La prima definizione di “Arabi” (nomadi) appare per la prima volta solo
nel IX secolo AC. La penisola arabica, fin dall’antichità, ospitò popolazioni nomadi che si spostavano da un’oasi all’altra all’interno dell’esteso deserto. Al contrario, nelle zone costiere più fertili le popolazioni si organizzarono in città, dove vivevano commercianti e costruttori. Prima dell’Islam, gli arabi erano un popolo complesso per quanto riguarda la religione: nell’Arabia antica si venerava un dio supremo e diverse divinità locali, tra cui i demoni, alberi, pietre… Col tempo le popolazioni delle zone urbane si convertirono al cristianesimo, gli arabi del deserto rimasero affezionati alla religione politeista, mentre alcune tribù si convertirono all’ebraismo. Nel 570 nacque Maometto che fondò una nuova religione: egli, con la sua esperienza di incontro con l’angelo Gabriele, testimoniò la volontà divina di abbandonare tutte le divinità pagane e convertirsi all’unico vero dio, Allah. Maometto si poneva in continuità con l’ebraismo e il cristianesimo, considerandosi l’ultimo profeta. Ebbe molti seguaci, ma anche diversi nemici all’interno della classi privilegiate, tanto che, dopo aver scampato un tentato omicidio, fu costretto a fuggire a Medina dove acquistò grande potere, anche politico: il suo esodo (Egira) segna l’inizio dell’epoca islamica. All’inizio l’islam suscitò molte riserve, ma venne ben presto largamente accettato per svariati motivi: portava messaggi comprensibili a tutti, si basava sull’uguaglianza, sull’aiuto reciproco e così, in 10 anni, tutti gli arabi si convertirono alla fede per Allah. Dopo la morte di Maometto le truppe arabe conquistarono un impero vastissimo: attaccarono l’impero persiano, sconfissero i bizantini, occuparono la penisola iberica, il nord Africa e il Medio Oriente. A capo dell’impero c’era il Califfo, a seguire i governatori delle province , incaricati di riscuotere i tributi e ridistribuire i compensi. Nel IX sec, la capitale del regno, Bagdad, era un centro di ricerca culturale e scientifica all’avanguardia per l’astronomia, la medicina, la filosofia, la matematica, la musica, l’arte. Gli arabi appresero la tecnica della costruzione della carta dai cinesi e la fecero propria riscrivendo e traducendo moltissimi libri antichi (greci, persiani, cinesi).
Con questo fervore, gli Arabi diffusero in Europa la conoscenza
dell’antichità e del mondo orientale: introdussero il sistema di numerazione decimale, di origine indiana, che soppianterà il sistema di numerazione romano. Durante tutte le guerre di conquista in Europa, soprattutto in Francia e Spagna, la zona di influenza araba si estese su un vasto territorio e così si diffuse anche la sua ricca cultura: vennero costruiti sontuosi edifici (la moschea di Cordoba, l’Alhambra), vennero introdotte nuove coltivazioni, nuovi metodi di irrigazione, nuovi prodotti. Il fervore culturale si sentì soprattutto in Andalusia dove giungevano numerosi artisti e scienziati. Nella regione c’erano centri medici, veri e propri ospedali dove si facevano operazioni chirurgiche molto raffinate, ad esempio di oculistica. La ricerca farmacologica portò alla produzione di molti medicinali. Si praticava perfino la terapia del dolore. Tutte le discipline mediche arabe si diffusero in occidente. Gli arabi appresero dai Greci il concetto di temperamento, dato dalla prevalenza, nel corpo umano, di determinati umori (la bile nera, la bile gialla, il sangue, il flemma). Alcuni personaggi arabi di spicco diffusero in occidente lo stile orientale nel vestire, nella cura del corpo, nel cibo e nei comportamenti sociali. A Cordoba nacque la prima scuola di musica, grazie all’introduzione del liuto, da cui deriva la chitarra e lo stile del flamenco. Ci furono innovazioni in ogni campo e vennero costruite biblioteche immense dove lavoravano musulmani, ebrei, cristiani, uomini e donne tutti accumunati dalla lingua araba considerata la lingua del Corano e delle scienze. Vennero tradotti moltissimi testi scientifici persiani, greci, indiani… L’eredità andalusa la ritroviamo anche oggi: molti termini (divano, materasso, alcol, ecc) derivano dall’arabo; la musica andalusa con voce e liuto influenzò la musica medioevale dei Minnesanger ed è alla base della musica dei cantautori di oggi. Nell’XI secolo i Cristiani riconquistarono la penisola iberica e organizzarono le crociate in Oriente per riconquistare la città santa di Gerusalemme, avviando una guerra che durò ca 150 anni. Per fortuna in Andalusia l’immenso patrimonio culturale costruito dagli Arabi non venne distrutto, anzi studiosi cristiani formarono dei gruppi di lavoro per tradurre in latino testi scritti in arabo, greco o persiano: ciò favorì la conservazione e la trasmissione delle scoperte scientifiche arabe nel mondo cristiano. Molte opere arabe letterarie vennero tradotte anche in spagnolo e gettarono le basi per la letteratura del medioevo. Nel corso dei secoli, le scoperte degli arabi, in ogni campo del sapere, influenzarono tutta la cultura europea: Newton, Einstein e Copernico presero ispirazione dalle scoperte scientifiche della cultura arabo-islamica. Il sapere arabo si diffuse a macchia d’olio, ne sono testimonianza le grandi università istituite nel Medioevo. Oggi gli arabi risiedono in una piccola zona tra l’Africa e il Medio Oriente e, purtroppo, non vivono più lo splendore di un tempo. In sintesi possiamo affermare che l’ Europa affonda le sue radici nella cultura giudaico-cristiana, ma anche in quella arabo-islamica.