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CAPITOLO 3 La svolta nelle discipline matematicbe Abbiamo visto che l'incontro fortuito tra Descartes ¢ Beeckman, a B nel novembre 1618, fu favorito da uno stravagance problema matem: Dal Journal di Beckman sappiamo che i due nuovi amici continu a discutere questioni matematiche, e che Descartes pose a Beckman il blema di trovare un quadrato uguale alla radice quadrata di un altro qi drato (in formule x" = y, dove y rappresenta il lato del quadrato noto € il lato del quadrato incognito). II problema é semplice, ma Beckman stimava molto importante.' A sua volta, egli propose a Descartes il cor pito molto pitt arduo di stabilire se una catena sospesa a due chiodi alla stessaaltezza assumesse la forma di sezione conica. Si tratta del fa problema della «chainette», che avrebbe messo alla prova i matematici tutto il secolo xvi. Descartes annotd brevemente la questione sul suo qua- demo di appunti, con questo commento laconico, ma rivelatore: «Non ho agio di discutere la cosa ora». Invece Descartes discusse in effetti qualcosa di pitt importante e di maggiore portata: la scoperta di un metodo per generare lince medic porzionali utilizzando un nuovo tipo di compasso. Nel Journal Beeckm: non fa menzione di questo sviluppo ed & probabile che egli non pot offrire molto di pit che approvazione € incoraggiamento. Ma, a questo, stadio della sua carriera, Descartes ne aveva proprio bisogno! Non siamo in grado di ricostruire in maniera esauriente come si svie Juppo idea di Descartes, ma nel quaderno di appunti le Cogitationes pri- ‘vatae, sono riportati diverse descrizioni e diagrammi di un compasso utilize zato per ottenere una serie di medi proporzionali. Ne illustrerd dapprim: la versione finale, come apparve una ventina di anni pit tardi nella Geome- tria, e successivamente ne esaminerd la forma originaria. LA SVOLTA NELLE DIS = I compasso Il compasso XYZ (fig. 1) ¢ formato da un certo numero di regoli dei «juali BC, DE e FG sono uniti ad angolo retto con XY, mentre CD, EF © GH formano un angolo retto con YZ. Il regolo BC é fissato a XY nel junto B, mentre gl altri possono scorrere sul lato interno del braccio su ‘ui poggiano. Aprendo il compasso, BC spinge CD lungo YZ ¢ CD, in modo simile, spinge DE lungo YX e cosi via. Se si posizionano dei pennini ai punti B, D, Fe H, il movimento del compasso genera una serie di curve Ui complessita crescente a partite dal cerchio che B traccia intomo al cen vo ¥. Nella Geometria, Descartes introduce il compasso principalmente come strumento per tracciare curve di tal genere, che poi egli definisce algebricamente e classifica secondo il grado di complessita delle equazioni algebriche che le caratterizzano. i ; ‘Al contrario, dalle note del 1619 non risulta alcun interesse per questo tnodo di utiizzo del «compasso proporzionale», nome con cui indicher® Jo strumento da ora in poi. Descartes accenna alle curve, ma non ne forni- fee alcuna rappresentazione algebrica, Era colpito ¢ interessato dal fatto di avere inventato una machina per produrre medi proporzionali. Questo diventa evidente non appena notiamo che i triangoli CBY, DYC, EYD, FYE, GYF e HYG sono simili ¢ rettangoli per ogni grado di apertura del o caprroto TERz0 compasso. Percid abbiamo la seguente serie di proporzioni geometriche continue: ¥B_ YG _ YD _YE_YF_YG YO! YD YB YRS YG YH: Si trattava di una scoperta importante perché fin dall'antichita i mave~ matici si erano impegnati nella ricerca di un modo semplice per costruire due medi proporzionali: ed ecco uno strumento che appena aperto ne gene rava non soltanto due, ma una intera serie! Le prime ricerche dei medi proporziomali Il problema dei medi proporzionali traeva origine, secondo la tradizione, dal dilemma che gli abitanti dell’isola di Delo doverteto affrontare allor- ché loracolo ordind loro di raddoppiare le dimensioni di un altare come condizione per essere liberati dalla peste. Poiché I'atare era di forma cubica, Si poneva il problema di trovare un cubo di grandezza doppia di quello. originale, o di «duplicare il cubos, espressione con cui la questione divenne famosa insieme a due altri problemi, quello della quadratura del cerchio (che imponeva di trovare un quadrato con la stessa area di un cerchio dato) € quello della trisezione dell'angolo, Tutte le suddette question avrebbero destato T'interesse di Descartes, specialmente la prima e Vultima. ‘A Ippocrate di Chio, la cui opera si colloca al'inizio del secolo tv a.C., 2 attribuito il merito di aver capito che per giungere ala soluzione era neces- satio trovare i valori di due linee medie proporzionali tra la lunghezza del cubo originale ¢ il doppio di quella stessa lunghezza. Siano a il lato del cubo originale, a* il volume del cubo originale, 2a? il volume del cubo incognito, x rappresent il primo medio proporzionale cy il secondo. Allora ax y sy 2a ¢ moltiplicando i tre rapporti otteniamo J LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE, “9 Inutile dire che questi passaggi dimostrano soltanto che, se noi cono- sciamo i valori dei due medi proporzionali tra a ¢ 2a, siamo in grado di duplicare il cubo, perd non consentono di calcolare questi valori. Da qui la ricerca di un metodo per determinate i valori ¢ le varie soluzioni che vennero proposte nell’antichita. Due metodi tra i pitl famosi furono esco- gitati da Menecmo. Dal momento che furono rilevanti per lo svluppo delle idee di Descartes, li esamineremo successivamente in questo stesso capitolo. Approcecontemporanei Il problema era ancora di attualita ai tempi di Descartes e molti autori crano impegnati nella ricerca di soluzioni pitt semplicie di pit facile appli- cazione, solitamente perd con risultati molto limitati. Nel solo anno 1619 furono pubblicate due opere con l'ambizioso scopo di apportare un deci- sivo contributo. Nella prima, apparsa in Germania, il matematico Mol- ther passava in rassegna i tentativi precedenti e proclamava a gran voce In superiorita del suo. In Francia persino gli uomini politici si appassiona- rono alla questione. Paul Yvon, sindaco di La Rochelle, sosteneva in un lavoro pubblicato in latino in francese di aver risolto i problemi della quadratura del cerchio e della duplicazione del cubo.' Descartes potrebbe aver conosciuto le soluzioni proposte dagli antichi da fonti pit autorevoli, anche se meno pittoresche, come la Geometria practica di Christopher Clavius, dove erano riassunti i metodi conosciuti, o Pedi- zione di Commandino delle Collesioni matematiche di Pappo, che nelle prime pagine del libro illustra gli stessi metodi.’ Successivamente Descartes avreb- be studiato con attenzione queste pagine introduttive, come vedremo oltre, ma nell'inverno 1618-19 non si interessava direttamente al problema spe- cifico della duplicazione del cubo e infatti non ne fece neppure menzione. Sono dell'opinione che la effettiva fonte di ispirazione cartesiana si possa trovare in un genere di lavoro molto differente. Sappiamo che Descartes verso la fine del 1618 discusse lungamente di musicologia con Beckman, Per I'amico scrisse anche una monografia essen- ziale, il Compendium musicae, della quale in seguito si mostrd molto orgo- slioso, ¢ che noi prenderemo in considerazione nel prossimo capitolo. Una 4questione di rilievo, dibatcuca tra i due, era la consonanza musicale e, piit specificamente, il modo di suddividere una corda in semitont ugual. Sarebbe sorprendente se Descartes non avesse cercato una soluzione del problema tra i musicologi contemporanei o allora pitt autorevoli, che erano nume- rosi. Nel Compendium musicae troviamo tuttavia soltanto il nome di Gio- ——————— ltts—“‘—sSOs™SO so carrroto TERZO seffo Zarlino. Dunque Zatino affront il problema di come sbilire toni ‘uguali in musica proprio mentre discute di medi jproporzionali! ‘Dal memento che lotta caratterizzata dal rapporto 1/2 ed € come posta di dodici semitoni, si pub trovare ogni singolo intervallo conside- Post undici medi proporzional ta i valoni 1 ¢ 2 0 tra 1 ¢ 1/2. I primp puso consist nelPindividuare due medi proporzional ra wna corda e la rae etd. Zarlino era ben consapevole che non si poteva ottenere i risule sus Mole con riga e compasso, ma mostrava come il compito fos di ag. ve soluzione se ci si serviva di uno strumento inventato da Eravosiehe veo a.C. e noto come mesoabio, proprio lo steso termine che Descartes usd anche per il suo strumento.