, c h e c'è ingiu-
19
stizia formale » ( ) . « L a distinzione tra ingiustizia m a t e -
riale e d ingiustizia formale è irrilevante r i g u a r d o all'ob-
bligo della restituzione (...). E invece rilevante q u a n t o alla
colpa. L'ingiustizia formale p r o d u c e colpa e l'atto ingiu-
sto d à luogo, n o n solo all'obbligo della restituzione, m a
anche alla punibilità, cioè al possibile castigo. N o n suc-
c e d e lo stesso nel caso dell'ingiustizia materiale, c h e è
t o t a l m e n t e incolpevole, e p e r t a n t o n o n esiste m o t i v o p e r
20
punirla » ( ) . C i ò significa c h e l'antigiuridicità p e r essere
p e n a l m e n t e rilevante, p e r c h é possa cioè essere punibile,
richiede c o m e p r e s u p p o s t o l'ingiustizia c h e , c o n l'Her-
21
vada, a b b i a m o d e n o m i n a t o formale ( ).
Si b a d i c h e tale concetto d i ingiustizia formale tiene
conto n o n solo degli aspetti oggettivi o materiali dell'atto
u m a n o , m a anche, e necessariamente, d i quelli soggettivi,
cioè dell'intenzione libera d i ledere il b e n e altrui. M e n t r e
p e r alcuni autori (concretamente i sostenitori della teoria
della tripartizione) il fatto viene inteso restrittivamente
19
( ) J. HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, Giuffrè, Mi-
lano, 1990, p. 65-66. La distinzione tra ingiustizia materiale e ingiustizia
formale non deve essere confusa con la differenza, di cui parleremo più
avanti, tra antigiuridicità sostanziale o materiale e antigiuridicità formale;
dobbiamo altresì avvertire che noi, per definire l'antigiuridicità, ci riferiremo
all'ingiustizia intesa in senso formale perché, come vedremo, è quella
rilevante nell'ambito sanzionatorio.
20
() Ibidem, p. 66.
21
( ) G. MICHIELS, op. cit., voi. 1, p. 73 scrive: «Objectum delieti
materiale constituit determinatum bonum vel interesse iuridicum, sive per-
sonale sive reale, (...) quod iniuste attingitur seu leditur per externam agentis
activitatem criminosam. Objectum delieti formale vero est ipsa iniuria seu
damnum per externam determinati boni iuridici laesionem determinato
subiecto delieti passivo illatum ».
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E. SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 21
22
( ) F. MANTOVANI, op. cit., p. 1 3 7 .
(») Ibidem.
24
( ) Cfr. J . HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, cit.,
passim, e in particolare p. 1 2 7 - 1 7 3 .
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22 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
25
sostanziale o materiale ( ) . D a l c a n t o s u o , viene d e n o m i -
nata antigiuridicità formale il r a p p o r t o d i c o n t r a d d i z i o n e
tra l'atto u m a n o e la n o r m a , intesa questa in senso
26
formale ( ) .
La distinzione dottrinale tra antigiuridicità sostanziale
o materiale e antigiuridicità formale sta p e r t a n t o a d indi-
care c h e l'antigiuridicità n o n è definita solamente dalla
n o r m a , intesa questa in senso positivo-formale, anzi p o -
sitivistico. Infatti, u n c o m p o r t a m e n t o u m a n o p u ò essere
ingiusto e q u i n d i antigiuridico, e causare di fatto u n
d a n n o giuridico, i n d i p e n d e n t e m e n t e dalla esplicita p r e -
visione d i u n a n o r m a giuridica formale, p o i c h é le esigenze
di giustizia, nella società u m a n a e m a g g i o r m e n t e nella
Chiesa, n o n si identificano c o n la n o r m a positiva. Infatti,
l'antigiuridicità « n o n si misura in b a s e alla giustizia (o
ingiustizia) delle sue concrete espressioni normative, m a è
determinabile al livello ontologico, p e r la sua conformità
27
alla struttura d e l l ' u o m o » ( ) .
25
( ) Scrive al riguardo A . VITALE, op. cit., p. 3 2 : « I l diritto divino-
naturale trova accoglimento, anzi rilievo preminente, nell'ordinamento della
Chiesa: per cui, se la nota contrapposizione antigiuridicità formale-antigiu-
ridicità materiale è valida in quanto avente come parametro l'ordinamento
positivo, allora è indubitabile che per il diritto canonico si debba parlare di
antigiuridicità materiale, giacché esso postula, per la formulazione di un
giudizio di valore, giuridicamente rilevante, una fonte che, stando al linguag-
gio positivistico, è metagiuridica ».
26
( ) Si deve ricordare che le nozioni di antigiuridicità sostanziale e
formale esposte nel testo non corrispondono con esattezza con quelle
adoperate dalla più comune dottrina penalistica secolare; cfr., ad esempio, F.
MANTOVANI, op. cit., il quale ritiene che l'antigiuridicità sostanziale consista
nel contrasto « tra il fatto e gli interessi sociali tutelati dal diritto, legislativo
o extralegislativo che sia. Tale antigiuridicità coincide con la " pericolosità
sociale " della condotta » (p. 1 3 9 ) ; « l'azione è formalmente antigiuridica in
quanto viola la norma di legge e materialmente antigiuridica in quanto
offende l'interesse protetto dalla norma » (ibid.). Infatti, secondo noi Tanti-
giuridicità sostanziale non significa semplicemente " pericolosità sociale ",
almeno nel senso più diffuso del termine.
27
( ) S. COTTA, Diritto e morale, in Ius Ecclesiae, 2 ( 1 9 9 0 ) , p. 4 3 2 .
btcalz p. 27/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 23
2S
( ) A . DEL PORTILLO, Morale e diritto, in Seminarium, 2 3 ( 1 9 7 1 ) , p.
7 3 4 : « Mentre l'ordine morale è ordine della persona, il Diritto è invece
ordine della comunità ».
2. J . SANCHIS
btcalz p. 28/180
24 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
29
( ) J . HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, cit., p. 73.
btcalz p. 29/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 25
30
( ) Cfr. J . HERVADA - P. LOMBARDÌA, El Derecho del Pueblo de Dios.
Hacia un sistema de Derecho Canònico. I. Introducción. La constitución de la
Iglesia, Eunsa, Pamplona, 1970, p. 46.
31
() Ibidem, principalmente p. 45-56.
32
() Ibidem, p. 54: « La formalización consiste en la tecnificación de
los distintos factores y elementos que integran el Derecho, mediante el
recurso de darles una forma, atribuirles una precisa eficacia, en sí mismos y
en relación con los demás, prever los instrumentos técnicos para realizar y
btcalz p. 30/180
26 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 31/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 27
btcalz p. 32/180
28 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
39
( ) J. HERVADA - P. LOMBARDÍA, El Derecho del Pueblo de Bios, cit.,
p. 54.
btcalz p. 33/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 29
40
minata c o n d o t t a » ( ) p e r c h é lesiva di u n b e n e giuridico)
che fa diretto riferimento all'antigiuridicità, di cui stiamo
p a r l a n d o , e b) la sanzione. C i ò che fa l'autorità c o m p e -
t e n t e attraverso la n o r m a penale (che è lo s t r u m e n t o di
formalizzazione) è, in sostanza, stabilire u n r a p p o r t o
giuridico, cioè di giustizia, tra u n atto antigiuridico e u n a
41
delle sue possibili conseguenze giuridiche: la p e n a ( ) .
Vale a dire, la n o r m a penale d a u n lato descrive il
c o m p o r t a m e n t o che, essendo antigiuridico, deve essere
evitato p e r c h é r i t e n u t o particolarmente grave e d a n n o s o
p e r la società (e meritevole di u n a sanzione) e, dall'altro,
stabilisce la p e n a c o n cui sarà p u n i t o colui che c o m m e t -
terà tale azione.
R i a s s u m e n d o p o s s i a m o affermare che in senso gene-
rale per « antigiuridicità » si intende la dimensione giuri-
dica dell'atto umano libero e ingiusto. L'antigiuridicità
sostanziale o materiale costituisce il p r e s u p p o s t o dell'an-
tigiuridicità penale, quella cioè c h e p u ò essere la causa
della punibilità dell'atto; m a questa di solito n o n basta;
anche l'antigiuridicità intesa in senso formale h a u n a sua
ragion d'essere: la concreta determinazione dell'antigiu-
40
( ) F. DELLA ROCCA, Diritto Canonico, cit., p. 5 1 3 .
41
( ) A. BORRAS, Les Sanctions dans l'Église, Tardy, Paris, 1 9 9 0 , p. 4 6 ,
seguendo le concezioni della filosofia giuridica di S. GOYARD-FABRE, Essai de
critique phénoménologique du droit, Paris, 1 9 7 2 , parla di una « relazione
normativa » tra l'atto e la pena, ma aggiunge:« On ne peut pas non plus se
satisfaire d'une explication de type positiviste en attribuant purement et
simplement la relation normative à la volontà du législateur dans la phase
constitutive, et ultérieurement à celle du juge ou du supérieur dans la phase
applicative.
Si le délit cause la peine, il faut en chercher la cause formelle, — la 'ratio
sub qua' —, non pas simplement dans le fait de la violation externe de la loi
ou du précepte, mais dans Yimputabilité du delit ». In realtà questo autore
con il termine imputabilità non si riferisce al solo elemento soggettivo del
delitto bensì all'ingiustizia formale, cioè al delitto inteso in senso sostanziale,
che sempre e comunque costituisce o deve costituire il presupposto della
pena.
btcalz p. 34/180
30 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
42
( ) F. MANTOVANI, op. cit., p. 50.
43
( ) F. ANTOLISEI, Manuale di diritto penale. Parte generale, Giuffrè,
Milano, 198911, p. 150.
44
( ) F. MANTOVANI, op. cit., p. 55.
btcalz p. 35/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 31
45
( ) J . HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, cit., p. 66.
46
() Ibidem, p. 168.
btcalz p. 36/180
32 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
47
divenire delittuose ( ) , a n c h e se di fatto n o n t u t t e queste
azioni v e n g o n o p u n i t e . L e azioni formalmente ingiuste
p o s s o n o richiedere u n a p u n i z i o n e — e q u e s t o è u n d a t o
che, c o m e a b b i a m o d e t t o p i ù volte, costituisce u n p r e -
s u p p o s t o ontologico-strutturale, in q u a n t o deriva dalla
n a t u r a stessa delle cose —, m a la concreta determina-
zione delle azioni c h e d e b b o n o essere p u n i t e , e della
p e n a c o n la quale esse d e b b o n o essere p u n i t e , viene
lasciata alla p r u d e n t e valutazione dell'autorità in vista del
48
bene comune ( ).
Infatti, « n a t i v u m et p r o p r i u m Ecclesiae ius est chri-
stifideles delinquentes p o e n a l i b u s sanctionibus coerce-
4 9
r e » , stabilisce il can. 1311 ( ) ; la Chiesa h a il diritto d i
costringere c o n sanzioni penali i fedeli c h e c o m m e t t o n o
u n delitto. La decisione d i p u n i r e u n a d e t e r m i n a t a azione
spetta all'autorità ecclesiastica c o m p e t e n t e in ogni caso, e
tale decisione p o t r à essere presa, a l m e n o d a u n p u n t o di
47
( ) Per G. MICHIELS, op. cit., voi. 1, p. 66, delitto: « est ordinis sociali
Ecclesiae revera contrarius seu antiiuridicus; iamvero, consideratis solis iuris
naturalis exigentiis, omnis actus antiiuridicus, eo ipso quod est ordini sociali
Ecclesiae contrarius, potestad coactivae Ecclesiae dicendus est subiectus ».
(48) p p M CAPPELLO, op. cit., p. 399: «Delictum abstráete sum-
e r
ptum est actio externa moraliter imputabilis, quae ordinem socialem perturbai.
Quae perturbatio ordinis socialis est motivum quo legislator monetur ad
certam actionem sub poena prohibendam. Hinc habetur imputabilitas poli-
tica seu iudicium legislatoris in legibus poenalibus condendis ». Tale giudizio
o valutazione terrà conto dei diversi fattori o circostanze di tempo, luogo,
opportunità, etc. Come avverte J . HERVADA, Introduzione critica al diritto
naturale, cit., p. 97, « uno dei campi in cui il fattore storico influisce di più
sulla misura del giusto è il diritto penale: pene giuste e proporzionate per i
delinquenti abituali, possono risultare ingiuste e sproporzionate per il de-
linquente occasionale; un sistema repressivo in un contesto sociale o in
un'epoca ad alto indice di delinquenza può diventare ingiusto, per eccesso,
in società ed epoche a bassa criminalità ».
49
( ) Alcuni rilievi critici di carattere formale sono stati sollevati a
proposito di questo canone da G. DI MATTIA, 1/ diritto penale canonico a
misura d'uomo, in Revista Española de Derecho Canònico, 47 (1990),
p. 646-651.
btcalz p. 37/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 33
50
( ) Cfr. A. MARZOA, LOS delitos y las penas canónicas, cit., p. 679.
51
( ) F . X . WERNZ - P. VIDAL, op. cit., p. 28-29 dà la seguente difinizione
astratta di delitto: « Nomine delieti (...) intelligitur iniusta externa actio vel
omissio auctori suo imputabilis atque ordinem socialem Ecclesiae pertur-
bans ».
btcalz p. 38/180
34 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2
C) Cfr. F. ANTOLISEI, op. cit., p. 1 5 0 e F. MANTOVANI, op. cit., p. 5 0 - 5 2 .
btcalz p. 39/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 35
btcalz p. 40/180
36 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
33
( ) Di questa opinione A . BORRAS, op. cit., p. 55.
4
C ) Scrive al riguardo F. ROBERTI, De delictis et poenis, voi. I, pars I,
cit., p. 68: « Cum loquimur de lege poenali, intelligimus semper normam
positivam, non naturalem. Siquidem iure naturae reperiuntur potius ratio et
fundamentum iuris puniendi, quam leges poenales determinatae. Quamvis
fere omnes leges poenales elementum iuridicum in crimen introduxerint,
tamen hoc non pertinet ad eius naturalem essentiam, quae constituitur
tantum ex dolo et damno ».
btcalz p. 41/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 37
55
( ) V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 42: « Necessi-
tas legis vel praecepti poenalis praesupponitur in toto systemate poenali
Libri VI ».
btcalz p. 42/180
38 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
56
( ) G . MICHIELS, op. cit., voi. 1, p. 6 7 scrive: « Ecclesiam de facto nolle
uti potestate punitiva sibi a Christo Domino concessa, nisi agatur de actu
anti-iuridico socialiter damnoso, qui sit contrarius normis positivis a se ipsa
directe constitutis vel saltem ut normae ecclesiasticae receptis et sanctione
canonica munitìs; uno verbo, nisi agatur de violatione legis ecclesiastica ».
57
( ) Cfr. gli autori citati nelle note 1 4 e 1 7 . F. DELLA ROCCA, op. cit,
p. 5 1 4 - 5 1 5 : « U elemento giuridico del delitto non è altro che la legge penale
ecclesiastica (cfr. can. 2 1 9 8 ) intesa come norma di diritto positivo, costituita
dall'autorità legislativa e contenente una sanzione ».
38
( ) P. FEDELE, Lo spirito del diritto canonico, Cedam, Padova, 1 9 6 2 ,
p. 8 1 5 .
59
( ) O . CASSOLA, Natura e divisione del delitto. Osservazioni di « iure
condendo», in Apollinaris, 3 4 ( 1 9 6 1 ) , p. 3 3 5 .
btcalz p. 43/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 39
2.1. Precedenti.
3. J . SANCHIS
btcalz p. 44/180
40 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
60
( ) Si veda J. ARIAS, El sistema penai canònico ante la reforma del CIC,
in Ius Canonicum, 15 (1975), p. 199-201. Si veda anche F. ROBERTI, De delictis
et poenis, cit., p. 70-76, e F.E. ADAMI, Il diritto penale canonico e il principio
« nullum crimen, nulla poena sine lege », in Ephemerides Iuris Canonici, 45
(1989), p. 150-160.
61
( ) Cfr. A . VERMEERSCH - J. CREUSEN, Epitome Iuris Canonici, voi. 3,
H. Dessain, Mechliniae, 1946, n. 383.
62
( ) Cfr. J. SOLE, De delictis et poenis, F. Pustet, Romae, 1920, nn. 6
e 85.
