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MARXISMO

LENIN

Ci deve essere un partito comunista che rappresenti gli interessi degli operai (avanguardia
rivoluzionaria). Questo partito deve raggiungere la rivoluzione e instaurare il centralismo democratico,
quindi mantenere una relazione amichevole tra le diverse correnti comuniste dentro il partito unificato
leader del paese. Lo stato é concepito come un governo centrale forte (possiede poteri esecutivo e
legislativo insieme) che, dovendo mantenere una nazione gigante, si suddivide in regioni; i funzionari
hanno un pagamento controllato dallo stato per evitare che si crei la burocrazia e l’esercito rosso é
permanente (viene rinforzato dal popolo in caso di guerra).

Ha fondato la Terza Internazionale (congresso mondiale rosso) nel 1919 dopo notare che la rivoluzione
bolscevica morirebbe senza il sostegno di piú paesi: l’URSS ha passato per un periodo difficile negli anni
prima della NEP (nuova politica economica), in cui ha liberato di piú i mercati per la crisi economica.

Teoria dell’imperialismo: Lenin credeva che l’imperialismo (tendenza a conquistare altri territori per
mantenerli come colonie della propria nazione) fosse la massima espressione del capitalismo e che
questo avesse lasciato come conseguenza uno strato di aristocrazia operaia (un gruppo di operai che,
per il miglioramento nel mondo imperialista dovuto allo sfruttamento delle colonie, si sono sganciati
dall’ideale rosso).

Stalin poi cambia l’URSS: termina la NEP con la collettivizzazione forzata e la meccanizzazione
dell’agricoltura e limita il commercio privato; vuole trasformare l’URSS in una potenza mondiale (non
vuole piú essere una nazione arretrata, ma un centro industriale), quindi diventa molto piú totalitario.

GRAMSCI

Lo stato deve raggiungere l’egemonia: la classe prevalente (al di sopra delle altre) detta come deve
vivere la societá (la cultura, la religione, ecc). L’egemonia é diffusa per il popolo attraverso l’educazione,
i mezzi di comunicazione e la religione: educa il popolo perché concepiscano questa dominazione
naturalmente e vedano il mondo come la classe prevalente vuole che vedano il mondo. Cosí, le classi
dominate non si sentiranno oppresse e non ci saranno rivoluzioni. Nonostante ció, l’egemonia non é mai
finita: genera sempre delle lotte all’interno della societá (anche perché quello che detta la classe
dominante, l’egemonia, puó cambiare nel tempo); perció, a volte accade la controegemonia, quindi
l’opposizione, che deve venire sottomessa dalla dominazione per forza. La dominazione per forza deve
agirsi dalla societá politica (esercito, polizia, ecc) quando la societá civile (famiglia, scuola, ecc) non é
sufficiente. Dovuto a questa egemonia capitalista, lui crede che sia fondamentale l’educazione per gli
operai – vuole incoraggiare gli intellettuali della classe operaia. Critica il determinismo economico,
opponendosi alle interpretazioni fatalistiche del marxismo e il materialismo filosofico (storicitá assoluta).

MARIATEGUI
1. Evoluzione economica: analizza il processo socio-economico peruviano; descrive il progresso del
sistema economico del Perú, parla della conquista spagnola e dei 3 tipi di economia – feudale,
borghesa e comunista.
2. Il problema dell’indio: dice che la discriminazione contro l’indio non é un problema razziale,
giuridico o politico; tutto é causato dall’ingiusto regime della proprietá agricola nel Perú – il
gamonalismo.
3. Il problema della terra: la cuestione agricola é necessariamente legata a quella dell’indio; l’indio
deve perdere lo stato di servo dato dal gamonalismo perché possa riaffermare il proprio diritto
alle terre; gli spagnoli hanno sostituito l’economia “comunista” incaica con il feudalismo; parla
anche del progressivo risorgimento della borghesia.
4. Il processo di istruzione pubblica: identifica l’influenza spagnola, francese e norteamericana
nell’educazione peruviana e argomenta che nella colonia questa é stata aristocratica ed elitista.
5. Il fattore religioso: nei tempi preispanici, il culto incaico serviva agli interessi politici e sociali
teocraticamente; il culto cattolico arrivato con gli spagnoli ha sostituito il culto incaico come
entitá di approvazione sociale per lo stato e l’indipendenza non ha cambiato il ruolo della Chiesa
nel Perú.
6. Regionalismo e Centralismo: anche se riconosce un certo regionalismo vero e proprio,
soprattutto nel sud, spiega che questo é semplicemente la manifestazione vaga di un
malcontento ambiguo; il centralismo si sostiene con il gamonalismo regionale, ma il federalismo
é sostenuto dai cacicchi disgraziati dal potere centrale (sono i vinti del sistema gamonale).
7. Il processo della letteratura: dichiara l’intenzione di portare gli ideali propri alla letteratura –
perdendo l’imparzialitá apertamente; la letteratura peruviana si divide in tre periodi – coloniale,
cosmopolita e nazionale.

MAO

La Cina non puó applicare il marxismo puro: invece di usare gli operai (una clase debole), il Partito
Comunista (1921) deve usare le masse di contadini. Ha nazionalizzato le terre e la produzione agricola,
portando una carestia causante di 30 milioni di morti. Promuove l’egualitarismo radicale nelle masse per
contrastare una possibile influenza capitalista o sovietica (traditori al comunismo). Verso la fine della sua
vita, la linea di Mao era giá indebolita, quindi il suo posto é stato preso da un revisionista (Xiaoping). In
conclusione, la filosofia ha una capacitá ideologica meravigliosa e le masse contadine sono
fondamentali. Anche se é stato terribile, ha raddoppiato la popolazione cinese e ha alfabetizzato 80%
dei cinesi (erano solo 20% prima di lui).

CUBA

Castro si é dichiarato marxista-leninista esplicitamente ed é ispirato da Gramsci a ribellarsi contro il


capitalismo. Il suo governo aveva un foco nell’eliminazione della proprietá privata perché voleva rendere
tutti i cubani uguali.

LACLAU
L’antagonismo – una relazione di confronto – deve venire creata da un politico populista, che deve
proteggere l’oppresso nella relazione antagonica perché questo é vittima dell’oppressore. Poi, il politico
populista deve raggruppare tutti i collettivi oppressi dicendo che hanno un nemico in comune, l’anti-
popolo. Se qualunque cosa va male, l’anti-popolo é colpevole di questo e il politico populista non deve
mai assumere la colpa. Il populismo, peró, funziona solo perché, avendo tanti significati possibili, é
diventato un significante vuoto.

Verso questo fine, ogni individuo non deve valere come un’entitá indipendente, ma deve essere un
insieme di categorie razziali, sessuali, fisiche, ecc per venire classificato come oppressore o oppresso.
Questo é l’intersezionalitá e permette costruire una piramide di vulnerabilitá secondo le caratteristiche
innate che, secondo il populista, definiscono la persona.

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