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“Tommaso Campanella Dalla Citté del Sole [La legge di natura e il cristianesimo) E questa una delle pagine conclusive della Citta del Sole, nella quale sono affrontati we temi importanti nel pensiero campanelliano, l'uno associato all’altro: il peccato originale, radice della “corruttela” del mondo; Videntificazione della “legge di natura’ con la fede cristiana; il profetismo astrologico che da la certezza dell’imminente “rinovazione”. Il primo motivo presente in questo passo ¢ centrale nella riflessione dell’autore, & quello del destino dell’uomo in rapporto con la rivelazione: gli abitanti della citta del Sole, pur rifiutando il concetto di peccato originale, vedono nell'armonia del mondo la prova della “provvidenza” di Dio. In questo testo si trova inoltre uno dei rari interventi di intelligenza personale dell'Ospitala- 757 rio, che identifica senza esitazione la legge di natura enunciata dal genovese («Quel che non vuoi Py te non far ad altris) con la legge del cristianesimo, che a quella «nulla cosa aggiunge (...] si non i sacramenti»: la vera fede non pud essere dunque che quella cristiana. Nell'ullima parte del passo si riscontra il profetismo di Campanella, che prende la forma di una predizione astrologica dai margini oscuri e di interpretazione non agevole: segni di inquietudine celeste (+l’apparizion della stella nova in Cassiopea» per primo) inequivo- cabilmente annunciano una grande “rinovazione”, forse di inevitabile violenza («prima si svelle ¢ monda, poi s’edifica e pianta»). E chiaro il riferimento alla congiura di Calabria, Tutopia della repubblica comunista e allo stesso tempo teocratica di cui il filosofo sarebbe sata guida e legislatore, il sogno che mantiene in vita il prigioniero a lungo costretto al silenzio. ceNovEst: Essit confessano che nel mondo ci sia gran corruttela, e che gli uomini si reggono? follemente e non con ragione; e che i buo- ni pateno® ¢ i tristi reggono; benché chiamano infelicita quella lo- ro, perché & annichilirsi* il mostrarsi quel che non sei, cioé d’es- 5 sere re, d’essere buono, d’esser savio, e non esser in verita. Dal che argomentano che ci sia stato gran scompiglio nelle cose uma- ne, e stavano per dire con Platone,® che li cieli prima giravano dall’oceaso,¢ la dove mo é il levante," e poi variaro. Dissero anco che pud essere che governi qualche inferior Virti, e la prima lo 10 permetta, ma questo pur stimano pazzia. Pid pazzia é dire che pri- ma resse Saturno bene, e poi Giove, e poi gli altri pianeti,® ma confessano che l’eta del mondo succedono secondo l’ordine di pia- neti, e credeno che la mutanza degli assidi? ogni mille anni o mil- le seicento variano il mondo. E questa nostra eta par che sia di 15 Mercurio, si bene le congiunzioni magne"? Tintravariano," e Tanomalie”? han gran forza fatale." Finalmente dicono ch’é felice il cristiano, che si contenta di crede- re che sia avvenuto per il peccato d’Adamo tanto scompiglio,"* credono che dai padri a’ figli corre il male pid della pena che della 20 colpa. Ma dai figli al padre torna la colpa, perché trascuraro" la generazione, la fecero fuor di tempo e luoco, in peccato e senza scelta di genitori, e trascuraro l'educazione, ché mal lindottrina- ro. Perd'® essi attendeno'” assai a questi due punti, generazione ed educazione; e dicono che la pena e la colpa redonda alla cit- 25 ta,” tanto de’ figli, quanto de’ padri; perd non si vedono bene 1. Pasi: it pronome & riferito aft abitnt dll cit delet i 1. le conglunalonl magne: in asronowia, oqgiuncione& £5 seipoose Mi prerano! In coniuratione di don st quando harmo la ee ong 3. palenor “"patiscons”, solfrono; dal