6}
( ) Cfr. J. CHELODI, Ius poenale et ordo procedendi in iudiciis crimi-
nalibus, Vicenza, 1943, n. 2.
64
( ) Cfr. M. FALCO, Introduzione allo studio del « Codex Iuris Canoni-
ci», Milano, 1925, p. 240.
65
( ) Cfr. R. SALUCCI, Il diritto penale secondo il Codice di diritto
canonico, voi. 1, Subiaco, 1926, p. 105-106.
btcalz p. 45/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 41
i d u e canoni ci s a r e b b e semplicemente u n a p p a r e n t e
constrasto, p e r c h é è la stessa autorità c h e h a sancito t u t t e
e d u e e, di conseguenza, il criterio usato è s e m p r e uni-
tario;
66 67 68
3) D ' A n g e l o ( ) , M a r o t o ( ) e Cicognani ( ) ,
r i t e n n e r o c h e la n o r m a p e n a l e sia s e m p r e necessaria; nei
casi ordinari la sanzione viene previamente c o m m i n a t a ,
nei casi straordinari invece è sufficiente che la sanzione
venga stabilita in u n m o m e n t o posteriore, m e d i a n t e
n o r m a penale ad effetti retroattivi;
69
4) A m o r Ruibal ( ) sostenne c h e ogni legge cano-
nica è anche penale, p e r t a n t o anche il carattere p e n a l e è
s e m p r e previo all'inflizione della p e n a ;
70 71 7 2
5) P e r Vidal ( ) , Michiels ( ) e Roberti ( ) , il
principio d e l can. 2 1 9 5 § 1 è assoluto, ed è anche t e n u t o
p r e s e n t e nel can. 2222 § 1, sia p e r c h é è necessario a l m e n o
u n p r e c e t t o penale previo all'effettiva irrogazione della
p e n a (Vidal e Roberti), sia p e r c h é è necessaria u n ' a m m o -
nizione previa che contenga la c o m m i n a z i o n e di p e n a ; in
tal senso p e r Michiels dev'essere previa, n o n la legge
p e n a l e bensì la sanzione, e d è ciò c h e fa il can. 2222 § 1
tipificando c o m e delittuosa ogni violazione particolar-
m e n t e grave e scandalosa di u n a legge n o n penale;
6) P e r ultimo, G a r c í a B a r b e r e n a ritenne c h e il
66
f ) Cfr. S. D'ANGELO, Tre importanti questioni di diritto canonico, in
Ephemerides Theol. Lovaniensis, 3 ( 1 9 2 6 ) , p. 2 1 3 ss.
67
( ) Cfr. PH. MAROTO, Institutiones luris Canonici ad normam novi
Codicis, voi. 1, Matriti, 1 9 1 9 , n 1 8 4 , a.
6S
( ) Cfr. H. CICOGNANI, IUS Canonicum, voi. 2 , Auroma, Romae, 1 9 2 5 ,
p. 8 7 .
69
( ) Cfr. A. AMOR RUIBAL, Derecho penal de la Iglesia católica, voi. 1 ,
Madrid, 1 9 2 2 , p. 1 2 2 .
70
( ) Cfr. P. VIDAL, Notio delieti in iure Codicis, in Ius Pontificium, 2
( 1 9 2 2 ) , p. 1 0 1 .
71
( ) Cfr. G . MICHIELS, op. cit., voi. 1, p. 8 5 - 8 8 .
72
( ) Cfr. F. ROBERTI, op. cit., n. 5 3 .
btcalz p. 46/180
42 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
73
( ) Cfr. T. GARCÍA BARBERENA, op. cit., p. 2 0 9 - 2 1 1 .
74
( ) O. CASSOLA, op. cit, p. 3 3 6 - 3 3 7 : « E ciò per varie ragioni — scriveva
il Cassola —. Da tempo infatti la Chiesa ha un elenco di delitti e di pene
completo e più che sufficiente per la tutela dell'ordine pubblico ecclesiastico
e della disciplina; al diritto universale poi si affianca l'attività legislativa par-
ticolare (...). Inoltre, nei singoli casi, larghe possibilità sono offerte alla giustizia
penale nell'ordine amministrativo del precetto penale e della monitio cum
comminatione poenae, strumenti questi atti ad investire qualsiasi obbligazione
giuridica la cui violazione sia ritenuta turbativa socialmente. Infine per i casi
rari di una violazione scandalosa o particolarmente grave di una legge disci-
plinare sopperisce già abbastanza il can. 2 3 0 8 che prevede la correzione ca-
nonica, cui può seguire il precetto penale (can. 2 3 1 0 ) e alla quale si dovrebbe
poter aggiungere penitenze di foro esterno, non più limitate quindi all'ipotesi
di un delitto vero e proprio (can. 2 3 1 2 ) : la correzione, con eventuali penitenze,
si rivolge appunto a rintuzzare la trasgressione avvenuta, là dove mancava la
protezione della minaccia penale legale o amministrativa.
E coerente poi al sistema la premonizione giuridica per determinate
specie di violazioni, a cui il legislatore o il Superiore riconosce il carattere
turbativo sociale; altrimenti ne scapita la particolare finalità ed efficacia dello
strumento penale per un tal quale livellamento, che ne seguirebbe, di ogni
trasgressione. Ci sembra poi più conforme alla crescente rivalutazione della
personalità umana che ciascuno sappia prima a che cosa può andare incontro
quando viola una legge.
E non vogliamo parlare delle possibilità di arbitri e di posizioni troppo
soggettive da parte dei Superiori ecclesiastici subordinati, cui sia lasciato
l'esercizio del potere punitivo per così ampie ipotesi quali previste nel
can. 2 2 2 2 § 1 » .
75
( ) Cfr. O. GIACCHI, Precedenti canonistici del principio « Nullum
crimen sine praevia lege poenali», in A A . W . , Studi in onore di Francesco
Scaduto, Firence, 1 9 3 6 , voi. I, p. 4 3 5 ss.
btcalz p. 47/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 43
76
( ) Cfr. P. FEDELE, II principio « Nullum crimen sine praevia lege
poenali » e il diritto penale canonico, in Rivista Italiana di diritto penale, 1937,
p. 489-525.
77
( ) Cfr. P. FEDELE, Lo spirito del diritto canonico, cit., p. 775-822.
7S
( ) P. FEDELE, Discorso generale sull'ordinamento canonico, Roma,
1976, p. 93-94.
79
( ) Cfr. G. MANTUANO, La riserva di legge nell'ordinamento penale
della Chiesa, I, Ambito e limiti della « extensio », (Monografie dell'Istituto di
diritto pubblico della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi
di Roma, serie III, voi. 27), Cedam, Padova, 1974.
btcalz p. 48/180
44 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
80
della Chiesa del principio di legalità ( ) . P e r c i ò , c o m e del
81
resto r i c o n o b b e a n c h e la stessa C o m m i s s i o n e ( ) , furono
mosse m o l t e critiche a d u n a n o r m a generale del tipo del
82
can. 2222 § 1 del C I C del '17 ( ) , se p u r e d i p o r t a t a p i ù
limitata, c h e fu invece i n t r o d o t t a nel p r o g e t t o del n u o v o
83
diritto penale ( ) . P e r tale motivo si r i t e n n e o p p o r t u n o
rinviare la decisione c o n c e r n e n t e tale questione alla Ple-
naria della Commissione, i m p o s t a n d o il quesito in questi
termini: « 2 Q u a e s t i o : D e stricta applicatione principii
legalitatis: " U t r u m conveniat i n t r o d u c e r e applicationem
magis strictam principii legalitatis — ut aiunt (nullum
c r i m e n n u l l a q u e p o e n a sine lege) — in iure poenali
canonico, ita ut s u p p r i m e n d u s sit can. 73 schematis (cf.
can. 2222 C I C ) . (Can. 73 schematis ita se h a b e t : " P r a e t e r
casus h a c vel aliis legibus statutos, divinae vel ecclesiasti-
cae legis externa violatio t u n e t a n t u m potest, iusta qui-
d e m p o e n a vel paenitentia, puniri, c u m sit d e re valde
gravi, specialis violationis gravitas p u n i t i o n e m postulet,
et necessitas urgeat scandala p r a e v e n i e n d i vel reparan-
8 4
d i ") » ( ) . La risposta della Plenaria fu la seguente: « exi-
tus suffragationis: 14 P a t r e s c e n s u e r u n t p r i n c i p i u m lega-
litatis n o n esse in iure canonico stricte sed t a n t u m mitigate
a p p l i c a n d u m : r e t i n e n d u s ergo esset c. 73 Schematis, etsi
80
( ) Cfr. per tutti J . HERRANZ, Studi sulla nuova legislazione della
Chiesa, Giuffrè, Milano, 1990, p. 136-139.
81
( ) Cfr. Communicationes, 6 (1974), p. 35, e 7 (1975), p. 94.
82
( ) P. CIPROTTI, Il diritto penale della Chiesa dopo il Concilio, in
A A . W . , Atti del Congresso Internazionale di Diritto Canonico. La Chiesa
dopo il Concilio, Milano, 1972, voi. I, p. 532, relatore del gruppo incaricato
della materia penale, riferendosi a tale norma aveva scritto: « sia pure con i
perfezionamenti che le esigenze di giustizia e di certezza e la moderna tecnica
legislativa richiedono, non può essere del tutto omessa, se non si vuol privare
l'autorità ecclesiastica di uno strumento che, per quanto vagamente, può
essere in qualche caso assolutamente necessario ».
83
( ) Cfr., can. 73 dello Schema documenti quo disciplina sanctionum
seu poenarum in Ecclesia Latina denuo ordinatur, del 1973.
84
() Communicationes, 9 (1977), p. 80.
btcalz p. 49/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 45
c u m q u i b u s d a m modificationibus; 7 e contra p r o p u g n a n t
applicationem strictam et suppressionem c. 73 schema-
85
tis » ( ) . P e r tale motivo n o n furono esaminati in sede di
coetus studiorum i diversi suggerimenti degli organi con-
86
sultati riguardanti a n c h e l'abolizione del can. 73 ( ) .
N o n ci è d a t o conoscere le modifiche al testo del
canone 73 p r o p o s t e dai Cardinali sostenitori dell'appli-
cazione mitigata del principio di legalità, tuttavia, nello
Schema Codicis del 1980, l'unico c a m b i a m e n t o fu la
87
soppressione delle p a r o l e « sit d e r e valde gravi » ( ) ; e,
riguardo al testo definitivo del vigente can. 1399, la
soppressione, facilmente comprensibile, della parola
« paenitentia », p o i c h é se si p u ò i m p o r r e u n a p e n a si p u ò ,
evidentemente, i m p o r r e anche u n a penitenza in sostitu-
zione di essa (cfr. cann. 1343, e 1344, 2°).
D'altra p a r t e , in u n o dei progetti della Lex Funda-
méntate Ecclesiae figurava u n c a n o n e così formulato:
« N e m o p u n i r i potest nisi in casibus ipsa lege definitis
88
a t q u e m o d o a b e a d e m d e t e r m i n a t o » ( ) . Q u e s t a dispo-
sizione, a l q u a n t o modificata, è stata p o i inclusa nel codice
nel titolo r i g u a r d a n t e gli obblighi e i diritti di tutti i fedeli,
e precisamente nel can. 2 2 1 § 3 che così d i s p o n e : « I
fedeli h a n n o a n c h e il diritto di n o n essere colpiti d a p e n e
89
canoniche, se n o n a n o r m a di legge » ( ) .
85
() Ibidem, p. 213.
86
( ) Cfr. Ibidem, p. 318.
87
( ) Cfr. PONTIFICIA COMMISSIO CODICI IURIS CANONICI RECOGNOSCENDO,
Codex Iuris Canonici. Schema Patribus Commissionis Reservatum, Libreria
Editrice Vaticana, 1980, can. 1351, p. 302.
8S
( ) ID., Schema legis Ecclesiae fundamentalis. Textus emendatus, Città
del Vaticano, 1971, can. 21.
S9
( ) J . HERVADA, sub can. 221, in A A . W . , Código de Derecho Canò-
nico, edición bilingüe y anotada a cargo del Instituto Martín de Azpilcueta,
cit., p. 179 scrive che tale canone ha accolto in forma di diritto ciò che in
realtà altro non è che un principio di ordine sociale e giuridico: il principio
di legalità, anche se molto mitigato. Tale principio, afferma quest'autore, non
btcalz p. 50/180
46 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 47
91
( ) P. CIPROTTI, Qualche punto caratteristico della riforma del diritto
penale canonico, in A A . W . , Studi in memoria di Mario Petroncelli, a cura
dell'Istituto di diritto ecclesiastico e canonico dell'università di Napoli,
Jovene Editore, Napoli, 1 9 8 9 , p. 1 4 3 .
92
( ) Secondo l'opinione maggioritaria, il codice ha accolto il principio
di legalità, in modo però mitigato: cfr. V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in
Ecclesia, cit., p. 1 2 3 ; A . BORRAS, Les sanctions dans l'Eglise, cit. p. 2 4 ; A .
CALABRESE, Diritto Penale Canonico, cit., p. 2 9 2 ; J.M. PINERO CARRIÓN, La ley
de la Iglesia, cit., voi. II, p. 4 2 7 ; ecc. A . MARZOA, LOS delitos y las penas
canónicas, cit., p. 6 9 3 - 6 9 4 , ritiene che « volendo difendere il principio di
legalità in tutto il diritto penale canonico vigente, si potrebbe parlare del can.
1 3 9 9 come di una norma di legalità generica. (...). Ci troveremmo però di
fronte ad una legalità puramente nominale. Sembra più ragionevole parlare
del can. 1 3 9 9 come di una norma che introduce — senza palliativi — un
principio di generosa discrezionalità, limitato (" legalizzato ") dalle due
circostanze che devono concorrere. Ciò perché il can. 1 3 9 9 lascia all'arbitrio
del superiore sia la decisione sull'esistenza o meno di quelle circostanze
(gravità ed urgenza), sia la determinazione del tipo di pena (detta semplice-
mente " giusta ") ».
btcalz p. 52/180
48 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
93
( ) Cfr. Communicationes, 6 (1974), p. 35.
btcalz p. 53/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 49
94
( ) Sarebbe stato per la verità più esatto dire « divinae vel ecclesia-
sticae legis », poiché anche la legge divina è inserita nell'ordinamento
canonico e pertanto in tale senso è anche essa una legge canonica.
95
( ) La base e il fondamento dell'ordinamento canonico è la dimen-
sione giuridica inerente alla lex gratiae, e cioè il diritto divino positivo.
Nell'ordinamento canonico persistono anche elementi di diritto naturale
articolato con il diritto divino positivo. Si vedano al riguardo le opere di J.
HERVADA, Il diritto naturale nell'ordinamento canonico, in Ius Ecclesiae, 1
(1989), p. 493-508 e La «lex naturae» e la «lex gratiae» nella base
dell'ordinamento giuridico della Chiesa, in Ius Ecclesiae, 3 (1991), p. 49-66. V.
DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 41: « Cum sermo est de lege
non intelligimus tantum legem positivam, sed quamvis legem, sive iuris
naturalis sive iuris divini positivi. Ius Canonicum enim assumit semper et
continet omnes leges iuris divini, sive naturalis sive positivi ».
btcalz p. 54/180
50 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
96
( ) P. CIPROTTI, voce Diritto Penale Canonico, cit., p. 4, afferma che
il can. 1399 implicitamente riprova la consuetudine come fonte costitutiva di
delitti.
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 51
97
( ) F.E. ADAMI, II diritto penale canonico e il principio « nullum
crimen, nulla poena sine lege », cit., p. 1 5 6 .
9S
( ) Secondo J . WERCKMEISTER, Thèologie et droit penai: Autour du
scandale, in Reveu de droit canonique, 39 (1989), p. 1 0 2 : «Malgré la facon
limitative de présenter cette règie, eñe n'en reste pas moins fort surprenante:
on peut dire en effect que seule la syntaxe de la phrase est limitative, mais
qu'aucune limitation quant au forid n'est apportée ».
