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Il voto del fantasma ‘Vi voglio raccontare la storia di una vedova che aveva sette figli. Poiché era povera ¢ non aveva di che pagare Wafftto, un giomo il padrone di casa la cacei via. Quella stessa sera, Ia vedova e i sette fratellini giunsero in un paese. Pioveva a dirotto e non sapevano dove ripararsi per dormire. Allora la donna and® dal borgomastro' ¢ domanda: «Vostro onore, non ci sarebbe in questo paese un ‘buco, un angolo dove possarifugiarmi con le mie povere creature?» «Be’, ecco...» rispose il borgomastro «si, ci sarebbe un veechio palazzo vuo- to, un luogo davvero meraviglioso. Lassi troverete riparo, e per scaldarvi po- ‘trete anche usare il caminetto. E lasci che vi offra anche questo pane e questa ‘carne, ma... devo dirle che il palazzo ha una pessima fama: tutti coloro che vi hanno trascorso una noite, sono morti di paura.» «Oh, se é per questo, noi non abbiamo nulla da perdere» affermé la vedova, «Cosa cambia, morire in un palazzo 0 in un foss0?> Prese cos il pane e la came, ringrazid il borgomastro ccon i suoi sette fig. ‘Come aveva annunciato il borgomastro, si trattava di un palazzo davvero sontuoso, ma... la carta da parati penzolava a brandelli dai muri, gli specchi dalle comici d’oro erano in pezzi ¢ i topi avevano rosicchiato i pannelli di le- ‘gno che coprivano le pareti Inoltre grossi vermi strisciavano sui tappeti lace- ti € brulicavano sulle fodere di velluto delle sedie, mentre i ragni avevano tessuto le loro tele da un angolo allaltro del soffito e i topolini squittivano sfrecciando in ogni direzione. In cucina c’era peré tanta legna accatastata ac- ‘canto al caminetto: la vedova accese il fuoco, vi si sedette accanto con i figli ‘e mangié con loro il cibo avuto in dono dal borgomastro. ‘Quando si fiarono scaldati ed erano sul punto di assopirsi sazi e soddisfatti, a un tratto il palazzo fu percorso dal rombo di un possente vento: le finestre presero a tremare, le porte sbatterono e pentole e padelle caddero dagli scaf- fali rotolando sul pavimento. II vento diventava sempre pili impetuoso ¢ fi- nestre ¢ porte tremavano e sbattevano sempre pit forte. E quando il vento si placd, un terremoto fece tremare orribilmente T'intero palazzo, sbalzando in aria Ia vedova e i suoi sette figli, che ricaddero sul pavimento terrorizzati ¢ doloranti. A quel punto ci fu un profondo silenzio, che venne rotto all"improvviso da tuna voce implorante: «Ho bisogno di luce! Ho bisogno di luce!» La vedova prese subito un tizzone acceso” dal caminetto e lo porse al mag- aziore dei sette fig. «Prendi figliolo» disse. «Chiungue sia quell’infelice che chiede un po” di lu- ce, portagli questo, Se avrai coraggio, nessuno potra farti del male.» 1 ragazzo prese il tizzone acceso e and. I suoi sei fratelli si alzarono e lo se ‘guirono, poiché non volevano che andasse solo incontro a un pericolo scono- sciuto. ‘Nati per leqgere — classe prima © Pearson Italia liresse al palazzo NOME CLASSE , DATA Tuiti e sette si diressero cosi verso quella voce che continuava a ripetere «Ho bisogno di luce!» e si ritrovarono in una grande sala. Al centro, seduto su una sedia di ferro, ¢’era il fantasma di un uomo veechis- simo. La sua barba era talmente lunga che fluttuava sul pavimento come una nuvola. I fantasma stringeva sotto il braccio un grosso libro. «Portatemi quella fiamma! Portatemi quella fiamma!» esclamd. Uno dietro Paltro, con il maggiore davanti che reggeva il tizzone, i sete fra- telli attraversarono coraggiosamente [a sala. Quando furono vieino al fantasma, questi li esortd: «Tenete ferma la fiamma perché io possa leggere». Alloa il fratello maggiore si accosté alla sedia del fantasma e tenne fermo il tizzone acceso con entrambe le mani, mentre i suoi frateli stavano dietro di lui. TI fantasma apri il libro e comincid a leggere, pagina dopo pagina, mor- morando e borbottando tra sé. I sette fratelli aspettarono silenziosi, mentre la fiamma diventava a poco a poco sempre pit debole. Si domandavano cosa sarebbe accaduto appena si fosse spenta, quando si aecorsero che il fantasma girava I’ultima pagina del libro. Quando ebbe finito di leggere, sospirando profondamente, chiuse ill bro con un colpo seeco e si alzd sorridente. «Cari ragazzi miei» disse «quando ero vivo, ero molto ricco ed ero il pro- prietario di questo palazzo. Durante la mia vita compii delle buone azioni, ma feci anche del male. Poi, quando diventai vecchio, mi pentii delle cattive azioni che avevo commesso ¢ feci voto di leggere dall’inizio alla fine, prima 4di morire, questo libro sacro. Ma un giomo dopo altro rimandavo la lettura, e continuai a rimandarla finché la morte, prima che avessi letto una sola pa- rola, si impadroni di me. Cosi mi toced fare da morto cid che mi ero invano ripromesso di fare da vivo. Da cento anni sono quaggit nelle tenebre, poiché qui la morte mi ha portato e mi ha ordinato di restare. E da cento anni implo- ro un po’ di luce... Come potevo leggere al buio? Continuavo a invocare un po’ di luce, ma solo il vento, il tuono e il terremoto mi rispondevano; ¢ tutti coloro che mi udivano fuggivano via terrorizzati. Adesso tu mi hai salvato, mio coraggioso amico, tu con i tuoi fratelli: grazie a voi il mio voto ¢ stato mantenuto e tutto mi verra perdonato. Ora posso finalmente riposare per Peternité. Ma non andrd via senza prima avervi offerto un segno di ricono- scimento per la vostra generosita. Tomate in cucina da vostra madre e sotto la pietra mobile del camino troverete sette vasi colmi d’oro. Quei vasi sono ‘vostri, ve li regalo in segno di riconoscenza. E adesso devo proprio dirvi ad- dio» 1 fantasma si trasformé quindi in una nuvola argentata ¢ vold via attraverso il soffitto, I fratelli si precipitarono in cucina e raccontarono alla madre quel che era accaduto, Sollevarono subito la pietra mobile del camino e trovarono sette grandivasi ricolmi d’oro. Fu cosi che la famiglia della vedova, prima poverissima, divenne la piitricca del paese. : Storie di famtasmi, ead iG. Sammi, Edizioni EL * horgomastro: in Germania viene cosichiamato il capo del’ amministazione comunale. ‘Nati per leggere — classe prima © Pearson talia

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