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Conduttori e Isolanti Introduzione sulla carica elettrica Definizione di Coulomb Perch Coulomb?

Lesperimento La Legge matematica Costante dielettrica

Conduttori e isolanti
Le propriet elettriche di alcuni materiali vennero osservate gi nell'antichit. L'ambra, se viene strofinata con un panno di lana, si carica negativamente (si elettrizza) e attira piccoli oggetti; analogamente una bacchetta di vetro strofinata con un panno di seta acquista una carica positiva. Questo comportamento pu essere spiegato sulla base del moto delle cariche all'interno dei diversi materiali. Nei solidi le cariche positive sono costituite dai protoni che sono confinati in posizioni fisse e il trasporto di cariche elettriche dovuto al moto delle particelle negative, gli elettroni. In base alla mobilit delle cariche negative i materiali vengono classificati in conduttori, isolanti e semiconduttori Nel primo caso gli elettroni sono liberi di muoversi all'interno di tutto il volume del corpo, permettendo quindi il passaggio di cariche elettriche. In generale i metalli e le leghe sono buoni conduttori di corrente elettrica.

Nei materiali isolanti o dielettrici, quali il vetro, la gomma e il legno asciutto, gli elettroni sono invece strettamente vincolati agli atomi; come conseguenza di ci una sostanza isolante non pu essere attraversata da un flusso di cariche, ovvero da una corrente elettrica. Il terzo tipo di materiale comprende le sostanze solide nelle quali solo relativamente pochi elettroni possono liberarsi dagli atomi, lasciando una "buca" nella posizione in cui si trovavano. La buca, che un'assenza di un elettrone negativo, si comporta come una carica positiva. La presenza di un campo elettrico determina nel materiale un flusso di elettroni (negativi) in un verso e di buche (positive) nel verso opposto, dando luogo a una corrente elettrica. Un semiconduttore generalmente offre al passaggio di corrente una resistenza intermedia tra quella che caratterizza un buon conduttore, come il rame, e quella di un isolante come il vetro. Se la maggior parte della corrente trasportata dagli elettroni liberi, il semiconduttore viene detto di tipo n; se invece dovuta principalmente al moto dalle buche, esso di tipo p.

La propriet di un corpo di ostacolare il passaggio di cariche elettriche viene misurata per mezzo di una grandezza detta resistenza elettrica e misurata in Ohm. Da quanto detto si comprende come un materiale conduttore abbia resistenza relativamente bassa mentre un isolante sia caratterizzato da valori alti di questo parametro. In natura non esistono n isolanti n conduttori perfetti; i migliori conduttori a temperatura ambiente offrono una resistenza piccola, ma non nulla, al passaggio di corrente; i migliori isolanti offrono una resistenza grandissima, ma non infinita. Alcuni metalli, tuttavia, mostrano un comportamento particolare e perdono la loro resistenza a temperature prossime allo zero assoluto; questo fenomeno prende il nome di superconduttivit e il suo studio uno dei principali settori di ricerca della fisica moderna

Un po di storia
Un importante passo in avanti nello studio dell'elettricit, la scoperta cio che i materiali possono essere raggruppati in due grandi categorie, conduttori e isolanti, in relazione alla loro caratteristica di condurre o meno l'elettricit, fu in gran parte merito dell'inglese Stephen Gray (1666 - 1736). Va tuttavia detto che il XVIII secolo abbonda di studiosi dell'elettricit e del magnetismo, per cui queste due discipline scientifiche fecero progressi dovuti soprattutto al lavoro collettivo di molti insigni fisici che ora nessuno pi ricorda, ad eccezione degli storici di professione. Cos, pur non essendoci una figura particolarmente dominante in questo periodo, il lavoro fatto notevole, anche se si deve arrivare fino ad Alessandro Volta, duecento anni dopo la pubblicazione del "De Magnete" di Gilbert, per trovare un progresso davvero rivoluzionario.

Il lavoro di Gray in ambito elettrico lo port, in seguito a varie modifiche su un lungo tubo di vetro elettrizzato, a sperimentare l'elettrizzazione su grandi distanze (pi di 90 metri) grazie a delle sospensioni (isolanti) realizzate con fili di seta. Tuttavia le cordicelle di seta avevano la tendenza a rompersi facilmente soprattutto a causa del grosso peso che dovevano sostenere, ma quando esse venivano sostituite con fili metallici, pi robusti ma ottimi conduttori, Gray not che gli effetti elettrici non venivano pi trasmessi. Alla fine lo scienziato interpret questo esperimento e altri del genere introducendo la distinzione tra materiali isolanti, elettrizzabili per strofinio, e materiali conduttori, in cui la cosa non poteva avvenire. chiaro per che questa solo una semplice e limitata constatazione del comportamento delle sostanze, dato che la spiegazione scientifica del perch di questo diverso comportamento fu data molto pi tardi.