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52 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 57/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 53
101
( ) In senso contrario F.E. ADAMI, Il diritto penale canonico e il
principio « nullum crimen, nulla poena sine lege», cit., p. 1 6 7 - 1 6 8 , il quale
sostiene che « nel can. 1 3 9 9 il reato si commette solamente quando Y externa
violatio della legge, sia accompagnata da uno scandalo o dal pericolo che dal
medesimo possa prodursi. Il nuovo testo di legge (...) si riferisce altresì
all'esigenza di praevenire gli stessi, riconoscendo implicitamente che Yoccasio
ruinae spiritualis possa non essersi ancora concretata, benché sia facilmente
prevedibile ». E lo stesso autore, a p. 1 6 8 , nota 3 6 0 scrive: « Ad un reato di
azione ed evento, nel can. 1 3 9 9 , oltre a questa ipotesi, si può altresì avere
quella del " reato di pericolo ", quando lo scandalo non si sia ancora
manifestato ». Non possiamo condividere tale opinione perché la preven-
zione dello scandalo di cui parla il canone significa, in questo contesto,
punire il fatto prima che questo venga divulgato affinché una volta reso noto
si renda nota nel contempo la pena che è stata applicata per la commissione
di tale delitto e si eviti, in tal modo, lo scandalo.
btcalz p. 58/180
54 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2.2.2. La pena.
102
( ) Sull'avvio del processo penale si veda il nostro articolo L'inda-
gine previa al processo penale (cann. 1717-1719), in A A . W . , I procedimenti
speciali nel diritto canonico. Studi giuridici, XXVII, Annali di Dottrina e
Giurisprudenza Canonica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano,
1992, p. 233-266.
103
( ) A. CALABRESE, Diritto Penale Canonico, cit., p. 292.
btcalz p. 59/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 55
104
( ) Cfr. O . CASSOLA, op. cit., p. 3 3 7 , e TH. GREEN, sub. can. 1399, in
A A . W . , The Code of Canon Law. A text and commentar^, cit., p. 9 3 1 .
105
( ) Inoltre, poiché la dimissione dallo stato clericale non può essere
stabilita per legge particolare, non può neanche essere applicata in base a
questo canone per atto di un'autorità inferiore al Romano Pontefice (cfr can.
1 3 1 7 ) ; e se si segue la procedura amministrativa, non si possono applicare
pene perpetue (cfr. can. 1 3 4 2 § 2 ) .
106
( ) Cfr. V . DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 1 2 4 .
4. J. SANCHIS
btcalz p. 60/180
56 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
107
( ) F. AZNAR, sub can. 1399, op. cit., p. 6 8 3 ritiene invece che il
canone si riferisca soltanto al superiore e non invece al giudice.
108
( ) C. BERNARDINI, Osservazioni sul canone 1399, in Monitor Eccle-
siasticus, 1 1 4 ( 1 9 8 9 ) , p. 1 4 3 .
btcalz p. 61/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 57
btcalz p. 62/180
58 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 63/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 59
bibliografia, cfr. ID, Sostanza e forma nel nuovo diritto penale canonico, cit.,
p. 432-437.
112
( ) Cfr. T. GARCÍA BARBERENA, op. cit., p. 210 e TH. J . GREEN, Penai
law: a review of selected themes, in The Jurist, 50 (1990), p. 247.
113
( ) F.E. ADAMI, Il diritto penale canonico e il principio « nullum
crimen, nulla poena sine lege », cit., p. 166, nota 358.
btcalz p. 64/180
60 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
114
( ) Ibidem, p. 166.
(115) Proprio questa concezione ha portato qualcuno a svuotare di
contenuto, od a considerare senza alcuna rilevanza, tutto il sistema penale
btcalz p. 65/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 61
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62 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 63
btcalz p. 68/180
64 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
1 2 2
di discrezionalità nella sua d e t e r m i n a z i o n e ( ) . Inoltre,
al principio d i legalità si ricollegano altri istituti giuridici
che sono applicazioni concrete d i esso c o m e a d e s e m p i o
il divieto dell'interpretazione analogica delle leggi penali,
l'irretroattività della legge penale, e l'esclusione della
1 2 3
c o n s u e t u d i n e c o m e fonte di diritto p e n a l e ( ) .
La dottrina penalistica statale, c o m u n q u e , ritiene d i
dover distinguere tra principio di legalità e riserva di
legge. L a riserva di legge mira a sottrarre, specialmente al
p o t e r e esecutivo, la c o m p e t e n z a d i p o r r e n o r m e in u n o o
p i ù settori o materie d e l l ' o r d i n a m e n t o . D i solito la riserva
di legge costituisce u n o dei requisiti essenziali del prin-
cipio d i legalità in materia penale; vale a dire, q u e s t o
richiede c h e la creazione dei delitti e la d e t e r m i n a z i o n e
delle relative p e n e (termine inteso in senso stretto e n o n
comprensivo delle misure disciplinari) d e b b a n o essere
riservate al p o t e r e legislativo, m e d i a n t e l'emanazione d i
1 2 4
leggi in senso formale ( ) .
N e l sistema p e n a l e del codice canonico vigente n o n
si riscontra n e s s u n o degli elementi indicati. Infatti, la
costituzione d e i delitti p u ò avvenire, sia m e d i a n t e legge
sia m e d i a n t e p r e c e t t o , d i n a t u r a amministrativa; inoltre,
il can. 1399 p e r m e t t e d i infliggere u n a p e n a a n c h e se n o n
preesista, rispetto al fatto c o n c r e t o , u n a previsione
normativa p e n a l e c h e p e r m e t t a d i qualificarlo c o m e
delitto; e, in fine, il codice stabilisce numerosissime p e n e
indeterminate, lasciando p e r lo p i ù largo spazio alla
discrezionalità dei giudici e dei Superiori nella determi-
122
( ) Si veda lo studio di J. ARIAS, El principio de legalidad en la
reforma del Libro V del CIC, in Ius Canonicum, 18 (1978), p. 291-318.
123
( ) Cfr. G. MANTUANO, op. cit., p. 3.
124
( ) Sul punto si veda G. MARINI, voce Nullum crimen, nulla poena
sine lege (diritto penale), in Enciclopedia del Diritto, Milano, 1978, voi.
XXVIII, p. 952 ss.
btcalz p. 69/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 65
I25
( ) J . HERVADA, Pensamientos de un canonista en la hora presente,
Servicio de Publicaciones de la Universidad de Navarra, S.A., Pamplona,
1989, p. 135: « P e r o lo decisivo es que el libro VI del CIC con harta
frecuencia desconoce el principio de legalidad y se limita a decir respecto de
una serie de delitos iusta poena puniatur, introduciendo así un factor de
inseguridad, que no es compatible con el derecho del fiel reconocido por el
canon 221, esto es, que no es compatible con el principio de legalidad. Se ha
querido hacer un derecho penal pastoral y se ha incurrido en el arbitrio y la
discrecionalidad del superior, lo que fácilmente puede degenerar en arbitra-
riedad. N o puedo negar que todo mi oficio de jurista — de canonista — se
alza contra un derecho penal así concebido: lo primero en la imposición de
penas es la eliminación del arbitrio ».
btcalz p. 70/180
66 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
3. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
R i a s s u m e n d o q u a n t o finora a b b i a m o d e t t o , il p r e s u p -
p o s t o d e l concetto di delitto è l'azione u m a n a antigiuri-
dica, vale a dire, l'atto formalmente ingiusto p e r c h é
volontariamente lesivo di u n b e n e (cosa o diritto) d o v u t o ,
126
( ) A . MARZOA, Sanciones disciplinares y penas canónicas, cit., p. 1 8 9 :
« El principio de discrecionalidad introducido en el sistema penal por el
actual c. 1 3 9 9 , permite igualmente legitimar desde la instancia penal una
necesidad disciplinar ».
btcalz p. 71/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 67
btcalz p. 72/180
68 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
I27
( ) É perciò che non pochi autori parlano del carattere penale di
ogni norma, nel senso che la sua violazione, in quanto antigiuridica, po-
trebbe meritare una punizione; così, ad esempio, G . MICHIELS, Normae
Generales Iuris Canonici, Desclée, Parisiis-Tomaci-Romae, voi. 2, 1949, p.
248: « Omnis lex ecclesiastica, etiam illa cui individuatim et explicite nulla
additur sanctio canonica, vere et propriae (ante transgresionem) censendo est
poenalis ».
btcalz p. 73/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 69
btcalz p. 74/180
70 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
129
( ) Cfr. J . HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, cit.,
p. 1 9 0 .
(130) Qix. J . ARIAS, El sistema penai canònico ante la reforma del CIC,
cit., p. 2 3 4 - 2 3 6 .
M
( ) F. ROBERTI, op. cit., p. 6 8 : « Cum ex iure naturae nonnisi generica
necessitas puniendi crimina oriatur, expedit ut latissima norma determinetur
a iure positivo et diversis temporum et locorum adiunctis accommodetur ».
1 3 2
( ) F. MANTOVANI, op. cit., p. 5 0 .
133
( ) F. ANTOLISEI, op. cit., p. 1 4 5 .
btcalz p. 75/180
IL SIGNIFICATO DELLA NORMA PENALE 71
1>A
( ) G . BETTIOL - L . PETTOELLO MANTOVANI, op. cit., p. 3 4 2 .
135
( ) A. BORRAS, op. cit., p. 5 4 : « Formellement parlant, le délit
constitue Yhypothèse à laquelle la norma juridique, dans ce cas de la loi
pénale, attaché una solution, en l'occurrence une sanction péenale qui
comporte des effects juridiques ou, pour mieux dire, canoniques ».
136
( ) G . MICHIELS, op. cit., voi. 1, p. 6 7 : « A d delictum in iure
ecclesiastico non sufficit violatio legis civilis vel divinae, sive naturalis sive
positivae, nisi sanctione canonica fuerit munita et qua talis ut vere ecclesia-
stica eb autoritate promulgata ».
137
( ) L. GEROSA, op. cit., p. 1 4 , ritiene però, commentando il can. 2 1 9 5
§ 1 del CIC del 1 9 1 7 , che « i termini " lex ", " sanctio " e soprattutto
" addictio " rivelano in modo netto come l'immagine codicíale del delitto
canonico sia formata unicamente da elementi di diritto positivo, cioè non
appartenenti " ex natura rei " alla struttura dogmatica della Chiesa. In altre
parole, detti elementi anziché essere ancorati nella struttura peculiare della
realtà ecclesiale sono previsti e voluti dal legislatore umano ».
5. J. SANCHIS
btcalz p. 76/180
72 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
I3S
( ) Cfr. J . WERCKMEISTER, op. cit., p. 1 0 3 .
btcalz p. 77/180
CAPITOLO SECONDO
LE F O N T I D E L DIRITTO P E N A L E CANONICO
btcalz p. 78/180
74 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 79/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 75
5
legge in a m b i t o p e n a l e ( ) , p o i c h é n o n solo la legge m a
a n c h e altri provvedimenti, d i n a t u r a diversa dalla legge,
c o m e sono i precetti, p o s s o n o c o m m i n a r e p e n e .
1.2. La consuetudine.
btcalz p. 80/180
76 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
La legge e il p r e c e t t o , in q u a n t o penali, h a n n o u n a
struttura essenziale simile, costitutita da d u e elementi: a)
il c o m a n d o o il divieto di u n a d e t e r m i n a t a c o n d o t t a , cui
consegue che la trasgressione sia lesiva dell'ordine sociale
{precetto primario); b) la p e n a o sanzione o, meglio an-
9
() L'obbligo di residenza è regolato dai cann. 2 8 3 § 1, 3 5 6 , 3 9 5 § 1,
o
4 1 0 , 4 2 9 , 5 3 3 § 1, 5 4 3 § 2, I , 5 5 0 § 1, 6 2 9 .
10
( ) Cfr. F. ROBERTI, op. cit., p. 7 8 ed anche F. DELLA ROCCA, op. cit.,
p. 5 2 2 .
u
( ) Cfr. P. CIPROTTI, voce Diritto Penale Canonico, cit., p. 3 , F. DELLA
ROCCA, op. cit., p. 5 2 5 . G . MICHIELS, Normae Generales Iuris Canonici, cit.,
voi. 1, p. 1 8 5 , citando a Suarez, De leg. 1, VIII, n 1 9 , scrive che la
consuetudine contra legem ha forza abrogatrice « quandoque fit, ut consue-
tudo sit irrationabilis quoad legis transgressionem, sit vero rationabilis quoad
non exsecutionem, vel non impositionem poenae, ut si, non obstante malitia
transgressionis, poena videatur nimis acerba, aut praeter mores patriae, aut
esset occasio graviorem peccatorum, vel quid simile ».
12
( ) A. MARZOA, LOS delitos y las penas canónicas, cit., p. 6 9 2 .
btcalz p. 81/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 77
13
( ) Cfr. F.E. ADAMI, II diritto penale canonico e il principio « nullum
crimen, nulla poena sine lege », cit., p. 1 6 3 ; A. BORRAS, op. cit., p. 4 6 ; V . DEL
GIUDICE, op. cit., p. 4 8 3 ; F. DELLA ROCCA, op. cit., p. 5 1 3 ; R.A. FROSALI, voce
Legge penale, in Novissimo Digesto Italiano, Utet, Torino, 1 9 6 3 , voi. I X , p.
6 6 6 ; A. PAGLIARO, op. cit., p. 1 0 4 9 ; J . L . SANTOS DÍEZ, Il diritto penale
canonico, in A A . W . , Corso di diritto canonico, voi. II, ed. italiana a cura di
E. Cappellini, cap. X V I , Queriniana, Brescia, 1 9 7 4 , p. 1 9 9 - 2 0 0 .
14
( ) Cfr. J . HERVADA, Lecciones de Filosofia del Derecho, voi. 1, Teoria
de la justicia y del Derecho, Eunsa, Pamplona, 1 9 8 9 , p. 2 4 7 - 2 5 0 .
15
( ) V . DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 4 7 : «Leges
poenales sunt aliquid accessorium, praesupponunt iam, saltem conceptuali-
ter, leges non poenales constituías ».
6
O ) Cfr. A. BERNÁRDEZ CANTÓN, Parte general de Derecho Canònico,
Editorial Centro de Estudios Ramón Areces, Madrid, 1 9 9 0 , p. 4 1 - 4 2 .
17
( ) Cfr. A. DEL PORTILLO, op. cit., p. 7 3 6 - 7 3 7 .
btcalz p. 82/180
78 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
ls
( ) Non potendo soffermarci su questo argomento, rinviamo agli
studi di M . JASONNI, Contributo allo studio della « ignorantia iuris » nel diritto
penale canonico, cit., (del quale non condividiamo alcune delle sue conclu-
sioni riguardanti la vigente normativa), e C. VECCHIARELLI, L'« ignorantia
legis » e l'« error iuris » nell'ordinamento dello stato ed in quello della Chiesa.
Prospettive di riforma, in Ephemerides Iuris Canonici, 45 (1989), p. 469-514.
19
( ) G. MICHIELS, Normae Generales Iuris Canonici, cit., voi. 1, p. 66:
« Ex se criminaliter imputabilis est tum violatio normae positivae iuris divini,
naturalis aut positivi, tum violatio normae positivae ab Ecclesia propria
auctoritate directe constitutae, tum violatio normae positivae civilis aut
btcalz p. 83/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 79
btcalz p. 84/180
80 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
20
( ) Cfr. R.A. FROSALI, op. cit., p. 666.
btcalz p. 85/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 81
21
configuri p i ù dettagliatamente l'obbligo giuridico ( ) .
N e l codice vigente, c h e in senso m e r a m e n t e formale
costituisce u n ' u n i c a legge, troviamo esempi d i q u a n t o
a p p e n a detto.
Così, nel can. 1369 i divieti e la sanzione si t r o v a n o
riuniti nella stessa proposizione, q u a n d o stabilisce: « C h i
in u n o spettacolo o in u n a p u b b l i c a a d u n a n z a o in u n o
scritto p u b b l i c a m e n t e divulgato, o in altro m o d o serven-
dosi dei mezzi di comunicazione sociale, proferisce b e -
stemmia o d offende gravemente i b u o n i costumi o p r o -
nuncia ingiurie o eccita all'odio o al disprezzo c o n t r o la
religione o la Chiesa, sia p u n i t o c o n u n a giusta p e n a ».
M o l t o p i ù n u m e r o s i sono nel codice i casi in cui il
p r e c e t t o p r i m a r i o , cioè la configurazione dell'obbligo
giuridico, e la p e n a si t r o v a n o in canoni diversi; in q u e s t e
eventualità, il c a n o n e d i carattere penale rinvia alla n o r m a
sostanziale. A d esempio, m e n t r e il can. 1365 stabilisce
che « il r e o i m p u t a t o d i " c o m m u n i c a t i o in sacris " vie-
tata, sia p u n i t o c o n u n a giusta p e n a », è in realtà il can.