* q wines abio di Erstosene si compone di tre retangoli o tre ciangolt rettangol situa tra due regoli parllelt posti a formare una intelaiacura raed di seanalature in modo tale che irettangoli possano scorrere /une «oa Zaslino ai serve di rettangoli, ma frnisce una dimostrazione rativa a eiangoli costruiti traciando le diagonal dei rettangol. A scope iMluserar tivo, anche io mi serviro di triangoli” caer ete lince date € tra questi due valori i vogliano trovare j due medi proporzionali. ] SS dsponga lo strumento in modo tale che ¢ regolt parallel AX, BY, iano all stanza AE = a ‘una dll'altra. Nella poizione iniziale mosats in figura 2, ire eangoli AMF, MING ¢ NOH sono afianca Nella figura 3, DDH bé segnato su QH. Il ciangolo MING viene fatto scorrere sono il triangolo AMF, il tiangolo NQH sotto MING in modo che NOH assuma | 4 M N @ : E F G H Y aI, YE E F G oH K a 1A SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE sn la posizione N’QH e MING la posizione M'NG. Si tracci ora una linea che passando per D intersechi MF in B, NG in Ce BY in K. BY © CG saranno le due linee medie proporzionali tra AE (= a) € DH (= b) che si cercavano. ‘Dimostrazione Dal momento che i triangoli AEK, BFK ¢ CGK sono simili, € vale inoltre allora « quindi AE, BF, CG, DH sono in proporzione continua ¢ BF, CG sono | medi proporzionali richiesti, Come volevasi dimostrare TI mesolabio di Eratostene ¢ ben diverso dal compasso proporzionale, ina puid proprio essere stato il precursore della rimarchevole scoperta di Descartes. La triseaione dell angolo Risolo il problema della dupicazione del cubo, Descartes afront® quello della trisezione dell’angolo. Tra il 20 ¢ il 26 marzo 1619, in uno slancio di creativita matematica, cli ineui come il compasso proporzionale potesse essere modificato per risolvere il problema della trisezione dell'angolo. 11 26 marzo, in una let: tera, informd Beckman della scoperta, ma non allegd alcuna spiegazione O graico. Lo strumento, cutavia, & descritto nelle Cogiationes private ‘A pari del primo compasso, questo nuovo strumento & notevole per la sua sempliciti, Come si vede dalla figura 4, ess riulta formato da quattro repoli, AB, AC, AD ¢ AB, che hanno origine in A. I punti F, 1, Ke 1 sono cquidistanti da A (owvero AF = A= AK = AL) ¢ i segmenti FG, 2 LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 8 Possiamo anche, come aggiunge Descartes, tracciare la curva generata dal punto G quando il compasso viene aperto fino a far coincidere AE © AB con i lati dell'angolo dato a (fig. $).’ Quindi, se tracciamo un cer- ‘hio di raggio FG intorno a F, V'intersezione tra questo cerchio e la curva individuera il punto G peril quale passa la retta AC, che divide V'angolo se- condo la proporzione di 2 a 1; in questo modo si costruisce l'angolo FAC pari a 1/3 dell’angolo BAE. Descartes comprese immediatamente che l'aggiunta di una o piit line svrebbe permesso la divisione meccanica di un angolo in quattro o pitt, parti. Egli non solo era stato in grado di trisecare langolo, ma aveva anche {vovato il modo di dividere un angolo in tante parti uguali quante se ne potevano desiderare! P inceressante notare che la potenza e la generale applicablita del com- }pisso sono insite nello strumento stesso e non provengono dalla consi- Alerazione matematica di una classe di problemi.” La risoluzione delle equazioni cubiche Alorigine della brillante scoperta del compasso proporzionale e di quello per la tisezione degli angoli possono esserei state operazioni di pura pra- {ica meccanica, ma Descartes capi subito 'ampia portata dei due strumenti. Immediatamente dopo aver accennato a Beeckman di essere riuscito a Urisecare l'angolo, aggiunse di aver trovato il modo di risolvere i seguenti te tipi di equazioni cubiche: a Q) GB) Nel secolo xvit i matematici escludevano i casi in cui non si otteneva slcuna radice positioa, ovvero i casi: ax —b “@ ax’ —b (5) ax’ — bx —e Cy Figura 5 GK, TH e LH, tutti uguali a AF, possono ruotare intorno a F, I, Ke Ly in modo tale che G possa muoversi lungo AC e H lungo AD* Per dividere in tre parti uguali un dato angolo a, occorre aprire il com- asso fino a che I'angolo BAE sia pari ad oe. Poiché i triangoli AFG, AKG, AIH e ALH sono sempre uguali, ne consegue che gli angoli corrispon- denti FAC, GAD e DAE sono sempre uguali indipendentemente dall’ am- pizza dell angolo BAE. Percid & suflicente applicare il compasso a un angolo dato per dividerlo in tre parti ugual Questo implicava che delle sedici possbili equazioni derivanti da (1), (2) (3), ne rimanessero da discutere solo tredici. «Non le ho ancora stu- diate tutte», scriveva Descartes all'amico, «ma credo che sara facile esten- dere agli alti casi quel che ho trovato valere per alcuni». Come abbiamo “ ‘carrro1o TERZO si visto, trovando un metodo per generare due medi proporzionali com nui, Descartes aveva fornito una soluzione per duplicare il cubo, 0} in altre parole, un metodo per risolvere un'equazione cubica. Dopo a riflertuto, intui che la soluzione delle equazioni consisteva nello scoprit {grandezze proporzionali e che proprio questo era in grado di fare il serumento. Il compasso proporzionale sembrava aprire la porta a «tna sci ‘murva (..) pet risolvere generalmente tutte le questioni in genere di quantita." Descartes era animato da grandi speranze, ma nell'entusiasmo ini scivold inconsapevolmente in una applicazione sbagliata del suo com Poiché gli errori dei grandi uomini sono sempre istruttivi, esaminerd i caso in cuit egli si serve del compasso per risolvere I'equazione cul x'=7x+14, che 2 un esempio del tipo (1), vale a dire x° = st ax Per prima cosa Descartes semplificaI'equazione dividendola per 7, nendo quindi =x42 Procede poi a risolvere I'equazione x' = x + 2, supponendo in m: errata che fosse sufficiente moltiplicare per 7 il valore trovato di x"! Si ab = 1, ac= x, Allora, poiché vale a x x x ma e=a—a hindi xt. Se poniamo c= 2 aprendo 0 chiudendo il compasso bag, all x = (@) (dal momento che abbiamo sabilito ac =) ¢ il valore di ae cesere letto dirertamente sul compasso (fig. 6)” Sembra quindi che Descartes avesse compreso che equ: x! =x 2 poteva essere risolta con V'ausilio del compasso, ¢ che egli a se scelto questa equazione come prototipo per la generale dimostrazi nel caso di equazioni della forma x' = ax + b. Poiché poteva essere LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE ss ce gy Figura 6 (va 4.x" =x+ 2, egli parti di gran carriera, elimino il coefficiente di x’ « presuppose che questo potesse essere reintegrato con una semplice moltipli- vione dopo aver risolto Pequazione x! = x + 2. Le Cogitationes privatae fiportano altri due casi in cui Descartes commette lo stesso errore nella fiewa di mostrare la sua nuova intuizione nel lavoro.” Inoltre Descartes non si avvide che il suo compasso non era di alcuna wilita per le equazioni in cui appare un termine negativo a desta del segno di \iguaganza. Se diamo uno sguardo alla figura 6, notiamo che il valore x’ & composto da ac + ce € che ac € ce devono essere valor positivi. Queste sviste non dovrebbero impedirci di riconoscere importanza della scoperta di Descartes di un metodo pratico per risolvere le equazioni cubi- the. Isuoi strumenti, se usati correttamente, tracciavano le curve che rap- jwescntavano i semplici rapport geometric espressi dalle equazioni. In questo Inodo, le equazioni cubiche venivano tradotte in concrete relazioni spa- ial € si apriva la porta alla geometrizzazione dell algebra. Una scienza completamente nuova Nella mente di Descartes stava prendendo forma un disegno ambizioso, uel quale epli vedeva un‘alternativa allo schema claborato dagli esponenti illla cradizione ermetico-cabalistica, come Raimondo Lullo. Dopo aver Indicato gli obiettivi a suo giudizio conseguibili con il suo trattamento delle fjuazioni cubiche, confidava all'amico il suo programma «incredibilmente 1, per dev francamente quel che ho in mente, non ho intenzione di pubblicare QnlArsbreis come Lullo, ma una sensa complaamente nuroa, per solvere in rae tutti problemi che ci possono venir propost in rapporto a qualsiai genere J uancita, sia continua che discontinua. Ma ognuna secondo la sua natura. Per- fh, come in aritmetica,alcune questioni possono essere risolte con numeri razio- ih, alcune solo con numeri irrazionali, mentre altre possono essere solo immagi- 56 carroto TERz0 .e, ma non risolte, allo stesso modo spero di dimostrare che, nella quantita con-_ nus, alan problemi