Attualmente i conduttori sono corpi tali da permettere in essi il libero moto di alcune delle cariche che li costituiscono sotto l'azione di campi elettrici, a differenza degli isolanti in cui tale moto impedito. Con specifico riferimento ai metalli, i conduttori per eccellenza, questa propriet strettamente legata, come peraltro avviene negli isolanti e per la materia in generale, alla particolare natura del legame chimico (quello cosiddetto metallico) che li caratterizza. Per essi si parla di ?gas di elettroni? che avvolge tutti i nuclei atomici del cristallo o, con un linguaggio pi tecnico, di ?sovrapposizione di tutti gli orbitali atomici di valenza? degli atomi del reticolo cristallino che d vita agli ?orbitali di Bloch? o ?bande?. Comunque, al di l della complessa teoria atomica che ne spiega il comportamento, la differenza tra conduttori e isolanti in termini macroscopici resta in prima approssimazione quella di impossibilit per i primi e di possibilit per i secondi d'essere elettrizzati per strofinio, come messo in luce da Gray, oltre al fatto di essere o non essere in grado di condurre la corrente elettrica

La carica elettrica
La carica elettrica una propriet fondamentale delle particelle elementari che determina le loro interazioni elettromagnetiche. Essa una grandezza fisica scalare dotata di segno. Nel sistema SI l'unit di carica il Coulomb. La carica misurabile pi piccola quella trasportata dall'elettrone, e viene indicata con e = 1,602 10-19 C. Nella teoria dell'elettrodinamica quantistica, le particelle cariche interagiscono tramite emissione ed assorbimento di fotoni virtuali. In elettrotecnica, la carica elettrica viene immagazzinata nei condensatori. La carica elettrica una grandezza quantizzata, ossia essa esiste solo in forma di multipli di una quantit fondamentale. La carica di un protone pari a e = 1,60206 10-19C, quella dell'elettrone uguale ma di segno opposto, ovvero -e. Poich il numero di protoni uguale a quello degli elettroni, ogni atomo risulta normalmente neutro.

La quantit di carica fondamentale verificabile negli elementi e composti quella dell'elettrone, tutte le altre cariche sono multipli interi di +e e -e. Secondo il modello standard della fisica, in realt le cariche fondamentali delle particelle sarebbero -1/3, + 2/3 e -1, rispettivamente dei quark d, u e dell'elettrone. Altri quark, di massa maggiore, hanno carica o -1/3 o +2/3, e sono considerati stati eccitati di u e d. Resta un mistero da sciogliere da cosa derivi la carica dei quark e dell'elettrone, e come interpretare il fatto che, essendo punti privi di dimensione, gli elettroni avrebbero un campo elettrico infinito al loro "interno". Anche i quark trasportano una carica elettrica (frazionaria, per), tuttavia, data l'elevata intensit delle interazioni nucleari forti, osservare un quark libero richiede un'energia estremamente elevata, che tuttora al di l della portata degli acceleratori di particelle. Si pensa sia possibile l'esistenza di un plasma di quark e gluoni liberi a circa 150 GeV, circa 1 1012K; i fisici cercano di ottenerlo facendo collidere tra loro nuclei pesanti, come l'oro, ad energie di circa 100 GeV per nucleone.

Oltre alla carica elettrica, si pu definire anche una carica di colore, che introduce un ulteriore numero quantico, utilizzato per descrivere quark e gluoni, insieme al sapore, nella teoria della cromodinamica quantistica. Conservazione della carica elettrica La carica elettrica una grandezza fisica conservativa. Ossia: la carica elettrica totale di un sistema fisico isolato rimane costante. Questa una legge fondamentale della natura. Essa viene cos espressa matematicamente: la variazione della densit spaziale di carica entro un volume V pari al flusso della corrente J attraverso la superficie S che limita il detto volume (ossia, all'integrale di superficie. Inoltre, la carica elettrica totale di un sistema un invariante relativistico (ossia il suo valore non dipende dal sistema di riferimento).

Vogliamo ora definire in maniera operativa la grandezza fisica carica elettrica,cio la quantit di elettricit, stabilendo una serie di operazioni che consentono di misurarla. Per fare ci necessario: Essere in grado di stabilire se due cariche elettriche sono uguali o se una maggiore dellaltra, Saper suddividere la carica elettrica in un numero arbitrario di parti uguali, Fissare una carica che si assume come unit di misura; Per stabilire se le due cariche elettriche sono uguali o una maggiore dellaltra utilizziamo uno strumento chiamato elettroscopio a foglie.