844 a stabilire i casi in cui tale communicatio in sacris sia
lecita o m e n o . Il altri casi, invece, il rinvio a d u n altro
canone è esplicito, come, a d esempio, il can. 1378 § 1 c h e
recita: « Il sacerdote c h e agisce c o n t r o il disposto del can.
977, incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla
Sede Apostolica ». C o m e esempio di rinvio implicito a d
un'altra n o r m a n o n del codice possiamo citare il can.
1389 § 2 il quale d i s p o n e c h e « chi, p e r negligenza
colpevole, p o n e o d o m e t t e illegittimamente c o n d a n n o
altrui u n atto d i potestà ecclesiastica, d i ministero o d i
ufficio, sia p u n i t o con giusta p e n a »; si pensi ai diversi
doveri connessi c o n l'esercizio della potestà o dell'ufficio
stabiliti sia dalla cost. apost. Pastor Bonus, sulla Curia
21
( ) Cfr. A . PAGLIARO, op. cit., p. 1048.
btcalz p. 86/180
82 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2 2
R o m a n a ( ) , c h e d a l Regolamento G e n e r a l e della Curia
23
R o m a n a ( ) ; e anche il can. 1385 s e c o n d o il quale « C h i
trae illegittimamente profitto dall'elemosina della Messa,
sia p u n i t o c o n u n a censura o u n altra giusta p e n a »,
implicitamente rinvia alle n o r m e c h e regolano le offerte
della Messa, t r a le quali a n c h e il p i ù recente D e c r e t o
della Congregazione p e r il Clero sulle Messe plurinten-
2 4
zionali ( ) .
N e l p r e c e t t o p r i m a r i o è c o n t e n u t a la descrizione d i
quello c h e si deve fare o n o n fare e, perciò, d e l fatto
p u n i b i l e cioè d e l fatto c h e costitutisce delitto. Il fatto
delineato dalla disposizione penale si dice c o m u n e m e n t e
2 5
fattispecie ( ) , e la tecnica di p r o d u z i o n e della n o r m a ,
consistente nella descrizione dei c o m p o r t a m e n t i vietati, si
26
chiama tipizzazione ( ).
La tipizzazione c o m p i e p e r t a n t o diverse funzioni,
p r i n c i p a l m e n t e quelle d i :
a) d e t e r m i n a r e di fatto o concretizzare l'antigiuri-
dicità penale, il che vuol dire c h e m e d i a n t e la fattispecie
p e n a l e l'autorità delinea a c c u r a t a m e n t e n o n il fatto o i
fatti antigiuridici (di solito già stabiliti nelle n o r m e n o n
penali) m a quelli punibili, cioè quelli che hic et nunc chi
e m a n a la n o r m a p e n a l e vuole p u n i r e o p p u r e vuole p u n i r e
22
( ) AAS, LXXX ( 1 9 8 8 ) , p. 8 4 1 - 9 3 4 .
(«) AAS, LXXXIV ( 1 9 9 2 ) , p. 2 0 2 - 2 5 3 .
p>) AAS, LXXXIII ( 1 9 9 1 ) , p. 4 4 3 - 4 4 6 . Si veda il commento di P.
GEFAELL, A proposito del decreto sulle Messe plurintenzionali, in Ius Ecclesiae,
3 ( 1 9 9 1 ) , p. 7 6 0 - 7 6 5 .
25
( ) Cfr. F. ANTOLISEI, op. cit., p. 4 5 .
26
( ) Cfr. F. MANTOVANI, op. cit., p. 5 0 , il quale aggiunge: « Il perno su
cui ruota la concezione formale del reato è la fattispecie tipica (...) ed è lo
strumento tecnico attraverso cui vengono soddisfatte le esigenze garantisti-
che di certezza giuridica e di difesa contro l'arbitrio giudiziario ».
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LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 83
btcalz p. 88/180
84 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 89/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 85
27
cato d i q u e s t o t e r m i n e n e l contesto d e l can. 1398 i ),
vale a dire, il concetto giuridico rilevante n e l diritto
penale canonico; ciò n o n o s t a n t e , la dottrina t u t t o r a n o n è
28
u n a n i m e nella determinazione d i tale concetto ( ) . I n
questi casi spetta al giudice o al Superiore c h e deve
applicare la p e n a il c o m p i t o d i interpretare i termini. C i ò
p o n e m a g g i o r m e n t e in rilievo l'importanza che, nel caso
delle p e n e c h e v e n g o n o applicate latae sententiae, la
fattispecie delittuosa sia a c c u r a t a m e n t e definita dalla
n o r m a , essa altrimenti risulterà inapplicabile e q u i n d i
inefficace.
P e r « n o r m a p e n a l e in b i a n c o », nel senso p i ù a m p i o ,
si i n t e n d e la n o r m a nella quale si stabilisce u n a sanzione
penale m e n t r e si lascia a d u n altra n o r m a , m e d i a n t e l'uso
della tecnica del rinvio, la determinazione dell'obbligo
giuridico o p r e c e t t o p r i m a r i o c o n essa p r o t e t t o . U n a
sanzione esiste, m a in relazione a d u n c o m a n d o c h e
29
ancora n o n è d e t e r m i n a t o , cioè c h e è futuro ( ) . I n u n
senso p i ù stretto, « con l'espressione " legge p e n a l e in
bianco " si suole d e n o m i n a r e quella legge, la quale faccia
rinvio a u n atto n o r m a t i v o d i g r a d o inferiore, p e r indicare
27
( ) A A S , LXXX (1988), p. 1818-1819: « D . Utrum abortus, de quo
in can. 1398, intellegatur tantum de eiectione fetus immaturi, an etiam de
eiusdem fetus occisione quocumque modo et quocumque tempore a mo-
mento conceptionis procuretur. R. Negative ad primam partem; affirmative
ad secundam ». Cfr. J . SANCHIS, L'aborto procurato: aspetti canonistici, in Ius
Ecclesiae, 1 (1989), p. 663-677.
2S
( ) Cfr., ad esempio, V . DE PAOLIS, Responsa Commissionis Iuri
Canonico Authentice Interpretando, in Periodica, 78 (1989), p. 278-286; A .
MARZOA, Extensión del concepto penal de aborto, in Ius Canonicum, 29
(1989), p. 577-585; F. AZNAR, El delito canònico de aborto. Contentano a una
Respuesta de la CPI, in Revista Española de Derecho Canònico, 47 (1990),
p. 225-239.
29
( ) Cfr. R . A . FROSALI, op. cit, p. 666.
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86 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
30
( ) A . PAGLIARO, op. cit., p. 1 0 4 8 - 1 0 4 9 .
3!
() Ibidem, p. 1 0 4 9 .
32
( ) Cfr., ad esempio, A . BORRAS, op. cit., p. 2 4 , e anche F.E. ADAMI, Il
diritto penale canonico e il principio « nullum crimen, nulla poena sine lege »,
cit., p. 1 5 4 e gli autori ivi citati, il quale, tuttavia, ritiene inesatta una tale
qualifica giuridica.
btcalz p. 91/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 87
btcalz p. 92/180
88 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
Il s e c o n d o e l e m e n t o della n o r m a p e n a l e è costitutito
dalla p e n a o sanzione p e n a l e in senso stretto. E q u e s t o
l'elemento c h e in realtà d e t e r m i n a il carattere p e n a l e di
u n a n o r m a giuridica. Perciò se m a n c a la c o m m i n a z i o n e d i
u n a p e n a la n o r m a n o n p u ò dirsi penale.
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LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 89
btcalz p. 94/180
90 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
33
( ) L. CHIAPPETTA, op. cit., voi. 2 , p. 4 3 1 , nota 3 : «Questo non
favorisce certo una retta ed imparziale amministrazione della giustizia,
ispirata anch'essa al principio di uguaglianza. Da parte di non pochi c'è
anche la fondata preoccupazione che l'eccessiva discrezionalità concessa al
superiore o al giudice possa nuocere alla efficacia dello stesso diritto
penale ».
34
( ) F. ROBERTI, op. cit., voi. I, pars II, Romae, 1 9 4 4 , p. 2 6 7 . V . DE
PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 4 9 : « Indeterminado poenae est
aliquid odiosum, cum pendeat arbitrio superioris post delictum commissum
determinare poenam, nec habet sufficientem efficatiam praeventivam ».
btcalz p. 95/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 91
35
( ) Durante la revisione del codice alcuni proposero la soppressione
delle pene indeterminate; la risposta della Commissione, in Communicatio-
nes, 8 (1976), p. 171, fu la seguente: « Haec suggestio non placet. Schema
enim ita proponit ut poenae indeterminatae iam non possint poenali prae-
cepto, sed sola lege constituí. Attenta quidem indole ecclesiasticarum poe-
narum difficile est in lege — quae abstráete considerai delieta futura — et
speciem et mensuram poenarum taxative statuere, quod contra facilius fieri
potest in praeceptis ad singulos casus attinentibus ».
btcalz p. 96/180
92 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
36
( ) Il can. 2241 § 1 del CIC '17 definiva le censure dicendo: « Cen-
sura est poena qua homo baptizatus, delinquens et contumax, quibusdam
bonis spiritualibus vel spiritualibus adnexis privatur, donec, a contumacia
recedens, absolvatur ».
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LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 93
37
( ) Il codice precedente stabiliva, nel can. 2241 § 2, un criterio molto
simile anche se riferito al momento applicativo della pena: « Censurae, (...),
maxime excommunicatio, ne infligantur, nisi sobrie et magna cum circum-
spectione ».
3S
( ) Sulla scomunica si vedano A. BORRAS, L'excommunication dans le
nouveau code de droit canonique. Essai de définition, Desclée, Paris, 1987 e J.
SANCHIS, Sulla natura e gli effetti della scomunica, in Ius Ecclesiae, 2 (1990),
p. 633-661.
btcalz p. 98/180
94 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
39
() Communicationes, 10 (1976), p. 174: « Sunt qui censerunt pote-
statem ferendi poenalia praecepta ita esse limitandam, ut non solum excludatur
ab ea poenae perpetuae, sed etiam ponae ad tempus indefinitum. Haec sug-
gestio non placet Consultoribus, sive quia impediretur comminatio censura-
rum, quae per se ad tempus indefinitum constituuntur, id est usque ad de-
linquentis emendationem, sive quia nimis restringeretur potestas poenalis ».
btcalz p. 99/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 95
btcalz p. 100/180
96 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
40
( ) Se la pena contro un determinato delitto è stata comminata latae
sententiae, si può anche procedere alla sua applicazione mediante sentenza o
decreto. In tal caso si dice che la pena viene dichiarata, perché essendo
automatica vi si incorre dal momento della commissione del delitto. Tuttavia,
ciò non è sempre esatto poiché le pene latae sententiae per la loro peculiarità
hanno un regime giuridico anch'esso peculiare che, ad esempio, implica che
nel caso in cui all'atto delittuoso concorra alcuna delle circostanze attenuanti
contemplate nel can. 1324 § 1, « il reo non è tenuto dalle pene latae
sententiae » (can. 1324 § 3), il che non vieta che si possa avviare un processo
per l'applicazione (in tal caso costitutiva e non semplicemente dichiarativa)
della pena.
btcalz p. 101/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 97
41
( ) L'applicazione latae sententiae della pena implica la possibilità
che la pena applicata rimanga occulta e, pertanto, con una rilevanza giuridica
molto limitata, perché richiede che i suoi effetti siano limitati al foro interno
o perlomeno, se non è stata dichiarata né sia notoria nel luogo ove vive il
delinquante, l'obbligo di osservarla sia « sospeso in tutto o in parte nella
misura in cui il reo non la possa osservare senza pericolo di grave scandalo
o d'infamia » (can. 1352 § 2). Inoltre, è stato necessario provvedere mediante
norme speciali alla remissione in foro interno delle pene applicate in tal
modo.
42
( ) Si vedano, per tutti, V. DE PAOLIS, De legitimitate et opportunitate
poenarum latae sententiae in iure poenali canonico, in Periodica, 62 (1973), p.
319-373 e J. ARIAS, Las penas « latae sententiae »: actualidad o anacronismo,
in A A . W . Diritto, persona e vita sociale. Scritti in memoria di Orio Giacchi,
Milano, 1984, voi. 2, p. 5-27.
43
( ) Di solito nella norma si adopera l'espressione « latae sententiae
...incurrit » per riferirsi al modo di applicazione della pena (cfr. ad es. cann.
btcalz p. 102/180
98 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 103/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 99
46
( ) PONTIFICIA COMMISSIO CODICI IURIS CANONICI RECOGNOSCENDO, Re-
latto complectens syntkesim animadversionum ab Em.mis atque Exc.mis Pa-
tribus Commissionis ad novissimum Schema Codicis Iuris Canonici exhibita-
rum, cum responsionibus a Secretaria et Consultoribus datis..Typis Polyglottis
Vaticanis, 1981, p. 303.
47
( ) SvJ processo giudiziario penale si vedano R. COPPOLA, Il nuovo
processo penale canonico, in A A . W . , Studi in memoria di Mario Condorelli,
Giuffrè, Milano, 1988, voi. 1, t. 1, p. 369-383; G. DI MATTIA, Processo penale
btcalz p. 104/180
100 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
48
amministrativa ( ) . S e c o n d o la normativa vigente il p r o -
c e d i m e n t o giudiziario deve essere r i t e n u t o la via ordina-
49
ria ( ) . L a p r o c e d u r a amministrativa o extragiudiziaria,
invece, è u n a via straordinaria. « O g n i qualvolta giuste
cause si o p p o n g o n o a che si celebri u n p r o c e s s o giudiziario,
la p e n a p u ò essere inflitta o dichiarata c o n d e c r e t o extra-
50
g i u d i z i a l e » ( ) , recita il can. 1342 § 1. D i conseguenza,
solo q u a n d o vi siano cause ostative, situazioni d i i m p o s -
sibilità, giuste cause c h e si o p p o n g o n o {obstent causae) alla
celebrazione d e l giudizio è p e r m e s s o ricorrere alla via am-
51
ministrativa ( ) .
btcalz p. 105/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 101
52
( ) Mentre il can. 1718 § 1 , 3 parla solo di legge (« a meno che la legge
non lo vieti »), il can. 1342 § 2 permette che anche il precetto costitutivo della
pena possa vietare l'impiego della procedura amministrativa.
53
( ) Il can. 1425 § 1, 2 , inoltre, riserva al tribunale composto da tre
giudici le cause penali sui delitti che possono comportare la pena della
dimissione dallo stato clericale.
54
( ) Si veda a questo proposito lo studio di A. MARZOA, Doble via,
administrativa y judicial, en la imposición de penas canónicas, in Ius Canoni-
cum, 20 (1980), p. 167-187.
(") J . SANCHIS, L'indagine previa al processo penale (cann. 1717-1719),
cit., p. 261-262.
btcalz p. 106/180
102 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
A questo r i g u a r d o , il P a p a G i o v a n n i P a o l o I I in u n
discorso alla Rota R o m a n a sui r a p p o r t i t r a pastorale e
diritto nella Chiesa diceva: « L'istituzionalizzazione d i
quello s t r u m e n t o d i giustizia c h e è il processo r a p p r e -
senta una progressiva conquista di civiltà e di rispetto della
dignità del uomo, cui h a c o n t r i b u i t o in m o d o n o n irrile-
vante la stessa Chiesa c o n il processo canonico. C i ò
facendo, la Chiesa n o n h a rinnegato la sua missione d i
carità e di pace, m a h a soltanto disposto u n m e z z o
a d e g u a t o p e r l'accertamento della verità c h e è condizione
indispensabile della giustizia animata dalla carità, e perciò
56
a n c h e della vera p a c e » ( ) .
E perciò significativo c h e il codice p r e v e d a in m o d o
esplicito c h e la n o r m a penale possa vietare d i applicare
p e r d e c r e t o la p e n a in essa contenuta. Rimane, p e r t a n t o ,
« aperta la via della normativa postcodiciale, sia univer-
sale c h e particolare. Q u e s t a d o v r e b b e , a m i o m o d o d i
vedere, d a r e p i ù a m p i o spazio alla via giudiziale, in m o d o
da verificarne a n c h e la validità e l'efficacia e così u n
d o m a n i i n d u r r e a u n a revisione della p r o c e d u r a codicíale
ò c o m u n q u e a d u n u s o p i ù frequente della via giudi-
57
ziale» ( ).