postoao “sscre risolti con linee rette 0 crcolari, mentre atm poson reir ris con ine curve che nascono da un movimento unica possono essere traccate con i nuovi compass, i qual io considero non m preci geometric di quell ordinari con cu si tracciano i cerchi, fine, ati pro= Bem si possono rsolvere solo con linee curve generate da diversi movimenti che ron sono subordinati Puno al altro ¢ che sono certamente solo immaginari: una turva di questo genere é la ben nota quadratrice. Non penso che si possa immagi: tare qualcosa che non sia risolvibile almeno con quest lince, ma spero i dimo= sare qu question possono esee ote cin ql modo, ana rman nulla ancora da Soprie in geametria. Il lavoro che ci vuole & praticams ‘init enon pud exere [ato una sola persona. Eun impresa ina “ambiziosa, ma con la luce che ho visto splendere artraverso Toscuriti¢ la co fusione di questa scienca, credo che le tenebre, quantunque dense, possano venit dissipate." Questo brano, che ho citato per esteso, pud essere considerato come ‘un manifesto che rivela gliinteressi principali di Descartes e riapparve nell famosa dichiarazione programmatica al'inizio del secondo libro della ‘metria, Si noti che Descartes non propone, come si & spesso supposto, di salgebrizzare» la geometria, ma piuttosto di risolvere i problemi geom tric in analogia alla procedura usata in aritmetica. A questo punto det percorso culturale, al primo posto nella sua mente si colloca non l'analo~ fia tra la geometria ¢ Palgebra, ma 'analogia tra la geometria («quantita continua») e l’aritmetica («quantita discontinua»). Descartes pone esplici- tamente un paragone fra tre tipi di problemi aritmetici, che definisce come: 4) risolibili con numeri razionali, 6) risolvibit con numeri irrazionali, ¢ immaginabili ma insolubili,e tre tipi di problemi geometric: a) risolvi- bili con linee rette e cerchi, b) risolvibili con linee curve generate da un solo movimento continuo, ¢ risolvibili solo con linee curve generate da due 6 pity movimenti non subordinati tra loro. In entrambi le cassficazioni, pare che Descartes supponga che i tre tipi di problemi includano tutti asi possibili in aritmetica o in algebra. Pud essere utile esaminare br mente i fondamenti matematici che Descartes assume ormai acquisiti rispetto ai quali deve essere valutato il suo stesso lavoro."" La tesi della costrucione geometrica Nelle opere classiche di matematica di Euclide, Archimede ¢ Apoll rio, che fornivano lo schema concettuale della speculazione matemati allinizio del secolo xvu, esistono due tipi di proposizioni matematic LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 7 vale a dire i teoremi e i problemi. I teoremi si devono dimostrare, mentre \ problemi si devono costruire ¢ si deve provare che tale costruzione pos- wweda le proprieta richieste. Negli Elementi Euclide si serve solo di costru- ‘oni in termini di cerchi ¢ linee rette ¢ il suo approccio con squadra ¢ com- ‘puso veniva spesso considerato una norma. Pud darsi che i cerchi e le line rette godessero di questo privilegio semplicemente perché pit facili da dise- are rispetto ad altre curve, come la parabola o T'iperbole, Prodlo, nel suo Commento al Libro primo degli Elementi di Euclide, sostiene che le line rette € i cerchi sono fondamentali perché tutte le altre curve, la spi- rale per esempio, di fatto sono una combinazione di movimenti retti ¢ crcolari, Pappo, nelle Collezioni matematiche, conserva. gelosamente la \ivisione tripartita dei problemi geometric in: a) piani, se possono essere costruiti con linee rette ¢ cerchi, 6) solid, se, pet costruirli, sono neces- sarie sezioni coniche, ¢) lineari (0 «tipo linea), se sono necessarie curve pid complicate. portante tenere a mente che Descartes vedra sempre la soluzione ‘bei problemi geometrici prima di tutto in termini di costruzione € non, potremmo presumere, in termini di una soddisfacente soluzione alge- Iwica. Persino nella Geometria, che pubblicd diciotto anni pitt tardi, non si serve mai sistematicamente di un’equazione per rappresentare una curva. In diversi casi tratta le curve senza dare la loro equazione, mentre in altri fornisce lequazione quasi casualmente nel corso della discussione. Descartes considerava l'equazione di una curva come uno strumento, non come un modo di definire © di rappresentare. Ma sto anticipando troppo. Nela lettera del 26 marzo 1619, che stiamo tonsiderando, Descartes non fa menzione della strumentaliti delle equa- tion. Il suo pensiero & dominato dal compasso proporzionale che, afferma, ‘snon & meno certo € geometrico» del compasso ordinario usato pet trac- tiare cerchi. II nuovo strumento non deve essere impicgato fisicamente, 6 sulliciente essere in grado di visualizearlo e usarlo come un espediente Ai calcolo. In altre parole, occorrono solamente carta e penna, dal momento the la natura di una curva si rivela nell'atto di disegnarla, un punto di vista che ha la sua eco in frasi della Geometria come «modi per tracciare € concepire curve» 0 econoscere € tracciare la linea»,* I compasso rimase uno strumento di studio privilegiato per Descartes, Anche quando in seguito si rese conto che la classificazione delle curve era eno semplice di quel che aveva supposto. Nel secondo libro della Geome- fia, fa appello al suo famoso criterio della chiarezza e della distinzione Jer avvalorare il suo procedimento, In riferimento alle line AD, AF, AH ‘acciate dal compasso (fig. 1), Descartes scrive: ss carrroto TER20 Non vedo peri cosa possa impedire che si concepisca la descrizione della pri curva [AD] tanto chiaramentee distintamente quanto quella del cerchio, 0, delle coniche, né cid che possa impedire che si comprenda la seconda [AF], I terza [AH], € tutte le altre che possiamo descrivere, altrettanto bene quanto prima.” O ancora, allinizio del terzo libro, dove il compasso viene nuo introdotto come strumento per ottenere diverse linee medie proporzior dichiara: Per trovare tante medic proporzionali quante ne vogliamo, non credo vi sia m pil fal In eu dimostrecione sa ib evident, di quello dusare le curve d si descrivono con lo strumento XYZ, sopra spiegato."* Se consideriamo il secondo tipo di problemi geometrici menzionati d Descartes nella sua lettera del 26 marzo 1619, li troviamo cosi defini sono quei problemi che possono venire risolti «con linee curve da un unico movimento» 0, come Descartes aggiunge dopo poche rig ‘econ movimenti che sono subordinati gli uni agli altri». Con riferiment alla figura 1, vediamo come un unico movimento continuo e antiot del regolo XY possa produrre una serie di movimenti correlati nei rego DC, ED, FE, GF ¢ HG. Movimenti indipendenti La terza classe di problemi comprende quelli che possono essere risolt il che vale a dire costruiti, con V'aiuto di due movimend indipendent. Desc tes forisce lesempio della quadratrice, una curva che Pappo aveva desc nel modo seguente. Supponiamo che ABCD sia un quadrato ¢ BED quadrante di un cerchio con centro in A (fig. 7). BC si muova uniform mente da BC ad AD, rimanendo sempre parallelo a BC. Nelo stesso t il raggio AE ruota uniformemente a partire da AB verso AD. AE ¢ B raggiungono AD, posizione in cui vengono a coincidere nello st ‘momento. In ogni istante precedente del moto, la linea e il raggio in mo mento individueranno un punto con la loro intersezione, come per ese pio Fo L. Il luogo di questi punti é la quadratrice La quadratrice viene tracciata, quindi, dall'intersezione di una linea om zontale che si muove uniformemente verso il basso in modo tale che suo movimento sia completato nello stesso momento della rotazione forme del raggio attraverso il quadrante del cerchio. Ma il movim« ‘ovvero la velocita, della linea BC non puo venire adattato alla velocita d raggio AE a meno che non si conosca il rapporto trail raggio del cerd LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 9 ‘Un quarto della circonferenza. Dato che la relazione che lega la circonfe- ‘enza al raggio € 2 a, € a non pud essere espresso con un numero intero una frazione intera di un numero, non si pud determinate il rapporto ‘oatto della velocita di BC 0 di AE (vale a dire, * non pud essere rappre- sentato in forma breve e precisa come un decimale periodico; possiamo nente fornire approssimazioni sempre migliori, per esempio 3,1416 ilo il valore 3 +1/7 & troppo grossolano per i nostri proposit) rgomento era intensamente dibattuto proprio ai tempi di Descartes, © Clavius, nel suo Commentario