ELETTROSCOPIO A FOGLIE D ORO L'elettroscopio a foglie un semplice dispositivo per rilevare la carica elettrica di un corpo, il suo funzionamento si basa su una delle propriet fondamentali dell'elettrostatica: corpi dotati di carica elettrica dello stesso segno si respingono. La costruzione di un elettroscopio di questo tipo molto semplice, occorrono i seguenti materiali: Un vaso di vetro o plastica trasparente con coperchio di materiale isolante, Un'asta di ottone o di rame rigido (va benissimo del filo di rame rigido del diametro di 2 mm o pi) Del foglio di metallo sottile e flessibile, il materiale migliore l'oro in quanto, essendo il pi malleabile dei metalli, pu essere ridotto a foglie sottilissime.

in mancanza di foglia d'oro si pu far ricorso a foglie di alluminio molto sottile, ad esempio quelle che vengono impiegate nei pacchetti di sigarette o per avvolgere caramelle, se si fa uso di queste bisogna prima eliminare, bruciandola con cura, la carta che si trova su una delle facce. Il modo in cui deve essere montato l'apparecchio pu facilmente essere dedotto dal disegno che segue.

Si noter che il terminale esterno costituito da una sfera metallica, questa non necessaria ma permette di ottenere risultati migliori, si pu usare una sferetta di qualsiasi metallo o si pu realizzare lavorando con la mano del foglio di alluminio per alimenti. Per fissare le foglie all'asta si pu usare del comunissimo nastro adesivo. Una volta realizzato l'elettroscopio se si avvicina al terminale superiore un corpo caricato elettricamente, ad esempio una stecca di plastica strofinata con un panno di lana, si vedr che le due foglie divergono, questo perch la vicinanza del corpo elettricamente carico ha richiamato sulla sfera le cariche elettriche di segno opposto mentre quelle dello stesso segno si sono concentrate nelle due foglie che, risultando dotate di carica di uguale segno, si respingono. Allontanando il corpo carico le due foglie tornano ad avvicinarsi. Se si tocca il terminale superiore col corpo carico le due foglie rimarranno divise anche dopo che il corpo viene allontanato e si riavvicineranno a poco a poco man mano che perdono la carica.

Il Coulomb
coulomb (simbolo C), l'unit di misura derivata SI della carica elettrica, ed definita in termini di ampere: 1 coulomb la quantit di carica elettrica trasportata da una corrente di 1 ampere che scorre per 1 secondo.

1 Coulomb all'incirca 6.241018 volte la carica di un elettrone. Prende il nome da Charles Augustin de Coulomb (1736 - 1806), il primo scienziato a studiare qualitativamente le cariche e le forze che ne regolano il moto.

Coulomb era un ingegnere del Genio, si era occupato in giovent di astronomia e matematica, poi della costruzione di forti, di meccanica, di magnetismo, dell'attrito e, studiando il problema della torsione dei fili, aveva inventato la bilancia di torsione, uno strumento utile per misurare forze molto deboli, e ne aveva scoperto la legge. Proprio mediante la bilancia di torsione, modificata e trasformata in bilancia elettrica, Coulomb corrobora l'ipotesi dell'esistenza di forze elettriche di repulsione tra cariche elementari, analoghe alle forze di attrazione gravitazionale di Newton: centrali e dipendenti dall'inverso del quadrato della distanza tra le cariche. Nel caso dell'attrazione elettrostatica, egli inventa ed utilizza un nuovo apparato, il pendolo elettrico. Per completare la legge delle interazioni elettrostatiche, il numeratore viene semplicemente aggiunto (come avrebbe potuto infatti Coulomb definire tre quantit con un solo strumento?).