56
( ) GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Rota Romana, in L'Osservatore
Romano, 19 gennaio 1990, p. 5.
57
( ) V . DE PAOLIS, L'applicazione della pena canonica, cit., p. 94.
btcalz p. 107/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 103
58
( ) Recita il can. 46: « L'atto amministrativo non cessa venuto meno
il diritto di colui che lo stabilisce, eccetto che non sia disposto espressamente
altro dal diritto ».
7. J . SANCHIS
btcalz p. 108/180
104 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
59
( ) Sulla remissione delle pene nel foro interno sacramentale, cfr. A.
STENSON, Penalties in the new Code. The role of the confessor, in The Jurist,
63 (1983), p. 406-418.
60
f ) Un esempio si trova in Rivista Diocesana di Roma, V. 25, 1984, p.
637: « Il Santo Padre, limitatamente al territorio della diocesi di Roma,
concede a tutti i sacerdoti che, per ragione del loro ufficio a Roma o per
concessione del Vicariato godono della facoltà di ricevere le confessioni dei
fedeli, la facoltà di rimettere nel foro interno sacramentale la scomunica latae
sententiae prevista al canone 1398 per l'aborto procurato, con l'obbligo di
imporre una congrua penitenza ».
btcalz p. 109/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 105
(61) Nel CIC, sono cinque le pene riservate alla Sede Apostolica, in
o
tutti e cinque casi si tratta della pena latae sententiae di scomunica: I La
profanazione delle specie consacrate (can. 1 3 6 7 ) ; 2 ° La violenza fisica contro
il Romano Pontefice (can. 1 3 7 0 § 1 ) ; 3 ° L'assoluzione del complice nel
peccato contro il sesto comandamento (can. 1 3 7 8 § 1); 4 ° La consacrazione
espiscopale senza mandato pontificio (can. 1 3 8 2 ) ; e 5 ° La violazione diretta
del sigillo sacramentale (can. 1 3 8 8 § 1 ) .
(62) p MIGRO, sub can. 1314, in Commento al Codice di Diritto Canonico,
cit., p. 7 5 3 , opina che « la categoria delle pene riservate, almeno per la Santa
Sede, non è scomparsa; però, a mio sommesso avviso, il legislatore inferiore,
secondo la sua prudenza pastorale, vi può fare ricorso ». Sono invece di diverso
avviso V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit. p. 9 7 - 9 8 ; A. CALABRESE,
Diritto Venale Canonico, cit., p. 1 7 5 e A. BORRAS, Les sanctions dans l'Eglise,
cit., p. 1 2 8 - 1 2 9 . Il can. 1 4 2 3 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali parla
della riserva della remissione della pena al Romano Pontefice o ai Patriarchi o
Arcivescovi maggiori. Inoltre, il can. 7 2 8 dello stesso codice stabilisce quali
siano i peccati la cui assoluzione è riservata alla Sede Apostolica o al Vescovo.
Nel CIC non esiste invece alcun riferimento ai peccati riservati.
btcalz p. 110/180
106 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
63
( ) A rigore, queste azioni si estinguono non per prescrizione ma per
decadenza poiché il trascorso del tempo opera ipso iure, e dev'essere tenuto
presente ex officio, e non ad iniziativa di parte. Cfr. C. DE DIEGO-LORA, sub
can, 1492, in Código de Derecho Canònico, cit., p. 8 9 8 .
64
f ) Tale norma desta qualche perplessità perché da un lato non si sta-
bilisce un limite di tempo per la prescrizione dei delitti riservati alla Congre-
gazione per la Dottrina della Fede (nell'opinione di P. CIPROTTI, Diritto Penale
Canonico, cit., p. 7 , « non si ha però mai la prescrizione per i delitti la cui
punizione è di competenza della Congregazione per la Dottrina della fede »),
e dall'altro di tali delitti riservati non c'è traccia nella normativa vigente, sia
della Chiesa Latina sia delle Chiese Orientali. La cost. apost. Pastor Bonus,
nell'art. 5 2 , stabilisce che la Congregazione per la Dottrina della Fede « giudica
i delitti contro la fede e i delitti più gravi commessi sia contro la morale, sia
nella celebrazione dei Sacramenti, che vengono ad essa segnalati e, all'occor-
renza, procede a dichiarare e ad infliggere le sanzioni canoniche a norma del
diritto, sia comune che proprio ». Questa disposizione non è di facile inter-
pretazione. Si tratta infatti di una norma che da un lato attribuisce una com-
petenza in ragione della materia ma nella quale, secondo il suo tenore letterale,
rientrano o possono rientrare tutti i delitti, e non solo quelli contro la fede;
d'altro lato, non va dimenticato che si tratta di una competenza stabilita per
escludere quella degli altri dicasteri della Curia Romana o Sede Apostolica che,
perciò, non esclude la competenza delle istanze inferiori. Infatti, l'art. 1 9 § 2
della Pastor Bonus parlando dei ricorsi dispone che « le questioni, da trattarsi
in via giudiziaria, sono invece rimesse ai Tribunali competenti, fermo restando
quanto prescritto dagli Articoli 5 2 e 5 3 » . E il Regolamento Generale della
Curia Romana stabilisce nell'articolo 1 1 2 § 2: «Vanno rimessi sempre ed
esclusivamente al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede i
delitti contro la fede e i più gravi delitti contro la morale e quelli commessi nella
celebrazione dei sacramenti ». Non si dice però quali siano in concreto i delitti
più gravi contro la morale e nella celebrazione dei sacramenti, di competenza
della Congregazione per la Dottrina della Fede. C. J. ERRAZURIZ, La protezione
btcalz p. 111/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 107
btcalz p. 112/180
108 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
66
( ) A . BORRAS, op. cit., p. 57.
btcalz p. 113/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 109
67
( ) Il can. 2214 § 2 del CIC '17 recepiva a questo riguardo l'avverti-
mento del Concilio di Trento (sess. XIII, de ref., cap. 1) che, volendo stabilire
alcune norme sulla giurisdizione dei vescovi: « crede bene, come prima cosa,
ammonirli di ricordarsi che essi sono dei pastori, non dei tiranni (I Pt 5, 2-4;
I tm 3, 2-4; Tt 1, 7-9), e che è necessario comandare ai sudditi non in modo
da dominare su di essi, ma da amarli come figli e fratelli; e a far sì che, esortando
ed ammonendo, li allontanino da ciò che è illecito, perché non debbano poi,
una volta che abbiano mancato, punirli con le pene dovute.
« E tuttavia, se essi dovessero mancare in qualche cosa per umana
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110 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 115/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 111
btcalz p. 116/180
112 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
71
() Communicationes, 6 (1974), p. 33-34: Brevis conspectus de labore
hucusque a Commissione peracto deque peragendo. B) Schemi sui quali si è già
avuto il parere dell' Episcopato, b) de iure poenali.
2
C ) Communicationes, 7 (1975), p 93: «placet reductio normarum
generalium ad principia tantum generalia quaedam et constitutio quarundam
solummodo poenarum in singula delieta. Quod quidem aperiet legislatoribus
particularibus viam qua ea praescripta poenalia ferantur, quae locorum
necessitatibus melius responderé possint »; e ibidem, p. 96: « de principio
decentralizationis et subsidiarietatis, quod in schemate iuris poenalis in
praxim deductum est per remissionem factam etiam ad leges particulares, et
ad praecepta statuendi poenas in singula delieta, fere omnes admittunt illud
nunc temporis praeteriri non posse in recognoscendo iure canonico eo vel
magis sancitum est a Concilio Vaticano II et Primo Goetu Generali Synodi
Episcoporum ».
73
( ) Sull'argomento si veda J . SANCHIS, Rilevanza del principio di
btcalz p. 117/180
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE CANONICO 113
sussidiarietà nel sistema penale del codice del 1983, in Monitor Ecclesiasticus,
1 1 4 , ( 1 9 8 9 ) , p. 1 3 2 - 1 4 2 .
74
( ) F.E. ADAMI, Continuità e variazioni dì tematiche penalistiche nel
nuovo « Codex Iuris Canonici », cit., p. 1 1 9 .
75
( ) Cfr. TH. J . GREEN, Penai law: a review ofselected themes, cit., p.
2 2 6 , V . DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 1 2 - 1 3 , G , DI MATTIA,
Sostanza e forma nel nuovo diritto penale canonico, cit., p. 4 1 7 .
76
( ) F. NIGRO, Le sanzioni nella Chiesa come tutela della comunione
ecclesiale (Libro VI CIC), in A A . W . , La nuova legislazione canonica, Roma,
1 9 8 3 , p. 4 3 7 e 4 4 8 . Cfr. anche R. COPPOLA, Il nuovo « Codex Iuris Canonici »
e il diritto penale, in A A . W \ , Raccolta di scritti in onore di Pio Fedele,
Perugia, 1 9 8 4 , voi. 1, p. 1 0 7 .
77
() Communicationes, 2 ( 1 9 7 0 ) , p. 1 0 0 ; cfr. Ibidem, 6 ( 1 9 7 4 ) , p. 3 4 .
78
( ) P. CIPROTTI, De Iure Poenali Canonico, quodattinetadconversionem
et reconciliationem obtinendam, in Monitor Ecclesiasticus, 1 0 0 ( 1 9 7 5 ) , p. 3 7 5 .
btcalz p. 118/180
114 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 119/180
CAPITOLO TERZO
LA L E G G E P E N A L E
1
Í ) Chi esercita una potestà che gli è stata delegata deve farlo entro « i
limiti del suo mandato » poiché il delegato che oltrepassa i limiti del suo
btcalz p. 120/180
116 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
1.2.1. O r g a n i unipersonali.
btcalz p. 121/180
LA LEGGE PENALE 117
1.2.2. O r g a n i collegiali.
2
( ) N é il Sinodo dei Vescovi né il Collegio dei cardinali hanno invece
per sé potestà legislativa. Il Sinodo dei Vescovi è un'assemblea di Vescovi
che, tra l'altro, presta aiuto con il suo consiglio al Romano Pontefice nella
salvaguardia e nell'incremento della fede e dei costumi, nell'osservanza e nel
consolidamento della disciplina ecclesiastica (can. 342); ma non spetta al
Sinodo emanare decreti, « a meno che in casi determinati il Romano
Pontefice, cui spetta in questo caso ratificare le decisioni del Sinodo, non gli
abbia concesso potestà deliberativa » (can. 343). Da parte loro, i Cardinali di
Santa Romana Chiesa costituiscono un « Collegio peculiare » (can. 349) cui
spetta soprattutto provedere all'elezione del Romano Pontefice, a norma del
diritto peculiare; inoltre tale « coetus » presta principalmente aiuto con
attività collegiale al Romano Pontefice nei Concistori ordinari o straordinari
(can 353). In caso di sede vacante ha la potestà che gli è conferita nella legge
peculiare, la Cost. Ap. Romano Pontefice eligendo promulgata da Paolo VI
(AAS, 67 (1975), p. 609-645).
btcalz p. 122/180
118 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
}
( ) Per ciò che riguarda il Sinodo diocesano, cioè l'assemblea dei
sacerdoti e degli altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto
al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana (can.
460), « l'unico legislatore è il Vescovo diocesano (...); lui solo sottoscrive le
dichiarazioni e i decreti sinodali, che possono essere resi pubblici soltanto
per la sua autorità» (can. 466). Gli altri organi collegiali diocesani quali il
consiglio presbiterale (can. 495), il collegio dei consultori (can. 502), i
capitoli dei canonici (can. 503) e il consiglio pastorale (can. 511), sono di
carattere prevalentemente consultivo e non legislativo.
btcalz p. 123/180
LA LEGGE PENALE 119
4
legittimamente p r o m u l g a t i ( ). L ' o p i n i o n e prevalente in
dottrina è che le Conferenze Episcopali g o d a n o « di vera
e p r o p r i a potestà legislativa, sia p u r e in misura limita-
5
t a » ( ). Diversi autori sostengono esplicitamente che le
Conferenze Episcopali a b b i a n o potestà legislativa e,
quindi, la loro c o m p e t e n z a legislativa anche in materia
6
penale, e n t r o i limiti stabiliti dal can. 455 ( ). P . Ciprotti,
invece, ritiene che p e r ciò che si riferisce alla materia
penale, le Conferenze Episcopali « n o n h a n n o p o t e r i
legislativi in p r o p o s i t o », vale a dire, n o n p o s s o n o ema-
4
( ) Si veda al riguardo V. GÓMEZ-IGLESIAS, LOS decretos generales de las
conferencias episcopales, in Ius Canonicum, 2 6 ( 1 9 8 6 ) , p. 2 7 1 - 2 8 5 .
5
( ) G . FELICIANI, voce Conferenze Episcopali, in Enciclopedia Giuri-
dica, Istituto della Enciclopedia Italiana, Fondata da G . Treccani, Roma,
1 9 8 8 , voi. Vili, p. 3 , n 6. Della stessa opinione sono J. MANZANARES, Las
conferencias episcopales en el nuevo Código de derecho canónico, in Raccolta
di scritti in onore di Pio Fedele, Perugia, 1 9 8 4 , voi. 1, p. 5 2 5 - 5 2 6 ; F. UCCELLA,
Le conferenze episcopali nel nuovo codice di diritto canonico: prime riflessioni,
in II Diritto Ecclesiastico, 1 9 8 6 , specialmente p. 1 0 9 - 1 3 6 ; e J.I. ARRIETA, sub.
can. 455, in Código de Derecho Canònico, edición anotada a cargo del
Instituto Martín de Azpilcueta, Pamplona, 1 9 8 7 , p. 3 2 4 , il quale ritiene che
le Conferenze Episcopali «actúan en forma colectiva (cfr. c. 1 1 9 ) una
potestad ordinaria (cfr. c. 1 3 1 § 1 ) sobre materias que por ley común — en
este código son numerosas —, o por especial mandato de la Santa Sede
-« motu propio », o a petición de la Conferencia- se les haya atribuido. Fuera
de este ámbito, la Conferencia Espiscopal carece de competencia ».
6
( ) Cfr. F. AZNAR, sub. can. 1316, in Código de Derecho Canónico, cit.,
p. 6 2 9 ; F. NIGRO, sub. can. 1316, in Commento al codice di diritto canonico,
cit., p. 7 5 5 ; F. COCCOPALMERIO, op. cit., p. 2 9 9 ; A. BORRAS, Les sanctions dans
l'Eglise, cit., p. 5 6 ; L. CHIAPPETTA, esprime opinioni contrapposte affer-
mando tale potestà sub. can. 1315, e negandola sub. can. 1316, in II Codice
di Diritto Canonico. Commento giuridico-pastorale, cit., p. 4 3 1 - 4 3 2 . Non è
chiara l'opinione di A. CALABRESE, op. cit., p. 1 3 , quando scrive che « hanno
potestà legislativa e pertanto possono emanare norme penali (...) 3 . Le
Conferenze Episcopali, nell'ambito del proprio territorio e nei Concili
particolari, che possono essere plenari, se abbracciano tutte le Chiese
particolari che fanno parte della medesima Conferenza Episcopale, purché
intervenga l'approvazione della Sede Apostolica, o provinciali, cioè della
provincia ecclesiastica i cui confini coincidono col territorio della nazione »,
rinviando in nota al can. 4 3 9 , §§ 1-2; sembra perciò che l'autore voglia
riferirsi principalmente ai concili particolari.
8. J. SANCHIS
btcalz p. 124/180
120 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
7
( ) P. CIPROTTT, La riforma del diritto penale della Chiesa, in A A . W .
Raccolta di scritti in onore di Pio Fedele, Perugia, 1984, voi. 1, p. 80, non
indica però il canone a cui si riferiscono tale parole; cfr. anche ID., voce
Diritto Penale Canonico, in Enciclopedia Giuridica, cit., p. 3, n. 2.2.
s
( ) Communicationes, 8 (1976), p. 171. Nella Brevis relatio de anima-
dversionibus generalibus quae factae sunt ad Schema canonum ab Episcoporum
Conferentiis, a S. Sedis Dicasteriis, ab Unione Superiorum Maiorum et ab
Universitatibus studiorum ecclesiasticorum, in Communicationes, 7 (1975), p.
97, si poteva leggere: « Alii autem, quibus placet principium subsidiarietatis
in iure quoque poenali, suadent ut leges particulares de poenis in singula
delieta a solis Conferentiis Episcopalibus edi possint, ita ut uniformis in iis
territoriis disciplina vigeat et in singulis dioecesibus nimius rigorismus
vitetur. Ordinariis locorum relinqui potest ut per praecepta poenalia hanc
disciplinan! ordinent ».