a Euclde, sosteneva che la seguente costru- Hione per punti era soddisfacente. Con un ordinario compasso si divida Varco AC in 2, 4, 8, 16 parti (fig. 8) e con una riga si divida il raggio OA Niello stesso numero di parti Quindi si traccino i raggi, come OB, OE ¢ OF, che tagliano l'arco AC ‘wei punti di divisione, e st traccino le linge orizzontali dai punti corrispon- Alonti K, L, M posti sul raggio OA. T loro punti di intersezione, come N,Q, P, si trovano sulla quadratrice. In questa maniera si possono costruire eometricamente dei punti sulla quadrattice che giacciano arbitrariamente Vicini gli uni agit altri. Se continuiamo a bisecare l'angolo POD, poi la ii meca dalla parte di OC ¢ cosi via, possiamo avvicinarci a nostro piaci- Wento alla posizione D. Ma questo procedimento equivale ad approssi Ware i valore di x. Non comporta un risultato pid esatto o pitt preciso # hon avrebbe fatto alcuna impressione a Descartes.” Net 1619 il compasso proporzionale di Descartes era non solo uno stru- Mento per tracciare curve, ma anche un criterio per la loro accettabilita pmettica, Nel 1637, nella Geometria, Descartes obietter’ ancora contro lla che considera una distinzione fuorviante istituita dagli eantichi» tra ince geometriche e quelle meccaniche, come se le ultime venissero defi- Hite in un modo diverso perché possono venire disegnate solo con uso Figura & «0 caprroto TERZ0 i serumenti. Egl fa notare che la squadra cil compasso usati per tracciare rette ¢ cerchi sono pure strumenti ¢ che non sono pitt accurati del suo compasso proporzionale. E geomettico, dice Descartes, quello che & «pre- iso ed esatto». Ne consegue che dalla geometria a i. semplici, non debbano essere escluse le linee pit! composte a preferenza delle piit sempl wurché sia possibile immaginarle descritte da un movimento continuo, 0 da pit Provimentiche si susseguano l'un Taltro © i seguenti siano interamente determi- nati dai precedenti ‘Questa affermazione non differisce da quella fatta da Descartes nella lettera del 26 marzo 1619 ed é di nuovo seguita dall’esclusione della qua- dratrice e della spirale perché ele immaginiamo infatti descrtte da due movi menti separati non aventi tra loro nessun rapporto misurabile esatta- mente»:* La concoide, tuttavia, ¢ considerata una linea geometrica, La cosa & interessante in quanto Descartes rfiuta la costruzione per punti appro~ vata da Clavius, Ritorneremo su questo argomento in seguito. ‘Descartes non perse mai totalmente 'entusiasmo provato nel 1619. La” serie di movimenti interdipendenti del suo compasso, cuti regolati e deters minati dal primo, possono benissimo avergli dato «motivo a pensare che tutte le cose conoscibili dall’ uomo si susseguissero nello stesso modo». Digresione sulla notazione La notazione adottata Descartes nel 1619 & mutuata da Clavius. I sim= boli fondamentali sono & per il nostro segno di uguaglianza, 0 per indic care Vincognita 0 #, ¢ 2 per il quadrato o x. Dove noi scriveremmo x! ax +b, Clavius nella sua Algebra scriveva 2&0 + N, © Descartes nella sua lettera del 26 marzo 1619, 1 2600 + ON, dove l'aggiunta di tun coefficiente prima di ¢ di N@ poco rilevante, poiché rappresenta numeri che possono variare. Da questa notazione risulta chiaro che Descartes nom cera ancora al corrente degli scritti di Vite e di Ramo 0 di quelli dei loro, allievi, Nel periodo in cui scrisse le Regole per la guida dell imteligenza,intorno al 1628, Descartes aveva considerevolmente migliorato la notazione. I sme bolo & venne sostituito dal simbolo &, mantenuto poi nella Geometria, Si trattava di tradurre un problema geometrico in termini algebrici fine di costruirme la soluzione. Il metodo definitivo non fu messo a punt prima della pubblicazione della Geometria, in cui V'effetivo modo di o Tare di Descartes si pud riassumere in termini familiari ad ogni studem delle superior. I segmenti di linea noti e quelliincogniti vengono identifi ‘ati da letere: le prime lettere dell’alfabeto a, b, ¢... indicano le grande 1A SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 61 note € le ultime lettere, x, , 2 le incognite, I dati¢ le relazioni tra di ess sono espressi con equazioni, in numero pari a quello delle incognite. Que- ste ultime vengono quindi eliminate con passi successivi fino a ridurre il problema a una sola equazione che contiene una sola incognita, Allora |l problema si riduce a risolvere questa equazione, trovare il valore di que- sta unica incognita ¢ quindi derivare i valori delle altre incognite. Questo procedimento non era ancora perfettamente chiaro a Descartes nel 1619, ma anche se lo fosse stato, l’equazione non sempre sarebbe stata sufliciente per i suoi propositi in campo geomettico. Per esempio, se appli- chiamo questo metodo al problema di trovare due medi proporzionali, sey, tta due grandezze date, a e b, otteniamo facilmente 'equazione x' = 4'b, risolvibile algebricamente con risultato x= Va*b. Ma questa soluzione non é sufficiente per un problema geometrico perché non dice come costruire geometricamente la lunghezza di x= Va'b. Descartes, poteva avere quest'ultima informazione soltanto con Vaiuto del suo ‘vompasso. La rappresentazione delle curve Ma in che,modo Descartes giunse alla rappresentazione di curve per mezzo di equazioni? Non disponiamo di un resoconto autobiografico del- J'evoluzione delle sue idee su questo punto, ma fu sicuramente determi- ante la scoperta del fatto che espressioni del tipo « quadrato» nel caso di *' 0 «cubo» nel caso di x’ non individuano necessariamente una data figura, Nelle Regole per la guida dell intelligenza afferma di wessere stato (...) ingannato per molto tempo da tali nomi». Fu parimenti determinante Ja scoperca della stretca analogia tra grandezze continue e discrete 0, come porremmo noi la questione, tra operazioni su segmenti di linea ¢ opera~ ‘“ioni su numeri. In particolare, assumendo unit’ di misura arbitrarie, Descar- {es supponeva che il prodotto tra due linee rette desse luogo a una terza linea retta piuttosto che a un rettangolo, Questa era una delle caratteristi- che dell’ealgebra generale» che desiderava mostrare a Beeckman quando Wi incontrarono nuovamente nell’autunno del 1628. Un approccio simile era di fondamentale importanza per semplificare la rappresentazione delle curve in termini algebrici Gili antichi definivano le curve, ¢ in particolare le sezioni coniche, tra- nite le loro proprieta specifiche, che pero non venivano espresse con equa- von’ algebriche. La parabola rappresenta il caso pit semplice. $i suppon; the PM sia un diametro con P giacente sulla parabola ¢ che PL (detto a ‘cAPrTOLO TERZO latus rectum) sia scelto in modo tale che PL :PA = (BO)' : BA AC (fig. 9). Servendoci dele proprieta dei triangoli simili, possiamo mostrare che per ogni ordinata QV che tagla il diametro PM, vale la seguente relazione: (QV) = PL: PV. Qualunque curva che sods questa proprieth una parabola. Se dse gniamo la parabola su un piano, nosiamo immediatamente quanto a facie proittare la geometria analitca nel pasato basandoc salle opere del anil (fig. 10). Siano PL =a (la misura nota del Jatus rectum) PV=y W=x Dal momento che (QV) = PL: PY, segue che x =ay, che rappresenta 'equazione della parabola espressa in coordinate che ora ‘noi chiamiamo cartesiane. ‘Con il compasso di Descartes siamo quindi in grado di ottenere i valore di x necessario pet risolvere, ovvero costruire, la parabola. Poiché AB _ AC AC AD’ 1A SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE “6 se poniamo AB = a (latus rectum) AC=y AD=x abbiamo aly F =F owvero y= ax Probabilmente linteresse per i medi proporzionali porto Descartes a cscogitare la maniera di descriverli in forma di equazioni. Vale a dire, x ey sono due medi proporzionali tra le due lince rette a ¢ b, ovvero se a J allora II lettore modero, che bene conosce le «coordinate cartesiane», rico- osceri immediatamente nelle prime due equazioni (x? = ay y? = bx) | espressione di due parabole, mentre xy = ab é l'equazione di uniperbole © in particolare di un‘iperbole rettangola. Le cose erano meno ovvie per lv antichi, che utilizzavano una terminologia meno agile ¢ un quadro con- ale di riferimento meno lucido. Tuttavia Menecmo era stato in grado di claborare due soluzioni del problema dei medi proporzionali, l'una basata sullintersezione di una parabola (x = ay) con un'iperbole (xy = ab) ¢ Val- ‘ra sullintersezione di due parabole. La seconda soluzione, che illustrerd in queste pagine, poteebbe essere ata di ispirazione per Descartes.