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Salvare il pianeta.

2000 anni fa o più iniziava la magnifica e strana storia di una specie


destinata a regnare sulle altre grazie alla sua brillante intelligenza, la
storia di un percorso veloce ma non semplice che avrebbe portato l’uomo
in cima alla piramide animale. Grazie alle sue capacità si è fatto strada per
millenni e millenni non curante dell’impatto che la sua sviluppata
intelligenza avrebbe avuto sull’ambiente. Ha distrutto, sfruttato, costruito
secondo il suo piacere. Perennemente in cerca dell’inarrivabile e
dell’infinito dava sfogo ai suoi desideri inghiottendo paesaggi e nature
incontaminate, calpestando creature e soffocando la terra.
Oggi, la razza umana si è spinta troppo in là preso da un incontrollabile
istinto d’azione e di aspirazione alla grandezza.
Oggi Bisogna reinsegnargli a vivere nella natura e con la natura, a
rispettarla e apprezzarla.
Riduciamo gli sprechi, i consumi, piantiamo nuovi alberi, revitalizziamo il
pianeta, questa è l’unica strada per evitare che le nostre azioni ci
distruggano.
I ricercatori lavorano incessantemente per trovare nuove fonti
energetiche oppure strade per riutilizzare materiali ed apparecchiature. A
noi ciò che viene chiesto è di dividere in ostri rifiuti e organizzarli per
categorie. Perché non farlo? Si costerà qualche sforzo in più ma è
necessario per preservare ciò che noi oggi conosciamo. Si pensi che con
quella bottiglia di plastica messa nel posto giusto si potrebbe creare
un’opera d’arte contemporanea ed esporla in un museo al posto di
trovarla per terra in un bosco insieme a mille altri rifiuti. Voglio
sottolineare quest’ultima parola; il rifiuto non è quello che si getta nel
mastello e che sarà poi riciclato e usato in mille modi diversi ma quello
che non ha la possibilità di una seconda vita; quello si che è rifiuto. Così
come lo è l’acqua che viene lasciata scorrere inutilmente o intrisa di
saponi in quantità superiori alla necessità.

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