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1. Premessa
Con provvedimento del 29 luglio 2009, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 217 del 18 settembre 2009 ed entrato in vigore il 3 ottobre 2009
(con obbligo di adeguamento da parte degli intermediari scaduto il 31
dicembre 2009) Banca d’Italia ha emanato le nuove disposizioni in materia
di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari, che hanno
sostituito le disposizioni precedentemente contenute nel Titolo X, Capitolo I
delle Istruzioni di Vigilanza per le banche, oggi espressamente abrogato.
Con successivo provvedimento del 15 febbraio 2010, le disposizioni
del 29 luglio 2009 sono state nuovamente sostituite ed integrate con la
disciplina di attuazione del d. lgs. 27 gennaio 2010, n. 11, con il quale è
stata recepita nel nostro ordinamento la Direttiva 2007/64/CE sui servizi di
pagamento nel mercato interno.
La nuova disciplina secondaria in materia di trasparenza delle
operazioni e dei servizi bancari e finanziari ha introdotto importanti novità
nella materia, tra le quali vanno senz’altro annoverate: i) una più dettagliata
regolamentazione dell’ambito di applicazione della normativa, con specifico
2. Ambito di applicazione
Un primo elemento di scostamento dalle precedenti Istruzioni di
Vigilanza in materia si ravvisa, come anticipato, nella specifica
individuazione dell’ambito di applicazione delle norme in esame. A fronte,
infatti, della mera riproposizione, contenuta nelle precedenti Istruzioni, di
quanto disposto dall’art. 115 del d. lgs. 1 settembre 1993, n. 385 (TUB) e
dell’art. 23 del d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (TUF) – il quale ultimo,
com’è noto, escludeva l’applicazione delle norme in materia di trasparenza
bancaria alla prestazione dei servizi di investimento – Banca d’Italia ha
espressamente previsto che le nuove disposizioni di Vigilanza non si
applichino, oltre che ai servizi ed alle attività di investimento, come definiti
dal TUF, nemmeno al collocamento di prodotti finanziari aventi finalità di
investimento, soffermandosi poi espressamente a disciplinare l’ambito di
applicazione della disciplina sulla trasparenza bancaria ai casi di prodotti
composti (per una più ampia trattazione del tema si veda ancora LUPOI, op.
cit.).
Sono tali gli “schemi negoziali composti da due o più contratti tra loro
collegati che realizzano un’unica operazione economica”. Trovandosi in
concreto a dover qualificare uno di tali combinazioni contrattuali, sarà
3. Il principio di proporzionalità
Come già anticipato in premessa, il principio di proporzionalità
consiste nell’introduzione di una differenziazione della disciplina a seconda,
da un lato, delle caratteristiche delle attività e dei servizi prestati e, dall’altro
lato, della clientela cui tali attività e servizi si rivolgono. In tal senso alcune
norme risultano quindi applicabili solamente alla categoria dei consumatori
o alla nuova e più ampia categoria, introdotta nell’ambito della prestazione
dei servizi bancari e finanziari dalle Disposizioni di Vigilanza del luglio
2009, dei cd. “clienti al dettaglio”, ovverosia “i consumatori, le persone
fisiche che svolgono attività professionale o artigianale; gli enti senza
5. Informativa precontrattuale
Passando all’esame di quelli che sono gli “strumenti di trasparenza”
che gli intermediari sono tenuti ad adottare, essi riguardano, anzitutto, la
6. I contratti
Le nuove Disposizioni di Vigilanza del luglio 2009 non hanno
apportato rilevanti innovazioni nella disciplina relativa alla forma e al
contenuto dei contratti: disciplina che del resto appare specificamente
definita già dall’art. 117 TUB. Rimane pertanto ferma la regola in forza
della quale i contratti sono stipulati in forma scritta a pena di nullità, ad
eccezione che: i) per operazioni e servizi effettuati in esecuzione di contratti
redatti per iscritto (quali ad esempio, ma il punto è controverso, le aperture
di credito regolate in conto corrente); ii) per operazioni e servizi prestati in
via occasionale, nei limiti di valore della transazione di €. 5.000,00, purché
l’intermediario mantenga evidenza dell’operazione medesima e consegni o
invii tempestivamente al cliente conferma dell’operazione, in forma scritta o
su altro supporto durevole, indicando il prezzo praticato, le commissioni e le
spese addebitate, nel rispetto degli obblighi di pubblicità.
Quanto al contenuto dei contratti, le Disposizioni di Vigilanza del
luglio 2009 innovano rispetto alle precedenti Istruzioni nella parte in cui
prevedono che il contratto debba indicare tutte le condizioni applicate (le
precedenti Istruzioni si limitavano a richiedere “le condizioni economiche e
le clausole indicate nel foglio informativo”), incluse le condizioni generali
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