* Siano AO e OB, con AO > OB le due linee date tra cui si devono tro- vyare i due medi proporzionali (x, y). Siano AO =a e OB = b (fig. 11) 7 >, M a N ’ B Figura 11 o ‘CAPETOLO ‘TERZO LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE or pong. i = xe OM =y. Assumiamo ‘Si ponga AO perpendicolare a OB. Siano ON = xe OM = y. di are mealto il problema e che i medi proporzionalisiano OM ¢ ON, tracciati sul prolungamento delle linee OB ¢ AO. ‘Si completi il rettangolo OMPN. Poiché vale seri utile ai fonditori di campane mentre quella francese sottolinea che sar trovato pratico dai costruttori di organi Il silenzio di Descartes circa la dimostrazione, dichiara Mersenne, é solo tun esempio della sua eccessiva modestia Voglio qui aggiungere un modo geometrico di trovare i medi ional che AQ _ OM _ ON. 1 sppoptia sos sll parol E Sina scpern di na dche mene higfod virend OM ON OB ‘un uomo la cui modestia & cosi grande che non vuole far conoscere la sua abbiamo: identiea* OB OM = (ON)' = (PM) (oppure #° = 49), I metodo, cosi come &citato negli Harmonizorum instrumentorum libri TV, fu probabilmente messo a punto da Descartes stesso. Presenta l'interessante particolarica di non essere cosi perspicuo come Descartes avrebbe facilmente potuto renderlo, e suona come segue (fig. 12) $i descriva la parte DA di una parabola il cui vertice A dista dal fuoco O un quarto nee date, per esempio della linea m. Si prenda sull'asse della parabola WA = 1/2 m, e'a partite da B si tracci BC = 1/2 m perpendicolarmente all ase. Poi con C come centro si tracci un cerchio di raggio CA che tagli la parabola in D esi trace DI perpendicolare allasse. DI sara il medio proporzionale pit grande, {Api piccolo. Sen anende la dimostazon,isieme a mole ake cose da inventore.”” in modo che P gjace su una parabola di vertice O, asse OM latus rtm OB. ‘Allo stesso modo. possiamo mostrare che { AO- ON = (OM)! = (PN)' (oppure y' = bx), latus rectum AO. i hhe P giace su una parabola di vertice O, asse OM & " ions qund ‘i eatiene dalla costruzione di due parabole con ve caratteristiche date. Il punto di intersezione P fornisce la soluzione, perc! dllora abbiamo i valori x= PM ¢ y= PN per la serie AO. PN. PM. PN PM OB Descartes era preoccupato che le sue conoscenze parigine, Mersenne, Roberval e Mydorge tra gli altri, trovassero la procedura troppo semplice, ¢ fee oscuro il fatto che m @ il latus rectum facendo riferimento all’eguaglianza th AO a 1/4 m invece che a 1/2 n, come é (vale a dire, 1/4 m = 1/2 n). La cosa, cuttavia, fu immediatamente evidente per Roberval e Mydorge, J quali misero in evidenza che la costruzione & molto pit facile da com- rendere se il latus rectum AB si identifica con m, ¢ se AO viene eguagliato 41/2 meBCa 1/22, cos allora OC" giace sulla parabola, Ecco la costru- Jone di Roberval, giustamence lodata da Mersenne come «la pitt semplice Moperta fino al momentos: Siano m,n le due lunghezze date tra cui si devono trovare due medi Un nuovo metodo : impossibile determinare con certezza la data, ma forse gia nel 1620) ee iunse a un ala svota di grande importanza. Eli ebb chara che due medi proporzional si potevano individuare non slo con il 8 compaso, ma anche servendosi di una parabola e di un cerchio, dung delle sole sezioni coniche. Egli accennd tale scoperta agli amici di Pat ed {quando vi soggiornd trail 1625 e il 1628, ma tacque Ia dimostrazione Progoional ig. 13. primo riferimento a una questione del genere in un lavoro a stampa c i disegnino AE = m e EH = perpendicolare ad AE. sre dieci anni pid tard in due ibri di Marin Mersenne che rat , Si , vA AE a meti nel punto B esi innalzi BC = 1/2 EH perpendico- aoe yrono pubblicati nel 1636, gli Ha He I ee Ny enn br ectio Kame Cong Ace pc pr Hl 2 pam entrambe le opere &trattata la teoria musicale ed &riconosciuta I Poche AC= CH= CE, del metodo di Descartes per la suddivisione della scala in to issando AE come asse € A come vertce, si disegni la parabola AGD Povmitoni, Viene cosi avvalorata Ta nostra ipotesi circa il fatto che wate AE come latus rectum e che tagli il cerchio in G ¢ D. care ose volvo a considerare i medi proporzionali i relaione Si disegni DI perpendicolare al prolungamento della linea AE ocean musieale. La versione latina aggiunge che il metodo si di DI¢ AT saranno i due medi proporzionali ‘cAPrTOLO TERZO N&O > & Figura 14 La dimostrazione consiste nel mostrare che = DL _ AL ‘Al EH comettia € juesto & possibile con considerazioni di clementare geomet dea Raber ser della setima poposuione del Lb sewn dt Ea Mydorge ricorse invece ai triangolisimili, un metodo preferito an Descartes, il quale in seguito ne parld alla principessa Elisabetta come cuore del suo procedimento geometrico.” 1A SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE « Nel 1632 i medi proporzionali dovevano essere nuovamente argomento di attualita a Parigi, dal momento che Mersenne fece pervenire in Olanda a Descartes una dimostrazione che con tutta probabilita ¢ quella di Roberval. Descartes ostentd una totale indifferenza ¢ ricorda a Mersenne di non aver ‘mai trovato difficile la dimostrazione e che a Mydorge ne era venuta Idea volo vedendo la costruzione. Sarebbe stato meglio, aggiungeva, mostrar loro il metodo per la tisezione di un angolo «che vi ho dato nello stesso periodo ‘dllalero, se la mia memoria funziona ancora bene. Questo é un po’ meno facile ei signor Mydorge ammise di fronte a me di non essere stato capace di twovame la dimostrazionex. Descartes dovrebbe fare riferimento alla figura del Libro terzo della Geometria (fig. 14) dove troviamo una dimostrazione lclla trisezione dell’angolo, che ora viene chiamata «facile da constatare con Vaiuto del calcolo (ainsi qu'il est aisé é voir par le caleul)».” Qui la faciltd sembra in gran parte una questione di familiaita acquisita con gli anni! Il segreto universale Dopo aver scoperto che era posibile trovare due medi proporzionali ser- vendosi di una parabola ¢ un cerchio e che questo metodo si traduceva in una equazione cubica, Descartes volse Pattenzione a studiare se tutte le equa- tion di terzo e di quarto grado non si potessero risolvere in un modo simile. | primi successi in questo campo sono riportati da Beeckman in una annota- tione del Journal, qualche tempo dopo la vista fattagli da Descartes a Dor- tirecht nel'ortobre 1628. La soluzione é gia completamente sviluppata ¢ non differisce da quella data in seguito da Descartes nella Geometria, dove iwostra come ridurre ogni equazione di terz0 0 quarto grado alle forme” x= tapeta'g xt = apr! ta'g tr, Descartes denomina «solidi» i problemi che si possono costruire con {\vesto tipo di equazioni. Questi problemi possono tutti essere risolti (cio® osteuit) con 'ausilio di un cerchio e di una parabola. Descartes fornisce quattro casi illustrativi per il valore a= 1 xt=px'— qx tr a = pei-qetr Q pr ge-r 6) x=aq “ ia ‘carrro1o TERZ0 LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE “ i ai inserire d 1 caso (4) cortisponde al problema iniziale di Descartes « linee medie proporzionali tra due linee date, perché se a ¢ q sono le lin date, allora Si prenda sull’asse il segmento CD = 1/2 p. Si disegni DE = 1/2 q perpendicolarmente all'asse. Su AE si stacchi il segmento AR = r e sul prolungamento di AE il seg- mento AS = a. Si descriva un cerchio di diametro RS. Si disegni perpendicolarmente a RS il segmento AH che tocca il cer- chio in HE ‘Si tracci un cerchio con centro in E ¢ raggio EH. Si disegni MK = ED. Si unisca M a E. La radice positiva dell'equazione & GK, quella negativa FL. © quindi in modo che Dimostrazione Allora Siano GK = x, AK = y ¢ a= latus rectum = 1. Dato che x* = ay, segue che x? = y. Ora Riporto ora come Descartes dimostra la valid del suo procedim KK — AD per il caso (1), vale a dire quando x* = px? — qx +r = (AC + CD) = -Gttp 3P-3- Si dsegni la parabola FAG, avente per ase ACDK e si ponga AC = 1/2 dove a= latus rectum (fig. 15). (DK)’ = (EM) Spe me tap typ ty DE= KM =44. (GM) = (GK + MK = + get hg? (EG) = (EM) + (GM? sapetgetigttp+dpad AY = (ADy + ED) = Lp +4 g? Dato che (per Euclide, Libro sesto, prop. 13) (AH)? = AR - AS, e(AR) = 1, AS =1, allora (AH)? = 7, Ora (BH) = (EA) + (AH) = hg +h p'+ipt ier Dall uguaglianza (EH)* = (EG)*, otteniamo Figura 15 pe ge tr. fo carrroto TERZ0 Quando, nel 1628, Descartes comunicd a Beeckman i suoi risultati, era convinto di aver realizzato una