Questa legge "elementare" non era applicabile ai corpi estesi ed anche la storia della sua accettazione molto interessante. Data la stretta analogia con la legge di gravitazione di Newton, essa port ad applicare all'elettrostatica gli strumenti matematici propri della dinamica celeste, in particolare le equazioni alle derivate parziali (di Laplace e Poisson), la cosiddetta azione pseudocontigua. Ma la legge di Coulomb costitu una stabile acquisizione scientifica? Certamente s da un punto di vista quantitativo, no dal punto di vista teorico: Feynman piuttosto esplicito a questo riguardo

Ma prima
Attorno al 1770, la fenomenologia dell'elettricit statica poteva dirsi nota. Si sapeva che esistono due tipi di elettricit, che essa si conserva (cio che la somma delle cariche positive e di quelle negative costante), che cariche di segno uguale si respingono e che cariche di segno diverso si attraggono e inoltre si conoscevano gli isolanti e i conduttori. Una volta capiti questi fatti fondamentali, i tempi erano maturi per una legge quantitativa per l'attrazione e per la repulsione. Essa fu stabilita grazie ai lavori di Charles Coulomb (1736 - 1806) tra il 1784 e il 1789 (Bilancia di Coulomb). Egli scopr che le forze magnetiche e quelle elettriche seguono la legge di Newton, cio che esse sono inversamente proporzionali al quadrato della distanza tra le cariche e direttamente proporzionali al prodotto delle cariche stesse.

I lavori di Coulomb possono essere considerati come l'inizio di una conoscenza veramente scientifica dell'elettricit e del magnetismo, in cui la semplice osservazione di un fenomeno elettrico e/o magnetico trovava anche una spiegazione razionale e non si fermava quindi solo alla semplice constatazione di un fatto. Avendo a disposizione la fenomenologia dell'elettrostatica e conoscendo la legge dell'inverso del quadrato della distanza, era ormai possibile dare una descrizione matematica dei fenomeni dell'elettrostatica lasciandosi guidare dall'idea newtoniana dell'azione a distanza. I grandi fisici matematici del tempo di Napoleone o dell'epoca immediatamente successiva (Laplace e Poisson in Francia, Green in Inghilterra, Gauss in Germania e altri) svilupparono questa idea in forma ancora oggi valida.

Il magnetismo segu le sorti dell'elettricit, eccezion fatta per le cariche magnetiche libere (monopoli) che non furono mai trovate, mentre furono invece osservati i dipoli con uguali "quantit" di magnetismo positivo e negativo. Una buona parte delle ricerche sull'elettricit stava quindi giungendo a un certo stadio di maturit e rigore scientifico, ma nuove scoperte stavano per essere fatte

Ma come giunse Coulomb alla formulazione della sua legge? La bilancia di torsione di Coulomb, ideata intorno al 1785, rappresenta il prototipo per la strumentazione dell'Ottocento, secolo in cui si affermer la tendenza a ricondurre forze di natura elettrica, magnetica o elettromagnetica nel contesto meccanicista consolidato da Newton e da Laplace, per confronto con forze elastiche o gravitazionali. Consiste in una bilancia di torsione nella quale la misura dell'azione elettrica tra due sferette cariche, una mobile e una fissa, viene eseguita misurando la torsione del filo di sospensione, di seta, al quale sospeso il giogo della bilancia, terminante da una parte con la sferetta mobile, dall'altra con un contrappeso (l'angolo di torsione proporzionale al momento della forza torcente).

La bilancia di Coulomb pu essere, con opportuni accorgimenti, impiegata anche come elettrometro per la misura di differenze di potenziale, come nell' elettrometro bifilare di Palmieri. Nella prima met dell'Ottocento, insieme con l'elettrometro a foglie, stato lo strumento pi diffuso. L'elettrometro di Palmieri, ideato intorno al 1847, simile, per principio di funzionamento, alla bilancia di torsione di Coulomb. La sospensione bifilare, di seta. Alla sospensione connesso un ago al di sotto del quale fissato un disco orizzontale di alluminio coassiale all'asse di rotazione dell'ago. Il conduttore fisso costituito da due aste di ottone trasversali poste al di sopra di un cerchio graduato sorretto da una staffa. Tra le aste si trova una superficie conduttrice a forma di cilindro cavo di altezza ridotta, con diametro quasi uguale a quello del disco di alluminio e ad esso sottostante.

Non appena il conduttore fisso viene elettrizzato, il disco di alluminio si carica di segno opposto, l'ago dello stesso segno. L'ago viene respinto e la sua deviazione rilevabile sul cerchio graduato per mezzo di un microscopio (mancante nell'esemplare in esame). L'elettrometro di Palmieri veniva impiegato quasi esclusivamente per eseguire misure di elettricit atmosferica.