verbo latino pati che dine celeste; in asrologa, la congiunsione magraa ® anmuncio alla terza persona plurale del'indscative presente fa patunt 4 annichilin: “anlar 5. con Platone: nella Nepubblica ©. Ti ciel. dall’occano? sl como del sole si svolgeva. da vest (ora latino per “teamonto”) a ext © un vice 7. la dove mo é il levante: na che i cieli subisero una rotsnione di 180°, Fovest s wovava dove ora ¢ Tet 8. prima resse... pianedi:allusione alle diverse th della terra secondo la itologin greea Ire deh dei Crono (Satur- to) al quale & legato dricordo delet del oro © dell natu- tale fecta deg uorini, & detronizzato del fio Zeus (Gior ve), con il quale inizia il tempo degli déi olimpici 9. ansidi: gh aa della (apparente) rotazione delle afere ce- epee, {1 Tater! “uate pracdanene” mete 1 sonal wanna naa alone Stade cee tee aaa 15 tal: “inch, rn ache “tne 18 econ Sc mw Fs "tuvarwot “wuurneas forma aca di pen si de ssn a te es ts ange ea! eons ae a Pero: “percid”. " a a dedicao, si inseaans” 16. edad‘ aa oa ea oO La letteratura caso. Ma chi mira la Costruzione de] | il do si regga a e/par che il mondo sir ” wana mondo Panatomia del'uomo (come essi fan de? condennati a Mort anatomizzandoli)"® e delle heatie e oe piante, e gli ts delle par. tie particelle loro, @ forzato”? a con io dedice et aaa di io ad alta voce. Perd si deve l’'uomo molto ded icare alla vera religio. ne, ed onorar l’autor suo; e questo non pud ben fare chi non investiga?! l'opere suc € non attende a ben filoso’ are,” e chi non osserva le sue leggi sante: “Quel che non vuoi per te non far ad altri, e quel che vuoi per te fa’ tu il medesimo”’ Dal che Ne se. gue, che se dui figli e dalle genti noi onor cercamo, alli quali po- co damo,” assai pitt dovemo noi a Dio, da cui tutto ricevemo, in tutto siamo e per tutto. Sia sempre lodato. OSPITALARIO Se questi, che seguon solo la legge della natura, sono tanto vicini al cristianesimo, che nulla cosa aggiunge alla legge naturale Si non i sacramenti,”° io cavo argumento di questa relazione che la vera legge?’ é la cristiana, e che, tolti gli abusi, sara signora del mondo. E che perd gli Spagnuoli trovaro” il resto del mondo,” benché il primo trovatore fu il Colombo vostro genovese, per unir- lo tutto ad una legge; e questi filosofi saran testimoni della verita, eletti da Dio. E vedo che noi non sappiamo quel che ci facemo, ma siamo instromenti di Dio. Quelli vanno per avarizia® di da- nari cercando novi paesi, ma Dio intende pit alto fine. Il sole cer- ca strugger la terra, non far piante ed uomini; ma Dio si serve di loro in questo. Sia laudato. GENOVESE Oh, se sapessi che cosa dicono per astrologia e per l’istessi profeti nostri ed ebrei e d’altre genti di questo secolo nostro,3! ¢’ha pid storia in cento anni che non ebbe il mondo in quattro mila; e pid libri si fecero in questi cento che in cinque mila; e dell’inven- zioni stupende della calamita e stampe ed archibugi, gran segni del union del mondo; e come, stando nella triplicita quarta ’assi- de di Mercurio a apo che le congiunzioni magne si faceano in Cancro,®? fece queste cose inventare per la Luna e Marte, che in quel segno valeno al navigar Rovo, novi regni e nove armi.3} Ma entrando Dasside di Saturno in Capricorno, e di Mercurio in Sagit- cee pony, tario, e di Marte in Vergine,** e le congiunzioni magne tornando alla triplicita prima dopo Tapparizion della stella nova in Cassio- pea,*> sara grande monarchia nova, e di leggi riforma e d’arti, e profeti e rinovazione. E dicono che a’ cristiani questo apportera grand’utile; ma prima si svelle e monda, poi s’edifica e pianta.%°

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