scoperta rivoluzionaria¢ il tono della comu- rnicazione non lascia dubbi in proposito: essa costituiva il segreto universale per risolvere con linee geometriche tutte le equazioni di terzo © quarto grado." A sua volta Beeckman, riportando nel Journal la costruzione di Descartes, rilevava: Il signor Descartes ha una stima cosi ata di questa invenzione da dichiarare dt rnoneaveme mai fatta una pid grande o che nessuno ne abbia mai farto una che sia maggiore in questa materia.” Otto anni pit tardi, nella Geometria, Descartes ricordava il suo success, ma con un tono molto pitt sommesso: ra, quando si certi che il problema propostoé solido, sia che I'equazione ¢ cei ne cerchiamo la soluzione salga al quadrato del quadrato, sia che salga tanto fino al cubo, & sempre possibile trovamne le radici tilizzando una qui {delle ere sezioni coniche o perfino qualche parte di una di esse, anche se pict ‘ima, non servendos per il resto altro che di rette cerchi. Qui per® mi accont ‘er di dare slant una regola generale per ware tat Te radici per mezzo tuna parabola, giacché essa, per alcuni asp, la pit semplice di queste curve Questa dichiarazione & ben diversa dal precedente proclama trionfa fatto a Beckman. Infatti Descartes ha compreso che altri tipi di sei coniche potrebbero servire altrettanto a quel fine ¢ che per alcuni probl esse sono effettivamente pitt semplici ¢ pit pratiche. Tl ridimensionamento della sua scoperta non dovrebbe farci dimen care il significato eccezionale, anzi unico, attribuitole originariamente Descartes. Potrebbe benissimo essere stata la brillante intuizione a da Descartes nell'anniversario del suo famoso sogno del 1619, ann nel quaderno di appunti: «11 novembre 1620, ho cominciato a compt dere il fondamento del mirabile ritrovato»." La dlassficazione delle curve La scoperta che una parabola ¢ un cerchio erano sufficienti non per trovare medi proporzionali, ma anche per rsolvere le equazioni dit € quarto grado, cbbe un ruolo notevole nell evoluzione delle ee di sulla classificazione delle curve.”* ‘Nel 1619, la distinzione tra curve geometriche ¢ non geometriche si basava sulle equazioni, ma sulla facilita con cui le curve venivano | i strumentalmente» con un movimento continuo del compasso. “bbiamo visto, Descartes sosteneva che le curve tracciate dal suo com LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 1 wi potevano concepire chiaramente e distintamente, ma deve ben presto aver capito che le equazioni di simili curve sono complesse. Se volgiamo 'attenzione al diagramma del compasso di Descartes (fig 1) {poniamo YA = YB= a, YC= s, CD = y, YD = 2, troviamo faclmente le equazioni della curva disegnata da D quando il compasso viene apert Viangoli YBC e YCB sono rettangol, quindi simi. Allora, YD _ ¥C YC i‘ = vale a dire = Se quind = Ma nel triangolo YCD vale (YD) = (YC)? + (CD)*, aetty! Quindi, dato che 2 = *-, equazione della curva AD & saa ty). Allo stesso modo, mentre il com i i . il compasso viene aperto, il punto F dise- fh le curva AF e punto H la curva AH. Conftomando i wiangol si Ini, troviamo altretanto facilmente che Vequazione della curva AF & Wea hae € quella della curva AH é x" = a'(x" + y’)’, B chiaro, uttavia, che la semplicita della costruzione «me 2 i a Wiel prado delle equazioni Ean Questo potrebbe non avere turbato Descartes non aver cartes inizialmente, perché egli hon considerava un’equazione come una rappresentazione Eee ta cura Nal 1619 is slo citer pe sable acetal dlle ve in geometria imponeva che esse potessero essere disegnate Iovimento continuo 0 con due movimentireciprocamentesubordina¢ Igolati. Ma, come abbiamo appena visto, le curve prodotte in questo modo fosson esere molto comple dal punto di vista algebrio, Descartes fic a questo problema nel Libro terzo della Gama, dove convenne ty dovremmo scelee la cuva pit splice per la coxruzione di ogi pe blemay. Lo sviluppo successive rivela un certo imbarazzo: Aleve poi ancora osservare che non debbono essere st a Plano que curve che posono eaee decrepit apevolneme nf uel che Priiono ls coorurione ola dimosrarone de preblens propoms at al na Hopratwtco quelle che sono del pid semplice genere che poseascrvire a deter ye la quantita cerca," Allora per semplice si intendeva del grado pit basso possibile e Descar- S applica questo criterio al suo compasso come generatore di curve. Da rl cartro1o TERZ0 ribadisce che «per trovare tante medie proporzionali quante ne vogliamo, non credo vi sia modo pitt facile ¢ la cui dimostrazione sia pitt evidente>, Dall'atra, visto che i medi proporzion: no trovare con. sezioni coniche le cui equazioni sono pit semplici di quelle delle curve ‘AD, AF o AH, Descartes ammerte che eusarle in geometria sarebbe un ‘rrores.” Si vede cosi chiaramente come Descartes giunse a riconosce Vincompatbilité trail suo criterio strumentale e quello algebrico per clasifi- care le curve come entita geometriche. Se, per la scelea del metodo di ris Tuzione dei problemi, dobbiamo lasciarei guidare dalla semplicti dell’ quazione, allora dovremmo anche tenere i nostri compass permanentem chiusi! Questo non é specificato da Descartes, naturalmente, ed eghi stava solamente distogliendo gli occhi da una conclusione spiacevole. Se bene le proprieta di una curva possano essere espresse nella sua equazior Descartes non pensava che questo fosse sufficiente, come sottintende seguente brano tratto dalla Geometria: (Ora, peril slo fatto che, come sopra é stato spiegato, conosciamo la relazi che intercorre tra tutti i punti di una curva € tut quelli d’una retta [ciog, qui Se ne conosce l'equazione|, é facile trovare anche la relazione sussistente tr3 punt, cut gli altri e linee date. Da cid possiamo poi conoscere i diamets, eee. i cent, alte Hinee © punti, con cui ogni curva avri qualche relazione pit ticolare o pia semplice che con altri, ¢ immaginare cost diversi modi per tali curve, scegliendo tra essi i pid facili”” una parte Questa citazione rivela che benché le equazioni contengano infor zioni sulle proprieta delle curve, non forniscono una rappresentazione tiente dalla loro tealti geomettica. Dobbiamo ancora simmaginare vari di descrivere la curva e scegliere quelli pit facili» Le equazioni algebriche rimarranno per Descartes essenzialmente serumento per la costruzione dei problemi geometrici ¢ per la loro class cazione, Nella maggior parte dei casi, Descartes conclude il calcolo ver nemmeno scritto esplicitamente l'equazione della curva, Nella ‘etria non vengono date neppure le equazioni delle curve AD, AF ¢ disegnate dal compasso, Se non @ possibile mettere in relazione con una coordinata ret ogni punto di una curva tramite un numero finito di operazioni algebi che, la curva non & geometricamente accettabile. Descartes era di q pinione, ma non fece mai il passo successvo di dfinireefferivamente curve geometriche come oggett che ammettono equazioni algebriche, poi cli era sopratcutto interessato al modo in cui le curve venivano dise La generazione successiva di matematici si accontentd delle equazio non presto attenzione al modo in cui di fatto si costruiscono le curve, mendo una posizione che avrebbe sorpreso Descartes LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE ” Ul problema di Pappo Nel 1631 Descartes fu interpellaco dal matematico olandese Jakob Golius sul celebre problema di Pappo. La risposta originale di Descartes ¢ andata perduca, ma dalla lettera a Mersenne del 5 aprile 1632 ci é noto che per risolverto egli aveva impiegato sei settimane.” Il problema ha una posi- sione di ilievo nella Geometria ¢ Descartes sosteneva che la sua soluzione «ra una delle prove della superiorita del suo metodo L’analisi della que- svione ci sari utile per comprendere meglio la matematica cartesiana Il problema si presenta come segue. Sono date n linee rette. Da un junto ¢ si tracciano delle linee che formano un certo angolo con le linee precedent. Se m = 3, il rapporto trail prodotto di due delle lince uscenti ce il quadrato della terza & noto, Se m é pari e maggiore di due, il ray nito tra il prodotto di n/2 linee che partono da ce il prodotto delle iltre n/2 linee & noto. Se m é dispari e maggiore di tre, il rapporto tra il prodotto di (a + 1)/2 linee e il prodotto delle altre (n — 1)/2 linee con tina linea data & noto. Si chiede di trovare il luogo dic. Nel Libro primo della Geometria, Descartes ottiene la soluzione per il tuo in cuin = 4, val a dre, quando le quattro linee rewe AB, AD, EF {iH sono date Per applicare la sua analisialgebrica, assume AB (fig. 16) ome linea di riferimento e la indica con x, CB rappresenta la linea trac- tiata da una possibile posizione di c in modo da intersecare AB con un Angolo dato e si indica con y. In questo procedimento é implicta la strate- in fondamentale della geometria analitica, se si eccettua il fatto che le coordi- Ate x €y non sono ad angolo retto. Nella Geometria Descartes modifica Figura 16 1” carrrovo TERZ0 LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE 1s sempre il sistema di assi per adattarlo al problema e non compaiono ma quelle che noi indichiamo come coordinate cartesiane ‘Dopo aver denominato x € y queste due lince (fig. 16), Descartes most come sia possibile esprimere in termini di queste le lunghezze delle al Tinee che escono da ¢ per arrivare ale linee date a data angolazione. Molti= plicando queste espressioni si ottiene ua'equazione il cui grado dipende Ual numero delle linee (nel caso di quattro linee, l'equazione é di secondo, grado), Descartes riteneva che la curva rappresentata da queste equazioni Tosse il luogo geometrico di «:* ‘Ma scrivere 'equazione non basta a risolvere il problema di Pappo: Occorre ancora trovare la curva, ovvero occorre ancora costruitla. 11 metodo, di Descartes consisteva nella scelta di un valore arbitrario per y (nel nos diagramma la lunghezza di BC) ¢ nella costruzione geometrica del cort spondente valore di x. Iterando il procedimento e scegliendo ogni volt valori diversi per y, individuava sul luogo quanti punti voleva, La c tiome per punti non & una costruzione per mezzo di un movimento com Ti procedimento conduce solo a un numero fini di punti arbitrariam determinati. Dal momento che Descartes nel marzo 1619 aveva stabi la necessiti del movimento continuo per la costruzione di una curva geo ‘metricamente accettabile, ovviamente si trovava di fronte a un problemi Questo non significa che lo abbia affrontato direttamente, ‘Nel Libro primo della Geometria ne tratta per omissione, Ovvero afferma che la sua costruzione per punti possa essere considerata una cos zone del luogo della curva, Allinizio del Libro secondo, Descartes indie ome si poss trovare la posizione dei vertici, degli assi, del Jatus ‘e del latus transversum nei casi in cui sono coinvolte tre o quattro line (fig. 16). Nella notazione che ci & familiar (ciot quando il verice sevione conica si considera come origine ¢ I'asse delle « & lungo il diam tro), otteniamo le formule y? = ax (parabola); y? = ax — a/ba (ellisse) "= az + a/bx® (iperbole). In questo modo si ottiene una rappt “ione della curva identificandola come sezione conica (per esempio un’ tun'iperbole) e formendone i parametri. Qui Deseartes mise a frutco la conoscenza dello studio di Apollonio delle sezioni coniche. Nei casi pl complessi, con cinque ¢ pit linee, non si poteva ricorrere ad Apollon ¢ Descartes dovette affidarsi alle sue sole risorse Descartes non tentd affatto di mettere a punto un metodo ger ma si concentrd su duc esempi di un luogo a cinque linee (fig. 17). In q sti casi, quattro delle lince date vengono scelte parallele ed equidist Ta quinea linea & perpendicolare alle precedenti e cuti gli angoli dati son ret. Nel primo caso, Descartes mostrd che il luogo era una parabola (con Figura 17 sciuta in seguito come «parabola cartesiana»), precedentemente introdotta nel Libro secondo come la curva descritta dal movimento combinato di \una riga e di una parabola. Per il secondo caso, formulato in modo poco thiaro, diede una proprieti del luogo da cui si pud derivare al pitt una costruzione punto per punto. Egli non dice come si possa disegnare il ogo con un movimento continuo, ma dichiara semplicemente: «Non mi sono Infatti proposto di dir tutto, ¢ avendo spicgato il modo di trovare un'infi- hit di punti per i quali esse le linee] passano, credo aver pure sufficiente- mente indicato il modo di descriverle».* Costruzioni per punti Descartes deve quindi considerare le costruzioni per punti ¢ lo fa nella serione successiva intitolata «Quali sono le curve che descriviamo trovando Jarecchi dei loro punti © che possono essere accettate in gcometria» ‘Come abbiamo visto in precedenza, Descartes escludeva le costruzioni 4 punti della quadratrice e della spirale di Archimede. Ora spiega la dif- Henza tra queste costruzioni inaccettabili ¢ quelle che invece ammette: iM sembra anche opportuno notare che una grande differenza tra questo modo lwovare parecchi punti per tracciare una curva e quello di cui ci serviamo per Aeserivere la spirale ¢ curve simili.Infati, in quest’ultimo modo, non troviamo Huliferentemence tutti i pune della curva che cerchiamo, ma soltanto quelli che gusono esser determinati da qualche misura pid semplice di quella che & ono ct de q pi semplice di quella che & richiesta 6 ccaprroto THRO In altre parole, curve del tipo della quadratrice potrebbero essere costruite solo a fea dda punti spec Nel caso della costruzione di Clavius desritta sopra, questi sono i punt che troviamo in seguito a bisezioni successive, Le carve che Descartes accetta come geometriche ammettono una cost zione per punt in cui ogni punto pud, in linea di principio, venire conn Possiamo capire quello che Descartes aveva in mente se consideriamo concoide, che egli esplicitamente menziona € della quale nota la co tione pet punti per Ia essenziale differenza rispetto a quella della qu trice di Clavius. ‘Questa curva ha la seguente propricti fondamentale: se si traccia raggio vettore a partite da C fino alla curva, come CQ, la lunghezza d tninata sul raggio vettore tra la curva e la linea recta a @ costante. (Ni figura 18 questo significa che RQ = R’Q’ ) Una possibile costruzione pm la seguent: si scelga un qualungue punto R sulla linea news @ § disegnil segmento CR protungandolo fino a Q, ottenendo cosi la RO, Si scelga «indifferentemente» qualungue altro punto R’ ¢ s ripe seessa operazione costruendo R’Q” = RQ. Questa operazione pud v Fipetuta un infnito numero di volte e permeste quindi di costruire {punt della curva, Questo era suficiente, secondo la concezione di . per stable una corispondenca tral costruzione pet puns sinliferen f quella con tun movimento continuo: Infine, questo modo di descrivere una curva trovando indifferentemente p: uot punt non dev'essere dl tutto esclso dalla geometra, giacché riguanda fante Te curve che possono essere descritte mediante un moto continua In assenza di qualunque dimostrazione, questa é solo una ardita su sizione che cerca di passare per una decisa asserzione. "importanza delle costruzioni per punti ¢ ancora pi evidente qu Descartes afferma la rilevanza della sua matematica per lotica. Le 1A SVOETA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE ” che introduce hanno la proprietd di far convergere i raggi di luce in un ddeterminato punto e sono di reale interesse per lottica fisica, ma Descar- {es non fornisce alcuna indicazione su come esse possano venire costruite con un «movimento continuo € regolare» Ecco un riassunto della descrizione della prima ovale (fig. 19). Due lince st intersecano formando un angolo dato arbitrario nel punto A. IL tupporto tra AF ¢ AG & noto, Sull'atra linea si stacchi il segmento AR = AG, L’ovale viene costruita nel modo seguente. Si consideri un punto rbitrario K su AG. Si disegni un cerchio di centro F e raggio PK. Si tracci |i linea KL perpendicolare ad AR (ne segue che AL/AK = AF/AG per- thé i triangoli ALK e ARG sono simili. Si disegni un cerchio di centro G © raggio RL. [due punti M e N dei due cerchi giacciono sull'ovale. Ripe- {endo questa costruzione a partire da altri punti K posti su AG, si possono ubitrariamente trovare molti punti dell ovale. Dopo avere accresciuto il numero di metodi geometricamente accetta- Will per eracciare una curva, passando da quello basato sul movimento con- {inuo ¢ regolare dei bracci di un compasso alla costruzione per punti, nel Libro secondo della Geometria, Descartes introduce un terzo modo per rap- jesentae le curve, owvero quello che si avwale di corde, Descartes fa esplicito {ilerimento alla Diottrica, dove descrive i metodi impiegati dai giardinieri dare alle aiuole la forma di un'ellisse 0 di un'iperbole.