La forza di Coulomb, descritta dalla legge di Coulomb, l'interazione presente tra due corpi elettricamente carichi: se entrambi presentano la stessa carica, positiva o negativa, la forza risulter repulsiva; in caso contrario, la forza risulter essere attrattiva. Fino alla met del diciottesimo secolo, erano noti solo gli aspetti quantitativi della forza elettrica: gli scienziati, quindi, iniziarono a studiarne anche le propriet qualitative, cos che si fece strada l'idea di una somiglianza con la forza di gravit, ovvero una proporzionalit inversa con il quadrato della distanza. Tra il 1777 e il 1785 fu Charles Augustin de Coulomb a provare sperimentalmente che effettivamente la forza elettrica era proporzionale all'inverso del quadrato della distanza: la forza che si esercita tra due corpi carichi elettricamente proporzionale al prodotto del modulo delle loro cariche e inversamente proporzionale al quadrato della distanza d tra essi:

Questa, chiamata legge di Coulomb e determinata dallo scienziato francese con una precisione dell'1%, stata il primo tentativo di capire il funzionamento della forza elettrica.q1 e q2 sono le cariche interagenti, d la distanza tra le cariche e k, costante di Coulomb. Come detto la forza di Coulomb ha in comune con la gravit la legge di dipendenza dalla distanza, ma diversamente da essa pu essere attrattiva o repulsiva, in dipendenza con il segno delle cariche q1 e q2.La forza elettrica esercitata da una particella carica q1 su una carica q2 pu essere determinata a partire dal campo elettrico generato dalla prima carica e, scritta in forma vettoriale, assume la seguente espressione:

mentre il suo modulo :

Dove k la costante di Coulomb ed pari a:

con 0 la costante dielettrica del vuoto, il cui valore

Costante dielettrica La permittivit elettrica (nel Sistema Internazionale), o impropriamente costante dielettrica nel linguaggio comune, compare nella legge di Coulomb e varia secondo il materiale in cui sono immerse le cariche elettriche. Essa si misura in farad su metro. Nel vuoto prende il nome di permittivit elettrica del vuoto e vale:

Negli altri mezzi si indica con per o

ed posta uguale a:

dove un numero puro, cio privo di dimensione, sempre maggiore di 1 e che viene chiamato permittivit elettrica relativa (costante dielettrica relativa).

Poich nella legge di Coulomb la permittivit (costante dielettrica) compare al denominatore, la forza che si esercita fra due cariche elettriche, in valore assoluto, massima nel vuoto e diminuisce al crescere della permittivit relativa. Ci significa che maggiore la costante dielettrica di un mezzo, pi esso presenter caratteristiche isolanti. Occorre ricordare che i materiali isolanti vengono anche chiamati dielettrici.

Momento torcente
Il momento torcente un caso particolare di momento di una forza. In particolare, il momento di una forza definito torcente quando la forza stessa applicata perpendicolarmente all'asse di rotazione e per non lo interseca, come per esempio nel caso dell'azione esercitata da un autista sul volante dell'automobile quando sterza.

Momento torcente di una forza

Momento torcente di una coppia di forze

anche detto coppia di forze o semplicemente coppia, in quanto pu essere rappresentato in modo equivalente come la conseguenza dell'applicazione di due forze distinte uguali e contrarie, ciascuna con modulo pari alla met di quella del momento torcente e agenti su due punti della leva esattamente opposti rispetto al fulcro P. Data una leva, si definisce il momento di una forza in termini rigorosi come il prodotto vettoriale tra la forza applicata in un punto e la distanza tra quel punto e il fulcro della leva. L'effetto prodotto di fare ruotare la leva intorno al fulcro e il vettore "momento torcente" disposto lungo la direzione dell'asse di rotazione. Matematicamente si ha: dove: -T il momento. -F la forza applicata. -r il vettore distanza tra il fulcro ed il punto di applicazione della forza.

L'unit di misura del momento torcente nel SI il Newton per metro (Nm), detto anche Newton-metro. Si pu esemplificare il concetto di momento torcente considerando il caso di una chiave inglese che agisce stringendo un bullone. Se la chiave lunga 1 metro e si applica una forza di 1 Newton, il momento torcente risultante sul bullone sar di 1Nm (1m 1N = 1Nm). Lo stesso risultato pu per essere ottenuto anche con una chiave lunga mezzo metro, purch si applichi una forza di 2 Newton (0.5m 2N = 1Nm), oppure con una chiave lunga 2 metri ed una forza di mezzo N (2m 0.5N = 1Nm). Si capisce cos come, per il nostro ipotetico meccanico, converrebbe utilizzare una chiave inglese molto lunga, cos da dover applicare una forza minore per ottenere lo stesso risultato. Il momento torcente (coppia) spesso usato nell'industria meccanica per quantificare la forza generata da un motore.

ANGELICA E VALENTINA RINGRAZIANO COLORO I QUALI HANNO PRESTATO ATTENZIONE !!!


Fine presentazione

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