9
() Communicationes, 8 (1976), p. 172.
btcalz p. 125/180
LA LEGGE PENALE 121
10
() Ibidem. Fu allora che si aggiunse, alla fine del canone, la clausola
«servatis suae competentiae limitibus ratione territorii vel personarum»
(can. 1315 § 1).
u
( ) J. SANCHIS, Organi collegiali competenti ad emanare leggi penali.
Particolare riferimento alle Conferenze Episcopali, in L'Année Canonique.
Hors serie. La Synodalité. La participation au gouvernement dans l'Eglise.
Actes du VII congrès international de Droit Canonique, Paris, 21-28 se-
ptembre 1990, volume I, p. 514. B. FRANCK, La conférence episcopale et les
autres institutions de la collégialité intermédiaires, in L'Année canonique,
1983, p. 113, scrive giustamente: « L a Conférence episcopale possedè un
certain pouvoir législatif (...) et donc aussi celui de poter des lois pénales ou
de munir de peines des lois genérales qui en seraient dépourvues.
« Toutefois, il convenient de noter que si le Livre VI accorde à Pévèque
un grand nombre de possibilités d'infliger, de réduire ou d'augmenter des
peines, jamáis il n'y est fait mention explicite de la Conférence episcopale ou
btcalz p. 126/180
122 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 127/180
LA LEGGE PENALE 123
M
() Communicationes, 8 (1976), p. 172. Sul punto si veda F.E. ADAMI,
Continuità e variazioni di tematiche penalistiche nel nuovo « Codex Iuris
Canonici», cit., p. 119-122.
I5
( ) V . DE PAOLIS, op. cit., p. 52.
btcalz p. 128/180
124 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
16
( ) G. MICHIELS, Normae Generales Iuris Canonici, cit., voi. 2, p. 246-
247: « Ex natura rerum enim, ut actus quidam punibilis sit, non requiritur
praevia sanctionis poenalis comminatio, ipsi legi, saltem indeterminate,
addita, sed sufficit, ut actus ille revera sit moraliter et socialiter malus, seu
ordinem socialem legislatione protectum externe et culpabiliter perturbans;
ratio est, quia quoad omnes actus moraliter et socialiter malus adest funda-
mentum juridicum potestatis coactivae ».
N
( ) CONVENTION DE SAUVEGARDE DES DROITS DE L'HOME ET DES LIBERTES
FONDAMENTALES, Roma 4. XI. 1950, art. 7 § 1: « Nul ne peut ètte condamné
btcalz p. 129/180
LA LEGGE PENALE 125
pour une action ou une omission qui, au moment où elle a été commise, ne
constituait pas une infraction d'après le droit national ou international ».
ls
( ) Si osservi la somiglianza di questo disposto con quello dell'art. 2
del codice penale italiano.
btcalz p. 130/180
126 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
I9
( ) Cfr. P. CIPROTTI, La riforma del diritto penale della Chiesa, cit., p.
76. E tuttora in vigore la Cost. Ap. Romano Pontifici eligendo del 1 ottobre
1975 (AAS 67 (1975), p. 609-645), sull'elezione del Romano Pontefice, e le
diverse norme penali ivi contenute riguardanti l'obbligo del segreto (nn. 56
e 58), il delitto di simonia nell'elezione del Romano Pontefice (n. 79),
l'esercizio del veto o esclusiva (n. 81), la conclusione di patti, compromessi,
ecc. (n. 82), alcune delle quali comminano la pena di scomunica latae
sententiae.
Resta anche in vigore l'istruzione della Segreteria di Stato Secreta
continere sul segreto pontificio, del 4 febbraio 1974, richiamata dal'art. 38 §
2 del nuovo Regolamento Generale della Curia Romana. Sul punto si veda
J. ARIAS, Las normas sobre el secreto pontificio. Sistema de defensa, in Ius
Canonicum, 14 (1974), p. 332-350.
btcalz p. 131/180
LA LEGGE PENALE 127
20
( ) Il can. 2318 § 1 del CIC '17, ad esempio, comminava la pena di
scomunica contro coloro che « scienter sine debita licentia legentes vel
retinentes » i libri proibiti (cfr. cann. 1395-1405). Tale disposto fu abrogato
dalla dichiarazione della S. C. per la Dottrina della fede del 15 novembre
1966 (AAS, 58 (1966), p. 1186), in applicazione del Motu proprio Integrae
servandae, del 7 dicembre del 1965 (AAS, 57 (1965), p. 952); tuttavia,
l'importanza dell'obbligo morale di evitare la lettura dei libri che possono
mettere in pericolo la fede permane, come espressamente ricordava una
notificazione della stessa S.C. Congr. del 14 giugno 1966 (AAS, 58 (1966), p.
445) nella quale si diceva: « Ut memoratis petitionibus respondeatur, haec S.
Congregado pro Doctrina Fidei, facto verbo cum Beatissimo Patte, nuntiat
Indicem suum vigorem moralem servare, quatenus Christifidelium conscien-
tia docet, ut ab illis scriptis, ipso iure naturali exigente, caveant, quae fidem
ac bonos mores in discrimen adducere possint; eundem tamen non amplius
vim legis ecclesiasticae habere cum adiectis censuris ».
21
( ) Tra questi autori si deve ricordare P. FEDELE, il quale nella sua
nota opera Lo spirito del diritto canonico, cit., p. 790-791 a questo proposito
rifacendosi alla dottrina classica scrive: «Tutto ciò credo abbia avuto
btcalz p. 132/180
128 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 133/180
LA LEGGE PENALE 129
23
nelle leggi tra loro succedutesi » ( ) , m a bisognerà cer-
care in c o n c r e t o la legge, la quale, nel suo complesso, sia
p i ù favorevole al reo.
O c c o r r e p e r ultimo avvertire che il disposto del can.
1313 § 1 riguarda i casi in cui a chi h a c o m m e s s o il delitto
n o n sia stata ancora inflitta la p e n a e, di conseguenza,
regola soltanto le p e n e ferendae sententiae e n o n invece
quelle latae sententiae p e r c h é in tali casi si incorre nella
p e n a nel m o m e n t o stesso in cui si c o m m e t t e il delitto.
23
( ) A. PAGLIARO, voce Legge penale, cit., p. 1072.
2A
( ) Sulla dispensa si veda E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Admi-
nistrativo Canònico, Eunsa, Pamplona, 1988, p. 494-509.
btcalz p. 134/180
130 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
o liberare d a u n p r e c e t t o c h e c o m m i n a u n a p e n a , p o s s o n o
anche rimettere quella p e n a ».
Tuttavia, la stessa espressione dispensa dalla legge
penale, richiede q u a l c h e chiarimento. Infatti, bisogna
chiedersi d a u n lato cosa si i n t e n d a p e r dispensa dalla
legge penale, vale a dire, a quale dei d u e elementi (o
precetti) della legge p e n a l e si riferisca la dispensa: cioè se
sia relativa all'obbligo giuridico o p p u r e alla p e n a ; dall'al-
tro, in quali circostanze possa essere concessa la dispensa
stessa.
I n n a n z i t u t t o d u n q u e bisogna distinguere la dispensa
dalla p e n a dalla dispensa dalla legge penale. Infatti, m e n -
tre nel p r i m o caso si tratta d i u n m o d o d i cessazione della
p e n a espiatoria già inflitta p e r la commissione d i u n
delitto, nel s e c o n d o invece si t r a t t e r e b b e d i dispensa d a
u n a legge p e n a l e costitutiva.
P e r q u a n t o si riferisce alla dispensa dalla legge p e -
nale, a b b i a m o visto c h e le leggi penali, p e r q u a n t o ri-
g u a r d a la p e n a , sono leggi « m e r e ecclesiasticae »; p e r
q u a n t o riguarda invece l'obbligo giuridico in cui consiste
l'imperativo d i c o n d o t t a c o n t e n u t o nel p r e c e t t o p r i m a r i o ,
esso p u ò derivare sia d a u n a legge m e r a m e n t e u m a n a sia,
c o m e accade p i ù frequentemente, dalle esigenze d i osser-
vanza d i u n a legge divina. P e r t a n t o , m e n t r e è possibile
dispensare, c o n giusta e ragionevole causa (can. 90 § 1),
dalle leggi p u r a m e n t e ecclesiastiche, sono invece esclusi
dalla possibilità d i essere dispensati gli obblighi connessi
ad u n a legge divina, naturale o positiva.
Siccome ciò c h e qualifica u n a legge c o m e p e n a l e n o n
è t a n t o l'obbligo in essa stabilito (presente a n c h e in altre
disposizioni dell'ordinamento) q u a n t o la p e n a d a essa
c o m m i n a t a in caso d i inosservanza dell'obbligo, p a r l a r e
di dispensa dalla legge p e n a l e significherebbe dispensare
dalla p e n a d o v u t a o, in altri termini, dalla conseguenza
giuridico-penale della violazione della legge. Consiste-
btcalz p. 135/180
LA LEGGE PENALE 131
btcalz p. 136/180
132 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
25
() Ibidem, p. 494.
btcalz p. 137/180
LA LEGGE PENALE 133
26
( ) Cfr. cann. 1377, 1389 § 2, 1393.
btcalz p. 138/180
134 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
q u e s t o è p a r t i c o l a r m e n t e i m p o r t a n t e q u a n d o si c o m m i -
n a n o p e n e latae sententiae, p o i c h é difficilmente p o t r à
essere applicata a u t o m a t i c a m e n t e la p e n a stabilita in u n a
legge sulla quale esiste u n d u b b i o c h e riguardi alcuno dei
suoi elementi essenziali; p i ù ancora se si tiene c o n t o di
q u a n t o disposto dal can. 14: « le leggi (...), nel d u b b i o di
diritto n o n u r g o n o ».
Il codice contiene c o m u n q u e u n a n o r m a speciale
sull'interpretazione delle leggi c h e stabiliscono u n a p e n a ,
che accoglie la regola tradizionale « favorabilia am-
27
plianda, odiosa restringenda » ( ) : le leggi penali ven-
28
gano sottoposte a d interpretazione stretta (can. 18) ( ) .
« L'interpretazione restrittiva in materia p e n a l e deve es-
sere s e m p r e intesa c o m e garanzia del r e o , c o n la conse-
g u e n t e proibizione di d a r e u n ' i n t e r p r e t a z i o n e a m p i a alle
29
leggi c h e autorizzano a i m p o r r e o aggravare p e n e » ( ) .
Diversa dall'interpretazione è l'applicazione analo-
gica delle leggi c o m e mezzo p e r integrare le l a c u n e
d e l l ' o r d i n a m e n t o (nel caso cioè in cui in u n a d e t e r m i n a t a
materia m a n c h i un'espressa disposizione d i legge e d esi-
sta perciò u n a carenza legislativa). L'analogia consiste
nelTestendere u n a n o r m a giuridica d a u n caso previsto a d
u n caso n o n previsto sulla base d i u n a somiglianza tra
essi.
I n virtù del can. 19 viene p r o i b i t o esplicitamente l'uso
30
dell'estensione analogica nelle cause penali ( ) . C i ò si-
27
() Reg. 49, RJ. in VI: « in poenis benignior est interpretarlo facien-
da ». Reg. 15, RJ. in VI: « Odia restringi, favores convenit ampliari ».
28
( ) Il can. 19 del CIC '17 conteneva la stessa norma: « Leges quae
poenam statuunt (...), strictae subsunt interpretatione ». Inoltre, il can. 2219
§ 1 dello stesso CIC '17 recitava: « I n poenis benignior est interpretado
facienda ».
29
( ) P. LOMBARDÌA, sub can. 18, in Código de Derecho Canònico, cit.
p. 79.
30
( ) Anche in questo caso il CIC '17 al can. 20 conteneva una norma
simile, e il citato can. 2210 al § 3 stabiliva: « N o n licet poenam de persona
btcalz p. 139/180
LA LEGGE PENALE 135
ad personam vel de casu ad casum producere, quamvis par adsit ratio, imo
gravior ».
31
( ) Come è stato testé rilevato, le opinioni più ostili ad ogni idea di
garanzia nell'ambito del diritto della Chiesa, e particolarmente del diritto
penale canonico, fondano le loro argomentazioni appunto facendo leva su
alcune dottrine sull'interpretazione delle leggi. Ad esempio, P. FEDELE, LO
spirilo del diritto canonico, cit., p. 778 scrive: «Occorre, innanzitutto,
rilevare che la serie delle deroghe fa capo ad un unico concetto, il concetto
che potrebbe dirsi della favorabilitas della legge penale. Si tratta, in sostanza
di questo: se la legge penale, invece di essere odiosa, come di regola è, può
ritenersi, per determinate circostanze, favorabilis, si dovrà ammettere anche
per essa l'interpretazione analogica ». La normativa precedente ed anche
quella attuale contraddicono tale impostazione che per altro si fonda su
un'analisi discutibile.
9. J. SANCHIS
btcalz p. 140/180
CAPITOLO QUARTO
IL P R E C E T T O PENALE
N e l codice p i a n o - b e n e d e t t i n o il t e r m i n e p r e c e t t o (*),
anche nell'ambito penale, n o n era univoco. Infatti esso
veniva applicato sia all'atto p e r mezzo d e l quale si p o t e -
vano infliggere alcune p e n e (cfr. cann. 1 9 3 3 § 4 e 2 2 1 7 §
1, 3 ° ) , sia all'atto particolare m e d i a n t e il quale si c o m m i -
nava u n a p e n a (cfr. cann. 2 1 9 5 § 2 e 2 2 2 0 § 1 ) , sia infine
ad u n o d e i rimedi penali (cfr. can. 2 3 0 6 , 3 ° ) . Inoltre,
effetti analoghi a quelli d e l p r e c e t t o p e n a l e esplicava la
monitio cum comminatione poenae (cfr. can. 2 3 1 0 ) .
La dottrina d i q u e s t o p e r i o d o incentrò il s u o interesse
s o p r a t t u t t o sul p r i m o d i questi, cioè sull'applicazione d i
2
p e n e per modum praecepti ( ) , senza prestare particolare
attenzione alla questione r i g u a r d a n t e la n a t u r a d e l p r e -
cetto costitutivo o c o m m i n a t o r i o d i p e n e . G l i autori si
limitavano a d indicare c h e p e r la costituzione delle p e n e
1
Í ) Sul precetto in generale nel sistema codicistico anteriore si veda P.
FEDELE, Dei precetti ecclesiastici, in Scritti giuridici in onore di Santi Romano,
IV, Cedam, Padova, 1 9 4 0 , p. 2 6 5 - 3 1 0 , il quale sostiene la natura ammini-
strativa del precetto (cfr. p. 2 9 5 ) .
2
( ) Si vedano J . BÉNÉTRUY, Le précepte en droit canonique. Précepte
penai, procedure pénale par manière de précepte, in L'Année Canonique, 5
( 1 9 5 7 ) , p. 4 3 - 6 7 ; M. CABREROS DE ANTA, El precepto penal, in Estudios
Canónicos, Editorial Cocuisa, Madrid, 1 9 5 6 , p. 7 3 - 8 4 ; A . PAILLOT, Précepte
penal, in Dictionnaire de Droit Canonique, Paris, 1 9 6 5 Tome V I I , p. 1 2 0 - 1 6 2 ;
H . G . QUINN, The particular penal precept, Washington, 1 9 5 3 .
btcalz p. 141/180
138 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
3
() Si vedano F. ROBERTI, op. cit:, voi. I, pars I, p. 7 6 - 7 7 ; F . X . WERNZ
- P. VIDAL, op. cit., p. 4 1 - 4 3 e 1 8 6 - 1 8 8 ; G . MICHIELS, De delictis et poenis, voi.
2, p. 1 3 6 - 1 4 3 ; T. GARCÍA BARBERENA, op. cit., p. 2 9 7 - 2 9 8 .