* Nella figura 20, annodate le due estremita di una corda BHI, la si fa ysare intorno ai due pioli H e I piantati in terra. La corda viene tesa Wh vn perno tracciante e viene fatta muovere intorno ai due pioli. Si descrive ‘sl un‘elisse con fuochi in He 1 Per otcenere un'iperbole, i pioli vengono ancora piantati nei punti © I (fig. 21). Un regolo AX viene imperniato in I ¢ una corda sermente pitt corta viene fissata in He sul punto X della riga. La corda ine tesa da un perno tracciante B, che viene mantenuto premuto contro regolo. Figura 19 1% caprroxo TERZ0 Figura 20 Figura 21 Quando si fa girare il regolo intorno al punto I, mentre B resta attacc al regolo e HB viene tenuta tesa, B descrive un braccio di un'iperbole hai fuochi in J e H. Nella Diottrca, Descartes aveva illustrato come un giardiniere costrut sce un'elisse dicendo che sebbene questi la descriva «in un modo « mente asai grossolano ¢ impreciso, tuttavia faceva «comprendere la natura meglio della sezione di un cilindro o di un conos (ciot la spi zone usuale).” Siamo testimoni in questo punto della tensione, nel siero cartesiano, tra la maggiore chiarezza di un disegno tracciato con strumento ¢ le sezioni del cono, che tradizionalmente erano maggiormn accettate Geometrico ¢ non geometrico Quando scrisse la Diotrica, intorno al 1632, Descartes non dava ‘costruzioni tramite corde dignita di autentiche rappresentazioni geom che di curve. Ma quando serisse la Geometria quattro anni. pitt tardi, ef ‘ormai giunto a considerare alcune costruzioni tramite corde allo stesso delle costruzioni con strumenti simil al suo compasso. Turtavia De perseverd nella sua obiezione contro i procedimenti che introducevano rapporto tra le linee rete € quelle curve, che egli considerava essenzi mente inconoscibile: LA SVOLTA NELLE DISCIPLINE MATEMATICHE, 9 Infatti, nonostante in geometria non possano accogliersilince simili a corde, tal tio’ che possan divenire ora rette ora curve (€ questo perché non é conosciuta Ii telazione che sussiste tra le rette€ le curve, € non potendo neppure ~ almeno redo ~ divenir mai nota agli uomini, nulla se ne potrebbe concludere d'esatto © ii certo), tuttavia, dato che in talicostruzioni ci si serve di corde soltanto per \leterminare rette la cui lunghezza @ perfettamente nota, non v'é motivo che ct \mponga di rifiutarle.* Per Descartes l'assenza di un rapporto rigorosamente misurabile é l'os- vervazione essenciale, Per questo motivo la separazione tra curve geome lviche e curve non geometriche poggia in ultima analis sulla sua convin- jione che le proporzioni tra lince curve ¢ linee rette non possano essere \ndividuate esattamente, Questo punto di vista era profondamente radi- ‘ato nella pratica matematica contemporanea ¢ risale fino ad Aristotele, sotto la cui bandiera Descartes inconsapevolmente si schierd.”” 1a convinzione di Descartes che l'esatta relazione matematica tra linee curve e rette sia in linea di principio, inconoscibile, spiega il motivo per ui la prima rettificazione di curve algebriche (cioé di curve geometriche, secondo Descartes) nei tardi anni cinquanta del secolo xv apparve cost Jrofondamente rivoluzionaria. Le frontiere del conoscibile vennero lette- rte spinte pit in lil” Descartes potrebbe aver accordato la propria benedizione ulffciale alla co- sururione per mezzo di corde, che egliimpiegava come pure e semplicirap- jresentazioni immaginative nella Diotrza incoraggiato dal fatto che esse po- fevano essere usite al posto delle costruzioni per punti per rappresentare le sue vali, Poco dopo nella Geometria si avvale egli stesso di questa possbilita* Fcco un riassunto della costruzione tramite corde dell'ovale di cui Abbiamo gia considerato le costruzioni per punt (ig. 22). FE é un regolo © carrroto TERZO 1A SVOLTA NELLE DISCIPLINE. MATEMATICHE a La questione é interessante in previsione del fatto che Descartes fece fava pasar intorno al polo K per poi ton ‘empre pit affidamento sui metodi algebrici quando si rovd ad affroncare fino al piolo G e ivi fermata. La corda viene mantenuta tesa anes il ‘ problema & ins ie nus ae eee e eee eee cs ¢; mentre il egolo gir intomo a Fl moro del pang Soni algchvihg? Ua tions f-couneman nea. sea tomtesons culiionall deserts Lover sa della geometria, intesa come costruzione di un problema, ¢ nella sua con- \inzione che solo quando Vintersezione delle curve veniva tracciata da un nico movimento continuo, ¢ quindi resa visiile all'occhio o all'immagi juazione, era possibile avere una concezione cbiara e distinta della soluzione jeometrica, Egli non avrebbe potuto rinunciare a tale criterio senza lasciare ‘cura la condizione di una data equazione algebrica. Mentre i matematici in seguito avrebbero considerato le curve cosi costruite come puri ¢ sem- plici luoghi geometrici, definiti quindi da un'equazione, Descartes invece fece sempre molta attenzione al modo in cui la curva veniva effettivamente {iucciata, Anche se una considerevole parte della Geometria & dedicata alle Aecniche algebriche (quale la riduzione delle equazioni, la semplificazione ‘hi termini di un’equazione, la trasformazione delle radici negative in radici positive ece.), Descartes non defini mai geometriche quelle curve che ammet- ono equazioni algebriche. Descartes era convinto che ill problema di Pappo e altri che aveva risolto, giunse a definire come geom 7 400 |'aiuto di equazioni algebriche avrebbero potuto essere risolt, in linea mento continuo o da una serie di movimenti interdipendenti, come qu W principio, con movimenti continui. Per questo motivo escluse coerente- dei regoli del suo compasso, tutti governati ¢ determinati dal movie uence la possibilita di ritenere geometriche le costruzioni per punti o tra- del primo nite corde, che mancavano di «precisione» a causa dell'incommensurabi- Nella primavera del 1619, poco dopo aver esposto a grand line il ih tra linee rette e curve. Descartes era vittima di un'eccessiva fiducia nel programma a Becckman, Descartes comincid a considerare la possi ino cas0, e de pessimismo nel secondo. Se s spingeva troppo oltre quando 4 trovare i medi proporzionali servendosi delle sezioni coniche lermava che la sua costruzione per punti era soggetta a una costruzione che lintersezione di un cerchio e di una parabola risolveva tutte le eq yh un movimento continuo, sottovalutava la mente umana quando faceva Conelusione [Abbiamo visto come Descartes si lancid nella riforma della geomet dopo aver scoperto che il suo compasso consentiva di trovare medi ‘zionali e di tracciare curve di crescente complessita j Le parti del compasso proporzionale di Descartes scorrevano lungo lin rette € il regolo superiore, se aperto, descriveva un cerchio; il disposit «i poteva quindi considerare come tna generalizzazione della riga e del passo,strument di cui sera servto Eucide negli Elementi. General in geometria si riteneva che la soluzione di un problema consitesse sua costruzione e Descartes allinizio penso di classificare le curve in Zioni di terzo e quarto grado. In una data che non ci é nota, ma che ware per impossbile la retficazione delle curve. probabilmente posteriore al 1628 (dal momento che non fece cenno Questi punti deboli non dovrebbero impedirci di riconoscere l'impor- cosa quando incontrd di nuovo Beeckman nell’autunno di quel!’ anng wa del lavoro di Descartes. Dei tre grandi problemi dell'antichita, la dupli- Descartes estese la sta ricerca alle equazioni di quinto ¢ sesto grado € jone del cubo, la trisezione dell'angolo ¢ la quadratura del cerchio, egli sci a risolvere le sezioni coniche divenute note piit tardi come «paral ile i primi due con metodi della pid grande ingegnosita, caratterizzati cartesian». Questo risultato spinse Descartes a considerare, per classifi lls facile applicazione per chiungue fosse in grado di aprire e chiudere Je curve geometriche in base alla loro semplicit, il grado dell'equ compasso. Semplificd la notazione algebrica ¢ diede inizio a un nuovo piuttosto che la facilita di costruzione per mezzo di uno strumento. » nel campo della geometria, scoprendo che le equazioni algebriche hon rinuncid al suo primo criterio, e nella Geometria fece ricorso a ent utili non solo a classificare le curve geometriche, ma anche a realiz~ sebbene avesse riconosciuto che classificare i problemi relativamente Ja costruzione pit semplice possibile. Introdusse le coordinate per cui facilita della costruzione non coincideva con Ja classificazione delle Wstamente ricordato, e fu nel suo nuovo mondo di relazioni che i mate- ivi del secolo xvut fecero il loro ingresso con orgogti. spondenti equazioni secondo il loro grado.

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