4
() PONTIFICIA COMMISSIO CODICI IURIS CANONICI RECOGNOSCENDO,
Schema documenti quo disciplina sanctionum seu poenarum in Ecclesia latina
denuo ordinatur, Typis Polyglottis Vaticanis, 1 9 7 3 , p.6: « Normae magis
completae proponuntur (can. 9 ) de praecepto quod poenam comminatur,
quod 'praeceptum poenale' vocatur, cum diversa omnino locutio ('decre-
tum') — ne confusio, quae est interdum in CIC, adhuc permaneat —
adhibeatur in can. 2 8 ad designandum actum, quo extra iudicium irrigantur
vel declarantur. Clarius autem statutum est: a) qui praeceptum ferre possit;
b) quae poenae per praeceptum constituí non possint (...). Quae servanda
sint in ferendis et intimandis praeceptis, et qui recursus adversus praecepta
pateant, ex futura lege de procedura administrativa perspicietur ». Si veda P.
CIPROTTI, Qualche punto caratteristico della riforma del diritto penale cano-
nico, in A A . W . , Studi in memoria di Mario Petroncelli, a cura dell'Istituto di
diritto ecclesiastico e canonico dell'Università di Napoli, Jovene Editore,
Napoli, 1 9 8 9 , p. 1 3 5 .
btcalz p. 142/180
IL PRECETTO PENALE 139
5
( ) Sono di questa opinione F.E. ADAMI, Continuità e variazioni di
tematiche penalistiche nel nuovo «Codex Iuris Canonici», cit., p. 1 2 2 - 1 2 3 ,
nota 2 3 8 ; V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 4 9 ; G. Di MATTIA,
Diritto Penale Canonico (Appunti per le lezioni ad uso degli studenti), Roma,
1 9 8 8 , p. 1 6 : P. CiPROrn, voce Diritto Penale Canonico, cit., p. 1 4 ; A .
CALABRESE, op. cit.,, p. 1 8 ; A . BORRAS, Les sanctions dans l'Eglise, cit., p. 5 9 ;
E. LABANDEIRA - J . MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, in Ius Ecclesiae, 3
( 1 9 9 1 ) , p. 6 8 4 - 6 8 5 .
6
( ) Cfr. F. AZNAR, sub can. 1319, in A A . W . , Código de Derecho
Canònico, cit., p. 6 3 0 - 6 3 1 .
btcalz p. 143/180
140 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
7
( ) Cfr. J. ARIAS, El precepto canònico corno norma jurídica o como acto
administrativo, in Revista Española de Derecho Canónico, 39 (1983),
p. 228-229.
8
( ) A . MARZOA, LOS delitos y las penas canónicas, cit., p. 693.
9
( ) Si veda J. ARIAS, Las fuentes de « ius singulare » y el acto admini-
strativo, in Actas del III Congreso Internacional de Derecho Canónico, Pam-
plona, 1976, p. 935-950.
10
( ) Cfr. P.A. BONNET, voce Precetto (dir. can.), in Enciclopedia del
diritto, Giuffrè, Milano, 1985, voi. XXXIV, p. 875.
btcalz p. 144/180
IL PRECETTO PENALE 141
N
( ) P. LOMBARDÌA, sub cann. 48-49, in A A . W . , Codice di Diritto
Canonico, edizione bilingue commentata a cura di P. Lombardia, J . I . Arrieta,
Edizioni Logos, voi. I, Roma, 1986, p. 84-85.
btcalz p. 145/180
142 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
1 2
legislativo e n o n soltanto di quello esecutivo ( ) . Tale
interpretazione s a r e b b e possibile e d a d e r e n t e allo stesso
testo d e l can. 49 d a l m o m e n t o c h e q u e s t o , u s a n d o il
t e r m i n e praesertim, a m m e t t e c h e p e r mezzo d i u n p r e -
cetto p o s s a n o essere imposti doveri cui il destinatario n o n
13
era p r e v i a m e n t e o b b l i g a t o ( ) , c o m e s o n o quelli derivanti
dalla c o m m i n a z i o n e d i u n a p e n a p e r u n delitto n o n
previamente c o n t e m p l a t o c o m e tale d a u n a n o r m a p e -
1 4
nale ( ) .
P e r questo settore dottrinale, la questione centrale
p e r dilucidare quale sia, nella vigente legislazione, la
n a t u r a del p r e c e t t o in generale e quella d e l p r e c e t t o
p e n a l e in particolare, s e m b r a essere quella d i d e t e r m i n a r e
il carattere innovativo o m e n o del p r e c e t t o . A b b i a m o già
visto l'opinione dei principali autori c h e sostengono la
forza talvolta innovativa del p r e c e t t o , e c o m e tale carat-
tere, rintracciabile s e c o n d o la loro o p i n i o n e nelle n o r m e
12
( ) Cfr. P. LOMBARDÌA, Legge, consuetudine ed atti amministrativi nel
nuovo Codice di diritto canonico, in II nuovo Codice di Diritto Canonico.
Aspetti fondamentali della codificazione postconciliare, a cura di S. Ferrari,
Società Editrice II Mulino, Bologna, 1983, p. 97.
u
( ) Cfr. P. LOMBARDÌA, Lezioni di diritto canonico. Introduzione. Di-
ritto costituzionale-Parte generale, cit., p. 221. J. ARIAS, El precepto canònico
corno norma jurídica o como acto administrativo, cit., p. 226-227 scrive: « E l
precepto aparece en el nuevo CIC como una figura jurídica que expresa
aquella especie de decreto cuyo contenido consiste en la imposición de una
obligación. Si el objeto material de dicha imposición es innovadora del
ordenamiento, por ser creadora de una nueva obligación jurídica, nos
encontramos ante un precepto, acto legislativo, fuente de derecho. Si dicho
objeto no es innovador, por crear solo un nuevo modo de cumplir la
obligación jurídica ya existente, estamos ante un precepto, acto exclusiva-
mente administrativo. Es decir, que será el objeto material — que se
identifica con el criterio material o de finalidad intrínseca — contenido del
1
precepto, el que en cada supuesto determinará el carácter legislativo o
administrativo de su naturaleza ».
14
( ) Cfr. A . MARZOA, Los delitos y las penas canónicas, cit., p. 693 e J.
ARIAS, El precepto canónico como norma jurídica o como acto administrativo,
cit., p. 230.
btcalz p. 146/180
IL PRECETTO PENALE 143
15
( ) Altri autori sostengono un'opinione simile ma in pratica meno
netta. Per esempio, P.A. BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 8 7 4 , ritiene
che nel codice « il termine 'precetto' ha finito con l'assumere i contorni
residuali dell'atto 'non legislativo', con tutte le incertezze conseguenti alla
non facile determinazione della nozione di legge ». Anche se, in linea di
massima, i precetti singolari debbano considerarsi atti amministrativi, mani-
festazione cioè della potestà amministrativa, « non è meno vero però che,
come nel caso per esempio di talune specie di precetti comuni o di quelli
comminanti una pena, la caratteristica almeno prevalentemente innovativa
faccia ritenere che tali tipi di atti attingano una natura normativa »
(p. 8 9 1 - 8 9 2 ) .
btcalz p. 147/180
144 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
16
( ) Cfr. J . OTADUY - E. LABANDEIRA, Normas y actos jurídicos in
A A . W . , Manual de Derecho Canónico, cit., p. 2 7 6 - 2 7 7 . M . BLANCO, Consi-
deraciones sobre el « ius singulare » y el acto administrativo, in Ius Canoni-
cum, 2 9 ( 1 9 8 9 ) , p. 6 6 9 : «Discrecionalidad: cuando es la administración la
que determina el contenido. Aquí, la actuación es secundum legem, aunque
el contenido sea praeter legem ».
17
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Administrativo Canónico,
cit., p. 4 5 1 .
1S
() Ibidem, p. 4 5 2 - 4 5 3 .
btcalz p. 148/180
IL PRECETTO PENALE 145
19
( ) E. LABANDEIRA - J. MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit.,
p. 688.
(20) Nello stesso senso E. LABANDEIRA - J. MIRAS, El precepto penal en
el CIC 83, cit., p. 685-686.
21
( ) F.E. ADAMI, Continuità e variazioni di tematiche penalistiche nel
nuovo « Codex Iuris Canonici», cit., p. 123.
btcalz p. 149/180
146 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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IL PRECETTO PENALE 147
btcalz p. 151/180
148 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
25
tiva ( ) , cosa quest'ultima c h e viene negata espressa-
26
m e n t e d a altri canonisti ( )
Alcuni autori si c h i e d o n o se chi h a p o t e s t à giudiziaria
possa e m a n a r e q u e s t o t i p o d i precetti. N e a n c h e in q u e s t o
esiste nella d o t t r i n a u n ' o p i n i o n e unitaria. T a l u n i autori
n o n v e d o n o ragioni convincenti p e r privare d i tale p o s -
27
sibilità i titolari del solo p o t e r e giudiziario ( ) . Altri
invece li e s c l u d o n o esplicitamente d a tale facoltà p e r
ritenere, in conformità c o n q u a n t o stabiliva il can. 2220
del C I C '17 (« q u i iudiciali t a n t u m , p o s s u n t s o l u m m o d o
p o e n a s , legitime statutas, a d n o r m a m iuris applicare »)
che a d essi c o m p e t a u n i c a m e n t e l'applicazione delle p e n e
2 8
e n o n la creazione o c o m m i n a z i o n e d i esse ( ) . N o n
m a n c a chi, c o m e il Borras, è del p a r e r e c h e il vicario
giudiziale, in virtù della sua potestà giudiziaria ordinaria,
possa i m p o r r e precetti penali, r i t e n e n d o anzi c h e ciò sia
esplicitamente previsto dalla n o r m a c o n t e n u t a n e l can.
29
1470 § 2 ( ) .
25
( ) Oltre a quegli autori già citati che difendono la natura normativa
del precetto penale ed esigono nel suo autore potestà legislativa, sembra
sostenere tale opinione anche P. CIPROTTI, voce Diritto Penale Canonico, cit.,
p. 4: « Ogni organo della Chiesa avente potestà legislativa può, oltre che
emanare leggi penali (...), emanare i cosiddetti 'precetti penali' ».
26
( ) Cfr. V. DE PAOLIS, De Sanctionibus in Ecclesia, cit., p. 49; E.
LABANDEIRA, Tratado de Derecho Administrativo Canònico, cit., p. 450451; E.
LABANDEIRA - J. MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit., p. 674; L.
CHIAPPETTA, Il Codice di Diritto Canonico. Commento giuridico-pastorale, cit.,
voi. 2, p. 433, n. 4298.
27
( ) P . A . BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 888. Della stessa
opinione L. CHIAPPETTA, Il Codice di Diritto Canonico. Commento giuridico-
pastorale, cit., p. 433, n. 4298.
2S
( ) J . ARIAS, El precepto canònico corno norma jurídica o como acto
administrativo, cit., p. 229 e E. LABANDEIRA - J. MIRAS, El precepto penal en el
CIC 83, cit., p.678.
29
( ) Tale canone dispone che « il giudice può richiamare al loro
dovere con congrue pene tutte le persone presenti al giudizio che abbiano
gravemente mancato al rispetto e all'obbedienza dovuti al tribunale, ed
inoltre anche sospendere dall'esercizio del loro incarico avanti ai tribunali
btcalz p. 152/180
IL PRECETTO PENALE 149
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150 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
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IL PRECETTO PENALE 151
IO. J. SANCHIS
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152 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2.2. Destinatari.
Nelle pagine p r e c e d e n t i a b b i a m o i n q u a d r a t o , a l m e n o
in linea d i massima, il p r e c e t t o p e n a l e e n t r o la categoria
generale dei precetti di cui al can. 4 9 . T a l e c a n o n e è
incluso, c o m e a b b i a m o già indicato, in u n capitolo inti-
tolato « I decreti e i precetti singolari ». L o stesso c a n o n e
per quanto si riferisce ai loro membri, possono emanare norme anche pe-
nali (Cfr. A. CALABRESE, op. cit., p. 13 e 20). Inoltre, «l'istituto di di-
ritto diocesano (...), rimane sotto la speciale cura del Vescovo diocesano»
(can. 594).
Tuttavia, « i religiosi sono soggetti alla potestà dei vescovi (...) in ciò che
riguarda la cura delle anime, l'esercizio pubblico del culto divino e le altre
opere di apostolato » (can. 678 § 1). È in tale ambito che l'Ordinario del
luogo può costringere con pene i religiosi. Sembra che tale potestà dovrà
prevalentemente essere esercitata mediante l'emanazione di precetti penali.
35
( ) Il can. 1356 § 1 prevede la possibilità di precetti penali dati dalla
Sede Apostolica; secondo il can. 361, « col nome di Sede Apostolica o Santa
Sede si intendono nel codice non solo il Romano Pontefice, ma anche, se non
risulta diversamente dalla natura della questione o dal contesto, la Segreteria
di Stato, il Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa e gli altri Organismi
della Curia Romana ». Cfr. al riguardo F. SALERNO, Sede Apostolica o Santa
Sede e Curia Romana, in A A . W , La Curia Romana nella Cost. Ap. « Pastor
Bonus », a cura di P.A. Bonnet e C. Gullo, Libreria Editrice Vaticana, Città
del Vaticano, 1990, p. 45-82. A. CALABRESE, op. cit., p. 12 ritiene che « p e r
questi atti di potestà esecutiva i dicasteri della Curia Romana devono avere
il previo assenso del Romano Pontefice, pur rimanendo atti propri, cioè di
propria competenza (cost. apost. Pastor Bonus, art. 18) ».
btcalz p. 156/180
IL PRECETTO PENALE 153
36
( ) Cfr. F.E. ADAMI, Continuità e variazioni di tematiche penalistiche
nel nuovo « Codex Iuris Canonici», cit., p. 1 2 3 ; J . OTADUY - E. LABANDEIRA,
Normas y actos jurídicos , cit., p. 2 7 2 ; A . BORRAS, Les sanctions dans l'Eglise,
cit., p. 5 9 ; E. LABANDEIRA, Clasificación de las normas escritas canónicas, in Ius
Canonicum, 2 9 ( 1 9 8 9 ) , p. 6 8 6 .
37
( ) F. J. URRUTIA, De normis generalibus. Adnotationes in Codicem:
Líber I, P.U. Gregoriana, Romae, 1 9 8 3 , p. 3 5 .
38
( ) P . A . BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 8 8 3 ; il quale
aggiunge: « Non diversamente dovrebbe concludersi per l'atto 'plurimo', nel
quale cioè un unico comando abbraccia una molteplicità di ordini omogenei
diretti a più soggetti ».
btcalz p. 157/180
154 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2.3. Contenuto.
39
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Administrativo Canònico,
cit., p. 515; ID., Gli atti giuridici dell'amministrazione ecclesiastica, in Ius
Ecclesiae, 2 (1990), p. 238; V. DE PAOLIS - A. MONTAN, Il Libro I del Codice:
norme generali (cann. 1-203), in A A . W . , Il diritto nel mistero della Chiesa,
I, Roma, 1986, p. 298.
40
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Administrativo Canònico,
cit., p. 454; ID., Gli atti giuridici dell'amministrazione ecclesiastica, cit.,
p. 239; P.A. BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 879.
41
( ) Cfr. A. BORRAS, Les sanctions dans l'Eglise, cit. p. 59.; V. DE
PAOLIS - A. MONTAN, Il Libro I del Codice: norme generali (cann. 1-203), cit.,
p. 299.
btcalz p. 158/180
IL PRECETTO PENALE 155
(«) Si vedano i cann. 1365, 1369, 1375, 1379, 1384, 1389, ecc.
btcalz p. 159/180
156 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2.4.1. Competenza.
43
( ) P. LOMBARDÌA, Lezioni di diritto canonico, cit., p. 2 2 1 ; cfr. ID., sub
cann. 48-49, in Codice di Diritto Canonico, cit., p. 85. Per questo autore, la
legittimità deve anche essere intesa nel senso che quanto viene richiesto
mediante precetto sia compreso nell'ambito dei doveri che la legge o la
consuetudine canonica impone al destinatario (cfr. Ibidem).
44
( ) Cfr. P. LOMBARDÌA, Lezioni di diritto canonico, cit., p. 2 1 9 .
btcalz p. 160/180
IL PRECETTO PENALE 157
45
superiore e s u d d i t o ( ) ; si fonda, p e r t a n t o , sul r a p p o r t o
preesistente tra di essi che, tecnicamente, dalla p r o s p e t -
tiva dell'autorità, viene d e n o m i n a t o , c o m p e t e n z a .
« L ' a t t o amministrativo singolare — recita il can. 35
—, si tratti di u n d e c r e t o o di u n p r e c e t t o (...), p u ò essere
p r o d o t t o , e n t r o i limiti della sua c o m p e t e n z a , d a colui che
g o d e di potestà esecutiva ».
C o m p e t e n z a , quindi, in p r i m o luogo, funzionale, vale
a dire, il s u o a u t o r e deve g o d e r e di potestà esecutiva e,
trattandosi di u n p r e c e t t o penale, deve g o d e r e di questa
potestà nel foro esterno (cfr. can. 1319). Inoltre, l'eserci-
zio di tale potestà viene, a sua volta, delimitato in ragione
della materia e delle p e r s o n e , e in q u e s t ' u l t i m o aspetto
s e c o n d o criteri territoriali o p p u r e personali. La c o m p e -
tenza determina, di conseguenza, l'esistenza o m e n o di u n
r a p p o r t o giuridico p e r il quale l'autore può i m p o r r e u n
p r e c e t t o ad u n fedele, cui questi deve adeguare il s u o
c o m p o r t a m e n t o . Se mancasse questa relazione, cioè la
competenza, l'ordine in cui consiste il p r e c e t t o s a r e b b e ,
anche solo a motivo di questa mancanza, illegittimo, e p i ù
4 6
precisamente nullo ( ) .
2.4.2. Forma.
45
( ) Cfr. V . DE PAOLIS - A. MONTAN, 17 Libro I del Codice: norme
generali (cann. 1-203), cit., p. 300; P.A. BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit.,
p. 8 7 6 .
46
( ) P.A. BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 8 7 8 ritiene che: « La
competenza può essere assimilata per più di una ragione agli elementi
essenziali di questo. (...). Anche se la nullità non è espressamente stabilita per
la sua mancanza, la competenza deve, a nostro giudizio, ritenersi comunque
necessaria per l'esistenza dell'atto ».
btcalz p. 161/180
158 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
47
( ) P. LOMBARDÌA, sub can. 51, Codice di Diritto Canonico, cit., p. 8 6 :
« Non osservando queste disposizioni formali, difficilmente l'organizzazione
ecclesiastica potrebbe reclamare nel foro esterno l'adempimento di doveri
imposti mediante un atto amministrativo ».
48
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione eccle-
siastica, cit., p. 233 e 239.
9
C ) Cfr. E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Administrativo Canònico,
cit., p. 447.
50
( ) P . A . BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 8 8 1 .
btcalz p. 162/180
IL PRECETTO PENALE 159
51
( ) E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione ecclesiastica,
cit., p. 239.
2
P ) Cfr. P. LOMBARDÌA, Legge, consuetudine ed atti amministrativi nel
nuovo Codice di diritto canonico, cit., p. 96: '...gli atti disciplinati nel tit. I V
sono per definizione singolari e la loro notificazione o intimazione ai
destinatari si compie in maniera diversa da ciò che tecnicamente viene
chiamato promulgazione ».
53
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione eccle-
siastica, cit., p. 241.
54
( ) Cfr. V . DE PAOLIS - A . MONTAN, Il Libro I del Codice: norme
generali (cann. 1-203), cit., p. 303.
btcalz p. 163/180
160 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
2.5. Caratteristiche.
2.5.1. Personalità.
Il p r e c e t t o p e n a l e particolare è c o n n a t u r a l m e n t e le-
55
gato alla p e r s o n a o p e r s o n e p e r le quali è stato d a t o ( ) .
C o m e a b b i a m o già evidenziato, q u e s t o stabilisce u n r a p -
p o r t o personale (che nel testo del can. 49 viene eviden-
ziato con il d i s p o r r e c h e m e d i a n t e il p r e c e t t o « s ' i m p o n e
direttamente ...a u n a persona... ») tra colui c h e lo i m p o n e ,
e il destinatario o destinatari, al d i fuori dai criteri d i
territorialità. Il p r e c e t t o penale, a l m e n o in linea d i mas-
sima, è rivolto alla persona, h a cioè carattere p e r s o n a -
56
le ( ) , p o t e n d o ricevere tuttavia u n ' i m p r o n t a territoriale
« s i a ex natura rei, sia p e r le motivazioni c h e s t a n n o a
s u p p o r t o del d e c r e t o , sia p e r la volontà d e l superio-
57
r e » ( ).
Il can. 5 2 stabilisce al r i g u a r d o c h e il p r e c e t t o « h a
forza o b b l i g a n t e soltanto circa le cose sulle quali d i s p o n e
e p e r le p e r s o n e cui è d a t o ; q u e s t e p e r ò le obbliga
55
( ) Cfr. P . A . BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 885.
56
( ) Cfr. TH. GREEN, sub can. 1319, in The Code of Canon Law. A text
and commentary, cit., p. 900; E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Admini-
strativo Canònico, cit., p. 450.
57
( ) V . DE PAOLIS - A . MONTAN, Il Libro I del Codice: norme generali
(cann. 1-203), cit., p. 300.
btcalz p. 164/180
IL PRECETTO PENALE 161
d o v u n q u e , se n o n consta altro ». Il p r e c e t t o p e n a l e si
p r e s u m e p e r t a n t o personale.
2.5.2. Transitorietà.
58
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Clasificación de las normas escritas canónicas,
cit., p. 682.
39
( ) L'autore citato in questo punto rinvia a J. ARIAS, sub can. 1319, in
Código de Derecho Canònico, cit., p. 7 9 6 .
60
( ) A . MARZOA, Los delitos y las penas canónicas, cit., p. 6 9 2 - 6 9 3 ; vid.
anche p. 6 9 6 .
btcalz p. 165/180
162 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
d i s p o n e c h e « il p r e c e t t o singolare, n o n i m p o s t o c o n
legittimo d o c u m e n t o , cessai resoluto iure praecipientis ».
2.6 Efficacia.
D a l p u n t o d i vista dell'efficacia t e m p o r a l e d e l p r e
cetto penale, questa inizia dal m o m e n t o della sua notifica
o intimazione al destinatario p e r o r d i n e d i colui c h e h a
emesso il p r e c e t t o (cfr. can. 5 4 § 1), e finisce q u a n d o h a
luogo la revoca legittima del p r e c e t t o o la cessazione della
legge p e r la cui osservanza fu d a t o (cfr. can. 5 8 § 1).
Inoltre, il p r e c e t t o singolare cessa d i avere vigore ve
n e n d o m e n o la potestà d i chi l'ha i m p o s t o , n e l caso in cui
si tratti d i u n o r d i n e i m p o s t o senza u n legittimo d o c u
m e n t o (cfr. can. 5 8 § 2 ) ; altrimenti il vigore del p r e c e t t o
p e r m a n e , a n c h e c o n il venir m e n o dell'autorità d i chi lo
h a emesso, e cessa solo a n o r m a d e l can. 5 8 § 1 c o m e d i
61
regola ( ) .
Al p r e c e t t o penale n o n v e n g o n o applicate le disposi
zioni d i successione d i n o r m e nel t e m p o c o n t e n u t e nel
can. 1313 riguardanti l'efficacia t e m p o r a l e delle leggi
penali, p o i c h é il p r e c e t t o si riferisce a situazioni e p e r s o n e
62
concrete ( ) . Infatti, d u r a n t e l'elaborazione del codice si
p r o p o s e d i applicare ai precetti quella stessa n o r m a t i v a
r i g u a r d a n t e le leggi; la risposta fu invece negativa, « quia
n o n d a t u r paritas inter legem et p r a e c e p t u m , c u m p r a e
c e p t u m , n a t u r a sua, r a t i o n e m h a b e a t d e concretis circum-
63
stantiis » ( ) .
A questo riguardo bisogna ricordare, invece, p e r la
61
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione eccle
siastica, cit., p. 2 4 0 ; V . DE PAOLIS - A . MONTAN, Il Libro I del Codice: norme
generali (cann. 1-203), cit., p. 3 0 3 .
62
( ) Cfr. E. LABANDEIRA - J . MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit.,
p. 6 8 3 .
63
() Communicationes, 8 ( 1 9 7 6 ) , p. 1 7 4 .
btcalz p. 166/180
IL PRECETTO PENALE 163
2.7. Interpretazione.
L e n o r m e sull'interpretazione del p r e c e t t o p e n a l e
sono simili a quelle riguardanti le leggi penali. I n q u a n t o
atto amministrativo singolare, il p r e c e t t o « è d a intendersi
s e c o n d o il significato p r o p r i o delle parole e l'uso c o m u n e
del parlare » (can. 3 6 § 1), vale a dire, si stabilisce il
principio della sua interpretazione letterale. I n caso di
d u b b i o , invece, i precetti penali sono sottoposti a inter-
pretazione stretta (ibid.).
Inoltre, viene a n c h e proibita d a l codice l'applicazione
o l'estensione dei loro effetti ad altri casi al di fuori di
quelli espressi (cfr. can. 3 6 § 2).
btcalz p. 167/180
164 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
S4
( ) E. LABANDEIRA, II ricorso gerarchico canonico: « petitum » e « causa
petendi», in A A . W . , La giustizia amministrativa nella Chiesa, Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1 9 9 1 , p. 7 1 .
65
( ) Si veda C. GULLO, Il ricorso gerarchico: procedura e decisione, in
A A . W . , La giustizia amministrativa nella Chiesa, cit., p. 8 5 - 9 6 .
66
( ) Cfr. P. CIPROTTI, voce Diritto Venale Canonico, cit., p. 4 ; E.
LABANDEIRA - J . MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit., p. 6 9 0 .
67
( ) Cfr. P. LOMBARDÌA, Lezioni di diritto canonico, cit., p. 2 2 0 , il quale
btcalz p. 168/180
IL PRECETTO PENALE 165
ritiene inoltre che tali atti « a rigore non sono atti amministrativi ma norme
singolari ».
68
( ) Cfr. P. CIPROTTI, voce Diritto Penale Canonico, cit., p. 4; E.
LABANDEIRA, El recurso jerárquico ante la Curia Romana, in Ius Canonicum, 3 0
( 1 9 9 0 ) , p. 4 6 2 .
69
( ) E. LABANDEIRA, Il ricorso gerarchico canonico: « petitum » e «causa
petendi», cit., p. 7 9 - 8 0 , cfr. ID., Tratado de Derecho Administrativo Canò-
nico, cit., p. 7 2 7 - 7 3 4 e 5 8 0 - 5 9 1 .
70
( ) E. LABANDEIRA, Il ricorso gerarchico canonico: « petitum » e « causa
petendi», cit., p. 8 0 .
btcalz p. 169/180
166 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 170/180
IL PRECETTO PENALE 167
71
( ) Ibidem, p. 83.
72
( ) P. CIPROTTI, voce Diritto Penale Canonico, cit., p. 4.
73
( ) Cfr. C . GULLO, Il ricorso gerarchico: procedura e decisione, cit.,
p. 95.
74
( ) Sul processo si veda F. SALERNO, Il giudizio presso la «Sectio
Altera » del S. T. della Segnatura Apostolica, in A A . W . , La giustizia ammi-
nistrativa nella Chiesa, cit., p. 125-178.
11. J . SANCHIS
btcalz p. 171/180
168 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
75
p a r t e dell'autorità amministrativa ( ) ; vale a dire, q u a n d o
la illegittimità riguardi o la decisione (a causa dell'og-
getto, il fine o p p u r e i motivi della stessa) o p p u r e la
p r o c e d u r a eseguita nell'emanazione dell'atto (ad esem-
pio, osservanza d i n o r m e sulla formazione della volontà,
la notifica, l'esecuzione, ecc.); v e n g o n o esclusi, p e r t a n t o ,
quali motivi del ricorso contenzioso, quelli riguardanti
76
l'opportunità, la convenienza, ecc., dell'atto ( ) .
Il processo h a c o m e s c o p o principale l ' a n n u l l a m e n t o
o la rescissione del p r e c e t t o m a , cumulativamente c o n
esso, p u ò essere richiesta la riparazione d e l d a n n o m a t e -
riale o m o r a l e causato dall'atto illegitimo (cfr. can. 128 e
77
cost. Pastor Bonus, art. 123 § 2) ( ) .
P r e s e n t a t o il ricorso contenzioso-amministrativo, la
sospensione dell'esecuzione del p r e c e t t o p e n a l e avviene
in virtù d i n o r m e analoghe a quelle c h e si riferiscono al
ricorso gerarchico.
7
( ') Si veda Z. GROCHOLEWSKI, I Tribunali, in A A . W . , La Curia
Romana nella Cost. Ap. « Pastor Bonus », a cura di P.A. Bonnet e C. Gullo,
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1990, p. 406-412.
76
( ) Cfr. J . MIRAS, El contencioso-administrativo canònico en la Consti-
tución Apostòlica « Pastor Bonus », in Ius Canonicum, 30 (1990), p. 417-418.
77
( ) Cfr. J . LLOBELL, Il «petitum» e la «causa petendi» nel conten-
zioso-amministrativo canonico. Profili sostanziali ricostruttivi alla luce della
cost. ap. «Pastor Bonus », in Ius Ecclesiae, 3 (1991), p. 119.
78
( ) In realtà, decreto e precetto sono la stessa cosa, quest'ultimo
caratterizzato dal suo contenuto: si impone di fare od omettere un qualche
btcalz p. 172/180
IL PRECETTO PENALE 169
btcalz p. 173/180
170 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 174/180
IL PRECETTO PENALE 171
83
( ) Cfr. E. LABANDEIRA, Clasificación de las normas escritas canónicas,
cit., p. 6 8 3 ; P . A . BONNET, voce Precetto (dir. can.), cit., p. 8 8 3 .
84
( ) Si veda E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione
ecclesiastica, cit., p. 2 2 7 .
85
( ) Cfr. E. LABANDEIRA - J . MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit.,
p. 6 8 2 .
86
( ) Si veda E. LABANDEIRA, Gli atti giuridici dell'amministrazione
ecclesiastica, cit., p. 2 2 7 - 2 3 0 .
btcalz p. 175/180
172 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
S7
( ) E. LABANDEIRA - J . MIRAS, El precepto penal en el CIC 83, cit., p.
681-682: « El precepto penal es siempre de naturaleza ejecutiva, también en
el caso de los preceptos generales. Pero eso no significa que sea siempre de
tipo ejecutorio (...); el precepto penal general se puede configurar también
como un decreto ejecutivo no ejecutorio, sino independiente ».
88
() Communicationes, 8 (1976), p. 174: « quia non datur paritas inter
legem et praeceptum, cum praeceptum, natura sua, rationem habeat de
concretis circumstantiis ».
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IL PRECETTO PENALE 173
89
( ) Si veda al riguardo E. LABANDEIRA, Tratado de Derecho Admini-
strativo Canonico, cit., p. 3 3 5 - 3 8 6 .
90
f ) Cfr. C. GULLO, / / ricorso gerarchico: procedura e decisione, cit., p.
8 7 . Si veda anche J . HERRANZ, Il Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei
testi legislativi, in A A . W . , La Curia Romana nella Cost. Ap. «Pastor
Bonus », cit., p. 4 7 7 - 4 8 0 .
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INDICE DEI NOMI
CABREROS DE ANTA, M . , 1 3 7 .
CALABRESE A . , 1 0 , 4 7 , 5 2 , 5 4 , 1 0 0 , FALCO, M . , 4 0 .
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176 LA LEGGE PENALE E IL PRECETTO PENALE
btcalz p. 179/180
ATENEO ROMANO DELLA SANTA CROCE
FACOLTÀ DI DIRITTO CANONICO
TESTI L E G I S L A T I V I
MONOGRAFIE GIURIDICHE
1. JULIÁN HERRANZ, Studi sulla nuova legislazione della Chiesa, Milano 1990.
2. JAVIER HERVADA, Introduzione critica al diritto naturale, Milano 1990.
3. AMADEO DE FUENMAYOR - VALENTÍN GÓMEZ-IGLESIAS - JOSÉ LUIS ILLANES,
L'itinerario giuridico dell'Opus Dei. Storia e difesa di un carisma, Milano
1991.
4. CARLOS J . ERRÁZURIZ M., Il "munus docendi Ecclesiae": diritti e doveri dei
fedeli, Milano 1991.
5. LUIS NAVARRO, Diritto di associazione e associazioni di fedeli, Milano 1991.
6. MARIO F. POMPEDDA, Studi di diritto matrimoniale canonico, Milano 1993.
7. JOSEMARÌA SANCHIS, La legge penale e il precetto penale, Milano 1993.
8. ARTURO CATTANEO, Il presbiterio della chiesa particolare, Milano 1993.
ALTRE PUBBLICAZIONI
btcalz p. 180/180